Pagina 320 di 586
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 11:13
da camillobenso
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 192
La cruna dell’ago – 158
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 158
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 138
Cronaca di un affondamento annunciato - 138
In mezzo alla tempesta - 75
I giorni difficili della Repubblica italiana - 16
La distruzione dello Stato Sociale
attraverso la catastrofe delle
liberalizzazioni-privatizzazioni in Italia
Il Movimento Solidarietà pubblica un nuovo dossier per dimostrare che il processo di liberalizzazioni e privatizzazioni attuato in Italia dall’inizio degli anni Novanta non ha portato nessun beneficio al paese. Lo scritto iniziale, elaborato da Claudio Giudici, dimostra che:
1 – le liberalizzazioni portano ad un aumento dei prezzi;
2 – le liberalizzazioni portano alla distruzione di posti di lavoro ed all’abbassamento degli stipendi dei lavoratori e dei fatturati delle piccole imprese;
3 – la liberalizzazione-privatizzazione dell’impresa pubblica nel periodo 1992-2000 non è stata conseguenza dell’inefficienza economica;
4 – i processi di liberalizzazione-privatizzazione non hanno minimamente migliorato la capacità produttiva italiana;
5 – le liberalizzazioni favoriscono i concentramenti di capitale in poche ricchissime mani;
6 – il rendimento finanziario delle aziende privatizzate è stato peggiore rispetto alla generalità del mercato finanziario italiano.
Attraverso una serie di esempi lampanti, diventa sempre più evidente che questo processo di “modernizzazione” del paese in realtà rappresenta un grave attacco al suo tessuto produttivo, accelerando il processo di disintegrazione economica e finanziaria che sta già mettendo in ginocchio l’economia mondiale.
La seconda parte del dossier tratta “Le misure necessarie per fermare la crisi economica” elaborate dal Movimento di LaRouche, tra cui:
- la nuova Bretton Woods
- il Disegno di Legge per la protezione dei proprietari di case e delle banche
- l’iniziativa contro la ratifica del Trattato di Lisbona
http://www.movisol.org/privatizzazioni.htm
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 12:55
da camillobenso
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 193
La cruna dell’ago – 159
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 159
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 139
Cronaca di un affondamento annunciato - 139
In mezzo alla tempesta - 76
I giorni difficili della Repubblica italiana - 17
La distruzione dello Stato Sociale attraverso la catastrofe delle liberalizzazioni privatizzazioni in Italia
Grazie all’analisi di seguito proposta, l’idea per cui le liberalizzazioni e le privatizzazioni portino benefici
all’economia, viene totalmente confutata.
Si dimostrerà che:
1 – le liberalizzazioni portano ad un aumento dei prezzi;
2 – le liberalizzazioni portano alla distruzione di posti di lavoro ed all’abbassamento degli stipendi dei lavoratori e dei fatturati delle piccole imprese;
3 – la liberalizzazione-privatizzazione dell’impresa pubblica nel periodo 1992-2000 non è stata conseguenza
dell’inefficienza economica;
4 – i processi di liberalizzazione-privatizzazione non hanno minimamente migliorato la capacità produttiva italiana;
5 – le liberalizzazioni favoriscono i concentramenti di capitale in poche ricchissime mani;
6 – il rendimento finanziario delle aziende privatizzate è stato peggiore rispetto alla generalità del mercato
finanziario italiano.
Il processo di liberalizzazioni-privatizzazioni prese avvio in Italia nel 1992. La motivazione ufficiale che portò a questa fase di stravolgimento degli assetti proprietari dell’impresa pubblica nazionale fu quella dell’elevato debito pubblico che andava ridotto.
A ciò si aggiungeva e si legava, la questione di una maggiore “libertà” del mercato, con cui la preminente presenza pubblica in settori strategici e non, confliggeva.
