quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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soloo42001
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da soloo42001 »

Quello che per gli anglosassoni è il "right or wrong this is my country" in Italia vale per la famiglia: hai mai visto il figlio di un ministro povero?

Però dopo la Guerra non era così.
La solidarietà c'era.
Forse era finta.
Della serie aiutami a rimetter su la casa, poi ognun per se.

E negli anni 70 le grandi lotte sindacali, i grandi scioperi.
Non era solidarietà quella?
Forse era finta anche quella.
Appena avuta la panza piena ognun per se.

Forse hai ragione.

Tuttavia il mio ragionamento era che non può esistere sinistra
se si prescinde da un'ideologia solidale.
Laddove in tutto il mondo impera l'individualismo, ovvero alla fin fine
sempre il dio denaro, la solidarietà muore, il senso sociale pure,
e la sinistra evolve in "un'area centrista di capitalismo/liberismo
moderatamente nazionale".

Utile (forse) per "metterci una pezza"... talvolta.
Ma niente di utile per "cambiare le cose".



soloo42001
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Però dopo la Guerra non era così.
La solidarietà c'era.
Forse era finta.
Della serie aiutami a rimetter su la casa, poi ognun per se.

Soloo42001

No. Quella solidarietà non era finta. Lo si vedeva chiaramente dove l’edilizia urbana spingeva verso una vita comune.

Con il prevalere dell’edilizia moderna quel senso di solidarietà è andata via via scemando fino ad annullarsi.

Spesso, oggi, il rapporto di società degli appartenenti allo stesso pianerottolo si limita al solo “Buongiorno, buonasera”, entrando od uscendo dall’ascensore.

^^^^^

E negli anni 70 le grandi lotte sindacali, i grandi scioperi.
Non era solidarietà quella?
Forse era finta anche quella.
Appena avuta la panza piena ognun per se.

Forse hai ragione.

Soloo42001


Questo, invece, richiederebbe un maggiore approfondimento, meglio se supportato dal Prof De Masi o da Amalia Signorelli.

Ottenuto con fatica un obiettivo sindacale, poi tutti non si comportano allo stesso modo.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA



PD, INDAGINI SU UN PARTITO AL DI SOTTO DI OGNI SOSPETTO

(Giampiero Calapà, Andrea Giambartolomei, Vincenzo Iurillo, Giuseppe Lo Bianco, Davide Milosa e Ferruccio Sansa)
01/04/2015 di triskel182


Immagine


ALTRO CHE QUESTIONE MORALE: NON SOLO ISCHIA, DA NORD A SUD È RECORD DI INQUISITI. MAFIA CAPITALE, CORRUZIONE, DISASTRI AMBIENTALI E SPESE PAZZE.
Il Partito democratico di epoca renziana è come non mai al centro di vicende giudiziarie da nord a sud, isole minori comprese (dopo il caso Ischia). Lo scandalo più grosso è sicuramente quello di Mafia Capitale, per cui in Campidoglio risultano indagati nell’inchiesta “Mondo di mezzo” Mirko Coratti e Daniele Ozzimo (il primo dimessosi da presidente dell’Assemblea capitolina a inizio dicembre, entrambi autosospesi dal partito). Il vicesegretario nazionale, Lorenzo Guerini, pochi giorni prima della retata del 2 dicembre, cercò di convincere, senza riuscirci, Ignazio Marino a nominare proprio Coratti vicesindaco. Si è autosospeso anche il consigliere regionale Eugenio Patanè. In Regione Maurizio Venafro, coinvolto nell’inchiesta, ha lasciato l’incarico di capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti.

