Circolano in rete...
Re: Circolano in rete...
A Bologna il centrosinistra si spacca sul finanziamento alle scuole private, Sel si astiene e Pd e Pdl votano assieme per dare oltre un milione di euro pubblici alle scuole private
Il popolo viola
vedi anche http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... pd/302834/
Il popolo viola
vedi anche http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... pd/302834/
Re: Circolano in rete...
Della serie: le ultime parole famose...
“Nel caso dell’Italia vediamo un declino continuo dello spread, ancorchè graduale e onestamente non vedo alcun motivo perché questa tendenza dovrebbe cambiare. Lo spread non tornerà a impennarsi” (Mario Monti, 29 febbraio 2012)
“Nel caso dell’Italia vediamo un declino continuo dello spread, ancorchè graduale e onestamente non vedo alcun motivo perché questa tendenza dovrebbe cambiare. Lo spread non tornerà a impennarsi” (Mario Monti, 29 febbraio 2012)
Re: Circolano in rete...
Il popolo viola
Ricordate Matteo Armellini? L'operaio di 31 anni morto nel crollo del palco della Pausini? La sua famiglia è stata appena risarcita dal'Inail: con 1936 euro
Ricordate Matteo Armellini? L'operaio di 31 anni morto nel crollo del palco della Pausini? La sua famiglia è stata appena risarcita dal'Inail: con 1936 euro
Re: Circolano in rete...
MERCOLEDÌ 25 LUGLIO 2012
Congelamento tredicesime per dipendenti e pensionati: per confesercenti "sarebbe un disastro"
“Troppe voci, troppo insistenti, parlano in questi giorni di un’ipotesi allo studio per fare cassa: il congelamento delle tredicesime dei dipendenti pubblici e di buona parte dei pensionati. Una misura di questo genere non solo potrebbe essere considerata discriminatoria e iniqua socialmente, ma sarebbe certamente un drammatico autogol economico che manderebbe i consumi in tilt, spingerebbe migliaia di imprese alla chiusura e provocherebbe la perdita consistente di posti di lavoro autonomi e dipendenti.
Chiediamo al Governo di smentire tale voce che avrebbe il solo esito di allontanare una qualsiasi forma di ripresa.
Ecco i conti di questa sciagurata eventualità: le 13me nette dei dipendenti pubblici e dei pensionati con assegni al di sopra dei mille euro ammontano a circa 16,1 miliardi. Circa la metà va in consumi e quindi si sottrarrebbe all’economia reale una cifra pari a 8 miliardi di euro, con un cedimento dei consumi privati che passerebbe dal meno 1,7% stimato dal Governo ad un valore negativo vicino al 2,7%.
Ma se anche si puntasse solo al congelamento del 50% delle 13me si tratterebbe comunque di una taglio alla spesa di circa 4 miliardi di euro, con un impatto sui consumi di circa 4 decimali di punto, portando la flessione prevedibile all’interno del range compreso tra il -2,1% e il -2,4%.
Questa impostazione comporterebbe gravi effetti sull’intera economia, a partire dalla chiusura di molte imprese e dalle nefaste conseguenze sul piano occupazionale. Un salasso davvero inaccettabile.
Non si abbatte il debito pubblico, il vero nodo che blocca la crescita, favorendo di fatto l’affossamento del’economia. Sperare di convincere i mercati in questo modo è una pia illusione, basata su ulteriori interventi vessatori e dannosi che frenano la crescita e minano quel residuo di fiducia che invece deve essere rafforzato per fare da volano alla tenuta delle imprese ed agli stessi consumi. Chiediamo al Governo di volgere altrove la scure e di tagliare in profondità spesa pubblica e costi della politica. La spending review è un inizio ma non basta. Non ascolti i partiti e aggredisca questi nodi:
- ridurre al minimo il numero delle province, per poi abolirle, così come va fatto per le comunità montane, oltre ad accorpare la miriade di micro-comuni e le società di servizi pubblici;
- varare con urgenza un piano di alienazione del patrimonio immobiliare pubblico che può essere messo rapidamente sul mercato;
- ridurre drasticamente i “posti” della politica e le consulenze che favoriscono le pratiche clientelari.
Inoltre chiediamo di utilizzare tutte le risorse disponibili per avviare progetti di sviluppo, permettendo alle imprese di riprendere gli investimenti e ricreare lavoro stabile, anche attraverso la non più rinviabile riduzione della pressione fiscale, che ai livelli attuali, ostacola in termini sempre più stringenti gli investimenti ed il lavoro.