Questa stagione prese avvio in concomitanza ad alcuni fatti che resero caldissima la situazione politica e sociale italiana:
1) l’operazione giudiziaria “Mani pulite”, che stravolse completamente il quadro politico italiano portando alla sostanziale sparizione dei partiti che costituivano il cosiddetto Pentapartito;
2) gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino; 3) l’attacco alla lira ed alle altre valute europee
da parte di alcuni insider guidati dallo speculatore George Soros, che portarono ad una forte svalutazione delle stesse ed alla conseguente distruzione del Sistema Monetario Europeo (SME).
Nel gennaio del 1993 l’Executive Intelligence Review pubblicò un documento intitolato “La strategia anglo-americana dietro le privatizzazioni italiane: il saccheggio di un’economia nazionale”
1 . In quello studio, inviato ad alcuni organi di stampa, alle forze politiche ed alle istituzioni, si delineava un quadro preoccupante di attacco all’economia italiana nel contesto della cosiddetta “globalizzazione dei mercati”, cioè la realizzazione di un unico sistema economico mondiale in cui non vi sarebbe stato più alcun controllo sui movimenti e sulla creazione di capitali.
In quel documento si riferiva di un episodio passato inosservato, e che invece rivestiva una grandissima importanza.
II 2 giugno 1992 si svolgeva una riunione semisegreta.
2. Tra i principali esponenti della City, il mondo finanziario londinese, ed i manager pubblici italiani, rappresentanti del Governo di allora e personaggi che poi sarebbero diventati ministri o direttori generali nei Governi Amato, Dini, Ciampi, Prodi, D’Alema (ma anche Berlusconi, per quanto riguarda la centrale figura di Mario Draghi).
Oggetto di discussione: le privatizzazioni.
3. Questa riunione si tenne a bordo del panfilo della Corona inglese, il “Britannia”
4. Alla luce di quanto il complesso finanziario-mediatico-politico va oggi chiedendo – le liberalizzazioni-privatizzazioni appunto – possiamo individuare almeno due fasi di questo progetto che possiamo chiamare “Operazione Britannia”: la prima fase si occupò della svendita
5. dell'Iri, di Telecom Italia, Eni, Enel, Comit, Imi, Ina, Credito italiano, Autostrade, l’industria siderurgica ed alimentare pubblica; la seconda fase – in corso di attuazione – punta invece al settore della previdenza, della sanità, dei trasporti (ferrovie, trasporto pubblico di linea, trasporto navale, taxi), a quello delle utilities
(aziende municipalizzate nei settori acqua, elettricità, gas) e ad altre funzioni di rilievo pubblico.
Se al livello dell’economia nazionale l’“Operazione Britannia” mette nelle mani di poche ricchissime famiglie ciò che prima era pubblico, con la dannosa conseguenza di diminuire le entrate dello Stato, i posti di lavoro e dunque il monte salari, creando così le condizioni per “riformare” in senso peggiorativo e non costituzionale il welfare (sanità, pensioni, giustizia, istruzione, ecc.), è sul superiore livello strategico internazionale che troviamo il grilletto che ha portato all’accelerazione di questa distruttrice fase della storia dello Stato sociale moderno.
Attraverso la finanziarizzazione dell’economia mondiale, interi settori dell’economia reale vengono “cooptati” dal grande banco da gioco della finanza globale che per non crollare su sé stessa necessita continuamente di essere rifinanziata
Continua in:
I giorni difficili della Repubblica italiana - 18
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 13:19
da pancho
Glass-Steagall: Separare le Banche, Salvare la Gente dagli Squali della finanza
NO BIG BANKS
La fase 2 di Britannia-Monti: liberalizzazioni e costi della politica per distruggere lo stato-nazionale.
InGlass-Steagall su dicembre 30, 2011 a 1:56 PM
Così, la manovra Monti vorrebbe entrare nella sua fase 2.
Ma di cosa si tratta veramente?
La prima mission del Governo Monti é consistita nello stabilizzare la situazione finanziaria italiana per
impedire il crollo dell’euro, e conseguentemente impedire una reazione a catena capace di coinvolgere tutto il sistema bancario transatlantico.
A quale prezzo ciò sia avvenuto per i cittadini italiani, non é stato importante… e si é visto!
