Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

In tutti i passaggi delle fasi storiche esiste sempre e comunque una priorità reale contingente del momento.
In parte vero, ma se ci si limita a questo, che ci sta a fare la politica?

Se ci si muove solo guidati dalla pancia, non solo si rischia di non risolvere niente, ma si finisce con l'abbandonarsi alle peggiori forme di populismo ed alla fine di fascismo.

Senza un'analisi fredda delle cause e quindi l'identificazione di obbiettivi giusti e coerenti, allora può andar bene tutto, anche Alba dorata.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Eccolo, secondo me, il problema di fondo. E' questo euroscetticismo di fondo, che accomuna destra e sinistra, secondo il quale il problema politico europeo è un problema di altri, indipendente, anzi di ostacolo, a politiche nazionali con le quali si pensa di poter risolvere le questioni della disoccupazione e del declino sociale ed economico.



Piuttosto che di euroscetticismo direi che si tratta di eurorealismo.

Per non dimenticare:

Altiero Spinelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Altiero Spinelli (Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23 maggio 1986) è stato un politico e scrittore italiano, sovente citato come padre fondatoredell'Europa per la sua influenza sull'integrazione europea post-bellica.

Fondatore nel 1943 del Movimento Federalista Europeo (GUARDARE BENE QUESTA DATA E NON SCORDARSELA MAI -ndt), poi cofondatore dell'Unione dei Federalisti Europei, membro della Commissione Europea dal 1970 al 1976, poi del Parlamento italiano (1976) e quindi del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale nel 1979. Fu promotore di un progetto di trattato istitutivo di una Unione Europea con marcate caratteristiche federali che venne adottato dal Parlamento europeo nel 1984. Questo progetto influenzò in maniera significativa il primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom, l'Atto unico europeo. Fu membro del parlamento europeo per dieci anni e rimase uno degli attori politici principali sulla scena europea attraverso il Club del coccodrillo, da lui fondato e animato nel 1981.


L'impegno politico [modifica]
Spinelli fu influenzato sin da adolescente dalle idee politiche del padre socialista, dalle quali poi si distaccò per iscriversi al Partito Comunista nel1924, l'anno dell'assassinio di Giacomo Matteotti. Fin da giovanissimo aveva deciso di approfondire da autodidatta il pensiero marxista grazie ai libri della biblioteca del padre, ma la lettura gli risultò molto complessa. Per descrivere il suo livello di conoscenza in quel tempo della filosofia marxista, Spinelli coniò l'espressione cattedrale di granito e nebbia per descrivere la sua cieca fede nella dottrina del partito, nonostante le lacune e la mancata comprensione di alcune questioni.[1]…………………………………………………………………………………..

L'espulsione dal Partito Comunista Italiano [modifica]
In quegli anni di confino Altiero Spinelli è uno dei pochi esponenti del Partito Comunista Italiano a prendere le distanze da Stalin, dai Processi di Mosca, e dal comunismo sovietico in generale.
Celeste Negarville scrive nel suo diario un commento proprio alle posizioni di Altiero nell’isola in quel periodo, commentando che «la posizione di Altiero è pericolosissima: “condizione per la rivoluzione in Europa, l’abbattimento della dittatura staliniana”» Altiero Spinelli non rifiutava solo l’interpretazione del terrore staliniano come di un necessario periodo «giacobino» che avrebbe rafforzato la rivoluzione, bensì negava alle fondamenta tutto l’insieme della politica comunista quale si era configurata dal periodo del «socialfascismo» fino alla politica dei fronti popolari, colpendo anche le basi della dottrina marxista.[3]
Altiero Spinelli fu quindi espulso dal Partito Comunista Italiano nel 1937 con l'accusa di voler "minare l'ideologia bolscevica, e di essersi trasformato in un piccolo borghese".

Il Manifesto di Ventotene [modifica]

Durante il soggiorno forzato sull'isola, nel giugno 1941, Spinelli, aiutato da Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann (che poi diventerà sua moglie) scrisse il documento base del futuro federalismo europeo, il Manifesto per un'Europa Libera e Unita, meglio conosciuto come Manifesto di Ventotene. La stesura del Manifesto le sue successive versioni e la sua diffusione sono avvolte nella leggenda. Non è stata rintracciata nessuna delle versioni dattiloscritte o ciclostilate del documento, che circolavano tra il 1941 e il 1943. Così le testimonianze circa il modo in cui il Manifesto uscì clandestinamente da Ventotene non concordano.
Secondo la versione più suggestiva, il testo, per mancanza di carta, fu scritto sulla carta da sigarette e, per evitare i controlli della polizia, nascosto nel ventre di un pollo arrosto e portato sul continente da Ursula Hirschmann.[senza fonte]
Il Manifesto riuscì a circolare clandestinamente fra la resistenza italiana e fu adottato come programma del Movimento Federalista Europeo, che Spinelli successivamente fondò a Milano il 28 agosto 1943. Sarà successivamente tradotto in diverse lingue.

*

Il precursore dell’Europa Unita, ha le radici ben piantate nella sinistra.

Conosciamo tutti l’impegno di Altiero Spinelli nell’Europa liberata.

Spinelli precede De Gasperi, Schuman, Adenauer.


Scrive oggi Nadia Urbinati su La Repubblica:

La disoccupazione quando raggiunge queste cifre rischia di mettere in crisi l’ordine democratico stesso, quel patto tra lavoro e cittadinanza che è alla base della legittimità politica degli stati moderni.

Una democrazia non può sopportare l’impoverimento dei suoi cittadini senza rischiare di veder minata la sua legittimità.


Molta responsabilità per questa emergenza è da imputarsi all’assenza di un’Europa politica, alla rinuncia dell’Unione a perseguire il progetto di unificazione politica.

Quando l’Europa dei popoli è nata dalle ceneri del totalitalitarismo e della guerra, lo ha fatto promettendo di creare le condizioni della pace e del lavoro insieme, per irrobustire la libertà con la giustizia sociale.

La cooperazione tra i paesi europei è stata voluta per scongiurare fascismi e guerre.


Qui sono le radici dell’Unione europea. Ma le politiche di austerità che deprimono i consumi e la produzione, che generano disoccupazione e depressione vanno nella direzione contraria.


Non tutte le componenti e le forze europee condividono la politica dell’austerità. In una comunicazione inviata tre anni fa dalla Commissione al Parlamento Europeo si legge esplicitamente che l’Unione deve dotarsi di nuove competenze per favorire politiche di occupazione, migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro con politiche non solo di flessibilità ma anche di sicurezza (“flessicurezza”), sostenere politiche di pari opportunità e riqualificare la forza lavoro con progetti di formazione indirizzati a chi cerca di lavoro e a chi il lavoro ce l’ha e vuole conservarlo.

È importante che la questione sociale e le politiche che stimolano la crescita e l’occupazione riacquistino voce e autorevolezza nei luoghi decisionali dell’Unione.


Gli stati membri, sospinti dai problemi di impoverimento delle loro società, hanno ora l’opportunità di indurre l’Unione a riprendere in mano il tema della crescita e dell’occupazione.

È di queste ore la notizia che la Francia di Hollande ha denunciato l’assenza di un “contenuto” politico della Ue che riveda le scelte di austerità imposte dalla Germania di Angela Merkel.

Bisogna, dice il Presidente francese, «instaurare con i Paesi della zona euro un governo economico che si riunisce tutti i mesi intorno a un unico presidente» insistendo su alcuni punti con cui rilanciare l’Europa: occupazione giovanile, investimenti nell’industria e nelle ricerca; processo di integrazione con una capacità di bilancio.

“Se l’Europa non avanza, cade – ha dichiarato Hollande –, anzi, verrà cancella dalla carta del mondo e dall’immaginario dei popoli».

Come nel caso della sua fondazione, anche ora il perno dell’Europa è nella società, nella capacità progettuale che esalta la crescita e l’innovazione, condizioni per politiche redistributive e di giustizia sociale.



****

Queste visioni della politica europea sono un dato scontato per la sinistra italiana.

