Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifestare
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... erlinguer/
Va in onda oggi: La signora Berlinguera. Ci è stata inviata la registrazione di una esemplare trasmissione televisiva condotta da Enrico Mentana in modo equilibrato e civile, dove – lontana dai soliti “pollai” – finalmente si capiva il pensiero dei vari intervenuti tra i quali c’era Luigi Di Majo, dando modo agli ascoltatori, sentiti i fatti e le opinioni, di farsi una propria idea. Questo è lo scopo della televisione.
Devo dire che il confronto fra questa rete privata e la Rai è avvilente e non è azzardato pensare che non ci troveremmo nell’Italia di oggi se avessimo avuto un servizio pubblico informativo differente.
Un esempio di cattiva informazione viene dalla signora Berlinguera, …sì, abbiamo variato leggermente il suo nome perché lei “ci va giù dura”, forte del sostegno che sente di avere dai nostalgici del Pci di Berlinguer, disposti – in buona fede – anche a donare il sangue pur di difendere il “magico” nome di Berlinguer, Enrico. Ed è per questo che lei, la figlia, non merita interamente il nome del padre perché ciò che ha saputo fare e aver dato la “molla” ai cagnolini della sua redazione che si avventano su bocconi ritenuti commestibili ingoiandoli senza neppure masticarli.
E’ così che ne risulta un volgare pastone fatto di menzogne, esagerazioni, silenzi: la Corea del nord provocherebbe gli Stati uniti, quando è vero il contrario, quando sono gli Usa insieme alla Corea del sud ad aver dato luogo a grandi manovre militari intorno alle coste della Corea del nord, della Repubblica democratica di Corea;
e così in Venezuela, si mostrano filmati di manifestazioni; non si dice che dietro ci sono i soliti Stati uniti e la borghesia compradora del luogo;
eppoi l’Ucraina, silenzio assoluto, nessun sospetto che sia la mano degli stessi Stati uniti e dell’Europa, della collaborazionista Europa, ad aver fomentato i disordini ed il colpo di stato.
Nulla deve trasparire.
E allora, una preghiera alla signora Berlinguera: fermi i suoi cagnolini, impedisca loro di sparare menzogne ogni giorno, e soprattutto devono smetterla di veder dittatura e fascismo nel Movimento 5 Stelle quando il “Pensiero unico” ce l’hanno in casa!
................
Ciao
Paolo11
Va in onda oggi: La signora Berlinguera. Ci è stata inviata la registrazione di una esemplare trasmissione televisiva condotta da Enrico Mentana in modo equilibrato e civile, dove – lontana dai soliti “pollai” – finalmente si capiva il pensiero dei vari intervenuti tra i quali c’era Luigi Di Majo, dando modo agli ascoltatori, sentiti i fatti e le opinioni, di farsi una propria idea. Questo è lo scopo della televisione.
Devo dire che il confronto fra questa rete privata e la Rai è avvilente e non è azzardato pensare che non ci troveremmo nell’Italia di oggi se avessimo avuto un servizio pubblico informativo differente.
Un esempio di cattiva informazione viene dalla signora Berlinguera, …sì, abbiamo variato leggermente il suo nome perché lei “ci va giù dura”, forte del sostegno che sente di avere dai nostalgici del Pci di Berlinguer, disposti – in buona fede – anche a donare il sangue pur di difendere il “magico” nome di Berlinguer, Enrico. Ed è per questo che lei, la figlia, non merita interamente il nome del padre perché ciò che ha saputo fare e aver dato la “molla” ai cagnolini della sua redazione che si avventano su bocconi ritenuti commestibili ingoiandoli senza neppure masticarli.
E’ così che ne risulta un volgare pastone fatto di menzogne, esagerazioni, silenzi: la Corea del nord provocherebbe gli Stati uniti, quando è vero il contrario, quando sono gli Usa insieme alla Corea del sud ad aver dato luogo a grandi manovre militari intorno alle coste della Corea del nord, della Repubblica democratica di Corea;
e così in Venezuela, si mostrano filmati di manifestazioni; non si dice che dietro ci sono i soliti Stati uniti e la borghesia compradora del luogo;
eppoi l’Ucraina, silenzio assoluto, nessun sospetto che sia la mano degli stessi Stati uniti e dell’Europa, della collaborazionista Europa, ad aver fomentato i disordini ed il colpo di stato.
Nulla deve trasparire.
E allora, una preghiera alla signora Berlinguera: fermi i suoi cagnolini, impedisca loro di sparare menzogne ogni giorno, e soprattutto devono smetterla di veder dittatura e fascismo nel Movimento 5 Stelle quando il “Pensiero unico” ce l’hanno in casa!
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Paolo11
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Russia-Ucraina, Kiev: “Ci hanno dichiarato guerra”. Kerry: “Pronti a isolare Mosca”
A nulla è servita una telefonata di 90 minuti tra Obama e Putin: "Ritirate le truppe", "No, tuteliamo i nostri interessi". L'esercito dello "zar Vladimir" attacca reparti e caserme. Diserzioni ucraine: il capo della Marina giura fedeltà alle autorità filorusse. Gli Usa: "A rischio il posto della Russia nel G8". Il presidente russo alla Merkel: "Risposta adeguata alla situazione". La Cancelliera: "Ha accettato gruppo di contatto". Nato: "Stiamo con Kiev". Il governo italiano: "Sovranità violata, inaccettabile"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 marzo 2014Commenti (1100)
Alle porte dell’Europa la Russia va alla guerra e senza sparare un colpo pare prendersi la Crimea, Repubblica autonoma con una maggioranza di popolazione russa ma che fa parte dello Stato ucraino. A Sebastopoli e Sinferopoli continuano ad arrivare soldati, mezzi di terra e velivoli, alcune caserme della Marina ucraina e il quartier generale regionale della Guardia di frontiera sono sotto assedio, diverse fonti parlano di diserzioni e dimissioni di massa dall’esercito che però nel frattempo chiama i riservisti. Il comandante in capo della Marina ucraina Denis Berezovskiy ha addirittura giurato fedeltà alle autorità filorusse della Crimea. La popolazione non si oppone (anzi), manifestazioni sono piuttosto organizzate con migliaia di persone in altre città dell’Ucraina e soprattutto si moltiplicano gli appelli dei vertici dello Stato: “La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro”. ”Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, questa è di fatto una dichiarazione di guerra contro il mio Paese”, ha detto Arseni Iatseniuk. ”Noi esortiamo il presidente Putin a ritirare le sue forze armate dall’Ucraina”. Il premier ucraino d’altra parte sottolinea un aspetto: la Russia “non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l’aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese”. Stesso concetto espresso già ieri dalla Casa Bianca: “Mosca non ha basi giuridiche” aveva detto l’ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite, Samantha Power. Putin ovviamente non la pensa così e in una telefonata serale con Angela Merkel ha difeso la sua scelta: per lo ‘zar’ le azioni russe sono state “adeguate a una situazione straordinaria“. Putin ha sostenuto anche che “le forze ultranazionaliste” salite al potere a Kiev minacciano “la vita e gli interessi dei cittadini russi”. La Cancelliera, al termine del colloquio, ha fatto sapere che Putin ha accettato l’apertura di un “gruppo di contatto” per l’apertura di un canale sulla crisi ucraina.
Guerra fredda Obama-Putin. Kerry: “Pronti a escludere Russia dal G8″
La comunità internazionale cerca – a fatica – di evitare l’escalation, ma la sensazione è che mentre si gioca la battaglia diplomatica la Russia si è praticamente già presa la Crimea, un pezzo del territorio dell’Ucraina. Non è servita una telefonata fiume di 90 minuti – avvenuta nella notte – tra il capo del Cremlino Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La Casa Bianca ha chiesto il ritiro delle truppe già dispiegate da Mosca in Crimea (secondo il ministro degli Esteri ucraino ci sono già 15mila soldati) e si è dichiarata pronta ad aiutare il governo di Kiev. Ma Putin non ha sentito ragioni, ribadendo la necessità “di tutelare i propri interessi” e “la popolazione russa” che vive nella zona. La verità è che Obama ha le mani legate. E esiste la ”concreta possibilità” che il prossimo vertice di Sochi venga boicottato anche dagli Stati Uniti con il segretario di Stato John Kerry che ha incoraggiato gli altri paesi membri del gruppo degli 8. Dopo che Obama in queste ore è stato accusato di essere stato troppo morbido con Putin, aggiustano il tiro. Kerry evoca scenari che sembrano d’altri tempi: “La Russia rischia il suo posto all’interno del G8 – dice – Ogni singolo alleato degli Stati Uniti è pronto ad andare fino in fondo, allo scopo di isolare la Russia in seguito a questa invasione”. Ma isolare come? Kerry ipotizza “gravissime conseguenze come la messa al bando ai visti, il congelamento dei beni e isolamento commerciale“. Pur ricordando che la Nato è “profondamente preoccupata dalla situazione”, Kerry sottolinea che “l’ultima cosa che gli Usa vogliono è un’azione militare”. “Tra tutti i ministri degli Esteri con cui ho parlato ieri – ha aggiunto Kerry – c’è una visione unitaria. Parlo di tutti i Paesi del G8 e anche oltre, che semplicemente sono pronti a isolare la Russia, che non pensano di trattare la Russia come se nulla fosse accaduto. La Russia si sta comportando come se fossimo nell’800, invadendo un altro Paese sulla base di pretesti completamente inventati”.
Governo italiano: “Violazione inaccettabile”
Anche il governo italiano non è rimasto in silenzio di fronte all’azione russa in Crimea. Il premier Matteo Renzi ha convocato un vertice a Palazzo Chigi con il ministro della Difesa Pinotti e quello degli Esteri Mogherini, al termine del quale è stata diramata una nota con cui “il governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili“. Non solo. Nel prosieguo della nota, l’esecutivo ha chiesto che si eviti a tutti i costi la violenza: “L’Italia rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso – prosegue la nota – il governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze”. ”Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Hollande – si legge ancora – segue con costante attenzione e con estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea in stretto contato con partner europei e internazionali”. Al termine del vertice, poi, Renzi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per discutere della crisi ucraina e informarlo degli esiti dell’incontro con i ministri.
Germania scettica su Russia fuori da G8. Parigi e Londra: “Non andiamo a Sochi”
Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, tuttavia si é dichiarato scettico sull’eventuale esclusione della Russia dal G8, ventilata dagli Usa, dicendosi invece a favore di una distensione della situazione in Ucraina. Lo riferisce la tv tedesca. ”Il format del G8 é il solo dove noi occidentali parliamo direttamente con la Russia. Dovremmo davvero sacrificare quel format?” ha detto Steinmeier, durante un’intervista alla tv pubblica tedesca ARD. “I capi di governo discuteranno tra loro questa settimana. C’è una discussione a proposito di questa questione – ha proseguito – credo che dovremmo vedere come contribuire a una distensione della situazione in Ucraina” ha poi concluso, sostenendo che non bisogna aggravare la situazione. A reagire in modo duro all’occupazione della Crimea sono la Francia e la Gran Bretagna che hanno già annunciato che non parteciperanno alle riunioni preparatorie al G8 di Sochi. Il ministro degli Esteri inglese William Hague sta per partire per Kiev. Hague ha precisato alla Bbc che lasua visita a Kiev è del tutto pacifica e devono essere le diplomazie a risolvere la crisi. “Dobbiamo ammettere che la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina sono state violate – ha aggiunto il capo del Foreign Office – e questo non può essere il modo di gestire gli affari internazionali”. Hague ha detto anche che chiederà al governo ucraino di non rispondere alle provocazioni di Mosca. Intanto, riferisce la Bbc, l’Osce ha fissato un incontro di emergenza a Vienna per discutere della situazione.