Il Governo doveva
fare cassa e l’ha fatta aumentando la
tassazione su tutti i beni (l’aumento delle accise sul carburante così come quello sull’Iva bastavano di per sé a rendere l’operato del Governo recessivo).
La Fase 2: patrimonializzare le banche a danno del tessuto sociale e produttivo del Paese
Ma é la seconda mission – quella che chiamano “fase 2″ – ad essere molto più pericolosa.
Essa, non é altro che la fase 2 dell’
Operazione Britannia! http://www.movisol.org/09news177.htm
Si tratterebbe cioè di quelle misure – dalle
liberalizzazioni alle privatizzazioni – atte a
trasferire nuovi asset dell’economia reale all’oligarchia finanziaria, agli squali della finanza, al sistema bancario nazionale ed internazionale.
Tutto ciò consentirà, di fatto, la patrimonializzazione di quel sistema bancario prossimo alla bancarotta. Ed
è il sistema bancario è il vero responsabile dell’attuale crisi! Esso, infatti, necessita di dare solidità reale a degli attivi virtuali di bilancio sempre più disconosciuti dal “mercato”.
Gli
squali della finanza – divenuti tali dopo l’eliminazione dello standard
Glass-Steagall – vogliono procrastinare la loro esistenza a prezzo della distruzione di tutto il tessuto sociale e produttivo di intere nazioni.
Monti è il garante di questa operazione, ma anche il parafulmine di quel
Passera che può agire indisturbato nel dietro le quinte.
Questa fase – come ha avuto modo di spiegare lo stesso Primo ministro con una comunicazione tale da raccontare solo ciò che poteva esser detto all’opinione pubblica – consentirà il salvataggio (inutile, in quanto di breve respiro) di tutto il sistema finanziario occidentale, scaricandolo sulle spalle della popolazione italiana.
Così, le tanto discusse
liberalizzazioni di taxi, farmacie, edicole, di tutte le attività economiche – che altro non sono se non l’ulteriore
eliminazione di regole, che favorirà l’entrata ed il controllo della grande finanza su servizi e distribuzione (energia compresa) – e le stesse privatizzazioni delle municipalizzate, non sono altro che il trasferimento di questi settori a quell’oligarchia finanziaria che in Italia trova la sua stella di punta nel gruppo
Intesa San Paolo.
Quando l’ex Ministro
Tremonti parlava di “
tenuta sociale” del Paese, faceva riferimento anche a questo costante tentativo di impedire questo trasferimento di ricchezza reale – che l’eurocrazia e Confindustria stigmatizzavano per mero interesse di parte – a chi da decenni crea soltanto ricchezza virtuale per le proprie tasche.
E’ per questo che le liberalizzazioni non possono che essere intese come una frode.
Le liberalizzazioni: una frode a danno dei cittadini!
Una frode orchestrata da un complesso finanziario-industriale capace di controllare gran parte dell’informazione e della cultura!
Un complesso finanziario-industriale che rappresenta una vera
oligarchia e che si é abituato negli ultimi 40 anni invece che a dare lavoro e sviluppo – tra una speculazione e una delocalizzazione – a parassitare i vari settori economici che di volta in volta sono stati deregolamentati, ossia liberalizzati (lavoro compreso… flessibilizzato)!
I lavoratori dei settori da liberalizzare: i nuovi Resistenti nella guerra contro la Repubblica
Alla luce di tutto ciò, i lavoratori dei settori che in questo momento sono sotto l’occhio infaticabile delle telecamere devono esser concepiti come dei veri e propri “resistenti”, oppositori ad una guerra in atto contro la Repubblica (nel senso proprio del termine di “cosa pubblica”), contro lo Stato-nazionale, sia nella sua espressività socio-economica che in quella istituzionale-politica.
La politica è vittima: si torna allo Statuto albertino?
