Come se ne viene fuori ?
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 198
La cruna dell’ago – 164
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 164
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 144
Cronaca di un affondamento annunciato - 144
In mezzo alla tempesta - 81
Quanto sono matti questi romani - 1
(Da Asterix il gallico- Dove per romani intendeva i futuri italiani dell’epoca)
Il governo Berlusconi – Letta deve recuperare soldi a tutto spiano,……………ma…………:
1) Non so,….non ho visto,………..e se c’ero,..dormivo.
Chissà chi ha dato la botta in testa stamani al direttore dell’Unità, Claudio Sardo, tanto da fargli perdere l’autocontrollo ad Agorà e denunciare che bisogna dare un taglio alla sovvenzione delle aziende decotte tenute in vita con i soldi a pioggia che lo Stato eroga in beneficienza ogni anno (anche non decotte vedi Gruppo Marcegaglia).
Lo aveva denunciato anche Gianfranco Fini durante la sua ultima apparizione a Ballarò all’inizio dell’anno ( sarà per questo che poi l’hanno fatto fuori??? Perché ha fatto lo spione???)
Nero su bianco è il giornalista di Panorama, Marco Cobianchi, nel 2007 a pubblicare il libro Mani Bucate, mettendo in fila una documentazione stile, Travaglio, Stella, Rizzo, Nuzi, una serie di documenti, da cui si ricava che puntualmente lo Stato italiano versa ad alcune aziende italiane 30 miliardi di euro all’anno.
http://issuu.com/chiarelettere/docs/man ... per_sito/4
http://www.chiarelettere.it/libro/princ ... bucate.php
Lo Stato italiano “Nu piezz core????”
Ma quando mai!!!..... Chi ci può credere ad una bufala di questa grandezza?????????
Sapendo come funziona diffusamente l’ambaradan, e avendo accertato che nell’indice della corruzione mondiale noi figuriamo al 72esimo posto, c’è da immaginare che la cricca che si occupa della befana annuale pretenda poi un ritorno adeguato per se stessa.
Il fatto che i partiti della seconda Repubblica, sempre a caccia di fondi per sopravvivere, non abbiamo mai messo mano a questo scempio fa presupporre che ne siano direttamente interessati.
Neppure il Cerbero Monti che in seguito assume Mani di forbice per raddrizzare i conti dello Stato, riesce ad entrare nel recinto dove sull’ingresso è stato posto il cartello:
Off limits
Explosive danger.
30 miliardi al cambio attuale corrispondono a : 58,088 miliardi di vecchie lirette.
Alla faccia del bicarbonato di sodio, ue guaglio’ ma che bella befana.
Enrichetto e Saccopanni manco con il ritiro spirituale di Spineto sono riusciti a risolvere come scovare molto ma molto meno.
Forse perché faceva un freddo della madonna, non c’era riscaldamento, hanno dovuto fare una cena fredda in piedi abbuffandosi di pizzette che non sono riusciti ad esprimersi. Neppure il Brunello gentilmente offerto dalla casa omonima è riuscito a mettere rimedio all’effetto igloo.
Una notte passata a battere i denti. Chissà quante maledizioni saranno arrivate al nipote del conte zio.
Continua in:
Quanto sono matti questi romani - 2
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 198
La cruna dell’ago – 164
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 164
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 144
Cronaca di un affondamento annunciato - 144
In mezzo alla tempesta - 81
Quanto sono matti questi romani - 1
(Da Asterix il gallico- Dove per romani intendeva i futuri italiani dell’epoca)
Il governo Berlusconi – Letta deve recuperare soldi a tutto spiano,……………ma…………:
1) Non so,….non ho visto,………..e se c’ero,..dormivo.
Chissà chi ha dato la botta in testa stamani al direttore dell’Unità, Claudio Sardo, tanto da fargli perdere l’autocontrollo ad Agorà e denunciare che bisogna dare un taglio alla sovvenzione delle aziende decotte tenute in vita con i soldi a pioggia che lo Stato eroga in beneficienza ogni anno (anche non decotte vedi Gruppo Marcegaglia).
Lo aveva denunciato anche Gianfranco Fini durante la sua ultima apparizione a Ballarò all’inizio dell’anno ( sarà per questo che poi l’hanno fatto fuori??? Perché ha fatto lo spione???)
Nero su bianco è il giornalista di Panorama, Marco Cobianchi, nel 2007 a pubblicare il libro Mani Bucate, mettendo in fila una documentazione stile, Travaglio, Stella, Rizzo, Nuzi, una serie di documenti, da cui si ricava che puntualmente lo Stato italiano versa ad alcune aziende italiane 30 miliardi di euro all’anno.
http://issuu.com/chiarelettere/docs/man ... per_sito/4
http://www.chiarelettere.it/libro/princ ... bucate.php
Lo Stato italiano “Nu piezz core????”
Ma quando mai!!!..... Chi ci può credere ad una bufala di questa grandezza?????????
Sapendo come funziona diffusamente l’ambaradan, e avendo accertato che nell’indice della corruzione mondiale noi figuriamo al 72esimo posto, c’è da immaginare che la cricca che si occupa della befana annuale pretenda poi un ritorno adeguato per se stessa.
Il fatto che i partiti della seconda Repubblica, sempre a caccia di fondi per sopravvivere, non abbiamo mai messo mano a questo scempio fa presupporre che ne siano direttamente interessati.
Neppure il Cerbero Monti che in seguito assume Mani di forbice per raddrizzare i conti dello Stato, riesce ad entrare nel recinto dove sull’ingresso è stato posto il cartello:
Off limits
Explosive danger.
30 miliardi al cambio attuale corrispondono a : 58,088 miliardi di vecchie lirette.
Alla faccia del bicarbonato di sodio, ue guaglio’ ma che bella befana.
Enrichetto e Saccopanni manco con il ritiro spirituale di Spineto sono riusciti a risolvere come scovare molto ma molto meno.
Forse perché faceva un freddo della madonna, non c’era riscaldamento, hanno dovuto fare una cena fredda in piedi abbuffandosi di pizzette che non sono riusciti ad esprimersi. Neppure il Brunello gentilmente offerto dalla casa omonima è riuscito a mettere rimedio all’effetto igloo.
Una notte passata a battere i denti. Chissà quante maledizioni saranno arrivate al nipote del conte zio.
Continua in:
Quanto sono matti questi romani - 2
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 199
La cruna dell’ago – 165
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 165
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 145
Cronaca di un affondamento annunciato - 145
In mezzo alla tempesta - 82
Quanto sono matti questi romani - 2
(Da Asterix il gallico-Dove per romani intendeva i futuri italiani dell’epoca)
Continua da:
Quanto sono matti questi romani - 1
1) A pagina 59 dell’Espresso del 16 maggio 2013 si può leggere:
Attualità POLITICA E MEDIA
Prendi il sito e scappa
Giornali di partito on line. Dimenticati o non aggiornati,
che però incassano fondi pubblici. E’ l’ultima trovata della casta.
DI SILVIA CERAMI
Chi è interessato alle notizie dell’ultima ora, aggiornate però a una settimana fa, può andare in Rete e visitare il sito “Il Socialista Lab”.
Se volete invece appassionarvi a inchieste lunghe ben dieci righe, nulla di meglio del quotidiano on line dell’ex sottosegretario Giampiero Catone, “la Discussione”.
Testate ignote o semisconosciute articoli che nessuno commenta e chissà se qualcuno legge. Il giornale virtuale,quello solo on line è solo l’ultimo approdo della stampa di partito., la via per continuare a ricevere il fiume di denaro pubblico che il Dipartimento per l’informazione e la presidenza del Consiglio eroga a fondo perduto………………………….
*
Questi e tantissimi altri sprechi inutili continuano imperterriti anche nei momenti dell’emergenza, dell’emergenza, dell’emergenza.
Qual è il rovescio della medaglia?????
Che per continuare ad alimentare una montagna di inutili sprechi in un’economia di guerra al collasso lo sceriffo di Sherwood non guarda in faccia a nessuno e ieri un muratore disoccupato che doveva 10mila euro al fisco si da fuoco con la famiglia.
Il racconto di Robin Hood, viene così riferito da Wikipedia.
Robin Hood
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Robin Hood è un eroe popolare inglese che, nella versione moderna della leggenda, ruba al Re ed ai suoi scagnozzi per ri-dare ai poveri i soldi sottratti loro dalle tasse.
È un personaggio metà storico metà leggendario, probabilmente frutto della fusione del personaggio realmente esistito, bandito o nobile sassone decaduto, con le preesistenti leggende di un dio della foresta, un folletto plausibilmente omonimo. Se attualmente nella versione moderna della leggenda lo si immagina come un generoso fuorilegge abilissimo nell'uso dell'arco, viene invece dipinto diversamente nella versione medievale, fino ad essere considerato un bandito come tanti, in epoca contemporanea.
*
Leggenda o no, da queste parti rimane solo il fatto che non esiste più il Re, ma l’ambaradan funziona sempre allo stesso modo. Ci stanno i presidenti di qui e di là, ma la musica è sempre la stessa.
Quello che manca è un Robin Hood, mentre i politici, anche quelli della sinistra egualitaria a parole stanno dalla parte dei ladrones.
2) A pagina 61 sempre dell’Espresso, si legge:
Io fallisco, tu paghi
Boom nel 2013 dei concordati in bianco. Che permettono a tante imprese di lasciare a secco i fornitori. E costano miliardi al fisco.
DI LUCA PIANA E GLORIA RIVA
3) A pagina 48, sempre dell’Espresso, apprendiamo qualcosa che sapevamo già.
UN NUOVO COLPO DI SPUGNA
Una norma può salvare Bossi e i tesorieri del partito.
E i corrotti sono impuniti.
Davigo e Robledo lanciano l’allarme Ai “Dialoghi dell’Espresso”
DI PAOLO BIONDANI
“L'ULTIMA LEGGE ANTICCORRUZIONE SERVE A POCO O NULLA. E’ COME UNA CURA OMEOPATICA
*
Già lo sapevamo, mal la casta da mesi ha recitato la sua parte per i merli.
Sorge quindi spontanea la domanda:
Credete agli asini che volano?
Credete a Babbo Natale e alla Befana?
Credete alla casa di marzapane di Hansel e Gretel?
Se, No,………allora perché credete alle baggianate che vi raccontano i politici?
