IL CASO
Confcommercio, pressione fiscale al 55%
Tasse evase per 154 miliardi, 17,5% del Pil
Per ridurre il sommerso, più alto che in Messico e Spagna, l'Italia deve migliorare il livello dei servizi pubblici, l'efficienza ed efficacia del sistema giudiziario e il peso delle imposte. Befera: "In alcuni casi carico al 70%"
Lo leggo dopo
MILANO - L'Italia registra il "record mondiale" nella pressione fiscale effettiva - cioè il peso fiscale che grava sui contribuenti in regola - che si attesta al 55% del Pil: gli italiani sono infatti uno dei popoli che paga più tasse. E' quanto sostiene l'Ufficio Studi di Confcommercio nella "Nota sulle determinanti dell'economia sommersa". Secondo le elaborazioni dell'Ufficio Studi di Confcommercio, la pressione fiscale apparente (cioè data dal rapporto tra gettito e Pil così come queste grandezze vengono osservate) nel 2012 è pari al 45,2%. L'Italia si posiziona così al quinto posto sui 35 paesi considerati, dietro Danimarca (47,4%), Francia (46,3%), Svezia (45,8%) e Belgio (45,8%).
Pressione record. Il nostro Paese, sottolinea Confcommercio, "supera anche molti paesi nordici, quelli dello Stato sociale funzionante. Si colloca sopra le medie europee e stacca di cinque punti percentuali assoluti la Germania (40,4%), di sette il Regno Unito (38,1%) di dodici la Spagna (32,9%), di quindici il Giappone (30,6%) e di quasi venti gli Stati Uniti (26,3%). Nel rapporto si evidenzia quindi come "nonostante un elevato livello di economia sommersa, gli italiani siano un popolo di pagatori di tasse, tra i maggiori pagatori al mondo". Secondo Confcommercio, "il record mondiale dell'Italia nella pressione fiscale effettiva dipende più dall'elevato livello di sommerso economico che dall'elevato livello delle aliquote legali".
Campioni di evasione. Numeri che portano l'Italia in cima alle classifiche mondiali per il valore dell'economia sommersa, che è pari al 17,5% del Pil con imposte evase per 154 miliardi di euro. Per il 2008 "l'Italia presenta un tasso di sommerso più che doppio rispetto al Regno Unito (8,1%), tra cinque e sei volte quello francese (3,9%), otto volte il tasso di sommerso stimato per il Canada". Osservando i dati degli anni passati, solo per Messico e Spagna si hanno tassi di economia sommersa in doppia cifra ma comunque inferiori di circa un terzo rispetto ai valori dell'Italia. I dati dei paesi "più virtuosi", sottolinea Confcommercio, quelli del Nord-Europa, "non sono affatto aggiornati e risalgono invece al 2000" mentre la Germania calcola il sommerso ma non pubblica statistiche e quindi non figura nella classifica.
Servizi pubblici scadenti. Il problema - secondo Confcommercio - è proprio italiano perché se la percezione dei servizi pubblici arrivasse ai livelli del Belgio, o l'efficienza e l'efficacia del sistema giudiziario si portasse sugli standard degli Stati Uniti, o ancora la pressione fiscale si riducesse ai livelli della Spagna, allora il tasso del sommerso crollerebbe dall'attuale 17,5% al 12-13% e il prelievo fiscale scenderebbe. Secondo Confcommercio, l'Italia si posiziona al 25esimo posto su 26 paesi considerati per la percezione dell'output pubblico (sanità, infrastrutture, istruzione) e questo determina "un più elevato tasso di evasione, a parità di altre condizioni". Anche il costo dell'adempimento spontaneo "impatta sulla scelta di nascondere imponibile e imposte al fisco": in questo l'Italia si colloca al 23esimo posto in classifica su 25 paesi considerati. Stesso discorso se ci spostassimo su valori paragonabili a quegli degli Usa per efficienza e efficacia del sistema giudiziario: "Il tasso di evasione crollerebbe al 12,2%, l'imposta recuperata e distribuita ai contribuenti in regola sarebbe pari a 56 miliardi di euro, le aliquote legali su tutti i tributi potrebbero ridursi di quasi l'8%". Nell'ipotesi poi di una pressione fiscale "che si riducesse del 17,3%, a livello spagnolo, il tasso di sommerso si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali assoluti implicando un'emersione di imposta evasa pari a 16 miliardi di euro".
Le reazioni. "C'è una maggioranza silenziosa che non evade, che sopporta una pressione fiscale del 55% e in qualche caso anche di più". E' quanto ha affermato il diretto dell'agenzia delle entrate, Attilio Befera, aggiungendo, nel corso di un convegno alla Confcommercio, che "qualche imprenditore mi ha parlato anche del 70%". Il presidente della Confcommercio,
Carlo Sangalli, si augura che "nel corso della discussione parlamentare del disegno di legge delega per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita venga recuperata l'ipotesi dell'istituzione del cosiddetto fondo per il taglio delle tasse, alimentato da almeno una quota parte dei risultati della lotta all'evasione ed all'elusione".
(19 luglio 2012)
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... /?ref=fbpr