Ma poi occorre anche essere pragmatici e guardare in faccia alla realtà. Alla volontà di pervenire all’Europa federale si sono opposte forze interessate che hanno come obiettivo finale che questo non avvenga mai, perché altrimenti cesserebbe il loro potere.

E di certo non sono forze schierate a sinistra.

In questo stramaledetto Paese, ad esempio, come in Europa, ci sono forze che bloccano ogni tentativo sul nascere di una guida di sinistra o di centro sinistra.

Non si può liquidare alla bene meglio la caduta del primo governo Prodi del 1998.

E’ come credere ad Alice nel paese delle meraviglie, che un partito di destra legato al carrozzone berlusconiano, come l’ex Udeur, dalla sera alla mattina passi da destra a sinistra. Ma quando mai???

Ci vuole tempo, preparazione e una serie di trattative segrete.

Se Prodi avesse portato a termine il disegno del suo Cs, ammesso che avesse a disposizione gli uomini adatti, che non ha mai avuto, avrebbe destato serie preoccupazioni al sistema dei poteri forti che controllava e controlla il Paese già da prima del 1919.

Romano Prodi, cattolico praticante, non era ad esempio inginocchiato al potere forte del Vaticano SpA come lo sono stati tutti i capi, capetti, caponi, della Dc, ad eccezione di De Gasperi.

E questo non è mai piaciuto al potere dell’Oltretevere abituato a servitori devoti e inginocchiati, come soprattutto Andreotti considerato il cardinale esterno al Vaticano.

Ergo, Prodi doveva essere fatto fuori a tutti i costi, come doveva essere fatto fuori anche per gli altri poteri forti, che vedevano minacciati i loro interessi.

Succede così dalla notte dei tempi.

Per eliminare Prodi se ne incarica Cossiga, amante di questi giochi di potere, ed antico nemico del Professore già dai tempi della Dc.

Cossiga all’epoca era senatore a vita e nel 1992 aveva cessato il suo mandato di presidente della Repubblica.

In pratica aveva cessato di far parte della politica attiva. Invece si iscrive all’Udeur, e caduto Prodi si propone di aiutare l’amico D’Alema a diventare presidente del Consiglio con l’appoggio dell’Udeur passato da destra con il Cs.

Insediato D’Alema e accertatosi che la macchina continuasse a muoversi, qualche mese più tardi Cossiga si cancella dall’Udeur e ritorna a fare il senatore a vita.

Mission compiuta.

Da quel momento il disegno dell’Ulivo muore anche se viene tenuto in vita per il merla merlorum.

Occorre poi tenere presente che nel 1996 i poteri forti non hanno gradito che Prodi avesse battuto il loro pupillo Berlusconi Silvio.

Era un’operazione da non ripetersi, tanto che nel 2001, l’Ulivo contrappone al Caimano quella sverza der sor Cicoria e ne verrà regolarmente battuto.

La vera bestia nera del Caimano e dei poteri forti è sempre Prodi nel 2006, che ribatte regolarmente Berlusconi, anche se di poco, ma non a causa sua, ma a causa delle linguacce di Bertinotti e Visco con scarsa capacità di comprensione nel saper tenere la bocca chiusa in campagna elettorale.

Come i poteri forti tricolori agiscono in Italia, altrettanto avviene in Europa con i gruppi di potere interessati. A partire dal mondo della finanza a quello delle banche, che non stanno certamente a sinistra.

Occorre poi non dimenticare la storia. Sarebbe grave.

Non è questione di essere euroscettici, ma pragmatici.

Era logico pensare che tre nazioni, di cui due con un passato imperialista, Francia e Gran Bretagna, e una Germania che negli anni ‘30 aveva mirato al dominio del mondo, potessero coesistere senza fare pesare il loro passato e la mania di grandeur?

L’Ue non è mai stato un patto tra eguali.

Ergo, se uno come Hollande, alla ricerca di un suo rilancio politico, dopo quello che sembra un piccolo disastro da quando è stato eletto fa una proposta di tipo europeista, per chi è di sinistra la risposta è scontata. Ben venga.

Semmai, l’unico commento è: “ meglio tardi che mai”.

Ma chi ha vissuto gli ultimi 20 anni dalla fondazione della Ue, e ha seguito tutte le vicende precedenti degli ultimi 50 anni, sa benissimo quali ostacoli vengono opposti.

Non può essere definito euroscetticismo quello di chi da mezzo secolo aspetta un’Europa federata come sono gli Usa, mettendo così fine ad una serie di guerre infinite che durano da tremila anni e che hanno abbondantemente riempito di sangue le sue terre.

Ma esattamente il contrario. Ci si augura che questo avvenga, come ce lo si augurava 50 anni fa, ma qualcosa di pesante deve essere pur successo se non è mai avvenuto in tutto questo tempo.

Infine non dobbiamo metterci il paraocchi. La sinistra in Europa “fa nu poco schifo assai” se la destra continua a governare indisturbata producendo tutti i guai che combina, compresa l’avversione all’Europa politica.
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Quando Altiero Spinelli stava in esilio a Ventotene, l'Europa era impegnata in una delle più orribili guerre.

Se fosse stato un "eurorealista", non avrebbe mai scritto il suo manifesto e non avrebbe certo dedicato la vita al progetto europeo.

Quanto al fatto che la sua visione sia un dato scontato della sinistra, è un'affermazione falsa. Lo dimostra l'isolamento nel quale, da radicale prima e da indipendente del PCI poi, ha combattuto la sua solitaria battaglia.

Quanto alla sinistra in Europa che "fa un po' schifo assai", per la verità non si può dire qualcosa di molto diverso della sinistra italiana.

Anzi, storicamente, ciò che la sinistra socialdemocratica europea ha conquistato nei paesi nord-europei in termini di welfare, mi sembra che qui ce lo sogniamo.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

mariok ha scritto:Quando Altiero Spinelli stava in esilio a Ventotene, l'Europa era impegnata in una delle più orribili guerre.

Se fosse stato un "eurorealista", non avrebbe mai scritto il suo manifesto e non avrebbe certo dedicato la vita al progetto europeo.

Quanto al fatto che la sua visione sia un dato scontato della sinistra, è un'affermazione falsa. Lo dimostra l'isolamento nel quale, da radicale prima e da indipendente del PCI poi, ha combattuto la sua solitaria battaglia.

Quanto alla sinistra in Europa che "fa un po' schifo assai", per la verità non si può dire qualcosa di molto diverso della sinistra italiana.

Anzi, storicamente, ciò che la sinistra socialdemocratica europea ha conquistato nei paesi nord-europei in termini di welfare, mi sembra che qui ce lo sogniamo.

Quanto al fatto che la sua visione sia un dato scontato della sinistra, è un'affermazione falsa. Lo dimostra l'isolamento nel quale, da radicale prima e da indipendente del PCI poi, ha combattuto la sua solitaria battaglia.


Io non ho mai conosciuto nessuno da queste parti che non avesse la visione europeista di Altiero Spinelli.

Questo può significare solo che anche allora esisteva un distacco tra la base e la dirigenza del Pci.

Riscontrata anche in occasione dell’intervento armato prima in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.

**


Quanto alla sinistra in Europa che "fa un po' schifo assai", per la verità non si può dire qualcosa di molto diverso della sinistra italiana.

Anzi, storicamente, ciò che la sinistra socialdemocratica europea ha conquistato nei paesi nord-europei in termini di welfare, mi sembra che qui ce lo sogniamo.



Vero.

Ma il tema che stavamo dibattendo è l'Europa politica e federale, e qui non mi sembra che ci sia un grande apporto socialista.

Dopo anni il primo è Hollande.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 215
La cruna dell’ago – 181
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 181
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 161
Cronaca di un affondamento annunciato - 161
In mezzo alla tempesta - 98


In guerra, tutti contro tutti,……..è già iniziata??? - 1



1) 20 maggio 2013 e precedenti








1) 20 maggio 2013 e precedenti

1-1) Il Pd presenta una legge anti 5 stelle
Grillo: "Se passa noi ritireremo le liste"
Il testo di Zanda e Finocchiaro prevede lo stop a movimenti senza uno statuto pubblicato in Gazzetta
Ufficiale. La replica: "Avranno la responsabilità delle conseguenze. Non diventeremo mai un partito"



1-2) Gabanelli: "M5S, chi guadagna dal blog?"
I militanti la attaccano: "Traditrice"
Controreplica: "Ho detto cose non vere?"