Da una situazione come questa non si esce in modalità ordinaria, mettiamocelo bene in testa.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 199
La cruna dell’ago – 165
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 165
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 145
Cronaca di un affondamento annunciato - 145
In mezzo alla tempesta - 82
Quanto sono matti questi romani - 2
(Da Asterix il gallico-Dove per romani intendeva i futuri italiani dell’epoca)
Continua da:
Quanto sono matti questi romani - 1
1) A pagina 59 dell’Espresso del 16 maggio 2013 si può leggere:
Attualità POLITICA E MEDIA
Prendi il sito e scappa
Giornali di partito on line. Dimenticati o non aggiornati,
che però incassano fondi pubblici. E’ l’ultima trovata della casta.
DI SILVIA CERAMI
Chi è interessato alle notizie dell’ultima ora, aggiornate però a una settimana fa, può andare in Rete e visitare il sito “Il Socialista Lab”.
Se volete invece appassionarvi a inchieste lunghe ben dieci righe, nulla di meglio del quotidiano on line dell’ex sottosegretario Giampiero Catone, “la Discussione”.
Testate ignote o semisconosciute articoli che nessuno commenta e chissà se qualcuno legge. Il giornale virtuale,quello solo on line è solo l’ultimo approdo della stampa di partito., la via per continuare a ricevere il fiume di denaro pubblico che il Dipartimento per l’informazione e la presidenza del Consiglio eroga a fondo perduto………………………….
*
Questi e tantissimi altri sprechi inutili continuano imperterriti anche nei momenti dell’emergenza, dell’emergenza, dell’emergenza.
Qual è il rovescio della medaglia?????
Che per continuare ad alimentare una montagna di inutili sprechi in un’economia di guerra al collasso lo sceriffo di Sherwood non guarda in faccia a nessuno e ieri un muratore disoccupato che doveva 10mila euro al fisco si da fuoco con la famiglia.
Il racconto di Robin Hood, viene così riferito da Wikipedia.
Robin Hood
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Robin Hood è un eroe popolare inglese che, nella versione moderna della leggenda, ruba al Re ed ai suoi scagnozzi per ri-dare ai poveri i soldi sottratti loro dalle tasse.
È un personaggio metà storico metà leggendario, probabilmente frutto della fusione del personaggio realmente esistito, bandito o nobile sassone decaduto, con le preesistenti leggende di un dio della foresta, un folletto plausibilmente omonimo. Se attualmente nella versione moderna della leggenda lo si immagina come un generoso fuorilegge abilissimo nell'uso dell'arco, viene invece dipinto diversamente nella versione medievale, fino ad essere considerato un bandito come tanti, in epoca contemporanea.
*
Leggenda o no, da queste parti rimane solo il fatto che non esiste più il Re, ma l’ambaradan funziona sempre allo stesso modo. Ci stanno i presidenti di qui e di là, ma la musica è sempre la stessa.
Quello che manca è un Robin Hood, mentre i politici, anche quelli della sinistra egualitaria a parole stanno dalla parte dei ladrones.
2) A pagina 61 sempre dell’Espresso, si legge:
Io fallisco, tu paghi
Boom nel 2013 dei concordati in bianco. Che permettono a tante imprese di lasciare a secco i fornitori. E costano miliardi al fisco.
DI LUCA PIANA E GLORIA RIVA
3) A pagina 48, sempre dell’Espresso, apprendiamo qualcosa che sapevamo già.
UN NUOVO COLPO DI SPUGNA
Una norma può salvare Bossi e i tesorieri del partito.
E i corrotti sono impuniti.
Davigo e Robledo lanciano l’allarme Ai “Dialoghi dell’Espresso”
DI PAOLO BIONDANI
“L'ULTIMA LEGGE ANTICCORRUZIONE SERVE A POCO O NULLA. E’ COME UNA CURA OMEOPATICA
*
Già lo sapevamo, mal la casta da mesi ha recitato la sua parte per i merli.
Sorge quindi spontanea la domanda:
Credete agli asini che volano?
Credete a Babbo Natale e alla Befana?
Credete alla casa di marzapane di Hansel e Gretel?
Se, No,………allora perché credete alle baggianate che vi raccontano i politici?
Da una situazione come questa non si esce in modalità ordinaria, mettiamocelo bene in testa.
-
- Messaggi: 1990
- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: Come se ne viene fuori ?
@camillobenso
E' una situazione talmente incrudita dalla quale non e' facile uscirne.
Grillo se ne e' reso conto e le realta' che giorno dopo giorno veniemo a sapere confermano quanto dettoi sopra. Non se ne ecse con le solite vie indolori..
Certamente non "sarebbe "questa la via Grillina piu' idonea ma se qualcuno di voi ne ha un'altra, la esponga subito!!
Se la Sinistra non interviene immediatamente a proporsi come alternativa seria a questi intrallazzi vergonosi, voteremo tutti Grillo sapendo pure i rischi che andremo incontro.Che altro potrebbe fare questo popolo incazzato? Adagiarsi alla situazione sapendo che sara' sempre ed esclusiovamente lui a pagare queste "spese" di questi intrallazzatiro ed imbroglioni il cui dio denaro e' la cosa che vale piu' di tutto. Sopratutto se viene preso ad altri.
un salutone da Juan
Putroppo e' vero ma nessuno vuole rendersene conto.Da una situazione come questa non si esce in modalità ordinaria, mettiamocelo bene in testa.
E' una situazione talmente incrudita dalla quale non e' facile uscirne.
Grillo se ne e' reso conto e le realta' che giorno dopo giorno veniemo a sapere confermano quanto dettoi sopra. Non se ne ecse con le solite vie indolori..
Certamente non "sarebbe "questa la via Grillina piu' idonea ma se qualcuno di voi ne ha un'altra, la esponga subito!!
Se la Sinistra non interviene immediatamente a proporsi come alternativa seria a questi intrallazzi vergonosi, voteremo tutti Grillo sapendo pure i rischi che andremo incontro.Che altro potrebbe fare questo popolo incazzato? Adagiarsi alla situazione sapendo che sara' sempre ed esclusiovamente lui a pagare queste "spese" di questi intrallazzatiro ed imbroglioni il cui dio denaro e' la cosa che vale piu' di tutto. Sopratutto se viene preso ad altri.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Come se ne viene fuori ?
La globalizzazione sotto le macerie di Dhaka
di Stefano Feltri | 15 maggio 2013
Questa settimana due notizie importanti sono passate quasi inosservate in Italia. La prima: il diplomatico brasiliano Roberto Azevedo è stato scelto come nuovo capo del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, al posto del francese Pascal Lamy. Seconda notizia: in Bangladesh una lavoratrice è stata estratta dalle macerie del Rana Plaza dopo 17 giorni, ma il conto delle vittime del crollo di quella enorme fabbrica tessile è arrivato a 1127, e ci sono ancora dei dispersi.
All’inizio degli anni Duemila, grazie ai movimenti di Seattle e al libro No Logo di Naomi Klein, perfino in Italia era cominciato un dibattito su costi e virtù della globalizzazione. Poi la crisi finanziaria e la recessione ci hanno fatto ripiegare su noi stessi. Ora l’economia che ci interessa è ridotta all’Imu, alla cassa integrazione e allo spread. Eppure il commercio globaleha continuato a crescere: nel 2009, dai Paesi membri del Wto, sono state esportate merci per un controvalore di 12.542 miliardi di dollari, nel 2012 per 18.323. Le uniche imprese italiane con prospettive di crescita sono quelle inserite nell’economia globale, che esportano.
Eppure, l’orizzonte della politica economica si è ristretto (il governo Berlusconi aveva addirittura chiuso l’istituto per il Commercio estero). Sia dal lato delle imprese sia da quello dei diritti. La crisi dei consumi ha fatto svanire quella consapevolezza negli acquisti che stava producendo effetti concreti – ricordate le campagne di boicottaggio contro la Nike? – e che sembrava la nascita di una democrazia globale del consumo adatta ad affrontare le sfide di un’economia non più confinata negli Stati nazionali.
Con pochi soldi in tasca, siamo meno sensibili a cosa c’è dietro un prezzo basso. E i sindacati non hanno mai raccolto il suggerimento che tanti, come Luciano Gallino, davano loro: il modo migliore per tutelare i lavoratori italiani nella competizione globale è la trasparenza sulla catena di fornitura. Chi comprerebbe una t-shirt sapendo che è stata prodotta da qualcuno che ha perso la vita per mantenere basso il prezzo? E forse oggi sarebbe un’informazione utile per il consumatore sapere come stanno reagendo le imprese alla catastrofe bengalese.
Benetton, tra i clienti della fabbrica crollata, ha deciso di rimanere in Bangladesh, con alcuni buoni propositi sul rispetto dei diritti dei lavoratori, decisione accolta con sollievo dai media locali, come il Dhaka Tribune. Altri, tipo la Walt Disney Company, hanno annunciato di lasciare il Paese, per andare lontano dagli scandali (e magari da giornalisti e ong).
Il commercio globale pare non appassionarci più, a noi del Vecchio mondo. È un segno dei tempi che all’agonizzante Wto arrivi un brasiliano al posto di un francese. Ma cedendo alle tendenze protezionistiche e autarchiche tipiche di ogni crisi non si eliminano i problemi e i drammi della competizione globale . Semplicemente stiamo rinunciando a gestirli per diventare solo spettatori passivi. O vittime.
Il Fatto Economico - Il Fatto Quotidiano, 11 Maggio 2013
di Stefano Feltri | 15 maggio 2013
Questa settimana due notizie importanti sono passate quasi inosservate in Italia. La prima: il diplomatico brasiliano Roberto Azevedo è stato scelto come nuovo capo del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, al posto del francese Pascal Lamy. Seconda notizia: in Bangladesh una lavoratrice è stata estratta dalle macerie del Rana Plaza dopo 17 giorni, ma il conto delle vittime del crollo di quella enorme fabbrica tessile è arrivato a 1127, e ci sono ancora dei dispersi.
All’inizio degli anni Duemila, grazie ai movimenti di Seattle e al libro No Logo di Naomi Klein, perfino in Italia era cominciato un dibattito su costi e virtù della globalizzazione. Poi la crisi finanziaria e la recessione ci hanno fatto ripiegare su noi stessi. Ora l’economia che ci interessa è ridotta all’Imu, alla cassa integrazione e allo spread. Eppure il commercio globaleha continuato a crescere: nel 2009, dai Paesi membri del Wto, sono state esportate merci per un controvalore di 12.542 miliardi di dollari, nel 2012 per 18.323. Le uniche imprese italiane con prospettive di crescita sono quelle inserite nell’economia globale, che esportano.
Eppure, l’orizzonte della politica economica si è ristretto (il governo Berlusconi aveva addirittura chiuso l’istituto per il Commercio estero). Sia dal lato delle imprese sia da quello dei diritti. La crisi dei consumi ha fatto svanire quella consapevolezza negli acquisti che stava producendo effetti concreti – ricordate le campagne di boicottaggio contro la Nike? – e che sembrava la nascita di una democrazia globale del consumo adatta ad affrontare le sfide di un’economia non più confinata negli Stati nazionali.
Con pochi soldi in tasca, siamo meno sensibili a cosa c’è dietro un prezzo basso. E i sindacati non hanno mai raccolto il suggerimento che tanti, come Luciano Gallino, davano loro: il modo migliore per tutelare i lavoratori italiani nella competizione globale è la trasparenza sulla catena di fornitura. Chi comprerebbe una t-shirt sapendo che è stata prodotta da qualcuno che ha perso la vita per mantenere basso il prezzo? E forse oggi sarebbe un’informazione utile per il consumatore sapere come stanno reagendo le imprese alla catastrofe bengalese.
Benetton, tra i clienti della fabbrica crollata, ha deciso di rimanere in Bangladesh, con alcuni buoni propositi sul rispetto dei diritti dei lavoratori, decisione accolta con sollievo dai media locali, come il Dhaka Tribune. Altri, tipo la Walt Disney Company, hanno annunciato di lasciare il Paese, per andare lontano dagli scandali (e magari da giornalisti e ong).
Il commercio globale pare non appassionarci più, a noi del Vecchio mondo. È un segno dei tempi che all’agonizzante Wto arrivi un brasiliano al posto di un francese. Ma cedendo alle tendenze protezionistiche e autarchiche tipiche di ogni crisi non si eliminano i problemi e i drammi della competizione globale . Semplicemente stiamo rinunciando a gestirli per diventare solo spettatori passivi. O vittime.
Il Fatto Economico - Il Fatto Quotidiano, 11 Maggio 2013
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Come se ne viene fuori ?
Purtroppo ogni giorno esce un caso di corruzione o altro.Questi 20 anni di berlusconismo hanno condizionato anche il PD, non esente da scandali.
Troppe anime e correnti nel PD.Ora il fango lo buttano anche al M5S, per la diaria.Non sono riusciti ne il Pd e PDL avendo dato incarico a dei tecnici di come abassare gli stipendi ai livelli europei.
Tutti ci ricordiamo di questo.Se la prendono con il M5S sulla diaria che stanno discutendo.
Sono sempre più convinto che per cambiare radicalmente questo paese di vuole M5S.
Ciao
Paolo121
Troppe anime e correnti nel PD.Ora il fango lo buttano anche al M5S, per la diaria.Non sono riusciti ne il Pd e PDL avendo dato incarico a dei tecnici di come abassare gli stipendi ai livelli europei.
Tutti ci ricordiamo di questo.Se la prendono con il M5S sulla diaria che stanno discutendo.
Sono sempre più convinto che per cambiare radicalmente questo paese di vuole M5S.
Ciao
Paolo121
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 200
La cruna dell’ago – 166
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 166
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 146
Cronaca di un affondamento annunciato - 146
In mezzo alla tempesta - 83
I giorni difficili della Repubblica italiana - 20
Sostiene Claudio Tito, nell’articolo di Repubblica di oggi postato da iospero:
…………Per questo il Cavaliere starebbe pensando ad andare alle elezioni, candidarsi alla Camera dove - in caso di vittoria - il premio di maggioranza garantirebbe al Pdl la maggioranza in commissione per dire no alla decadenza e
scatenare un conflitto tra poteri dello Stato, forte del consenso elettorale appena ottenuto.
Un piano che, per poter funzionare, richiede che il ritorno alle urne avvenga prima della pubblicazione delle motivazioni della Cassazione.
A fronte di questa ipotesi gli altri devono concordare un piano per resistere , cioè
5 Stelle e CSX devono essere pronti per un governo di cambiamento, se il PD non dovesse muoversi
in questa direzione la prossima campagna elettorale dovrebbe essere tutti a votare 5 Stelle.
*
Sostiene pancho:
Se la Sinistra non interviene immediatamente a proporsi come alternativa seria a questi intrallazzi vergonosi, voteremo tutti Grillo sapendo pure i rischi che andremo incontro.Che altro potrebbe fare questo popolo incazzato? Adagiarsi alla situazione sapendo che sara' sempre ed esclusiovamente lui a pagare queste "spese" di questi intrallazzatiro ed imbroglioni il cui dio denaro e' la cosa che vale piu' di tutto. Sopratutto se viene preso ad altri.
*
Sostiene Stefano Feltri, nell’articolo de IFQ di oggi postato da mariok:
Eppure, l’orizzonte della politica economica si è ristretto (il governo Berlusconi aveva addirittura chiuso l’istituto per il Commercio estero). Sia dal lato delle imprese sia da quello dei diritti. La crisi dei consumi ha fatto svanire quella consapevolezza negli acquisti che stava producendo effetti concreti – ricordate le campagne di boicottaggio contro la Nike? – e che sembrava la nascita di una democrazia globale del consumo adatta ad affrontare le sfide di un’economia non più confinata negli Stati nazionali.
Con pochi soldi in tasca, siamo meno sensibili a cosa c’è dietro un prezzo basso. E i sindacati non hanno mai raccolto il suggerimento che tanti, come Luciano Gallino, davano loro: il modo migliore per tutelare i lavoratori italiani nella competizione globale è la trasparenza sulla catena di fornitura. Chi comprerebbe una t-shirt sapendo che è stata prodotta da qualcuno che ha perso la vita per mantenere basso il prezzo? E forse oggi sarebbe un’informazione utile per il consumatore sapere come stanno reagendo le imprese alla catastrofe bengalese.
Benetton, tra i clienti della fabbrica crollata, ha deciso di rimanere in Bangladesh, con alcuni buoni propositi sul rispetto dei diritti dei lavoratori, decisione accolta con sollievo dai media locali, come il Dhaka Tribune. Altri, tipo la Walt Disney Company, hanno annunciato di lasciare il Paese, per andare lontano dagli scandali (e magari da giornalisti e ong).
*
Sostiene paolo 11:
Sono sempre più convinto che per cambiare radicalmente questo paese di vuole M5S.
**
Queste osservazioni mi permettono alla sola distanza di un paio di giorni di ribadire ulteriormente quanto già precisato:
Adesso è ancora più chiaro il significato di: Come inizia una guerra civile
Il termine “guerra civile”, sottintende però la possibilità di altri sviluppi alternativi, come:
- Una rivoluzione
- Una mezza rivoluzione
- Un colpo di Stato da parte dell’esercito,
- Sommosse popolari
Adesso a segnalare la pericolosità della tenuta del sistema sociale sono intervenuti (purtroppo con troppo ritardo) personaggi che hanno un certo credito nella società italiana, non di certo il mio:
Passera
Passera: "La tenuta sociale è a rischio"
Monti: "Vado avanti, l'Italia ce la farà"
CONFINDUSTRIA "La crescita si allontana"
Roma, 10 maggio 2012 - Il momento della crisi "più difficile è ora", ma l'Italia "ne può uscire" anche se "l'Europa non è ancora capace di fare un passo avanti sulla tenuta finanziaria di se stessa e sulla crescita". E ancora più crudo: "Il disagio sociale e diffuso legato alla mancanza di lavoro in Italia è più ampio di quello che le statistiche dicono. E' a rischio la tenuta economica e sociale del Paese". Motivo vero: "la mancanza di lavoro in Europa in generale e nel nostro paese è più ampia di quello che le statistiche dicono''.
^^^^^^^^^^^^^^^^^
Rispetto ad un anno fa, tutti gli indicatori economici sono fortemente peggiorati.
****
Squinzi
E la chiamarono “Deposit Tax” per la stabilità e la coesione ...
escogitur.wordpress.com/.../e-la-chiamarono-deposit-tax-per-la-stabilita-...
•
27/apr/2013 – Su questo frangente sono emerse varie possibili interpretazioni, anche e... di escalation di episodi di violenza sociale sommaria) quanto piuttosto l'istituzione ... è stato molto istruttivo apprendere i rischi ed analizzare i pericoli su
***
Bonanni
Bonanni: «Il governo trovi 1,5 miliardi entro maggio o rischi di tenuta ...
http://www.corriere.it › Politica
•
04/mag/2013 – «A rischio ci sono oltre 700mila cassintegrati, che altrimenti ... Il governo «apra il confronto» con le parti sociali «al più presto. ... La riduzione delle tasse, secondo Bonanni, «è l'unico modo per far ripartire i consumi e quindi l'economia. ...Sottolineando o cliccando due volte su un qualsiasi termine di ...
***
Draghi
Draghi parla alla Luiss: ««Rischi di proteste distruttive a causa della ...
http://www.corriere.it › Economia
•
06/mag/2013 – Mario Draghi in fondo alla sala, insignito della laurea honoris causa alla Luiss di Roma (Ansa) ... ai frutti della ricchezza nazionale» che aumenta «la coesionesociale» e ... su cui, malgrado progressi recenti, non poco resta ancora da fare, sia ....Politici, fate presto con queste poltrone e mettetevi all'opera ...
Continua in:
I giorni difficili della Repubblica italiana - 21
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 200
La cruna dell’ago – 166
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 166
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 146
Cronaca di un affondamento annunciato - 146
In mezzo alla tempesta - 83
I giorni difficili della Repubblica italiana - 20
Sostiene Claudio Tito, nell’articolo di Repubblica di oggi postato da iospero:
…………Per questo il Cavaliere starebbe pensando ad andare alle elezioni, candidarsi alla Camera dove - in caso di vittoria - il premio di maggioranza garantirebbe al Pdl la maggioranza in commissione per dire no alla decadenza e
scatenare un conflitto tra poteri dello Stato, forte del consenso elettorale appena ottenuto.
Un piano che, per poter funzionare, richiede che il ritorno alle urne avvenga prima della pubblicazione delle motivazioni della Cassazione.
A fronte di questa ipotesi gli altri devono concordare un piano per resistere , cioè
5 Stelle e CSX devono essere pronti per un governo di cambiamento, se il PD non dovesse muoversi
in questa direzione la prossima campagna elettorale dovrebbe essere tutti a votare 5 Stelle.
*
Sostiene pancho:
Se la Sinistra non interviene immediatamente a proporsi come alternativa seria a questi intrallazzi vergonosi, voteremo tutti Grillo sapendo pure i rischi che andremo incontro.Che altro potrebbe fare questo popolo incazzato? Adagiarsi alla situazione sapendo che sara' sempre ed esclusiovamente lui a pagare queste "spese" di questi intrallazzatiro ed imbroglioni il cui dio denaro e' la cosa che vale piu' di tutto. Sopratutto se viene preso ad altri.