Vicecapo di gabinetto della giunta Veltroni, in seguito capo della polizia provinciale, era Luca Odevaine, agli arresti, accusato di corruzione, sempre nell’inchiesta “Mondo di mezzo”.
Liguria. La centrale a carbone di Vado,
Burlando e gli scontrini salati
Le spese pazze e il disastro ambientale della centrale a carbone di Vado. Sono le due prime preoccupazioni del Pd ligure, in una regione che ultimamente è stata flagellata dagli scandali. L’indagato più noto è senz’altro il governatore Claudio Burlando, finito nel registro della Procura di Savona con l’accusa di concorso in disastro ambientale doloso. Sono indagati anche gli assessori alla Sanità Claudio Montaldo, alle Attività produttive Renzo Guccinelli e Renata Briano (ex assessore all’Ambiente, oggi eurodeputata). Al centro dell’inchiesta l’inquinamento provocato dalla centrale Tirreno Power che secondo i periti dell’accusa con i suoi fumi avrebbe causato almeno 400 morti. E sono indagati anche i sindaci di Vado, Attilio Caviglia e Monica Giuliano, e di Quiliano, Alberto Ferrando. C’è poi l’inchiesta sulle spese pazze, che in Liguria ha toccato quasi metà del Consiglio regionale: in carcere due vicepresidenti della giunta di centrosinistra. Tra gli indagati del Pd risultano il capogruppo in Regione, Nino Miceli e il tesoriere del gruppo Mario Amelotti.
Ma la lista si allarga, se si considerano anche i partiti che fanno parte della coalizione trasversale che ha governato la Regione negli ultimi anni. Non fa “tecnicamente” parte del centrosinistra, ma Alessio Sa-so è un sostenitore dichiarato
di Raffaella Paita (candidata Pd a governatore). Saso è indagato per voto di scambio in un’inchiesta sulla criminalità organizzata nel Ponente Ligure.
Campania. Il re di Salerno De Luca
e il caso di Orta d’Atella
L’inchiesta che forse meglio di ogni altra in Campania avvolge gli interessi della politica e dell’imprenditoria “rossa” in un giro di (presunte) tangenti è la vicenda Sea Park: tra gli imputati per associazione a delinquere finalizzata a reati contro la Pubblica amministrazione c’è anche l’ex sindaco e candidato Pd a governatore della Campania, legge Severino permettendo, Vincenzo De Luca.
È la fallita riconversione dell’Ideal Standard in parco acquatico con l’apporto dei capitali di un consorzio di imprese emiliane, la Cecam. All’indirizzo Cecam c’era solo una cassetta postale e il suo rappresentante si presentava alle riunioni con le scarpe risuolate. Eppure erano i tramiti di un giro di miliardi delle vecchie lire per far svendere i suoli dell’Ideal Standard agli emiliani e far realizzare il Sea Park in un terreno di proprietà dell’imprenditore Vincenzo Maria Greco. C’erano le intercettazioni, furono distrutte perché De Luca godeva delle guarentigie parlamentari. I reati ormai sono prescritti, ma De Luca ha rinunciato alla prescrizione e il 14 aprile farà dichiarazioni spontanee. Fresca fresca invece è l’accusa di corruzione aggravata dal metodo camorristico con cui è finito in carcere il sindaco sospeso di Orta d’Atella (Caserta) ed ex consigliere regionale Ds Angelo Brancaccio. La Dda di Napoli e la polizia hanno trovato le tracce di 330 mila euro versati su un conto svizzero di Brancaccio da Sergio Orsi, imprenditore dei rifiuti e riferimento del clan dei Casalesi (il fratello Michele fu ucciso nel 2006 su ordine di Giuseppe Setola). Secondo la Dda, quei soldi sono il corrispettivo dell’ingresso dell’azienda degli Orsi in un consorzio pubblico-privato coi Comuni di Orta d’Atella e Gricignano D’Aversa, col quale accaparrarsi una serie di appalti. I bonifici avvengono nel 2006: Brancaccio è consigliere regionale, sostiene Antonio Bassolino, incontra il politico dei Ds simbolo della lotta anticamorra Lorenzo Diana. Anni in cui gli Orsi, ritenuti vicini a Forza Italia, si iscrivono alla Quercia. Non a Casal di Principe, dove abitano. Ma alla sezione di Orta d’Atella. La Dda ha inoltre aperto un fascicolo sulla metanizzazione dei Comuni dell’agro-aversano. È indagato per concorso esterno in associazione camorristica Roberto Casari, per quasi 40 anni presidente della Gpl-Concordia, colosso delle cooperative rosse di Modena.
Piemonte. Gettonopoli
e le eterne firme false
Che coppia. Lui, ex consigliere regionale, a processo per peculato e finanziamento illecito ai partiti, lei indagata per concorso in truffa aggravata. Sono Andrea Stara del Pd, già eletto con
