Pagina 7 di Repubblica di stamani.
"Gli ho costruito l'impero
Silvio forse mi deve altri soldi
ma non l'ho mai ricattato."
"Sono vittima di invidie, Mangano il mio eroe"
Inutile dire di chi sono queste parole, basta pensare che il suo eroe è Mangano.
Stabiliamo un tempo d'analisi. Da dopo l'Unità d'Italia ai giorni nostri,
Le origini della mafia sono sconosciuti. Il concetto mafioso è messo per iscritto per la prima
volta nel titiolo della comedia I mafiosi della Vicaria nel 1860. Ci i mafiosi sono i detenuti più
rispettabili in un prigione. Nel 1865 si è usato questo concetto per i delinquenti. Già nel 1875
quasi tutte le lingue europe sanno il concetto mafia.
La formazione della mafia rifletta i cambi sociali del feudalismo siciliano durante il
Risorgimento. Dopo i contadini non erano più il possesso dei latifondisti, c’erano
amministratori che affittavano il suolo per i latifondisti ai contadini. Questi amministratori si
chiamavano gabellutti. Loro diventavano sempre più forti e al fine hanno esautorato i
latifondisti. Mentre i contadini sono rimasti poverissimi (perchè dovevano pagare affitti molto
cari), i gabellutti sono diventati sempre più forti. Si sono appropriati i diritti dei latifondisti
nobili; hanno per esempio accettato gli impegni della polizia e del tribunale. Poco dopo hanno
anche appostato le loro proprie truppe di sicurezza. Hanno potuto diventare così influenti solo
perché il nuovo stato italiano non era riuscito a chiudere i buchi che il feudalismo ha lasciato
in eredità.
Fin d’allora si è sviluppata una sub-cultura criminale – è nata la mafia! Voleva essere
d’impedimento allo stato italiano in ottenere influenza nel sud, affinchè la mafia possa
assicurare tutto il potere a sè. Infatti era l’unica autorità vera in molti parti di Sicilia, non solo
perchè soltanto la mafia poteva progettare la gente bene. Ma questa protezione non era gratis,
tanto la nobilità quanto i contadini dovevano pagare il cosìdetto pizzu.
Quando il diritto elettorale è stato inteso, la inpenetrata nell’ambito della politica. In questo
tempo era già così influente che poteva procurare molti voti per i parlamentari conservativi a
Roma.
Da:
Spezialgebiet aus Italienisch Le donne e la mafia
verena hable <
verena@allesklar.de>
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LE ORIGINI DELLA MAFIA E LA SUA STORIA
http://www.fundus.org/pdf.asp?ID=4512
Già sul finire dell'800 la mafia intuisce che bisogna condizionare il potere legislativo, e così inizia a condizionare i parlamentari siciliani nel parlamento italiano. Tutto prosegue nel novecento fino ai giorni nostri.
Nel 1925 Benito Mussolini invia questo telegramma al prefetto Mori: «vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi»[5]. Da Wikipedia.
L'incarico per debellare la mafia a Mori l'aveva dato Federzoni, nel 1924. Nel 1929, Mori rinuncerà all'incarico perché si accorse che la Mafia stava a Roma, nell'aula sorda e grigia.
Cade il fascismo e la Mafia cambia ancora referente adeguandosi ai sistemi che mutano.
Fino al 1960 gli interessi si limitano all'isola e ai traffici internazionali, in modo particolare con gli Usa.
Poi qualcuno ebbe l'intuizione economica che gli affari si dovevano estendere al Nord dove c'era la ciccia. La Mafia fece quindi approvare una legge che prevedeva il confino dei mafiosi al Nord.
Allora eravamo ragazzi e non studiavamo dal mago Merlino, ma appena si diffuse la notizia il pensiero fu unanime. Questi vogliono impadronirsi del Nord.
Per la parte economica si appoggiarono alla Banca Rasini di Milano diretta dal padre della salma toro.
Cominciarono a costruire come erano abituati a Palermo. Il resto è quello della cronaca di tutti i giorni, anche se da più di un decennio, la mafia siciliana ha lasciato il posto alla 'ndrangheta calabrese.
Dopo l'abbandono di De Gasperi il peso della Mafia nella Dc si fa sentire. Andreotti, uno dei politici più longevi era legato a doppio taglio con la Mafia siciliana.
La storia d'Italia del secondo dopoguerra è una storia di Mafia. Oggi è la prima azienda italiana con un fatturato intorno ai 170 miliardi.
Sotto questo aspetto, possiamo dire che è la Sicilia che controlla l'Italia.
Che poi i siciliani siano tenuti sotto i tacchi,....è un'altro paio di maniche.