UncleTom ha scritto:17 nov 2017 11:47
LA RAI(renziana-ndt)NON HA PERSO SOLO LA GABANELLI MA ANCHE UNA MONTAGNA DI SOLDI: SENZA UN PORTALE WEB DECENTE RINUNCIA A MILIONI DI EURO DI INTROITI POTENZIALI, E DA UN ANNO DECINE DI PERSONE LAVORANO AL PROGETTO DI MI-JENA, CHE AVEVA LASCIATO ‘REPORT’ DOPO AVERNE AVER CEDUTO IL MARCHIO GRATUITAMENTE ALL’AZIENDA. LA CORTE DEI CONTI NON HA NIENTE DA DIRE?
Maurizio Caverzan per “la Verità”
Piccole cose, appena delle brevi il giorno dopo l' addio ufficiale di Milena Gabanelli alla Rai. Il badge e il telefonino restituiti all' azienda. Il giro per salutare la redazione di Report, «più che colleghi, sono la mia famiglia». Poche parole anche sul post di Facebook: «Proseguirò il mio mestiere su un altro mezzo, da un' altra parte».
Quello che si dice un addio sobrio, asciutto come il suo giornalismo. Lontano da sceneggiate egolatriche ed esternazioni di livori postumi nei confronti dell' azienda di una vita.
A Luca Telese e Oscar Giannino, conduttori di 24 Mattino, la Gabanelli ha confidato di essere delusa umanamente, ma anche di «non aver intenzione di menarmela troppo». Merito suo se ieri i giornali non traboccavano di sfoghi e interviste.
Anche alla Verità conferma di non volerne concedere.
Sta prendendo un treno per Bologna, dove si preparerà a un fine settimana di lavoro, oggi a Bruxelles, «dove si tiene una conferenza sull' immigrazione, un tema sul quale sto lavorando molto», domenica al Franco Parenti di Milano «con Ferruccio de Bortoli dove, nell' ambito di BookCity, farò un intervento ancora sull' immigrazione. Sto pensando a questo, adesso». Di certo non a un programma su La7 o in un' altra tv: «Un programma ce l' avevo già e l' ho lasciato».
Più avanti deciderà dove sarà l' altro mezzo, «la rete e i social, dove si forma e s' informa la classe dirigente di domani». Potrebbe essere su una piattaforma già esistente, oppure un' avventura da costruire da zero. Tanto per buttare lì dei marchi: il Corriere della Sera al quale collabora, Repubblica e il Gruppo Gedi, Huffington Post, Fanpage, piattaforma da 7 milioni di contatti. Sobrietà e mente fredda, comunque.
Però, vista da fuori, la vicenda due paroline le merita. Perché, in fondo, stiamo pur sempre parlando della Rai e della giornalista che negli ultimi anni ha meglio interpretato la mission di servizio pubblico. Una discreta perdita di professionalità, certo. Ma anche una perdita economica secca, seppur difficile da quantificare.
Per dire, nell' ultimo anno l' attività online di Repubblica ha fruttato 27 milioni di introiti pubblicitari. Quella del Corriere invece di milioni ne frutta 22-23. E quella della Rai che non c' è o quasi, e che potenzialmente dispone di molte più risorse delle testate cartacee, quanti mancati guadagni registra?
Anche di questi chi amministra un' azienda finanziata dal denaro dei cittadini, come il direttore generale Mario Orfeo, dovrebbe auspicabilmente rispondere alla Corte dei conti.
Nel febbraio 2016 l' allora direttore editoriale per le news, Carlo Verdelli, aveva parlato d' informazione «ferma al Novecento», notando che il sito aziendale era al 21° posto della classifica per utenti unici e che era più che mai urgente entrare nel Terzo millennio. In novembre venti persone dell' Area digital, le stesse che avevano realizzato Rai Play, vennero destinate alla creazione del nuovo portale.
Pensato come uno strumento di un grande network, per ospitare volumi consistenti di notizie, rilanciare la potenza di fuoco di 1.600 giornalisti, utilizzare un poderoso archivio aziendale, proporre nuovi modelli narrativi. Nello stesso periodo la Gabanelli aveva abbandonato la conduzione di Report (cedendo la testata all' azienda). Prima di essere assunta, in gennaio, come vicedirettore incaricato di coordinare la nascita di Rai24. Ai primi di febbraio era iniziata la rifinitura in vista del decollo del portale. Ma dopo che il Piano delle news di Verdelli era stato bocciato, anche quello di Antonio Campo Dall' Orto si era arenato.
Mentre la redazione aveva continuato a lavorare, la creazione della nuova testata online aveva incontrato nuove resistenze in consiglio d' amministrazione. L' idea di assorbire Tg Parlamento nel Tg1 non avanzava.
Campo Dall' Orto si dimetteva. Dopo l' estate la partita si è avviata al mesto finale. La Gabanelli declina la proposta della condirezione di Rainews24 («non metto la faccia su un progetto non mio; mi hanno proposto uno sgabuzzino»); l' annunciata audizione della giornalista in Commissione di Vigilanza, solita pronunciarsi sui più svariati ed eterogenei argomenti, salta; la presidente Monica Maggioni non si pronuncia; alla richiesta di una striscia dopo il Tg1 con la formula del data journalism per non disperdere il lavoro fatto, Orfeo replica che 4 minuti potrebbero scardinare il palinsesto serale e ripropone la coconduzione di Report già spontaneamente abbandonata un anno prima.
Le dimissioni sono inevitabili e la sintesi è presto fatta. Oggi, malgrado il nuovo contratto di servizio pubblico richieda alla tv di Stato di recuperare il ritardo sulle piattaforme digitali, il pubblico più avanzato, frequentatore della Rete e dei social network, continua informarsi altrove sebbene paghi il canone per la Rai. Da un anno una redazione di tecnici, informatici e grafici lavora a un progetto di cui non si vede traccia. La giornalista di riconosciuta professionalità, assunta con questo preciso compito, ha dato le dimissioni e andrà a realizzarlo altrove.
Ce n'è abbastanza per tirare una riga e fare qualche conto.
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media ... 161028.htm