Analisi e Commento sondaggio Ipr Marketing 16/07/12
Pubblicato il 19 luglio 2012 da Giuseppe Martelli
Il sondaggio di Ipr Marketing presentato al Tg 3 presenta due elementi di facile lettura.
LISTE %
FDS 2
M5S 18
PD 25
SEL 6
IDV 6
PS 1
VERDI 1
RADICALI 1,5
API 1
FLI 2,5
UDC 7
PDL 18
LA DESTRA 2
LEGA NORD 5
Altro Partito 4
Area Non Voto 49
In primo luogo la discesa del Movimento di Beppe Grillo sembra essersi arrestata rispetto alle ultime settimane.
Certamente le ultime uscite mediatiche del comico genovese su Formigoni e i matrimoni gay hanno dato una grossa mano al Movimento 5 Stelle a risalire nei sondaggi.
Il rapporto tra i media e Grillo dovrebbe essere oggetto di studio visto l’uso indiretto che il comico fa di tv, giornali e mezzi tradizionali di informazione.
Ovviamente internet è il mare dove Grillo naviga meglio e con i giornalisti il rapporto è molto conflittuale;
tuttavia da una parte le notizie dal blog vengono trasmesse dai Tg e nelle occasioni pubbliche i comizi sono ricchi di critiche colorite alle troupe presenti in piazza, in una sorta di danza dove i toni sprezzanti hanno il compito di attirare gli odiati network tradizionali.
Tutto questo meccanismo aiuta Grillo a coprire, oltre lo spazio pubblico nuovo rappresentato dal web, anche i canali classici del sistema informativo i quali, con manovre maldestre e attraverso i propri opinion leaders, cercano di demonizzare il leader del M5S con il risultato di offrire tanta visibilità a Grillo e ai grillini.
Interessante anche il dato del Pdl che nelle ultime settimane si attestava, in molti sondaggi, al 20%.
Il valore del 18% smentisce una tendenza di ripresa e le prospettive non sono rosee.
La ridiscesa in campo di Berlusconi, secondo molti sondaggi, non avrebbe un effetto traino sul Pdl e sul centro-destra in generale.
Questo dato dovrebbe far riflettere sulle reali possibilità di vittoria del blocco conservatore nel 2013, anche se la partita, almeno per Berlusconi, sembra essere un’altra.
L’impressione è che il Cavaliere si sia mosso non tanto per vincere quanto per aver un presidio stabile in Parlamento nella prossima legislatura;
un presidio per tutelare i propri interessi e, in caso di ennesimo governo tecnico, gestire un posizione di potere.
Una strategia nuova per Berlusconi che ha sempre lottato per vincere e che oggi, in maniera pragmatica, si preoccupa di non essere travolto sacrificando sull’altare del rinnovamento la Minetti oggi e Alfano domani.
In questo scenario la riforma delle legge elettorale è davvero difficile perché proprio a Berlusconi il porcellum, ora più che mai, risulta funzionale al suo progetto di sopravvivenza.
Niente di particolare da rilevare nel campo del centro-sinistra che però appare ancora in movimento e un po’ confuso sul futuro.
In questo caso è la leadership più o meno occulta di Massimo D’Alema a condizionare il processo di costruzione di un asse PD-Idv-Sel;
Bersani come Veltroni e Fassino in epoche diverse sconta l’abbraccio mortale (iniziato al congresso) con il leader Maximo, il quale nei momenti chiave fa pesare la propria influenza nel partito e si accredita come interlocutore del centro-destra e di Berlusconi in particolare.
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