Re: TANGENTOPOLI - 2
Inviato: 19/05/2014, 0:20
l’Unità 18.5.14
Expo, spunta un contratto Greganti-coop
La presunta «cupola degli appalti» sarebbe riuscita ad inserirsi anche nei lavori per la cosiddetta «Piastra»
E tra le carte compare anche una lista di imprese per la «Città della salute» a Sesto San Giovanni
MILANO. C’è un contratto con provvigione che collega Primo Greganti, il «Compagno G» che secondo i magistrati faceva par- te della presunta «cupola degli appal- ti», con una delle più grandi cooperati- ve del mondo delle costruzioni la Cmc di Ravenna. Greganti, secondo i magistrati, si sarebbe interessato all’appalto nei lavori per la cosiddetta «Piastra» dell’Expo, l'appalto più rilevante ag- giudicato per 149 milioni di euro e giunto ormai ad oltre il 50% di realizzazione. Quell’infrastruttura è la piattaforma di base su cui si sviluppa il sito espositivo.
Greganti in base a una intercettazione era definito come l’uomo che governava «le coop rosse» come un «martello» e che, proprio per questo, avrebbe stipulato addirittura un contratto, con tanto di «provvigioni», con la Cmc di Ravenna.
Un altro appalto dell'Expo, dunque, diverso da quelli delineati nell’inchiesta potrebbe aver subito i condizionamenti delle presunta associazione per delinquere che vedeva in prima linea, oltre a Greganti, anche l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e l'ex se- natore di FI, Luigi Grillo. Grillo che, secondo quanto diceva in una telefonata Sergio Cattozzo, ex esponente Udc e presunto corriere delle tangenti, avrebbe avuto «consolidate aderenze» e «rapporti diretti» anche «con Lupi», ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
«Il malaffare dell’Expo è cresciuto all’ombra della debolezza della politica di questi anni. Quello che sta accadendo mostra che c’è una politica inca- pace di regolare la vita del Paese. In parte questo è stato voluto, altrimenti non saremmo un’Europa a rischio di cadere nel populismo ha detto il presidente della Commissione antimafia, Rosi Bindi. «Come si può chiedere a un commerciante di Palermo - ha aggiunto - di non pagare il pizzo, se in questo Paese continua la cupola di affari che si accaparra miliardi di fondi pubblici? È possibile chiedere che chi sia stato coinvolto sia interdetto a vita dall'uso del denaro pubblico?». «Penso che Frigerio e Greganti abbiano poco a che fare con la politica e più con le tangenti», ha concluso Bindi.
Gli inquirenti però sanno che non tutte le intercettazioni nelle quali la «squadra» fa nomi di politici possono ritenersi buone per l’inchiesta. Si sta valutando anche l’ipotesi che una par- te di queste siano delle vere e proprie millanterie. È in un'informativa della sezione polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, invece, che compaiono una serie di intercettazioni nelle quali il «Compagno G» parla con Fernando Turri, rappresentante legale di Viri- dia, coop di Settimo Torinese attiva dal '92 e che opera in vari settori, delle costruzioni alla produzione di energia.
I finanzieri scrivono che Viridia «assume rilevanza con riferimento a buona parte delle vicende attenzionate» dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio: la società, infatti, era interessata anche «alla realizzazione della Città della Salute» e «agli appalti» di Sogin. E soprattutto, pur «non essendo pale- semente ricompresa nel raggruppa- mento di imprese», capeggiato dalla Mantovani Spa, che vinse l'appalto per la «Piastra» (appalto citato anche nelle carte dell'inchiesta che a marzo ha portato in carcere l'ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni), Viridia ha «svolto dei lavori nel sito di Expo 2015, verosimilmente in qualità di consorziata del Consorzio Veneto Cooperativo».
Ma c’è un altro capitolo che sta emergendo dalle carte. Una decina di imprese, che avrebbero avuto «collega- menti con il sodalizio Frigerio-Cattozzo-Greganti-Grillo», si sarebbero mosse per aggiudicarsi il maxi-appalto da 323 milioni di euro per il progetto «Città della Salute», un grande polo sanita- rio, ancora da realizzare, che dovrebbe sorgere a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. È quanto emerge da un'informativa della Gdf milanese nel- la quale spunta anche una e-mail indirizzata all'ex funzionario del Pci Pri- mo Greganti con un «accordo preliminare» tra le società interessate alla ga- ra. L’11 aprile del 2013, in particolare, Lorenzo Beretta, un responsabile di Olicar, gruppo che si occupa di servizi per l'energia, avrebbe inviato una e-mail, poi «acquisita» dalla sezione pg della Gdf, a Greganti. E-mail in cui era indicato come oggetto «Città della Salute e della Ricerca - Sesto San Giovanni» e che conteneva «un file» con la «la bozza e l’indicazione della «costituzione di un raggruppamento temporaneo di imprese» per partecipare alla gara.