*
Sostiene Stefano Feltri, nell’articolo de IFQ di oggi postato da mariok:
Eppure, l’orizzonte della politica economica si è ristretto (il governo Berlusconi aveva addirittura chiuso l’istituto per il Commercio estero). Sia dal lato delle imprese sia da quello dei diritti. La crisi dei consumi ha fatto svanire quella consapevolezza negli acquisti che stava producendo effetti concreti – ricordate le campagne di boicottaggio contro la Nike? – e che sembrava la nascita di una democrazia globale del consumo adatta ad affrontare le sfide di un’economia non più confinata negli Stati nazionali.
Con pochi soldi in tasca, siamo meno sensibili a cosa c’è dietro un prezzo basso. E i sindacati non hanno mai raccolto il suggerimento che tanti, come Luciano Gallino, davano loro: il modo migliore per tutelare i lavoratori italiani nella competizione globale è la trasparenza sulla catena di fornitura. Chi comprerebbe una t-shirt sapendo che è stata prodotta da qualcuno che ha perso la vita per mantenere basso il prezzo? E forse oggi sarebbe un’informazione utile per il consumatore sapere come stanno reagendo le imprese alla catastrofe bengalese.
Benetton, tra i clienti della fabbrica crollata, ha deciso di rimanere in Bangladesh, con alcuni buoni propositi sul rispetto dei diritti dei lavoratori, decisione accolta con sollievo dai media locali, come il Dhaka Tribune. Altri, tipo la Walt Disney Company, hanno annunciato di lasciare il Paese, per andare lontano dagli scandali (e magari da giornalisti e ong).
*
Sostiene paolo 11:
Sono sempre più convinto che per cambiare radicalmente questo paese di vuole M5S.
**
Queste osservazioni mi permettono alla sola distanza di un paio di giorni di ribadire ulteriormente quanto già precisato:
Adesso è ancora più chiaro il significato di: Come inizia una guerra civile
Il termine “guerra civile”, sottintende però la possibilità di altri sviluppi alternativi, come:
- Una rivoluzione
- Una mezza rivoluzione
- Un colpo di Stato da parte dell’esercito,
- Sommosse popolari
Adesso a segnalare la pericolosità della tenuta del sistema sociale sono intervenuti (purtroppo con troppo ritardo) personaggi che hanno un certo credito nella società italiana, non di certo il mio:
Passera
Passera: "La tenuta sociale è a rischio"
Monti: "Vado avanti, l'Italia ce la farà"
CONFINDUSTRIA "La crescita si allontana"
Roma, 10 maggio 2012 - Il momento della crisi "più difficile è ora", ma l'Italia "ne può uscire" anche se "l'Europa non è ancora capace di fare un passo avanti sulla tenuta finanziaria di se stessa e sulla crescita". E ancora più crudo: "Il disagio sociale e diffuso legato alla mancanza di lavoro in Italia è più ampio di quello che le statistiche dicono. E' a rischio la tenuta economica e sociale del Paese". Motivo vero: "la mancanza di lavoro in Europa in generale e nel nostro paese è più ampia di quello che le statistiche dicono''.
^^^^^^^^^^^^^^^^^
Rispetto ad un anno fa, tutti gli indicatori economici sono fortemente peggiorati.
****
Squinzi
E la chiamarono “Deposit Tax” per la stabilità e la coesione ...
escogitur.wordpress.com/.../e-la-chiamarono-deposit-tax-per-la-stabilita-...
•
27/apr/2013 – Su questo frangente sono emerse varie possibili interpretazioni, anche e... di escalation di episodi di violenza sociale sommaria) quanto piuttosto l'istituzione ... è stato molto istruttivo apprendere i rischi ed analizzare i pericoli su
***
Bonanni
Bonanni: «Il governo trovi 1,5 miliardi entro maggio o rischi di tenuta ...
http://www.corriere.it › Politica
•
04/mag/2013 – «A rischio ci sono oltre 700mila cassintegrati, che altrimenti ... Il governo «apra il confronto» con le parti sociali «al più presto. ... La riduzione delle tasse, secondo Bonanni, «è l'unico modo per far ripartire i consumi e quindi l'economia. ...Sottolineando o cliccando due volte su un qualsiasi termine di ...
***
Draghi
Draghi parla alla Luiss: ««Rischi di proteste distruttive a causa della ...
http://www.corriere.it › Economia
•
06/mag/2013 – Mario Draghi in fondo alla sala, insignito della laurea honoris causa alla Luiss di Roma (Ansa) ... ai frutti della ricchezza nazionale» che aumenta «la coesionesociale» e ... su cui, malgrado progressi recenti, non poco resta ancora da fare, sia ....Politici, fate presto con queste poltrone e mettetevi all'opera ...
Continua in:
I giorni difficili della Repubblica italiana - 21
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 201
La cruna dell’ago – 167
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 167
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 147
Cronaca di un affondamento annunciato - 147
In mezzo alla tempesta - 84
I giorni difficili della Repubblica italiana - 21
Nella Rete è presente questa definizione di "stupidera", decisamente attendibile:
lunedì, 27 agosto 2012
Stüpidera
In alcune zone della Lombardia questo termine, stüpidera,
indica quell'età ingrata che ogni giovane vive a partire dalla
scuola media inferiore fino alla maggiore età.
E' un'età ingrata perché il giovane non è più un bambino e
non è ancora un adulto, il suo carattere è in via di formazione,
i suoi sogni - e le sue velleità - sono innumerevoli.
E' l'età della contestazione contro tutti e tutto: contesta la famiglia,
la scuola, la società.
Gli adulti dovrebbero guardare a questi giovani con occhi ed
atteggiamenti paterni (ma anche "nonneschi") e ricordare
che quella età, ancorché lontana nel tempo, è stata vissuta
da tutti.
E' un termine benevolo, stüpidera, e viene quasi sempre
usato con la massima comprensione ed indulgenza poiché,
si sa, col decorrere degli anni questa fase sarà superata.
Ma a fianco della stüpidera giovanile esiste anche - ahinoi -
quella senile, quella che vede procrastinata negli anni tale
fase della vita.
Si tratta di gente mai completamente maturata, che si porta
appresso insieme con l'avanzare dell'età, anche l'immaturità
giovanile.
Non ha alcuna importanza se costoro hanno avuto successo
nella vita, se hanno conquistato ricchezza e posizioni di
prestigio nella società: sono e resteranno sempre immaturi!
Tra i molteplici esempi che si potrebbero fare ne basti uno
solo, ma molto significativo: da circa un ventennio l'Italia,
anche se a fasi alterne, è stata governata da un personaggio
che ha ampiamente dimostrato di non aver mai superato
l'età della stüpidera.
I suoi discorsi politicamente sconclusionati, i suoi infantili
atteggiamenti da bulletto di periferia, la sua condotta privata,
la sua inettitudine pubblica, la probabile decisione di ritentare
la conquista del potere politico ignominiosamente perduto
meno di un anno fa, e via dicendo, sono la patente
dimostrazione di quanto è stato sopra affermato.
Nessuna indulgenza, quindi, verso la stüpidera senile, ma
una chiara e netta condanna.
http://opinioni-bis.myblog.it/archive/2 ... idera.html
Continua in :
I giorni difficili della Repubblica italiana - 22
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 201
La cruna dell’ago – 167
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 167
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 147
Cronaca di un affondamento annunciato - 147
In mezzo alla tempesta - 84
I giorni difficili della Repubblica italiana - 21
Nella Rete è presente questa definizione di "stupidera", decisamente attendibile:
lunedì, 27 agosto 2012
Stüpidera
In alcune zone della Lombardia questo termine, stüpidera,
indica quell'età ingrata che ogni giovane vive a partire dalla
scuola media inferiore fino alla maggiore età.
E' un'età ingrata perché il giovane non è più un bambino e
non è ancora un adulto, il suo carattere è in via di formazione,
i suoi sogni - e le sue velleità - sono innumerevoli.
E' l'età della contestazione contro tutti e tutto: contesta la famiglia,
la scuola, la società.
Gli adulti dovrebbero guardare a questi giovani con occhi ed
atteggiamenti paterni (ma anche "nonneschi") e ricordare
che quella età, ancorché lontana nel tempo, è stata vissuta
da tutti.
E' un termine benevolo, stüpidera, e viene quasi sempre
usato con la massima comprensione ed indulgenza poiché,
si sa, col decorrere degli anni questa fase sarà superata.
Ma a fianco della stüpidera giovanile esiste anche - ahinoi -
quella senile, quella che vede procrastinata negli anni tale
fase della vita.
Si tratta di gente mai completamente maturata, che si porta
appresso insieme con l'avanzare dell'età, anche l'immaturità
giovanile.
Non ha alcuna importanza se costoro hanno avuto successo
nella vita, se hanno conquistato ricchezza e posizioni di
prestigio nella società: sono e resteranno sempre immaturi!
Tra i molteplici esempi che si potrebbero fare ne basti uno
solo, ma molto significativo: da circa un ventennio l'Italia,
anche se a fasi alterne, è stata governata da un personaggio
che ha ampiamente dimostrato di non aver mai superato
l'età della stüpidera.
I suoi discorsi politicamente sconclusionati, i suoi infantili
atteggiamenti da bulletto di periferia, la sua condotta privata,
la sua inettitudine pubblica, la probabile decisione di ritentare
la conquista del potere politico ignominiosamente perduto
meno di un anno fa, e via dicendo, sono la patente
dimostrazione di quanto è stato sopra affermato.
Nessuna indulgenza, quindi, verso la stüpidera senile, ma
una chiara e netta condanna.
http://opinioni-bis.myblog.it/archive/2 ... idera.html
Continua in :
I giorni difficili della Repubblica italiana - 22
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 201
La cruna dell’ago – 168
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 168
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 148
Cronaca di un affondamento annunciato - 148
In mezzo alla tempesta - 85
I giorni difficili della Repubblica italiana - 22
L’autore della definizione della stupidera trova un facile esempio nel Caimano.
E’ vero che il Caimano è affetto da stupidera senile, ma è contemporaneamente affetto anche da molte altre cose.
Ascoltando la gente, le loro storie (alcuni sono delle autentiche macchinette inesauribili che continuano a ripeterti all’infinito la loro vita, le loro esperienze), si viene a conoscenza dello stato di fatto del tessuto sociale di alcune comunità.