La conduttrice rientra in studio dal servizio sulla rendicontazione dei finanziamenti 5 stelle: "L’house organ del movimento di fatto è il blog. I proventi vanno anche al movimento oppure no?" (video). Dure le repliche sul web verso la vincitrice delle "quirinarie": "La linea non la decide certo lei" (leggi)



1-3) Renzi "Imu? Cambiale a Berlusconi"
Epifani: "Non è regalo a nessuno"

Il sindaco di Firenze: "La sinistra esca dall'idea che le tasse siano l'unico motore dello sviluppo". E sulla polemica per la pubblicazione del suo nuovo libro con Mondadori, casa editrice del Cavaliere: "Io ci ho fatto un libro, loro ci hanno fatto il governo, non so chi è messo peggio"



1-4) FattoTv, P(sico)D(ramma) Fioroni
vs #OccupyPd. Riguarda lo speciale

L'ex ministro si è confrontato con due degli attivisti che questo weekend si sono riuniti a Prato per chiedere una svolta alla dirigenza democratica: “Non vedo l'ora che arrivi il congresso, in modo che anche Occupy faccia la sua proposta e possa contarsi”



1-5) Pd, Epifani: “Sel? E’ sinistra che scappa”. Vendola: “Fuggo da incoerenti”
Scontro nel centrosinistra con gli ex alleati e con la Fiom: "La piazza non risolve i problemi". Poi il segretario Pd si scaglia contro Beppe Grillo che ieri aveva invitato gli elettori ad abbandonare il partito: "Strappare le tessere? Non è democrazia"



1-6) Pd, Renzi: “M5S? Ridicolo discutano di scontrini invece che cambiare le cose”



1-7) Aggressione con piccone, post su Fb
Politico Pdl contro Pisapia e Lorenzano

Il fotomontaggio con le immagini affiancate del sindaco di Milano e del primo cittadino di San Giuliano Milanese ha già fatto il giro del web e indignato il capogruppo Pd, Lamberto Bertolè che ha denunciato l'inziativa di un coordinatore cittadino del Popolo della Libertà nell’aula del Consiglio comunale




1-8) Polizia, il sondaggio del sindacato
"No Tav? E' terrorismo, serve esercito"
Al quesito dell'Ugl hanno votato soltanto 51 persone. La stragrande maggioranza chiede l'intervento delle forze armate per fermare le proteste, mentre la seconda risposta più scelta sostiene che le manifestazioni sono "giustificate perché la gente difende la propria terra"



1-9) Tribunale di Roma, il sito sotto attacco
di Anonymous. "Siamo ancora vivi"

Gli hacker hanno rivendicato l'azione. Una risposta all'operazione Tango Down, che ha portato all'arresto di quattro persone e a perquisizioni in tutta Italia. "Qui è dove li bloccheremo - hanno scritto - Continueremo a seguire i nostri ideali"



1-10) Fondi Lazio, per "Batman" Fiorito
chiesti 5 anni. Restituirà un milione

Oltre all'ex capogruppo Pdl, accusato di peculato, imputati nel processo ci sono i suoi ex collaboratori che hanno chiesto di poter patteggiare la pena



1-11) 'Ndrangheta e impresa a Milano
"Sistema sofisticato e molto pericoloso"

Il procuratore aggiunto Laura Barbaini, durante la requisitoria per l'appello bis del processo Cerbersu, definisce i clna Buccinasco molto temibili perché "mimetizzandosi intaccano il tessuto dell'economia legale"
di Davide Milosa



1-12) Grillo vs De Benedetti: “Colpa sua
se Olivetti ha chiuso i battenti”

Da Ivrea, tappa del ‘Tutti a casa tour’, il blogger lancia la sua invettiva contro l'editore di Repubblica: “Qui c’erano 70mila dipendenti, poi è arrivato lui e adesso ne sono rimasti solo 250. La recessione della città è merito suo”
di Cosimo Caridi



1-13) Partiti politici con bilanci taroccati?
Ecco il "codicillo" che potrebbe salvarli

La riforma del finanziamento pubblico approvata nel 2012 rischia di depenalizzare le irregolarità. Il procuratore aggiunto di Milano Robledo lancia l'allarme: "Dubbi sull'intepretazione di un articolo"
di Marco Lillo



1-14) "Lobby delle slot pagano parlamentari?
Chi sa qualcosa deve denunciare"

Il presidente del Senato interviene dopo l'inchiesta delle Iene (guarda il video) che parla di deputati e senatori pagati dalle multinazionali: "Se provato sarebbe gravissimo. Bisogna disciplinare l’attività lobbistica che al momento, seppur sempre presente, si muove in maniera nascosta"



1-15) Edicole in crisi: "Soltanto un matrimonio
virtuoso con il web le potrà salvare"

Secondo Pier Luca Santoro, autore di "L'edicola del futuro, il futuro delle edicole - Ovvero che fine farà la carta stampata", internet non è nemico della carta, anzi: "il loro futuro è sempre più inscindibile"
di Marco Quarantelli



1-16) Grillo: "M5S non è destra o sinistra"
E per spiegarsi tira in ballo Idem e Papa

“Portare una canoista al governo, un po’ tedesca, è da scemi più che di sinistra…Anche il Papa ultimamente è diventato qualunquista e un po’ populista”. Sono due passaggi contenuti nella “parafrasi” della canzone destra-sinistra, che ha scatenato polemiche da Pdl e Pd



1-17) M5S, appello di Grillo ai delusi Pd: “Abbiamo le stesse idee, venite con noi”
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Re: Come se ne viene fuori ?

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E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
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Come inizia una guerra civile – 216
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In mezzo alla tempesta - 99




Macerie democratico cristiane - 1



...................In hoc signo vinces

Immagine-Immagine



Un mondo fermo agli anni ’60. Tromboni & tromboni


FattoTv, P(sico)D(ramma). Beppe Fioroni vs #OccupyPd. Riguarda lo speciale

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/05/ ... le/233101/



La presa per il c.... continua..............
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Re: Come se ne viene fuori ?

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E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
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Come inizia una guerra civile – 217
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Alta tensione - 2


Deve essere già in grande difficoltà Epifani se è costretto ad uscire con un affermazione sciocca di questo basso livello:


Si vede che non era un matrimonio molto solido… – riflette il leader – Non mi piace chi scappa sempre da difficoltà e non mi piace che ci siano due sinistre.

Non tutti sono così democristiani da sottomettersi al Caimano.

Pretendere che il Sel potesse allearsi col Banana è da fuori di testa.

Solo Epifani vede due sinistre.

Se ne sono accorti quasi tutti che è risorta la Dc e viene a parlare di due sinistre?


Se come ha scritto più di uno, l'Assemblea del Pd, è stata la celebrazione del suo funerale, con queste sparate fuori ordinanza a che punto siamo???

Al ritorno degli zombie????




Pd, Epifani: “Sel? E’ sinistra che scappa”. Vendola: “Fuggo da incoerenti”
Scontro nel centrosinistra con gli ex alleati e con la Fiom: "La piazza non risolve i problemi". Poi il segretario Pd si scaglia contro Beppe Grillo che ieri aveva invitato gli elettori ad abbandonare il partito: "Strappare le tessere? Non è democrazia"

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 19 maggio 2013Commenti (2304)




Il Pd cerca di liberarsi dall’accerchiamento e Guglielmo Epifani attacca tutti.

