La Questione Monti
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Re: La Questione Monti
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Umberto Caluri
ha pubblicato qualcosa su Salviamo l'Italia dalla Vecchia Politica
Monti non ce la fa. Mi pare evidente. Ci ha provato, ci sta provando, ci proverà. Ma non ce la può fare, l'Italia è un regime parlamentare, e da questo parlamento nemmeno l'Onnipotente potrebbe cavarci fuori qualcosa di buono. Mi aspettavo dal governo Monti qualcosa di meglio, qualcosa di diverso, qualcosa di più. Evidentemente i condizionamenti ai quali è sottoposto (di ogni sorta, non solo quell
i dei partiti che lo sostengono) sono troppo forti. Ha dei meriti indubbi, chissà cosa avrebbe potuto fare con un altro quadro politico, ma tant'è. E non è che chi protesta contro le misure di Monti sia proprio "compos sui": si chiede ad un sistema nel quale (giustamente) non si ha alcuna fiducia, di riparare i danni dal medesimo prodotti. E' solo con un atto traumatico, non so quale, che potremo pensare di voltare pagina. E avere un nuovo ceto dirigente, che abbia un rapporto reale con chi lo ha scelto. Perdere tempo ed energie mentali a seguire il "dibbattito" politico è alienante. E il cielo d'Italia è sempre più scuro.
Umberto Caluri
ha pubblicato qualcosa su Salviamo l'Italia dalla Vecchia Politica
Monti non ce la fa. Mi pare evidente. Ci ha provato, ci sta provando, ci proverà. Ma non ce la può fare, l'Italia è un regime parlamentare, e da questo parlamento nemmeno l'Onnipotente potrebbe cavarci fuori qualcosa di buono. Mi aspettavo dal governo Monti qualcosa di meglio, qualcosa di diverso, qualcosa di più. Evidentemente i condizionamenti ai quali è sottoposto (di ogni sorta, non solo quell
i dei partiti che lo sostengono) sono troppo forti. Ha dei meriti indubbi, chissà cosa avrebbe potuto fare con un altro quadro politico, ma tant'è. E non è che chi protesta contro le misure di Monti sia proprio "compos sui": si chiede ad un sistema nel quale (giustamente) non si ha alcuna fiducia, di riparare i danni dal medesimo prodotti. E' solo con un atto traumatico, non so quale, che potremo pensare di voltare pagina. E avere un nuovo ceto dirigente, che abbia un rapporto reale con chi lo ha scelto. Perdere tempo ed energie mentali a seguire il "dibbattito" politico è alienante. E il cielo d'Italia è sempre più scuro.
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Re: La Questione Monti
Sì, Monti è in grande difficoltà, e lo si nota non appena apre bocca, appena comunica. A partire dall’infelice esempio sul Wsj dello spread a 1200 se ci fosse stato il governo Berlusconi al suo posto. Una dichiarazione fatta per coprire il suo di fallimento con lo spread. Se solo il famigerato differenziale avesse superato quota 700, il fallimento dell’Italia sarebbe stato immediato ed irreversibile. Quindi quota 1200, è solo una quota da mondo dei sogni o buona soltanto per le barzellette sulla cara salma. Monti è un tecnico che queste cose le conosce molto bene e quindi poteva evitare una scemenza gratuita di questa portata, che neppure gli emeriti ragionieri Fantozzi e Filini si sarebbero ben guardati dal fare. Però penso fosse volutamente intenzionale, lo scopo lo conosce solo Rigor.
In questo momento lo spread si è ridotto grazie agli interventi massicci di Draghi. Monti deve ringraziare ancora Draghi per l’intervento della seconda tranche di febbraio u.s., denaro erogato dalla Bce con la motivazione di un sostegno alle imprese e alle famiglie ma che in buona parte sono soldi finiti per l’acquisto di Btp per sostenere il governo Monti. Ovviamente alle famiglie e alle imprese di quei soldi non è arrivato un’euro perché l’Anonima Vampiri SpA, con i prestiti all’1% aveva ben più lucrosi affari da mettere in atto.
I quotidiani prima di Ferragosto escono con la notizia di una riduzione delle tasse e Monti si affretta il 16 agosto a smentire. Monti ci dovrebbe però spiegare come intende fare ripartire l’economia se non mette in tasca i soldi agli italiani.
A maggior ragione se si pensa che in questo momento deteniamo il poco invidiabile record mondiale della tassazione. Al 55 % secondo l’Istat, al 70 % secondo altri. Cose da suicidio certo. In queste condizioni i nostri prodotti non li vendiamo a nessuno, né all’estero, né sul mercato interno, e continuando in questo modo passeremo presto dalla recessione alla depressione.
Il suo intervento sul caso Napolitano è completamente fuori luogo ed è stato fatto solo per ricercare la benevolenza del Capo dello Stato e dei due dei tre partiti che lo sostengono, il partito dei defunti di Bersande e il partito delle mummie di Pierazzurro.
Marco Travaglio nel suo editoriale odierno si occupa proprio delle esternazioni montiane in “ I Monti non tornano”
Ai presunti abusi visti da Monti gli oppone l’intervento dell’ex Presidente della Consulta Gustavo Zagrebelsky ieri su La Repubblica, e alla fine conclude : “E’ sicuro il premier di quel che dice? E, se no, perché non tiene la bocca chiusa?”
Non tiene la bocca chiusa perché ha bisogno di evidente sostegno in questa fase fallimentare.
Travaglio si occupa anche dell’altra voce dell’intervista a Tempi, il fatto che siamo in guerra contro l’evasione fiscale.
Cita tra l’altro Travaglio:
“ A la guerre comme à la guerre”.
La prima misura draconiana (di Monti – ndt) è la conferma di Corrado Passera, indagato per frode fiscale come ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture, Trasporti, Comunicazioni, Industria e Marina mercantile.
Anche in questo caso Monti cerca di ricucire il consenso presso l’elettorato, sapendo che il tema fa sempre scattare la molla.
Ma in questo caso Rigor, si dimostra non affatto diverso dalla cara salma che giocava il suo successo solo sulla comunicazione e zero fatti.
Infatti, senza tante chiacchiere questa doveva essere un’azione intrapresa già dal dicembre 2011.
Per quanto riguarda il recupero dei capitali fuggiti nelle banche svizzere, Rigor ha concesso l’agio di disporre che i capitali prendessero un’altra destinazione.
Essendo responsabile del governo, non ha fatto nulla per sollecitare il ministro Severino, per la presentazione di un decreto legge urgentissimo contro la corruzione.
Siamo a nove mesi e mezzo dall’insediamento del governo Monti e il ministro ha ancora per le mani il ddl, tra l’altro troppo debole per un efficace lotta alla corruzione, uno dei peggiori mali da sempre del Bel Paese.
Monti ha cessato presto i panni del tecnico per diventare di fatto un politico. Sempre nell’intervista a Tempi non trascura di lisciare il pelo al terzo partito quello della cara salma e dei suoi bucanieri, prodigandosi in un’affermazione volutamente forzata per nulla veritiera e quindi scandalosa.
“E’ evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi”, per cui “è compito del governo prendere iniziative al riguardo”.
Se avesse dichiarato: “E’ evidente a tutti quelli della cricca che nel fenomeno delle intercettazioni……”, sarebbe stato più vicino alla realtà non ci sarebbe stata menzogna, ma scandalo ancora sì.
Con questo assist, si è attivato il solito Cicchitto che chiede immediatamente la legge sulle intercettazioni, come riporta stamani l’Unità.
Cicchitto rilancia: «Vogliamo
una legge sulle intercettazioni»
http://www.unita.it/italia/cicchitto-ri ... i-1.438738
Monti deve essere fermamente convinto del suo fallimento se chiede aiuto alla cricca in questo modo per continuare a galleggiare fino al prossimo aprile.
Le liberalizzazioni proposte come contrappeso alla stangata sulle pensione sono state un fallimento come era facilmente prevedibile.
I dati economici sono i peggiori possibili ed immaginabili. L’Europa si sta trascinando miserevolmente in attesa del crac. Come sull’ottovalente ritornano i dati negativi della Grecia. Già dall’inizio si sapeva che non ce la poteva fare senza un vero piano Marshall.
CRISI GRECIA| NUOVI COLLOQUI AD ATENE MERCOLEDÌ E POI VERTICI CON HOLLANDE E MERKEL
Juncker: «L'uscita della Grecia
dall'euro è tecnicamente possibile»
http://www.corriere.it/economia/12_agos ... f07d.shtml
Mentre dalla Finlandia arrivano queste notizie:
La Finlandia: ci prepariamo alla fine dell'Euro
Il governo finlandese è preparato a ogni possibile evoluzione della crisi, incluso il collasso dell'unione monetaria.
