Legittima difesa, la riforma del 2006 ha ampliato il diritto: “Ma andare oltre la legge attuale porta a situazioni rischiose”
Cronaca
Dopo il caso di Vaprio d'Adda dove un 65enne ha sorpreso un ladro in casa e lo ha ucciso, si riapre il dibattito. La Lega Nord ha presentato una proposta di legge che consentirebbe a chi viene aggredito di difendersi sempre e comunque. L'ordinamento italiano "prevede molte situazioni - spiega l'avvocato Gennaro De Falco - persino il caso in cui si agisca non per tutelare se stessi ma terzi". Il docente: "Con questa legge la reazione può essere giudicata quasi sempre proporzionata"
di Luisiana Gaita | 21 ottobre 2015
Svegliato dai rumori in piena notte, ha sorpreso un ladro in casa.
Gli ha sparato con una pistola ‘regolarmente detenuta’, uccidendolo (leggi).
A Vaprio D’Adda, in provincia di Milano, è andato in scena un (brutto) film già visto.
Che fomenta una polemica mai placata in Italia.
Il pensionato che ha sparato al ladro, un immigrato di 28 anni, è indagato per omicidio volontario.
Un atto necessario per eseguire tutti gli accertamenti e valutare se sussistano i presupposti per riconoscere l’eccesso colposo in legittima difesa o la legittima difesa, come ha chiarito la Procura.
E in materia, le modifiche apportate del 2006 al codice penale ancora oggi continuano a dividere.
La politica più che i giuristi. Poi c’è la cronaca.
Solo pochi giorni fa è stata chiesta l’assoluzione per Franco Birolo, il tabaccaio che a Civè di Correzzola, nel Padovano, uccise nel 2012 un ladro di origine moldava che nel cuore della notte si era introdotto nel suo negozio.
Intanto, il leader della Lega Matteo Salvini – già intervenuto qualche giorno fa dopo la rapina avvenuta a Ercolano – ha subito commentato l’ultima vicenda su Facebook:
“Pazzesco: giù le mani da chi si difende! Se si trattava di un ladro morto “sul lavoro”, non mi dispiace più di tanto: se l’è andata a cercare”.
Ma cosa dice la legge italiana sull’eccesso di legittima difesa?
QUELLO CHE DICE LA LEGGE –
Prima del 2006, la materia era disciplinata dall’articolo 52 del codice penale, secondo cui
non è punibile chi reagisce in una situazione di pericolo a patto che la difesa sia necessaria, attuale (il che esclude la circostanza per la quale un ladro, ad esempio, è già in fuga) e che sia proporzionale all’offesa.
“Nel 2006 è subentrata la riforma – spiega a IlFattoQuotidiano.it Alfonso Maria Stile, professore di diritto penale all’Università La Sapienza di Roma – che giungeva dopo un lungo dibattito in seguito a una serie di furti in ville e rapine violente che avevano spaventato l’opinione pubblica”.
Con la modifica all’articolo 52 si disciplina il diritto all’autotutela di un domicilio privato, un negozio o un ufficio, autorizzando il ricorso a un’arma “legittimamente detenuta” per difendere “la propria o altrui incolumità” e “i beni propri o altrui”.
“Sì, ma a condizione che il rapinatore non desista e che vi sia pericolo di aggressione”, aggiunge il docente.
La modifica, in pratica, ha allargato le maglie della legittima difesa.
Ha introdotto una vera e propria forma di autotutela mai prevista prima, rendendo la reazione sempre (o quasi) ‘proporzionata': il cittadino – con i dovuti paletti – può usare un’arma anche a difesa di un diritto patrimoniale.
Da qui i timori di un ‘ritorno al far west’.
L’APPLICAZIONE SECONDO I GIURISTI – Ma come viene considerata la nostra legge dagli addetti ai lavori?
Secondo l’avvocato Stile il nostro sistema è piuttosto equilibrato.
“Il giudice – dichiara il giurista – ha gli strumenti, in termini tecnici, per valutare tutte le situazioni”.
“Quando ci fu la modifica – spiega – ricordo che fu molto criticata, ma devo dire che in questi anni la sua applicazione è stata abbastanza oculata”.
Secondo il docente universitario, è difficile individuare una colpa senza fare una distinzione tra elementi soggettivi e oggettivi in ciascuna vicenda.
“I giudici esaminano caso per caso – spiega – ed è impossibile dare una valutazione univoca.
Molto, ad esempio, dipende dalla personalità di chi reagisce quando si trova in una situazione di pericolo.
Questo, ovviamente, sempre che vi siano le condizioni ben descritte dalla legge”.
In pratica è un principio sacrosanto che la difesa debba essere proporzionata all’offesa, ma il pericolo avvertito dipende molto dalla persona ed è “difficile poter riuscire a legare il giudice a una valutazione precostituita”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’opinione dell’avvocato Gennaro De Falco dell’omonimo studio legale di Napoli.
“La legge italiana prevede molte situazioni – dice De Falco – persino il caso in cui si agisca non per difendere se stessi, ma per difendere terzi, come accadde nel caso del benzinaio Graziano Stacchio”.
Per il legale “andare oltre la legge attuale, potrebbe portare a situazioni rischiose”.
NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI –
La legittima difesa applicata anche ai beni, oltre che alle persone è un concetto già noto negli altri Paesi europei.
In Germania l’eccesso di legittima difesa, intanto, non è punito anche qualora sia dovuto “a turbamento, paura o panico” ed è generalmente riconosciuto anche nel caso del ladro che fugge con la refurtiva, a patto che ci sia proporzione tra il valore dei beni e la reazione.
In Olanda, invece, la legittima difesa è limitata alla tutela contro un’aggressione – immediata e illegittima – dell’incolumità, del pudore (per i reati a sfondo sessuale) e del patrimonio.
Ma anche in questo caso è prevista la non punibilità dell’eccesso di difesa, qualora sia la conseguenza immediata di una violenta emozione provocata dall’aggressione.
Per quanto riguarda la difesa della dimora, invece, in Spagna ci si può difendere da qualsiasi indebita introduzione.
LA PROPOSTA DELLA LEGA E LA POLEMICA POLITICA –
La Lega ha presentato una proposta di legge che consentirebbe a chi viene aggredito di difendersi, sempre e comunque.
“Quando eravamo al governo – dice il leader Salvini a IlFattoQuotidiano.it - avevamo cercato di rendere meno rigide le norme sulla legittima difesa”.
La posizione del Carroccio è chiara:
“Cancellare il reato di eccesso di legittima difesa che è un assurdo giuridico”.
E il leader annuncia:
“Su questo tema l’8 novembre a Bologna raccoglieremo anche le firme, perché non è concepibile che uno che si difende in casa propria rischia più di chi lo aggredisce o lo deruba”.
E sul confronto con gli Usa:
“Nessuno insegue il modello americano, nessuno vuole che la gente si armi fino ai denti comprando pistole come fossero caramelle. Ma non vogliamo nemmeno che si venga criminalizzati solo perché si possiede un fucile”.
“Invito Salvini a una maggiore prudenza quando interviene su questioni così drammatiche, anche perché parliamo di una persona che è morta”.
Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera non ci sta: “Dopo l’ennesima strage degli Stati Uniti d’America si dibatte della riduzione dell’uso delle armi, mentre in Italia si inviano messaggi devastanti.
Impossibile aprire il dialogo sull’eccesso di legittima difesa, piuttosto mi concentrerei sul modo in cui il governo affronta la questione sicurezza perché è lo Stato che dovrebbe garantirla ai cittadini.
Salvini gioca con il fuoco”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... e/2145839/