Re: LA DEMOCRAZIA AUTORITARIA
Inviato: 23/07/2014, 0:15
Corradino Mineo
Senato, le ultime.
Sono d’accordo con Napolitano: “non si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie. Ne' si miri a determinare in questo modo un nuovo nulla di fatto in materia di revisioni costituzionali”. Non penso che Renzi sia animato da pulsioni autoritarie né desidero di un nuovo nulla di fatto in materia di riforme. Perché di per sé, cioè indipendentemente dal merito, la cosa avrebbe, dopo decenni di chiacchiere, un effetto nefasto, darebbe una sensazione di impotenza.
E tuttavia mi rivolta il modo con cui il governo, che sostengo, e la maggioranza, di cui faccio parte, stanno procedendo. Basterebbe spiegare alle opposizioni, e ai cosiddetti dissenzienti della maggioranza, perché a un Senato con 100 senatori debba corrispondere una Camera con ben 630 deputati. Basterebbe non dire la bugia secondo cui il nuovo Senato, composto da 74 consiglieri e da 21 sindaci scelti da appena un migliaio di consiglieri regionali, si ispiri al modello francese, essendo i grandi elettori in Francia quasi 200mila. Basterebbe non ignorare il problema costituzionale gravissimo che si apre eleggendo quella pletora di deputati con legge maggioritaria, con soglie di sbarramento, senza preferenze e con un forte premio di governabilità. Perché il governo non risponde nel merito invece di ricorrere a battute, sgarbate,come quella della Boschi sui senatori in preda ad allucinazioni?
Vorrei poi sapere, con il dovuto rispetto, dal Presidente Napolitano se conosce un solo paese di democrazia liberale in cui il segretario del partito di maggioranza relativa, grazie a un premio in deputati previsto dalla legge con cui si vota, possa determinare la scelta del Presidente della Repubblica e la composizione della Corte Costituzionale.
Vorrei anche sapere dal Presidente del Consiglio se gli hanno riferito degli interventi nell’aula del Senato dei rappresentanti delle opposizioni, Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Lega, GAL. Ma anche dei nostri interventi, noi che siamo nel Pd, e di parecchi interventi di senatori di Forza Italia. Basta l’accordo con Berlusconi per dire che la riforma del Senato sia largamente condivisa?
Le ultime notizie fanno temere - è appena intervenuto il Capo Gruppo del Pd Zanda e Gasparri (vice presidente del Senato) ha annunciato la convocazione per le 15 della conferenza dei capi gruppo - che governo e maggioranza intendano tagliare il dibattito. Io sono contro ogni forma di ostruzionismo (e presentare migliaia di emendamenti, come ha fatto SEL, è ostruzionismo), ma la tagliola in materia costituzionale sarebbe una primizia assoluta.
Sono preoccupato, non come esponente di una piccola opposizione parlamentare, ma come cittadino e come uomo di sinistra. La marcia trionfale del governo per cambiare e riformare l’Italia rischia di prendere una brutta curva.
Senato, le ultime.
Sono d’accordo con Napolitano: “non si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie. Ne' si miri a determinare in questo modo un nuovo nulla di fatto in materia di revisioni costituzionali”. Non penso che Renzi sia animato da pulsioni autoritarie né desidero di un nuovo nulla di fatto in materia di riforme. Perché di per sé, cioè indipendentemente dal merito, la cosa avrebbe, dopo decenni di chiacchiere, un effetto nefasto, darebbe una sensazione di impotenza.
E tuttavia mi rivolta il modo con cui il governo, che sostengo, e la maggioranza, di cui faccio parte, stanno procedendo. Basterebbe spiegare alle opposizioni, e ai cosiddetti dissenzienti della maggioranza, perché a un Senato con 100 senatori debba corrispondere una Camera con ben 630 deputati. Basterebbe non dire la bugia secondo cui il nuovo Senato, composto da 74 consiglieri e da 21 sindaci scelti da appena un migliaio di consiglieri regionali, si ispiri al modello francese, essendo i grandi elettori in Francia quasi 200mila. Basterebbe non ignorare il problema costituzionale gravissimo che si apre eleggendo quella pletora di deputati con legge maggioritaria, con soglie di sbarramento, senza preferenze e con un forte premio di governabilità. Perché il governo non risponde nel merito invece di ricorrere a battute, sgarbate,come quella della Boschi sui senatori in preda ad allucinazioni?
Vorrei poi sapere, con il dovuto rispetto, dal Presidente Napolitano se conosce un solo paese di democrazia liberale in cui il segretario del partito di maggioranza relativa, grazie a un premio in deputati previsto dalla legge con cui si vota, possa determinare la scelta del Presidente della Repubblica e la composizione della Corte Costituzionale.
Vorrei anche sapere dal Presidente del Consiglio se gli hanno riferito degli interventi nell’aula del Senato dei rappresentanti delle opposizioni, Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Lega, GAL. Ma anche dei nostri interventi, noi che siamo nel Pd, e di parecchi interventi di senatori di Forza Italia. Basta l’accordo con Berlusconi per dire che la riforma del Senato sia largamente condivisa?
Le ultime notizie fanno temere - è appena intervenuto il Capo Gruppo del Pd Zanda e Gasparri (vice presidente del Senato) ha annunciato la convocazione per le 15 della conferenza dei capi gruppo - che governo e maggioranza intendano tagliare il dibattito. Io sono contro ogni forma di ostruzionismo (e presentare migliaia di emendamenti, come ha fatto SEL, è ostruzionismo), ma la tagliola in materia costituzionale sarebbe una primizia assoluta.
Sono preoccupato, non come esponente di una piccola opposizione parlamentare, ma come cittadino e come uomo di sinistra. La marcia trionfale del governo per cambiare e riformare l’Italia rischia di prendere una brutta curva.