17/08/2012, 14:36
Da Il Tempo
*
Dal Corriere di ieri:
VACANZE PIÙ CARE| PER GLI AUTOMOBILISTI UNA STANGATA DA 560 MILIONI DI EURO AL GIORNO
La benzina sfiora i 2 euro al litro
Codacons: «In autostrada a 1,98 euro al litro. Per un pieno si devono spendere anche 20 euro in più rispetto al 2011»
http://www.corriere.it/economia/12_agos ... 7274.shtml
In questa Italia delle cricche questi giochini diventano normali. Gli italiani in vacanza devono rientrare per forza e quindi l’occasione per stangarli è ghiotta, tanto su questo il governo tace perché si deve occupare di intercettazioni.
Neppure il quadro politico è dei migliori.
La Pravdona e la politica tacciono sul fatto che Bersani ha ricevuto 98 mila euro dal Gruppo Riva mentre i berlusconiani ne hanno ricevuti 245 mila.
Tutti tacciono per paura di una crisi di governo. Ma una notizia del genere non può essere tenuta nascosta a lungo.
Rigor la ignora completamente.
Se ne sono occupati solo in 4. Il Fatto Quotidiano che ha pubblicato la notizia, Di Pietro e Grillo sui loro blog, e di nuovo il giornalista de IFQ che l’altro giorno ha intervistato il senatore Casson, che molto diplomaticamente ha risposto di non saperne nulla.
Il caso Ilva è una bomba. Il governo si è comportato per mesi facendo finta di non sapere.
Non so, non ho visto, e se c’ero dormivo, oppure, lascia stare il can che dorme è il stato modus operandi del governo. C’è voluta la magistratura per porre a livello nazionale il problema degli omicidi volontari plurimi e aggravati. Se fosse stato per Monti, per Clini, per Passera, per la Cancellieri, per la Severino a Taranto e d’intorni potevano tranquillamente continuare a morire, compresa la strage degli innocenti. Tanto hanno la pelle dura questi ministri completamente insensibili alla morte di bambini per cancro. In fondo non sono né figli né nipoti suoi.
La situazione si sta facendo ulteriormente drammatica.
Che finisse in questo modo era facile prevederlo anche senza una laurea in scienze politiche.
Non era accettabile che il sostegno al governo sia stato affidato ai partiti che hanno portato al fallimento la nazione, l’ammucchiata ABC. Eppure è avvenuto questo con il beneplacido del Colle, sempre meno credibile.
Solo in un Paese al mondo è possibile una scemenza di queste proporzioni, il Paese di Pulcinella.
Il governo presenza carenze madornali. Non può meravigliare nessuno perche ministri e sottosegretari sono il frutto dell’ennesima spartizione di ABC nel famoso incontro delle Catacombe.
Monti poi non è evidentemente all’altezza della situazione.
Nel contempo, un Paese di persone normali succubi per anni di un premier fasullo e di una banda di bucanieri, la prima cosa a cui avrebbe messo mano è il rinnovamento della classe politica, come chiedeva LeG, ma anche la stragrande dei cittadini italiani.
Monti, invece, si occupa e preoccupa della gravità delle intercettazioni ma non vede che i partiti non fanno nulla per rinnovarsi.
Anzi, come abbiamo letto questa settimana si preoccupano solo del futuro di POLTRONE & FORCHETTE, soprattutto da parte del partito dei defunti che pensa di avere già la vittoria in tasca.
Eppure “il così detto tecnico” Monti, Super Mario per Scalfari e La Repubblica delle banane, sa benissimo che la parte nazionale che caratterizza lo spread, è dovuto anche alla preoccupazione dei mercati che investono comprando il nostro debito a 3, 5, 10, anni. Vedono che la situazione è spaventosamente incerta e che l’Italia da questo punto di vista non è in grado di uscirne ed è totalmente inaffidabile.
Nessuno rischia i propri soldi sapendo che potrebbe tranquillamente perderli se l’Italia va a scatafascio con le premesse di questa infelice classe dirigente.
Dieci giorni fa è uscita la notizia che mille miliardi d’investimenti negli ultimi due anni sono stati tolti dall’Italia per altre destinazioni.
Per 14 mesi la responsabilità è stata di Berlusconi e i suoi bucanieri, ma per gli ultimi 10 mesi la responsabilità è di Monti e della cricca ABC che lo sostiene.
Al punto in cui siamo le premesse per una prossima guerra civile ci sono tutte.
In questo momento lo spread si è ridotto grazie agli interventi massicci di Draghi. Monti deve ringraziare ancora Draghi per l’intervento della seconda tranche di febbraio u.s., denaro erogato dalla Bce con la motivazione di un sostegno alle imprese e alle famiglie ma che in buona parte sono soldi finiti per l’acquisto di Btp per sostenere il governo Monti. Ovviamente alle famiglie e alle imprese di quei soldi non è arrivato un’euro perché l’Anonima Vampiri SpA, con i prestiti all’1% aveva ben più lucrosi affari da mettere in atto.
I quotidiani prima di Ferragosto escono con la notizia di una riduzione delle tasse e Monti si affretta il 16 agosto a smentire. Monti ci dovrebbe però spiegare come intende fare ripartire l’economia se non mette in tasca i soldi agli italiani.
A maggior ragione se si pensa che in questo momento deteniamo il poco invidiabile record mondiale della tassazione. Al 55 % secondo l’Istat, al 70 % secondo altri. Cose da suicidio certo. In queste condizioni i nostri prodotti non li vendiamo a nessuno, né all’estero, né sul mercato interno, e continuando in questo modo passeremo presto dalla recessione alla depressione.
Il suo intervento sul caso Napolitano è completamente fuori luogo ed è stato fatto solo per ricercare la benevolenza del Capo dello Stato e dei due dei tre partiti che lo sostengono, il partito dei defunti di Bersande e il partito delle mummie di Pierazzurro.
Marco Travaglio nel suo editoriale odierno si occupa proprio delle esternazioni montiane in “ I Monti non tornano”
Ai presunti abusi visti da Monti gli oppone l’intervento dell’ex Presidente della Consulta Gustavo Zagrebelsky ieri su La Repubblica, e alla fine conclude : “E’ sicuro il premier di quel che dice? E, se no, perché non tiene la bocca chiusa?”
Non tiene la bocca chiusa perché ha bisogno di evidente sostegno in questa fase fallimentare.
Travaglio si occupa anche dell’altra voce dell’intervista a Tempi, il fatto che siamo in guerra contro l’evasione fiscale.
Cita tra l’altro Travaglio:
“ A la guerre comme à la guerre”.
La prima misura draconiana (di Monti – ndt) è la conferma di Corrado Passera, indagato per frode fiscale come ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture, Trasporti, Comunicazioni, Industria e Marina mercantile.
Anche in questo caso Monti cerca di ricucire il consenso presso l’elettorato, sapendo che il tema fa sempre scattare la molla.
Ma in questo caso Rigor, si dimostra non affatto diverso dalla cara salma che giocava il suo successo solo sulla comunicazione e zero fatti.
Infatti, senza tante chiacchiere questa doveva essere un’azione intrapresa già dal dicembre 2011.
Per quanto riguarda il recupero dei capitali fuggiti nelle banche svizzere, Rigor ha concesso l’agio di disporre che i capitali prendessero un’altra destinazione.
Essendo responsabile del governo, non ha fatto nulla per sollecitare il ministro Severino, per la presentazione di un decreto legge urgentissimo contro la corruzione.
Siamo a nove mesi e mezzo dall’insediamento del governo Monti e il ministro ha ancora per le mani il ddl, tra l’altro troppo debole per un efficace lotta alla corruzione, uno dei peggiori mali da sempre del Bel Paese.
Monti ha cessato presto i panni del tecnico per diventare di fatto un politico. Sempre nell’intervista a Tempi non trascura di lisciare il pelo al terzo partito quello della cara salma e dei suoi bucanieri, prodigandosi in un’affermazione volutamente forzata per nulla veritiera e quindi scandalosa.
“E’ evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi”, per cui “è compito del governo prendere iniziative al riguardo”.
Se avesse dichiarato: “E’ evidente a tutti quelli della cricca che nel fenomeno delle intercettazioni……”, sarebbe stato più vicino alla realtà non ci sarebbe stata menzogna, ma scandalo ancora sì.
Con questo assist, si è attivato il solito Cicchitto che chiede immediatamente la legge sulle intercettazioni, come riporta stamani l’Unità.
Cicchitto rilancia: «Vogliamo
una legge sulle intercettazioni»
http://www.unita.it/italia/cicchitto-ri ... i-1.438738
Monti deve essere fermamente convinto del suo fallimento se chiede aiuto alla cricca in questo modo per continuare a galleggiare fino al prossimo aprile.
Le liberalizzazioni proposte come contrappeso alla stangata sulle pensione sono state un fallimento come era facilmente prevedibile.
I dati economici sono i peggiori possibili ed immaginabili. L’Europa si sta trascinando miserevolmente in attesa del crac. Come sull’ottovalente ritornano i dati negativi della Grecia. Già dall’inizio si sapeva che non ce la poteva fare senza un vero piano Marshall.