la lista “Insieme per Bresso”, e la deputata Paola Bragantini, ex presidente della Circoscrizione 5 del Comune di Torino ed ex segretaria provinciale del partito. Sono due dei democratici illustri del Piemonte incappati nelle maglie della giustizia. Lui avrebbe ottenuto rimborsi non dovuti, tra cui quello per un tosaerba. Non è tutto: venerdì scorso, durante il processo, la contabile del gruppo ha detto ai giudici che Stara ha chiesto anche di rimborsare una multa
della sua compagna. Lei, invece, è finita in mezzo a un altro scandalo di rimborsi, quello delle mini-giunte fantasma: riunioni fatte solo sulla carta per ottenere i gettoni di presenza. Insieme a lei ci sono altri nove indagati per truffa aggravata, tra cui l’attuale presidente della Circoscrizione Paolo Florio, il suo vice Giuseppe Agostino e altri tre componenti della mini-giunta. Florio e Agostino inoltre sono indagati per le firme false delle liste a sostegno di Sergio Chiamparino per le ultime Regionali: in questo caso che sta scuotendo il Pd torinese lui non è il solo indagato, ci sono il consigliere regionale Nadia Conticelli, tre ex consiglieri provinciali (Umberto Perna, Pasquale Valente e Davide Fazzone), più quattro componenti della segreteria provinciale (Gianni Ardissone, Carola Casagrande, Mara Milanesio e Cristina Rolando). Le elezioni hanno provocato molti problemi pure a Vercelli: per le Provinciali del 2009 saranno processati molti politici locali accusati di falso ideologico in atto pubblico, tra cui i democratici Maura Forte, sindaco di Vercelli, e il consigliere regionale Giovanni Corganti. Chi in questi mesi sta affrontando un processo, infine, è Alessandro Altamura, ex assessore al commercio ed ex segretario provinciale del Pd, accusato di abuso d’ufficio nello scandalo “Murazzi”.
Emilia Romagna.
La monorotaia e i sex toys
A Bologna il 9 aprile si aprirà il dibattimento sull’appalto del People mover, la monorotaia che dovrebbe unire stazione e aeroporto. I lavori non sono ancora iniziati, ma fra poche settimane davanti al giudice andranno anche l’ex sindaco Pd Flavio Delbono e il suo assessore Villiam Rossi, accusati di abuso d’ufficio. Poi ci sono le “spese pazze” dei consiglieri regionali . Diciotto sono del Pd. Per molti potrebbe arrivare presto la richiesta di rinvio a giudizio: oltre a cene da centinaia di euro, anche scontrini per wc pubblici e persino per un sex toy. E intanto Carlo Lusenti, assessore regionale alla sanità con Vasco Errani, è imputato per falso in una vicenda legata ai fondi regionali destinati alle cliniche private. E non c’è solo Bologna. A Ravenna incombe il processo per truffa per la senatrice Josefa Idem. La vicenda è quella dei contributi Inps pagati dal Comune, che due anni fa la portò alle dimissioni da ministro. Sempre in Romagna, a Rimini, il sindaco Andrea Gnassi è indagato per il fallimento della società dell’aeroporto Fellini. Assieme a lui altri otto sono sotto inchiesta per il reato di associazione a delinquere. Infine l’inchiesta di Firenze che ha visto protagonista Ercole Incalza, vede tra gli indagati anche l’ex assessore regionale alle Infrastrutture Alfredo Peri e l’ex consigliere Miro Fiammenghi. L’accusa è tentata induzione a dare o a promettere indebitamente denaro o altra utilità nell’ambito della costruzione dell’Autostrada Cispadana.
Bolzano. Il sindaco tira dritto L’abuso d’ufficio non basta
All’orizzonte il probabile rinvio a giudizio con l’accusa non da poco di abuso d’ufficio. E nonostante questo a Bolzano il sindaco Luigi Spagnolli tira dritto e punta alla ricandidatura. Alle urne si va il 10 maggio. Mentre i suoi legali hanno chiesto al tribunale una proroga di due mesi e mezzo per leggere le carte dell’inchiesta. Il tempo, dunque, non manca anche per superare un eventuale ballottaggio. Spagnolli tira dritto con il via libera della segreteria regionale e di quella nazionale. Sul tavolo della procura l’affare del raddoppio del centro commerciale Twenty. Sotto accusa, oltre a Spagnolli, anche un noto imprenditore trentino. Per lui il reato è quello di abuso edilizio. Secondo quanto ricostruito dai pubblici ministeri il sindaco Spagnolli si è attivato per il via libera al raddoppio del centro commerciale dopo l’ok già dato dalla Provincia. Di più: il gruppo