Un particolare piuttosto inquietante è che sembra dai racconti, che la vita nei paesi sia rimasta la stessa di mezzo secolo fa, e che, pur facendo la debita tara su quanto ti viene raccontato, sembra che la “stupidera senile” sia alquanto diffusa.
Questo spiega in parte come il Caimano dopo aver mandato a picco il Paese, sia ancora in grado di incantare con una serie di minchiate spaventose una buona parte di elettorato italiano ed essere tornato in breve tempo il primo partito d’Italia che guida la colazione vincente.
La stupidera senile in questo caso gioca un ruolo importante sul successo del Caimano.
Il suo successo però è anche dovuto in gran parte alla deficienza dell’opposizione. Nessuno che lo contrasta mai nei modi dovuti su minchiate megagalattiche.
Prima perché aveva fatto accordi già ai tempi (1994 – Fonte un senatore Pds) e collaboravano nel retrobottega alla facciaccia degli elettori con il becco giallo, adesso perché sono insieme al governo.
La paura di irritare il Caimano oltre il punto di rottura paralizza completamente l’opposizione, ma anche il governo.
In questo modo, il maestro concertatore e direttore d’orchestra diventa inevitabilmente Silvio Berlusconi che giostra la partita come e quando vuole lui dettandone anche i tempi.
Sono in molti ad essere convinti anche tra i media che siamo in campagna elettorale. Per essere precisi noi siamo in campagna elettorale dalla primavera del 1994. Con il Caimano si è sempre in campagna elettorale, anche perché è un settore dove risulta vincente e riesce sempre in questo modo a coprire tutte le sue altre carenze in politica, che sono molte. La prima è quella di non saper governare.
Quindi, la teoria esposta da Claudio Tito su La Repubblica di stamani, in cui il Caimano è fortemente interessato ad andare ad elezioni, vincerle abbondantemente, e dominare in solitario nel dopo elezioni per bloccare i giochi prima del pronunciamento della Cassazione sul caso Mediaset, per cui è stata confermata la condanna a 4 anni di reclusione più l’interdizione dai pubblici uffici, fatto che potrebbe metterlo fuori gioco per la prima volta dopo 20 anni, è decisamente più che attendibile.
E lo si può riscontrare nella partita a scacchi condotta e dominata passo dopo passo da Al Tappone e dalla sua direzione strategica.
La mossa odierna sul ddl intercettazioni va in quella direzione.
Ma già la scorsa settimana ha alzato i toni dello scontro. L’adunata di Brescia, oltre alla propaganda, è servita a tenere alto il livello dello scontro penalizzando il Pd, in questo momento raso al suolo malgrado abbiano tentato di parare il colpo con Epifani, che dal suo esordio preferisce tenere un profilo basso che favorisce interamente il Caimano.
Alla Camera la performance del camerata Brunetta contro la Boldrini, mette in imbarazzo soprattutto l’alleato, costretto costantemente a tenersi aggiornato sulle intenzioni di voto.
Quelle di stasera del TG3 non sono di certo delle migliori.
Il Pdl sta al 28 %.
Il Pd al 22 %
Mentre la coalizione di Cdx sta 7 punti avanti.
Ma come sempre, volendo edulcorare la pillola al Pd, favoriscono sempre il cav a discapito degli avversari.
Nella formazione di Csx inseriscono sempre inutilmente il Sel, quando invece è noto a tutti che Vendola ha rotto l’alleanza.
Oltre al fatto che dopo l’esperienza totalmente negativa di febbraio, Vendola sarebbe un super Tafazzi se ipotizzasse di allearsi nuovamente con il Pd dopo la frana delle ultime elezioni, dove ha perso metà dei consensi ed è stato salvato in parte da quell’elettorato del Pd che ha deciso di votare temporaneamente Sel.
Con la mossa di oggi di ripresentare pari pari il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, il Caimano mette in ulteriore fibrillazione sia il Pd che il governo.
In questo modo Berlusconi avanza nei sondaggi e il Pd retrocede perché buona parte del suo elettorato non accetta l’imposizione del Caimano anche perché alla fine il suo gioco prima o poi viene sempre allo scoperto.
L’inganno nei confronti del merla merlorum che è ritornato a sostenerlo è di dimensioni megagalattiche, ma anche in virtù della “stupidera senile” avanza ancora nelle intenzioni di voto.
Dal 28 febbraio u.s., B. ha giocato la partita mandando in tv le sue ragazze in versione Biancaneve, come sostiene oggi Flavia Perina su IFQ, dove hanno fatto una propaganda martellante sulla necessità di formare un esecutivo con il Pd.
Chi lo conosce bene sa quali sono le sue vere intenzioni. Non sono di certo il lavoro e la salvezza delle aziende italiane le sue priorità, come è riuscito a far credere al merlame del reame, ma la sua salvezza personale.
Anche la restituzione dell’Imu ha fatto e sta facendo gioco soprattutto sulle persone anziane in difficoltà economica.
Lo stato dell’arte però è questo. Il Caimano tiene per le palle il suo elettorato, il governo e il Pd.
Continua in:
I giorni difficili della Repubblica italiana - 23
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 201
La cruna dell’ago – 168
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 168
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 148
Cronaca di un affondamento annunciato - 148
In mezzo alla tempesta - 85
I giorni difficili della Repubblica italiana - 22
L’autore della definizione della stupidera trova un facile esempio nel Caimano.
E’ vero che il Caimano è affetto da stupidera senile, ma è contemporaneamente affetto anche da molte altre cose.
Ascoltando la gente, le loro storie (alcuni sono delle autentiche macchinette inesauribili che continuano a ripeterti all’infinito la loro vita, le loro esperienze), si viene a conoscenza dello stato di fatto del tessuto sociale di alcune comunità.
Un particolare piuttosto inquietante è che sembra dai racconti, che la vita nei paesi sia rimasta la stessa di mezzo secolo fa, e che, pur facendo la debita tara su quanto ti viene raccontato, sembra che la “stupidera senile” sia alquanto diffusa.
Questo spiega in parte come il Caimano dopo aver mandato a picco il Paese, sia ancora in grado di incantare con una serie di minchiate spaventose una buona parte di elettorato italiano ed essere tornato in breve tempo il primo partito d’Italia che guida la colazione vincente.
La stupidera senile in questo caso gioca un ruolo importante sul successo del Caimano.
Il suo successo però è anche dovuto in gran parte alla deficienza dell’opposizione. Nessuno che lo contrasta mai nei modi dovuti su minchiate megagalattiche.
Prima perché aveva fatto accordi già ai tempi (1994 – Fonte un senatore Pds) e collaboravano nel retrobottega alla facciaccia degli elettori con il becco giallo, adesso perché sono insieme al governo.
La paura di irritare il Caimano oltre il punto di rottura paralizza completamente l’opposizione, ma anche il governo.
In questo modo, il maestro concertatore e direttore d’orchestra diventa inevitabilmente Silvio Berlusconi che giostra la partita come e quando vuole lui dettandone anche i tempi.
Sono in molti ad essere convinti anche tra i media che siamo in campagna elettorale. Per essere precisi noi siamo in campagna elettorale dalla primavera del 1994. Con il Caimano si è sempre in campagna elettorale, anche perché è un settore dove risulta vincente e riesce sempre in questo modo a coprire tutte le sue altre carenze in politica, che sono molte. La prima è quella di non saper governare.
Quindi, la teoria esposta da Claudio Tito su La Repubblica di stamani, in cui il Caimano è fortemente interessato ad andare ad elezioni, vincerle abbondantemente, e dominare in solitario nel dopo elezioni per bloccare i giochi prima del pronunciamento della Cassazione sul caso Mediaset, per cui è stata confermata la condanna a 4 anni di reclusione più l’interdizione dai pubblici uffici, fatto che potrebbe metterlo fuori gioco per la prima volta dopo 20 anni, è decisamente più che attendibile.
E lo si può riscontrare nella partita a scacchi condotta e dominata passo dopo passo da Al Tappone e dalla sua direzione strategica.
La mossa odierna sul ddl intercettazioni va in quella direzione.
Ma già la scorsa settimana ha alzato i toni dello scontro. L’adunata di Brescia, oltre alla propaganda, è servita a tenere alto il livello dello scontro penalizzando il Pd, in questo momento raso al suolo malgrado abbiano tentato di parare il colpo con Epifani, che dal suo esordio preferisce tenere un profilo basso che favorisce interamente il Caimano.
Alla Camera la performance del camerata Brunetta contro la Boldrini, mette in imbarazzo soprattutto l’alleato, costretto costantemente a tenersi aggiornato sulle intenzioni di voto.
Quelle di stasera del TG3 non sono di certo delle migliori.
Il Pdl sta al 28 %.
Il Pd al 22 %
Mentre la coalizione di Cdx sta 7 punti avanti.
Ma come sempre, volendo edulcorare la pillola al Pd, favoriscono sempre il cav a discapito degli avversari.
Nella formazione di Csx inseriscono sempre inutilmente il Sel, quando invece è noto a tutti che Vendola ha rotto l’alleanza.
Oltre al fatto che dopo l’esperienza totalmente negativa di febbraio, Vendola sarebbe un super Tafazzi se ipotizzasse di allearsi nuovamente con il Pd dopo la frana delle ultime elezioni, dove ha perso metà dei consensi ed è stato salvato in parte da quell’elettorato del Pd che ha deciso di votare temporaneamente Sel.
Con la mossa di oggi di ripresentare pari pari il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, il Caimano mette in ulteriore fibrillazione sia il Pd che il governo.
In questo modo Berlusconi avanza nei sondaggi e il Pd retrocede perché buona parte del suo elettorato non accetta l’imposizione del Caimano anche perché alla fine il suo gioco prima o poi viene sempre allo scoperto.
L’inganno nei confronti del merla merlorum che è ritornato a sostenerlo è di dimensioni megagalattiche, ma anche in virtù della “stupidera senile” avanza ancora nelle intenzioni di voto.
Dal 28 febbraio u.s., B. ha giocato la partita mandando in tv le sue ragazze in versione Biancaneve, come sostiene oggi Flavia Perina su IFQ, dove hanno fatto una propaganda martellante sulla necessità di formare un esecutivo con il Pd.
Chi lo conosce bene sa quali sono le sue vere intenzioni. Non sono di certo il lavoro e la salvezza delle aziende italiane le sue priorità, come è riuscito a far credere al merlame del reame, ma la sua salvezza personale.
Anche la restituzione dell’Imu ha fatto e sta facendo gioco soprattutto sulle persone anziane in difficoltà economica.
Lo stato dell’arte però è questo. Il Caimano tiene per le palle il suo elettorato, il governo e il Pd.