Confesercenti
http://www.confesercenti.it/notizia.php?id=6795
Roma, 24 luglio 2012
Congelamento tredicesime per dipendenti e pensionati: per confesercenti "sarebbe un disastro"
“Troppe voci, troppo insistenti, parlano in questi giorni di un’ipotesi allo studio per fare cassa: il congelamento delle tredicesime dei dipendenti pubblici e di buona parte dei pensionati. Una misura di questo genere non solo potrebbe essere considerata discriminatoria e iniqua socialmente, ma sarebbe certamente un drammatico autogol economico che manderebbe i consumi in tilt, spingerebbe migliaia di imprese alla chiusura e provocherebbe la perdita consistente di posti di lavoro autonomi e dipendenti.
Chiediamo al Governo di smentire tale voce che avrebbe il solo esito di allontanare una qualsiasi forma di ripresa.
Ecco i conti di questa sciagurata eventualità: le 13me nette dei dipendenti pubblici e dei pensionati con assegni al di sopra dei mille euro ammontano a circa 16,1 miliardi. Circa la metà va in consumi e quindi si sottrarrebbe all’economia reale una cifra pari a 8 miliardi di euro, con un cedimento dei consumi privati che passerebbe dal meno 1,7% stimato dal Governo ad un valore negativo vicino al 2,7%.
Ma se anche si puntasse solo al congelamento del 50% delle 13me si tratterebbe comunque di una taglio alla spesa di circa 4 miliardi di euro, con un impatto sui consumi di circa 4 decimali di punto, portando la flessione prevedibile all’interno del range compreso tra il -2,1% e il -2,4%.
Questa impostazione comporterebbe gravi effetti sull’intera economia, a partire dalla chiusura di molte imprese e dalle nefaste conseguenze sul piano occupazionale. Un salasso davvero inaccettabile.
Non si abbatte il debito pubblico, il vero nodo che blocca la crescita, favorendo di fatto l’affossamento del’economia. Sperare di convincere i mercati in questo modo è una pia illusione, basata su ulteriori interventi vessatori e dannosi che frenano la crescita e minano quel residuo di fiducia che invece deve essere rafforzato per fare da volano alla tenuta delle imprese ed agli stessi consumi. Chiediamo al Governo di volgere altrove la scure e di tagliare in profondità spesa pubblica e costi della politica. La spending review è un inizio ma non basta. Non ascolti i partiti e aggredisca questi nodi:
- ridurre al minimo il numero delle province, per poi abolirle, così come va fatto per le comunità montane, oltre ad accorpare la miriade di micro-comuni e le società di servizi pubblici;
- varare con urgenza un piano di alienazione del patrimonio immobiliare pubblico che può essere messo rapidamente sul mercato;
- ridurre drasticamente i “posti” della politica e le consulenze che favoriscono le pratiche clientelari.
Inoltre chiediamo di utilizzare tutte le risorse disponibili per avviare progetti di sviluppo, permettendo alle imprese di riprendere gli investimenti e ricreare lavoro stabile, anche attraverso la non più rinviabile riduzione della pressione fiscale, che ai livelli attuali, ostacola in termini sempre più stringenti gli investimenti ed il lavoro.
Confesercenti
http://www.confesercenti.it/notizia.php?id=6795
Roma, 24 luglio 2012
Re: Circolano in rete...
«Pantone Merkel»
la cancelliera e quelle novanta giacche (in tempi di crisi)
Una graphic designer olandese le ha raccolte in ordine cromatico, dal verdino al nero. Ma dove le tiene tutte?
Il 'Pantone Merkel' della graphic designer Noortje van Eekelen
MILANO - L'hanno chiamato così: "Pantone Merkel", come il sistema standard di classificazione dei colori. Novanta tinte per novanta giacche: parliamo della cancelliera tedesca, presa di mira per la varietà del suo capo preferito, la giacchetta appunto (GUARDA LA FOTO). Che il suo guardaroba non fosse passato inosservato lo si sapeva, tanto che l'ormai ex presidente francese Sarkozy (protagonista di tanti faccia a faccia con la Merkel e di un'indimenticabile occhiata complice con risatina sulla fiducia accordata all'Italia di Berlusconi) ha detto che Angela non sarebbe neanche brutta, «ma porta certi vestiti...» (confessione trascritta dall'ex ministra della Salute Roselyne Bachelot nel suo libro «A feu et … sang»).