dell’imprenditore Giovanni Podini (indagato) s’interfaccia direttamente con il sindaco senza seguire l’iter tradizionale dell’ufficio tecnico. Non solo. Secondo la ricostruzione dell’accusa, sottopone a Spagnolli il parere legale di un docente universitario. L’impresa, poi, inizierà i lavori ancora prima del via libera. E lo farà realizzando i piloni portanti del centro commerciale in maniera differente dalla concessione, poiché già rinforzati abusivamente per l’aumento di cubatura prima del rilascio della concessione inerente al raddoppio. Fin dall’inizio dell’inchiesta Spagnolli si è sempre difeso. “Sono state dette una serie di cose non vere da parte di tante persone. Sono state fatte affermazioni pesanti. Non c’è alcun tipo di volontà di favorire chicchessia”. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
Lombardia. Il “Sistema
Sesto” non finisce mai
Giovanissimo vestì la casacca di assessore di Rozzano, hinterland a sud di Milano. Da quel momento in poi la carriera politica di Massimo D’Avolio tracimò in successi continui. Alle spalle la tutela potente di Filippo Penati che da lì a poco, è il 2004, incassa la poltrona di presidente della Provincia. Nello stesso anno D’Avolio diventa sindaco di Rozzano, mandato rinnovato fino al 2013. Dai Ds al Pd. In quell’anno , D’Avolio, perso per strada il suo nume a causa di inchiesta giudiziaria (vedi il cosiddetto Sistema Sesto), fa il grande salto ed entra in Regione. Consigliere del Pd eletto con oltre 7 mila preferenze. Poco meno di due anni con un incarico nella commissione regionale antimafia, e anche l’ex sindaco inciampa in qualche guaio. Attualmente, infatti, risulta indagato dalla Procura di Milano per abuso d’ufficio. I fatti, contestati risalgono al periodo in cui D’Avolio era sindaco di Rozzano. Secondo l’accusa, coordinata dal dipartimento del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, D’Avolio attraverso alcune delibere, avrebbe autorizzato il pagamento della partecipata Ama ad alcune società della moglie. Con l’ex primo cittadino è indagato anche l’attuale capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Segrate, l’ingegnere Vito Ancora. Anche per lui l’accusa è abuso d’ufficio. Infine, risulta coinvolto un dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Rozzano per un presunto danno erariale legato alla compravendita di un’area industriale. L’inchiesta, ancora in fase embrionale, ha già gettato nel panico buona parte del Pd milanese che intravede il rischio di un nuovo sistema Sesto.
Sicilia. Il sottosegretario Faraone
deve giustificare 3.300 euro
C’è il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone a guidare la pattuglia di deputati regionali in Sicilia indagati per le spese pazze dell’Assemblea regionale. Gli viene contestata la cifra di 3300 euro e con lui hanno ricevuto un avviso di garanzia per peculato dalla Guardia di finanza altri 18 deputati regionali del Pd: Giovanni Barbagallo (11.569,44 euro), Mario Bonomo (4.918 euro), Roberto De Benedictis (per 4.653 euro), Giacomo Di Benedetto (per 27.425 euro), Giuseppe Digiacomo (per 6.727 euro), Michele Donato Donegani (10mila euro), Michele Galvagno (5.681 euro di cui 1.248), Baldassare Guacciardi (1.365 euro), Giuseppe Laccoto (3.492 euro), Giuseppe Lupo (39.337 euro), Vincenzo Marinello (3.900 euro), Bruno Marziano (12.813 euro), Bernardo Mattarella (6.224 euro), Camillo Oddo (2.500 euro), Filippo Panarello (16.026 euro), Giovanni Panepinto (2.600 euro), Antonello Cracolici e Francesco Rinaldi (45.300 euro). Quest’ultimo è stato rinviato a giudizio quattro mesi fa insieme al cognato Fracantonio Genovese (deputato Pd arrestato dopo l’autorizzazione della Camera) per lo scandalo messinese della formazione professionale ed entrambi devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al peculato: sono accusati di avere costituito una rete di gestione familiare della Formazione, trasformandola in un lucroso business. Infine ad Alcamo il deputato nazionale Nino Papania è accusato di avere imposto assunzioni alla società di smaltimento rifiuti Aimeri procurandole “il benestare degli organi di governo ambientale sugli appalti e sull’irregolare svolgimento del servizio”. Contro Papania, accusato in un’altra inchiesta di voto di scambio, si sono costituiti parte civile un centinaio di cittadini di Alcamo.

