Renzi

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camillobenso
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Re: Renzi

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Pil a +0,6%, governo: “I decimali contano poco”
Fino a 2 giorni fa rivendicava: “Crescita a 0,8%”


La stima Istat è inferiore a quella dell’esecutivo. A dicembre Renzi era più ottimista. Padoan: “Inferiore
ad aspettative”. E, mentre litiga con la Ue proprio sullo zero virgola, dice: “L’importante è la direzione”

Politica

Le slide diffuse due giorni fa da Palazzo Chigi per celebrare i due anni di esecutivo affiancano al calo dell’1,9% registrato dal pil nel 2013 un “+0,8%” in caratteri rossi. Ma dopo che l’Istat ha comunicato che nel 2015 il progresso è stato solo dello 0,6%, Padoan ha spiegato che “l’importante è la direzione di marcia”. Il ministro, tra l’altro, ha commentato il dato grezzo (0,7%), che è un po’ più alto di quello effettivo (0,6%). Il dato, comunque, complica il quadro in vista del verdetto definitivo sulla legge di Stabilità atteso per maggio. Proprio mentre il premier studia l’affondo con la Ue: vuole abolire le clausole di salvaguardia
http://www.ilfattoquotidiano.it/

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Crescita, ora per il governo “i decimali contano poco”. Ma fino a due giorni fa rivendicava: “Pil su di 0,8%”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... 8/2458567/
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Joblack ha scritto:Giampaolo Pansa a 8 e 1/2 ha detto che renzi se dura porterà alla dittatura aiutato dal disfacimento di una dx che aspetta di vedere la morte del suo padre-padrone prima di generare una leadership capace di contrastare a destra la politica democristianamente centrista che l'attuale premier porta avanti.

Il motto renziano è:

"Il potere logora chi non ce lo ha"


Pansa, vita da rompiscatole


http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 016-174500
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Vero o falso??????



Con questo titolo Il Giornale é andato in edicola sulla prima pagina.



Svelata la manovra
per sostituire Renzi

Un clamoroso retroscena: Letta, Prodi e D'Alema stanno lavorando per insediare un tecnico alla guida del governo
di Adalberto Signore
54 minuti fa


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Svelata la manovra per sostituire Renzi


Clamoroso restroscena de "Il Foglio": Letta, Prodi e D'Alema stanno lavorando per insediare un tecnico alla guida del governo
Adalberto Signore - Sab, 13/02/2016 - 16:28
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Il timore della tempesta perfetta inizia a prendere piede se a Palazzo Chigi, pure nel riserbo più assoluto, si ragiona sulle contromisure e si studiano vie d'uscita.

D'altra parte, ci sta che Matteo Renzi possa essere preoccupato dopo i tanti e ripetuti segnali di queste ultime settimane.

A partire da Giorgio Napolitano che, intervistato qualche giorno fa da Repubblica, ha sollecitato il premier a una maggiore «accortezza» con l'Europa e con Angela Merkel, invitando però a non fare «analogie» tra il Berlusconi del 2011 e il Renzi di oggi.

L'ex capo dello Stato, insomma, ha voluto smentire i timori di chi pensa che sia in atto un'operazione per far saltare il governo Renzi.

Ma, forse, ottenendo l'effetto di rafforzarli.


D'altra parte, è proprio questo il sospetto che ieri campeggiava sulla prima pagina del Foglio, quotidiano solitamente informatissimo sulle cronache renziane, al punto che più d'una volta ne ha anticipato le mosse (per esempio sull'abolizione dell'Imu sulla prima casa).


In un lungo pezzo a firma del direttore Claudio Cerasa si racconta di un forte pressing presso l'establishment europeo da parte dei tre ex premier Romano Prodi, Massimo D'Alema e Enrico Letta, uniti dall'obiettivo comune di voler commissariare Renzi e sostituirlo con un tecnico alla Mario Monti (il nome che rilancia Il Foglio è quello dell'attuale presidente dell'Inps, Tito Boeri).


Uno scenario non nuovissimo, ma ora avvalorato anche dall'inner circle del premier.


E di segnali, in questo senso, ce ne sono stati.


Dalle brusche oscillazioni dei mercati e di Piazza Affari fino al sali e scendi dello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi, uno dei principali indicatori per capire i segnali che arrivano dalla burocrazia (...)(...) di Bruxelles.


Ma la tempesta potrebbe essere perfetta anche per l'imminenza di una tornata amministrativa delicatissima, con la minoranza del Pd che sta lavorando alacremente per mettere i bastoni tra le ruote a Renzi.


A Roma in particolare, dove a sostenere Roberto Morassut alle primarie del Pd contro il renzianissimo Roberto Giachetti ci sono Walter Veltroni, Massimo D'Alema, Goffredo Bettini e Pierluigi Bersani.


A cui, pare, potrebbe aggiungersi la sponda silenziosa del defilato governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Giachetti, insomma, rischia non poco.


E per Renzi la sconfitta potrebbe essere ancora più sonora se, oltre a «perdere» le primarie di Roma, il Campidoglio dovesse poi finire ai Cinque stelle. Una notizia che farebbe il giro del mondo in pochi minuti e che avrebbe ripercussioni non solo d'immagine per il premier, ma anche nei suoi rapporti con Bruxelles.


Potrebbe essere questo, insomma, l'ultimo tassello dell'operazione anti-Renzi.Che, non a caso, racconta chi è di casa a Palazzo Chigi e molto vicino al leader del Pd, starebbe già ragionando su cosa fare da grande.

Dietro agli affondi all'Europa e i botta e risposta con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, infatti, potrebbe esserci la volontà di prepararsi il terreno per un'eventuale corsa proprio alla sua successione.


È uno scenario a lungo termine, perché il mandato di Juncker scade nel 2019.


Ma che torna non solo con la scelta di attaccare frontalmente la Merkel, che dal versante Ppe ambirebbe anche lei a quella poltrona, ma pure con una proposta lanciata qualche giorno fa dallo stesso Renzi.


Quella di fare delle primarie del Pse per scegliere il prossimo candidato alla presidenza della Commissione Ue.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 24243.html
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

2 - MAURO SICURO: L’UE PREPARA UN DOPO-RENZI

Mario Mauro non ha mai amato il governo di Matteo Renzi. Quando infatti il sindaco di Firenze è arrivato a palazzo Chigi,Mauro ha dovuto fare le valigie dal ministero della Difesa. Un po’ prevenuto sarà nei confronti del leader del Giglio magico. Però Mauro è gran conoscitore della politica europea: è stato vicepresidente del parlamento Ue, ha ottimi rapporti con Angela Merkel e con tutti i vertici del Ppe.



Vale la pena starlo a sentire, perché si è fatto un giro nell’Europa che conta fra fine gennaio e la prima settimana di febbraio, ed è rimasto impressionato: «La credibilità del governo italiano è al livello più basso che ricordi. Anche più giù di quella del governo Berlusconi nell’autunno 2011». Lo ha impressionato la riunione del vertice Ppe di fine gennaio. «Fra gli italiani che sono intervenuti c’era anche il mio amico Paolo Alli di Ncd – racconta Mauro - e si è lanciato in un peana sulle importanti riforme del governo Renzi. Il presidente dell’assemblea lo ha subito fermato, dicendogli secco: ma che stai a difendere il tuo premier, che ormai non lo fanno più nemmeno i suoi colleghi socialisti?».

Mauro allora si è messo a indagare, andando a parlare con altri leader del Pse conosciuti in passato. E conferma: «È vero, Renzi deve guardarsi le spalle perfino dai socialisti francesi. Mi hanno detto che Pierre Moscovici proprio non riesce più a sopportarlo...Un clima negativo pazzesco, che purtroppo riguarda anche l’Italia. Credo proprio sia cominciato il conto alla rovescia, come in quel 2011...».
cielo 70
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Re: Renzi

Messaggio da cielo 70 »

Non credo che potrà essere meno peggio uno nuovo se messo a tavolino dall'Europa così com'è.
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Anche LIBRE, attenziona l'articolo di Cerasa. Che l'avesse fatto Libero, aveva il sapore della lotta politica a favore del capo, e del suo ruolo di padre nobile del Cd, che sparge fango sull'avversario.

Se lo fa anche LIBRE, quell'articolo assume una diversa valenza.



Prodi & D’Alema puntano su Tito Boeri per deporre Renzi


Scritto il 17/2/16 • LIBRE nella Categoria: idee



La scena che vi stiamo per descrivere si ripete ormai da un po’ di settimane con una certa continuità. E da quando i mercati hanno deciso di punire con decisione le Borse europee, e soprattutto quella italiana, facendo registrare delle brusche oscillazioni sui titoli bancari (ieri Milano ha chiuso a meno 5,63 per cento) e rimettendo in movimento lo spread tra titoli di stato italiani e titoli di stato tedeschi (spread che ieri ha superato i 150 punti base), capita sempre più spesso che i collaboratori più stretti del presidente del Consiglio si ritrovino a rispondere a domande brusche come quelle ricevute in queste ore, a Roma, da diversi ambasciatori. Il tema è il seguente e la domanda è stata rivolta ancora una volta ieri, da parte di un importante ambasciatore, a un esponente del Pd vicino al premier: “Ci risulta ci sia un piano per far cadere questo governo. Siete sicuri che il presidente del Consiglio non faccia la fine che ha fatto Berlusconi nel 2011?”. Il collaboratore di Renzi anche in questa occasione ha risposto con un sorriso e ha argomentato l’inesistenza di questa eventualità. La scena si ripete ormai da settimane con vari pezzi più o meno pregiati della diplomazia straniera.
Ma al contrario di quello che si potrebbe credere, la ragione per cui si è diffusa, anche in molte ambasciate romane, la voce che ci sia qualcuno che stia provando a lavorare ai fianchi il presidente del Consiglio non è legata a un’invenzione di qualche malelingua diplomatica. E’ legata, piuttosto, alla presenza sulla scena internazionale di un pezzo di establishment italiano, un po’ sgangherato, che da alcune settimane tende a sponsorizzare la tesi, esplicita, che ci sia una connessione precisa tra lo stato di salute delle Borse italiane e lo stato di salute del governo. Un pezzo di establishment, dicevamo, guidato da uno speciale club con ottimi contatti in Europa formato da ex presidenti del Consiglio (Enrico Letta, Massimo D’Alema, Romano Prodi) che da tempo, a vario titolo, sostiene, in modo più o meno implicito, che – per salvare l’Italia e non condannare il nostro paese a una nuova recessione e a un imminente collasso economico – sia necessario, urgentissimo, preparare la strada a un’alternativa all’attuale presidente del Consiglio. Commissariare, adesso.
L’idea che D’Alema, Letta e Prodi – spalleggiati da un establishment in movimento e in leggero riposizionamento che si riconosce negli editoriali di Eugenio Scalfari e in molti fondi del Corriere della Sera improvvisamente critici con il governo – possano ambire a innescare una scintilla capace di far saltare Renzi può apparire goffa e sconclusionata anche perché i tre ex presidenti del Consiglio si trovano ormai distanti anni luce dal Parlamento e dai giochi di palazzo e difficilmente sarebbe sufficiente una raffica di interviste o una mitragliata di dichiarazioni sulle agenzie, come quelle registrate negli ultimi giorni, per far cambiare il volto di un governo (anche se Enrico Letta, per esempio, mantiene da tempo ottimi rapporti con il Mef, dove si trovano diversi tecnici che Letta aveva a Palazzo Chigi, e con lo stato maggiore del Quirinale). Eppure, a credere alla possibilità di uno switch off, non sono soltanto gli amici del club degli ex premier e alcuni ambasciatori ma è anche un personaggio particolare, un tecnico di lusso con il profilo da perfetto politico, che da mesi prova ad accreditarsi, anche con il Quirinale, come il sostituto naturale di Matteo Renzi in caso di improvviso collasso di questo governo.
Come se fosse lui, in un certo senso, il Mario Monti del 2016. Il nome del tecnico è quello dell’attuale presidente dell’Inps Tito Boeri, economista di fama internazionale, professore ordinario di Economia del lavoro all’Università Bocconi, già consulente del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale, della Commissione europea, già senior economist all’Ocse dal 1987 al 1996, già direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, ottimi rapporti con il mondo Rep. e ottimi legami con la sinistra non solo del Pd (ai tempi della riforma del mercato del lavoro, la proposta alternativa al Jobs Act, la legge Boeri-Garibaldi, fu sponsorizzata non solo dalla sinistra del Pd ma persino dalla sinistra a sinistra del Pd, fronte Pippo Civati). Nonostante sia stato proprio Renzi a nominarlo a capo dell’Inps – anche se la decisione è stata presa più sulla base della rinuncia degli altri candidati che su quella di un investimento specifico di Palazzo Chigi – dal giorno del suo insediamento all’Istituto nazionale della previdenza sociale Boeri ha scelto di muoversi con un passo non da tecnico puro ma da tecnico politico. Già pochi mesi dopo la sua nomina (24 dicembre 2014) ha cominciato a intestarsi alcune battaglie squisitamente politiche: lotta ai vitalizi (“Dimezziamo quelli sopra gli 80 mila euro”), lotta alle pensioni d’oro (“Ricalcoliamo tutte le pensioni retributive o miste con il solo calcolo contributivo”), lotta a favore dell’introduzione del reddito minimo (“Andrebbe introdotto un reddito minimo garantito per gli over 55”).
Al di là delle dichiarazioni, che quasi somigliano comunque a una bozza di agenda di governo, la tentazione di Boeri (fratello di Stefano, architetto, ex assessore della giunta Pisapia) di svestire i panni del tecnico per indossare gli abiti del politico era già emersa esattamente due anni fa, quando il fondatore del sito Lavoce.info si illuse che le voci che lo davano come prossimo ministro del Lavoro del governo Renzi fossero vere – Boeri digerì a fatica la scelta fatta dal segretario del Pd di affidare invece quel ruolo a Giuliano Poletti. Oggi Tito Boeri coltiva una nuova illusione. E se da un lato il club delle prime mogli (D’Alema, Letta, Prodi) probabilmente non crede fino in fondo alla possibilità di spodestare Renzi da Palazzo Chigi (anche perché il presidente della Bce Mario Draghi, pur mantenendo alcune riserve nei confronti dell’atteggiamento del governo in Europa, non ha alcuna intenzione di triangolare neanche lontanamente con il partito della zizzania), dall’altro lato si può dire che il bocconiano Boeri sogna ormai da tempo di poter essere un giorno la guida di un governo alternativo a quello attuale (e poi chissà). Oggi i renziani sorridono, e sorridiamo anche noi. Ma se un domani dovesse esserci un qualche cortocircuito al governo il partito trasversale di Tito Boeri proverà in tutti i modi a trasformare il presidente dell’Inps nel Monti del 2016. Auguri, e figli spread.
(Claudio Cerasa, “Chi vuol mandare in pensione Renzi”, da “Il Foglio” del 12 febbraio 2016).
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Re: Renzi

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DAL GIORNO DELLA CIVETTA AL GIORNO DELL'ARROGANTE(La Qualunque)






Nei titoli del Tg7 Mentana cita lo scontro al Senato tra La Qualunque e Monti.


Ma la notizia era stata anche riportata dal Fatto.



Ue, Monti a Renzi: “Lei non manca occasione di denigrare l’Europa”. La replica: “Non accetto lezioni sulle regole”
Politica

Botta e risposta al Senato tra l'ex presidente del Consiglio e l'attuale leader durante le comunicazioni sul consiglio Ue: "Andreotti e Craxi hanno saputo, loro, mettere a frutto il semestre italiano di presidenza". Il segretario Pd: "Vorrei ricordare che da parte di questo governo c'è stato il massimo impegno a ridurre le procedure d’infrazione, i decreti attuativi sono diminuiti così come il deficit"
di F. Q. | 17 febbraio 2016
Commenti (47)


“Presidente Renzi lei non manca occasione di denigrare l’Europa”.


“Non accetto lezioni sulle regole”.


Il botta e risposta è andato in scena a Palazzo Madama. Da una parte l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, dall’altra l’attuale leader Matteo Renzi. Dopo giorni di tensioni e retroscena che raccontano di manovre oltre confine per mettere in discussione la poltrona del premier italiano, lo scambio di accuse è arrivato durante le comunicazione del governo sul prossimo consiglio Ue.

La prima stoccata è stata di Monti, che è stato commissario dell’Unione europea e ha sempre vantato credito nelle istituzioni di Bruxelles. “Presidente Renzi”, ha detto, “lei non manca occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza della Unione Europea, con la distruzione sistematica a colpi di clava e scalpello di tutto quello che la Ue ha significato finora. Questo sta introducendo negli italiani, soprattutto in quelli che la seguono, una pericolosissima alienazione nei confronti della Ue. Con il rischio di un benaltrismo su scala continentale molto pericoloso. In modo accorato dico che dovrebbe riflettere molto su questo”. Secondo Monti, Renzi starebbe rischiando di far fare passi indietro all’Italia: “Bene fa il presidente Renzi”, ha detto, “a portare avanti il senso di comunità senza svilire quello di contratto dell’Europa. Ma rischia di far fare passi indietro importanti sia allo spirito di comunità sia al contratto su cui ogni comunità si basa. Ciò fa correre grossi rischi all’Italia ed alla Ue”. E ha concluso: “Andreotti e Craxi hanno saputo, loro, mettere a frutto il semestre italiano di presidenza Ue” .
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A ribattere, sempre in Aula, il presidente del Consiglio: “Quando garbatamente il senatore Monti mi accusa di non rispetto delle regole”, ha detto, “vorrei ricordare che da parte di questo governo c’è stato il massimo impegno a ridurre le procedure d’infrazione, i decreti attuativi sono diminuiti così come il deficit. Sul rispetto delle regole non accetto lezioni perché lo considero un valore”. E ha aggiunto: “Esiste un tema di racconto di noi stessi: andiamo in Europa con la consapevolezza che certo si può fare meglio ma dobbiamo smettere di dire che l’Italia è un problema. Il risultato del semestre europeo, non paragonabile a quello di Craxi o Andreotti, è essere tornati a chiamare il patto di stabilità, patto di stabilità e crescita. La flessibilità è l’unico modo in cui i criteri europei possono trovare adesione in questo Paese”. A testimonianza del fatto che l’Italia rispetta le regole, ha sottolineato Renzi, c’è il fatto che “se avessimo gli stessi livelli di deficit di altri Paesi avremmo tra i 30 e 50 miliardi di debito possibile per abbassare le tasse, se avessimo tendopoli come a Calais, avremmo decine di infrazioni giustamente aperte, se avessimo dinamiche di scandali come in altri Paesi non avremmo la volontà o capacità di mettere tutto a tacere di qualche mese”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... e/2473978/
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Re: Renzi

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LA VOCE DEL GUFO
(Quotidiano online del Forum "Congresso della sinistra")




NON SOLO UE

Dal Tg7 DELLE 13,30.

Nel giorno dell'apertura dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, il presidente Squitieri attacca il governo(si fa per dire)per l'azione fallimentare della spendin rewiew.
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Re: Renzi

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DA : IL GRANDE DITTATORE, di Chaplin, AL GRANDE SODOMIZZATORE, di Rignano sull’Arno.


Da quanto vedo in giro, nello Stivale intero, sono indotto a pensare che il trattamento della sodomizzazione a secco multipla praticato dall’instancabile terapeuta di Rignano sull'Arno, all’intero popolo tricolore di 47 milioni di italiani adulti, alla fin fine, questo particolare trattamento, sia finito per piacere.

Sono due anni che va avanti ininterrottamente con una serie copiosa di sodomizzazioni in quantità industriale, ma i tricolori brontolicchiano un po’ e poi si rassegnano ad aspettare la prossima.

Tutto va ben madama la marchesa.

Gioca in continuazione sull’equivoco in modo di riservarsi costantemente una via di fuga

Lo abbiamo visto con l’annuncio della riduzione della pensione di reversibilità.

Un appassionato della poltrona fa un’annuncio urbi et orbi, e poi i suoi giannizzeri a cui preme la poltrona, vanno in televisione a difendere l’indifendibile.

“Non avete capito, il disegno di legge non dice così.”

E’ la solita scusa che viene propinata ai soliti merli doc.

Anche per le unioni civili accompagnate dalla stepchild adoption ha preparato l’equivoco di fondo.

Sono in molti a chiedersi dove voleva arrivare La Qualunque con quell’impostazione malandrina.

In Tv mandano continuamente in onda qual’era il ”La Qualunque” pensiero prima di sedersi sul Trono di Palazzo Chigi.

E’ costantemente il contrario di quello che dice e fa oggi.

Certamente allora serviva a conquistare i merli DOC.

Ma oggi cosa devo pensare???

Che ci sono 47 milioni di merli DOC all’interno dello Stivalone???

Che abbaiano, abbaiano ma poi va bene così madama la marchesa????

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato nel giorno dell’autocelebrazione dell’incoronazione a Sodomizzatore Capo, l’articolo “RENZI PIGLIATUTTO”.

Infatti, in perfetto stile, democristiano antico, ha piazzato dappertutto i suoi uomini.

Ciamel stupid el bagai dalla sodomizzazione facile e naturale.

Lo ha fatto anche in Rai.

Le televisioni non controllate da lui mandano in onda il La Qualunque pensiero, di sedersi sul Trono.

E’ costantemente contrario di quanto fa e dice oggi con la corona in testa.

Penultimo esempio la direzione di Rai 3 e affini.

Vince chi lecca di più.

^^^^^^^^

18 feb 2016 16:19
UNA BOCCATA DARIA

- TRAVAGLIO: “LEOPOLDA BIGNARDI A DIRIGERE RAITRE? È UNA SFOLLAGENTE: DOVE PASSA LEI, NON CRESCE PIÙ LO SHARE. ATTILA, AL CONFRONTO, ERA UN DILETTANTE. LE SUE INTERVISTE

-SCENDILETTO ALL'AMICO MATTEUCCIO SONO GIÀ LEGGENDA...”


“Leopolda Bignardi è la nuora di Adriano Sofri, ha lavorato per Mediaset, Rai e La7, quindi ha nemici dappertutto; pubblica romanzi per Mondadori, ma in odio a B.; è amica di famiglia di Renzi; e scalpita nella scuderia del bravo e potente Beppe Caschetto, quindi conta meno della piccola fiammiferaia. Ma soprattutto è "autonoma dai partiti"…



Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano”

CONTINUA
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Re: Renzi

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CONTINUA

Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano”


Ultime dal fronte dell' informazione all' italiana, casomai qualcuno ancora non capisse perché siamo sempre in fondo alle classifiche europee in materia, anche dopo la dipartita di B.



1) Il Pd di Renzi presenta la legge Cirinnà sulle unioni civili, contro cui manifestano al Family Day vari esponenti del Pd di Renzi, della maggioranza di Renzi e del governo Renzi.


Da Lepri in giù, i "catto-dem" sono quasi tutti renziani della prima ora, che infatti nel 2007 marciavano all' altro Family Day a braccetto con Renzi, il quale ora ha cambiato idea mentre gli altri no. Però Renzi lascia al Pd libertà di coscienza sulla legge del Pd di Renzi. A quel punto la lasciano anche i 5Stelle: ma solo su una parte della legge Cirinnà (la stepchild adoption), e anche se, diversamente dal Pd di Renzi, sono quasi tutti favorevoli alla legge del Pd di Renzi (stepchild adoption compresa).


Il Pd di Renzi e tutta la stampa strillano contro il presunto "voltafaccia" dei 5Stelle, che in realtà non hanno affatto cambiato idea e si dicono pronti a votare tutta la Cirinnà. Lo conferma quel che accade appena la legge arriva in aula: M5S compatto sul Sì e Pd spaccato con i catto-dem sul No, ben protetti da Mattarella sul Colle e da Napolitano nei paraggi.



Per occultare lo sfacelo Pd, che diverrebbe evidente votando gli emendamenti, il renziano Marcucci vuole incenerirli tutti con un supercanguro ultimo modello: un trucco antidemocratico, incostituzionale e vietato dai regolamenti parlamentari, che impedirebbe la discussione in aula.



I 5Stelle, come ogni opposizione che si rispetti, l'hanno combattuto quando fu usato contro di loro e contro la Costituzione per far passare l' Italicum e il nuovo Senato. Dunque restano fedeli a se stessi: annunciano il No al canguro e ribadiscono il Sì alla legge. Che va approvata rispettando le regole, esaminando e - si spera - bocciando gli emendamenti che la snaturano: ci vorrà una settimana in più, ma si arriverà in porto comunque. Già, ma così si spappolerebbe definitivamente il Pd.


Che infatti s' inventa un inesistente No dei 5Stelle alla Cirinnà, conferma il canguro e rinvia il voto di una settimana anziché usarla per discutere gli emendamenti e approvare la legge. Se esistesse una stampa libera, smaschererebbe l'impostura. Ma siamo in Italia.



Corriere: "Unioni civili, stop dei 5Stelle". Repubblica: "Unioni, dietrofront di M5S ". Stampa: "Unioni civili, lo sgambetto di Grillo". Messaggero: "No M5S , unioni civili a rischio".

Nessuno, dicesi nessuno, racconta la verità: i No alle unioni civili sono nel Pd e nella maggioranza (sennò M5S sarebbe ininfluente), i soli compatti sul Sì sono Sel e 5Stelle.



2) Arrivano le nomine alla Rai.
Siccome Renzi aveva promesso di departitizzarla, il suo Dg personale Antonio Campo Dall' Orto, noto desertificatore di ascolti quando dirigeva La7, nomina a Rai3 Daria Bignardi.



"Nomine basate su competenza, esperienza, merito e autonomia dai partiti, nel segno della valorizzazione delle risorse interne", assicura. Come no: basta scorrere il curriculum della Bignardi. Quanto a "competenza, esperienza e merito", dopo il rutilante debutto come presentatrice del Grande Fratello su Canale5, la Daria divenne una sfollagente che manco Cdo. Dove passa lei, non cresce più lo share.



Attila, al confronto, era un dilettante: da cui il titolo del suo programma su La7, Le invasioni barbariche, poi esportato a Rai2 identico in tutto, anche negli ascolti da prefisso telefonico, fuorché nel titolo (L'era glaciale), infine riesumato su La7 fino alla tragica chiusura per estinzione dei telespettatori. Il che fa ben sperare per la nuova Rai3. Anche perché l'arrivo della Daria a Rai3 chiude la lunga èra buia dei raccomandati, del familismo e delle lobby.



Leopolda Bignardi infatti è la nuora di Adriano Sofri, il che la rende invisa al giro di Lotta continua; ha lavorato per Mediaset, Rai e La7, quindi ha nemici dappertutto; pubblica romanzi per Mondadori, ma in odio a B.; è amica di famiglia di Renzi; e scalpita nella scuderia del bravo e potente Beppe Caschetto, quindi conta meno della piccola fiammiferaia. Ma soprattutto è "autonoma dai partiti".


Infatti nel maggio 2009, quando B. era al governo, tagliò d' intesa col direttore leghista di Rai2 Antonio Marano un' intera intervista a Vauro e Beatrice Borromeo perché osavano criticare B., dunque violavano la par condicio. Invece nel gennaio 2014, quando era al governo Letta, domandò al pentastellato Di Battista che cosa si provasse ad avere un padre fascista: avrebbe potuto raccontarlo benissimo anche lei, visto che anche suo padre era fascista; e, quando i 5Stelle le chiesero che cosa provasse ad avere un assassino come suocero, fu difesa nientemeno che da Letta in trasferta a Doha.



Mal ne incolse al povero Enricostaisereno (tweet lanciato da Renzi proprio alle Invasioni): la Daria era già passata armi e bagagli al renzismo. Le sue interviste-scendiletto, ma sempre molto barbariche, all' amico Matteuccio sono già leggenda: "Lei piace alle mamme delle fidanzate. Con le ragazze come andava?", "E se la chiamasse Belén Rodriguez?".



Al termine di una di queste il signor Bignardi, al secolo Luca Sofri, incontrò Renzi nel backstage e lo salutò virilmente: "Ciao, capo! Ottima, ottima!". Intanto la Daria dichiarava di averlo quasi inventato lei: "Mi sento un po' come Baudo. Si intuiva il desiderio di Renzi di cambiare le cose e ce l' ha fatta". Ora ce l' ha fatta anche lei, grazie a lui. Che ha mantenuto la promessa: "Fuori i partiti dalla Rai". Ora c' è solo lui. Ciao, capo.
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