Continua in:
I giorni difficili della Repubblica italiana - 23
-
- Messaggi: 17353
- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
Se i politici mentono, è o per debolezza, avendo comunque bisogno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ritenendo utili i voti, ma inutili gli elettori.
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 202
La cruna dell’ago – 169
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 169
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 149
Cronaca di un affondamento annunciato - 149
In mezzo alla tempesta - 86
Il buio oltre la siepe - 11
Per la precisione esiste un livello superiore di "veri padroni" della politica, che sono quelli che fanno parte dei poteri forti.
I poteri forti sono:
- I banchieri
- Il mondo dell'alta finanza
- Il Vaticano SpA
- La massoneria, deviata e non
- La Confindustria, leggermente decaduta perchè il 90 % delle imprese nazionali sono piccole e media industrie
- Da in quarto di secolo il potere forte dei poteri forti stanno diventando le Mafie SpA.
Non siamo più al livello che un capo dei capi poteva diventare Totò Riina, in quanto il più spietato e quindi il più rispettato di tutti. Oggi la Mafie SpA, si è trasformata. Viene diretta da uomini che hanno studiato nelle migliori università del pianeta. Trattano alla pari con tutti gli altri potere, soprattutto bancari e finanziari, per il semplice fatto che pecunia non olet.
Se la progressione dello sviluppo della cocaina sarà quello indicato in Zero, Zero, Zero, di Roberto Saviano, i prossimi padroni del pianeta saranno i signori della coca.
*
I veri padroni della politica
Vent’anni di finanziamenti privati: miliardi di lire prima, centinaia di migliaia di euro poi. Sempre gli stessi nomi pronti a intervenire trasversalmente con la destra e la sinistra: Della Valle, Benetton, Caltagirone, Romeo. E tanti altri ancora
di Alessandro Ferrucci e Carlo Tecce, da il Fatto quotidiano, 13 maggio 2013
Anche nel passaggio dalla lira all’euro lo scalino è stato ammortizzato. Tanto era allora, il doppio dopo. Anzi, i benefattori della politica sono stati al passo con gli appetiti crescenti: bonifici con zeri abbondanti a coprire una perenne campagna elettorale. I nomi sono quasi sempre gli stessi: presunti capitani d’industria come la famiglia Riva, imprenditori dall’aspetto illuminato tipo la famiglia Benetton. O Diego Della Valle, sempre presente negli ultimi vent’anni. I più generosi e attenti? Tutte le realtà legate al mondo della sanità e dell’edilizia. Destra, sinistra, centro. Questo ballo coinvolge tutto il Parlamento.
Sulla via Emilia
Metodici. Puntuali. Con cifre crescenti. Sono i Merloni, proprietari dell’omonima azienda legata al mondo degli elettrodomestici e della termoidraulica. Nel 1994 intervengono con un assegno da dieci milioni a favore di Beniamino Andreatta, uno da 30 per Gerardo Bianco, 60 al Partito Popolare e 80 per la neonata Forza Italia. Ma la generosità non finisce qui: ecco 270 milioni al Patto Segni, sotto la formula del “deposito fruttifero a garanzia di scopertura bancaria” e altri 20 per il suo leader Mariotto. Cambia stagione, non la generosità. Nel 1999: 50 milioni ai Ds, altrettanti al Ccd. Occhio alla data: 2001. È l’anno della chance per Francesco Rutelli come leader del centrosinistra, l’anno della frase “mangio pane e cicoria”. Per rendere più sfizioso il companatico, i Merloni si presentano con 100 mila euro; al Patto Segni e all’Udeur appena 10 mila. Finisce la disponibilità. Nel 2008 l’azienda entra in crisi: chiusi due stabilimenti, amministrazione straordinaria e debiti per 543,3 milioni di euro. Parentesi “alimentare” sulla via Emilia: nel 1994 Parmacotto si presenta con 100 milioni per Forza Italia e altrettanti per il candidato locale, Elio Massimo Palmizio. Non meno generoso è mister Idrolitina, alias Giuseppe Gazzoni Frascara, candidato nel 1995 a sindaco di Bologna. Tra il 1994 e il 1996 si presenta con oltre 300 milioni tra Forza Italia e il Ccd.
A chi fa le scarpe?
19 marzo 2006. Vicenza. Silvio Berlusconi attacca violentemente Diego Della Valle. Il signor Tod’s replica dalla platea. Sembrano lontani umanamente e politicamente, almeno lì. Eppure qualche anno prima la storia era tutt’altra. Nel 1994 il proprietario della Fiorentina si presenta da Forza Italia con 100 milioni, mentre sono 135 per il Patto Segni, sempre con la formula del “deposito fruttifero”. Ma la vera amicizia è quella con Clemente Mastella: nel 1998 dà 50 milioni ai Cristiano Democratici per la Repubblica e 150 mila all’Udeur per la campagna del 2006, a firma di Andrea (altri 100 mila per la Margherita, da parte di Diego, maggiore dei fratelli). Parallelamente alla passione politica, cresce anche il pacchetto aziende, tanto da entrare, nel 2011, nella classifica di Forbes dedicata agli uomini più ricchi al mondo; al marzo del 2013 egli è al 965° posto (20° italiano), con un patrimonio di 1,5 miliardi di dollari.
Fattore di “mercato”
Coerente. Munifico e coerente. È Maurizio Zamparini, spesso in tv o sui giornali, perché proprietario del Palermo calcio. È un uomo di destra, e quella parte finanzia. Nel 1994 batte ogni record con due “assegni” da 250 milioni l’uno, a favore del defunto Msi, in procinto di trasformarsi in Alleanza nazionale. Nel 2001 diventano 200 mila euro; 103 nel 2006 al Ccd, mentre nel 2008 seduce l’Mpa di Lombardo con altri 100.
Freccia a destra
Qualche dubbio, un’unica certezza: un misterioso benefattore spedisce nel 1994 97 milioni di lire all’Msi, da poco al governo con Silvio Berlusconi. Sono tre bonifici provenienti dal Lussemburgo, una situazione talmente ingarbugliata da costringere Gianfranco Fini a scrivere: “La vostra somma non è stata ancora utilizzata. Vi preghiamo di volerci segnalare la causale di tale versamento”. Il titolare della società non sa cosa rispondere, ma si rifugia in un diplomatico “sostegno e stima da italiani residenti all’estero”. Peccato che dietro ci fosse il banchiere italo-svizzero Pierfrancesco Pacini Battaglia, poi condannato a sei anni di carcere per appropriazione indebita nell’inchiesta di Mani Pulite.
Il “re” trasversale
Per Alfredo Romeo una condanna a quattro anni in primo grado, due e mezzo in appello e la prescrizione in Cassazione, a causa di Tangentopoli. Definiva i politici come “della cavallette! Anzi, delle iene”. Ma per lui una seconda opportunità, con un patrimonio immobiliare di 48 miliardi di lire da gestire e 160 milioni di incassi. E la capacità di intervenire, dove utile, con finanziamenti trasversali: 27.900 euro nel 2002 ai Ds di Roma, 12 a Forza Italia. Altri 20, sempre al partito di Fassino, per il 2005. E ancora 30 mila nel 2013 a Nicola Latorre, 25 al Centro Democratico. Oppure a Torino nel 2001: 30 mila per il sindaco Sergio Chiamparino, 40 a Forza Italia. Infine ha dato 60 mila euro a Renzi per le primarie. Attenzione: il business di Alfredo Romeo è di servizi offerti agli enti pubblici. Il 13 aprile di quest’anno la terza sezione della Corte d’appello di Napoli, lo ha condannato a tre anni per corruzione. Poche settimane prima aveva vinto una gara bandita dall’Anci per diventare partner della società che si occuperà della riscossione dei tributi.
La famiglia Riva
Tutti e tre schierati. Il padre Emilio Riva, assieme ai figli Nicola e Fabio: sono i proprietari dell’Ilva di Taranto, ora agli arresti domiciliari. Nel 2006 finanziarono la campagna elettorale di Pier Luigi Bersani con 98 mila euro. L’ex leader del Pd diventò ministro dello Sviluppo economico. Ma due anni prima, i tre uomini Riva, avevano elargito 330 mila euro a Forza Italia attraverso tre bonifici. Più altri “spicci”, ai berlusconiani di Bari, Taranto e Milano.
42 miliardi in sei anni
Nessuno ha mai negato che Forza Italia fosse la struttura politica di Publitalia 80, la concessionaria pubblicitaria di Mediaset, la più potente d’Italia ancora oggi. E nessuno ha creduto a Silvio Berlusconi quando si lamentava per i soldi spesi in campagna elettorale. Publitalia ha pompato denaro dal ’94 al 2000 a Forza Italia e ai propri alleati fra cui Alleanza nazionale, Lega Nord e Udc, ma anche la lista Pannella e Bonino Presidente: spesso si trattava di sconti sugli spazi pubblicitari oppure sconti “praticati secondo generali orientamenti di strategia commerciale”. Qualsiasi fosse la definizione giusta, il passaggio di favore e l’esborso di Cologno Monzese, la cifra ufficiale è spaventosa: circa 42 miliardi di lire in sei anni. Ma per confermare la generosità di Berlusconi va fatto notare un assegno di Forza Italia ai leghisti di Bossi e Maroni nel 2003, e non c’è scritto che si trattasse di divisione dei rimborsi pubblici: 300.000 euro.
Il re del mattone di lusso, soprattutto romano, Sergio Scarpellini ebbe i contratti per gli affitti di Montecitorio nel 1997. Qualche anno dopo, l’imprenditore donò 50 milioni di lire ai Ds calabresi e poi 48 mila euro ai Ds romani. Ma ha sempre contribuito alle spese dei partiti con le sue società, Milano 90 e Progetto 90. Sempre attento ai Ds prima e Pd poi: 200 mila euro in totale, 20 mila euro diretti a Michele Meta. Non manca il fronte centrodestra: 100 mila euro all’Udc, 50 mila al Pdl, 35 ai Cristiano Popolari di Baccini e 25 ai leghisti. Ma chiunque spende con speranza. Come Giuseppe Grossi, morto un paio di anni fa, vicino a Comunione e Liberazione, che aveva monopolizzato le bonifiche in Lombardia: per caso, prima dell’arresto, qualche anno addietro (2001 e 2004), diede 450 mila euro a Forza Italia. Funziona molto la tecnica della presenza costante con l’associazione Federfarma che pensa a tutti, proprio a tutti i partiti e ai tanti candidati.