Da Il Fatto Quotidiano del 01/04/2015.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA



OTTO E MEZZO

BARCA E IL PD "CATTIVO"

http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 015-151396
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

camillobenso ha scritto:LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA



OTTO E MEZZO

BARCA E IL PD "CATTIVO"

http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 015-151396
Ciao Camillobenso,
non vedi un po' una contraddizione tra il presidenzialismo autoritario di Renzi e l'affidamento a Fabrizio Barca tramite Orfini della ricostruzione del partito ?
Se veramente si vuole un paRTITO VIVO nelle diverse sedi come si fa a conciliarlo con il decisionismo di Renzi che alla fine ascolta solo chi vuole ?
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

iospero ha scritto:
camillobenso ha scritto:LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA



OTTO E MEZZO

BARCA E IL PD "CATTIVO"

http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 015-151396
Ciao Camillobenso,
non vedi un po' una contraddizione tra il presidenzialismo autoritario di Renzi e l'affidamento a Fabrizio Barca tramite Orfini della ricostruzione del partito ?
Se veramente si vuole un paRTITO VIVO nelle diverse sedi come si fa a conciliarlo con il decisionismo di Renzi che alla fine ascolta solo chi vuole ?

Più che una contraddizione ci vedo una mega contraddizione.

Nel dibattito di stamani di Agorà, c'è chi ha evidenziato che quel partito non è governato e che dovrebbe essere nominato un nuovo segretario.

Più che vero, ma Bufala Bill, con il controllo del partito intende organizzare il consenso al Governo.

Il Pd é un partito troppo compromesso. Nel suo editoriale di qualche giorno fa, Galli della Loggia, che in parte commentava il lavoro di Barca ha concluso che per il Pd romano ci vuole il lanciafiamme.

Molto probabilmente l'uso del lanciafiamme dovrebbe rendersi necessario in molti altri casi italiani.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

L'ANALISI
Pd, scandali e risse: la deriva che Matteo Renzi non riesce a fermare
Travolto dalle inchieste. Infiltrato da affaristi e mafiosi. Con gli iscritti in fuga. Il partito democratico è in crisi. E il segretario e premier non sembra poterla controllare
DI MARCO DAMILANO
02 aprile 2015


Pd, scandali e risse: la deriva che Matteo Renzi non riesce a fermare
Divisioni. Iscritti in fuga.



Infiltrazioni di ogni tipo, comprese quelle della criminalità mafiosa.


«Un partito buttato», travolto da indagini giudiziarie e da minacce di scissione.

È il Pd che si avvia alle elezioni regionali di fine maggio raccontato nell'inchiesta dell'“Espresso” di questa settimana.


Un viaggio da Nord a Sud in quello che l'ex ministro Fabrizio Barca nel suo rapporto sul Pd romano definisce «un partito non solo cattivo ma pericoloso e dannoso», in cui «traspaiono deformazioni clientelari e una presenza massiccia di “carne da cannone da tesseramento”» e che «subisce inane le scorribande dei capibastone».


Con il più importante dei suoi leader storici, Massimo D'Alema, in guerra con la magistratura e con la stampa dopo intercettazioni e notizie senza rilevanza penale che accostano la sua fondazione ai dirigenti della cooperativa Cpl Concordia arrestati da pm napoletani.