Le giacchette di Angela
ORDINE CROMATICO - Insomma, la "dura" Merkel che bacchetta l'Europa in questa profonda crisi dell'euro, ha il suo stile, le sue debolezze potremmo dire. Una è questa passione per le giacche (e la domanda è: ma dove le tiene tutte? ma anche: nel guardaroba le sistemerà in ordine "crescente", dal bianco al nero, o "decrescente", dal nero al bianco?), la graphic designer olandese Noortje van Eekelen ha fatto un lavoraccio e ha raccolto queste novanta, sistemandole in un certosino ordine cromatico, dal verdino al nero passando per l'azzurro, il viola, l'arancione, il rosso, il rosa, il bianco, il grigio, il beige, il marrone... tutte simili, sobrie e accollate, ma che accostate fanno l'effetto di un vertiginoso amore per lo shopping. Che in questi tempi di crisi non tutti sono disposti a perdonare.
L. Cu.
18 luglio 2012 (modifica il 19 luglio 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
per la panoramica completa :
http://www.buzzfeed.com/copyranter/pant ... ela-merkel
la cancelliera e quelle novanta giacche (in tempi di crisi)
Una graphic designer olandese le ha raccolte in ordine cromatico, dal verdino al nero. Ma dove le tiene tutte?
Il 'Pantone Merkel' della graphic designer Noortje van Eekelen
MILANO - L'hanno chiamato così: "Pantone Merkel", come il sistema standard di classificazione dei colori. Novanta tinte per novanta giacche: parliamo della cancelliera tedesca, presa di mira per la varietà del suo capo preferito, la giacchetta appunto (GUARDA LA FOTO). Che il suo guardaroba non fosse passato inosservato lo si sapeva, tanto che l'ormai ex presidente francese Sarkozy (protagonista di tanti faccia a faccia con la Merkel e di un'indimenticabile occhiata complice con risatina sulla fiducia accordata all'Italia di Berlusconi) ha detto che Angela non sarebbe neanche brutta, «ma porta certi vestiti...» (confessione trascritta dall'ex ministra della Salute Roselyne Bachelot nel suo libro «A feu et … sang»).
Le giacchette di Angela
ORDINE CROMATICO - Insomma, la "dura" Merkel che bacchetta l'Europa in questa profonda crisi dell'euro, ha il suo stile, le sue debolezze potremmo dire. Una è questa passione per le giacche (e la domanda è: ma dove le tiene tutte? ma anche: nel guardaroba le sistemerà in ordine "crescente", dal bianco al nero, o "decrescente", dal nero al bianco?), la graphic designer olandese Noortje van Eekelen ha fatto un lavoraccio e ha raccolto queste novanta, sistemandole in un certosino ordine cromatico, dal verdino al nero passando per l'azzurro, il viola, l'arancione, il rosso, il rosa, il bianco, il grigio, il beige, il marrone... tutte simili, sobrie e accollate, ma che accostate fanno l'effetto di un vertiginoso amore per lo shopping. Che in questi tempi di crisi non tutti sono disposti a perdonare.
L. Cu.
18 luglio 2012 (modifica il 19 luglio 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
per la panoramica completa :
http://www.buzzfeed.com/copyranter/pant ... ela-merkel
Re: Circolano in rete...
SU SUBITO.IT
Recupero crediti: cercasi ex galeotti
Annuncio choc di un'agenzia: preferite origini meridionali
MILANO - «Azienda seria e referenziata cerca uomini decisi, di poche parole e prestanza fisica». E fin qui l'annuncio ci potrebbe anche stare. Ma è il seguito ad aver qualcosa di veramente inquietante: «Possibilmente ex culturisti o ex galeotti, per recupero crediti in tutta Italia. Molto apprezzate origini meridionali, calabresi o siciliane. Si offre contratto e lauti compensi. Inviare cv, necessariamente con foto intera. Astenersi Perditempo». Il tutto per un'agenzia di recupero crediti di Pesaro. L'annuncio è apparso sul sito specializzato Subito.it, ripreso da alcuni blog, quindi rimosso. Probabilmente per il riferimento razzista alle origini regionali dei candidati e alla loro fedina penale.
A. Cas. @gorazio
27 luglio 2012 | 18:08
Recupero crediti: cercasi ex galeotti
Annuncio choc di un'agenzia: preferite origini meridionali
MILANO - «Azienda seria e referenziata cerca uomini decisi, di poche parole e prestanza fisica». E fin qui l'annuncio ci potrebbe anche stare. Ma è il seguito ad aver qualcosa di veramente inquietante: «Possibilmente ex culturisti o ex galeotti, per recupero crediti in tutta Italia. Molto apprezzate origini meridionali, calabresi o siciliane. Si offre contratto e lauti compensi. Inviare cv, necessariamente con foto intera. Astenersi Perditempo». Il tutto per un'agenzia di recupero crediti di Pesaro. L'annuncio è apparso sul sito specializzato Subito.it, ripreso da alcuni blog, quindi rimosso. Probabilmente per il riferimento razzista alle origini regionali dei candidati e alla loro fedina penale.