La Fiom, Sinistra e Libertà, Grillo, Berlusconi. Tanto che proprio nel centrosinistra si verifica il cortocircuito principale. “Si vede che non era un matrimonio molto solido… – riflette il leader – Non mi piace chi scappa sempre da difficoltà e non mi piace che ci siano due sinistre. Una responsabile e l’altra che non vuole responsabilità. Siamo di fronte a una prova di governo non facile, ma il Pd sa assumersi la responsabilità”. Anche in questo peraltro Epifani riceve il sostegno di Renzi: “Non è necessario” che il Pd sia alla manifestazione della Fiom. “Non dobbiamo andare dietro ai sindacati. Un partito politico non vive di manifestazioni politiche fatte da altri”. Sulla piazza (quella di ieri, della Fiom) Epifani è tornato a parlare spiegando perché non è andato, come invece hanno fatto altri (Cofferati, Orfini): “Non siamo mica una caserma! Alle manifestazioni si va, in piazza ci si sta, io ho passato una vita in piazza. Ma il problema è che quando hai responsabilità di governo il punto non è tanto stare nelle piazze, quanto risolvere i problemi che le piazze ti pongono, perché l’estetica delle piazze, cioè stare lì e non risolvere mai i problemi, non funziona. La gente ti chiede soluzioni”. Non è stata una scelta banale, spiega Epifani: “Ieri mi è pesato non stare in piazza, vengo da quella storia, sono cinquant’anni che sto in piazza e lo ero anche ieri con Ignazio Marino. Non mi piaceva che durante il governo Prodi c’erano ministri che andavano in piazza e sfilavano contro il governo. Pretendo serietà e diamo serietà”.

A Epifani replica Nichi Vendola: “Vorrei dire a Epifani che siccome comprendo il suo nervosismo eviti di trasformarlo in una gratuita aggressione nei miei confronti. Perché io ho deciso di portare avanti un’opposizione molto costruttiva. Non ci mettiamo sul terreno della ritorsione polemica perché per me l’alleanza con Berlusconi non è un gesto di responsabilità, è una resa culturale”. Il leader di Sel insiste: “Io fuggo dall’idea che oggi sia necessario costruire un’alleanza nel nome della salvezza del Paese con coloro che il Paese lo hanno massacrato, lo hanno umiliato, lo hanno reso ridicolo sulla scena internazionale. Non mi piace la sinistra che di fronte alle difficoltà scappa sempre”. “Io penso – conclude Vendola – che la buona politica comincia con la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa e noi in campagna elettorale abbiamo costruito quello che Guglielmo Epifani chiama un matrimonio che diceva così: ‘Siamo alleati per portare l’Italia fuori dal ciclo berlusconiano, fuori da una storia in cui si è perduta ricchezza, si è impoverito il welfare”. Insomma, per tagliare corto, secondo Vendola: “il problema di Epifani non è il divorzio con me o con Sel è il divorzio con la gente di centrosinistra, è il divorzio con il suo elettorato, con il suo popolo”.

Anzi il leader di Sinistra Ecologia e Libertà va oltre. Secondo lui bisognava avere il “coraggio di guardare al M5S”. “Il voto – ha spiegato Vendola – ha presentato un Paese spaccato e il Pd con Sel non ha vinto le elezioni e per offrire una risposta alle domande del Paese doveva decidere se guardare a destra o guardare a sinistra, se guardare a quello che è stato il simbolo di tutto ciò contro cui abbiamo combattuto oppure se guardare alle domande anche fresche di cambiamento e di riforma della politica, talvolta domande caotiche e tumultuose che coinvolgevano soprattutto le giovani generazioni”. “Certo, guardare al M5S – ha detto ancora Vendola – significava avere il coraggio di uscire fuori da antiche tradizioni di cultura. Io penso che avremmo dovuto provare, per esempio dando un voto a Rodotà. Lì il Pd è saltato per aria, non c’è stata la mia spaccatura con il Pd, il Pd non è riuscito a convergere né sulla candidatura di Franco Marini né su quella di Prodi”.

Anche in questo caso Epifani va da tutt’altra parte. Il segretario replica partendo dalla frase di Beppe Grillo su Twitter: “Iscritti del Pd, strappate la tessera e tornate ad essere cittadini”. L’ennesima operazione del leader dei Cinque Stelle per svuotare da dentro le riserve elettorali del principale partito del centrosinistra. Così Epifani replica a Grillo: “Chiedere alle persone di strappare le tessere del loro partito per rinnegarne l’appartenenza – scrive su Facebook – è davvero un curioso modo di concepire la democrazia”. E insiste, parlando in un comizio ad Avellino: “Non ci facciamo abbagliare da Grillo. Sappiamo per certo che ogni qualvolta si contrappone la piazza al Parlamento lì comincia la notte della democrazia. Guai a contrapporre una forma di democrazia all’altra”. Poi un nuovo avvertimento a Silvio Berlusconi: “Bisogna lasciare lavorare il governo e Berlusconi la deve smettere di mettere mine e fare attentati pensando di mettere il governo in fibrillazione con la questione giudiziaria”.

Sul Movimento Cinque Stelle converge anche, in un gioco di fuoco incrociato, il mirino del sindaco di Firenze, Matteo Renzi: “E’ ridicolo – spiega – che chi ha votato M5S pensando potesse cambiare le cose, si trovi 150 parlamentari a discutere di scontrini e diarie. Ma prendete quei soldi e governate!”. Grillo non è così bravo con Internet ma è uno straordinario animale televisivo, che ha costretto la tv ad inseguirlo”. Il comico risponde dal suo blog: “Il MoVimento 5 Stelle non è di sinistra (e neppure di destra). E’ un movimento di italiani. Non vuole fare ‘percorsi insieme’ a chi ha rovinato l’Italia. Pesi a bordo non ne vogliamo. Pd, Sel o Pdl, questi o quelli, per me pari sono”. “L’ideologia – conclude – non credo ancora che ci sia è un paravento per fottere la gente”.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Vox populi


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Alessio Conca 6 ore ago
Non mi meraviglia che Epifani non ami la piazza. Il PD le piazze non le frequenta da lustri, preferisce i salotti della borghesia finanziaria e industriale, gli abbracci e le pacche sulle spalle a Berlusconi e ai suoi sodali. Con i risultati elettorali che si sono visti. Sì, continuate così, PD-PDL, tutti insieme vergognosamente...

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Vito 11 ore ago
IL Pd continua così x L'autodistruzione.

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moxx 12 ore ago
se voleva trovare il modo di farsi disprezzare - per le parole, per i contenuti - epifani c'è perfettamente riuscito.

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tyler1976 12 ore ago
Gran bella tranvata il vostri "ideale" del piffero, miei cari nostalgici del Berlinguer, pace all'anima sua. Vi siete legati come cozze allo scoglio. L'ideale non esiste, e` un'utopia, uno svuotamento dell'essere umano che e` in continua mutazione come la situazione socioculturale che egli genera. Si rischia di diventare pappagalli.

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pirl8 12 ore ago in risposta a tyler1976
Ha parlato quello che legge cosa deve pensare su un blog.

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tyler1976 12 ore ago in risposta a pirl8
Veramente e` un pensiero che deriva anche dalla filosofia orientale e il blog non l'ho proprio letto. Mi spiace per te.

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Gian Franco Beggi 12 ore ago
Incredibile come il potere sia in grado di svuotare una persona di qualsiasi ideale. Nelle analisi politiche a posteriori li chiamano errori tattici. Io lo definirei lavaggio del cervello da parte di poteri che hanno ridotto la politica a una farsa...amara.

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grezzo 12 ore ago
E' sbagliato classificare ancora il PD come il partito di sinistra che difende i diritti dei lavoratori. Il PD, con l'aiuto del PdR, ha svoltato a destra. In futuro da questo partito c'è da aspettarsi altri governi come quello attuale.
Il PD sta attuando il programma elettorale del centrodestra guidato da Berlusconi!
Leggo ovunque la disperazione degli elettori PD. E' inutile parlarne ancora, abbandonatelo!. Rassegnatevi e lavoriamo alla costruzione di una nuova forza politica realmente di sinistra, che abbia obiettivi compatibili con il riscatto dei tanti disperati che vivono in questo paese

(Modificato dall'autore 12 ore ago)
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pirl8 12 ore ago in risposta a grezzo
Verissimo. Purtroppo al momento una forza di sinistra non esiste. Di certo M5S non è di sinistra. Oh, lo dice Grillo, non io.