Ban Ki-moon: “Rispettare l’indipendenza”. Papa Francesco: “Superare le incomprensioni”
A poco era servita ieri (primo marzo) anche la telefonata tra i ministri della Difesa statunitense e russo. E poco significato (per l’ennesima volta, si potrebbe dire) ha avuto il Consiglio di sicurezza dell’Onu convocato d’urgenza. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si dice “gravemente preoccupato per la situazione e continua a monitorare gli eventi”, chiedendo “il pieno rispetto e la protezione dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Kiev già ieri aveva chiesto protezione alla comunità internazionale, Ue, Usa e Nato in testa. Papa Francesco nell’Angelus ha chiesto di pregare per l’Ucraina che “sta vivendo una situazione delicata. Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e costruire insieme il futuro della Nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello: sostenga ogni iniziativa per dialogo e concordia”.
La Nato: “La Russia sta violando i principi dell’Onu”
La Nato esprime “pieno sostegno” a Kiev, guarda con “grande preoccupazione” alla decisione di autorizzare l’impiego delle forze armate russe in Ucraina e chiede alla Russia di “ritirare le sue forze” ed “evitare ogni interferenza”. Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen. ”Quanto sta facendo la Russia – aveva già detto Rasmussen nel pomeriggio - viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa”. Prima dell’inizio della riunione straordinaria del Consiglio Atlantico, Rasmussen ha sottolineato che l’incontro è stato convocato alla luce “delle minacce avanzate dal presidente Putin contro un Paese sovrano. La Russia deve fermare le sue attività militari. Enfatizziamo anche la necessità per l’Ucraina di difendere i diritti democratici di tutti e assicurare la protezione dei diritti delle minoranze. L’Ucraina – ha concluso – è un nostro vicino e un valido partner della Nato. Lanciamo un appello urgente a tutte le parti in causa per proseguire negli sforzi per risolvere questa pericolosa situazione, e in particolare alla Russia per allentare l’attuale tensione”.
Caserme assediate in Crimea
Ma le battaglie diplomatiche sembrano superate in queste ore dai fatti. Il primo è noto grazie al racconto di un deputato del partito liberale ucraino Udar, citato dall’agenzia Unian e dal quotidiano Ukrainskaia Pravda: l‘esercito russo ha iniziato l’assalto di un reparto della Marina militare ucraina a Sebastopoli. Secondo la ricostruzione del parlamentare un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. In un locale sarebbe scoppiato anche un incendio. I militari ucraini hanno bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra. L’Ucraina non si fida di certo e quindi ha richiamato i riservisti. “Il ministero della Difesa deverichiamare in tutta l’Ucraina tutti coloro di cui le sue Forze Armate hanno bisogno in questo momento”, ha detto il responsabile del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Andrii Paroubii. Questa misura permetterà, ha aggiunto, “di assicurare la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina” dopo la “violazione da parte della Russia degli accordi bilaterali, in particolare riguardanti la flotta del Mar Nero”. Nel frattempo, il quartier generale regionale della Guardia di frontiera dell’Ucraina a Sinferopoli è stato attaccato e occupato da “uomini armati non identificati”, secondo quanto reso noto dall’ente. La notizia è stata riportata dalla Bbc, che ha citato l’agenzia Unian. A cominciare l’attacco, è stato un gruppo di uomini in borghese con giubbotti antiproiettili ed elmetti. Dopo si sono aggiunti membri dell’esercito russo.
Si estende l’attività militare russa in Crimea
Nel frattempo miliziani armati fino ai denti hanno impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea, come ha constatato direttamente l’inviato dell’Ansa. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la “linea di frontiera” i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini. E l’arrivo di truppe e mezzi russi sembra non fermarsi, in Crimea: circa 12 mezzi militari russi, con a bordo soldati e mitragliatrici, si trovano sulla strada che da Sebastopoli porta a Sinferopoli, la capitale della Repubblica autonoma (che però è sempre territorio ucraino). I giornalisti di Associated Press che si trovano nella zona riferiscono che il convoglio militare – che conta centinaia di soldati – è diretto verso la capitale della Crimea.
Altri velivoli da Mosca. Le prime diserzioni nell’esercito ucraino
Nella notte sono atterrati altri 11 elicotteri militari e 7 aerei per il trasporto truppe. L’operazione militare ha anche un comandante, il generale Aleksandr Galkin, già a capo del distretto militare meridionale russo, come spiegano fonti del governo di transizione a Kiev. Militari russi avrebbero inoltre sequestrato equipaggiamenti e armamenti dalla base radar ucraina di Sudak e da una base per l’addestramento della marina a Sebastopoli, sollecitando il personale militare ucraino a disertare e passare con “i leader legittimi” della Crimea. Il “vice premier” della Crimea Rustam Temirgaliev assicura, senza alcuna conferma indipendente, che numerosi militari ucraini di base in Crimea hanno già disertato lasciando le loro armi d’ordinanza a disposizione delle forze di autodifesa, e che altri sono stati disarmati. “Le forze di autodifesa hanno assunto il controllo di tutti gli aeroporti e basi aeree della Crimea”. Militari dei reparti dell’esercito ucraino dislocati in Crimea passano in massa dalla parte delle autorità locali filorusse, secondo l’agenzia non governativa russa Interfax. Molte caserme sono state abbandonate insieme agli arsenali, quest’ultimi presi in consegna dalle forze di autodifesa della Crimea. I militari che non si affidano alle autorità locali presentano le loro dimissioni.
Migliaia manifestano per integrità territoriale dell’Ucraina
Migliaia di persone stanno manifestando in Ucraina per l’integrità territoriale del Paese e contro la presenza di soldati russi. Decine di migliaia di persone, sostiene l’agenzia Unian, manifestano a Mikolaiv (sud). A Dnipropetrovsk, nella russofona Ucraina orientale, circa 10mila dimostranti agitano cartelli con scritte come “L’Ucraina è una e indivisibile” e ‘Io sono russo e non ho bisogno dell’aiuto di Putin”. Anche a Kiev migliaia di manifestanti si stanno radunando nella centralissima piazza Maidan. “I russi di Karkhiv non chiedono la protezione della Russia e un terzo, forse addirittura la metà di loro, guardano all’Europa” dice Irina Khshchey, originaria della città orientale ucraina, cresciuta bilingue parlando a casa sia il russo che l’ucraino, papà nato a Mosca, da sette anni corrispondente a Roma per la radio nazionale ucraina e collaboratrice della Deutsche Welle, spiega che “da mesi una Maidan c’è anche a Karkhiv”, con il presidio della piazza in cui si trova la statua del poeta Taras Schevchenko.
Uno dei leader di spicco della protesta filo europea della città, lo scrittore di lingua ucraina, ma nato a Lugansk, Sergei Zhadan, ieri è stato ricoverato in ospedale con un trauma cranico, dopo essere stato aggredito da un gruppo di provocatori filo russi entrato nel palazzo del governatore. Attaccando e trascinando fuori, gli attivisti che invece avevano occupato il palazzo per chiedere la nomina di un nuovo governatore, dopo le dimissioni dell’esponente del partito delle regioni. “Mi considero figlia di Pushkin, non di Putin”, dice all’Adnkronos Khshchey, 36 anni, ricordando di aver scelto di discutere la tesi in russo, quando si era laureata in giornalismo all’università di Karkhiv, e denunciando la sua preoccupazione per quello che sta accadendo in Crimea e che potrebbe estendersi anche alle altre regioni orientali del paese che ci si ostina in Occidente, “sbagliando”, a descrivere come filo russe. “E’ innegabile che una parte della popolazione di queste regioni aspiri a una vicinanza alla Russia, ma non sono la maggioranza. In queste ore, a Karkhiv, la gente prova orrore per quello che sta accadendo”.
Manifestazioni in tutta Europa contro la guerra in Russia: primi fermi della polizia
E la Russia non pecca certo di coerenza e alla durezza in politica estera fa corrispondere la consueta severità in politica interna: si registrano i primi fermi a Mosca in una manifestazione di una cinquantina di persone contro l’intervento militare russo in Ucraina. La polizia ha cominciato a portar via gli attivisti, almeno sette, mentre protestavano davanti al ministero della difesa, presidiato da un ingente schieramento di forze dell’ordine. I manifestanti avevano qualche cartello (“No war”, “Perdonaci Ucraina”, “Mi vergogno per i tank in Crimea”) e gridavano “No alla guerra“. Diverse centinaia di persone si sono radunate di fronte alle ambasciate russe di Varsavia, Berlino e Londra per protestare contro l’intervento russo in Crimea. A Varsavia i manifestanti, sventolando bandiere polacche, ucraine, europee e bielorusse, hanno esibito striscioni dove il presidente russo Vladimir Putin viene paragonato a Hitler o Stalin e urlando: “Giù le mani dall’Ucraina”; “Non toccare la Crimea”, “Ucraina libera”. A Berlino, secondo la polizia, 400 persone hanno manifestato pacificamente davanti all’ambasciata russa, situata nel cuore di Berlino, sul viale principale Unter den Linden, sventolando bandiere ucraine. A Londra, diverse centinaia di persone hanno manifestato dietro le barriere dell’ambasciata russa sventolando bandiere e striscioni ucraini e siriani sui quali si leggeva: “No alla guerra “, “Liberate l’Ucraina”, “Putin giù le mani dall’Ucraina“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... ca/899187/
A nulla è servita una telefonata di 90 minuti tra Obama e Putin: "Ritirate le truppe", "No, tuteliamo i nostri interessi". L'esercito dello "zar Vladimir" attacca reparti e caserme. Diserzioni ucraine: il capo della Marina giura fedeltà alle autorità filorusse. Gli Usa: "A rischio il posto della Russia nel G8". Il presidente russo alla Merkel: "Risposta adeguata alla situazione". La Cancelliera: "Ha accettato gruppo di contatto". Nato: "Stiamo con Kiev". Il governo italiano: "Sovranità violata, inaccettabile"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 marzo 2014Commenti (1100)
Alle porte dell’Europa la Russia va alla guerra e senza sparare un colpo pare prendersi la Crimea, Repubblica autonoma con una maggioranza di popolazione russa ma che fa parte dello Stato ucraino. A Sebastopoli e Sinferopoli continuano ad arrivare soldati, mezzi di terra e velivoli, alcune caserme della Marina ucraina e il quartier generale regionale della Guardia di frontiera sono sotto assedio, diverse fonti parlano di diserzioni e dimissioni di massa dall’esercito che però nel frattempo chiama i riservisti. Il comandante in capo della Marina ucraina Denis Berezovskiy ha addirittura giurato fedeltà alle autorità filorusse della Crimea. La popolazione non si oppone (anzi), manifestazioni sono piuttosto organizzate con migliaia di persone in altre città dell’Ucraina e soprattutto si moltiplicano gli appelli dei vertici dello Stato: “La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro”. ”Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, questa è di fatto una dichiarazione di guerra contro il mio Paese”, ha detto Arseni Iatseniuk. ”Noi esortiamo il presidente Putin a ritirare le sue forze armate dall’Ucraina”. Il premier ucraino d’altra parte sottolinea un aspetto: la Russia “non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l’aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese”. Stesso concetto espresso già ieri dalla Casa Bianca: “Mosca non ha basi giuridiche” aveva detto l’ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite, Samantha Power. Putin ovviamente non la pensa così e in una telefonata serale con Angela Merkel ha difeso la sua scelta: per lo ‘zar’ le azioni russe sono state “adeguate a una situazione straordinaria“. Putin ha sostenuto anche che “le forze ultranazionaliste” salite al potere a Kiev minacciano “la vita e gli interessi dei cittadini russi”. La Cancelliera, al termine del colloquio, ha fatto sapere che Putin ha accettato l’apertura di un “gruppo di contatto” per l’apertura di un canale sulla crisi ucraina.
Guerra fredda Obama-Putin. Kerry: “Pronti a escludere Russia dal G8″
La comunità internazionale cerca – a fatica – di evitare l’escalation, ma la sensazione è che mentre si gioca la battaglia diplomatica la Russia si è praticamente già presa la Crimea, un pezzo del territorio dell’Ucraina. Non è servita una telefonata fiume di 90 minuti – avvenuta nella notte – tra il capo del Cremlino Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La Casa Bianca ha chiesto il ritiro delle truppe già dispiegate da Mosca in Crimea (secondo il ministro degli Esteri ucraino ci sono già 15mila soldati) e si è dichiarata pronta ad aiutare il governo di Kiev. Ma Putin non ha sentito ragioni, ribadendo la necessità “di tutelare i propri interessi” e “la popolazione russa” che vive nella zona. La verità è che Obama ha le mani legate. E esiste la ”concreta possibilità” che il prossimo vertice di Sochi venga boicottato anche dagli Stati Uniti con il segretario di Stato John Kerry che ha incoraggiato gli altri paesi membri del gruppo degli 8. Dopo che Obama in queste ore è stato accusato di essere stato troppo morbido con Putin, aggiustano il tiro. Kerry evoca scenari che sembrano d’altri tempi: “La Russia rischia il suo posto all’interno del G8 – dice – Ogni singolo alleato degli Stati Uniti è pronto ad andare fino in fondo, allo scopo di isolare la Russia in seguito a questa invasione”. Ma isolare come? Kerry ipotizza “gravissime conseguenze come la messa al bando ai visti, il congelamento dei beni e isolamento commerciale“. Pur ricordando che la Nato è “profondamente preoccupata dalla situazione”, Kerry sottolinea che “l’ultima cosa che gli Usa vogliono è un’azione militare”. “Tra tutti i ministri degli Esteri con cui ho parlato ieri – ha aggiunto Kerry – c’è una visione unitaria. Parlo di tutti i Paesi del G8 e anche oltre, che semplicemente sono pronti a isolare la Russia, che non pensano di trattare la Russia come se nulla fosse accaduto. La Russia si sta comportando come se fossimo nell’800, invadendo un altro Paese sulla base di pretesti completamente inventati”.
Governo italiano: “Violazione inaccettabile”
Anche il governo italiano non è rimasto in silenzio di fronte all’azione russa in Crimea. Il premier Matteo Renzi ha convocato un vertice a Palazzo Chigi con il ministro della Difesa Pinotti e quello degli Esteri Mogherini, al termine del quale è stata diramata una nota con cui “il governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili“. Non solo. Nel prosieguo della nota, l’esecutivo ha chiesto che si eviti a tutti i costi la violenza: “L’Italia rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso – prosegue la nota – il governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze”. ”Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Hollande – si legge ancora – segue con costante attenzione e con estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea in stretto contato con partner europei e internazionali”. Al termine del vertice, poi, Renzi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per discutere della crisi ucraina e informarlo degli esiti dell’incontro con i ministri.
Germania scettica su Russia fuori da G8. Parigi e Londra: “Non andiamo a Sochi”
Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, tuttavia si é dichiarato scettico sull’eventuale esclusione della Russia dal G8, ventilata dagli Usa, dicendosi invece a favore di una distensione della situazione in Ucraina. Lo riferisce la tv tedesca. ”Il format del G8 é il solo dove noi occidentali parliamo direttamente con la Russia. Dovremmo davvero sacrificare quel format?” ha detto Steinmeier, durante un’intervista alla tv pubblica tedesca ARD. “I capi di governo discuteranno tra loro questa settimana. C’è una discussione a proposito di questa questione – ha proseguito – credo che dovremmo vedere come contribuire a una distensione della situazione in Ucraina” ha poi concluso, sostenendo che non bisogna aggravare la situazione. A reagire in modo duro all’occupazione della Crimea sono la Francia e la Gran Bretagna che hanno già annunciato che non parteciperanno alle riunioni preparatorie al G8 di Sochi. Il ministro degli Esteri inglese William Hague sta per partire per Kiev. Hague ha precisato alla Bbc che lasua visita a Kiev è del tutto pacifica e devono essere le diplomazie a risolvere la crisi. “Dobbiamo ammettere che la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina sono state violate – ha aggiunto il capo del Foreign Office – e questo non può essere il modo di gestire gli affari internazionali”. Hague ha detto anche che chiederà al governo ucraino di non rispondere alle provocazioni di Mosca. Intanto, riferisce la Bbc, l’Osce ha fissato un incontro di emergenza a Vienna per discutere della situazione.
Ban Ki-moon: “Rispettare l’indipendenza”. Papa Francesco: “Superare le incomprensioni”
A poco era servita ieri (primo marzo) anche la telefonata tra i ministri della Difesa statunitense e russo. E poco significato (per l’ennesima volta, si potrebbe dire) ha avuto il Consiglio di sicurezza dell’Onu convocato d’urgenza. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si dice “gravemente preoccupato per la situazione e continua a monitorare gli eventi”, chiedendo “il pieno rispetto e la protezione dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Kiev già ieri aveva chiesto protezione alla comunità internazionale, Ue, Usa e Nato in testa. Papa Francesco nell’Angelus ha chiesto di pregare per l’Ucraina che “sta vivendo una situazione delicata. Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e costruire insieme il futuro della Nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello: sostenga ogni iniziativa per dialogo e concordia”.
La Nato: “La Russia sta violando i principi dell’Onu”
La Nato esprime “pieno sostegno” a Kiev, guarda con “grande preoccupazione” alla decisione di autorizzare l’impiego delle forze armate russe in Ucraina e chiede alla Russia di “ritirare le sue forze” ed “evitare ogni interferenza”. Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen. ”Quanto sta facendo la Russia – aveva già detto Rasmussen nel pomeriggio - viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa”. Prima dell’inizio della riunione straordinaria del Consiglio Atlantico, Rasmussen ha sottolineato che l’incontro è stato convocato alla luce “delle minacce avanzate dal presidente Putin contro un Paese sovrano. La Russia deve fermare le sue attività militari. Enfatizziamo anche la necessità per l’Ucraina di difendere i diritti democratici di tutti e assicurare la protezione dei diritti delle minoranze. L’Ucraina – ha concluso – è un nostro vicino e un valido partner della Nato. Lanciamo un appello urgente a tutte le parti in causa per proseguire negli sforzi per risolvere questa pericolosa situazione, e in particolare alla Russia per allentare l’attuale tensione”.
Caserme assediate in Crimea
Ma le battaglie diplomatiche sembrano superate in queste ore dai fatti. Il primo è noto grazie al racconto di un deputato del partito liberale ucraino Udar, citato dall’agenzia Unian e dal quotidiano Ukrainskaia Pravda: l‘esercito russo ha iniziato l’assalto di un reparto della Marina militare ucraina a Sebastopoli. Secondo la ricostruzione del parlamentare un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. In un locale sarebbe scoppiato anche un incendio. I militari ucraini hanno bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra. L’Ucraina non si fida di certo e quindi ha richiamato i riservisti. “Il ministero della Difesa deverichiamare in tutta l’Ucraina tutti coloro di cui le sue Forze Armate hanno bisogno in questo momento”, ha detto il responsabile del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Andrii Paroubii. Questa misura permetterà, ha aggiunto, “di assicurare la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina” dopo la “violazione da parte della Russia degli accordi bilaterali, in particolare riguardanti la flotta del Mar Nero”. Nel frattempo, il quartier generale regionale della Guardia di frontiera dell’Ucraina a Sinferopoli è stato attaccato e occupato da “uomini armati non identificati”, secondo quanto reso noto dall’ente. La notizia è stata riportata dalla Bbc, che ha citato l’agenzia Unian. A cominciare l’attacco, è stato un gruppo di uomini in borghese con giubbotti antiproiettili ed elmetti. Dopo si sono aggiunti membri dell’esercito russo.
Si estende l’attività militare russa in Crimea
Nel frattempo miliziani armati fino ai denti hanno impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea, come ha constatato direttamente l’inviato dell’Ansa. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la “linea di frontiera” i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini. E l’arrivo di truppe e mezzi russi sembra non fermarsi, in Crimea: circa 12 mezzi militari russi, con a bordo soldati e mitragliatrici, si trovano sulla strada che da Sebastopoli porta a Sinferopoli, la capitale della Repubblica autonoma (che però è sempre territorio ucraino). I giornalisti di Associated Press che si trovano nella zona riferiscono che il convoglio militare – che conta centinaia di soldati – è diretto verso la capitale della Crimea.
Altri velivoli da Mosca. Le prime diserzioni nell’esercito ucraino
Nella notte sono atterrati altri 11 elicotteri militari e 7 aerei per il trasporto truppe. L’operazione militare ha anche un comandante, il generale Aleksandr Galkin, già a capo del distretto militare meridionale russo, come spiegano fonti del governo di transizione a Kiev. Militari russi avrebbero inoltre sequestrato equipaggiamenti e armamenti dalla base radar ucraina di Sudak e da una base per l’addestramento della marina a Sebastopoli, sollecitando il personale militare ucraino a disertare e passare con “i leader legittimi” della Crimea. Il “vice premier” della Crimea Rustam Temirgaliev assicura, senza alcuna conferma indipendente, che numerosi militari ucraini di base in Crimea hanno già disertato lasciando le loro armi d’ordinanza a disposizione delle forze di autodifesa, e che altri sono stati disarmati. “Le forze di autodifesa hanno assunto il controllo di tutti gli aeroporti e basi aeree della Crimea”. Militari dei reparti dell’esercito ucraino dislocati in Crimea passano in massa dalla parte delle autorità locali filorusse, secondo l’agenzia non governativa russa Interfax. Molte caserme sono state abbandonate insieme agli arsenali, quest’ultimi presi in consegna dalle forze di autodifesa della Crimea. I militari che non si affidano alle autorità locali presentano le loro dimissioni.
Migliaia manifestano per integrità territoriale dell’Ucraina
Migliaia di persone stanno manifestando in Ucraina per l’integrità territoriale del Paese e contro la presenza di soldati russi. Decine di migliaia di persone, sostiene l’agenzia Unian, manifestano a Mikolaiv (sud). A Dnipropetrovsk, nella russofona Ucraina orientale, circa 10mila dimostranti agitano cartelli con scritte come “L’Ucraina è una e indivisibile” e ‘Io sono russo e non ho bisogno dell’aiuto di Putin”. Anche a Kiev migliaia di manifestanti si stanno radunando nella centralissima piazza Maidan. “I russi di Karkhiv non chiedono la protezione della Russia e un terzo, forse addirittura la metà di loro, guardano all’Europa” dice Irina Khshchey, originaria della città orientale ucraina, cresciuta bilingue parlando a casa sia il russo che l’ucraino, papà nato a Mosca, da sette anni corrispondente a Roma per la radio nazionale ucraina e collaboratrice della Deutsche Welle, spiega che “da mesi una Maidan c’è anche a Karkhiv”, con il presidio della piazza in cui si trova la statua del poeta Taras Schevchenko.
Uno dei leader di spicco della protesta filo europea della città, lo scrittore di lingua ucraina, ma nato a Lugansk, Sergei Zhadan, ieri è stato ricoverato in ospedale con un trauma cranico, dopo essere stato aggredito da un gruppo di provocatori filo russi entrato nel palazzo del governatore. Attaccando e trascinando fuori, gli attivisti che invece avevano occupato il palazzo per chiedere la nomina di un nuovo governatore, dopo le dimissioni dell’esponente del partito delle regioni. “Mi considero figlia di Pushkin, non di Putin”, dice all’Adnkronos Khshchey, 36 anni, ricordando di aver scelto di discutere la tesi in russo, quando si era laureata in giornalismo all’università di Karkhiv, e denunciando la sua preoccupazione per quello che sta accadendo in Crimea e che potrebbe estendersi anche alle altre regioni orientali del paese che ci si ostina in Occidente, “sbagliando”, a descrivere come filo russe. “E’ innegabile che una parte della popolazione di queste regioni aspiri a una vicinanza alla Russia, ma non sono la maggioranza. In queste ore, a Karkhiv, la gente prova orrore per quello che sta accadendo”.
Manifestazioni in tutta Europa contro la guerra in Russia: primi fermi della polizia
E la Russia non pecca certo di coerenza e alla durezza in politica estera fa corrispondere la consueta severità in politica interna: si registrano i primi fermi a Mosca in una manifestazione di una cinquantina di persone contro l’intervento militare russo in Ucraina. La polizia ha cominciato a portar via gli attivisti, almeno sette, mentre protestavano davanti al ministero della difesa, presidiato da un ingente schieramento di forze dell’ordine. I manifestanti avevano qualche cartello (“No war”, “Perdonaci Ucraina”, “Mi vergogno per i tank in Crimea”) e gridavano “No alla guerra“. Diverse centinaia di persone si sono radunate di fronte alle ambasciate russe di Varsavia, Berlino e Londra per protestare contro l’intervento russo in Crimea. A Varsavia i manifestanti, sventolando bandiere polacche, ucraine, europee e bielorusse, hanno esibito striscioni dove il presidente russo Vladimir Putin viene paragonato a Hitler o Stalin e urlando: “Giù le mani dall’Ucraina”; “Non toccare la Crimea”, “Ucraina libera”. A Berlino, secondo la polizia, 400 persone hanno manifestato pacificamente davanti all’ambasciata russa, situata nel cuore di Berlino, sul viale principale Unter den Linden, sventolando bandiere ucraine. A Londra, diverse centinaia di persone hanno manifestato dietro le barriere dell’ambasciata russa sventolando bandiere e striscioni ucraini e siriani sui quali si leggeva: “No alla guerra “, “Liberate l’Ucraina”, “Putin giù le mani dall’Ucraina“.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... ca/899187/
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Putin spaventato a morte dal monito di LoRenzi il Magnifico ritira le truppe dalla Crimea
Renzi ammonisce la Russia:
"Una violazione inacettabile"
Merkel-Putin, via al dialogo
Sergio Rame
Vertice a Palazzo Chigi con i ministri Mogherini e Pinotti. Escluso l'intervento all’estero delle nostre Forze Armate. Il premier a Puntin: "Evitare escalation"
http://www.ilgiornale.it/news/interni/r ... 97741.html
Renzi ammonisce la Russia:
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
http://www.nocensura.com/2014/02/distru ... -da-5.html
L’assistente del segretario di Stato Victoria Nuland ha detto al National Press Club di Washington, lo scorso dicembre, che gli Stati Uniti hanno investito 5 miliardi di dollari «al fine di dare all’Ucraina il futuro che merita», così scrive Paul Craig Roberts sul suo blog. Lui è ex assistente al Tesoro degli Usa e dice cose documentate. E ho letto che la Nuland ha già scelto i membri del futuro governo ucraino per quando Yanukovic sarà stato spodestato (o fatto fuori). L’Ucraina potrà avere così “il futuro che merita”. Ma quale futuro merita l’Ucraina, gli ucraini? Per come stanno andando le cose nessuno: non ci sarà l’Ucraina. Nell’indescrivibile clangore delle menzogne che gronda dai media mainstream la cosa principale che manca in assoluto è la banale constatazione che Yanukovic, l’ennesimo “dittatore sanguinario” della serie, è stato eletto a larga maggioranza dagli ucraini.
Nessuno ne contestò l’elezione quando sconfisse Viktor Yushenko, anche se fu un boccone amaro per chi di Yushenko aveva finanziato l’ascesa. E gli aveva Victoria Nuland, stratega Usa della crisi ucrainaperfino procurato la moglie. Pochi sanno che la seconda moglie di Yushenko si chiama Katerina Chumacenko, che veniva direttamente dal Dipartimento di Stato Usa (incaricata dei “diritti umani”). Ancora meno sanno che Katerina, prima di fare carriera a Washington, era stata uno dei membri più attivi e influenti dell’organizzazione neo-nazista Oun-B della sua città natale, Chicago. Oun-B sta per Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, di Stepan Bandera. L’Oun-B, tutt’altro che defunta, ha dato vita al Partito Svoboda, il cui slogan di battaglia è “l’Ucraina agli ucraini”, lo stesso che Bandera innalzava collaborando con Hitler durante la seconda guerra mondiale.
Del resto Katerina era stata leader del Comitato del Congresso ucraino, il cui ispiratore era Jaroslav Stetsko, braccio destro di Stepan Bandera. Che è come dire che il governo americano si era sposato con i nazisti ucraini emigrati negli Usa, prima di mettere Katerina nel letto di Yushenko. Anche di questo il mainstream non parla. Ma ho fatto questa digressione per dire che, certo, gli ucraini hanno tutto il diritto di essere scontenti, molto scontenti di Yanukovic. E di avere cambiato idea. Anche noi abbiamo tutto il diritto di essere scontenti di Napolitano o del governo, ma questo non significa che pensiamo sia giusto assaltare il Quirinale a colpi di bombe molotov prima e poi di fucili mitragliatori. Essenziale sarebbe stato tenere conto di questi dati Zbignew Brzezinskidi fatto. Ma il piano, di lunga data, degli Stati Uniti era quello di assorbire l’Ucraina nell’Occidente. Se possibile tutta intera.
Sentite cosa scriveva nel 1997 Zbignew Brzezinski, polacco: «Se Mosca ricupera il controllo sull’Ucraina, con i suoi 52 milioni di persone e le grandi risorse, riprendendo il controllo sul Mar Nero, la Russia tornerà automaticamente in possesso dei mezzi necessari per ridiventare uno Stato imperiale». Ecco dunque il perché dei 5 miliardi di cui parla la Nuland. Caduto Yushenko, in questi anni decine di Ong, fondazioni, istituti di ricerca, università europee e americane, e canadesi, hanno invaso la vita politica dell’Ucraina. Qualche nome? Freedom House, National Democratic Institute, International Foundation for Electoral Systems, International Research and Exchanges Board. E, mentre si «faceva cultura», e si compravano tutte le più importanti catene televisive e radio del paese, una parte dei fondi servivano per finanziare le squadre paramilitari che vediamo in azione in piazza Maidan. Che, grazie a questi aiuti, si sono moltiplicate.
Adesso emerge il Pravij Sector (“Settore di destra” e “Spilna Prava”), ma il giornale polacco “Gazeta Wiborcza” ha parlato di squadre paramilitari polacche che agiscono a Maidan. E la piazza pullula di agenti dei servizi segreti occidentali: lo fanno in Siria, perché mai non dovrebbero farlo a Kiev? È perfino più facile: Yanukovic, dittatore sanguinario, appare più molle di Milosevic, altro strano dittatore sanguinario che si fece sconfiggere elettoralmente da Otpor (fondato e ampiamente finanziato dagli Usa). Tutto già visto. C’è solo un problema: Putin non è un pellegrino sprovveduto. È questo il popolo ucraino? Certo sono migliaia, anzi decine di migliaia, a mostrare il livello della rabbia popolare contro un regime inetto (non più inetto di quelli dei precedenti amici dell’Occidente, Kravchuk, Kuchma, Yushenko, Timoshenko), ma chi guida è chiaro perfino dalle immagini Kiev in fiammetelevisive. E questa è la ex Galizia, ex polacca, e la Transcarpazia. Se crolla Yanukovic e prendono il potere costoro, sarà una diaspora sanguinosa.
I primi ad andarsene saranno i russofoni dell’est e del nord, del Donbass dei minatori, che già stanno alzando le difese. E subito sarà la Crimea, che ha già detto quasi unanime che intende restare dalla parte della Russia, anche per tentare di salvarsi dalla furia antirussa di coloro che prenderanno il potere. È l’inizio delle secessioni, oggi perfino difficili da prevedere, dai contorni indefiniti, che produrranno non fronti militari ma selvagge rappresaglie all’interno di comunità che non saranno più solidali. L’Europa, fedele esecutrice dei piani di Washington, ha aperto il vaso di Pandora. Che adesso le esploderà tra le mani. I nuovi inquilini saranno di certo concordati (sempre che Putin abbia la garanzia che non sarà valicato il Rubicone dell’ingresso nella Nato), ma coloro che sono scesi in piazza armati hanno in testa un’idea di Giulietto ChiesaEuropa molto diversa da quella che si figura Bruxelles.
E quelli in buona fede che sono andati dietro i neonazisti – e sono sicuramente tanti – si aspettano di entrare in Europa domani. E saranno tremendamente delusi quando dovranno cominciare a pagare, e non potranno comunque entrare, perché nei documenti di Vilnius questo non è previsto. L’unico tra i commentatori italiani che ha scritto alcune cose sensate è stato Romano Prodi, ma le ha scritte sull’“International New York Times”. Rivolto agli europei li ha invitati a non mettere nel mirino solo Yanukovic, bensì condannare anche i rivoltosi. E ha aggiunto: «Coinvolgere Putin», visto che tutte le parti hanno «molto da perdere e nulla da guadagnare da ulteriori violenze». Giusto ma ottimista. Chi ha preparato la cena adesso vuole mangiare e non si fermerà. E l’isteria antirussa è il miglior condimento per altre avventure.
(Giulietto Chiesa, “L’Occidente apre il vaso di Pandora”, da “Il Manifesto” del 21 febbraio 2014).
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Ho letto da qualche parte che anche L'Italia avanza soldi dall'Ugraina che non vedrà mai.
Mi domando L'Ucraina voleva entrare nell'euro.Ma se è fallita.Allora chi tira fuori i soldi se entrava nell'euro?
Penso tutti i paesi che fanno parte dell'euro.Tanto molti paesi sono messi bene come noi.
Ciao
Paolo11
L’assistente del segretario di Stato Victoria Nuland ha detto al National Press Club di Washington, lo scorso dicembre, che gli Stati Uniti hanno investito 5 miliardi di dollari «al fine di dare all’Ucraina il futuro che merita», così scrive Paul Craig Roberts sul suo blog. Lui è ex assistente al Tesoro degli Usa e dice cose documentate. E ho letto che la Nuland ha già scelto i membri del futuro governo ucraino per quando Yanukovic sarà stato spodestato (o fatto fuori). L’Ucraina potrà avere così “il futuro che merita”. Ma quale futuro merita l’Ucraina, gli ucraini? Per come stanno andando le cose nessuno: non ci sarà l’Ucraina. Nell’indescrivibile clangore delle menzogne che gronda dai media mainstream la cosa principale che manca in assoluto è la banale constatazione che Yanukovic, l’ennesimo “dittatore sanguinario” della serie, è stato eletto a larga maggioranza dagli ucraini.
Nessuno ne contestò l’elezione quando sconfisse Viktor Yushenko, anche se fu un boccone amaro per chi di Yushenko aveva finanziato l’ascesa. E gli aveva Victoria Nuland, stratega Usa della crisi ucrainaperfino procurato la moglie. Pochi sanno che la seconda moglie di Yushenko si chiama Katerina Chumacenko, che veniva direttamente dal Dipartimento di Stato Usa (incaricata dei “diritti umani”). Ancora meno sanno che Katerina, prima di fare carriera a Washington, era stata uno dei membri più attivi e influenti dell’organizzazione neo-nazista Oun-B della sua città natale, Chicago. Oun-B sta per Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, di Stepan Bandera. L’Oun-B, tutt’altro che defunta, ha dato vita al Partito Svoboda, il cui slogan di battaglia è “l’Ucraina agli ucraini”, lo stesso che Bandera innalzava collaborando con Hitler durante la seconda guerra mondiale.
Del resto Katerina era stata leader del Comitato del Congresso ucraino, il cui ispiratore era Jaroslav Stetsko, braccio destro di Stepan Bandera. Che è come dire che il governo americano si era sposato con i nazisti ucraini emigrati negli Usa, prima di mettere Katerina nel letto di Yushenko. Anche di questo il mainstream non parla. Ma ho fatto questa digressione per dire che, certo, gli ucraini hanno tutto il diritto di essere scontenti, molto scontenti di Yanukovic. E di avere cambiato idea. Anche noi abbiamo tutto il diritto di essere scontenti di Napolitano o del governo, ma questo non significa che pensiamo sia giusto assaltare il Quirinale a colpi di bombe molotov prima e poi di fucili mitragliatori. Essenziale sarebbe stato tenere conto di questi dati Zbignew Brzezinskidi fatto. Ma il piano, di lunga data, degli Stati Uniti era quello di assorbire l’Ucraina nell’Occidente. Se possibile tutta intera.
Sentite cosa scriveva nel 1997 Zbignew Brzezinski, polacco: «Se Mosca ricupera il controllo sull’Ucraina, con i suoi 52 milioni di persone e le grandi risorse, riprendendo il controllo sul Mar Nero, la Russia tornerà automaticamente in possesso dei mezzi necessari per ridiventare uno Stato imperiale». Ecco dunque il perché dei 5 miliardi di cui parla la Nuland. Caduto Yushenko, in questi anni decine di Ong, fondazioni, istituti di ricerca, università europee e americane, e canadesi, hanno invaso la vita politica dell’Ucraina. Qualche nome? Freedom House, National Democratic Institute, International Foundation for Electoral Systems, International Research and Exchanges Board. E, mentre si «faceva cultura», e si compravano tutte le più importanti catene televisive e radio del paese, una parte dei fondi servivano per finanziare le squadre paramilitari che vediamo in azione in piazza Maidan. Che, grazie a questi aiuti, si sono moltiplicate.
Adesso emerge il Pravij Sector (“Settore di destra” e “Spilna Prava”), ma il giornale polacco “Gazeta Wiborcza” ha parlato di squadre paramilitari polacche che agiscono a Maidan. E la piazza pullula di agenti dei servizi segreti occidentali: lo fanno in Siria, perché mai non dovrebbero farlo a Kiev? È perfino più facile: Yanukovic, dittatore sanguinario, appare più molle di Milosevic, altro strano dittatore sanguinario che si fece sconfiggere elettoralmente da Otpor (fondato e ampiamente finanziato dagli Usa). Tutto già visto. C’è solo un problema: Putin non è un pellegrino sprovveduto. È questo il popolo ucraino? Certo sono migliaia, anzi decine di migliaia, a mostrare il livello della rabbia popolare contro un regime inetto (non più inetto di quelli dei precedenti amici dell’Occidente, Kravchuk, Kuchma, Yushenko, Timoshenko), ma chi guida è chiaro perfino dalle immagini Kiev in fiammetelevisive. E questa è la ex Galizia, ex polacca, e la Transcarpazia. Se crolla Yanukovic e prendono il potere costoro, sarà una diaspora sanguinosa.
I primi ad andarsene saranno i russofoni dell’est e del nord, del Donbass dei minatori, che già stanno alzando le difese. E subito sarà la Crimea, che ha già detto quasi unanime che intende restare dalla parte della Russia, anche per tentare di salvarsi dalla furia antirussa di coloro che prenderanno il potere. È l’inizio delle secessioni, oggi perfino difficili da prevedere, dai contorni indefiniti, che produrranno non fronti militari ma selvagge rappresaglie all’interno di comunità che non saranno più solidali. L’Europa, fedele esecutrice dei piani di Washington, ha aperto il vaso di Pandora. Che adesso le esploderà tra le mani. I nuovi inquilini saranno di certo concordati (sempre che Putin abbia la garanzia che non sarà valicato il Rubicone dell’ingresso nella Nato), ma coloro che sono scesi in piazza armati hanno in testa un’idea di Giulietto ChiesaEuropa molto diversa da quella che si figura Bruxelles.
E quelli in buona fede che sono andati dietro i neonazisti – e sono sicuramente tanti – si aspettano di entrare in Europa domani. E saranno tremendamente delusi quando dovranno cominciare a pagare, e non potranno comunque entrare, perché nei documenti di Vilnius questo non è previsto. L’unico tra i commentatori italiani che ha scritto alcune cose sensate è stato Romano Prodi, ma le ha scritte sull’“International New York Times”. Rivolto agli europei li ha invitati a non mettere nel mirino solo Yanukovic, bensì condannare anche i rivoltosi. E ha aggiunto: «Coinvolgere Putin», visto che tutte le parti hanno «molto da perdere e nulla da guadagnare da ulteriori violenze». Giusto ma ottimista. Chi ha preparato la cena adesso vuole mangiare e non si fermerà. E l’isteria antirussa è il miglior condimento per altre avventure.
(Giulietto Chiesa, “L’Occidente apre il vaso di Pandora”, da “Il Manifesto” del 21 febbraio 2014).
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Ho letto da qualche parte che anche L'Italia avanza soldi dall'Ugraina che non vedrà mai.
Mi domando L'Ucraina voleva entrare nell'euro.Ma se è fallita.Allora chi tira fuori i soldi se entrava nell'euro?
Penso tutti i paesi che fanno parte dell'euro.Tanto molti paesi sono messi bene come noi.
Ciao
Paolo11
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
---------------------------------camillobenso ha scritto:Putin spaventato a morte dal monito di LoRenzi il Magnifico ritira le truppe dalla Crimea
Renzi ammonisce la Russia:
"Una violazione inacettabile"
Merkel-Putin, via al dialogo
Sergio Rame
Vertice a Palazzo Chigi con i ministri Mogherini e Pinotti. Escluso l'intervento all’estero delle nostre Forze Armate. Il premier a Puntin: "Evitare escalation"
http://www.ilgiornale.it/news/interni/r ... 97741.html
Cosa può dire la Merke a Putin.Può solo ringraziarlo che la Germania è riunificata.
Ciao
Paolo11
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
L'analisi citata di www.nocensura è corretta e corrispomde ad altre che si trovano in giro per il web anche e soprattutto su siti americani...
"L'affaire Ucraina" andava pensato bene e non lasciato nelle mani dei soliti dilettanti della geopolitica yankee/franco/polacchi... adesso impedire che la Russia reclami i suoi diritti su terre da oltre 3 secoli russe abitate da gente russofona e capitate per caso sotto amministrazione ucraina per la risistemazione burocratica delle regioni sovietiche fra il 1935 e il 1954 è praticamente impensabile. Soprattutto pensando che in Crimea c'è la principale base navale russa... e se qualcuno (Brzierzinski) a Washington ha pensato questo allora è un folle.
La posizione della UE è come sempre divisa: Francia e GB sono sulla linea dei falchi mentre Italia e Germania sono per la mediazione, la speranza è quella di arrivare a una pacifica spartizione dell'Ucraina che ripristini le originarie zone di septtanza ucraina e russa senza conflitti. Il problema sarà dopo convincere coloro che persero territori nel 1939/1945 a favore dell'allora URSS a rinunciare alle rivendicazioni territoriali per riappropriarsi delle terre perdute.
In ogni caso se gli USA la smettessero di ficcare il naso dove non dovrebbero sarebbe meglio...
"L'affaire Ucraina" andava pensato bene e non lasciato nelle mani dei soliti dilettanti della geopolitica yankee/franco/polacchi... adesso impedire che la Russia reclami i suoi diritti su terre da oltre 3 secoli russe abitate da gente russofona e capitate per caso sotto amministrazione ucraina per la risistemazione burocratica delle regioni sovietiche fra il 1935 e il 1954 è praticamente impensabile. Soprattutto pensando che in Crimea c'è la principale base navale russa... e se qualcuno (Brzierzinski) a Washington ha pensato questo allora è un folle.
La posizione della UE è come sempre divisa: Francia e GB sono sulla linea dei falchi mentre Italia e Germania sono per la mediazione, la speranza è quella di arrivare a una pacifica spartizione dell'Ucraina che ripristini le originarie zone di septtanza ucraina e russa senza conflitti. Il problema sarà dopo convincere coloro che persero territori nel 1939/1945 a favore dell'allora URSS a rinunciare alle rivendicazioni territoriali per riappropriarsi delle terre perdute.
In ogni caso se gli USA la smettessero di ficcare il naso dove non dovrebbero sarebbe meglio...
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Filorussi in sede governo Odessa
Durante riunione emergenza Consiglio regionale
03 marzo, 16:18
Filorussi in sede governo Odessa (ANSA) - KIEV, 3 MAR - Anche sul palazzo del Consiglio regionale di Odessa adesso sventola la bandiera russa. Circa 700 manifestanti pro-Mosca hanno fatto irruzione nell'edificio mentre era in corso una riunione di emergenza sulla situazione in Ucraina. Lo scrive il Kyiv Post. Verso le 11 del mattino un rappresentante di un'organizzazione filorussa è entrato nella sala del Consiglio regionale e ha chiesto di prendere la parola, ma non gli è stato permesso, e la folla ha quindi tentato di fare irruzione nel palazzo.
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La citta di Odessa è diversa dalle citta dell' est ( Kharkov e Donek), è una citta di cultura russa,
circa 1.100.000 abitanti il piu grande porto industriale e commerciale del mar nero e dell' ucrania.
lo stile di vita è totalmente occidentale , molto piu americano che europeo.
Se Odessa passa con i russi e probabile che la russia arrivi a KIev.
e se succede questo il governo tedesco della merkel dovrà fare le ....valigie.
la merkel ha parlato con la timoschenko ,
almeno 20 milioni di ucraini
hanno detto timoshenko ? WHO ? WHO ?
in questo post tra le altre cose il blogger si chiede :
1) A quale titolo la Timoshenco partecipa al consiglio di sicurezza ( tutte le riunioni ) ?
2) a quale titolo la Timoschenko va a Mosca ?
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DA ODESSABLOGGER ( i colori sono dell' Ucraina )
Wise words from the past for the leaders of Ukraine and Europe
March 3, 2014
As Lithuania and Latvia invoke Article 4 of the NATO Treaty in response to Russian action in Ukraine, diplomatic communiques fill the Internet and Russian Embassies throughout the western world, and the situation in Crimea continually escalates – added to which predictably pro-Russian demonstrations appeared in Mariopol, Kharkiv, Donetsk and Odessa in no small part due to the “interim national unity government” having no MPs from parties that represent those regions within it.
The net result is that Ukraine can expect nothing from “the west” by way of direct military intervention – quite rightly at this juncture. As yet, no shots have been fired after all.
The window for other western diplomatic tools and political posturing remains one or two levels below making such uncomfortable decisions. The issue of Ukrainian sovereignty ever more desperate.
