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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 337
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 10:37
da iospero
La Fed pronta a comprare Btp. Gli Usa preoccupati del Medio Oriente vogliono stabilizzare il Sud Europa

Io vi do una notizia che potrebbe sollevarVi il morale e Voi invece continuate a buttarci sempre più giù.
Suvvia la speranza è sempre l'ultima a morire.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 11:49
da camillobenso
iospero ha scritto:La Fed pronta a comprare Btp. Gli Usa preoccupati del Medio Oriente vogliono stabilizzare il Sud Europa

Io vi do una notizia che potrebbe sollevarVi il morale e Voi invece continuate a buttarci sempre più giù.
Suvvia la speranza è sempre l'ultima a morire.


Oibò!!!!

Due osservazioni:

1) Per quale motivo la notizia che la Fed pronta a comprare Btp dovrebbe risollevarci il morale?

2) Perché guardare in faccia alla realtà dovrebbe significare “buttar giù”? Quando ci sono dei problemi si tenta di risolverli. Il problema è che le italiche genti non intendono risolverli, anche se strillano il contrario.

Ad esempio
Significava voler “buttar giù” l’aver reso un thread tra i più frequentati sul vecchio forum quello iniziato da gi.bo la sera del 13 novembre 2008, dal titolo:

……e quando le fabbriche chiuderanno……


Cinque anni dopo è una strage. Comprese le partite Iva, chiudono 1.000 aziende al giorno.

I tassi di disoccupazione continuano a crescere.

Lunedì scorso Piazzapulita ha deciso di tornare a Termini Imerese per intervistare coloro che perderanno la Cig.

Chi si ricordava più di questa gente? Ritornano esseri umani solo quando se ne occupano i media.

Il Tg3 di ieri ha annunciato 1500 esuberi della Merloni. Delocalizza in Polonia.

Stamani Agorà ha fatto un servizio su Murano (Venezia). Prima ci stavano 6.000 operai, adesso solo 400.

Confindustria: "Dal 2009 al 2012 chiuse 55mila imprese manifatturiere"Confindustria: "Dal 2009 al 2012 chiuse 55mila imprese manifatturiere"
In questo momento da IFQ.it

Sono 5 anni che il popolo italiano mette la testa sotto la sabbia per non vedere.


L’adattamento della poesia di Martin Niemöller si presta molto bene alla situazione attuale:


Quando i nazisti sono venuti a prendere gli zingari

ho taciuto
anzi, ero contento
perchè rubacchiavano
Quando sono venuti a prendere gli ebrei
ho taciuto
perchè non ero ebreo
e mi stavano anche antipatici
Quando sono venuti a prendere gli omosessuali
ho taciuto
e ne fui sollevato...
perchè mi erano fastidiosi
Quando sono venuti a prendere i comunisti
ho taciuto
non ero certo un comunista!
E quando sono venuti a prendere...
me
non c'era rimasto
nessuno
che potesse protestare...

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 12:19
da Amadeus
e che vuoi fare Zio ammazzare tutti gli italiani che si voltano dall'altra parte , quelli che votano pd, o pdl, o quelli che non votano? le responsabilità sono da distribuire.
e i cittadini "illuminati" che hanno votato grillo per avere voce in capitolo che hanno risolto? un kaiser .

certo che la politica industriale non la può dettare "il popolo italiano" ma chi dovrebbe rappresentarci.
e manco nei paesi più degnamente rappresentati le cose girano bene, l'europa non è decollata e siamo qui , sulla carta ( e magari per certi parametri è proprio così ) la settima potenza industriale ... nei fatti un Paese in declino, bloccato da vent'anni da uno che non muore mai, in nessun "modo" possibile.
ieri sera a sentire la santadechè e travaglio c'era da spararsi un colpo di rivoltella alla tempia.
non si capiva se era più cretina lei o più deficente lui che tentava ancora, dopo vent'anni delle stesse stramaledette cose, di far ragionare una cretina in cattivissima fede....
ma di quale politiche industriali possiamo parlare se le forze in campo continuano sempre più a essere concentrate sui casini personali di un pazzo.


ansa
ROMA - Nel manifatturiero il numero di occupati è sceso di circa il 10%", e "le imprese italiane saranno probabilmente costrette a tagliare ulteriori posti di lavoro nei prossimi mesi", dice il Centro studi Confindustria: la caduta "ha già raggiunto le 539mila persone 2007-2012", e "rischia di superare" le -724mila del periodo 1980-1985.