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leopoldo attolico 13 ore ago
Sembra che il PD ci prenda gusto a fottersi , a fare autogol , a dimostrarsi diviso , a tirar fuori ragioni che non stanno in piedi . Epifani che si guarda la manifestazione a casa in poltrona è l'immagine della distanza tra il PD e la rivolta sociale di una Sinistra esasperata .

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Alessandro Sinatra 13 ore ago
Doppio capitombolo di Epifani ... il primo nei contenuti, il secondo fisico. Anche l'uomo invisibile ha famiglia, è disoccupato e non ne può più !!!

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jacolaurus 14 ore ago
Epifani prendesse spunto dalla sacrosanta evidenza di Landini che continua a rimanere inascoltata. La crisi c' e' e' innegabile e qualche bandito ha giocato a nasconderla per poi usarla per annientare i C.C.L e decenni di lotte dei lavoratori per far arricchire i soliti noti . Ricordiamoci il ministro inglese che diceva che e' il momento giusto per fare affari visto che il lavoro 'un costa una sega. << che ci vuoi fare c' e' la crisi o ti licenzio o ti accontenti di annullarti le ferie , le malattie te le paghi e ti assorbo gli aumenti contrattuali da qui all' eternita' >>

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giove3000 14 ore ago
Il pd ha tradito l' alleato sel, non viceversa.

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Roby Roby 14 ore ago in risposta a giove3000
Il PD ha tradito anche il suo elettorato.

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pirl8 12 ore ago in risposta a Roby Roby
Ha fatto di peggio: lo ha tradito e insultato.

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ulisse268 14 ore ago
quando gli ideali diventano note sfumate, e si persegue la sola strada dell' ambizione, si diventa un uomo che rinnega il suo passato dei valori migliori.

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labron 14 ore ago
La prima cosa è ricreare il lavoro. Tutte le altre fandonie lasciamole a politici e giornalisti.
LAVORO.

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Farinata 13 ore ago in risposta a labron
lavoro è solo una parola vuota, ipersfruttata

come lo creiamo il lavoro se l'italia ha perso oltre il 50% della piccola media industria ?
lei crede che chi si è spostato all'estero dopo tanta fatica torni in italia con questi cial tro ni?

noi NON abbiamo piu' economia che possa sostenere un italia senza lavoro
l'economia, ed il lavoro di conseguenza, vanno reinventati e ci vorranno 10 anni per tornare alla quasi normalita', iniziando da ieri, e mettendo in gabbia seriamente la corruzione

non si risolve niente dando un ricambio presupponendo 8% dell'assorbimento nuove generazioni
a comprare, consumare, sara' sempre lo stesso numero di persone, è fumo negli occhi

quello che non si capisce proprio è che creando un reddito di cittadinanza, potenziando internet, ad esempio, i consumi salirebbero e di conseguenza richieste e lavoro, mentre si studiano nuovi piani economici anno 3000

ma abbiamo degli scienziati in parlamento, da monti a fassina

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TheCastle66 14 ore ago
direi che Epifani è nuovamente il Vecchio che avanza.... anche lui allineato, standard....

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efeso59 14 ore ago
Il 70 % degli iscritti alla CGIL sono pensionati, sommato al voto di scambio si capisce perché siamo in questa situazione. Da anni il sindacato ha difeso per prima i diritti pensionistici acquisiti, di tutti, operai e dirigenti manager, infatti, ha rappresentato e rappresenta tutte le categorie di lavoratori indistintamente. Il solo fatto che gli operai si sono dovuti creare un comparto separato dalla CGIL, specifico, detto FIOM, la dice lunga. Se devi rappresentare tutti, quando devi dividere la torta, i più svantaggiati sono sempre le fascie più deboli, tanto a questi si possono dare il contentino della cassaintegrazione o il sussidio di disoccupazione. Epifani, conosce queste cose e si comporta e parla di conseguenza, che non venga capito dalla base è normale, come è normale che la stessa base non capisca cosa sia il PD.

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ElyB 14 ore ago
Con questa uscita, Epifani dimostra di essere degno del Pd: autoreferenzialità al massimo, prensunzione e incapacità di autocritica.

Io vorrei sapere perché i sondaggi mettono ancora Sel in coalizione col Pd. Sel non ha bisogno del Pd per entrare in Parlamento, prenderà tranquillamente il 6-7%, perché mai dovrebbe allearsi, per essere trattatato a pesci in faccia?
Il Pd deve rendersi conto che alle prossime elezioni (ottobre? Febbraio?) galleggerà sopra il 20%, se non cambia metodo.

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Massimo 14 ore ago
Un vero elettore di sinistra, la tessera, la strappa a priori visto quanto fatto dal PD negli ultimi anni !!!!!!!!!!!

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Cafonauta 14 ore ago
Epifani,,,uno che ha fatto accordi coi potentati per decenni....ed ora (non unico) si permette anche di dare lezioni... Che tristezza!!

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Vivi 14 ore ago
A Epifani direi che più che la sinistra che scappa è la sinistra che si dissocia...anzi no è la sinistra (punto)

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elio4president 14 ore ago
"Far finta di difendere i lavoratori" è alla fine un ottimo affare (non per i lavoratori). Basta vedere la carriera di Marini che protestava dalla sua mega villa con ninfee per la mancata elezione a PdR.
Per me questo passaggio diretto dal sindacato alla politica è una vergogna.

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Farinata 13 ore ago in risposta a elio4president
sono d'accordo
la carriera politica ad ex sindacalisti o magistratii dovrebbe essere preclusa se non dopo anni di depurazione
abbiamo visto di che pasta son fatti i vari bertinotti, marini, epifani, grasso etc
non ce ne servono piu'

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cobra17 14 ore ago
Vengono i brividi pensare che uno così possa essere stato segretario del più grande sindacato italiano,ma per fortuna c'è la FIOM.

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W.Reich 15 ore ago
L'indecenza fatta passare per responsabilità possono spacciarla soltanto dei miserabili individui.

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ivo ghislandi 15 ore ago
Ma possibile che un ex sindacalista come Epifani non riesca a capire che il Sindacato, in questo momento, ha bisogno di solidarietà ? Che i Liberisti al' interno del PD (sarebbe ora lasciassero il PD e facessero una Destra seria) vogliono la fine dei Sindacati ? Ma non bisogna essere particolarmente intelligenti per capire ciò. Allora cosa sta succedendo nel PD ?? Hanno perso tutti la testa ???

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Farinata 13 ore ago in risposta a ivo ghislandi
è ancora qui a chiederselo?

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giusfo 15 ore ago
"... l’estetica delle piazze, cioè stare lì e non risolvere mai i problemi, non funziona...."
detto da un sindacalista della cgil appena saltato dalla barricata suona come una presa in giro....

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Umberto Sivieri 15 ore ago
Da segretario di una cgil azzoppata a segretario di un pd morente!

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tornosubito 15 ore ago
Dice che non gli piace la sinistra che scappa ... ma se siete VOI che fate scappare tutti, e non solo la sinistra. Siete stati capaci di far vomitare anche Prodi. Vergognatevi ed andateve pure tranquillli per la strada ignobile che avete scelto. Andate pure a mangiare le deiezioni di Berlusconi, poi conteremo i voti.

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Vivi 15 ore ago
Caro Renzi ed Epifani, dalle elezioni ha fatto più cose per gli Italiani Grillo che voi. Ha rinunciato ai finanziamenti a metà degli stipendi e alla diaria non spesa. VOI? Ditemi quale legge avete fatto per RUBARE MENO agli Italiani? In tutto ciò sono anche saltati fuori 420.000 € raccolti dallo Tsunami tour e non utilizzati, che Il M5S ha donato alla città terremotata di Mirandola.
Renzi i 5* non sono come te, vorresti che intascassero e stessero zitti così "come fan tutti" e invece no!
preferisco che spulcino gli scontrini piuttosto che passino certe leggi sull'assicurazione sanitaria integrativa per i conviventi gay...i 5* rispondono che il SSN è a disposizione di tutti, nessuno ha diritto a una assicurazione sanitaria integrativa pagata dagli italiani solo perchè parlamentare, via questo privilegio a tutti i parlamentari! Forse Renzi queste non saranno che piccole meschinità, ma intanto per pochi che siano son sempre soldi in meno rubati a chi non ne ha neanche per se stesso!

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pirl8 15 ore ago in risposta a Vivi
Questo governo (e - credimi - la sua sola esistenza mi provoca ribrеzzо) ha appena approvato il rifinanziamento della CIG in deroga. Questo provvedimento, da solo, vale in soldoni oltre due ordini di grandezza più di tutti i giochini con scontrini e stipendi dei grіllіni.

Chissà che prima o poi qualcuno con un abaco non riesca a spiegare ai pasdaran pentastellati quanto valgono certe sparate pauperiste e populiste (e quanto ci guadagna un disoccupato con gli scontrini della lombardi)...

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jacolaurus 13 ore ago in risposta a pirl8
nomen omen ... questo e' il paese che le regole valgono solo per gli altri. E' dalle regole certe che poi si parte per pianificare e trovare i soldi. I fondi per la CIG non li trovavi nemmeno se impedivi a batman di comprarsi il suv , pero' forse 50 mila euro per l' assistenza domiciliare di un paio di mesi ai disabili ci usciva .... magari se cominciamo a partire dal basso puo' essere che la china si risale. Ma no giusto e' meglio dire " e' spendeteli sti soldi e governate " come se il M5S stesse al governo da 40 anni

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pirl8 13 ore ago in risposta a jacolaurus
Il punto è che il M5S finora in parlamento non ha fatto nulla. Quello che c'è è un governo di m. questo è fuori discussione. Per certi versi, il peggior governo cui si potesse pensare. E cosa sta facendo Grillo? Proposte di legge? Prepara emendamenti? Ne parla? Li discute pubblicamente? Li pubblicizza? No, conta gli scontrini e sputa sugli immigrati regolari. Cavolo, che alternativa. Avanti così.

P.S. quanto al nickname, pensa che 'ho scelto proprio per dar modo a certi personaggi di sfogarsi. Così gli sembra di dire qualcosa di originale, abituati come sono a leggere quello che devono pensare in un blog.

(Modificato dall'autore 13 ore ago)
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Marcos 12 ore ago in risposta a pirl8
Quando c'era la dc parlai con una persona che la votava ad occhi chiusi e quando dissi che votavo pc mi disse: "pensi davvero che sia migliore?" in tono ironico. Io gli dissi che non sapevo se era migliore o no, ma certo la dc faceva schifo e provavo un'alternativa. Cosi' oggi e' per il m5s: che alternativa abbiamo? Vendla che fa lo gnorri sui morti di Taranto?

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TheCastle66 14 ore ago in risposta a pirl8
peccato che i soldini trovati provengono dai fondi della produttività del pubblico impiego.... e non da eventuali tagli ai loro portafogli- auto blu - scorte - partiti ecc ecc. (qualcuno mi spieghi se il PD ha dichiarato al fisco gli euri incassati per partecipare alle primarie siddette....) è sempre la solita storia... prendere da chi povero lo è quasi per darlo ai poveri.. Sherwood è ancora lontana

(Modificato dall'autore 14 ore ago)
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

il Fatto 20.5.13
Capitomboli
Dopo la Fiom, Epifani divorzia dalla sinistra
di Wanda Marra

Sale sul palco, inciampa. E sotto gli occhi di fotografi, cameraman e militanti va lungo disteso. È un capitombolo la prima immagine della campagna elettorale per il neo segretario del Pd, Guglielmo Epifani, ieri ad Avellino per sostenere il candidato sindaco del centrosinistra, Foti.
Cammino accidentato, ostacoli quotidiani. Ieri all’ordine del giorno c’è un litigio senza precedenti con Nichi Vendola. Parte all’attacco in mattinata Epifani: “Non siamo una caserma. La scelta di non partecipare alla manifestazione Fiom non è segno di paura. Noi vogliamo rappresentare tutti”. La risposta è al segretario Fiom Maurizio Landini che sabato aveva accusato il Pd: “Non si può aver paura di star qui”. Ma l’affermazione più sprezzante, che suona definitiva, riguarda tutto il partito di Vendola: “Sel? Si vede che non era un matrimonio molto solido. Non mi piace chi scappa sempre da difficoltà e non mi piace che ci siano due sinistre. Una responsabile e l’altra che non vuole responsabilità. Siamo di fronte a una prova di governo non facile, ma il Pd sa assumersi la responsabilità”.
Mai toni erano stati più aspri tra i vertici democratici e il partito di Vendola. D’altra parte, proprio l’alleanza elettorale con Sel era stata uno dei punti fermi dell’ex segretario Pier Luigi Bersani. Altri tempi. Epifani con queste affermazioni - spiegano nello staff - stava reagendo a chi attacca i Democratici qualsiasi cosa fanno. Vendola sabato in piazza l’aveva detto: “Mancata opportunità non stare qui”. Critiche che al neo segretario non sono piaciute. Perché la parola d’ordine di questo momento è “rigore”: non si può sostenere un governo come partito, e poi andare in piazza a manifestargli contro, come facevano i ministri di Prodi. E poi, molti di Sel sono nella Fiom: mica Sel va alle manifestazioni del Pd. “Mi è dispiaciuto non andare in piazza. Ma sono serio”, ammette Epifani. E in effetti da ex segretario della Cgil la sua scelta colpisce di più quasi “iconograficamente”. Un nervo scoperto dicono da Sinistra e Libertà.
VENDOLA replica a Epifani: “Comprendo il suo nervosismo, ma eviti di trasformarlo in una gratuita aggressione nei miei confronti. Perché io ho deciso di portare avanti un’opposizione molto costruttiva. Per me l’alleanza con Berlusconi non è un gesto di responsabilità, è una resa culturale”. Proprio come nei matrimoni che finiscono, ognuno si sente aggredito.
Commenta Gianni Cuperlo, candidato segretario al congresso Pd, nel tentativo di distendere i toni: “Non abbiamo bisogno di accentuare la divisione nella sinistra. È un errore”. A leggere le interviste e le dichiarazioni di ieri, a partire da quelle di Sergio Cofferati che rimarca come un errore il non esserci per arrivare a quelle dello stesso Epifani che parla esplicitamente di due sinistre, la divisione sembra nei fatti. “Suggerirei a Epifani e a Vendola di astenersi dal discutere sulle alleanze, visto che siamo a una settimana dal voto delle amministrative, dove Pd e Sel si presentano quasi ovunque insieme”, dice Matteo Orfini (l’unico democratico in piazza sabato, insieme a Fabrizio Barca e Pippo Civati).
Per Epifani però è il momento dell’attacco. Durissimo anche con Grillo, che sabato aveva invitato gli iscritti del Pd a strappare la tessera: “Non mi permetterei mai di dire a un grillino di strappare la tessera. Io rispetto quella appartenenza e chiedo a tutti rispetto per il Pd. Non funziona così la democrazia”.
Intanto, Epifani si prepara alla prova muscolare: per la chiusura della campagna elettorale di Roma il Pd ha prenotato per venerdì piazza San Giovanni (la stessa usata dalla Fiom sabato). Bersani le politiche le aveva volute chiudere in un teatro, l’Ambra Jovinelli, mentre Grillo gli scippava la piazza tradizionalmente più cara alla sinistra, riempiendola all’inverosimile. Venerdì lo sfiderà da Piazza del Popolo. Nei prossimi giorni l’attesa democratica sarà venata da ansie di flop.

La Stampa 20.5.13
Migliore: «Forse non si è accorto che la sua base era in piazza»
Il capogruppo Sel: sarà al governo, ma alle amministrative è con noi
«È il Pdl che sta dettando l’agenda. Bisogna lavorare per riprendere l’iniziativa»
di Antonio Pitoni

Tra la Fiom e il Pd, Gennaro Migliore non ha dubbi. «Sono d’accordo con Landini – assicura il capogruppo di Sel alla Camera –. Mi sembra strano che ci sia una polemica più aspra nei nostri confronti, che siamo andati in piazza con la naturale base sociale del centrosinistra, piuttosto che con il Pdl che invece in piazza attacca principi costituzionali come l’indipendenza della magistratura».
Siete la sinistra che scappa come dice Epifani?
«Trovo le parole di Epifani frutto di nervosismo comprensibile per chi usa la parola responsabilità per giustificare l’accordo con il Pdl che è la sconfessione di una linea politica alla quale si è lavorato per anni e che non si è mai discusso come cambiare se non attraverso l’imboscata di 101 parlamentari che hanno deciso di affossare Prodi e cancellare l’esperienza Bersani. Mi ha meravigliato che proprio chi è stato anche segretario della più grande organizzazione sindacale italiana adottasse certi termini. Tra l’altro questo attacco a freddo a una settimana dal voto amministrativo è segno di una certa superficialità. Ricordo a Epifani che lui è alleato del governo ma è anche alleato, alle elezioni, con noi».
Cioè, ripercussioni in vista sulle amministrative?
«Dico che mi pare un atteggiamento autolesionista perché l’elettorato di centrosinistra non sopporta questo tasso di aggressività. Noi nella nostra manifestazione abbiamo augurato buon lavoro a Epifani, non abbiamo mica attaccato a testa bassa. Abbiamo solo detto che volevamo fare opposizione responsabile».
Ha ragione Epifani quando dice che il matrimonio con Sel non era solido?
«Lo interpreto come voler parlare a suocera perché nuora intenda, voler dare un segnale a chi si permette di dissentire dentro la sua organizzazione. La verità è che non c’era un matrimonio tra Sel e Pd, ma un patto politico per fare determinate cose. Ed è chiaro chi sia a non aver mantenuto questo patto».
Per Epifani il punto non è andare in piazza ma risolvere i problemi…
«Allora li risolvessero. Andare in piazza non ha mai fatto male a nessuno. Epifani usa la parola responsabilità come sinonimo di “cioè”, come intercalare. Dal momento che ha ribadito che il Pd si assume le responsabilità e non scappa, spero che non scappi quando proporremo: conflitto di interessi, anticorruzione e ius soli».
Che non sono, però, le priorità del Pdl…
«E’ il Pdl che sta definendo l’agenda di governo. Bisognerebbe lavorare per togliere l’iniziativa dalle mani di Berlusconi. Ad esempio cominciando con la cancellazione dell’attuale legge elettorale. Ma anche su questo vedo imbarazzo, un’autocensura»
Sulla scelta di disertare la piazza, Renzi promuove Epifani: sorpreso?
«Non mi meraviglia che lo dica Renzi, ma mi meraviglia molto che lo dica l’ex segretario della Cgil».

l’Unità 20.5.13
Caro Landini, ricorda Berlinguer
Togliatti e Berlinguer non partecipavano ai cortei sindacali
di Emanuele Macaluso

LA MANIFESTAZIONE PROMOSSA DALLA FIOM DI LANDINI HA IMPEGNATO I COMMENTI DEI GIORNALI DI IERI e per molti di essi al centro di tutto non c’era il lavoro, ma il «tradimento» del Pd (Il Fatto, il Manifesto), e comunque il ruolo che in questo Paese recita il partito ora guidato da Epifani. Il quale è stato «espulso» dalla sua stessa storia di sindacalista. Per alcuni di sindacato ne esiste uno solo, la Fiom, e di sindacalisti, puri e duri, c’è solo Landini.
Persona che io stimo per la passione e la dedizione che mette nel suo lavoro. Ma proprio per questo non mi sottraggo, come fanno tanti opportunisti e presenzialisti che non sanno nemmeno cos’è un sindacato, a fare osservazioni critiche alla manifestazione di piazza San Giovanni. Una manifestazione che aveva un obiettivo essenzialmente politico, nel senso più stretto e strumentale: mettere la Fiom insieme a tutti i reduci di guerre perdute della sinistra «radicale» (Rifondazione di Ferrero, Rivoluzione civile di Ingroia, Sel, spezzoni del grillismo) e personalità che si sono distinte per una critica aspra al Pd per la sua scelta di governo e per altre cose: Rodotà, Gino Strada, Cofferati. Scelta che rendeva impossibile la presenza di Epifani che il governo, con una posizione autonoma ma leale, sostiene. Tuttavia, l’osservazione più di fondo è questa: alle manifestazioni del sindacato dovrebbero esserci solo le bandiere del sindacato e, se ci sono persone che vogliono solidarizzare, lo facciano senza la maglietta del partito o del partitino a cui fanno riferimento.
Negli anni della guerra fredda e dell’opposizione dura della sinistra ai governi centristi, Togliatti, Nenni, Longo, De Martino, Amendola e Lombardi non partecipavano alle manifestazioni della Cgil o della Fiom. E non vi partecipava Berlinguer. Nel corso dello scontro durissimo sul decreto della scala mobile (1984), quando la Cgil fece la grande manifestazione di piazza San Giovanni, Berlinguer come testimonia la famosa foto con Enrico che espone l’Unità con il grande titolo «Eccoci» (fatto da me e Carlo Ricchini) era con i cittadini che assistevano alla sfilata del corteo sindacale. Ieri Epifani è stato trattato bene se penso che negli anni settanta, Berlinguer, in una vignetta di Forattini su la Repubblica, fu disegnato in pantofole e con la vestaglia a casa seduto in poltrona, con tè e sigaretta, mentre nelle strade sfilava il corteo dei metalmeccanici. Oggi Forattini è con il Cavaliere.
Caro Landini, ti racconto un caso personale. Un anno dopo la strage di Portella delle Ginestre, il primo maggio del 1948, la Cgil siciliana organizzò una manifestazione a Portella per sfidare gli stragisti (i banditi di Giuliano e i poteri mafiosi). Il comizio lo dovevo fare io che ero segretario regionale della Cgil, ma il PCI chiese che con me parlasse Girolamo Li Causi, leggendario segretario del partito, il quale, da mascalzoni della destra, era stato falsamente accusato di non essere andato a Portella temendo quel che era successo. Consultai Di Vittorio, il quale telefonò a Li Causi per sconsigliare, in quel momento, la sua partecipazione al comizio con la Cgil. Oggi più di ieri il sindacato deve recuperare autonomia e unità non solo per acquisire forza nella contrattazione, ma per incidere nelle scelte che fanno le forze politiche e i governi.
Negli anni in cui ha governato il centrodestra, la Cisl e la Uil hanno teso ad acquisire forza instaurando un rapporto con il ministro del Lavoro Sacconi, il quale aveva come obiettivo l’isolamento e la sconfitta della Cgil. Sono gli anni in cui la Fiat di Marchionne ha giocato sulla divisione del sindacato per imporre le sue scelte. Ma, a mio avviso, la Fiom ha praticato una politica sindacale in cui non prevaleva la ricerca dell’unità, anche per sfidare su questo terreno la CISL e la UIL: prevaleva invece la denuncia, la separazione, negando ogni possibile compromesso per firmare contratti e accordi sindacali. Il risultato delle scelte della Cisl e della Uil da una parte e della Fiom dall’altra è stato l’indebolimento del sindacato, la sua emarginazione. E la Cgil guidata dalla Camusso sembra un’organizzazione mutilata e paralizzata. Se la Fiom pensa di superare questa realtà promuovendo manifestazioni che esprimono il giusto malcontento e la legittima protesta dei lavoratori, ma si configurano come aggregazioni di gruppuscoli con l’obiettivo di radicalizzare l’opposizione al governo, senza indicare alternative, commette un errore serio.
Queste mie osservazioni non assolvono le responsabilità del Pd, il quale dopo tanti errori ha dovuto per necessità e responsabilità nazionale guidare un governo in cui debbono convivere i due partiti che in passato si sono contrapposti e nel futuro dovranno contrapporsi. In una situazione in cui Berlusconi gioca su un terreno diverso la sua partita personale. Ma a questa situazione non c'erano alternative se non il caos istituzionale evitato in extremis con la corale invocazione a Napolitano di restare ancora al Quirinale. Tuttavia, il futuro da costruire è nell’alternativa tra destra e sinistra. E per questa prospettiva il congresso del Pd, se vuole essere una cosa seria, deve dirci con chiarezza cos’è e cosa vuole essere. Rodotà, Grillo, Cofferati, Vendola, Ferrero e Ingroia vogliono costruire uno schieramento per competere al governo del Paese? Nulla da obiettare, è un loro diritto. Ma, scusa Landini, cosa c’entra la Fiom e il sindacato?
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Re: Come se ne viene fuori ?

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il Fatto 20.5.13
Contro l’alleanza con B.
Occupy Pd, assemblea a Prato

Erano circa 200 i partecipanti all’assembla nazionale di OccupyPd - il movimento di fronda interno al Partito democratico - ieri pomeriggio a Prato. Simbolicamente le sedie sistemate allo Spazio Compost erano state 101, il numero dei franchi tiratori che hanno affondato la candidatura di Romano Prodi al Quirinale, poche settimane fa. Nel suo intervento di apertura Lorenzo Rocchi, giovane democratico pratese, tra gli organizzatori dell’assemblea , ha detto: “Letta è al governo per fare principalmente due cose: la riforma elettorale e una riforma dell’assetto istituzionale. Ma l’Italia non si cambia assieme a Silvio Berlusconi”.

l’Unità 20.5.13
Occupy Pd, summit a Prato
La campagna degli «scontenti» culminerà a giugno in una manifestazione «Letta a termine»
di Giuseppe Vittori

«Dobbiamo dire a Letta che lui è lì al Governo per un tempo limitato e per fare principalmente due cose: la riforma elettorale e una riforma dell'assetto istituzionale. Poi bisogna che ci dia subito una nuova chance per cercare di governare il Paese. L'Italia non si cambia assieme a Silvio Berlusconi». Così Lorenzo, un giovane democratico pratese, ha introdotto l’assemblea degli Occupy Pd ieri a Prato. Circa duecento manifestanti hanno partecipato all’iniziativa propedeutica al raduno nazionale del movimento, fissata per metà giugno a Bologna. L’iniziativa era costruita su una scenografia simbolica con 101 sedie, quanti sono i voti che sono mancati a Romano Prodi nell’elezione al Quirinale. Proprio Prodi è l’interlocutore numero uno degli occupy che vorrebbero incontrare l’ex presidente della Commissione europea per convincerlo a rinunciare al proposito di non riprendere la tessera del Pd, così come fatto filtrare da alcuni esponenti a lui vicini.
Viene scartata infatti l’ipotesi che gli occupy possano confluire al congresso su un nome. «Quello che ci interessa è stato ribadito sono idee e metodi, non i candidati». Insomma, il congresso andrebbe fatto a tesi, non sui nomi.
L’età media dei partecipanti era inferiore ai 30 anni, con qualche eccezione: come Andrea Ranieri, 70 enne componente dell’Assemblea nazionale, molto applaudito dagli occupy.
Prodi, dunque. Non a caso la manifestazione nazionale si terrà nella sua città, a Bologna. I ragazzi di Occupy intendono consegnargli una delle loro magliette «Siamo più di 101». L'iniziativa, al momento in fase di organizzazione, nasce dall'esigenza di far ripartire il Pd «resettando» la logica delle correnti come criterio di organizzazione. Una delle promotrici, Elly Schlein, ha ribadito: «La notizia che Prodi non vuol più iscriversi al Pd ci rattrista perchè lui è stato la personalità che ha dato il contributo fondamentale alla nascita del partito. Comprendiamo la sua amarezza, ma vorremmo provare a dirgli che ci sono ancora ragioni per credere nel Pd come lui l'ha voluto, e queste ragioni sono alla base della nostra iniziativa politica. Noi non ci riconosciamo in nessuna corrente e come noi, in tutta Italia, ci sono tantissimi amici che ci dicono: “Andate avanti, ci restituite la voglia di partecipare”». Ripartire dalla base, senza steccati. «Chiediamo un passo indietro alla dirigenza che ci ha portato in questa fase di stallo. E vogliamo garanzie che ci sia finalmente un congresso aperto, non condizionato dagli accordi tra fazioni».

Repubblica 20.5.13
In duecento all’assemblea nazionale di Prato: “L’Italia non si cambia insieme a Berlusconi”
Gli “Occupy Pd” incalzano il premier “È a tempo, via il Porcellum e poi al voto”
di Maurizio Bologni

PRATO — Fa solo capolino un certo linguaggio giovanilista, per chiedere il «reset della classe dirigente del Pd» e invocare la rinascita di «un partito fico». Per il resto, tante invettive «classiche»: contro i «101 vigliacchi e trasformisti », contro Berlusconi, contro Grillo: «Pensi ai fatti suoi che noi la tessera del Pd non la stracciamo, questo è il nostro partito, lo cambieremo, lo miglioreremo dall’interno». Applausi. È la prima assemblea nazionale di OccupyPd, a Prato, duecento giovani attesi da 101 sedie quante quelle di chi ha impallinato Prodi. Ma dopo più di tre ore e oltre trenta interventi (due soli di ragazze), c’è chi avverte il rischio che il movimento si spenga in uno «sfogatoio». Gli interventi del romano Emanuele Perugini e del milanese Giacomo Marossi mettono a fuoco la necessità di un salto di qualità: la costruzione di un documento su cultura, ambiente, lavoro, istruzione e diritti, da portare al congresso. Non tutti sono d’accordo, anzi. Se ne parlerà nelle prossime assemblee, «ogni territorio organizza la propria e la prossima è già domani » dice il pratese Lorenzo Rocchi, e a giungo una nuova assise nazionale a Bologna.
Età media 25 anni, 25 delegati da 15 province e 9 Regioni in un vecchio capannone artigianale abbandonato, nel centro storico di Prato, ora utilizzato dal circolo Spazio Compost, lanterne cinesi al soffitto (è zona ad alta densità di orientali), striscioni alle pareti («Occupiamoci del Pd» e «Disoccupazione giovanile: 38,4%), diretta Tweet curata da Il Tirreno e proiettata su uno schermo. Ogni intervento non più di cinque minuti, con count down e tamburo per fermare chi sfora. Lo suona il padrone di casa, Rocchi. «Dobbiamo dire a Letta — afferma il giovane democrat di Prato — che lui è lì al governo per un tempo limitato e per fare principalmente due cose: le riforme elettorale e dell’assetto istituzionale. Poi bisogna che ci dia subito una nuova chance per cercare di governare il Paese. L’Italia — conclude tra gli applausi — non si cambia assieme a Silvio Berlusconi».
«L’incompatibilità con Berlusconi » — come la definisce un altro intervento — e il tradimento dei 101, sono temi che tornano nel dibattito, dal quale sono invece quasi totalmente assenti i nomi di Renzi, Civati, Epifani, degli altri big del Pd. «Il siluro a Prodi è stata una scelta politica e questa scelta sarà al centro del congresso» dice, ad esempio, Andrea Ranieri, 70 anni, membro dell’assemblea nazionale, applaudito e che molti interventi citeranno.
Come andare avanti? Creare una corrente? C’è chi lo ritiene inevitabile, la maggioranza lo respinge. «Niente corrente — dice Perugini — ma al congresso dobbiamo portare proposte, perché questo paese ne ha bisogno, sulla riforma del debito pubblico, sull’utilizzo a fini sociali dei beni pubblici, sulla ridistribuzione della ricchezza, sul lavoro». E poi diritti, lotta alla disoccupazione, sostegno alle partite Iva e politiche per le imprese. «Bene — dice Rocchi — ma niente documento, altrimenti facciamo una correntina che nessuno si fila più».
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