CRISI GRECIA| NUOVI COLLOQUI AD ATENE MERCOLEDÌ E POI VERTICI CON HOLLANDE E MERKEL
Juncker: «L'uscita della Grecia
dall'euro è tecnicamente possibile»
http://www.corriere.it/economia/12_agos ... f07d.shtml
Mentre dalla Finlandia arrivano queste notizie:
La Finlandia: ci prepariamo alla fine dell'Euro
Il governo finlandese è preparato a ogni possibile evoluzione della crisi, incluso il collasso dell'unione monetaria.
17/08/2012, 14:36
Da Il Tempo
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Dal Corriere di ieri:
VACANZE PIÙ CARE| PER GLI AUTOMOBILISTI UNA STANGATA DA 560 MILIONI DI EURO AL GIORNO
La benzina sfiora i 2 euro al litro
Codacons: «In autostrada a 1,98 euro al litro. Per un pieno si devono spendere anche 20 euro in più rispetto al 2011»
http://www.corriere.it/economia/12_agos ... 7274.shtml
In questa Italia delle cricche questi giochini diventano normali. Gli italiani in vacanza devono rientrare per forza e quindi l’occasione per stangarli è ghiotta, tanto su questo il governo tace perché si deve occupare di intercettazioni.
Neppure il quadro politico è dei migliori.
La Pravdona e la politica tacciono sul fatto che Bersani ha ricevuto 98 mila euro dal Gruppo Riva mentre i berlusconiani ne hanno ricevuti 245 mila.
Tutti tacciono per paura di una crisi di governo. Ma una notizia del genere non può essere tenuta nascosta a lungo.
Rigor la ignora completamente.
Se ne sono occupati solo in 4. Il Fatto Quotidiano che ha pubblicato la notizia, Di Pietro e Grillo sui loro blog, e di nuovo il giornalista de IFQ che l’altro giorno ha intervistato il senatore Casson, che molto diplomaticamente ha risposto di non saperne nulla.
Il caso Ilva è una bomba. Il governo si è comportato per mesi facendo finta di non sapere.
Non so, non ho visto, e se c’ero dormivo, oppure, lascia stare il can che dorme è il stato modus operandi del governo. C’è voluta la magistratura per porre a livello nazionale il problema degli omicidi volontari plurimi e aggravati. Se fosse stato per Monti, per Clini, per Passera, per la Cancellieri, per la Severino a Taranto e d’intorni potevano tranquillamente continuare a morire, compresa la strage degli innocenti. Tanto hanno la pelle dura questi ministri completamente insensibili alla morte di bambini per cancro. In fondo non sono né figli né nipoti suoi.
La situazione si sta facendo ulteriormente drammatica.
Che finisse in questo modo era facile prevederlo anche senza una laurea in scienze politiche.
Non era accettabile che il sostegno al governo sia stato affidato ai partiti che hanno portato al fallimento la nazione, l’ammucchiata ABC. Eppure è avvenuto questo con il beneplacido del Colle, sempre meno credibile.
Solo in un Paese al mondo è possibile una scemenza di queste proporzioni, il Paese di Pulcinella.
Il governo presenza carenze madornali. Non può meravigliare nessuno perche ministri e sottosegretari sono il frutto dell’ennesima spartizione di ABC nel famoso incontro delle Catacombe.
Monti poi non è evidentemente all’altezza della situazione.
Nel contempo, un Paese di persone normali succubi per anni di un premier fasullo e di una banda di bucanieri, la prima cosa a cui avrebbe messo mano è il rinnovamento della classe politica, come chiedeva LeG, ma anche la stragrande dei cittadini italiani.
Monti, invece, si occupa e preoccupa della gravità delle intercettazioni ma non vede che i partiti non fanno nulla per rinnovarsi.
Anzi, come abbiamo letto questa settimana si preoccupano solo del futuro di POLTRONE & FORCHETTE, soprattutto da parte del partito dei defunti che pensa di avere già la vittoria in tasca.
Eppure “il così detto tecnico” Monti, Super Mario per Scalfari e La Repubblica delle banane, sa benissimo che la parte nazionale che caratterizza lo spread, è dovuto anche alla preoccupazione dei mercati che investono comprando il nostro debito a 3, 5, 10, anni. Vedono che la situazione è spaventosamente incerta e che l’Italia da questo punto di vista non è in grado di uscirne ed è totalmente inaffidabile.
Nessuno rischia i propri soldi sapendo che potrebbe tranquillamente perderli se l’Italia va a scatafascio con le premesse di questa infelice classe dirigente.
Dieci giorni fa è uscita la notizia che mille miliardi d’investimenti negli ultimi due anni sono stati tolti dall’Italia per altre destinazioni.
Per 14 mesi la responsabilità è stata di Berlusconi e i suoi bucanieri, ma per gli ultimi 10 mesi la responsabilità è di Monti e della cricca ABC che lo sostiene.
Al punto in cui siamo le premesse per una prossima guerra civile ci sono tutte.
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Re: La Questione Monti
Stanno tirando troppo la corda e alla fine qualcuno si spazientisce.
Questo commento è tratto da:
Ingroia: “Non sono d’accordo con Monti”. Anm: “Improprio parlare di abusi”
Il procuratore aggiunto siciliano: "Con il conflitto di attribuzioni i magistrati sono più isolati". L'associazione dei magistrati: "Salvaguardare gli strumenti di indagine e il diritto di cronaca". Pdl all'attacco. Cicchitto: "La Severino ascolti il capo del governo". Gasparri: "Il ministro scrive sotto dettatura del pm di Palermo". Di Pietro e Grillo: "Nessuno tocchi le intercettazioni"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 agosto 2012
Commenti (405)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... na/328259/
bob1 49 minuto fa
Se si osa bloccare le intercettazioni sarà guerra civile: NON SE NE PUO' PIU' DELLE PREVARICAZIONI DI UN MANIPOLO DI DELIQUENTI E CONNIVENTI VENDUTI ALLA POLITICA AMORALE !
10 people piace questo commento.
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Ingroia: “Non sono d’accordo con Monti”. Anm: “Improprio parlare di abusi”
Il procuratore aggiunto siciliano: "Con il conflitto di attribuzioni i magistrati sono più isolati". L'associazione dei magistrati: "Salvaguardare gli strumenti di indagine e il diritto di cronaca". Pdl all'attacco. Cicchitto: "La Severino ascolti il capo del governo". Gasparri: "Il ministro scrive sotto dettatura del pm di Palermo". Di Pietro e Grillo: "Nessuno tocchi le intercettazioni"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 agosto 2012
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... na/328259/
bob1 49 minuto fa
Se si osa bloccare le intercettazioni sarà guerra civile: NON SE NE PUO' PIU' DELLE PREVARICAZIONI DI UN MANIPOLO DI DELIQUENTI E CONNIVENTI VENDUTI ALLA POLITICA AMORALE !
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Re: La Questione Monti
Video
INGROIA: LA SECONDA REPUBBLICA NATA NEL SANGUE
http://www.youtube.com/watch?v=3NhwMU99 ... r_embedded
INGROIA: LA SECONDA REPUBBLICA NATA NEL SANGUE
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Re: La Questione Monti
Ingroia: “Non sono d’accordo con Monti”. Anm: “Improprio parlare di abusi”
Il procuratore aggiunto siciliano: "Con il conflitto di attribuzioni i magistrati sono più isolati". L'associazione dei magistrati: "Salvaguardare gli strumenti di indagine e il diritto di cronaca". Pdl all'attacco. Cicchitto: "La Severino ascolti il capo del governo". Gasparri: "Il ministro scrive sotto dettatura del pm di Palermo". Di Pietro e Grillo: "Nessuno tocchi le intercettazioni"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 agosto 2012Commenti (406)
E’ stato sufficiente che il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia dicesse di “non condividere” le parole del presidente del Consiglio Mario Monti sulle intercettazioni delle conversazioni del presidente della Repubblica. E di nuovo si è scatenata la polemica. Sulla trattativa Stato-mafia, certo. Ma anche e soprattutto sulla riforma delle intercettazioni e della giustizia. La miccia per dire il vero è stata l’uscita di ieri di Monti che aveva definito “grave” l’ascolto delle conversazioni di Napolitano con l’ex ministro Nicola Mancino da parte dei pm palermitani. Se infatti da una parte Antonio Di Pietro e Beppe Grillo sentono “puzza di bruciato” dopo l’uscita di Monti sulle annunciate “novità” per la giustizia e per le intercettazioni (“Vuole arrivare dove Berlusconi non è riuscito” denuncia il leader dell’Italia dei Valori) dall’altra il Pdl – alle parole del capo del governo – è partito lancia in resta: “La Severino segua quanto ha detto Monti” ha preso la palla al balzo il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto ancora “scottato” dalla resistenza del ministro della Giustizia alle proposte del centrodestra.
Ma dopo un lungo silenzio – al quale ha fatto riferimento anche lo stesso Ingroia (“E’ una crisi di rappresentanza”) – oggi Monti ha ricevuto anche la replica dell’Associazione nazionale magistrati che ha precisato quanto sia “improprio” parlare di “abusi”, specialmente nel caso particolare (quello su Napolitano) che sarà oggetto di un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale. L’Anm “rileva che la questione relativa alle procedure cui assoggettare le intercettazioni indirette dei colloqui del presidente della Repubblica è oggetto di un conflitto di attribuzione, in merito al quale è doveroso attendere la decisione della Corte Costituzionale. Pertanto, allo stato appare improprio ogni possibile riferimento a presunti abusi che sarebbero, comunque, oggetto di altre procedure di controllo, secondo gli strumenti previsti dalle normative vigenti”.
Infine l’associazione magistrati fissa bene i paletti per un’eventuale riforma della giustizia e delle intercettazioni e auspica che ogni eventuale modifica della legge “pur diretta a tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti estranei al procedimento, salvaguardi il pieno utilizzo di tale indispensabile strumento d’indagine, senza peraltro comprimere il legittimo diritto di cronaca”. Una dichiarazione attesa tanto che il segretario di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri tira quasi un sospiro di sollievo: “Meglio tardi che mai, ma occorrono piu attenzione e dinamismo su temi così delicati”.
Ingroia: “Non condivido Monti”. E sì che Ingroia pareva aver scelto accuratamente le parole. “Ho apprezzato molto le parole che il presidente del consiglio Mario Monti ha pronunciato il 23 maggio, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, quando ha detto che l’unica ragion di Stato è la ricerca della verità - ha risposto a Klaus Davi durante Klauscondicio, su Youtube – Non condivido invece le ultime rilasciate dal nostro presidente del Consiglio sull’operato della Procura di Palermo, ma ovviamente ognuno ha il diritto di sostenere le proprie opinioni”. Il magistrato siciliano, uno dei titolari dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e in procinto di lasciare la Procura palermitana per ricoprire un incarico per l’Onu in Guatemala, si è invece detto sollevato nel “leggere le parole di un profondo conoscitore della Costituzione come Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della corte costituzionale, che ci ha assicurato che la procura di Palermo non ha commesso alcuna violazione ed ha solo applicato la legge”.
“Se c’è un’invasione di campo è della politica”. Ingroia segue il ragionamento dell’alto magistrato e aggiunge che “i conflitti d’attribuzione possono costituire una insidia per il clima generale”. Ma non tanto per il fatto stesso di essere sollevati, ma piuttosto per le polemiche che provocano. “Questo certamente inasprisce il clima – spiega Ingroia – e crea una situazione di maggiore isolamento della magistratura”. ”Più in generale – sottolinea Ingroia – non posso non osservare che questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo: mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale”.
E intanto la trattativa sta continuando? “Non abbiamo dati certi” risponde Ingroia. “La seconda Repubblica è nata sui pilastri eretti sul sangue” delle vittime della mafia, aggiunge Ingroia. “Non potrà mai diventare una democrazia matura – spiega – fino a quando non si riuscirà a sapere la verità su quella stagione. Ci si può vaccinare da un peccato di origine, però confessandolo. Se non ci si confessa, non ci si monda da questo peccato originale”.
“Con la legge Alfano limitazione degli strumenti antimafia”. E poi quel sibillino “Ci saranno novità” di Monti sulla questione della riforma della giustizia. Una voglia di “riformare” che viene di tanto in tanto alla politica, specie quando viene toccata da vicino. “Sullo specifico tema delle intercettazioni – ha chiarito Ingroia – ribadisco forte preoccupazione qualora si dovesse rimettere in moto il progetto di legge dell’ex ministro Alfano, in parte approvato dal parlamento, perché comporterebbe una grave limitazione agli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata”.
Il pm Teresi: “Ci sentiamo soli davanti alla mafia”. Oggi aveva parlato anche un altro procuratore aggiunto di Palermo e segretario distrettuale dell’Anm, Vittorio Teresi. Intervistato da Repubblica aveva detto che i magistrati si sentono soli davanti alla mafia: “Io non so se esiste una strategia politico-istituzionale per fermare la nostra azione ma noi ci sentiamo completamente soli davanti alla mafia. E dico la mafia, perchè qui non ci occupiamo solo della ‘trattativa’. Monti deve aver equivocato i fatti – spiega Teresi -. Noi non abbiamo commesso alcun abuso e non vedo alcun profilo di gravità sulle intercettazioni indirette. Nessuno di noi ha parlato di accerchiamento, ma certo viviamo un forte isolamento da quando all’attivazione di procedure istituzionali certamente legittime, su tutta la vicenda è calato un silenzio inquietante da parte delle istituzioni, della politica, della stampa nazionale”.
Cicchitto: “La Severino ascolti Monti”. Ma al centrodestra le parole di Monti sono piaciute, eccome. Viste le difficoltà di comunicazione con il ministro della Giustizia Paola Severino (l’ultima riunione di un paio di settimane fa era finita con le porte sbattute e dichiarazioni di fuoco) il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto è lesto a raccogliere l’uscita del presidente del Consiglio come una palla al balzo: “Se il ministro Severino vuole seguire le indicazioni di Monti ha tutte le possibilità per comporre in modo equilibrato il trittico: cioè una legge effettiva e non mistificata sulle intercettazioni, come ha affermato oggi Monti stesso, e poi da un lato apportare qualche modifica nel senso da noi richiesto sull’anticorruzione e dall’altro lato altre modifiche sulla responsabilità civile dei giudici”. ”In questo modo – aggiunge – il trittico sarebbe composto in forma equilibrata; in modo diverso verrebbe squilibrato. Per fare tutto questo ci vuole una effettiva capacità di mediazione, senza mai ricorrere a voti di fiducia e di sfiducia. Questo esercizio di equilibrio dovrebbe essere la quintessenza di un ministro tecnico che voglia davvero dare un contributo di mediazione per una riforma della giustizia in presenza di posizioni differenti dei partiti che sostengono il governo”.
Gasparri: “Il ministro lavora sotto dettatura di Ingroia”. E infatti il collega di Cicchitto al Senato, Maurizio Gasparri, aggiunge subito che il Pdl non accetterà di partecipare a voti di fiducia sulla giustizia a Palazzo Madama. La legge sulle intercettazioni? “Ce lo auguriamo ma quando abbiamo incontrato la Severino ci è sembrata una che lavora sotto dettatura di Ingroia. Molti di questi tecnici un giorno torneranno alle professioni normali e la Severino, quando tornerà a fare l’avvocato, dovrà incontrare tanti Ingroia sul suo cammino e preferisce non scontentarli”.
Lo stesso Gasparri ha ingaggiato un duello a distanza con lo stesso Ingroia sostenendo che parla da politico e poi come Lenin. Il magistrato aveva replicato assicurando di sentirsi ”militante politico, ma militante della verità, della giustizia e della Costituzione”. “Quando uno che fa il pm e il politico e dice di essere militante della verità bisogna preoccuparsi per la condizione di chi fa affermazioni così apodittiche – ha ribattuto il senatore Pdl – Nella storia ci sono precedenti illustri nella gara all’esaltazione di se stessi. Tra i tanti ricordo la verità di Trockij che così titolò il giornale ‘Pravda’ che in russo vuol dire appunto verità, divenuto poi l’organo apologetico delle imprese di Lenin e Stalin. Se ne potrebbe stampare una nuova edizione mettendo accanto alla testata l’icona di Ingroia al posto di quella di Lenin che campeggiava sul noto giornale fino ai tempi moderni”.
Pd: “No agli abusi”, Fini: “Fare presto”. Dal Pd silenzio quasi perfetto. L’unica voce è quella di Giorgio Merlo: “Le intercettazioni sono uno strumento investigativo indispensabile per il lavoro della magistratura – afferma – Ma, al contempo, va riaffermato il postulato che delle intercettazioni se ne deve fare un uso corretto e non devono mai diventare un abuso”.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini non entra nel merito, ma auspica un’accelerazione. “Manca poco alla fine della legislatura – osserva – e sarebbe positivo se si riuscisse a giungere all’approvazione del disegno di legge in tema di intercettazioni, da tempo all’esame del Parlamento”.
Di Pietro: “Monti vuole arrivare dove neanche B. è riuscito”. Chi salta sulla sedia, invece, sono dall’interno del Parlamento l’Italia dei Valori e da fuori il Movimento Cinque Stelle. ”Questo governo, che sta in piedi solo perchè Berlusconi glielo permette, si prepara a fare quel che Berlusconi non era mai riuscito a fare una legge contro le intercettazioni – scrive sul blog Antonio Di Pietro - Imbavaglierà la stampa, toglierà alla magistratura l’arma principale per combattere la corruzione, terrà i cittadini all’oscuro delle malefatte dei politici. Così saranno tutti contenti: occhio non vede, cuore non duole. Più felici e grati di tutti saranno i corrotti e i mafiosi. Non avranno più niente da temere. Questo scempio si potrà compiere grazie a una pressoché totale complicità da parte della politica e dei mezzi d’informazione”.
Grillo: “E’ un governo tecnico, le intercettazioni non sono affari suoi”. Infine Grillo. “La seconda preoccupazione di Rigor Montis” dopo la lotta all’evasione “sono le intercettazioni. Prima obiezione – scrive sul suo sito la guida del Movimento 5 Stelle - non sono affari suoi in quanto rappresenta un governo tecnico. Seconda obiezione: le intercettazioni servono alla magistratura per ascoltare Mancino in dolce colloquio con il Quirinale per il processo di Palermo sulle relazioni Stato mafia (ed è questo forse a turbare Monti), ma anche per combattere la corruzione (e quindi l’evasione fiscale)”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... na/328259/
Il procuratore aggiunto siciliano: "Con il conflitto di attribuzioni i magistrati sono più isolati". L'associazione dei magistrati: "Salvaguardare gli strumenti di indagine e il diritto di cronaca". Pdl all'attacco. Cicchitto: "La Severino ascolti il capo del governo". Gasparri: "Il ministro scrive sotto dettatura del pm di Palermo". Di Pietro e Grillo: "Nessuno tocchi le intercettazioni"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 agosto 2012Commenti (406)
E’ stato sufficiente che il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia dicesse di “non condividere” le parole del presidente del Consiglio Mario Monti sulle intercettazioni delle conversazioni del presidente della Repubblica. E di nuovo si è scatenata la polemica. Sulla trattativa Stato-mafia, certo. Ma anche e soprattutto sulla riforma delle intercettazioni e della giustizia. La miccia per dire il vero è stata l’uscita di ieri di Monti che aveva definito “grave” l’ascolto delle conversazioni di Napolitano con l’ex ministro Nicola Mancino da parte dei pm palermitani. Se infatti da una parte Antonio Di Pietro e Beppe Grillo sentono “puzza di bruciato” dopo l’uscita di Monti sulle annunciate “novità” per la giustizia e per le intercettazioni (“Vuole arrivare dove Berlusconi non è riuscito” denuncia il leader dell’Italia dei Valori) dall’altra il Pdl – alle parole del capo del governo – è partito lancia in resta: “La Severino segua quanto ha detto Monti” ha preso la palla al balzo il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto ancora “scottato” dalla resistenza del ministro della Giustizia alle proposte del centrodestra.
Ma dopo un lungo silenzio – al quale ha fatto riferimento anche lo stesso Ingroia (“E’ una crisi di rappresentanza”) – oggi Monti ha ricevuto anche la replica dell’Associazione nazionale magistrati che ha precisato quanto sia “improprio” parlare di “abusi”, specialmente nel caso particolare (quello su Napolitano) che sarà oggetto di un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale. L’Anm “rileva che la questione relativa alle procedure cui assoggettare le intercettazioni indirette dei colloqui del presidente della Repubblica è oggetto di un conflitto di attribuzione, in merito al quale è doveroso attendere la decisione della Corte Costituzionale. Pertanto, allo stato appare improprio ogni possibile riferimento a presunti abusi che sarebbero, comunque, oggetto di altre procedure di controllo, secondo gli strumenti previsti dalle normative vigenti”.
Infine l’associazione magistrati fissa bene i paletti per un’eventuale riforma della giustizia e delle intercettazioni e auspica che ogni eventuale modifica della legge “pur diretta a tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti estranei al procedimento, salvaguardi il pieno utilizzo di tale indispensabile strumento d’indagine, senza peraltro comprimere il legittimo diritto di cronaca”. Una dichiarazione attesa tanto che il segretario di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri tira quasi un sospiro di sollievo: “Meglio tardi che mai, ma occorrono piu attenzione e dinamismo su temi così delicati”.
Ingroia: “Non condivido Monti”. E sì che Ingroia pareva aver scelto accuratamente le parole. “Ho apprezzato molto le parole che il presidente del consiglio Mario Monti ha pronunciato il 23 maggio, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, quando ha detto che l’unica ragion di Stato è la ricerca della verità - ha risposto a Klaus Davi durante Klauscondicio, su Youtube – Non condivido invece le ultime rilasciate dal nostro presidente del Consiglio sull’operato della Procura di Palermo, ma ovviamente ognuno ha il diritto di sostenere le proprie opinioni”. Il magistrato siciliano, uno dei titolari dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e in procinto di lasciare la Procura palermitana per ricoprire un incarico per l’Onu in Guatemala, si è invece detto sollevato nel “leggere le parole di un profondo conoscitore della Costituzione come Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della corte costituzionale, che ci ha assicurato che la procura di Palermo non ha commesso alcuna violazione ed ha solo applicato la legge”.
“Se c’è un’invasione di campo è della politica”. Ingroia segue il ragionamento dell’alto magistrato e aggiunge che “i conflitti d’attribuzione possono costituire una insidia per il clima generale”. Ma non tanto per il fatto stesso di essere sollevati, ma piuttosto per le polemiche che provocano. “Questo certamente inasprisce il clima – spiega Ingroia – e crea una situazione di maggiore isolamento della magistratura”. ”Più in generale – sottolinea Ingroia – non posso non osservare che questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo: mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale”.
E intanto la trattativa sta continuando? “Non abbiamo dati certi” risponde Ingroia. “La seconda Repubblica è nata sui pilastri eretti sul sangue” delle vittime della mafia, aggiunge Ingroia. “Non potrà mai diventare una democrazia matura – spiega – fino a quando non si riuscirà a sapere la verità su quella stagione. Ci si può vaccinare da un peccato di origine, però confessandolo. Se non ci si confessa, non ci si monda da questo peccato originale”.
“Con la legge Alfano limitazione degli strumenti antimafia”. E poi quel sibillino “Ci saranno novità” di Monti sulla questione della riforma della giustizia. Una voglia di “riformare” che viene di tanto in tanto alla politica, specie quando viene toccata da vicino. “Sullo specifico tema delle intercettazioni – ha chiarito Ingroia – ribadisco forte preoccupazione qualora si dovesse rimettere in moto il progetto di legge dell’ex ministro Alfano, in parte approvato dal parlamento, perché comporterebbe una grave limitazione agli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata”.
Il pm Teresi: “Ci sentiamo soli davanti alla mafia”. Oggi aveva parlato anche un altro procuratore aggiunto di Palermo e segretario distrettuale dell’Anm, Vittorio Teresi. Intervistato da Repubblica aveva detto che i magistrati si sentono soli davanti alla mafia: “Io non so se esiste una strategia politico-istituzionale per fermare la nostra azione ma noi ci sentiamo completamente soli davanti alla mafia. E dico la mafia, perchè qui non ci occupiamo solo della ‘trattativa’. Monti deve aver equivocato i fatti – spiega Teresi -. Noi non abbiamo commesso alcun abuso e non vedo alcun profilo di gravità sulle intercettazioni indirette. Nessuno di noi ha parlato di accerchiamento, ma certo viviamo un forte isolamento da quando all’attivazione di procedure istituzionali certamente legittime, su tutta la vicenda è calato un silenzio inquietante da parte delle istituzioni, della politica, della stampa nazionale”.
Cicchitto: “La Severino ascolti Monti”. Ma al centrodestra le parole di Monti sono piaciute, eccome. Viste le difficoltà di comunicazione con il ministro della Giustizia Paola Severino (l’ultima riunione di un paio di settimane fa era finita con le porte sbattute e dichiarazioni di fuoco) il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto è lesto a raccogliere l’uscita del presidente del Consiglio come una palla al balzo: “Se il ministro Severino vuole seguire le indicazioni di Monti ha tutte le possibilità per comporre in modo equilibrato il trittico: cioè una legge effettiva e non mistificata sulle intercettazioni, come ha affermato oggi Monti stesso, e poi da un lato apportare qualche modifica nel senso da noi richiesto sull’anticorruzione e dall’altro lato altre modifiche sulla responsabilità civile dei giudici”. ”In questo modo – aggiunge – il trittico sarebbe composto in forma equilibrata; in modo diverso verrebbe squilibrato. Per fare tutto questo ci vuole una effettiva capacità di mediazione, senza mai ricorrere a voti di fiducia e di sfiducia. Questo esercizio di equilibrio dovrebbe essere la quintessenza di un ministro tecnico che voglia davvero dare un contributo di mediazione per una riforma della giustizia in presenza di posizioni differenti dei partiti che sostengono il governo”.
Gasparri: “Il ministro lavora sotto dettatura di Ingroia”. E infatti il collega di Cicchitto al Senato, Maurizio Gasparri, aggiunge subito che il Pdl non accetterà di partecipare a voti di fiducia sulla giustizia a Palazzo Madama. La legge sulle intercettazioni? “Ce lo auguriamo ma quando abbiamo incontrato la Severino ci è sembrata una che lavora sotto dettatura di Ingroia. Molti di questi tecnici un giorno torneranno alle professioni normali e la Severino, quando tornerà a fare l’avvocato, dovrà incontrare tanti Ingroia sul suo cammino e preferisce non scontentarli”.