CONFINDUSTRIA, DISTRUTTO 15% POTENZIALE MANIFATTURIERO - "L'Italia rimane la settima potenza industriale ma la sua base produttiva è messa a rischio dalla profondità e dalla durata del calo della domanda", avverte il rapporto sugli scenari industriali del Centro studi di Confindustria. Che calcola: "La crisi ha già causato la distruzione del 15% del potenziale manifatturiero italiano".

CONFINDUSTRIA: INDUSTRIA IN PERICOLO MA HA BUONE CARTE - "L'industria manifatturiera italiana é messa in pericolo dalla durata e dalla profondità della crisi, avverte Confindustria. Ma "l'Italia ha ottime carte da giocare": la lezione dei "migliori Paesi avanzati e emergenti" è "più manifatturiero uguale più crescita", sottolineano gli economisti di viale dell'Astronomia.

CONFINDUSTRIA, 55MILA IMPRESE MANIFATTURIERE CHIUSE 2009-2012 - Nel manifatturiero, ed escluse le ditte individuali, è di -32mila (-8,3%) il saldo tra nuove imprese e aziende che hanno cessato l'attività. Emerge dal rapporto sugli scenari industriali del Centro studi di Confindustria. Nel quadriennio 2009-2012 sono 55mila le imprese cessate, calcolano gli economisti di viale dell'Astronomia.

CONFINDUSTRIA, CREDIT CRUNCH MINACCIA SEMPRE PIU' IMPRESE - "Il credit crunch, che ha colpito in particolare l'industria, minaccia la sopravvivenza di un numero sempre più vasto di imprese", avverte il Centro studi di Confindustria. "Nel marzo 2013 lo stock di prestiti era inferiore del 5,5% rispetto al settembre 2011, e corrispondente a una perdita di 50 miliardi di euro".

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 12:22
da camillobenso
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 272
La cruna dell’ago – 237
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 237
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 217
Cronaca di un affondamento annunciato - 217
In mezzo alla tempesta - 155


Seduti sopra una polveriera pronta ad esplodere - 10



Questo servizio de IFQ del lunedì racconta come è malmessa una parte di italiani nelle mani di strozzini:


Come può finire lo racconta una signora in lacrime che inforca di corsa il portone dell’Adusbef di Lecce: “Avvucatu, m’hanno ditto che pijano u’piccinnu miu..”. É sulla cinquantina, stazza robusta, ma singhiozza e nasconde il viso come una bambina.




I DEBITI INSOLUTI DEGLI ITALIANI

"Una massa che vale 130 miliardi"
Nelle mani di 18mila agenti pratiche per 43 miliardi. Sono i crediti affidati dalle banche
e dalle società finanziarie a strutture che utilizzano ogni mezzo per recuperare i propri soldi
L'esattore pentito, oggi blogger in aiuto degli insolventi: "Ossessionare il debitore paga sempre"


Negli anni della crisi il popolo dei piccoli risparmiatori è stato sostituito da quello degli indebitati fino al collo che non ce la fanno a pagare le rate. E infatti non le paghiamo. Nella Centrale rischi della Banca d’Italia famiglie e imprese hanno cumulato sofferenze per oltre 130 miliardi. Tra le mani degli “agenti della tutela del credito” ci sono ormai 3 milioni di pratiche affidate, per un valore di 43 miliardi di euro

di Thomas Mackinson


*****


Recupero crediti, “130 miliardi la massa di debiti insoluti da parte degli italiani”
Famiglie e imprese hanno accumulato nella Centrale rischi di Bankitalia tre milioni di pratiche. I dati Unirec indicano il dovuto suddiviso in 43 miliardi l'ammontare degli affidamenti, 24 a carico dei nuclei familiari e 34 a carico delle aziende. Il comparto nel 2012 ha raggiunto 983 milioni di fatturato (+9%). Calano tasso di riottenimento (-11%), reddittività del business (-24%) e utili complessivi (-14%)

di Thomas Mackinson | 4 giugno 2013Commenti (189)



Bastano due rate non pagate, una bolletta persa o dimenticata. Basta perdere il lavoro, la parcella salata del dentista o i libri per i figli, insomma basta poco. E il telefono di casa squilla implacabile. Finanziarie, funzionari della banca, recuperatori, avvocati. Quel suono familiare diventa presto un incubo e a volte, purtroppo, è solo l’inizio. Come può finire lo racconta una signora in lacrime che inforca di corsa il portone dell’Adusbef di Lecce: “Avvucatu, m’hanno ditto che pijano u’piccinnu miu..”. É sulla cinquantina, stazza robusta, ma singhiozza e nasconde il viso come una bambina. Farfuglia di un debito di 5000 euro con una finanziaria che le ha intimato il pagamento della rata minacciando di toglierle la casa e fare un’ingiunzione per sottrarle i figli. Quando rialza la testa si accorge che nella sala d’attesa dell’associazione non è sola. Sono le dieci di sera e ci sono ancora cinque persone in fila, tutte con lo stesso problema racchiuso in plichi zeppi di avvisi, solleciti e ingiunzioni. Il volto di lei è tiratissimo, non si trattiene. La fanno sedere, le portano dell’acqua e quando riprende fiato racconta tutta la storia, l’ennesima, di un debitore incagliato nel retino degli esattori spietati della crisi. Che da queste parti non vanno per il sottile.

Lo racconta il vicepresidente dell’associazione Antonio Tanza, a capo di un team di legali che sono ormai l’ultima scialuppa per tanti disperati. “Questi”, indica con un filo di rassegnazione, “questi sono i cartolarizzati del credito-spazzatura, quelli che il sistema delle banche e delle finanziarie ha messo in mano a recuperatori senza scrupoli. Pretendono anche quando sanno che non c’è più nulla o quasi da prendere, e arrivano a battere la sola strada che gli resta”. Quella della paura, del logoramento e del ricatto. Il gioco del credito si è fatto duro e la ragione sta, almeno in parte, nei numeri.

1. Gli italiani non pagano più

Negli anni della crisi il popolo dei piccoli risparmiatori è praticamente morto, sostituito da quello degli indebitati fino al collo che non ce la fanno a pagare le rate. E infatti non le paghiamo. Nella Centrale Rischi della Banca d’Italia famiglie e imprese hanno cumulato sofferenze per oltre 130 miliardi. Tra le mani degli “agenti della tutela del credito” ci sono ormai 3 milioni di pratiche affidate, per un valore di 43 miliardi di euro. La massa dei crediti insoluti in sei anni è quasi triplicata tra prestiti, ratei, mutui, scoperti bancari, carte di credito revolving e canoni leasing. Non si pagano più neppure acqua, luce e gas: solo nell’ultimo anno abbiamo messo nel cassetto una bolletta da 14,6 miliardi. Insomma, non ce n’è più per nessuno. E se nessuno paga più, anche il mestiere dell’esattore si fa duro. Nel 2007, per dire, tre recuperi su dieci andavano in porto, oggi soltanto due. La provvigione media dell’agente è scesa dal 6,3% del 2008 al 5,47. La crisi sta investendo anche la florida industria del recupero e fa traballare 30mila addetti e 1.332 imprese. E se l’esattore della crisi va in crisi pure lui, non è l’unico a doversi preoccupare.

2. Da “agente per la tutela del credito” a moderno inquisitore

Morsi al tallone dall’incertezza, questo il punto, gli “agenti per la tutela del credito” rischiano di trasformarsi in implacabili gendarmi della riscossione, moderni inquisitori disposti a tutto per recuperare qualche soldo. “Parenti prossimi e queruli degli ufficiali giudiziari – denuncia l’avvocato e blogger Mariano Casciano – rispondono alla mancanza di titoli legali con le armi del telefono e della parlantina, se va bene”. Ti può capitare quello “comprensivo e paterno”, o il tipo “autoritario e sgarbato”, fino al vero e proprio stalker creditizio, quello che impugna le armi pesanti della persecuzione, della mistificazione e della minaccia.

In rete c’è una sterminata casistica di abusi denunciati da malcapitati debitori: intimidazioni, propalazione di notizie riservate a vicini di casa, datori di lavoro e familiari, minori inclusi. Poi ci sono anche i “fantasisti”, gli inventori di ingiunzioni di pagamento totalmente false che inducono a scambiare l’innocuo sollecito per titolo esecutivo. “Per spaventare la gente e accreditare le minacce – spiega Massimiliano Dona dell’Unione Consumatori – riproducono intestazioni e loghi coi caratteri grafici del Tribunale e del Ministero delle Finanze”.

Raramente le vittime riescono a sottrarsi e denunciare. Ed è l’altra metà del problema. “Tra le conseguenze immateriali della crisi Mariano – si assiste alla trasformazione del debitore in un peccatore, un colpevole che, se non può pagare, deve espiare la sua colpa. E allora, nell’indifferenza generale, contro di loro tutto è permesso”. La crisi divide gli italiani per classi di debitori ed esattori, due grandi categorie che si rincorrono a una distanza sempre più corta e la disperazione negli occhi. E alla fine della corsa e degli scontri, come racconta Enrico Verra in un bel documentario (“Vite da recupero”, 2011), “i confini tra gli antagonisti cominciano a farsi opachi. Le occhiaie di un recuperatore stressato, non sono lontane da quelle dell’operaio che non dorme la notte nel terrore che gli portino via la casa”.

3. Alla fiera del credito deteriorato

Qualcuno finisce nel tritacarne a sua insaputa, altri vengono venduti col loro carico di insolvenze al miglior offerente attraverso la cartolarizzazione dei crediti deteriorati, un sistema del tutto legale che spinge però debitore e recuperatore lungo una china pericolosa. Dopo anni di finanziamento facile, banche e finanziarie si ritrovano oggi insolvenze enormi in pancia. Tante che il rapporto 2013 della Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria le stima in 22 miliardi, il 13% è composto da titoli deteriorati tra sofferenze, incagli, crediti ristrutturati e scaduti. Ed è su quei 2-3 miliardi che si consuma la fiera che arma l’aguzzino di turno. “Il meccanismo è lo stesso dei titoli tossici”, spiega l’avvocato Tanza di Adiconsum. “Fino a che hanno una prospettiva di recupero coperta da garanzie, banche e finanziarie si tengono il credito e lo fanno trattare dalle proprie divisioni specializzate”. Quando la prospettiva scende sotto una certa soglia, preferiscono invece allontanare il rischio e iniziano a vendere pacchetti di titoli non garantiti o in scadenza a società esterne con vere e proprie aste. “Non valgono nulla ma venderli un tanto al chilo conviene lo stesso perché hanno già iscritto quelle somme come perdite. Il factoring a volte è un modo per sistemare i bilanci”. La prima cessione ha un certo prezzo, il 25-30%, e contiene magari la pratica buona che la banca aveva preliminarmente affidato alla propria società. “Poi si arriva a quotazioni minime e gli unici disposti a prenderseli sono quei recuperatori finali cui non interessa affatto il rientro del debito ma fare giornata prelevando, in continuazione, somme modeste ai malcapitati di turno del tutto ignari di essere stati ceduti”.

Le regole ci sono, la vigilanza pure, ma sul mercato del factoring operano anche centinaia di fondi esteri dai movimenti difficilmente tracciabili e società casalinghe e corsare che si volatilizzano quando sentono puzza di bruciato (l’elenco sul sito della BI). “I pacchetti tossici viaggiano da una all’altra fino all’ultima Srl che – con l’aiuto di qualche scagnozzo – punta a portarsi a casa qualche centinaia di euro”.

da Il Fatto Quotidiano del 3 giugno 2013

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 14:02
da camillobenso
e che vuoi fare Zio ammazzare tutti gli italiani che si voltano dall'altra parte , quelli che votano pd, o pdl, o quelli che non votano? le responsabilità sono da distribuire.
e i cittadini "illuminati" che hanno votato grillo per avere voce in capitolo che hanno risolto? un kaiser .

certo che la politica industriale non la può dettare "il popolo italiano" ma chi dovrebbe rappresentarci.
e manco nei paesi più degnamente rappresentati le cose girano bene, l'europa non è decollata e siamo qui , sulla carta ( e magari per certi parametri è proprio così ) la settima potenza industriale ... nei fatti un Paese in declino, bloccato da vent'anni da uno che non muore mai, in nessun "modo" possibile.
ieri sera a sentire la santadechè e travaglio c'era da spararsi un colpo di rivoltella alla tempia.
non si capiva se era più cretina lei o più deficente lui che tentava ancora, dopo vent'anni delle stesse stramaledette cose, di far ragionare una cretina in cattivissima fede....
ma di quale politiche industriali possiamo parlare se le forze in campo continuano sempre più a essere concentrate sui casini personali di un pazzo.



Chi fa più paura di tutti in questi ultimi 24 mesi sono gli economisti, soprattutto quelli italiani e più ancora i “bocconiani” che gli studenti di 50 anni fa ci giocavano sopra con facili allusioni.

Esternano tutto il loro sapere appreso nelle varie università, ma si sono dimenticati dei principi fondamentali dell’economia che sono immutati da almeno 6.000 anni e rimarranno tali nei secoli a venire se l’umanità non deciderà di estinguersi, ma non danno soluzioni per una crisi di questo genere.

Dopo gli economisti, la cosca più pericolosa è in assoluto quella dei politici.

Appartengono alla specie dei PREDATORI.

Spesso anche della famiglia dei vampiri che cercano di estrarre ai loro sottoposti e sudditi l’ultima goccia di sangue pur di sopravvivere.

Evidentemente, come sottolinea Andrea Camilleri:

C’è un modo di pensare, nell’italiano, che è ancora fascista: piace la prevaricazione, la sopraffazione.

Non necessariamente bisogna essere di destra per possedere queste caratteristiche.

Queste caratteristiche sono comuni a tutta la classe politica, da destra a sinistra, quando la prevaricazione e la sopraffazione si palesano nel voler far fessi a tutti i costi i propri elettori.

Un evento che ha rovinato i PREDATORI é la crisi finanziaria del 2008 che poi si è trasformata rapidamente in crisi economica.

Speravano di sfruttare il sistema abilmente creato in eterno.

Una cosetta su tutte.

Oggi, per la Banda Larga è diventato prioritario agli effetti della propaganda di togliere il finanziamento ai partiti.

Ma solo nell’aprile del 2011, quando si suicidavano piccoli imprenditori e operai che non ce la facevano più, il predatore – senatore – tesoriere Sposetti del Pd, presentava il ddl 3809 con la richiesta del raddoppio del rimborso elettorale ai partiti. Ovviamente previo accordo precedente con il Pdl.

Per 19 anni hanno messo in scena il teatrino dello scontro quotidiano per i merli, ma quando si trattava dei loro interessi sono sempre andati d’amore e d’accordo dietro le quinte.

L’abilità degli attori della Banda Larga è stata quella di aver saputo ingannare alla grande il proprio elettorato.

In questo modo, dal 2008, non sono state predisposte misure per risolvere la crisi.

Nel novembre 2011, ci hanno detto che eravamo sull’orlo del baratro, ma i provvedimenti adeguati per venirne fuori non sono mai stati messi in campo.


La grandissima potenzialità della propaganda ha saputo esaltare alla grande Monti.

Salvatore della Patria nel 2011, un signor sconosciuto ai giorni nostri.

Gli errori commessi allora, con l’appoggio e l’avallo della Banda Larga, stanno incidendo profondamente nel sistema italiano E continuano ancora oggi con la stessa ammucchiata di allora camuffando anche il nome del tipo di governo che in realtà sta proseguendo la politica di allora.

Abbiamo scherzato oltre ogni limite. Anche il concedere il consenso a Monti e al suo governo, ha provocato un danno irreparabile al sistema Italia. Al punto tale che se oggi si vuole veramente salvare oggi il Paese dal tracollo finale, occorre riservare 14 dei 15 ministeri a generali dell’Arma dei Carabinieri a tre stelle.

Naturalmente con facoltà di arresto immediato quando non vengono eseguiti ordini precisi.

Il vice dei 14 ministri deve risultare un esperto proveniente dal settore, e quindi “laico”.

Il quindicesimo ministero, quello dell’Economia deve essere affidato a Paul Krugman.

Il presidente del Consiglio dovrà essere un generale dei Carabinieri a 4 stelle.

Solo in questo modo si può tentare di sboccare la situazione.

Sorpresa Amà?

Non c’è troppo da sorprendersi.

Se al colonnello della GdF Umberto Rapetto, che indagava su una maxi evasione di 98 miliardi da parte della criminalità organizzata delle slot machine, viene messo un bastone tra le ruote e costretto a dimettersi senza che Monti e il governo dei “tecnici” e la Banda Larga alzi un dito per difendere lo Stato, pur avendo fame di euro.

Se le Provincie rimangono tutt’ora in piedi perché i partiti hanno i loro interessi.

Se non si smantellano le compartecipate che costano inutilmente 35 miliardi anno.

Se non si dice basta all’alimentazione di aziende decotte da parte dello Stato che eroga 30 miliardi anno a fondo perduto, anche perché chi autorizza il finanziamento ne ottiene la mazzetta in cambio.

Se non si fa un legge adeguata per dare lo stop a 60 miliardi della corruzione.

E tantissime altre cose, …….allora il tracollo è dietro l’angolo.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 14:35
da paolo11
Niccolò Ghedini.
Laureato in giurisprudenza a Ferrara, ha lavorato nello studio legale del padre Giuseppe, noto civilista padovano, che dopo la morte di questi era condotto dalle sorelle maggiori. Con l'ingresso nello studio dell'avvocato Piero Longo, si avviò alla professione in ambito penale, partecipando negli anni ottanta alla difesa di Marco Furlan, membro della coppia di omicidi seriali che si firmava come Ludwig.

Ha cominciato a fare politica negli anni settanta nel Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, passando poi al Partito Liberale Italiano.

Segretario dell'Unione delle Camere Penali a metà degli anni novanta, quando Gaetano Pecorella ne era presidente, si avvicinò a Forza Italia e a Silvio Berlusconi, di cui divenne avvocato personale. Nel 2001 è stato eletto alla Camera dei deputati nelle file di Forza Italia nel collegio uninominale di Este, nel 2006 è stato eletto al Senato e nel 2008 riconfermato alla Camera. Dal 2005 ricopre l'incarico di coordinatore regionale di Forza Italia in Veneto.

Con la sua attività parlamentare si è attirato le dure critiche dell'opposizione, del mondo intellettuale e di parte della magistratura. Gli si imputa di aver concepito alcune leggi su misura del presidente del Consiglio suo assistito, come il cosiddetto Lodo Alfano del luglio 2008 (di cui si dichiara contrario in un'intervista al giornalista indipendente Piero Ricca) costituzionalmente illegittimo (e quindi annullato negli effetti) dalla Corte costituzionale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Niccol%C3%B2_Ghedini
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Secondo il sito OpenParlamento, che supervisiona le attività di deputati e senatori, al 27 maggio 2011 Ghedini è, dopo il collega del gruppo Misto Antonio Gaglione, il deputato con il tasso di assenteismo più alto, pari cioè al 77%. Ciò significa che, su un totale di 9105 sedute parlamentari Niccolò Ghedini ha preso parte a solo a 2094 di esse, rimanendo assente a ben 7011 sedute. Oltre ad essere il secondo deputato più assenteista, Ghedini è anche il deputato meno produttivo tra tutti coloro che sono in carica dall'inizio della legislatura. Occupa infatti su 630 deputati il 622º posto, preceduto soltanto da colleghi in carica dal 2009 o dal 2010, quindi molto tempo dopo l'inizio della legislatura avvenuto nel maggio 2008. Niccolò Ghedini ha inoltre un indice di produttività inferiore a quello del collega Gaglione, nonostante il 93% di assenze di quest'ultimo.
....................................................
E questo lavora per noi cittadini.
Ciao
Paolo11

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 17:08
da erding
Immagine

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 17:42
da peanuts

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 17:46
da peanuts
E ancora VERGOGNA, VERGOGNA. VERGOGNA!

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/ ... ref=HREA-1

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 05/06/2013, 17:56
da peanuts
Letta, che hai da dire sulla polizia che massacra impunemente lavoratori e cittadini?

LETTA? CHE STRACAZZO HAI DA DIRE?