A. Cas. @gorazio
27 luglio 2012 | 18:08
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Re: Circolano in rete...
........................................mariok ha scritto:SU SUBITO.IT
Recupero crediti: cercasi ex galeotti
Annuncio choc di un'agenzia: preferite origini meridionali
MILANO - «Azienda seria e referenziata cerca uomini decisi, di poche parole e prestanza fisica». E fin qui l'annuncio ci potrebbe anche stare. Ma è il seguito ad aver qualcosa di veramente inquietante: «Possibilmente ex culturisti o ex galeotti, per recupero crediti in tutta Italia. Molto apprezzate origini meridionali, calabresi o siciliane. Si offre contratto e lauti compensi. Inviare cv, necessariamente con foto intera. Astenersi Perditempo». Il tutto per un'agenzia di recupero crediti di Pesaro. L'annuncio è apparso sul sito specializzato Subito.it, ripreso da alcuni blog, quindi rimosso. Probabilmente per il riferimento razzista alle origini regionali dei candidati e alla loro fedina penale.
A. Cas. @gorazio
27 luglio 2012 | 18:08
Ma è la mafia che cerca queste persone?
Ciao
Paolo11
Re: Circolano in rete...
Flopper, il delfino fallito
di Alessandra Daniele
Dicono che Alfano abbia pianto alla notizia della ridiscesa in campo del suo boss. Possibile che si credesse davvero il Delfino, e non un temporaneo prestanome, che s'illudesse veramente d'essere riuscito a succedere a Berlusconi? Lo conosce così poco?
Berlusconi alleva molti delfini. Per mangiarli.
Da quando è in campo ha già consumato almeno una decina di delfani, stolidi quaranta-cinquantenni che per un po' vengono ingrassati dai media, e poi spariscono, finché qualcuno non ritrova le loro ossa spolpate in un fosso del Partito Popolare Europeo, o persino peggio. Qualche esempio?
Antonio Tajani, il piccolo genio che complottava con Buttiglione nel segreto di uno studio Tv davanti alle telecamere accese.
Gianni Pilo, il sondaggista troppo ottimista delle bandierine azzurre che Fede dovette rimangiarsi piangendo.
Gianfranco Micciché, l'autodefinito ''assuntore di cocaina", aspirante Bossi del Sud: più che un delfino, un Trota.
Franco Frattini l'abbronzatissimo, sempre in vacanza a sparare cazzate, come Christian De Sica, ma più volgare.
La delfina dai capelli rossi, Michela Vittoria Brambilla, ex modella, poi ministra, oggi canara. Quando le fu affidato il ''rilancio'' dell'immagine del PdL, qualcuno - probabilmente un assuntore di LSD - la dipinse come l'Elisabetta I che sarebbe seguita al Berlenrico VIII. Poi anche la delfina salmonata finì al cartoccio come gli altri.
Per questo i figli biologici di Berlusconi non hanno mai accettato il ruolo di delfino pidiellino ripetutamente offertogli dai cortigiani: ci tengono a evitare la sorte della progenie di Kronos. Piersilvio si accontenta da sempre del suo comodo ruolo di pierprestanome, Marina ha quello di cavia per la chirurgia plastica sperimentale postumana.
Quando l'anno scorso Tremonti fu indicato come possibile successore di Berlusconi, si capì che anche lui stava per essere consumato, nella fattispecie come capro espiatorio, sia per il disastro dell'economia, che per le stangate fiscali. Bossi partecipò al sacrificio rituale di quello che per anni era stato il suo favorito, nellla vana e meschina speranza di salvare così le proprie chiappadane. Gli sarebbe stato più utile il metodo Kronos.
Per più di un decennio nella tonnara berlusconiana hanno nuotato speranzosi anche i due più emblematici Floppers - delfini falliti - della Storia repubblicana, Gianfranco Fini, e Pierferdinando Casini, entrambi delfini seriali. Essendo in precedenza riuscito a succedere sia ad Almirante che a Rauti, Fini non può essere considerato anche un fallito seriale, Casini invece sì. Dopo avere atteso per anni di rimpiazzare Forlani al timone della DC, se la vide affondare sotto i piedi per Tangentopoli. Da allora galleggia in una lenta deriva attraverso tutto lo scenario politico, sempre aspettando che si liberi un posto ad un altro timone qualsiasi. Ha sperato di succedere a Berlusconi, poi allo stesso Fini (quando sembrava che il suo golpino di lana mortaccina sarebbe riuscito) poi a Monti. Adesso tampina Bersani, e questa è la misura del suo fallimento.
Alfano però resta il più patetico, scippato persino di quella corona di carta stagnola che è ormai la leadership del PdL, mentre Berlusconi - che non passerà mai la mano volontariamente - ora va a cercarsi nelle tonnare altrui il prossimo delfino da spolpare. Matteo Renzi è paffuto quanto basta.
Pubblicato Luglio 30, 2012
Fonte: http://www.carmillaonline.com/archives/ ... 04392.html
di Alessandra Daniele
Dicono che Alfano abbia pianto alla notizia della ridiscesa in campo del suo boss. Possibile che si credesse davvero il Delfino, e non un temporaneo prestanome, che s'illudesse veramente d'essere riuscito a succedere a Berlusconi? Lo conosce così poco?
Berlusconi alleva molti delfini. Per mangiarli.
Da quando è in campo ha già consumato almeno una decina di delfani, stolidi quaranta-cinquantenni che per un po' vengono ingrassati dai media, e poi spariscono, finché qualcuno non ritrova le loro ossa spolpate in un fosso del Partito Popolare Europeo, o persino peggio. Qualche esempio?
Antonio Tajani, il piccolo genio che complottava con Buttiglione nel segreto di uno studio Tv davanti alle telecamere accese.
Gianni Pilo, il sondaggista troppo ottimista delle bandierine azzurre che Fede dovette rimangiarsi piangendo.
Gianfranco Micciché, l'autodefinito ''assuntore di cocaina", aspirante Bossi del Sud: più che un delfino, un Trota.
Franco Frattini l'abbronzatissimo, sempre in vacanza a sparare cazzate, come Christian De Sica, ma più volgare.
La delfina dai capelli rossi, Michela Vittoria Brambilla, ex modella, poi ministra, oggi canara. Quando le fu affidato il ''rilancio'' dell'immagine del PdL, qualcuno - probabilmente un assuntore di LSD - la dipinse come l'Elisabetta I che sarebbe seguita al Berlenrico VIII. Poi anche la delfina salmonata finì al cartoccio come gli altri.
Per questo i figli biologici di Berlusconi non hanno mai accettato il ruolo di delfino pidiellino ripetutamente offertogli dai cortigiani: ci tengono a evitare la sorte della progenie di Kronos. Piersilvio si accontenta da sempre del suo comodo ruolo di pierprestanome, Marina ha quello di cavia per la chirurgia plastica sperimentale postumana.
Quando l'anno scorso Tremonti fu indicato come possibile successore di Berlusconi, si capì che anche lui stava per essere consumato, nella fattispecie come capro espiatorio, sia per il disastro dell'economia, che per le stangate fiscali. Bossi partecipò al sacrificio rituale di quello che per anni era stato il suo favorito, nellla vana e meschina speranza di salvare così le proprie chiappadane. Gli sarebbe stato più utile il metodo Kronos.
Per più di un decennio nella tonnara berlusconiana hanno nuotato speranzosi anche i due più emblematici Floppers - delfini falliti - della Storia repubblicana, Gianfranco Fini, e Pierferdinando Casini, entrambi delfini seriali. Essendo in precedenza riuscito a succedere sia ad Almirante che a Rauti, Fini non può essere considerato anche un fallito seriale, Casini invece sì. Dopo avere atteso per anni di rimpiazzare Forlani al timone della DC, se la vide affondare sotto i piedi per Tangentopoli. Da allora galleggia in una lenta deriva attraverso tutto lo scenario politico, sempre aspettando che si liberi un posto ad un altro timone qualsiasi. Ha sperato di succedere a Berlusconi, poi allo stesso Fini (quando sembrava che il suo golpino di lana mortaccina sarebbe riuscito) poi a Monti. Adesso tampina Bersani, e questa è la misura del suo fallimento.
Alfano però resta il più patetico, scippato persino di quella corona di carta stagnola che è ormai la leadership del PdL, mentre Berlusconi - che non passerà mai la mano volontariamente - ora va a cercarsi nelle tonnare altrui il prossimo delfino da spolpare. Matteo Renzi è paffuto quanto basta.
Pubblicato Luglio 30, 2012
Fonte: http://www.carmillaonline.com/archives/ ... 04392.html
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