Come se ne viene fuori ?
Re: Come se ne viene fuori ?
I contenuti sono certo importanti.
Ma sarebbe alquanto strano scegliere un candidato per perdere.
In questo, la sinistra è maestra. L'importante è credere di salvarsi l'anima grazie ad una presunta purezza della linea politica (che evidentemente capiscono e condividono tra pochi intimi).
Ma sarebbe alquanto strano scegliere un candidato per perdere.
In questo, la sinistra è maestra. L'importante è credere di salvarsi l'anima grazie ad una presunta purezza della linea politica (che evidentemente capiscono e condividono tra pochi intimi).
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Re: Come se ne viene fuori ?
Occhetto, D'Alema, Veltroni...Bersani la maledizione dei segretari "rossi" contro Berlusconi è sempre Caporetto
Nessun leader di sinistra è riuscito a battere davvero Silvio. Prodi è stato l'unico e infatti non era a capo del partito. Per chi ha guidato Botteghe Oscure e via del Nazzareno la sconfitta è una certezza
Avanti un altro. Silvio Berlusconi li ha bruciati tutti. Li ha sconfitti alle urne e anche quando non è riuscito a vincere le elezioni i leader del centrosinistra sono stati costretti quasi sempre a togliersi di mezzo facendo almeno tre o quattro passi indietro. E' questo il triste destino che è toccato a tutti i segretari e sfidanti del Cav che hanno guidato il Pds prima, i Ds dopo e Pd adesso. Bersani ora sa sulla sua pelle cosa significa sfidare il Cav alle urne. La maledizione sta per colpire anche lui.
Occhetto coraggioso - Il primo ad immolarsi è stato nel 1994 Achille Occhetto. Lui è il segretario che chiuse le porte del Pci per aprire quelle del Pds. Alle elezioni politiche del 1994 venne indicato come leader della coalizione di sinistra, l'Alleanza dei Progressisti. Gli sfidanti erano il raggruppamento centrista dell'ex Democrazia Cristiana (il Patto per l'Italia) e il nascente centrodestra (Polo delle Libertà) di Silvio Berlusconi. Il risultato elettorale deludente e la vittoria schiacciante di Silvio lo spinsero a lasciare la segreteria del partito. Negli anni successivi Occhetto ha continuato a occuparsi di politica, seppur senza ricoprire ruoli dirigenziali all'interno del Pds prima e dei Ds dopo. Si è definitivamente allontanato dal partito nel 2004.
Baffino maledetto - Dopo aver capito che Occhetto era già bollito a sinistra provano la soluzione tecnica. La segreteria se la prende Massimo D'Alema e la candidatura a premier va al professore di Bologna, Romano Prodi. D'Alema nel 1996 resta nell'ombra e il Prof va alle urne. Questa volta va meglio. Prodi con L'Ulivo riesce a vincere le elezioni, ma dura poco. Pochissimo. Due anni appena. Il Prof viene travolto dalla sua stessa maggioranza e deve lasciare la mano proprio a Massimo D'Alema che diventa premier. Da lì comincia una lunga agonia fino al 2001. La sua posizione di segretario si indebolisce.
Fassino l'invisibile - Il suo posto lo prende Walter Veltroni e Silvio si prepara a tornare a palazzo Chigi questa volta per restarci per ben cinque anni. D'Alema intanto finita l'esperienza da premier batte ritirata. A questo punto dopo la batosta elettorale rimediata da Francesco Rutelli, D'Alema si fa da parte e con lui anche Walter Veltroni. E' il momento della segreteria di Piero Fassino. Una segreteria lunghissima. Dal 2001 al 2007. In mezzo cosa succede? Berlusconi porta a termine la legislatura. Ma al voto del 2006 Fassino non è il candidato premier e allora si sceglie ancora una volta Romano Prodi. Il Prof ce la fa e batte di misura Berlusconi. Stesso copione. Due anni e il governo va giù sotto il bombardamento della sua maggioranza che va da Bertinotti a Mastella. Fassino resta segretario nell'ombra. Ma sa già che bisogna cambiare ancora perchè contro Silvio c'è poco da fare. E allora nasce il Partito Democratico.
Veltroni il perdente - Il primo segretario è Walter Veltroni che si presenta subito come candidato premier nel 2008. Risultato? Berlusconi fa bottino pieno e Walter deve battere ritirata fino a passare la mano a Dario Franceschini. Intanto Fassino colpito dalla maledizione della segreteria si ritira a fare il sindaco di Torino. Veltroni molla tutto e alle ultime elzioni nemmeno viene ricandidato. Ora è il turno di Bersani. Sa già che il sortileggio si è abbattuto su di lui. Non ha vinto contro Berlusconi e ora lo pressano per lasciare la segreteria del Pd. Napolitano gli ha già sbattuto la porta in faccia. Ora i giochi li guida direttamente il Colle. Bersani farà la stessa fine di Fassino? Sindaco di Bettola. Ma anche da quelle parti il Pdl è più forte. Non gli resta che aprire un allevamento di giaguari. Già smacchiati.
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... tto--.html
Ciao
Paolo11
Nessun leader di sinistra è riuscito a battere davvero Silvio. Prodi è stato l'unico e infatti non era a capo del partito. Per chi ha guidato Botteghe Oscure e via del Nazzareno la sconfitta è una certezza
Avanti un altro. Silvio Berlusconi li ha bruciati tutti. Li ha sconfitti alle urne e anche quando non è riuscito a vincere le elezioni i leader del centrosinistra sono stati costretti quasi sempre a togliersi di mezzo facendo almeno tre o quattro passi indietro. E' questo il triste destino che è toccato a tutti i segretari e sfidanti del Cav che hanno guidato il Pds prima, i Ds dopo e Pd adesso. Bersani ora sa sulla sua pelle cosa significa sfidare il Cav alle urne. La maledizione sta per colpire anche lui.
Occhetto coraggioso - Il primo ad immolarsi è stato nel 1994 Achille Occhetto. Lui è il segretario che chiuse le porte del Pci per aprire quelle del Pds. Alle elezioni politiche del 1994 venne indicato come leader della coalizione di sinistra, l'Alleanza dei Progressisti. Gli sfidanti erano il raggruppamento centrista dell'ex Democrazia Cristiana (il Patto per l'Italia) e il nascente centrodestra (Polo delle Libertà) di Silvio Berlusconi. Il risultato elettorale deludente e la vittoria schiacciante di Silvio lo spinsero a lasciare la segreteria del partito. Negli anni successivi Occhetto ha continuato a occuparsi di politica, seppur senza ricoprire ruoli dirigenziali all'interno del Pds prima e dei Ds dopo. Si è definitivamente allontanato dal partito nel 2004.
Baffino maledetto - Dopo aver capito che Occhetto era già bollito a sinistra provano la soluzione tecnica. La segreteria se la prende Massimo D'Alema e la candidatura a premier va al professore di Bologna, Romano Prodi. D'Alema nel 1996 resta nell'ombra e il Prof va alle urne. Questa volta va meglio. Prodi con L'Ulivo riesce a vincere le elezioni, ma dura poco. Pochissimo. Due anni appena. Il Prof viene travolto dalla sua stessa maggioranza e deve lasciare la mano proprio a Massimo D'Alema che diventa premier. Da lì comincia una lunga agonia fino al 2001. La sua posizione di segretario si indebolisce.
Fassino l'invisibile - Il suo posto lo prende Walter Veltroni e Silvio si prepara a tornare a palazzo Chigi questa volta per restarci per ben cinque anni. D'Alema intanto finita l'esperienza da premier batte ritirata. A questo punto dopo la batosta elettorale rimediata da Francesco Rutelli, D'Alema si fa da parte e con lui anche Walter Veltroni. E' il momento della segreteria di Piero Fassino. Una segreteria lunghissima. Dal 2001 al 2007. In mezzo cosa succede? Berlusconi porta a termine la legislatura. Ma al voto del 2006 Fassino non è il candidato premier e allora si sceglie ancora una volta Romano Prodi. Il Prof ce la fa e batte di misura Berlusconi. Stesso copione. Due anni e il governo va giù sotto il bombardamento della sua maggioranza che va da Bertinotti a Mastella. Fassino resta segretario nell'ombra. Ma sa già che bisogna cambiare ancora perchè contro Silvio c'è poco da fare. E allora nasce il Partito Democratico.
Veltroni il perdente - Il primo segretario è Walter Veltroni che si presenta subito come candidato premier nel 2008. Risultato? Berlusconi fa bottino pieno e Walter deve battere ritirata fino a passare la mano a Dario Franceschini. Intanto Fassino colpito dalla maledizione della segreteria si ritira a fare il sindaco di Torino. Veltroni molla tutto e alle ultime elzioni nemmeno viene ricandidato. Ora è il turno di Bersani. Sa già che il sortileggio si è abbattuto su di lui. Non ha vinto contro Berlusconi e ora lo pressano per lasciare la segreteria del Pd. Napolitano gli ha già sbattuto la porta in faccia. Ora i giochi li guida direttamente il Colle. Bersani farà la stessa fine di Fassino? Sindaco di Bettola. Ma anche da quelle parti il Pdl è più forte. Non gli resta che aprire un allevamento di giaguari. Già smacchiati.
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... tto--.html
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Paolo11
Re: Come se ne viene fuori ?
bellissimamariok ha scritto:
Ma sarebbe alquanto strano scegliere un candidato per perdere.
concordo sui tuoi punti ( compreso il 7 ) , lui parla troppo e la stampa è sempre lì a pronta a captare ogni sospiro ... a parte lo scontro Renzi vs resto del mondo non è che ci sia granchè da alimentare per vendere copie.
vincere serve a cambiare le cose.
bisogna affidarsi o aspettare , lamentandosi, la deflagrazione.
io preferisco avere fiducia.
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Re: Come se ne viene fuori ?
mariok ha scritto:I contenuti sono certo importanti.
Ma sarebbe alquanto strano scegliere un candidato per perdere.
In questo, la sinistra è maestra. L'importante è credere di salvarsi l'anima grazie ad una presunta purezza della linea politica (che evidentemente capiscono e condividono tra pochi intimi).
1) In questo, la sinistra è maestra
Sono più che sicuro che buona parte del forum sia convinta che li sto prendendo per il kulen, quando da più di un anno e mezzo segnalo che il Pd è la nuova Dc.
...................In hoc signo vinces
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Allora provino a guardare al :
Punto
00:15:00
Cosa ha affermato al Tg3 ore 19,00 di ieri, Rotondi, uno dei massimi esperti del democristianesimo, attualmente detentore del simbolo dello scudocrociato
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... g3.html#p=
C’è sempre la possibilità di un ritorno della Dc? (Domanda del giornalista di Rai3)
<<Ancora deve tornare???
Abbiamo già un governo che è un monocolore democristiano, che abbiamo il nostro Arnaldo Forlani Alfano vicepremier, il nostro Andreotti Letta premier,…….che volete più dalla vita?>>
**
Per me era evidente da tempo, non so per gli altri forumisti.
Penso che a questo punto non ci siano più dubbi per nessuno. Può negare la realtà solo chi non vuol vedere.
Una cinquantina di giorni fa ho segnalato che il gioco dei poteri forti, e non solo, è quello di eliminare Berlusconi e riunire il resto della Dc che sta a destra nel partito dei Fratelli mussulmani.
Spero che adesso dopo la dichiarazione di Rotondi sia tutto un po’ più chiaro.
Se la nuova Dc si riunisce definitivamente, è certo che governerà almeno per i prossimi 10 anni indisturbata, anche perché la sinistra non esiste più da anni.
In pratica non ha rivali.
L’attuale Pd contiene elementi della sinistra Dc, Bersani-Epifani, ed elementi della destra Dc, Renzi.
La sinistra classica, per quello che ha rappresentato la storia del secondo novecento non esiste più.
Regge all’interno di Sel, ma che evidentemente non è in grado di crescere.
Io non sono democristiano e di conseguenza non posso confondere la sinistra della nuova Dc dei Fassina, dei Bersani, dei D’Alema con la sinistra storica italiana.
Ovviamente non può essere più la sinistra che ha chiuso i battenti nel 1991 diventando Pds. Sono passati 22 anni e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta.
Ma i valori della sinistra sono immutati da più di 2.000 anni perché sono quelli del cristianesimo anche per coloro che sono atei.
Non so se Gesù Cristo sia veramente esistito e se fosse veramente il figlio di Dio.
Quello che so è che quei valori sono immutabili da più di 2.000 anni.
Di conseguenza non possono essere mescolati con i falsoni democristiani (per niente cristiani), anche se si spacciano di sinistra.
Si tratta quindi d’ora in poi di intendersi su cosa si intende per “sinistra”.
Se si tratta della sinistra di Sel, o se si tratta della nuova sinistra del monocolore democristiano.
NB. Ripeto ancora una volta quanto espresso qualche giorno fa.
Il Centro o il grande Centro non esiste.
E’ solo un’abile truffa di comunicazione dei falsoni democristiani che intendono sfruttare molti ingenui della sinistra storica, di cui molti anziani che non si rendono conto della realtà e dei giochi democristiani.
Il Centro e la politica centrista è stata un’esigenza storica di De Gasperi nel primo dopoguerra, in quanto la destra era occupata dagli ex fascisti dell’Msi che nulla avevano da che spartire con lo statista trentino.
Anche molti fascisti non ortodossi all’epoca sono passati con la Dc.
La differenza tra i valori (eccetto dei valori costituzionali, fortemente saldi in Pci-Dc), tra centro democristiano e sinistra Pci e Psi, sono sempre stati netti. O perlomeno fino al 1963 quando Moro forma il primo governo di centrosinistra organico con i socialisti, i socialdemocratici e i repubblicani.
Si deve arrivare al 1996 per vedere insieme ex comunisti ed ex democristiani di sinistra.
Parlare anche oggi di centrodestra e centrosinistra è una truffa nei confronti degli italiani, perché non siamo più ai tempi di De Gasperi e una politica di Centro non esiste. Si tratta per il momento di una destra più moderata di quella populista dei Fratelli mussulmani, ma sempre di una destra si tratta.
Quindi ognuno si prenda le sue responsabilità nel campo in cui intende militare.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Amadeus ha scritto:bellissimamariok ha scritto:
Ma sarebbe alquanto strano scegliere un candidato per perdere.
concordo sui tuoi punti ( compreso il 7 ) , lui parla troppo e la stampa è sempre lì a pronta a captare ogni sospiro ... a parte lo scontro Renzi vs resto del mondo non è che ci sia granchè da alimentare per vendere copie.
vincere serve a cambiare le cose.
bisogna affidarsi o aspettare , lamentandosi, la deflagrazione.
io preferisco avere fiducia.
……………………………..vincere serve a cambiare le cose.
Limitando il campo di osservazione alla seconda Repubblica, più facile per un/a giovane, quando si è verificato che vincere serve a cambiare le cose?
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 323
La cruna dell’ago – 288
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 288
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 268
Cronaca di un affondamento annunciato - 268
In mezzo alla tempesta - 206
Romanzo criminale - 28
Todo modo (romanzo)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Todo modo è un romanzo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1974 da Einaudi.
Il romanzo è fondamentalmente un giallo ma è ricco di riferimenti alla politica italiana e al movimentato periodo degli anni settanta.
Trama [modifica]
Il romanzo, ambientato negli anni settanta, ha come protagonista un conosciuto pittore, di cui non viene mai fatto il nome, che ha bisogno di un periodo di pace in solitudine. Alla vista di un cartello che indica un eremo, l'Eremo di Zafer (non meglio definito geograficamente), il pittore pensa di recarvisi. Scopre poi che l'eremo è stato trasformato in un hotel fondato dall'ambiguo Don Gaetano e che in certi periodi dell'anno ospita persone di alta estrazione sociale (ministri, politici, direttori di banche...) per ritiri spirituali.
L'ennesimo ritiro sarebbe iniziato dopo solo qualche giorno, e infatti nell'albergo si trovano, all'arrivo del pittore, soltanto cinque donne. A seguito del colloquio con Don Gaetano, enigmatico ed inquietante personaggio dall'estesissima cultura, al pittore viene concesso di rimanere ad assistere al ritiro spirituale. Ma proprio durante la recita del rosario, si assiste all'omicidio di uno dei notabili, l'ex senatore Michelozzi: tutti vengono sospettati, meno che Don Gaetano, il pittore e il cuoco, che avevano assistito insieme all'accaduto, lontani dalla processione di Don Gaetano e dei suoi ospiti.
Il procuratore Scalambri, primo della classe ed ex compagno di scuola del pittore, cerca di risolvere il delitto, ma ogni sua mossa gli viene suggerita dal pittore stesso. Una sera, ricostruendo l'accaduto, disegnandolo perfettamente nella memoria e su carta, il pittore trova la soluzione all'omicidio di Michelozzi, e anche quella all'omicidio dell'avvocato Voltrano, avvenuto dopo il primo. La soluzione però non viene rivelata e il giorno seguente Don Gaetano viene ritrovato morto nel bosco, con una pistola accanto al corpo. Il pittore fa un'ammissione di colpa per l'omicidio di Don Gaetano al procuratore Scalambri, che non crede alle parole del pittore per mancanza di un valido movente. La pagina conclusiva del romanzo è tratta da I sotterranei del Vaticano di André Gide, proprio a testimonianza del movente del pittore per il delitto del prete.
Con questo romanzo Sciascia ci fa capire che la verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede (come nel racconto poliziesco la lettera rubata di Edgar Allan Poe).
Il titolo [modifica]
Il titolo, Todo modo, è una citazione da una preghiera di Sant'Ignazio di Loyola che, fondatore dell'ordine dei Gesuiti, rappresenta un modello di cultura elitaria proprio come quello che rappresenta Don Gaetano nel romanzo e come quella che Sciascia prende a modello, a partire da Stendhal. Il titolo del romanzo sta a significare che per salvarsi, per salvare la chiesa, qualunque cosa è permessa, anche uccidere, anche il cannibalismo.
Romano Prodi
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Todo modo (romanzo)
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Todo modo è un romanzo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1974 da Einaudi.
Il romanzo è fondamentalmente un giallo ma è ricco di riferimenti alla politica italiana e al movimentato periodo degli anni settanta.
Trama [modifica]
Il romanzo, ambientato negli anni settanta, ha come protagonista un conosciuto pittore, di cui non viene mai fatto il nome, che ha bisogno di un periodo di pace in solitudine. Alla vista di un cartello che indica un eremo, l'Eremo di Zafer (non meglio definito geograficamente), il pittore pensa di recarvisi. Scopre poi che l'eremo è stato trasformato in un hotel fondato dall'ambiguo Don Gaetano e che in certi periodi dell'anno ospita persone di alta estrazione sociale (ministri, politici, direttori di banche...) per ritiri spirituali.
L'ennesimo ritiro sarebbe iniziato dopo solo qualche giorno, e infatti nell'albergo si trovano, all'arrivo del pittore, soltanto cinque donne. A seguito del colloquio con Don Gaetano, enigmatico ed inquietante personaggio dall'estesissima cultura, al pittore viene concesso di rimanere ad assistere al ritiro spirituale. Ma proprio durante la recita del rosario, si assiste all'omicidio di uno dei notabili, l'ex senatore Michelozzi: tutti vengono sospettati, meno che Don Gaetano, il pittore e il cuoco, che avevano assistito insieme all'accaduto, lontani dalla processione di Don Gaetano e dei suoi ospiti.
Il procuratore Scalambri, primo della classe ed ex compagno di scuola del pittore, cerca di risolvere il delitto, ma ogni sua mossa gli viene suggerita dal pittore stesso. Una sera, ricostruendo l'accaduto, disegnandolo perfettamente nella memoria e su carta, il pittore trova la soluzione all'omicidio di Michelozzi, e anche quella all'omicidio dell'avvocato Voltrano, avvenuto dopo il primo. La soluzione però non viene rivelata e il giorno seguente Don Gaetano viene ritrovato morto nel bosco, con una pistola accanto al corpo. Il pittore fa un'ammissione di colpa per l'omicidio di Don Gaetano al procuratore Scalambri, che non crede alle parole del pittore per mancanza di un valido movente. La pagina conclusiva del romanzo è tratta da I sotterranei del Vaticano di André Gide, proprio a testimonianza del movente del pittore per il delitto del prete.
Con questo romanzo Sciascia ci fa capire che la verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede (come nel racconto poliziesco la lettera rubata di Edgar Allan Poe).
Il titolo [modifica]
Il titolo, Todo modo, è una citazione da una preghiera di Sant'Ignazio di Loyola che, fondatore dell'ordine dei Gesuiti, rappresenta un modello di cultura elitaria proprio come quello che rappresenta Don Gaetano nel romanzo e come quella che Sciascia prende a modello, a partire da Stendhal. Il titolo del romanzo sta a significare che per salvarsi, per salvare la chiesa, qualunque cosa è permessa, anche uccidere, anche il cannibalismo.
Re: Come se ne viene fuori ?
ROMA - La circolare di Patroni Griffi altro non è che un richiamo all'ordine ai ministri: "Tutti i membri del governo, in ottemperanza delle normative sulla trasparenza, devono pubblicare sul sito istituzionale, tutti i dati sulla loro situazione patrimoniale".
È un'operazione trasparenza - obbligatoria per legge, va detto - che il governo Monti per primo aveva messo in atto e a cui l'esecutivo che gli ha succeduto ancora non ha ottemperato. In base alla legge, entro tre mesi dalla loro elezione o dalla loro nomina, i titolari di incarichi politici sono tenuti a pubblicare non solo i loro redditi ma anche quelli del coniuge e dei familiari entro il secondo grado (purchè essi vi consentano, ed in caso contrario va specificato).
Non solo: dovranno essere indicato l'atto di nomina o di proclamazione, con la durata dell'incarico o del mandato elettivo, il curriculum dei compensi di qualsiasi natura connessi all'assunzione della carica, i viaggi di servizio e le missioni pagati con fondi pubblici. Così come dovranno essere messi online i dati relativi all'assunzione di altre cariche presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti, e gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica, con l'indicazione dei compensi. Tutto sulla base di una "scheda sulla trasparenza della posizione patrimoniale e reddituale dei titolari di cariche di governo" che si trova sul sito di Palazzo Chigi.
Una direttiva fino ad ora seguita solo da una sparuta minoranza dei ministri: in base alla legge, i membri del governo hanno comunque tempo fino alla fine di luglio per adeguarsi. Il presidente del Consiglio Enrico Letta, ad esempio ha messo online il curriculum e le proprie dichiarazioni patrimoniali ma non quella della moglie, mentre della dichiarazione dei redditi del vicepremier Alfano non c'è traccia. Il ministro per la Funzione pubblica Giampiero D'Alia, si apprende, ha inviato a Patroni Griffi ed all'Antitrust le dichiarazioni dei redditi sua e della moglie: saranno online sul sito del ministero già da lunedì.
È un'operazione trasparenza - obbligatoria per legge, va detto - che il governo Monti per primo aveva messo in atto e a cui l'esecutivo che gli ha succeduto ancora non ha ottemperato. In base alla legge, entro tre mesi dalla loro elezione o dalla loro nomina, i titolari di incarichi politici sono tenuti a pubblicare non solo i loro redditi ma anche quelli del coniuge e dei familiari entro il secondo grado (purchè essi vi consentano, ed in caso contrario va specificato).
Non solo: dovranno essere indicato l'atto di nomina o di proclamazione, con la durata dell'incarico o del mandato elettivo, il curriculum dei compensi di qualsiasi natura connessi all'assunzione della carica, i viaggi di servizio e le missioni pagati con fondi pubblici. Così come dovranno essere messi online i dati relativi all'assunzione di altre cariche presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti, e gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica, con l'indicazione dei compensi. Tutto sulla base di una "scheda sulla trasparenza della posizione patrimoniale e reddituale dei titolari di cariche di governo" che si trova sul sito di Palazzo Chigi.
Una direttiva fino ad ora seguita solo da una sparuta minoranza dei ministri: in base alla legge, i membri del governo hanno comunque tempo fino alla fine di luglio per adeguarsi. Il presidente del Consiglio Enrico Letta, ad esempio ha messo online il curriculum e le proprie dichiarazioni patrimoniali ma non quella della moglie, mentre della dichiarazione dei redditi del vicepremier Alfano non c'è traccia. Il ministro per la Funzione pubblica Giampiero D'Alia, si apprende, ha inviato a Patroni Griffi ed all'Antitrust le dichiarazioni dei redditi sua e della moglie: saranno online sul sito del ministero già da lunedì.
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Re: Come se ne viene fuori ?
camillobenso ha scritto:E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
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Todo modo è un romanzo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1974 da Einaudi.
Il romanzo è fondamentalmente un giallo ma è ricco di riferimenti alla politica italiana e al movimentato periodo degli anni settanta.
Trama [modifica]
Il romanzo, ambientato negli anni settanta, ha come protagonista un conosciuto pittore, di cui non viene mai fatto il nome, che ha bisogno di un periodo di pace in solitudine. Alla vista di un cartello che indica un eremo, l'Eremo di Zafer (non meglio definito geograficamente), il pittore pensa di recarvisi. Scopre poi che l'eremo è stato trasformato in un hotel fondato dall'ambiguo Don Gaetano e che in certi periodi dell'anno ospita persone di alta estrazione sociale (ministri, politici, direttori di banche...) per ritiri spirituali.
L'ennesimo ritiro sarebbe iniziato dopo solo qualche giorno, e infatti nell'albergo si trovano, all'arrivo del pittore, soltanto cinque donne. A seguito del colloquio con Don Gaetano, enigmatico ed inquietante personaggio dall'estesissima cultura, al pittore viene concesso di rimanere ad assistere al ritiro spirituale. Ma proprio durante la recita del rosario, si assiste all'omicidio di uno dei notabili, l'ex senatore Michelozzi: tutti vengono sospettati, meno che Don Gaetano, il pittore e il cuoco, che avevano assistito insieme all'accaduto, lontani dalla processione di Don Gaetano e dei suoi ospiti.
Il procuratore Scalambri, primo della classe ed ex compagno di scuola del pittore, cerca di risolvere il delitto, ma ogni sua mossa gli viene suggerita dal pittore stesso. Una sera, ricostruendo l'accaduto, disegnandolo perfettamente nella memoria e su carta, il pittore trova la soluzione all'omicidio di Michelozzi, e anche quella all'omicidio dell'avvocato Voltrano, avvenuto dopo il primo. La soluzione però non viene rivelata e il giorno seguente Don Gaetano viene ritrovato morto nel bosco, con una pistola accanto al corpo. Il pittore fa un'ammissione di colpa per l'omicidio di Don Gaetano al procuratore Scalambri, che non crede alle parole del pittore per mancanza di un valido movente. La pagina conclusiva del romanzo è tratta da I sotterranei del Vaticano di André Gide, proprio a testimonianza del movente del pittore per il delitto del prete.
Con questo romanzo Sciascia ci fa capire che la verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede (come nel racconto poliziesco la lettera rubata di Edgar Allan Poe).
Il titolo [modifica]
Il titolo, Todo modo, è una citazione da una preghiera di Sant'Ignazio di Loyola che, fondatore dell'ordine dei Gesuiti, rappresenta un modello di cultura elitaria proprio come quello che rappresenta Don Gaetano nel romanzo e come quella che Sciascia prende a modello, a partire da Stendhal. Il titolo del romanzo sta a significare che per salvarsi, per salvare la chiesa, qualunque cosa è permessa, anche uccidere, anche il cannibalismo.
La Divina commedia è un capolavoro universale fuori dal tempo perché ha il pregio di raccontare l’uomo di sempre.
Mutano gli scenari, ma l’uomo è sempre lì fermo con il suo pesante carico di difetti umani.
Ma anche questo romanzo giallo e questo film sono due capolavori, perché i politici italiani sono sempre gli stessi di sempre anche nel trascorrere del tempo.
Todo Modo, Elio Petri, