Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 302
La cruna dell’ago – 267
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 267
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 247
Cronaca di un affondamento annunciato - 247
In mezzo alla tempesta - 185



Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Prima parte



Il mese di giugno 2013 sta per chiudersi. L’attesa era concentrata sui dieci giorni di fuoco dei processi di Silvio Berlusconi.

Enrico Mentana, qualche giorno prima del 19 giugno, data della sentenza della Consulta in merito al legittimo impedimento nel processo Mediaset, precisò con fondamento, che la sentenza più importante era proprio questa.

Invece, quella che ha scombinato le carte è stata quella del processo Ruby, dove la Corte ha comminato 7 anni di reclusione al capo del Pdl, e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Nel processo Mondadori, in Cassazione, il pg conferma la restituzione del maltolto a De Benedetti, proponendo però uno sconto di 50 milioni.

La posizione a Napoli dove il Caimano dovrebbe essere rinviato a giudizio, con l’ex senatore De Gregorio reo confesso che chiede il patteggiamento e che oltre alla sua corruzione diretta ha dichiarato che Berlusconi, tramite Verdini, ha corrotto deputati per ottenere la fiducia nel 2010, non è certo delle migliori.

Berlusconi è un corruttore sistemico.

La prima riflessione in merito a questo stato dell’arte, riguarda la società italiana, nella sua interezza, a cominciare dal capo dello Stato all’ultimo cittadino.

Questa condizione anomala che dura da quasi vent’anni, va oltre il fatto che questo sia un popolo latino, o meglio, sudamericano, che ci differenzia notevolmente dalle altre nazione a Nord di Chiasso.

L’accettazione di questa condizione giudiziaria del capo del Pdl, è qualcosa di abnorme che riguarda tutta la popolazione adulta degli ultimi 19 anni.

Siamo sempre stati un popolo latino anche nel corso della prima Repubblica, ma mai a questo livello infimo.

La dirigenza democristiana che ne ha combinate di cotte e di crude, non avrebbe mai accettato il disonore di questa posizione, perché tutto aveva un limite.

I dirigenti Dc e non Dc, sono usciti dal mondo della politica a fronte di reati.

In questo caso avviene l’esatto contrario, con il consenso implicito delle istituzioni, a partire dal capo dello Stato.

Nei suoi chiaroscuri, più scuri che chiari, Beppe Grillo, l’altro giorno ha fatto un’affermazione incontestabile nel merito. <<Al Capone non è mai stato ricevuto alla Casa Bianca>>.

Questo significa che abbiamo sbarellato irreversibilmente oltre ogni limite della decenza, e dovrebbe indurci a comprenderne le ragioni di questo massimo degrado.

Sociologicamente questo ci dice che questa società è decisamente ed irrimediamilmente peggiore della precedente della prima Repubblica.

Continua in:

Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Seconda parte
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 303
La cruna dell’ago – 268
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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 248
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In mezzo alla tempesta - 186





Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Seconda parte



Il buzzurrame leghista della prima ora, da queste parti, usava come “nemico” per la sua propaganda il Sud dell’Italia e la sua gente.

Per suscitare disprezzo usava facilmente e felicemente l’inerzia delle popolazioni del Sud nei confronti della Mafia SpA in Sicilia, della ‘ndrangheta in Calabria, della sacra Corona Unita in Puglia e della Camorra in Campania.

Nel frattempo la Mafia ha spostato i sui affari al Nord ed è poi stata sostituita dalla ‘ndrangheta che attualmente domina il territorio come se fossimo a Reggio Calabria o in qualsiasi altra cittadina calabrese.

Il buzzurrame legaiolo oggi non si pronuncia più in merito, anche perché in qualche caso la Lega collabora fattivamente con l’organizzazione criminale. La compravendita di voti non viene disdegnata.

Eppure all’epoca si rideva del fatto che Lauro consegnasse una scarpa prima del voto e l’altra dopo il voto se l’esito era positivo.

Oppure delle diffusione della distribuzione di pasta o altri generi alimentari in cambio del voto.

Io stesso da ragazzo, con forte avversione al fascismo, ho contestato alle generazioni che hanno vissuto il ventennio, la mancata reazioni a condizioni che ritenevo inaccettabili.