Picconatore in aereo
L’aneddoto su Francesco Cossiga, allora presidente emerito, merita un racconto. Il picconatore viaggiava tanto e spesso a spese altrui: nel 1999, la Eliar lo portò tra la Spagna e l’Italia; nel 2000, Silvio Berlusconi in persona gli regalò un volo privato Roma-Nizza; poi la Joint Oriented pagò un Roma-Nizza. Ma chi si spese di più fu la Tiscali del conterraneo Soru che gli garantì un trasporto annuale gratuito – era il 2003 – da Cagliari a Roma e da Cagliari a Milano, andata e ritorno ovviamente. Questo introduce gli oltre 420 mila euro che la Energex diede al Ccd di Casini prima che diventasse Udc: la società anonima, sede in Lussemburgo, si occupa di noleggio aereo e la Camera non sa spiegare questi soldi di “capitale straniero”.
Re del mattone
Il costruttore romano Domenico Bonifaci, per la campagna elettorale fra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, la sfida numero uno, diede in prestito 3 miliardi di lire al Pds. Ma è soltanto un esempio di quanto, in questi anni, abbiano speso costruttori e immobiliaristi per sostenere i partiti: non mancano i Gavio o Toto. Da quando Pier Ferdinando Casini ha sposato la figlia Azzurra, Gaetano Francesco Caltagirone, attraverso le varie società di famiglia o in prima persona, non si è risparmiato: ha donato 2 milioni di euro in poco tempo. Anche se, dieci anni fa, diede un piccolo contributo di 20.000 euro ai Democratici di sinistra romani. I Ds in giro per l’Italia, e in particolare nella Capitale, hanno sempre potuto contare sui signori del mattone. Salini non si è sprecata, scarsi 100.000 divisi fra le varie sezioni rosse, stessa cifra per Italiana Costruzioni che, però, ne ha dati 25mila all’Udc, più 120 milioni del ’96 al Pds. I Ds di Roma, a colpi di 10 milioni di lire poi diventati 20mila euro, sono stati finanziati tanto dai potenziali o reali clienti come Romeo di Global Service o come Mondialpol che ha creduto anche nei progetti di Marrazzo presidente del Lazio o dell’Udc del munifico Casini. La bolognese Astaldi, che realizza grandi opere, ha sempre preferito la destra come testimoniano i 100 mila euro a Forza Italia che mal si sposano con i 70 mila ai Ds di qualche anno prima. I Cantieri Italiani di Pescara, anche con piccole somme di 5 mila euro, hanno cercato di tenere in piedi il centrosinistra italiano in Abruzzo: dai Democratici di Sinistra al Partito popolare hanno effettuato più di 30 donazioni. Tra i grandi finanziatori va ricordato Giannino Marzotto, amico di Enzo Ferrari, scomparso qualche anno fa, che in un colpo solo diede un milione di euro ciascuno a Forza Italia e Lega Nord.
Supermercati
Il patrón di Esselunga, Bernardo Caprotti, non ha mai nascosto le sue preferenze politiche. E i supermercati enormi, che puntellano soprattutto la Lombardia, sono merito di sapienza imprenditoriale e di un buon affiatamento con gli amministratori locali. Esselunga ha sempre finanziato i candidati di Forza Italia con bonifici di 20 milioni di lire, stiamo parlando degli anni che vanno dal 1996 al 2000, e tra i benificiari si trovano anche l’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini e l’attuale ministro Mario Mauro: entrambi, però, hanno mollato il Cavaliere per il professor Monti. Una volta sola, nel 2002, Caprotti stacca un assegno a suo nome di 200 milioni di lire per Forza Italia: l’anno prima la controllata Orofin ne aveva dati 500. Anche i centristi di Casini (Ccd) sono nelle grazie di Caprotti, che contribuisce con 210 milioni di lire in due rate.
Il colore dei soldi
La famiglia Benetton ha sempre fatto i propri (lauti) affari con debita distanza dai palazzi romani, ma accade qualcosa di strano nel 2006. Quando si comincia a parlare di una fusione tra Autostrade per l’Italia e la spagnola Albertis, un’operazione internazionale, e dunque anche politica. Prima di conoscere l’inquilino di Palazzo Chigi, se ci sarà la conferma di Silvio Berlusconi o il ritorno di Prodi, la società investe 1,1 milioni di euro e li distribuisce, sotto forma di donazioni, ai partiti. Un assegno di 150 mila euro ciascuno per la coalizione di centrodestra, Alleanza nazionale, Forza Italia, Lega Nord e Udc; stessa cifra per la coalizione di centrosinistra, Comitato per Prodi, Democratici di Sinistra, La Margherita e soltanto 50 mila euro per la piccola Udeur di Clemente Mastella. Il governo di Prodi avrà l’onore di battezzare lo scambio imprenditoriale con lo spagnolo Zapatero, ma Antonio Di Pietro, allora ministro per le Infrastrutture, si oppone con durezza. Finché il progetto non va malamente in archivio.
(13 maggio 2013)
Hannah Arendt
Come inizia una guerra civile – 202
La cruna dell’ago – 169
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 169
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 149
Cronaca di un affondamento annunciato - 149
In mezzo alla tempesta - 86
Il buio oltre la siepe - 11
Per la precisione esiste un livello superiore di "veri padroni" della politica, che sono quelli che fanno parte dei poteri forti.
I poteri forti sono:
- I banchieri
- Il mondo dell'alta finanza
- Il Vaticano SpA
- La massoneria, deviata e non
- La Confindustria, leggermente decaduta perchè il 90 % delle imprese nazionali sono piccole e media industrie
- Da in quarto di secolo il potere forte dei poteri forti stanno diventando le Mafie SpA.
Non siamo più al livello che un capo dei capi poteva diventare Totò Riina, in quanto il più spietato e quindi il più rispettato di tutti. Oggi la Mafie SpA, si è trasformata. Viene diretta da uomini che hanno studiato nelle migliori università del pianeta. Trattano alla pari con tutti gli altri potere, soprattutto bancari e finanziari, per il semplice fatto che pecunia non olet.
Se la progressione dello sviluppo della cocaina sarà quello indicato in Zero, Zero, Zero, di Roberto Saviano, i prossimi padroni del pianeta saranno i signori della coca.
*
I veri padroni della politica
Vent’anni di finanziamenti privati: miliardi di lire prima, centinaia di migliaia di euro poi. Sempre gli stessi nomi pronti a intervenire trasversalmente con la destra e la sinistra: Della Valle, Benetton, Caltagirone, Romeo. E tanti altri ancora
di Alessandro Ferrucci e Carlo Tecce, da il Fatto quotidiano, 13 maggio 2013
Anche nel passaggio dalla lira all’euro lo scalino è stato ammortizzato. Tanto era allora, il doppio dopo. Anzi, i benefattori della politica sono stati al passo con gli appetiti crescenti: bonifici con zeri abbondanti a coprire una perenne campagna elettorale. I nomi sono quasi sempre gli stessi: presunti capitani d’industria come la famiglia Riva, imprenditori dall’aspetto illuminato tipo la famiglia Benetton. O Diego Della Valle, sempre presente negli ultimi vent’anni. I più generosi e attenti? Tutte le realtà legate al mondo della sanità e dell’edilizia. Destra, sinistra, centro. Questo ballo coinvolge tutto il Parlamento.
Sulla via Emilia
Metodici. Puntuali. Con cifre crescenti. Sono i Merloni, proprietari dell’omonima azienda legata al mondo degli elettrodomestici e della termoidraulica. Nel 1994 intervengono con un assegno da dieci milioni a favore di Beniamino Andreatta, uno da 30 per Gerardo Bianco, 60 al Partito Popolare e 80 per la neonata Forza Italia. Ma la generosità non finisce qui: ecco 270 milioni al Patto Segni, sotto la formula del “deposito fruttifero a garanzia di scopertura bancaria” e altri 20 per il suo leader Mariotto. Cambia stagione, non la generosità. Nel 1999: 50 milioni ai Ds, altrettanti al Ccd. Occhio alla data: 2001. È l’anno della chance per Francesco Rutelli come leader del centrosinistra, l’anno della frase “mangio pane e cicoria”. Per rendere più sfizioso il companatico, i Merloni si presentano con 100 mila euro; al Patto Segni e all’Udeur appena 10 mila. Finisce la disponibilità. Nel 2008 l’azienda entra in crisi: chiusi due stabilimenti, amministrazione straordinaria e debiti per 543,3 milioni di euro. Parentesi “alimentare” sulla via Emilia: nel 1994 Parmacotto si presenta con 100 milioni per Forza Italia e altrettanti per il candidato locale, Elio Massimo Palmizio. Non meno generoso è mister Idrolitina, alias Giuseppe Gazzoni Frascara, candidato nel 1995 a sindaco di Bologna. Tra il 1994 e il 1996 si presenta con oltre 300 milioni tra Forza Italia e il Ccd.
A chi fa le scarpe?
19 marzo 2006. Vicenza. Silvio Berlusconi attacca violentemente Diego Della Valle. Il signor Tod’s replica dalla platea. Sembrano lontani umanamente e politicamente, almeno lì. Eppure qualche anno prima la storia era tutt’altra. Nel 1994 il proprietario della Fiorentina si presenta da Forza Italia con 100 milioni, mentre sono 135 per il Patto Segni, sempre con la formula del “deposito fruttifero”. Ma la vera amicizia è quella con Clemente Mastella: nel 1998 dà 50 milioni ai Cristiano Democratici per la Repubblica e 150 mila all’Udeur per la campagna del 2006, a firma di Andrea (altri 100 mila per la Margherita, da parte di Diego, maggiore dei fratelli). Parallelamente alla passione politica, cresce anche il pacchetto aziende, tanto da entrare, nel 2011, nella classifica di Forbes dedicata agli uomini più ricchi al mondo; al marzo del 2013 egli è al 965° posto (20° italiano), con un patrimonio di 1,5 miliardi di dollari.
Fattore di “mercato”
Coerente. Munifico e coerente. È Maurizio Zamparini, spesso in tv o sui giornali, perché proprietario del Palermo calcio. È un uomo di destra, e quella parte finanzia. Nel 1994 batte ogni record con due “assegni” da 250 milioni l’uno, a favore del defunto Msi, in procinto di trasformarsi in Alleanza nazionale. Nel 2001 diventano 200 mila euro; 103 nel 2006 al Ccd, mentre nel 2008 seduce l’Mpa di Lombardo con altri 100.
Freccia a destra
Qualche dubbio, un’unica certezza: un misterioso benefattore spedisce nel 1994 97 milioni di lire all’Msi, da poco al governo con Silvio Berlusconi. Sono tre bonifici provenienti dal Lussemburgo, una situazione talmente ingarbugliata da costringere Gianfranco Fini a scrivere: “La vostra somma non è stata ancora utilizzata. Vi preghiamo di volerci segnalare la causale di tale versamento”. Il titolare della società non sa cosa rispondere, ma si rifugia in un diplomatico “sostegno e stima da italiani residenti all’estero”. Peccato che dietro ci fosse il banchiere italo-svizzero Pierfrancesco Pacini Battaglia, poi condannato a sei anni di carcere per appropriazione indebita nell’inchiesta di Mani Pulite.
Il “re” trasversale
Per Alfredo Romeo una condanna a quattro anni in primo grado, due e mezzo in appello e la prescrizione in Cassazione, a causa di Tangentopoli. Definiva i politici come “della cavallette! Anzi, delle iene”. Ma per lui una seconda opportunità, con un patrimonio immobiliare di 48 miliardi di lire da gestire e 160 milioni di incassi. E la capacità di intervenire, dove utile, con finanziamenti trasversali: 27.900 euro nel 2002 ai Ds di Roma, 12 a Forza Italia. Altri 20, sempre al partito di Fassino, per il 2005. E ancora 30 mila nel 2013 a Nicola Latorre, 25 al Centro Democratico. Oppure a Torino nel 2001: 30 mila per il sindaco Sergio Chiamparino, 40 a Forza Italia. Infine ha dato 60 mila euro a Renzi per le primarie. Attenzione: il business di Alfredo Romeo è di servizi offerti agli enti pubblici. Il 13 aprile di quest’anno la terza sezione della Corte d’appello di Napoli, lo ha condannato a tre anni per corruzione. Poche settimane prima aveva vinto una gara bandita dall’Anci per diventare partner della società che si occuperà della riscossione dei tributi.
La famiglia Riva
Tutti e tre schierati. Il padre Emilio Riva, assieme ai figli Nicola e Fabio: sono i proprietari dell’Ilva di Taranto, ora agli arresti domiciliari. Nel 2006 finanziarono la campagna elettorale di Pier Luigi Bersani con 98 mila euro. L’ex leader del Pd diventò ministro dello Sviluppo economico. Ma due anni prima, i tre uomini Riva, avevano elargito 330 mila euro a Forza Italia attraverso tre bonifici. Più altri “spicci”, ai berlusconiani di Bari, Taranto e Milano.
42 miliardi in sei anni
Nessuno ha mai negato che Forza Italia fosse la struttura politica di Publitalia 80, la concessionaria pubblicitaria di Mediaset, la più potente d’Italia ancora oggi. E nessuno ha creduto a Silvio Berlusconi quando si lamentava per i soldi spesi in campagna elettorale. Publitalia ha pompato denaro dal ’94 al 2000 a Forza Italia e ai propri alleati fra cui Alleanza nazionale, Lega Nord e Udc, ma anche la lista Pannella e Bonino Presidente: spesso si trattava di sconti sugli spazi pubblicitari oppure sconti “praticati secondo generali orientamenti di strategia commerciale”. Qualsiasi fosse la definizione giusta, il passaggio di favore e l’esborso di Cologno Monzese, la cifra ufficiale è spaventosa: circa 42 miliardi di lire in sei anni. Ma per confermare la generosità di Berlusconi va fatto notare un assegno di Forza Italia ai leghisti di Bossi e Maroni nel 2003, e non c’è scritto che si trattasse di divisione dei rimborsi pubblici: 300.000 euro.
Il re del mattone di lusso, soprattutto romano, Sergio Scarpellini ebbe i contratti per gli affitti di Montecitorio nel 1997. Qualche anno dopo, l’imprenditore donò 50 milioni di lire ai Ds calabresi e poi 48 mila euro ai Ds romani. Ma ha sempre contribuito alle spese dei partiti con le sue società, Milano 90 e Progetto 90. Sempre attento ai Ds prima e Pd poi: 200 mila euro in totale, 20 mila euro diretti a Michele Meta. Non manca il fronte centrodestra: 100 mila euro all’Udc, 50 mila al Pdl, 35 ai Cristiano Popolari di Baccini e 25 ai leghisti. Ma chiunque spende con speranza. Come Giuseppe Grossi, morto un paio di anni fa, vicino a Comunione e Liberazione, che aveva monopolizzato le bonifiche in Lombardia: per caso, prima dell’arresto, qualche anno addietro (2001 e 2004), diede 450 mila euro a Forza Italia. Funziona molto la tecnica della presenza costante con l’associazione Federfarma che pensa a tutti, proprio a tutti i partiti e ai tanti candidati.
Picconatore in aereo
L’aneddoto su Francesco Cossiga, allora presidente emerito, merita un racconto. Il picconatore viaggiava tanto e spesso a spese altrui: nel 1999, la Eliar lo portò tra la Spagna e l’Italia; nel 2000, Silvio Berlusconi in persona gli regalò un volo privato Roma-Nizza; poi la Joint Oriented pagò un Roma-Nizza. Ma chi si spese di più fu la Tiscali del conterraneo Soru che gli garantì un trasporto annuale gratuito – era il 2003 – da Cagliari a Roma e da Cagliari a Milano, andata e ritorno ovviamente. Questo introduce gli oltre 420 mila euro che la Energex diede al Ccd di Casini prima che diventasse Udc: la società anonima, sede in Lussemburgo, si occupa di noleggio aereo e la Camera non sa spiegare questi soldi di “capitale straniero”.
Re del mattone
Il costruttore romano Domenico Bonifaci, per la campagna elettorale fra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, la sfida numero uno, diede in prestito 3 miliardi di lire al Pds. Ma è soltanto un esempio di quanto, in questi anni, abbiano speso costruttori e immobiliaristi per sostenere i partiti: non mancano i Gavio o Toto. Da quando Pier Ferdinando Casini ha sposato la figlia Azzurra, Gaetano Francesco Caltagirone, attraverso le varie società di famiglia o in prima persona, non si è risparmiato: ha donato 2 milioni di euro in poco tempo. Anche se, dieci anni fa, diede un piccolo contributo di 20.000 euro ai Democratici di sinistra romani. I Ds in giro per l’Italia, e in particolare nella Capitale, hanno sempre potuto contare sui signori del mattone. Salini non si è sprecata, scarsi 100.000 divisi fra le varie sezioni rosse, stessa cifra per Italiana Costruzioni che, però, ne ha dati 25mila all’Udc, più 120 milioni del ’96 al Pds. I Ds di Roma, a colpi di 10 milioni di lire poi diventati 20mila euro, sono stati finanziati tanto dai potenziali o reali clienti come Romeo di Global Service o come Mondialpol che ha creduto anche nei progetti di Marrazzo presidente del Lazio o dell’Udc del munifico Casini. La bolognese Astaldi, che realizza grandi opere, ha sempre preferito la destra come testimoniano i 100 mila euro a Forza Italia che mal si sposano con i 70 mila ai Ds di qualche anno prima. I Cantieri Italiani di Pescara, anche con piccole somme di 5 mila euro, hanno cercato di tenere in piedi il centrosinistra italiano in Abruzzo: dai Democratici di Sinistra al Partito popolare hanno effettuato più di 30 donazioni. Tra i grandi finanziatori va ricordato Giannino Marzotto, amico di Enzo Ferrari, scomparso qualche anno fa, che in un colpo solo diede un milione di euro ciascuno a Forza Italia e Lega Nord.
Supermercati
Il patrón di Esselunga, Bernardo Caprotti, non ha mai nascosto le sue preferenze politiche. E i supermercati enormi, che puntellano soprattutto la Lombardia, sono merito di sapienza imprenditoriale e di un buon affiatamento con gli amministratori locali. Esselunga ha sempre finanziato i candidati di Forza Italia con bonifici di 20 milioni di lire, stiamo parlando degli anni che vanno dal 1996 al 2000, e tra i benificiari si trovano anche l’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini e l’attuale ministro Mario Mauro: entrambi, però, hanno mollato il Cavaliere per il professor Monti. Una volta sola, nel 2002, Caprotti stacca un assegno a suo nome di 200 milioni di lire per Forza Italia: l’anno prima la controllata Orofin ne aveva dati 500. Anche i centristi di Casini (Ccd) sono nelle grazie di Caprotti, che contribuisce con 210 milioni di lire in due rate.
Il colore dei soldi
La famiglia Benetton ha sempre fatto i propri (lauti) affari con debita distanza dai palazzi romani, ma accade qualcosa di strano nel 2006. Quando si comincia a parlare di una fusione tra Autostrade per l’Italia e la spagnola Albertis, un’operazione internazionale, e dunque anche politica. Prima di conoscere l’inquilino di Palazzo Chigi, se ci sarà la conferma di Silvio Berlusconi o il ritorno di Prodi, la società investe 1,1 milioni di euro e li distribuisce, sotto forma di donazioni, ai partiti. Un assegno di 150 mila euro ciascuno per la coalizione di centrodestra, Alleanza nazionale, Forza Italia, Lega Nord e Udc; stessa cifra per la coalizione di centrosinistra, Comitato per Prodi, Democratici di Sinistra, La Margherita e soltanto 50 mila euro per la piccola Udeur di Clemente Mastella. Il governo di Prodi avrà l’onore di battezzare lo scambio imprenditoriale con lo spagnolo Zapatero, ma Antonio Di Pietro, allora ministro per le Infrastrutture, si oppone con durezza. Finché il progetto non va malamente in archivio.
(13 maggio 2013)
Re: Come se ne viene fuori ?
caprotti , classe 1925 ancora saldamente al timone dell'impero.... i figli sono disperatiSupermercati
Il patrón di Esselunga, Bernardo Caprotti, non ha mai nascosto le sue preferenze politiche. E i supermercati enormi, che puntellano soprattutto la Lombardia, sono merito di sapienza imprenditoriale e di un buon affiatamento con gli amministratori locali. Esselunga ha sempre finanziato i candidati di Forza Italia con bonifici di 20 milioni di lire, stiamo parlando degli anni che vanno dal 1996 al 2000, e tra i benificiari si trovano anche l’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini e l’attuale ministro Mario Mauro: entrambi, però, hanno mollato il Cavaliere per il professor Monti. Una volta sola, nel 2002, Caprotti stacca un assegno a suo nome di 200 milioni di lire per Forza Italia: l’anno prima la controllata Orofin ne aveva dati 500. Anche i centristi di Casini (Ccd) sono nelle grazie di Caprotti, che contribuisce con 210 milioni di lire in due rate.
memorabile la guerra alle coop rosse e il libro falce e carrello ...
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Google [Bot] e 1 ospite