“The west” may move military forces to the borders of Poland, Hungary, the Baltic nations etc. and that may be inferred by many as preparation for intervention – but in reality it will be little more than posturing and a comforting arm around those nations bordering Russia and Ukraine.
It may announce it will snub the G8 conference in Sochi in June. It may announce sanctions on certain Russian citizens, Russian businesses, revoke Visas, issue Visa bans. It may even make Russian access to western banking systems more difficult, put pressure on the Ruble and thus invite tensions within Russia to divert Mr Putin’s attention. The recall of Ambassadors perhaps. An international observer or two?
But much more than a pick “n” mix from that assorted bag is simply out of the question – and the effects of the above take time whilst also inviting reciprocal action. Ukraine has little time to spare if it hopes to retain any meaningful control over Crimea in the future. And perhaps The Kremlin will decide it will not stop there.
Regular readers will know I am not a conspiracy theorist – but I am a realist – and also quite cynical. Perhaps they are necessarily symbiotic.
Therefore what I am about to write should not be seen as “conspiracy theory” – but perhaps be better understood by way of “cynical realism”.
Seemingly, Ms Tymoshenko has been attending all meetings of the National Security Council of Ukraine (and many other meetings too) since her release – in what capacity I am not sure. Obviously not as interim President, Prime Minister, or Minister.
Nobody would be very surprised if she attends as de facto decision maker regardless of de jure ability to make decisions would they?
Anyway, the upshot is, Ms Tymoshenko flies to Moscow tomorrow with members of the interim government for talks with The Kremlin. Again in what capacity she negotiates for Ukraine I am not sure. Her mandate comes from nowhere it seems. (Was stopping this kind of back-door, dubious politics not part of the cause for which 88 Ukrainians died only a few weeks ago?)
Her ability to negotiate a good deal for Ukraine with Mr Putin in a crisis obviously has a precedent given the absolutely splendid gas deal she brokered with Russia back in 2009 – which was anything but splendid.
Why would Mr Putin strike a good deal for Ukraine with Ms Tymoshenko whilst sitting (temporarily or otherwise) in the ascendancy in Crimea?
To be more explicit, having gone to extraordinary lengths to install a Kremlin vassal as Crimean Prime Minister and insisting on the legitimacy of “President” Yanukovych, why would Mr Putin stop prior to the engineered results of the forthcoming Crimean referendum and the “official and legal recognition” of the results by the newly installed Crimean Prime Minister and “President” Yanukovych?
Why would The Kremlin enter into any meaningful negotiation with an interim government whose legitimacy it questions? Meaningful dialogue leading to deliverables with this Tymoshenko delegation would provide it with some legitimacy after all.
Why over recent weeks since her release – and considering a return to the 2004 Constitution and its distribution of powers – have Russian commentators been suggesting she would make a good Prime Minister? Ultimately The Kremlin’s favoured soul post Yanukovych – once the Crimean (and maybe eastern) adventure is completed?
Ms Tymoshenko knows only autocratic and oligarchical politics. She knows seedy opaque deals. She understands zero sum, conflict and division. As her reception upon her release at Maidan clearly displayed, she represents all the political manifestations that the protesters want to move away from – and all those The Kremlin would be happy to keep.
Having stated all that, what are we therefore supposed to think of any deals she may strike in Moscow? She is hardly in the strongest of negotiating positions and is in Moscow on the back of a dubious/non existent Ukrainian mandate from the people. Returning to Ukraine as the braided heroine having struck a miraculously good deal must surely raise red flags (once again).
Who or what will have been sold out to reach a deal? Democracy? The “European path” will exist only in word but not deed? A deal that insures she has Moscow’s backing and help in returning her to power? Something else? These are all questions that society will undoubtedly ask, as serious concessions would be surrendered from a position as weak as that I outline above.
Perhaps her visit will be a complete failure – but if it is not and the foundations of any deal are based upon a return to autocratic/oligarchical politics – it is a betrayed of all who stood – not to mention those who fell – over recent months.
Of course I will be pleased if she can contribute to some form of de-esculation of the current situation – if it is done with integrity and selflessness. There is such a thing as a deal so bad you really cannot take it despite the consequences of not doing so. Sometimes the options other than fighting are far worse than the actual fight.
Too many people mistake stability as (democratic) freedom. Blood has been spilled in Ukraine chasing the ideal of democracy for the first time since independence. It cannot be wasted. Stability and freedom cannot be mistaken again.
The Ukrainian people have stood against the Ukrainian political class demanding good, transparent, democratic governance, an end to corruption and thievery, state oppression etc. over the past months – are we now to doubt the Ukrainian people are capable of standing against a foreign political class that is equally as rotten? Why so? Because it happens to be Mr Putin?
How long would any grubby little deal that once again fails the transparency expectations of the Ukrainian people last?
A wise chap once stated “They who would give up essential liberty, to purchase a little temporary safety, deserve neither liberty nor safety” – Mr Franklin was and is quite right. That is a message that Ms Tymsohenko and the Ukrainian interim officials would do well to remember whilst sat in The Kremlin tomorrow.
For the European politicians and diplomats that read this blog – perhaps a few more wise words also need to be recalled given the consistent appeasement of Mr Putin and in light of the current circumstance:
Over and over again, we have tried to find a peaceful way out of the differences between ourselves and those who are now our enemies; but it has been in vain.
We have been forced into a conflict, for we are called, with our allies, to meet the challenge of a principle which, if it were to prevail, would be fatal to any civilized order in the world.
It is a principle which permits a state, in the selfish pursuit of power, to disregard its treaties and its solemn pledges, which sanctions the use of force or threat of force against the sovereignty and independence of other states.
Such a principle, stripped of all disguise, is surely the mere primitive doctrine that might is right, and if this principle were established through the world, the freedom of our own country and of the whole British Commonwealth of nations would be in danger.
But far more than this, the peoples of the world would be kept in bondage of fear, and all hopes of settled peace and of the security, of justice and liberty, among nations, would be ended.
This is the ultimate issue which confronts us. For the sake of all that we ourselves hold dear, and of the world order and peace, it is unthinkable that we should refuse to meet the challenge.
It is to this high purpose that I now call my people at home, and my peoples across the seas, who will make our cause their own.
I ask them to stand calm and firm and united in this time of trial.
The task will be hard. There may be dark days ahead, and war can no longer be confined to the battlefield, but we can only do the right as we see the right, and reverently commit our cause to God. If one and all we keep resolutely faithful to it, ready for whatever service or sacrifice it may demand, then with God’s help, we shall prevail.
May He bless and keep us all.
Lest they forget its origin – an extract from the speech of King George VI 3rd September 1939.
Mr Putin, when all the fluff is stripped away, understands strength and weakness. Having consistently appeased and shown weakness – it is perhaps now time for the political class of both Ukraine and “the west” to show the determined and unwavering strength of which they are capable. Being relieved at any de-esculation and accepting the “new” status quo cannot be an option for “the west” any more than it can be an option for Ukraine.
Durante riunione emergenza Consiglio regionale
03 marzo, 16:18
Filorussi in sede governo Odessa (ANSA) - KIEV, 3 MAR - Anche sul palazzo del Consiglio regionale di Odessa adesso sventola la bandiera russa. Circa 700 manifestanti pro-Mosca hanno fatto irruzione nell'edificio mentre era in corso una riunione di emergenza sulla situazione in Ucraina. Lo scrive il Kyiv Post. Verso le 11 del mattino un rappresentante di un'organizzazione filorussa è entrato nella sala del Consiglio regionale e ha chiesto di prendere la parola, ma non gli è stato permesso, e la folla ha quindi tentato di fare irruzione nel palazzo.
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La citta di Odessa è diversa dalle citta dell' est ( Kharkov e Donek), è una citta di cultura russa,
circa 1.100.000 abitanti il piu grande porto industriale e commerciale del mar nero e dell' ucrania.
lo stile di vita è totalmente occidentale , molto piu americano che europeo.
Se Odessa passa con i russi e probabile che la russia arrivi a KIev.
e se succede questo il governo tedesco della merkel dovrà fare le ....valigie.
la merkel ha parlato con la timoschenko ,
almeno 20 milioni di ucraini
hanno detto timoshenko ? WHO ? WHO ?
in questo post tra le altre cose il blogger si chiede :
1) A quale titolo la Timoshenco partecipa al consiglio di sicurezza ( tutte le riunioni ) ?
2) a quale titolo la Timoschenko va a Mosca ?
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DA ODESSABLOGGER ( i colori sono dell' Ucraina )
Wise words from the past for the leaders of Ukraine and Europe
March 3, 2014
As Lithuania and Latvia invoke Article 4 of the NATO Treaty in response to Russian action in Ukraine, diplomatic communiques fill the Internet and Russian Embassies throughout the western world, and the situation in Crimea continually escalates – added to which predictably pro-Russian demonstrations appeared in Mariopol, Kharkiv, Donetsk and Odessa in no small part due to the “interim national unity government” having no MPs from parties that represent those regions within it.
The net result is that Ukraine can expect nothing from “the west” by way of direct military intervention – quite rightly at this juncture. As yet, no shots have been fired after all.
The window for other western diplomatic tools and political posturing remains one or two levels below making such uncomfortable decisions. The issue of Ukrainian sovereignty ever more desperate.
“The west” may move military forces to the borders of Poland, Hungary, the Baltic nations etc. and that may be inferred by many as preparation for intervention – but in reality it will be little more than posturing and a comforting arm around those nations bordering Russia and Ukraine.
It may announce it will snub the G8 conference in Sochi in June. It may announce sanctions on certain Russian citizens, Russian businesses, revoke Visas, issue Visa bans. It may even make Russian access to western banking systems more difficult, put pressure on the Ruble and thus invite tensions within Russia to divert Mr Putin’s attention. The recall of Ambassadors perhaps. An international observer or two?
But much more than a pick “n” mix from that assorted bag is simply out of the question – and the effects of the above take time whilst also inviting reciprocal action. Ukraine has little time to spare if it hopes to retain any meaningful control over Crimea in the future. And perhaps The Kremlin will decide it will not stop there.
Regular readers will know I am not a conspiracy theorist – but I am a realist – and also quite cynical. Perhaps they are necessarily symbiotic.
Therefore what I am about to write should not be seen as “conspiracy theory” – but perhaps be better understood by way of “cynical realism”.
Seemingly, Ms Tymoshenko has been attending all meetings of the National Security Council of Ukraine (and many other meetings too) since her release – in what capacity I am not sure. Obviously not as interim President, Prime Minister, or Minister.
Nobody would be very surprised if she attends as de facto decision maker regardless of de jure ability to make decisions would they?
Anyway, the upshot is, Ms Tymoshenko flies to Moscow tomorrow with members of the interim government for talks with The Kremlin. Again in what capacity she negotiates for Ukraine I am not sure. Her mandate comes from nowhere it seems. (Was stopping this kind of back-door, dubious politics not part of the cause for which 88 Ukrainians died only a few weeks ago?)
Her ability to negotiate a good deal for Ukraine with Mr Putin in a crisis obviously has a precedent given the absolutely splendid gas deal she brokered with Russia back in 2009 – which was anything but splendid.
Why would Mr Putin strike a good deal for Ukraine with Ms Tymoshenko whilst sitting (temporarily or otherwise) in the ascendancy in Crimea?
To be more explicit, having gone to extraordinary lengths to install a Kremlin vassal as Crimean Prime Minister and insisting on the legitimacy of “President” Yanukovych, why would Mr Putin stop prior to the engineered results of the forthcoming Crimean referendum and the “official and legal recognition” of the results by the newly installed Crimean Prime Minister and “President” Yanukovych?
Why would The Kremlin enter into any meaningful negotiation with an interim government whose legitimacy it questions? Meaningful dialogue leading to deliverables with this Tymoshenko delegation would provide it with some legitimacy after all.
Why over recent weeks since her release – and considering a return to the 2004 Constitution and its distribution of powers – have Russian commentators been suggesting she would make a good Prime Minister? Ultimately The Kremlin’s favoured soul post Yanukovych – once the Crimean (and maybe eastern) adventure is completed?
Ms Tymoshenko knows only autocratic and oligarchical politics. She knows seedy opaque deals. She understands zero sum, conflict and division. As her reception upon her release at Maidan clearly displayed, she represents all the political manifestations that the protesters want to move away from – and all those The Kremlin would be happy to keep.
Having stated all that, what are we therefore supposed to think of any deals she may strike in Moscow? She is hardly in the strongest of negotiating positions and is in Moscow on the back of a dubious/non existent Ukrainian mandate from the people. Returning to Ukraine as the braided heroine having struck a miraculously good deal must surely raise red flags (once again).
Who or what will have been sold out to reach a deal? Democracy? The “European path” will exist only in word but not deed? A deal that insures she has Moscow’s backing and help in returning her to power? Something else? These are all questions that society will undoubtedly ask, as serious concessions would be surrendered from a position as weak as that I outline above.
Perhaps her visit will be a complete failure – but if it is not and the foundations of any deal are based upon a return to autocratic/oligarchical politics – it is a betrayed of all who stood – not to mention those who fell – over recent months.
Of course I will be pleased if she can contribute to some form of de-esculation of the current situation – if it is done with integrity and selflessness. There is such a thing as a deal so bad you really cannot take it despite the consequences of not doing so. Sometimes the options other than fighting are far worse than the actual fight.
Too many people mistake stability as (democratic) freedom. Blood has been spilled in Ukraine chasing the ideal of democracy for the first time since independence. It cannot be wasted. Stability and freedom cannot be mistaken again.
The Ukrainian people have stood against the Ukrainian political class demanding good, transparent, democratic governance, an end to corruption and thievery, state oppression etc. over the past months – are we now to doubt the Ukrainian people are capable of standing against a foreign political class that is equally as rotten? Why so? Because it happens to be Mr Putin?
How long would any grubby little deal that once again fails the transparency expectations of the Ukrainian people last?
A wise chap once stated “They who would give up essential liberty, to purchase a little temporary safety, deserve neither liberty nor safety” – Mr Franklin was and is quite right. That is a message that Ms Tymsohenko and the Ukrainian interim officials would do well to remember whilst sat in The Kremlin tomorrow.
For the European politicians and diplomats that read this blog – perhaps a few more wise words also need to be recalled given the consistent appeasement of Mr Putin and in light of the current circumstance:
Over and over again, we have tried to find a peaceful way out of the differences between ourselves and those who are now our enemies; but it has been in vain.
We have been forced into a conflict, for we are called, with our allies, to meet the challenge of a principle which, if it were to prevail, would be fatal to any civilized order in the world.
It is a principle which permits a state, in the selfish pursuit of power, to disregard its treaties and its solemn pledges, which sanctions the use of force or threat of force against the sovereignty and independence of other states.
Such a principle, stripped of all disguise, is surely the mere primitive doctrine that might is right, and if this principle were established through the world, the freedom of our own country and of the whole British Commonwealth of nations would be in danger.
But far more than this, the peoples of the world would be kept in bondage of fear, and all hopes of settled peace and of the security, of justice and liberty, among nations, would be ended.
This is the ultimate issue which confronts us. For the sake of all that we ourselves hold dear, and of the world order and peace, it is unthinkable that we should refuse to meet the challenge.
It is to this high purpose that I now call my people at home, and my peoples across the seas, who will make our cause their own.
I ask them to stand calm and firm and united in this time of trial.
The task will be hard. There may be dark days ahead, and war can no longer be confined to the battlefield, but we can only do the right as we see the right, and reverently commit our cause to God. If one and all we keep resolutely faithful to it, ready for whatever service or sacrifice it may demand, then with God’s help, we shall prevail.
May He bless and keep us all.
Lest they forget its origin – an extract from the speech of King George VI 3rd September 1939.
Mr Putin, when all the fluff is stripped away, understands strength and weakness. Having consistently appeased and shown weakness – it is perhaps now time for the political class of both Ukraine and “the west” to show the determined and unwavering strength of which they are capable. Being relieved at any de-esculation and accepting the “new” status quo cannot be an option for “the west” any more than it can be an option for Ukraine.
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Ucraina.Avete sentito che qualche banca Italiana avanza 2 miliardi di euro da loro, che non vedremo mai.
Ucraina vorrebbe emtrare nell'euro.Una nazione fallita che dovremo aiutare anche con i norstri soldi.
Ciao
Paolo11
Ucraina vorrebbe emtrare nell'euro.Una nazione fallita che dovremo aiutare anche con i norstri soldi.
Ciao
Paolo11
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Dal Washington Post:
In the Ukraine crisis, the U.S. has a credibility problem
By Eugene Robinson, Tuesday, March 4, 1:49 AM
Let’s be real. It’s one thing to say that Russia’s takeover of the Crimean Peninsula “cannot be allowed to stand,” as many foreign policy sages have proclaimed. It’s quite another to do something about it.
Is it just me, or does the rhetoric about the crisis in Ukraine sound as if all of Washington is suffering from amnesia? We’re supposed to be shocked — shocked! — that a great military power would cook up a pretext to invade a smaller, weaker nation? I’m sorry, but has everyone forgotten the unfortunate events in Iraq a few years ago?
My sentiments, to be clear, are with the legitimate Ukrainian government, not with the neo-imperialist regime in Russia. But the United States, frankly, has limited standing to insist on absolute respect for the territorial integrity of sovereign states.
Before Iraq there was Afghanistan, there was the Persian Gulf War, there was Panama, there was Grenada. And even as we condemn Moscow for its outrageous aggression, we reserve the right to fire deadly missiles into Pakistan, Yemen, Somalia and who knows where else.
None of this gives Russian President Vladimir Putin the right to pluck Crimea from the rest of Ukraine and effectively reincorporate the historic peninsula into the Russian empire. But it’s hard to base U.S. objections on principle — even if Putin’s claim that Russian nationals in Crimea were being threatened turn out to be as hollow as the Bush administration’s claim that Saddam Hussein had weapons of mass destruction.
The Obama administration has been clear in its condemnation of Putin’s operation. Critics who blame the Russian action on “weak” or “feckless” U.S. foreign policy are being either cynical or clueless.
It is meaningless to rattle sabers if the whole world knows you have no intention of using them. There is no credible military threat by the United States that could conceivably force Putin to surrender Crimea if he doesn’t want to. Russia is much diminished from the Soviet era but remains a superpower whose nuclear arsenal poses an existential threat to any adversary. There are only a few nations that cannot be coerced by, say, the sudden appearance on the horizon of a U.S. aircraft carrier group. Russia is one of them.
If the goal is to persuade Russia to give back Crimea — which may or may not be possible — the first necessary step is to try to understand why Putin grabbed it in the first place.
When Ukraine emerged as a sovereign state from the breakup of the Soviet Union, it was agreed that the Russian navy would retain its bases on the Crimean Peninsula. After Viktor Yanukovych, Ukraine’s pro-Russian president, was deposed by a “people power” revolution last month, it was perhaps inevitable that Putin would believe the status of those bases was in question, if not under threat.
The new government in Kiev could offer formal reassurances about the naval base in Sevastopol. More broadly, however, Putin may have decided that allowing Ukraine to escape Moscow’s orbit was too much to swallow. Seizing Crimea does more than secure a warm-water port for Russian ships. It implies the threat of further territorial incursions — unless the new government in Kiev becomes more accommodating to its powerful neighbor.
This is not fair to Ukraine. But I don’t believe it helps the Ukrainians to pretend that there is a way to make Putin surrender Crimea if he wants to keep it.
The question is whether there is any way to tip the balance of Putin’s cost-benefit analysis. The Russian leader has nothing to fear from the U.N. Security Council, since Russia can veto any proposed action. Kicking Russia out of the Group of Eight leading industrialized nations would be a blow to Moscow’s prestige but probably would not cause Putin to lose much sleep.
Economic sanctions are more easily threatened than applied. The European Union depends on Russia for much of its natural gas — a fact that gives Putin considerable leverage. In a broader sense, there is zero enthusiasm in Europe for a reprise of the Cold War. Putin knows this.
If Putin really has lost touch with reality, as German Chancellor Angela Merkel reportedly speculated in a conversation with President Obama, then all bets are off. But if Putin is being smart, he will offer a solution: Russia gets sole or joint possession of Crimea. Ukraine and the other former Soviet republics remember that Moscow is watching, and we all settle down.
Sadly for Ukraine, but realistically, that may be a deal the world decides to accept.
In the Ukraine crisis, the U.S. has a credibility problem
By Eugene Robinson, Tuesday, March 4, 1:49 AM
Let’s be real. It’s one thing to say that Russia’s takeover of the Crimean Peninsula “cannot be allowed to stand,” as many foreign policy sages have proclaimed. It’s quite another to do something about it.
Is it just me, or does the rhetoric about the crisis in Ukraine sound as if all of Washington is suffering from amnesia? We’re supposed to be shocked — shocked! — that a great military power would cook up a pretext to invade a smaller, weaker nation? I’m sorry, but has everyone forgotten the unfortunate events in Iraq a few years ago?
My sentiments, to be clear, are with the legitimate Ukrainian government, not with the neo-imperialist regime in Russia. But the United States, frankly, has limited standing to insist on absolute respect for the territorial integrity of sovereign states.
Before Iraq there was Afghanistan, there was the Persian Gulf War, there was Panama, there was Grenada. And even as we condemn Moscow for its outrageous aggression, we reserve the right to fire deadly missiles into Pakistan, Yemen, Somalia and who knows where else.
None of this gives Russian President Vladimir Putin the right to pluck Crimea from the rest of Ukraine and effectively reincorporate the historic peninsula into the Russian empire. But it’s hard to base U.S. objections on principle — even if Putin’s claim that Russian nationals in Crimea were being threatened turn out to be as hollow as the Bush administration’s claim that Saddam Hussein had weapons of mass destruction.
The Obama administration has been clear in its condemnation of Putin’s operation. Critics who blame the Russian action on “weak” or “feckless” U.S. foreign policy are being either cynical or clueless.
It is meaningless to rattle sabers if the whole world knows you have no intention of using them. There is no credible military threat by the United States that could conceivably force Putin to surrender Crimea if he doesn’t want to. Russia is much diminished from the Soviet era but remains a superpower whose nuclear arsenal poses an existential threat to any adversary. There are only a few nations that cannot be coerced by, say, the sudden appearance on the horizon of a U.S. aircraft carrier group. Russia is one of them.
If the goal is to persuade Russia to give back Crimea — which may or may not be possible — the first necessary step is to try to understand why Putin grabbed it in the first place.
When Ukraine emerged as a sovereign state from the breakup of the Soviet Union, it was agreed that the Russian navy would retain its bases on the Crimean Peninsula. After Viktor Yanukovych, Ukraine’s pro-Russian president, was deposed by a “people power” revolution last month, it was perhaps inevitable that Putin would believe the status of those bases was in question, if not under threat.
The new government in Kiev could offer formal reassurances about the naval base in Sevastopol. More broadly, however, Putin may have decided that allowing Ukraine to escape Moscow’s orbit was too much to swallow. Seizing Crimea does more than secure a warm-water port for Russian ships. It implies the threat of further territorial incursions — unless the new government in Kiev becomes more accommodating to its powerful neighbor.