Scosso dagli scandali, da nord a sud. Succube dei vecchi apparati. In calo drammatico di iscritti. Diviso fino al rischio di scissione.



Si avvicinano le elezioni regionali e il Pd è del tutto fuori controllo.

E Renzi sembra incapace di agire



A Roma e a Ostia il Pd è chiamato a liberarsi dai condizionamenti della mafia.



In Calabria non è stata ancora completata la formazione della giunta di Mario Oliverio, eletta quattro mesi fa.


In Campania c’è il caso di Vincenzo De Luca e l'arresto a Eboli di funzionari accusati di sfruttare donne immigrate: certificati falsi di residenza in cambio di voti alle primarie comunali per il Pd.


In Sicilia c’è il candidato vincente alle primarie del Pd Silvio Alessi che in realtà è di Forza Italia.


Nelle Marche, al contrario, il presidente uscente del Pd Gian Mario Spacca guiderà una lista civica di centrodestra con gli uomini di Berlusconi.


"Cosa sarebbe del progetto di Renzi se dovesse rompere con la sinistra?" si chiede lo storico dirigente del Pci, partigiano e amico di una vita di Pietro Ingrao.



E ancora: "Anch’io vedo 
le sue chiusure. Ma non mi sembra 
che ci sia nel Paese la richiesta di un nuovo partito"

(Questo è falso clamoroso)



In tutte queste situazioni c’è un solo protagonista, il Pd di sempre, con i vecchi uomini e i vecchi metodi, e un grande assente, il nuovo corso di Renzi.


Decisionista da capo del governo, da segretario del Pd Renzi si rivela immobilista.


Nei territori finisce in minoranza o è costretto ad affidarsi ai professionisti del trasformismo.


E dietro di lui c’è il deserto. «vedo una contraddizione profonda tra il Pd di Roma e il territorio e tra Renzi e il renzismo.


C’è una grande distanza tra il segretario-premier e la sua classe dirigente», dice Antonio Bassolino.

E sulla scissione, avverte il grande vecchio Alfredo Reichlin, «vedo in Renzi una preoccupazione. Lui sa che non si fa un partito del 40 per cento che vuole rappresentare il Paese nel profondo senza un rapporto con l’elettorato di sinistra e le sue rappresentanze».


Ma anche per questo il Pd renziano rischia di apparire un'occasione perduta. Un partito buttato.

L'ARTICOLO INTEGRALE SULL'ESPRESSO IN EDICOLA VENERDI' 3 APRILE E SU ESPRESSO+

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

LA CADUTA DELLA SECONDA REPUBBLICA





CORRUZIONE
«Il sistema criminale» della Coop rossa
Dopo il caso Incalza & Co, la corruzione scuote di nuovo il Paese. Questa volta a finire nel mirino degli inquirenti è la storica cooperativa modenese Cpl Concordia. Sotto accusa l'ex presidente, vari mananger e il sindaco Pd di Ischia, Giuseppe Ferrandino. E tra i contatti politici nelle carte spuntano i nomi di D'Alema e Bobo Craxi
DI GIOVANNI TIZIAN E NELLO TROCCHIA
30 marzo 2015



Ombre rosse sugli appalti in Campania. C'è la storica cooperativa emiliana, la Cpl Concordia, c'è il primo cittadino dell'isola verde, ci sono faccendieri e imprenditori e compaiono i nomi di politici di rango, come Massimo D'Alema, che non è indagato.



Il gip lo definisce un «sistema criminale». Un altro. L'ennesimo. Dopo Incalza & Co: ecco il nuovo capitolo del romanzo criminale italiano.



I vertici della cooperativa Cpl concordia - arrestati l'ex presidente Roberto Casari, l'ex socialista Francesco Simone (relazioni esterne), Nicola Verrini (area commerciale) - avevano messo in piedi un 'protocollo criminale'. Corrompevano funzionari e politici per accaparrarsi gli appalti nel settore della realizzazione di impianti energetici, in Campania, e emettevano false fatture per “pagare tangenti e altre utilità”.

Non badavano a costi e la corruzione non si fermava a politici e funzionari: se serviva, a libro paga, finivano pure gli uomini del clan. Un meccanismo rodato.