Expo, spunta un contratto Greganti-coop
La presunta «cupola degli appalti» sarebbe riuscita ad inserirsi anche nei lavori per la cosiddetta «Piastra»
E tra le carte compare anche una lista di imprese per la «Città della salute» a Sesto San Giovanni
MILANO. C’è un contratto con provvigione che collega Primo Greganti, il «Compagno G» che secondo i magistrati faceva par- te della presunta «cupola degli appal- ti», con una delle più grandi cooperati- ve del mondo delle costruzioni la Cmc di Ravenna. Greganti, secondo i magistrati, si sarebbe interessato all’appalto nei lavori per la cosiddetta «Piastra» dell’Expo, l'appalto più rilevante ag- giudicato per 149 milioni di euro e giunto ormai ad oltre il 50% di realizzazione. Quell’infrastruttura è la piattaforma di base su cui si sviluppa il sito espositivo.
Greganti in base a una intercettazione era definito come l’uomo che governava «le coop rosse» come un «martello» e che, proprio per questo, avrebbe stipulato addirittura un contratto, con tanto di «provvigioni», con la Cmc di Ravenna.
Un altro appalto dell'Expo, dunque, diverso da quelli delineati nell’inchiesta potrebbe aver subito i condizionamenti delle presunta associazione per delinquere che vedeva in prima linea, oltre a Greganti, anche l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e l'ex se- natore di FI, Luigi Grillo. Grillo che, secondo quanto diceva in una telefonata Sergio Cattozzo, ex esponente Udc e presunto corriere delle tangenti, avrebbe avuto «consolidate aderenze» e «rapporti diretti» anche «con Lupi», ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
«Il malaffare dell’Expo è cresciuto all’ombra della debolezza della politica di questi anni. Quello che sta accadendo mostra che c’è una politica inca- pace di regolare la vita del Paese. In parte questo è stato voluto, altrimenti non saremmo un’Europa a rischio di cadere nel populismo ha detto il presidente della Commissione antimafia, Rosi Bindi. «Come si può chiedere a un commerciante di Palermo - ha aggiunto - di non pagare il pizzo, se in questo Paese continua la cupola di affari che si accaparra miliardi di fondi pubblici? È possibile chiedere che chi sia stato coinvolto sia interdetto a vita dall'uso del denaro pubblico?». «Penso che Frigerio e Greganti abbiano poco a che fare con la politica e più con le tangenti», ha concluso Bindi.
Gli inquirenti però sanno che non tutte le intercettazioni nelle quali la «squadra» fa nomi di politici possono ritenersi buone per l’inchiesta. Si sta valutando anche l’ipotesi che una par- te di queste siano delle vere e proprie millanterie. È in un'informativa della sezione polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, invece, che compaiono una serie di intercettazioni nelle quali il «Compagno G» parla con Fernando Turri, rappresentante legale di Viri- dia, coop di Settimo Torinese attiva dal '92 e che opera in vari settori, delle costruzioni alla produzione di energia.
I finanzieri scrivono che Viridia «assume rilevanza con riferimento a buona parte delle vicende attenzionate» dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio: la società, infatti, era interessata anche «alla realizzazione della Città della Salute» e «agli appalti» di Sogin. E soprattutto, pur «non essendo pale- semente ricompresa nel raggruppa- mento di imprese», capeggiato dalla Mantovani Spa, che vinse l'appalto per la «Piastra» (appalto citato anche nelle carte dell'inchiesta che a marzo ha portato in carcere l'ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni), Viridia ha «svolto dei lavori nel sito di Expo 2015, verosimilmente in qualità di consorziata del Consorzio Veneto Cooperativo».
Ma c’è un altro capitolo che sta emergendo dalle carte. Una decina di imprese, che avrebbero avuto «collega- menti con il sodalizio Frigerio-Cattozzo-Greganti-Grillo», si sarebbero mosse per aggiudicarsi il maxi-appalto da 323 milioni di euro per il progetto «Città della Salute», un grande polo sanita- rio, ancora da realizzare, che dovrebbe sorgere a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. È quanto emerge da un'informativa della Gdf milanese nel- la quale spunta anche una e-mail indirizzata all'ex funzionario del Pci Pri- mo Greganti con un «accordo preliminare» tra le società interessate alla ga- ra. L’11 aprile del 2013, in particolare, Lorenzo Beretta, un responsabile di Olicar, gruppo che si occupa di servizi per l'energia, avrebbe inviato una e-mail, poi «acquisita» dalla sezione pg della Gdf, a Greganti. E-mail in cui era indicato come oggetto «Città della Salute e della Ricerca - Sesto San Giovanni» e che conteneva «un file» con la «la bozza e l’indicazione della «costituzione di un raggruppamento temporaneo di imprese» per partecipare alla gara.