This is not fair to Ukraine. But I don’t believe it helps the Ukrainians to pretend that there is a way to make Putin surrender Crimea if he wants to keep it.
The question is whether there is any way to tip the balance of Putin’s cost-benefit analysis. The Russian leader has nothing to fear from the U.N. Security Council, since Russia can veto any proposed action. Kicking Russia out of the Group of Eight leading industrialized nations would be a blow to Moscow’s prestige but probably would not cause Putin to lose much sleep.
Economic sanctions are more easily threatened than applied. The European Union depends on Russia for much of its natural gas — a fact that gives Putin considerable leverage. In a broader sense, there is zero enthusiasm in Europe for a reprise of the Cold War. Putin knows this.
If Putin really has lost touch with reality, as German Chancellor Angela Merkel reportedly speculated in a conversation with President Obama, then all bets are off. But if Putin is being smart, he will offer a solution: Russia gets sole or joint possession of Crimea. Ukraine and the other former Soviet republics remember that Moscow is watching, and we all settle down.
Sadly for Ukraine, but realistically, that may be a deal the world decides to accept.
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Re: Ucraina, 100mila europeisti sfidano il divieto a manifes
Ciao Maucat.Ho tradotta tramite Google.
Dal Washington Post :
Nella crisi Ucraina , gli Stati Uniti hanno un problema di credibilità
By Eugene Robinson , Martedì 4 marzo , 01:49
Cerchiamo di essere reale. E ' una cosa da dire che la acquisizione della Russia della penisola di Crimea "non può essere lasciato riposare ", come molti saggi di politica estera hanno proclamato . E ' piuttosto un altro di fare qualcosa al riguardo .
Sono solo io , o fa la retorica della crisi in Ucraina suono come se tutto di Washington è affetto da amnesia ? Dovremmo essere scioccato - scioccato ! - Che una grande potenza militare avrebbe cucinare un pretesto per invadere una più piccola , la nazione più debole ? Mi dispiace , ma ha tutti dimenticato i tragici avvenimenti in Iraq qualche anno fa ?
I miei sentimenti , per essere chiari, sono con il governo ucraino legittimo , non con il regime neo -imperialista in Russia . Ma gli Stati Uniti , francamente , ha limitato permanente di insistere sul rispetto assoluto per l'integrità territoriale degli stati sovrani .
Prima che l'Iraq non c'era l'Afghanistan , c'era la guerra del Golfo Persico , c'era Panama, c'era Grenada . E come noi condanniamo Mosca per la sua aggressività scandaloso , ci riserviamo il diritto di sparare missili mortali in Pakistan , Yemen , Somalia e chissà dove altro .
Niente di tutto questo dà il presidente russo Vladimir Putin ha il diritto di cogliere Crimea dal resto dell'Ucraina ed efficace reincorporare la penisola storica nell'impero russo . Ma è difficile basare le obiezioni degli Stati Uniti in linea di principio - anche se l'affermazione di Putin che i cittadini russi in Crimea venivano minacciati rivelarsi vuota come la pretesa dell'amministrazione Bush che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa .
L'amministrazione Obama è stato chiaro nella sua condanna del funzionamento di Putin . I critici che accusano l' azione russa su " debole" o " inetto " La politica estera degli Stati Uniti sono in corso sia cinica o incompetenti .
Non ha senso far tremare sciabole se il mondo intero sa che avete intenzione di usarli . Non vi è alcuna minaccia militare credibile dagli Stati Uniti che , concettualmente, potrebbe costringere Putin ad arrendersi Crimea se lui non vuole . La Russia è molto diminuita dall'era sovietica , ma resta una superpotenza il cui arsenale nucleare pone una minaccia esistenziale per qualsiasi avversario . Ci sono solo poche nazioni che non può essere costretto da , diciamo , l' improvvisa comparsa all'orizzonte di un gruppo di portaerei degli Stati Uniti . La Russia è uno di loro .
Se l'obiettivo è quello di convincere la Russia a restituire Crimea - che può o non può essere possibile - il primo passo necessario è quello di cercare di capire perché Putin ha afferrato in primo luogo .
Quando l'Ucraina è emerso come uno stato sovrano dal crollo dell'Unione Sovietica , si è convenuto che la marina russa avrebbe mantenuto le sue basi nella penisola di Crimea . Dopo Viktor Yanukovich , presidente filo -russo in Ucraina , fu deposto da una rivoluzione " potere del popolo ", il mese scorso , era forse inevitabile che Putin avrebbe creduto lo status di queste basi era in questione , se non sotto minaccia.
Il nuovo governo di Kiev potrebbe offrire rassicurazioni formali circa la base navale di Sebastopoli . Più in generale , tuttavia , Putin potrebbe aver deciso che permettere l'Ucraina per sfuggire l'orbita di Mosca era troppo da digerire. Cogliere Crimea fa più di sicuro una porta acqua calda per navi russe . Essa implica la minaccia di ulteriori incursioni territoriali - a meno che il nuovo governo di Kiev diventa più accomodante per il suo potente vicino .
Questo non è giusto per l'Ucraina . Ma io non credo che aiuta gli ucraini far finta che ci sia un modo per rendere Putin arrendersi Crimea se vuole tenerlo .
La questione è se c'è un modo per far pendere la bilancia di analisi costi-benefici di Putin . Il leader russo ha nulla da temere dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite , dal momento che la Russia può porre il veto a qualsiasi azione proposta . Calciare la Russia fuori del Gruppo degli Otto paesi più industrializzati sarebbe un duro colpo al prestigio di Mosca , ma probabilmente non causerebbe Putin a perdere molto sonno .
Le sanzioni economiche sono più facilmente minacciati di applicazione . L'Unione europea dipende dalla Russia per gran parte del suo gas naturale - un fatto che dà Putin considerevole influenza . In un senso più ampio , non vi è nulla entusiasmo in Europa per una ripresa della guerra fredda . Putin lo sa .
Se Putin ha davvero perso il contatto con la realtà , come il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha riferito ipotizzato in un colloquio con il presidente Obama , tutte le scommesse sono spenti . Ma se Putin è essere intelligente, offrirà una soluzione : la Russia ottiene esclusiva o congiunta possesso di Crimea . Ucraina e le altre repubbliche ex sovietiche ricordare che Mosca sta guardando , e noi tutti stabilirsi .
Purtroppo per l'Ucraina , ma realisticamente , che può essere un affare del mondo decide di accettare .
............................
Ciao
Paolo11
Dal Washington Post :
Nella crisi Ucraina , gli Stati Uniti hanno un problema di credibilità
By Eugene Robinson , Martedì 4 marzo , 01:49
Cerchiamo di essere reale. E ' una cosa da dire che la acquisizione della Russia della penisola di Crimea "non può essere lasciato riposare ", come molti saggi di politica estera hanno proclamato . E ' piuttosto un altro di fare qualcosa al riguardo .
Sono solo io , o fa la retorica della crisi in Ucraina suono come se tutto di Washington è affetto da amnesia ? Dovremmo essere scioccato - scioccato ! - Che una grande potenza militare avrebbe cucinare un pretesto per invadere una più piccola , la nazione più debole ? Mi dispiace , ma ha tutti dimenticato i tragici avvenimenti in Iraq qualche anno fa ?
I miei sentimenti , per essere chiari, sono con il governo ucraino legittimo , non con il regime neo -imperialista in Russia . Ma gli Stati Uniti , francamente , ha limitato permanente di insistere sul rispetto assoluto per l'integrità territoriale degli stati sovrani .
Prima che l'Iraq non c'era l'Afghanistan , c'era la guerra del Golfo Persico , c'era Panama, c'era Grenada . E come noi condanniamo Mosca per la sua aggressività scandaloso , ci riserviamo il diritto di sparare missili mortali in Pakistan , Yemen , Somalia e chissà dove altro .
Niente di tutto questo dà il presidente russo Vladimir Putin ha il diritto di cogliere Crimea dal resto dell'Ucraina ed efficace reincorporare la penisola storica nell'impero russo . Ma è difficile basare le obiezioni degli Stati Uniti in linea di principio - anche se l'affermazione di Putin che i cittadini russi in Crimea venivano minacciati rivelarsi vuota come la pretesa dell'amministrazione Bush che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa .
L'amministrazione Obama è stato chiaro nella sua condanna del funzionamento di Putin . I critici che accusano l' azione russa su " debole" o " inetto " La politica estera degli Stati Uniti sono in corso sia cinica o incompetenti .
Non ha senso far tremare sciabole se il mondo intero sa che avete intenzione di usarli . Non vi è alcuna minaccia militare credibile dagli Stati Uniti che , concettualmente, potrebbe costringere Putin ad arrendersi Crimea se lui non vuole . La Russia è molto diminuita dall'era sovietica , ma resta una superpotenza il cui arsenale nucleare pone una minaccia esistenziale per qualsiasi avversario . Ci sono solo poche nazioni che non può essere costretto da , diciamo , l' improvvisa comparsa all'orizzonte di un gruppo di portaerei degli Stati Uniti . La Russia è uno di loro .
Se l'obiettivo è quello di convincere la Russia a restituire Crimea - che può o non può essere possibile - il primo passo necessario è quello di cercare di capire perché Putin ha afferrato in primo luogo .
Quando l'Ucraina è emerso come uno stato sovrano dal crollo dell'Unione Sovietica , si è convenuto che la marina russa avrebbe mantenuto le sue basi nella penisola di Crimea . Dopo Viktor Yanukovich , presidente filo -russo in Ucraina , fu deposto da una rivoluzione " potere del popolo ", il mese scorso , era forse inevitabile che Putin avrebbe creduto lo status di queste basi era in questione , se non sotto minaccia.
Il nuovo governo di Kiev potrebbe offrire rassicurazioni formali circa la base navale di Sebastopoli . Più in generale , tuttavia , Putin potrebbe aver deciso che permettere l'Ucraina per sfuggire l'orbita di Mosca era troppo da digerire. Cogliere Crimea fa più di sicuro una porta acqua calda per navi russe . Essa implica la minaccia di ulteriori incursioni territoriali - a meno che il nuovo governo di Kiev diventa più accomodante per il suo potente vicino .
Questo non è giusto per l'Ucraina . Ma io non credo che aiuta gli ucraini far finta che ci sia un modo per rendere Putin arrendersi Crimea se vuole tenerlo .
La questione è se c'è un modo per far pendere la bilancia di analisi costi-benefici di Putin . Il leader russo ha nulla da temere dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite , dal momento che la Russia può porre il veto a qualsiasi azione proposta . Calciare la Russia fuori del Gruppo degli Otto paesi più industrializzati sarebbe un duro colpo al prestigio di Mosca , ma probabilmente non causerebbe Putin a perdere molto sonno .
Le sanzioni economiche sono più facilmente minacciati di applicazione . L'Unione europea dipende dalla Russia per gran parte del suo gas naturale - un fatto che dà Putin considerevole influenza . In un senso più ampio , non vi è nulla entusiasmo in Europa per una ripresa della guerra fredda . Putin lo sa .
Se Putin ha davvero perso il contatto con la realtà , come il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha riferito ipotizzato in un colloquio con il presidente Obama , tutte le scommesse sono spenti . Ma se Putin è essere intelligente, offrirà una soluzione : la Russia ottiene esclusiva o congiunta possesso di Crimea . Ucraina e le altre repubbliche ex sovietiche ricordare che Mosca sta guardando , e noi tutti stabilirsi .
Purtroppo per l'Ucraina , ma realisticamente , che può essere un affare del mondo decide di accettare .
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Ciao
Paolo11
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