Lo stesso Gasparri ha ingaggiato un duello a distanza con lo stesso Ingroia sostenendo che parla da politico e poi come Lenin. Il magistrato aveva replicato assicurando di sentirsi ”militante politico, ma militante della verità, della giustizia e della Costituzione”. “Quando uno che fa il pm e il politico e dice di essere militante della verità bisogna preoccuparsi per la condizione di chi fa affermazioni così apodittiche – ha ribattuto il senatore Pdl – Nella storia ci sono precedenti illustri nella gara all’esaltazione di se stessi. Tra i tanti ricordo la verità di Trockij che così titolò il giornale ‘Pravda’ che in russo vuol dire appunto verità, divenuto poi l’organo apologetico delle imprese di Lenin e Stalin. Se ne potrebbe stampare una nuova edizione mettendo accanto alla testata l’icona di Ingroia al posto di quella di Lenin che campeggiava sul noto giornale fino ai tempi moderni”.
Pd: “No agli abusi”, Fini: “Fare presto”. Dal Pd silenzio quasi perfetto. L’unica voce è quella di Giorgio Merlo: “Le intercettazioni sono uno strumento investigativo indispensabile per il lavoro della magistratura – afferma – Ma, al contempo, va riaffermato il postulato che delle intercettazioni se ne deve fare un uso corretto e non devono mai diventare un abuso”.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini non entra nel merito, ma auspica un’accelerazione. “Manca poco alla fine della legislatura – osserva – e sarebbe positivo se si riuscisse a giungere all’approvazione del disegno di legge in tema di intercettazioni, da tempo all’esame del Parlamento”.
Di Pietro: “Monti vuole arrivare dove neanche B. è riuscito”. Chi salta sulla sedia, invece, sono dall’interno del Parlamento l’Italia dei Valori e da fuori il Movimento Cinque Stelle. ”Questo governo, che sta in piedi solo perchè Berlusconi glielo permette, si prepara a fare quel che Berlusconi non era mai riuscito a fare una legge contro le intercettazioni – scrive sul blog Antonio Di Pietro - Imbavaglierà la stampa, toglierà alla magistratura l’arma principale per combattere la corruzione, terrà i cittadini all’oscuro delle malefatte dei politici. Così saranno tutti contenti: occhio non vede, cuore non duole. Più felici e grati di tutti saranno i corrotti e i mafiosi. Non avranno più niente da temere. Questo scempio si potrà compiere grazie a una pressoché totale complicità da parte della politica e dei mezzi d’informazione”.
Grillo: “E’ un governo tecnico, le intercettazioni non sono affari suoi”. Infine Grillo. “La seconda preoccupazione di Rigor Montis” dopo la lotta all’evasione “sono le intercettazioni. Prima obiezione – scrive sul suo sito la guida del Movimento 5 Stelle - non sono affari suoi in quanto rappresenta un governo tecnico. Seconda obiezione: le intercettazioni servono alla magistratura per ascoltare Mancino in dolce colloquio con il Quirinale per il processo di Palermo sulle relazioni Stato mafia (ed è questo forse a turbare Monti), ma anche per combattere la corruzione (e quindi l’evasione fiscale)”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... na/328259/
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Re: La Questione Monti
Ha ragione Ingroia.
Questi sono stati beccati con le dita nella marmellata e ripetono la stess manfrina di sempre.
Riporto cosa scritto altrove:
Il "protagonismo" esiste ma certo non è rivendicare la propria autonomia di magistrati e il proprio compito di non rimanere muti quando si prospettano scempi legislativi o si compiono atti giudiziari perfettamente secondo regola (ma ovviamente contestati dal politico preso con le mani nella marmellata).
Spacciare la mordacchia alla magistratura magari per "riformismo" è una delle tante mistificazioni della nostra Italia, dove il più delle volte si ragiona non per i fatti in quanto tali ma per bande (e sulla base di mere simpatie partitiche).
Peraltro questi signori (politici e burocrati travestiti da tecnici), e giusto ieri si è messo pure Monti, sparano delle bestialità senza pari. E siccome non credo siano del tutto digiuni di diritto allora davvero viene da pensare che siano semplicemente in malafede. E a fronte di certe bestialità - giusto ribadire - rispondere in punta di diritto non è protagonismo. Rappresenta semplicemente un esercizio di verità che, vuoi per malafede, vuoi per paraocchi indotti da simpatie politiche (molti cittadini elettori), in Italia è particolarmente carente.
Questi sono stati beccati con le dita nella marmellata e ripetono la stess manfrina di sempre.
Riporto cosa scritto altrove:
Il "protagonismo" esiste ma certo non è rivendicare la propria autonomia di magistrati e il proprio compito di non rimanere muti quando si prospettano scempi legislativi o si compiono atti giudiziari perfettamente secondo regola (ma ovviamente contestati dal politico preso con le mani nella marmellata).
Spacciare la mordacchia alla magistratura magari per "riformismo" è una delle tante mistificazioni della nostra Italia, dove il più delle volte si ragiona non per i fatti in quanto tali ma per bande (e sulla base di mere simpatie partitiche).
Peraltro questi signori (politici e burocrati travestiti da tecnici), e giusto ieri si è messo pure Monti, sparano delle bestialità senza pari. E siccome non credo siano del tutto digiuni di diritto allora davvero viene da pensare che siano semplicemente in malafede. E a fronte di certe bestialità - giusto ribadire - rispondere in punta di diritto non è protagonismo. Rappresenta semplicemente un esercizio di verità che, vuoi per malafede, vuoi per paraocchi indotti da simpatie politiche (molti cittadini elettori), in Italia è particolarmente carente.
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Re: La Questione Monti
Qualcuno pensava che Monti fosse fuori dai giochetti della vecchia politica?Sempre uno di loro é.
Oggi se non ho capito male ha detto che stiamo uscendo dal tunnel, sono un paio di mesi che lo dice.Ma questa persona vive su Marte?
Ci stiamo entrando adesso nel tunnel, e non sò cosa possa succedere di brutto.Posti di lavoro si continuano a perdere anche nel commercio, e adottano la cassa integrazione ILVA ........altre ancora sono messe nello stesso piano.L'agricoltura con la mancanza di piogge è andata a ramengo.
Naturalmente tutti i prezzi dei generi alimentari saliranno per il consumatore,Poi qualcuno come al solito ci farà la cresta.
Nei palazzi si parla delle solite cariatidi che da decenni sono lì.Discutono della scorta di Fini.ORA.Bisogna che ci sia un giornale che ne parli per fare qualcosa.
Nessuno in tutti questi anni ci ha mai pensato?motivo chi piu chi meno ne usufruicono.Diamogli la scorta (ma se la pagano)ditte private.Le forze dell'ordine hanno gia abbastanza da fare.L'anno 2013 forse se non prima sarà l'anno dei forconi.
Per finire Silvio si presenterà in tribunale?oppure lo preleveranno con la forza.Si presenterà per non dire un tubo.
Ciao
Paolo11
Oggi se non ho capito male ha detto che stiamo uscendo dal tunnel, sono un paio di mesi che lo dice.Ma questa persona vive su Marte?
Ci stiamo entrando adesso nel tunnel, e non sò cosa possa succedere di brutto.Posti di lavoro si continuano a perdere anche nel commercio, e adottano la cassa integrazione ILVA ........altre ancora sono messe nello stesso piano.L'agricoltura con la mancanza di piogge è andata a ramengo.
Naturalmente tutti i prezzi dei generi alimentari saliranno per il consumatore,Poi qualcuno come al solito ci farà la cresta.
Nei palazzi si parla delle solite cariatidi che da decenni sono lì.Discutono della scorta di Fini.ORA.Bisogna che ci sia un giornale che ne parli per fare qualcosa.
Nessuno in tutti questi anni ci ha mai pensato?motivo chi piu chi meno ne usufruicono.Diamogli la scorta (ma se la pagano)ditte private.Le forze dell'ordine hanno gia abbastanza da fare.L'anno 2013 forse se non prima sarà l'anno dei forconi.
Per finire Silvio si presenterà in tribunale?oppure lo preleveranno con la forza.Si presenterà per non dire un tubo.
Ciao
Paolo11
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Re: La Questione Monti
lucameni ha scritto:Ha ragione Ingroia.
Questi sono stati beccati con le dita nella marmellata e ripetono la stess manfrina di sempre.
Riporto cosa scritto altrove:
Il "protagonismo" esiste ma certo non è rivendicare la propria autonomia di magistrati e il proprio compito di non rimanere muti quando si prospettano scempi legislativi o si compiono atti giudiziari perfettamente secondo regola (ma ovviamente contestati dal politico preso con le mani nella marmellata).
Spacciare la mordacchia alla magistratura magari per "riformismo" è una delle tante mistificazioni della nostra Italia, dove il più delle volte si ragiona non per i fatti in quanto tali ma per bande (e sulla base di mere simpatie partitiche).