Solo adesso, dopo aver percorso il secondo novecento e l’inizio del terzo millennio, mi rendo conto che il tasso di accettazione delle maggiori nefandezze da parte del popolo italiano, fa parte del suo Dna.

Oggi come ieri si accetta tranquillamente di tutto.

Non si tratta di fare del moralismo a buon mercato, ma solo di osservare che le società messe in questo modo, devono inevitabilmente crollare nel peggiore dei modi.

E’ un fatto inevitabile in tutti i punti del pianeta, ed appartiene alla storia dell’umanità.

L’elemento conoscitivo, perché malgrado la conoscenza diffusa dei nostri tempi, della mancata reazione delle popolazioni che non intendono assolutamente salvarsi ma vanno come capri inermi nella sala macellazione, non mi è noto.

Accettiamo passivamente tutto.

- La moria delle nostre aziende
- La disoccupazione conseguente
- L’alienazione dei diritti della sanità, come ci ha raccontato Gino Strada
- Le balle prodotte in quantità industriale prodotte da questa casta politica
- Le balle prodotte in quantità industriale da questo governicchio
- Il tasso elevatissimo di corruzione in tutto il tessuto sociale
- L’accettazione passiva delle Mafie SpA
- L’accettazione di dover finire male come se fosse tutto normale

NB. In materia di diffusione di corruzione ho una mia idea personale per aver toccato con mano direttamente nel tessuto sociale italiano negli ultimi 50 anni.

Ma l’aver avuto conferma, stamani, della totale diffusione del sistema di corruzione all’interno delle forze dell’ordine, in tutte le sue espressioni, da parte di un ex agente della Polfer in pensione, fatti non ripetibili in un forum, hanno cementato definitivamente la convinzione che questo Paese è morto e che non ci sia più niente da fare.

Tanto da indurmi a riflettere seriamente se sia il caso di dover smettere di occuparmi dei problemi della società italiana.

NB. Un solo accenno al tipo di corruzione.

In una nota cittadina della Puglia, l’appalto della pulizia degli insediamenti della Polizia è affidata senza problemi alla Sacra Corona Unita.
Manca solo che il Quirinale inviti don Totò Riina per un caffè.



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Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Terza parte
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

PRODI: PONZIO PILATO DIVENTATO MODELLO NOSTRA VITA COLLETTIVA

(AGI) – Bologna, 28 giugno. – Una società, quella italiana, che ha assunto Ponzio Pilato come modello per l’incapacità di prendere decisioni e di assumersi responsabilità. Per cambiare rotta occorrono virtù morali, nuovi esempi educativi ed una classe dirigente trasparente. Ma soprattutto è necessaria l’Europa, uno forzo comune tra i Paesi Ue, un “farò per uscire dalla stagnazione attraverso una forte proposta di rilancio” dell’economia perchè “da soli non ce la facciamo”: è la ricetta di Romano Prodi per sconfiggere la crisi economica e per dare speranza ai giovani nel futuro. L’ex premier ha rivolto il suo messaggio intervenendo al ritrovo annuale dell’Alma Graduate School dell’Università di Bologna.

Rivolgendosi ai futuri manager, il Professore ha ricordato come l’Italia abbia perso in “5 anni, 50mila nuovi imprenditori”. Ma “la responsabilità – ha puntualizzato Prodi – non è dei giovani ma delle scelte e dei valori di una classe politica ed economica, di cui io stesso ho fatto parte, che non è stata in grado di organizzare le energie e la creatività delle nuove generazioni”.

Per questo diventa fondamentale la “virtù morale, la sottomissione alle leggi, la capacità dei cittadini di saper collaborare, il senso dello Stato”. Una riforma della società, comunque, non può non comprendere la politica. Per Prodi occorre scegliere “una classe dirigente trasparente che non sia nè la difesa dell’esistente nè il giovanilismo improvvisato”.

“Anche il potere deve essere frutto di coscienza, fatica ed esperienza”. Secondo il presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, se si vogliono fare cose buone “non si può vivere in un Paese dove gran parte della pubblica amministrazione è scientificamente dedicata a fare in modo che nulla di nuovo avvenga, a congelare l’esistente e a replicare il passato”. Prodi ha descritto un “Paese con regole così contorte in cui nessuno si sente più in grado di prendere decisioni. Un giovane viene paralizzato da questo sistema”.