Infatti, il tentativo inibitorio che va attuandosi in modo radicale contro le forze produttive del Paese, trova come sua vittima anche quella classe politica che se fosse impoverita o addirittura riportata nel quadro delle previsioni dello Statuto albertino – dove
la politica si faceva gratis e dunque poteva esser fatta soltanto dal ceto abbiente –
metterebbe il Paese definitivamente sotto un’oligarchia di platonica memoria.
http://nobigbanks.it/2011/12/30/la-fase ... nazionale/
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 13:26
da paolo11
Berlusconi sicuro di vincere se si va a votare?
E se vi fosse un accorto per le elezioni tra PD e M5S?
Ciao
Paolo11
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 13:34
da camillobenso
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 194
La cruna dell’ago – 160
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 160
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 140
Cronaca di un affondamento annunciato - 140
In mezzo alla tempesta - 77
I giorni difficili della Repubblica italiana - 18
(6). Una grande “catena di Sant’Antonio” a livello globale, dove il gioco finisce quando l’ultimo della catena resta col cerino in mano, svelando che si è trattato di un grande bluff dove i valori finanziari espressi non esprimevano vera ricchezza reale.
Quando liberalizzare serve solo a creare monopoli privati
Sono sotto gli occhi di tutti, eppure si fa fatica a prenderne coscienza, gli effetti delle liberalizzazioni-privatizzazioni.
L’incapacità dell’uomo moderno a valutare i fenomeni per quello che sono è dovuta ad uno snaturamento della persona umana che da essere cognitivo e creativo è stata addormentata e limitata ad essere un soggetto meramente percettivo senza una propria capacità critica.
Il complesso culturale dice che la neve è nera, e per la stragrande maggioranza delle persone la neve è nera.
La normativa di liberalizzazione in materia di commercio stilata durante gli anni ’90 – con particolare riguardo all’eliminazione dei vincoli di distanza per l’apertura di un’attività commerciale (7)– ha di fatto rappresentato la porta d’ingresso a poche grandi catene commerciali che si sono impossessate del 70% del mercato.
Ciò ha comportato la moria delle piccole attività commerciali, i cui fondi su strada si sono trasformati o in locali sfitti o in piccole abitazioni.
Secondo il Rapporto 2006 Unioncamere il fatturato del commercio per le piccole attività è stato nel 2003 di -2,8%, nel 2004 di -2,9% e nel 2005 di -2,4%, mentre per la grande distribuzione è stato nel 2003 di +3,5%, nel 2004 di +2,1% e nel 2005 di +1,6%. Il Rapporto 2007 sulla Natalità e mortalità delle imprese italiane rincara la dose affermando:
“Il tasso di crescita del trimestre (+0,25%), il più contenuto degli ultimi otto anni con riferimento al periodo
giugno-settembre, è frutto di una natalità sostanzialmente in linea con gli anni passati (+1,36%) e di una
mortalità che, nel trimestre scorso, ha fatto registrare il record negativo dal 2000 (+1,12%)… la selezione
'darwiniana' innescata dai processi di globalizzazione dei mercati sta operando in profondità sulle imprese più piccole, più isolate e prevalentemente localizzate al Sud. Diventa fondamentale, quindi, l’intervento delle istituzioni … per accompagnare questo percorso e non disperdere l'importante patrimonio di abilità delle piccole imprese italiane.”(8).
Sempre da Unioncamere si ricava per il 2007(9) – nonostante i comunicati stampa cerchino di annebbiare la negatività della situazione ricostruita, con titoli positivi – che nel giro di un anno sono chiuse 390.209 imprese (oltre il 5% del totale) con un differenziale natalità/mortalità comunque in crescita dello 0,75% (in brusca frenata rispetto all’1,21% del 2006) e che sarebbe però un dato negativo senza le nuove 54.463 società di capitali.
Le piccole aziende, quelle rappresentate dalle società di persone e dalle ditte individuali, infatti hanno registrato saldi negativi: -13.726 le ditte individuali del 2007 rispetto al 2006 e -341 le società di persone.