Peraltro questi signori (politici e burocrati travestiti da tecnici), e giusto ieri si è messo pure Monti, sparano delle bestialità senza pari. E siccome non credo siano del tutto digiuni di diritto allora davvero viene da pensare che siano semplicemente in malafede. E a fronte di certe bestialità - giusto ribadire - rispondere in punta di diritto non è protagonismo. Rappresenta semplicemente un esercizio di verità che, vuoi per malafede, vuoi per paraocchi indotti da simpatie politiche (molti cittadini elettori), in Italia è particolarmente carente.
Oggi sono soddisfatto di poter condividere qualcosa con Lucameni, dopo tante divisioni sull'altro forum
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Re: La Questione Monti
Oggi se non ho capito male ha detto che stiamo uscendo dal tunnel, sono un paio di mesi che lo dice.Ma questa persona vive su Marte?
Ci stiamo entrando adesso nel tunnel, e non sò cosa possa succedere di brutto.Posti di lavoro si continuano a perdere anche nel commercio, e adottano la cassa integrazione ILVA ........altre ancora sono messe nello stesso piano.L'agricoltura con la mancanza di piogge è andata a ramengo.
paolo11
Purtroppo, caro paolino, hai capito giusto:
AL MEETING DI CL
Rimini, Monti al Meeting di Cl:
«Vicini all'uscita dalla crisi» | Video
Il premier: «È un momento tra i più difficili, ma vedo vicina l'uscita dalla crisi»
http://www.corriere.it/
***
Allora significa che la situazione è ultra, mega, iper drammatica se Monti si rimette a imitare la salma dei ristoranti e luoghi di villeggiatura pieni, e degli aerei che bisogna fare la prenotazione.
Paolino ha ragione, entriamo ora nel tunnel.
Monti ha raccontato queste palle davanti ai merloni ultragiganti di Cl, per avere un sostegno.
Ovviamente ha raccontato una gran palla.
Bastava che leggesse Ettore Livini oggi su Repubblica, il giornale di regime che lo sostiene, solamente per capire cosa succederebbe all’Italia con l’uscita della Grecia dall’euro.
E a quanto sembra, l’ora dell’uscita della Grecia è vicina.
Monti in Cina aveva dichiarato che eravamo fuori dalla crisi e che potevamo rilassarci. Qualche giorno dopo si è scatenato l’inferno.
Don Camillo diceva: Gratta il Pepito e viene fuori il Peppone.
Qui siamo al: Gratta il Monti e viene fuori il Berluscone.
La tragedia sta per cominciare.
Ci stiamo entrando adesso nel tunnel, e non sò cosa possa succedere di brutto.Posti di lavoro si continuano a perdere anche nel commercio, e adottano la cassa integrazione ILVA ........altre ancora sono messe nello stesso piano.L'agricoltura con la mancanza di piogge è andata a ramengo.
paolo11
Purtroppo, caro paolino, hai capito giusto:
AL MEETING DI CL
Rimini, Monti al Meeting di Cl:
«Vicini all'uscita dalla crisi» | Video
Il premier: «È un momento tra i più difficili, ma vedo vicina l'uscita dalla crisi»
http://www.corriere.it/
***
Allora significa che la situazione è ultra, mega, iper drammatica se Monti si rimette a imitare la salma dei ristoranti e luoghi di villeggiatura pieni, e degli aerei che bisogna fare la prenotazione.
Paolino ha ragione, entriamo ora nel tunnel.
Monti ha raccontato queste palle davanti ai merloni ultragiganti di Cl, per avere un sostegno.
Ovviamente ha raccontato una gran palla.
Bastava che leggesse Ettore Livini oggi su Repubblica, il giornale di regime che lo sostiene, solamente per capire cosa succederebbe all’Italia con l’uscita della Grecia dall’euro.
E a quanto sembra, l’ora dell’uscita della Grecia è vicina.
Monti in Cina aveva dichiarato che eravamo fuori dalla crisi e che potevamo rilassarci. Qualche giorno dopo si è scatenato l’inferno.
Don Camillo diceva: Gratta il Pepito e viene fuori il Peppone.
Qui siamo al: Gratta il Monti e viene fuori il Berluscone.
La tragedia sta per cominciare.
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Re: La Questione Monti
Fisco, niente accordo tra Italia e Svizzera. Intanto gli evasori scappano
Nel Paese elvetico cresce l’opposizione popolare all'operato del governo di Berna. Così, mentre Regno Unito e Germania hanno portato a casa delle "intese lampo" (non oltre 6 mesi), Monti continua a promettere lotta senza quartiere a chi non paga le tasse, ma non trova risultati oltre le Alpi
di Vittorio Malagutti | 19 agosto 2012
Commenti (101)
Tedeschi e inglesi ce l’hanno fatta in sei mesi o poco più. Negoziati lampo e poi l’annuncio: Londra e Berlino hanno siglato un accordo con la Svizzera per recuperare i soldi degli evasori fiscali nascosti nelle banche della Confederazione. Correva l’anno 2011, mesi di settembre e ottobre. In Italia invece andiamo avanti a chiacchiere e promesse. Passati i tempi del ministro Giulio Tremonti, inventore dei condoni quasi tombali per i furboni delle tasse ma ferocemente contrario a ogni accordo con la Confederazione, i cosiddetti tecnici guidati da Mario Monti hanno fin qui prodotto una montagna di parole. Inutili. Anzi, peggio, dannose per le casse dello Stato. Perché la strategia degli annunci a cui non seguono i fatti finisce per mettere sull’avviso gli evasori nostrani che hanno tutto il tempo, con la volonterosa collaborazione delle banche elvetiche, per trasferire i loro tesoretti in paradisi offshore al riparo del fisco nostrano. Posti fuori mano, ma molto efficienti, tipo Singapore o Dubai.
“Quasi ci siamo”. “L’accordo è vicino”. “Negoziato alla stretta finale”. Titoli come questi accompagnano da mesi i faticosi negoziati tra l’Italia e la Svizzera, mentre gli evasori e i loro commercialisti studiano strategie alternative. Ultimo esempio di una lunga serie di parole a vanvera sono quelle pronunciate dal premier nella sua intervista al settimanale ciellino Tempi, un’intervista destinata a fare da apripista all’intervento di oggi dello stesso Monti all’apertura dell’annuale Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. “Stato di guerra contro l’evasione”, ha scandito il capo del governo, che due giorni fa ha anche incontrato la presidente svizzera Eveline Widmer Schlumpf. Il rendez vous serviva a fare il punto sullo stato dei negoziato tra Roma e Berna.
La cornice dell’incontro, come si dice in questi casi, pare altamente simbolica. Le splendide vallate dell’Engadina, luoghi a tolleranza zero per chi butta un mozzicone per terra o lascia l’auto in divieto di sosta, sono costellate di ville e appartamenti frutto dell’evasione fiscale italiana. Un’evasione a sei zeri, non quella del pizzicagnolo della porta accanto che magari si affida a spalloni di fortuna. A Sankt Moritz, Silvaplana, Sils approdano banchieri, finanzieri e grandi professionisti. Chissà se Monti, che da decenni ama villeggiare da quelle parti si è mai fatto qualche domanda in proposito.
Intanto il capo del governo di Roma e la collega svizzera sono stati costretti a prendere atto che la strada verso l’intesa in materia fiscale è molto lunga e ancora più ripida dei vicini tornanti del passo del Maloja. L’esecutivo di Berna deve tenere a bada le proteste dei partiti nazionalisti (Udc e Lega dei Ticinesi) che gridano alla svendita del segreto bancario, alla resa di fronte allo straniero, perfino di fronte agli italiani. E per dare il colpo di grazia a ogni possibile intesa sono già sulla rampa di lancio almeno un paio di referendum popolari che in Svizzera, come noto, sono uno strumento di democrazia diretta usato con grande frequenza.
Per ingraziarsi gli oppositori la Widmer Schlumpf, descritta dalla lobby bancaria come una pericolosa estremista, si vedrà costretta a chiedere contropartite forti a Roma. Per esempio in tema di ristorni fiscali sulle tasse prelevate alla fonte in Svizzera dagli stipendi dei frontalieri italiani. Soldi che tengono in vita decine di comuni di confine. Altro tema caldo è quello della black list. La Confederazione è considerata “Stato non collaborativo” in materia fiscale e questo espone le aziende elvetiche che lavorano in Italia a una lunga serie di adempimenti burocratici.
L’ipotesi di intesa tra l’Italia dovrebbe ricalcare a grandi linee gli accordi già raggiunti con Regno Unito e Germania. In pratica, gli evasori nostrani verrebbero tassati con un prelievo una tantum sui loro depositi svizzeri. Un prelievo particolarmente elevato, che nel caso dell’accordo tedesco, per esempio, è stato fissato al 34 per cento. E per il futuro i redditi dei capitali così emersi sarebbero tassati con aliquote stabilite tra i due stati. Per la Germania è previsto il 26,3 per cento, mente nel caso inglese si arriva al 48 per cento.
Le critiche a questo schema si fondano in primo luogo sul fatto che gli evasori lascerebbero i loro soldi in Svizzera mantenendo comunque l’anonimato. Inoltre non ci sarebbero sufficienti garanzie che le banche elvetiche collaborino fino in fondo denunciando per intero i capitali nei loro forzieri. Questi rilievi sembrano in parte fondati, ma nessuno tra i critici (tra cui non mancano ex collaboratori di Tremonti e sostenitori del suo condono agli evasori) ha fin qui segnalato come si possa far rientrare altrimenti una massa importante di capitali nascosti in Svizzera seguendo le regole dello stato di diritto. Soldi, si parla di una trentina di miliardi di possibile gettito, che farebbero gran comodo alle casse esauste del nostro Stato.
Certo, ci sarebbe il metodo americano. Nei mesi scorsi il governo di Washington è passato a vie di fatto per costringere Berna a siglare un accordo sul fisco. Ecco, in breve, la ricetta Usa: arresto di banchieri svizzeri sul territorio degli Stati Uniti, minaccia di boicottaggio commerciale e di blocco delle attività svizzere sul suolo statunitense. Sembra improbabile che Roma avrà il coraggio di imitare l’alleato americano.
Del resto anche il cancelliere Angela Merkel ha i suoi problemi per fare digerire l’intesa con Berna ai cittadini tedeschi. La sinistra (socialdemocratici e verdi) si oppone all’accordo perché lo considerano troppo blando nei confronti degli evasori e con il loro voto contrario sono in grandi di bloccare la ratifica delle nuove norme al Bundesrat, la cosiddetta camera delle regioni dove l’opposizione ha la maggioranza. Come se non bastasse, il land del Nord Reno Westfalia (dove si trovano città importanti come Dusseldorf e Colonia) si è procurato (forse a pagamento) un cd contenente un elenco di clienti tedeschi di alcune banche svizzere. Berna protesta per quello che considera furto di dati. Il governo federale di Berlino è imbarazzato, ma non può far niente contro le autonome decisioni di un land. E così, alla fine, perfino la Merkel potrebbe essere costretta ad alzare bandiera bianca. E allora niente più intesa con la Svizzera. Con grande soddisfazione degli evasori tedeschi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... no/329047/
Nel Paese elvetico cresce l’opposizione popolare all'operato del governo di Berna. Così, mentre Regno Unito e Germania hanno portato a casa delle "intese lampo" (non oltre 6 mesi), Monti continua a promettere lotta senza quartiere a chi non paga le tasse, ma non trova risultati oltre le Alpi
di Vittorio Malagutti | 19 agosto 2012
Commenti (101)
Tedeschi e inglesi ce l’hanno fatta in sei mesi o poco più. Negoziati lampo e poi l’annuncio: Londra e Berlino hanno siglato un accordo con la Svizzera per recuperare i soldi degli evasori fiscali nascosti nelle banche della Confederazione. Correva l’anno 2011, mesi di settembre e ottobre. In Italia invece andiamo avanti a chiacchiere e promesse. Passati i tempi del ministro Giulio Tremonti, inventore dei condoni quasi tombali per i furboni delle tasse ma ferocemente contrario a ogni accordo con la Confederazione, i cosiddetti tecnici guidati da Mario Monti hanno fin qui prodotto una montagna di parole. Inutili. Anzi, peggio, dannose per le casse dello Stato. Perché la strategia degli annunci a cui non seguono i fatti finisce per mettere sull’avviso gli evasori nostrani che hanno tutto il tempo, con la volonterosa collaborazione delle banche elvetiche, per trasferire i loro tesoretti in paradisi offshore al riparo del fisco nostrano. Posti fuori mano, ma molto efficienti, tipo Singapore o Dubai.
“Quasi ci siamo”. “L’accordo è vicino”. “Negoziato alla stretta finale”. Titoli come questi accompagnano da mesi i faticosi negoziati tra l’Italia e la Svizzera, mentre gli evasori e i loro commercialisti studiano strategie alternative. Ultimo esempio di una lunga serie di parole a vanvera sono quelle pronunciate dal premier nella sua intervista al settimanale ciellino Tempi, un’intervista destinata a fare da apripista all’intervento di oggi dello stesso Monti all’apertura dell’annuale Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. “Stato di guerra contro l’evasione”, ha scandito il capo del governo, che due giorni fa ha anche incontrato la presidente svizzera Eveline Widmer Schlumpf. Il rendez vous serviva a fare il punto sullo stato dei negoziato tra Roma e Berna.
La cornice dell’incontro, come si dice in questi casi, pare altamente simbolica. Le splendide vallate dell’Engadina, luoghi a tolleranza zero per chi butta un mozzicone per terra o lascia l’auto in divieto di sosta, sono costellate di ville e appartamenti frutto dell’evasione fiscale italiana. Un’evasione a sei zeri, non quella del pizzicagnolo della porta accanto che magari si affida a spalloni di fortuna. A Sankt Moritz, Silvaplana, Sils approdano banchieri, finanzieri e grandi professionisti. Chissà se Monti, che da decenni ama villeggiare da quelle parti si è mai fatto qualche domanda in proposito.
Intanto il capo del governo di Roma e la collega svizzera sono stati costretti a prendere atto che la strada verso l’intesa in materia fiscale è molto lunga e ancora più ripida dei vicini tornanti del passo del Maloja. L’esecutivo di Berna deve tenere a bada le proteste dei partiti nazionalisti (Udc e Lega dei Ticinesi) che gridano alla svendita del segreto bancario, alla resa di fronte allo straniero, perfino di fronte agli italiani. E per dare il colpo di grazia a ogni possibile intesa sono già sulla rampa di lancio almeno un paio di referendum popolari che in Svizzera, come noto, sono uno strumento di democrazia diretta usato con grande frequenza.
Per ingraziarsi gli oppositori la Widmer Schlumpf, descritta dalla lobby bancaria come una pericolosa estremista, si vedrà costretta a chiedere contropartite forti a Roma. Per esempio in tema di ristorni fiscali sulle tasse prelevate alla fonte in Svizzera dagli stipendi dei frontalieri italiani. Soldi che tengono in vita decine di comuni di confine. Altro tema caldo è quello della black list. La Confederazione è considerata “Stato non collaborativo” in materia fiscale e questo espone le aziende elvetiche che lavorano in Italia a una lunga serie di adempimenti burocratici.
L’ipotesi di intesa tra l’Italia dovrebbe ricalcare a grandi linee gli accordi già raggiunti con Regno Unito e Germania. In pratica, gli evasori nostrani verrebbero tassati con un prelievo una tantum sui loro depositi svizzeri. Un prelievo particolarmente elevato, che nel caso dell’accordo tedesco, per esempio, è stato fissato al 34 per cento. E per il futuro i redditi dei capitali così emersi sarebbero tassati con aliquote stabilite tra i due stati. Per la Germania è previsto il 26,3 per cento, mente nel caso inglese si arriva al 48 per cento.
Le critiche a questo schema si fondano in primo luogo sul fatto che gli evasori lascerebbero i loro soldi in Svizzera mantenendo comunque l’anonimato. Inoltre non ci sarebbero sufficienti garanzie che le banche elvetiche collaborino fino in fondo denunciando per intero i capitali nei loro forzieri. Questi rilievi sembrano in parte fondati, ma nessuno tra i critici (tra cui non mancano ex collaboratori di Tremonti e sostenitori del suo condono agli evasori) ha fin qui segnalato come si possa far rientrare altrimenti una massa importante di capitali nascosti in Svizzera seguendo le regole dello stato di diritto. Soldi, si parla di una trentina di miliardi di possibile gettito, che farebbero gran comodo alle casse esauste del nostro Stato.
Certo, ci sarebbe il metodo americano. Nei mesi scorsi il governo di Washington è passato a vie di fatto per costringere Berna a siglare un accordo sul fisco. Ecco, in breve, la ricetta Usa: arresto di banchieri svizzeri sul territorio degli Stati Uniti, minaccia di boicottaggio commerciale e di blocco delle attività svizzere sul suolo statunitense. Sembra improbabile che Roma avrà il coraggio di imitare l’alleato americano.
Del resto anche il cancelliere Angela Merkel ha i suoi problemi per fare digerire l’intesa con Berna ai cittadini tedeschi. La sinistra (socialdemocratici e verdi) si oppone all’accordo perché lo considerano troppo blando nei confronti degli evasori e con il loro voto contrario sono in grandi di bloccare la ratifica delle nuove norme al Bundesrat, la cosiddetta camera delle regioni dove l’opposizione ha la maggioranza. Come se non bastasse, il land del Nord Reno Westfalia (dove si trovano città importanti come Dusseldorf e Colonia) si è procurato (forse a pagamento) un cd contenente un elenco di clienti tedeschi di alcune banche svizzere. Berna protesta per quello che considera furto di dati. Il governo federale di Berlino è imbarazzato, ma non può far niente contro le autonome decisioni di un land. E così, alla fine, perfino la Merkel potrebbe essere costretta ad alzare bandiera bianca. E allora niente più intesa con la Svizzera. Con grande soddisfazione degli evasori tedeschi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... no/329047/
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