“Ponzio Pilato è diventato il modello della nostra vita collettiva”. La soluzione, per l’ex presidente della Commissione Ue, è da trovare a livello comunitario insieme ai diversi Paesi membri: “serve – ha concluso – una proposta forte europea di rilancio dell’economia e della società perchè se facciamo da soli non abbiamo nessuna credibilità”.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 304
La cruna dell’ago – 269
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 269
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 249
Cronaca di un affondamento annunciato - 249
In mezzo alla tempesta - 187


Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Terza parte


Uno degli effetti di costringerci a vivere all’interno della “Morta gora”, senza la minima reazione è questa:
(Morta gora:
Mentre noi corravam la morta gora,
dinanzi mi si fece un pien di fango,
e disse: «Chi se' tu che vieni anzi ora?»

L'aggettivo morta significa qui 'stagnante', e si riferisce alla palude che il fiume infernale Stige forma nei pressi delle mura della città di Dite, palude che ospita iracondi e accidiosi
Inferno, Canto VIII
)




il Fatto 30.6.13

Larghe intese
Pacificatevi e governate con il condannato
Pacificazione nazionale per salvare il Caimano
Alle elezioni al Pdl verrà riconosciuto il merito di aver consentito di governare per il bene del Paese
Il Pd invece verrà ricordato per il silenzio e il subordine

di Furio Colombo



Forse anche Berlusconi si meraviglia e dice ai suoi: visto? non succede niente.

Non solo, ma tutti ti onorano, tutti ti ricevono, presidente qui, presidente là, carabinieri e prefetti, scorte di grandiosità teatrale in modo da far capire il senso e il valore della persona.

Entra ed esce dal Parlamento e dal Quirinale l’uomo interdetto a vita dai pubblici uffici a causa della natura particolarmente squallida dei reati per i quali è stato condannato.

Quanto ai suoi seguaci si dividono in tre grandi gruppi.

Uno va in piazza a dire, con una certa autorità, che c’è poco da condannare, siamo tutti come lui, senza legge e libertini e non è il caso di fare tante storie per le minorenni.

Un altro dei gruppi forma “l’esercito di Silvio”, ovvero è pronto a combattere.

Si può anche prenderla a ridere, ma senza dimenticare che Berlusconi ha tanti difetti ma i suoi impegni li mantiene.

Con il terzo gruppo andiamo al governo insieme.

Questa è e resterà la vicenda più strana nella tormentata storia della nostra Repubblica: l’opposizione al completo che va al governo, e anzi presta la faccia numero uno del governo, per associarsi a un condannato a sette anni di reclusione, appena interdetto dai pubblici uffici.

Lo ripeto perché non ci credo.

Infatti, se mi dite che è necessario per il bene del Paese in un momento difficile, posso dire che anche il 1944 era un momento difficile e infatti l’idea di certi servizi segreti anglo-americani era che fascisti e partigiani dovevano governare insieme invece di combattersi (però, in quel caso, senza Mussolini).

E ANCHE IL 1990 era un anno difficile.

Tanto che qualcuno aveva pensato che una trattativa con la mafia avrebbe potuto evitare le stragi e diminuire lo scontro.

Della mafia e dello Stato forse sapremo dai tribunali e sapremo da processi in corso.

Ciò che accadde in Italia nel 1944 lo documentano gli archivi storici americani: Roosevelt si oppose risolutamente ordinando sostegno ai partigiani italiani che avevano annunciato: continueremo a combattere.

Ciò che accade adesso ha qualcosa di incomprensibile.
Infatti se il governo così come festosamente ce lo raccontano (ogni giorno una trovata priva di conseguenze) continua, non può che svuotare il Pd di ogni valore residuo e possibilità di distinguerlo dalla sua parte avversa (o almeno ritenuta tale fino a un momento fa).

Se si spezza prima cade nel vuoto.

Ti portano statistiche che annunciano “una rimonta” del Pd.

Ricorderete che ne abbiamo viste tante di queste rimonte, quando le elezioni sono lontane.

Le risposte infatti hanno a che fare con la visibilità televisiva dei partecipanti al sondaggio, e adesso tocca a Letta, che annuncia, purtroppo a vuoto, una cosa buona al giorno.

L’annuncio – lo avrete notato – è sempre seguito, nei migliori Tg di Stato, dalla frase, redazionale o attribuita, “siamo sulla strada giusta”.

Ma, intanto, l’uomo che possiede il controllo di tutta l’informazione italiana, pubblica e privata, non sarà accompagnato fuori da nessun pubblico ufficio, ritornerà indisturbato in tutte le televisioni, quando vuole e come vuole.

E andrà subito in onda, anche tre volte al giorno, contando le radio.

Sa come riprendersi i voti, con la collaborazione dei migliori conduttori di talk show.

Avrete notato dal linguaggio, privo di riferimenti alla realtà, ma molto insultante, violento, volgare, efficace, la capacità rapidissima di trasformazione del mite alleato Pdl in feroce animale da combattimento.

Avete visto nulla di simile dentro o intorno a Pd?

Nel Pd vi diranno: ma noi siamo diversi.

Mettiamo che sia vero.

Proprio quella diversità fa da coperta e da alibi agli attuali compagni di governo.

Quando torneranno al loro “mode” di attacco lo faranno con in più il prestigio di chi ha governato insieme, con chi tenterà di accusarli.

Di che cosa, se erano insieme?

Non dimenticate che, nel teatro elettorale, a loro tocca la marcia trionfale di chi ha benevolmente consentito di governare per il bene del Paese mentre il Pd “non aveva i numeri”.

Il Pd invece verrà ricordato per il silenzio, e per la collaborazione stretta, dunque per il subordine.


DIRETE che poi verrà Renzi e scardinerà tutto.

Ma Renzi è in favore di ciò che sta accadendo, “pacificazione” inclusa.

Allora direte che Renzi si prepara a fare un Letta bis.

Essendo Renzi, sarà due volte più bravo.

Ma la strada è quella.

Pacificazione.

Il contrario del voto popolare.

E qui, francamente, diventa difficile immaginare, persino per Renzi, un senso che non sia grottesco nel rinnovato impegno a governare insieme.

Si tratta di “pacificazione” con chi ha detto (e pensa e crede) ciò che è stato detto (adesso, tre giorni fa) in piazza Farnese, dei tre giudici donne e di tutti coloro che non sono frequentatori di eleganti orge con minorenni.

Ed è stato detto dopo, non prima, lo sbandieramento della pacificazione.

Il tema è, e resta, che Berlusconi, anche se si impossessa di aziende non sue corrompendo i giudici, anche se falsifica i bilanci e scansa milioni e milioni di tasse, anche se fa da padrone su un circo di giovani donne come vuole e quando vuole, deve continuare a restare la guida e – fatalmente – il simbolo del Paese.

La ritirata di ciò che una volta è stata una modesta e incoerente opposizione, è stata grande e totale.

Ed è stata cancellata ogni linea di divisione, con chi ha voluto (e vorrà ancora) cancellare la Costituzione.

Dunque “pacificazione” e governo insieme, benché non vi siano (o non dovrebbero esserci) valori condivisi, non uno.

Vi sembra che tutto ciò corrisponda a una normale evoluzione del processo detto “democrazia” o vi ricorda un tipo di emergenza politica che non abbiamo sperimentato prima?

Continua in:

Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Quarta parte
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Pompei ma non posso

Marina scrive un post bellissimo.

Ha ragione: si deve creare un movimento di liberazione nazionale dei bronzi di Riace. E bisogna togliere dalla cenere Pompei, per la seconda volta, altro che storie.

Per prima cosa, ricordando al governo che Pompei bisogna salvarla. Costi quel che costi. Non so esattamente che cosa farà questo governo, ma Pompei potrebbe essere una cosa, anzi, la cosa. So che Bray è sensibile: dobbiamo unire le forze di tutti e sostenerlo in una sfida necessaria.

Democratici governisti, M5S dissidenti e non, vendoliani, scelticivici, pidiellini, pure.

E non rispondetemi: Pompei ma non posso, perché possiamo e dobbiamo.

Non possiamo permetterci di girarci dall’altra parte, mentre la bellezza va in malora. E ci andiamo noi stessi.

Come scrive Marina:

Stiamo andando rovinosamente contromano. Le rose sono il nostro pane. La bellezza e la qualità per noi sono tutto, sono il lavoro, il nostro new deal, il futuro, la felicità, la salvezza. Siamo il super-brand. Siamo il posto del mondo in cui tutti vorrebbero vivere, anche a costo di doversela vedere come capita ogni giorno a noi con la corruzione, il gigantismo burocratico, la non-certezza del diritto, il costo folle dell’energia etc. etc. E tutti quegli osservatori internazionali che continuano a ripeterlo: è la bellezza che potrebbe fare dell’Italia la prima economia in Europa.
http://www.ciwati.it/2013/06/30/pompei- ... um=twitter
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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Come inizia una guerra civile – 305
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Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Quarta parte


Le sentenze del Boss, hanno gettato il Pdl nel panico. Molti pensano al loro posto.

Il Pdl è nel caos e B. cerca di uscire dall’angolo riproponendo Forza Italia.

A metà settimana Il Giornale fa conoscere lo sfogo del Boss, appena conosciuta la sentenza:
<<Me ne vado in Sudafrica>> (Magari!!!!-ndt)

Ma poi si riprende e annuncia urbi et orbi che alla guida di Forza Italia 2.0, ci sarà ancora lui.

La confusione nei giorni precedenti è stata però totale perché i media hanno ripetutamente riportato una guida Santanché e una guida Marina Berlusconi.

Il caos continua. Le notizie contrastanti si susseguono giorno dopo giorno.

Berlusconi viene chiamato al Colle per via del contributo massiccio alla fibrillazione del governo

Da assicurazioni i merito e il ricomincia a tirare bordate con la riforma della giustizia.

Il 29 giugno scorso. Massimo Giannini su Repubblica scrive un’articolo decisamente lucido sulla strategia berlusconiana, solo che avrebbe dovuto scriverlo subito quando hanno fatto il governo dell’inciucio, o ancora meglio subito al 29 febbraio scorso quando le facce di bronzo iniziano la strategia parallela.

Porta avanti l’Azione Parallela: da una parte conferma la lealtà al governo. Ma dall’altra parte conferma la volontà di far saltare il tavolo della giustizia. Con una mano fa finta di sorreggere Enrico Letta, con l’altra mano punta la pistola alla tempia dei magistrati, e al tempo stesso spinge le sue falangi macedoni ad avvelenare i pozzi, a seminare di mine innescate il campo della battaglia parlamentare, a sfruttare il primo treno che passa per veicolarci sopra qualche nuovo salvacondotto, o qualche altra legge ad personam.

Rimane un fatto positivo che qualcuno tenti di spiegare come opera il Caimano, ma nello stesso tempo è alquanto ridicolo dolersene, perché da Berlusconi non ci si può aspettare altro che questo.

Non si può fare finta di non saperlo.

Sono dei mentitori incalliti che cercano di fare fessi gli italiani e i sondaggi sulle intenzione di voto gli danno pure ragione. Nell’ultimo sondaggio di Weber per Agorà, il Pdl aumenta di uno 0,9 %.

Unico tra i tre maggiori partiti del momento.

In un Paese normale, dopo 10 giorni di sentenze come quelle comminate a Berlusconi, quel partito subirebbe un calo vistoso.

Ma siamo in Italia e quindi succede il contrario.

Ha scritto ieri Carmelo Lopapa, per Repubblica:


Pdl, è scontro sul progetto Forza Italia

(Carmelo Lopapa).
30/06/2013 di triskel182


Berlusconi studia l’azzeramento degli incarichi. Domani manifestazione ad Arcore.
Il centrodestra.

ROMA — Tensione a mille dentro il Pdl che sta per essere smantellato.

Silvio Berlusconi si chiude per tutto il week end nel bunker di Arcore per preparare il lancio di Forza Italia da qui a venti giorni, ma già fa sapere che prima dell’autunno non saranno designati gli organi dirigenti del nuovo partito.

Solo un presidente al comando, per ora: lui.

Per evitare che lo scontro falchi- colombe o governativi e antigovernativi deflagri in estate, anche la scelta del coordinatore organizzativo (unico dirigente nazionale previsto dallo statuto di Forza Italia) sarà rinviata.

Di certo, la linea adottata è che chi ricoprirà incarichi governativi o in Parlamento alla guida dei gruppi non ne avrà nella pur snella nomenclatura forzista.

La selezione di imprenditori e manager da lanciare sui territori invece è già a uno stadio avanzato.

Le bandiere del vecchio partito richiamato in servizio torneranno a sventolare per la prima volta domani pomeriggio, proprio ad Arcore.

Una manifestazione di sostegno a Silvio Berlusconi «contro l’accerchiamento di cui è vittima» è stata organizzata dal coordinamento milanese del Pdl guidato da Luca Squeri.

Parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e amministratori locali sono stati precettati dal quartier generale lombardo, ognuno dovrà portare «almeno una ventina di militanti » alle 18 davanti a Villa San Martino, residenza del leader.

Ma ci saranno anche Diego Volpe Pasini e l’“Esercito di Silvio”.

L’obiettivo degli organizzatori è radunare almeno un migliaio di persone davanti alle telecamere.

A Roma si preparano scatoloni per il trasloco dalla sede storica del Pdl di Via dell’Umiltà, sul portone della nuova in Piazza San Lorenzo in Lucina campeggerà già la targa Forza Italia.

Sulla metamorfosi il segretario Pdl Alfano — ieri a Lampedusa da ministro dell’Interno — confida che «il passaggio a Forza Italia dovrà avvenire senza frammentazioni, lacerazioni ed emorragie».

E ripete: «Il Pdl sarà la cornice della coalizione, come fu la Casa delle Libertà dal 2001, Forza Italia sarà un grande partito liberale e moderato».

I distinguo della sua area di riferimento persistono.

Dopo Cicchitto, anche il cattolico Sacconi invita «al di là del nome», ad «approfondire l’identità».

Ma anche gli ex An incassano. «Nessun imbarazzo a cantare meno male che Silvio c’è», ironizza Altero Matteoli, «io vado avanti con Berlusconi» taglia corto Gasparri.

Amazzoni e fedelissimi berlusconiani esultano alla riedizione forzista.

Michaela Biancofiore, sottosegretaria e coordinatrice regionale, torna nella sua Bolzano e cambia nome (Forza Italia) alla sede del partito.

«Saremo al fianco di Berlusconi » ripete Gianfranco Micciché di Grande Sud.

Stefania Prestigiacomo dice che il partito rinnovato sarà «pungolo quotidiano al governo che, se è capace, dovrà fare le riforme».

Per Anna Maria Bernini «Berlusconi conferma la sua capacità di leadership imprimendo una svolta alla politica».

Plaude la coordinatrice dei giovani Annagrazia Calabria.

Ma dal futuro centrodestra si sfila il Carroccio. Al vicesegretario Matteo Salvini importa nulla del nome: «La Lega comunque non si alleerà con nessuno».
Da La Repubblica del 30/06/2013.


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Il punto – 5
La conclusione di un mese difficile - Quinta parte
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 306
La cruna dell’ago – 271
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 271
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In mezzo alla tempesta - 189

Romanzo criminale -12


Disoccupazione mai così alta: a maggio 12,2%, è record dal 1977
Il numero dei senza lavoro a maggio risultava pari a 3 milioni 140mila persone, in aumento di 56mila unità su aprile e di 480mila su base annua. Non va meglio in Europa dove 26,405 milioni di uomini e donne non hanno un'occupazione

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 1 luglio 2013Commenti (284)


Disoccupazione italiana mai così alta da quando esistono le rilevazioni Istat: a maggio 2013 secondo i dati provvisori e destagionalizzati dell’istituto di statistica, ha toccato quota 12,2 per cento. E’ il nuovo massimo storico, il livello più alto toccato sia dalle serie mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali, avviate nel primo trimestre 1977, cioè 36 anni fa.

In dettaglio, il numero di disoccupati a maggio risultava pari a 3 milioni 140mila persone, in aumento di 56mila unità su aprile e di 480mila su base annua. La crescita interessa sia gli uomini che le donne. Cala tuttavia la disoccupazione giovanile (15-24 anni): a maggio si è attestata al 38,5%, in calo di 1,3 punti percentuali su aprile, ma in rialzo di 2,9 punti su base annua. Risultano in cerca di lavoro 647mila ragazzi.

Il tasso di disoccupazione è così in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile e di 1,8 punti nei dodici mesi. Nel dettaglio il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,5%, raggiunge il valore più alto dall’inizio delle serie storiche, anche di quelle trimestrali (1977). In aumento risulta anche il tasso di disoccupazione femminile, che tocca quota 13,2 per cento. Guardando al numero di disoccupati (3 milioni 140mila persone) l’Istat registra un rialzo dell’1,8% rispetto ad aprile e del 18,1% su base annua.

“Il fatto che il tasso di disoccupazione continui a crescere testimonia la gravità della crisi. La ripresa non è ancora iniziata, tutti gli indicatori ci dicono che potrebbe riprendere nel corso dell’autunno”, ha commentato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, secondo il quale “questi dati non fanno che richiedere ancora di più un impegno da parte del governo, ma anche delle imprese per un rilancio dell’economia italiana”. Non solo. “L’abbassamento del tasso di disoccupazione giovanile che bisogna interpretare meglio: la situazione resta comunque molto grave, evidentemente”, dice.

Se l’Italia piange, l’Europa certo non ride. Secondo i dati Eurostat, nella zona euro a maggio la disoccupazione è salita ancora passando dal 12% al 12,1%, un punto base in meno della Penisola, quindi. Per l’istituto di statistica del vecchio continente, si tratta di “un incremento marcato” rispetto al 2012, quando la media era dell’11,3% (e in Italia del 10,4%). Numeri alla mano, Eurostat stima che sono 26,405 milioni gli uomini e le donne senza lavoro nella Ue, di cui 19,222 milioni solo nella zona euro.

Il più alto tasso di senza lavoro è in Spagna (26,9%), Grecia (26,8%), Portogallo (17,6%) e Cipro (16,3%). Il più basso in Austria (4,7%), Germania (5,3%) e Lussemburgo (5,7%). Rispetto a un anno fa, i cali più profondi sono stati registrati in Lettonia (da 15,5% a 12,4%), Estonia (da 10,0% a 8,3%) e Lituania (da 13,3% a 11,7%). La disoccupazione giovanile è scesa anche nella zona euro: da 23,9% di aprile a 23,8% di maggio. Ad aprile 2012 era del 23 per cento.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... 77/642492/
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi



Come inizia una guerra civile – 307
La cruna dell’ago – 272
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 272
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 252
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In mezzo alla tempesta - 190


Romanzo criminale -13


La lontananza.
01/07/2013 di triskel182


Cassintegrati, precari, disoccupati, esodati, somministrati, partite Iva alla fame, pensionati al minimo, studenti senza futuro, gay e immigrati senza diritti, vecchiette in coda al discount, mamme in lista d’attesa per l’asilo e panettieri a cui la banca ha appena tolto il fido.

Sono certo che si alzano al mattino e la prima cosa che si chiedono è se il candidato premier del Pd dev’essere il segretario oppure se le due posizioni debbano restare distinte.

Da PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
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Ha stravinto la casta

di Antonio Padellaro
| 30 giugno 2013Commenti (1827)


A Roma, in queste sere di inizio estate i ristoranti alla moda sono accerchiati da schiere di auto di grossa cilindrata, perlopiù tedesche che di blu conservano il lampeggiante, minaccioso anche spento come le insegne dei signorotti medievali.

Per ore dietro i vetri scuri sonnecchiano incazzati gli autisti, in attesa di scarrozzare verso casa vassalli, valvassori e valvassini, finalmente satolli.

A questo punto il lettore si chiederà dove sia la notizia: le macchine dei potenti, statiche o sgommanti non fanno da sempre parte integrante della scenografia della città eterna, come le antiche fontane e i cassonetti maleodoranti?

Appunto: la notizia è che nulla cambia e che probabilmente mai nulla cambierà.

La Casta che solo quattro mesi fa sembrava soccombere, sotto la valanga delle astensioni e dei nove milioni di vaffanculo raccolti da Beppe Grillo, ha ripreso tranquillamente a fare i propri comodi.

Qualche limatura a stipendi e prebende c’è stata, come annunciarono in una commovente comparsata a Ballarò i due nuovi presidenti delle Camere.

Così come nei bilanci dei vari Palazzi sono state abolite alcune voci di spesa, francamente oscene.

E il resto?

Solo chiacchiere e prese in giro.

Le famose province sopravvivono benone a tutti i governi che dal secolo scorso ne annunciano regolarmente l’immediata abolizione: 107 enti dichiarati inutili che continuano a succhiare 12 miliardi l’anno.

Per non parlare dei soldi ai partiti di cui il governo Letta aveva strombazzato la drastica riduzione: bene che vada, i 91 miliardi attuali diventeranno un’ottantina ma chissà quando (“ascolteremo i tesorieri di tutto il mondo”, è la simpatica trovata dei partiti perditempo).

La crisi si sta mangiando questo paese, ma continuiamo a foraggiare i parlamentari e i manager pubblici più pagati d’Europa.

Nessuno sembra più scandalizzarsi.

La rinuncia del M5S a 42 milioni di finanziamento statale viene praticamente ignorata (anche per colpa loro, impegnati come sono a litigare su diarie ed espulsioni).

Mentre provocano meraviglia le foto del nuovo sindaco della Capitale pedalante in bici, come se usare i mezzi di locomozione dei comuni mortali (taxi, metro o semplicemente i piedi) rappresentasse uno straordinario prodigio.
(NB. Un pò di anni fa, mi è capitato di incontrare per caso un paio di volte al termine di Via Borgogna, una via di Milano che immette in Piazza San Babila, Enrico Cuccia, che Wikipedia definisce in questo modo:

Enrico Cuccia (Roma, 24 novembre 1907 – Milano, 23 giugno 2000) è stato un banchiere italiano, tra i più importanti della seconda metà del Novecento. Rappresenta una delle figure di spicco della scena economico-finanziaria italiana del XX secolo.

Cuccia si recava in ufficio a piedi in un percorso certamente non breve. Se ne camminava tutto solo con passo regolare, un pò ingobbito per l'età come Andreotti. Quello che colpiva era che il potentissimo signore e padrone di Mediobanca non avesse dietro di se nessuna scorta, oltre al fatto che sembrava una persona comunissima in mezzo alla folla. Se non sapevi chi fosse lo avresti scambiato per il pensionato che si faceva la passeggiatina pomeridiana per mantenersi in forma. Niente macchinoni tedeschi con lampeggiante - ndt)


Perciò, a cena in allegra compagnia, i signorotti si sentono in una botte di ferro e se qualcuno prova a scriverlo si arrabbiano pure.

Ammettiamolo, hanno vinto loro. Anzi, hanno stravinto.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ta/641979/

Il Fatto Quotidiano, 30 giugno 2013
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Dalla puntata di : In onda di sabato 29/06/2013
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50348201


1) Giuliano Pisapia
Con l’Imu e l’Iva si rischia la sollevazione popolare

Punto
00:22:45

2) Intervento della senatrice del M5S in merito allo stato dell’arte dell’occupazione in Sardegna.

Punto
00:40:12

Anche le walchirie berlusconiane si sarebbero lasciate andare alla commozione. Soprattutto la Garnero in Santanché, la Biancofiore, la Ravetto.

3) Collegamento con Grugliasco (TO)
Aziende in crisi nell’indotto Fiat. A luglio termina la cassa integrazione in deroga.

Seconda parte dopo aver presentato gli ospiti

4) Intervento di Maria Giovanna Maglie
Non ho mai condiviso niente della Maglie dai tempi della sua fase craxiana.
Condivido però l’ipotesi della possibilità di un evento shock improvviso. La non consapevolezza di chi ci governa sarà sanata da un evento improvviso. (Le sembianze della Maglie con maga Magò ci stanno tutte)

Seconda parte dopo il servizio su Grugliasco

5) Intervento del sindaco di Bari Emiliano.
Il time out della classe politica

Seconda parte verso la fine



Sono collegati tra di loro i pareri di Pisapia, della Maglie e del sindaco Emiliano.

Con questi irresponsabili conclamati stiamo rischiando grosso.
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