Ciò vuol dire che l’imprenditore non se la sente più di rischiare di essere responsabile nei confronti dei terzi anche con il proprio patrimonio personale, vista la facilità di incorrere in un fallimento aziendale e preferisce puntare sulla più sicura forma giuridica della società di capitali che limita la responsabilità patrimoniale al solo patrimonio sociale.
Ciò però fa già selezione censuaria ab origine: le società di capitali hanno infatti l’obbligo di dotarsi di un capitale sociale minimo stabilito per legge, cosa di cui invece non vi è bisogno per le ditte individuali e per le società di persone.
Ed il dato risulta essere ancor più negativo se si considera che il saldo delle piccole imprese intestate ad extracomunitari è aumentato di 16.654 unità, grazie soprattutto a immigrati provenienti da Cina, Marocco ed Albania. Dunque, senza conteggiare l’imprenditorialità extracomunitaria, il saldo delle ditte individuali intestate a cittadini dell’UE in Italia risulta negativo per -29.970 unità (con prevalenza nei settori dell’agricoltura, del commercio, delle manifatture e dei trasporti). La cosa non può non preoccupare in quanto si tratta di imprese a minor valore aggiunto dove il più basso tasso di rendita imprenditoriale è accettato a causa del più umile tenore di vita a cui sono abituati questi imprenditori stranieri.
Ovviamente se è positivo il fatto che immigrati facciano imprenditorialità nel Paese che li ospita, la lettura puntuale dei dati fa comprendere come il sistema Italia si sia indebolito ulteriormente anche nel 2007.
Più genericamente, la metà delle aziende chiude entro il sesto anno di attività
(10). L’istanza demagogica utilizzata per rendere meritoria agli occhi della popolazione la nuova normativa di liberalizzazione, era quella per cui tutti dovevano avere il diritto di trovare sotto casa il negoziante di scarpe piuttosto che di giocattoli. La normativa parlava di “una più capillare distribuzione dei prodotti sul territorio”.
I prodotti invece hanno finito col concentrarsi in centri commerciali che hanno sostanzialmente preso il monopolio del mercato.
Ovviamente di necessità di “una più capillare distribuzione dei prodotti sul territorio” ora non se ne parla più!
E’ poi assolutamente falsa l’idea per cui le liberalizzazioni portino ad un abbassamento dei prezzi. Mentre infatti le tariffe sono cresciute meno dei prezzi al consumo, i prezzi dei beni e dei servizi liberalizzati sono cresciuti costantemente più delle tariffe e dei prezzi al consumo.
……………………………………..………............... 2002…. 2003….2004….2005…. 2006
Aumento tariffe (al netto energetici) …….+0,1….. +0,9…. +0,9 …..+1,5…. +1,6
Aumento beni e servizi liberalizzati
(al netto energetici) ………………………………+3,8…….+3,6…. +2,6…. +2,0…. +1,9
Prezzi al consumo ………………………………...+2,5…….+2,7…. +2,2….+1,9….. +2,1
Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze, L’economia italiana nel 2006, pag. 35
Continua
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 13:57
da camillobenso
[img]Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt[/img]
Come inizia una guerra civile – 195
La cruna dell’ago – 161
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 161
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 141
Cronaca di un affondamento annunciato - 141
In mezzo alla tempesta - 78
I giorni difficili della Repubblica italiana - 19
Siamo proprio sicuri che sia solo Bossi ad usare la bandiera tricolore come “Dieci piani di morbidezza” ????
O ci sono molti sciacalli pronti a distruggere l’Italia in qualsiasi modo?
Storicamente il Risorgimento italiano viene ritenuto concluso il 25 aprile 1945.
L’ultimo momento in cui una buona parte si è sentita italiana è intorno a quella data.
Manca completamente uno spirito nazionale. Predominano gli individualismi e i potentissimi egoismi.
Squinzi, e il mondo dell’impresa si duole del soffocamento delle tasse.
Come non dargli ragione. Le tasse servono per mantenere una casta parassitaria, incompetente e vorace.
Il condominio Italia può funzionare con molto meno.
Ma anche i costi di produzione legati all’energia paralizzano l’impresa italiana.
Se ci fosse un minimo di spirito nazionale da parte delle tdc che governano, l’energia elettrica e il gas, dovrebbe essere immediatamente nazionalizzate.
Nessun utile per le due imprese energetiche. Solo i costi di gestione. In questo modo i costi dell’energia vanno ridotti, facendo respirare imprese e famiglie.
Siamo in guerra e bisogna applicare un’economia di guerra per poterci salvare, altri mementi con i provvedimenti Britannia I e II, siamo destinati ad essere macellati.
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 15:04
da paolo11
venerdì 3 maggio 2013
la follia e la truffa del gas in eccesso, del biogas finto naturale
Ormai non passa giorno che la follia che sta investendo la nostra provincia e i territori limitrofi non ci sia un impianto a biogas o a biomasse per produrre energia. Sappiamo (fonte gestore GSE) che l'Italia ha capacità produttive (di energia elettrica) pari al doppio del consumato. Così come le fonti ufficiali ci informano che (per via di alcuni malfunzionamenti, dispersioni, impianti fermi, per esempio diverse centrali idroelettriche in provincia di Latina) l'Italia consuma circa l'87% dell'energia prodotta nel nostro paese. Quindi non c'è bisogno di nuove centrali specialmente nel Lazio dove la regione ha un notevole saldo attivo. Lo scorso anno (fonte GSE) il 21 giugno l'Italia con le energie rinnovabili era al pareggio di bilancio. Cioè potevano essere spenti centrali a carbone, a turbogas e non avevamo bisogno di importazioni. Sappiamo per l'esperienza in paesi con una tecnologia migliore della nostra che questi impianti sono pericolosi e dannosi anche per la pubblica incolumità e il rischio di incidente rilevante. Sappiamo che l'estrazione del gas dal sottosuolo aumenta le probabilità di terremoti. Sappiamo che solo le speculazioni private (con notevole danno per la salute pubblica) giustificano la bulimia delle velenifere centrali (biomasse, turbogas, biogas) contro le quali il pubblico, le istituzioni sembrano inerme o assenti o spettatrici. Ne è un esempio l'intervento di un consigliere provinciale che si accorge del veleno approvato dall'amministrazione di cui fa parte in maggioranza solo se gliela fanno vicino casa
http://pontiniaecologia.blogspot.it/201 ... ifera.html. Adesso l'ennesima presa in giro (o follia?) continuiamo ad approvare velenifere centrali a biogas e si scopre che di gas (come per l'energia elettrica) ne abbiamo troppo.
Fino a quando dobbiamo continuare a farci imporre dalle aziende progetti inutili, devastanti e incompatibili con il nostro territorio?
Fino a quando farci prendere in giro da dirigenti, amministratori e politici che o sono impossibilitati a svolgere il loro compito (perchè non chiedono aiuto ai cittadini allora?), o la legge consente di devastare nel solo interesse privato (e quindi andrebbe cambiata) o sono incompetenti o incapaci? e in ogni caso e il diritto di precauzione della salute e quello dell'informazione?
Giorgio Libralato
Gas, quello in eccesso verrà stoccato. Ma gli impianti sono “ad alto rischio”
La decisione del ministero dello Sviluppo. Scartato Rivara di San Felice sul Panaro per rischio sisimico, un'altra struttura nel Lodigiano accoglierà più metano. In questo caso, l’impresa titolare della concessione è la Ital Gas Storage il cui 51 per cento è di proprietà delle banche attraverso Gestioni partecipazioni Srl, società del gruppo San Paolo-Imi
http://pontiniaecologia.blogspot.it/201 ... as-in.html
........................................
Forse per questo ad Aprile hanno abassato il Prezzo del Gas.
Ciao
Paolo11
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 14/05/2013, 20:02
da camillobenso
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 196
La cruna dell’ago – 162
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 162
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 142
Cronaca di un affondamento annunciato - 142
In mezzo alla tempesta - 79
Allarmi siam fascisti - 1
Son tornati. Son tornati,….non portano la camicia nera ma sono sempre gli stessi di allora, anche se non hanno le palle di indossare la camicia nera.
E’ il Tg3 di un’ora fa a mostrare l’intervento di Renato Brunetta, alla Camera con tono perentorio rivolto alla presidente Boldrini.
E’ un classico intervento di tipo squadristico su di un tema che i fasci usciti allo scoperto non intendono rinunciare, Brescia.
Che sia una manovra studiata a tavolino dalla direzione strategica dei fasci, lo si vede anche dalla richiesta di Romani, al Senato, mostrato sempre dal Tg3.
Oggi, come all’inizio degli anni ’20, vengono ripetute le stesse azioni. Tenere alta la tensione dello scontro su motivi futili.
I toni di Brunetta non sono pertinenti nei confronti della presidente della Camera.
Sono azioni che solo i fasci di combattimento possono fare con la loro nota vigliaccheria.
In un filmato di sabato scorso, presente in questo 3D, Renato Brunetta ribadisce di essere socialista.
Quello che omette furbescamente il parlamentare del Pdl, è che è un socialista alla Mussolini.
Un socialista di destra, ha un nome ben preciso, dove almeno bisogna dar atto al Cavalierissimo di Predappio di avere avuto il coraggio di cambiare nome e non usare in modo equivoco la sua precedente appartenenza allo storico partito della sinistra che ha servito anche in qualità di direttore dell’Avanti.
Storicamente non ci sono dubbi su chi a destra usa la dizione “socialista”.
Non esiste un socialismo di destra.
Il partito tedesco che ha vinto le elezioni nel 1933 in Germania era denominato Partito Nazional Socialista.
Nazista, in breve, ma sempre ben identificabile con la degenerazione del socialismo quando si appropria della destra.
Già con San Bettino martire, era evidente la spaccatura all’interno del partito socialista italiano. Era evidente che i craxiani portavano già allora la camicia nera, e che nulla avevano a che vedere con Pertini o Nenni.
Tutto è diventato più chiaro, quando i falsi socialisti hanno aderito al nascente partito di destra, denominato Forza Italia nel 1994.
La storia si ripete, ma questa volta con la vigliaccheria di mentite spoglie.
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 15/05/2013, 6:49
da camillobenso
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 197
La cruna dell’ago – 163
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 163
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 143
Cronaca di un affondamento annunciato - 143
In mezzo alla tempesta - 80
Allarmi siam fascisti - 2
Già ieri mattina i titoli dei due quotidiani de “La voce del padrone”, non lasciavano dubbi sulla volontà precisa di accendere gli animi per scatenare la rissa come facevano 90 anni fa.
Il Giornale in prima pagina:
La forca per Berlusconi
CONDANNATO A MORTE
Libero in prima pagina:
PROCESSO RUBY
ALLA BOCASSINI MANCA
IL PISTOLINO FUMANTE
In serata, alle 20,47, Il Giornale.it pubblica:
Rivolta contro la Boldrini
Brunetta rimprovera alla presidente la mancata solidarietà per quanto accaduto a Brescia sabato scorso
*
Aggressione a Brescia, scontro in aula tra il Pdl e la Boldrini
Il centrodestra rimprovera alla Boldrini di non aver condannato l'aggressione subita a Brescia dai propri militanti. Lei ribatte: "La presidente non solidarizza o condanna ogni episodio che attiene allo svolgimento di attività politiche o di partito"
Raffaello Binelli - Mar, 14/05/2013 - 20:47
http://www.ilgiornale.it/news/interni/a ... 17192.html
**
Ovviamente Libero si muove di conserva:
Rissa Brunetta-Boldrini: "Non ti chiamo presidente" Pdl in rivolta / VIDEO
"Presidenta Trullallero" attaccata: non difende le donne
• Morde la Boldrini sugli insulti alle parlamentari Pdl: "Non ci rompa i co..."
• Insulti e offese contro gli azzurri Il Pdl: Boldrini e Nichi condannino
• Sallusti velenoso su Boldrini, Ilda e Cortellesi: donne
**
CHI DIMENTICA LA STORIA E’ COSTRETTO A RIVIVERLA
La buffonata di brunetta.
http://tv.liberoquotidiano.it/video/111 ... ZML_7Wpo6U
Dal Corriere.it
Camera, l'attacco di Brunetta alla Boldrini
Perché sono manifestamente fascisti.???
Perché la truffa e l’imbroglio ce l’hanno nel sangue.
I toni riportati da Libero non sono quelli ascoltati ieri sera nei TG e riportati dal Corriere.it.
Libero vuol dimostrare toni perentori ma non fascisti.
Le immagini del canale tv della Camera - rcd
http://video.corriere.it/scontro-aula-b ... ba8ed4f514
**
Ma a Libero non basta:
UN'ALTRA GAFFE
Boldrini, giornata nera
Si parla del killer di Milano
e lei sei la ride: VIDEO
Alla Camera il leghista Fedriga chiede regole contro gli immigrati clandestini. Quando finisce, la telecamera va sulla presidente...
• La Kyenge vuole abolire il reato di clandestinità ma tace sul killer
• L'immigrato Allam contro il ministro immigrato: "Non può servire l'Italia"
• Si parla del killer di Milano e la Boldrini ride: GUARDA IL VIDEO
***
Brescia, Brunetta scatenato contro Boldrini VD
Lei replica: «Difendo le donne, non i partiti»
Tensione alla Camera: il capogruppo Pdl attacca la presidente: «Visto che mi ha chiamato onorevole e sono invece presidente del gruppo, io non la chiamerò presidente». E sui fatti di Brescia dice: «Usa due pesi e due misure sulla solidarietà». Le urla di Brunetta: VIDEO. La replica: «Intervengo per manifestare solidarietà alle deputate del Pdl in quanto donne, non per solidarizzare ogni episodio che attiene attività politiche o di partito».
http://www.unita.it/italia/brunetta-bol ... e-1.500311
***
SOCCORSO NERO DI UN ESSERE TOTALMENTE INUTILE
http://video.repubblica.it/politica/giu ... 8414?video
Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 15/05/2013, 9:59
da iospero
DA repubblica.it
Il piano B del Cavaliere contro le sentenze:
"Al voto se anche la Cassazione mi condanna"
Nel Pdl si pensa a come muoversi nel caso di una conferma della sentenza del tribunale di Milano da parte della suprema corte nel processo Mediaset. Un'idea che passa da un nuovo voto e da un conflitto tra poteri dello Stato
di CLAUDIO TITO
ROMA - Silvio Berlusconi si prepara a una nuova battaglia politico-giudiziaria per combattere l'eventualità che la Cassazione confermi la condanna a 4 anni e all'interdizione dai pubblici uffici per il processo Mediaset. Una sentenza che è attesa nei prossimi mesi, al massimo nella prima metà del 2014.
Nel Pdl non si parla d'altro. E si studiano le alternative, che sono legate strettamente alla vita del governo e di questa legislatura. Il primo punto da considerare è che anche in caso di condanna confermata, il Senato dovrebbe votare la decadenza del senatore Berlusconi. E oggi, al Senato, il Pdl non ha la maggioranza nella giunta per le autorizzazioni e le elezioni.
Per questo il Cavaliere starebbe pensando ad andare alle elezioni, candidarsi alla Camera dove - in caso di vittoria - il premio di maggioranza garantirebbe al Pdl la maggioranza in commissione per dire no alla decadenza e
scatenare un conflitto tra poteri dello Stato, forte del consenso elettorale appena ottenuto.
Un piano che, per poter funzionare, richiede che il ritorno alle urne avvenga prima della pubblicazione delle motivazioni della Cassazione.
A fronte di questa ipotesi gli altri devono concordare un piano per resistere , cioè
5 Stelle e CSX devono essere pronti per un governo di cambiamento, se il PD non dovesse muoversi
in questa direzione la prossima campagna elettorale dovrebbe essere tutti a votare 5 Stelle.