Da mafia Capitale allo scandalo Penati, tutte le inchieste dell'ultima stagione finiscono per sottolineare il ruolo che le fondazioni hanno assunto nella vita politica nazionale.


È lì che - in maniera lecita o illecita - affluiscono i finanziamenti per i leader di tutti gli schieramenti: da Massimo D'Alema a Gianni Alemanno



In provincia di Caserta, infatti, i vertici di Cpl si erano accordati anche con esponenti della criminalità organizzata e con i politici conniventi con gli ambienti camorristici.


Tutto è ben definito nell'intercettazione tra Simone e Verrini quando distinguono i politici in due categorie, quelli che 'mettono le mani nella merda' e gli altri. Loro hanno fatto sempre affidamento sui primi.


C'è un particolare inedito che l'Espresso ha scovato.



L'inchiesta nasce dalle intercettazioni disposte nei confronti di Giuseppe Incarnato: «Dal monitoraggio degli ascolti emergevano – scrive il Gip – preziosi spunti investigativi».

Incarnato, che non risulta indagato, è protagonista già di una indagine relativa all'indebitamento della clinica del Vaticano, l'Idi di Roma.

Al telefono parla con Francesco Simone, personaggio chiave del sistema, discutendo di alcune gare bandite dalla regione Campania.

Quella di oggi, considerando anche gli omissis, è solo la prima tappa dell'inchiesta sul sistema della Cpl Concordia. Otto sono finiti in carcere, Simone Arcamone, responsabile tecnico del comune di Ischia, è finito ai domiciliari, per due è scatatto l'obbligo di dimora.

Tutto parte dall'esigenza di metanizzare l'isola.


La storica cooperativa modenese, in cambio dei «favori» di Ferrandino per l'assegnazione dei lavori - avrebbe stipulato due «fittizie convenzioni» (ciascuna da 165 mila euro) con l'Hotel Le Querce di Ischia, di proprietà della famiglia del sindaco, ciascuna da 165 mila euro, a fronte della «messa a disposizione» di alcune stanze durante le stagioni estive 2013 e 2014 per i dipendenti della società modenese.


Il sindaco, al secondo mandato, era diventato 'un factotum al soldo della Cpl”.


E pensare che si definiva campione di legalità, che 'andava inculcata ai giovani', e aveva fondato anche un osservatorio coinvolgendo magistrati ed esponenti istituzionali.

Oggi è in carcere con l'accusa di corruzione. Sarebbe lui l'articolazione politica di quello che viene definito dagli inquirenti «un vero e proprio sistema».

Altre utilità ottenute dal sindaco sarebbero state l'assunzione del fratello, Massimo Ferrandino, come consulente della Cpl e almeno un viaggio tutto pagato in Tunisia.


Secondo l'accusa l'ammimistrazione avrebbe favorito l'azienda emiliana, che a sua volta avrebbe pagato tangenti grazie ai fondi neri costituiti in Tunisia con la società Tunita Sarl, riconducibile a Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo Cpl Concordia, definito dagli inquirenti «personaggio chiave» della vicenda.

Simone è un vecchio socialista di scuola craxiana. «Nasce socialista come segretario di Bobo Craxi che fu una delle prime persone che mi fece conoscere, e all'inizio Simone spese questa sua conoscenza per introdurre la Cpl in Tunisia, nazione nella quale i Craxi avevano forti entrature. Non so se Bobo Craxi sia mai stato legato da rapporti formali (consulenze, contratti ... ) con la Cpl» racconta ai pm un testimone.

La cooperativa rossa e i libri di D'Alema

Un paragrafo dell'ordinanza è dedicato ai rapporti della Cpl Concordia con esponenti politici, in particolare con Massimo D'Alema che è estraneo all'indagine. Relazioni tra la storica cooperativa rossa e "il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa Cpl”.

Simone parla al telefono con Nicola Verrini nel marzo 2014: “ Preferisco investire negli ItalianiEuropei dove D'Alema sta per diventare commissario europeo”.


E più avanti: “D'Alema mette le mani nella merda come ha fià fatto con noi ci ha dato delle cose”. Poi a proposito dei rapporti con D'Alema si evidenzia nell'ordinanza “l'acquisto da parte della Cpl di alcune centinaia di copie dell'ultimo libro del predetto politico nonché di alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da un'azienda agricola riconducibile allo stesso D'Alema”.

Il numero delle copie è pari a 500, le bottiglie, invece, duemila. Così come l'11 maggio la presentazione del libro di D'Alema ad Ischia viene curata dalla Cpl Concordia e si tiene nell'albergo 'Le Querce' della famiglia Ferrandino.

Ci sono poi, nell'ultima parte del paragrafo, i finanziamenti erogati dalla Cpl alla fondazione Italianieuropei. Vengono ritrovati nella perquisizione nella sede di Cpl Concordia, tre bonifici da 20 mila euro (periodo 2012-2014). Non solo i libri di D'Alema, la Cpl ha acquistato anche copie del libro dell'ex ministro Giulio Tremonti. Vengono acquisite due fatture rispettivamente di 7440 euro e di 4464 euro.

Massimo D'Alema ha chiarito subito: «Rapporti trasparenti, non ho avuto alcun regalo e alcun beneficio personale. L'acquisto delle bottiglie di vino è stato fatturato e pagato con bonifici».

Ferrandino è stato il primo dei non eletti alle utlime Europee. E se Andrea Cozzolino, eurodeputato, avesse vinto le primarie contro Vincenzo De Luca e poi le regionali avrebbe dovuto lasciare il posto proprio al sindaco di Ischia. Ferrandino in quella campagna elettorale si è dato molto da fare. Nelle intercettazioni, mentre parla di voti da raccogliere in Campania, fa riferimento anche a un fedelissimo di Matteo Renzi, Luca Lotti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio), con il quale avrebbe dovuto parlare, senza specificarne il motivo.

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flaviomob
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da flaviomob »

Solo, la solidarietà era vera e tangibile tra la fine della guerra e gli anni Settanta. E generava dignità. Tanto da produrre un profondo mutamento politico che ha portato fino allo Statuto dei lavoratori, fino alla riforma del diritto di famiglia del 1975 (prima, una donna poteva essere obbligata dal marito a non uscire di casa senza il suo permesso, aveva meno diritti come genitore sui figli, infatti si parlava di "patria" potestà al maschile, da "pater", etc.).
Dagli anni Ottanta in poi la società ha iniziato a sbiadire e si è messo al centro l'individuo. Ci hanno raccontato che era stupido mettere i soldi nel materasso ed era più trendy e rampante sputtanarli in borsa. Che Craxi era bravo bello e decisionista mentre i comunisti erano "pallosi". Poi nel 1992 uno scossone, improvvisamente ai rampanti veniva giù la maschera e c'era di nuovo la possibilità di cambiare radicalmente le cose. In più dei giudici-eroi avevano dimostrato che la mafia si poteva sconfiggere, dopo più di un secolo. Allora come d'incanto i giudici sono finiti sottoterra, mentre dagl'inferi sono sorti Dell'Utri e Berlusconi, i pifferai hanno suonato il piffero e l'Italia è stata spolpata per benino. Mentre gli imprenditori dichiarano redditi sempre più bassi, oggi drammaticamente inferiori a quelli dei dipendenti.
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

Purtroppo il PD di Renzi è in balia degli scandali e ciò nonostante sembra essere l'unica forza in grado di raccogliere la percentuale più alta di votanti da cittadini che non sanno più quale altra soluzione sia possibile.
Sono cittadini nè di destra nè di sinistra, schifati dalla politica, che alla fine scelgono il meno peggio di quanto offra il panorama politico.
Il M5S ha una grande e grave responsabilità, quella di non entrare in coalizione con nessuno , infatti sarebbe possibile un soggetto politico a sinistra senza ombre di corrotti che potrebbe raggiungere il 15% e più che potrebbe diventare maggioranza con il M5S e le sue regole ( due mandati e a casa, uno conta uno, niente corrotti nelle liste), , ma ciò non si avvera.
Direi che le scelte di Renzi di spostarsi a destra potrebbero anche essere una conseguenza della presenza del M5S che porta via alla sinistra un bel 15%.
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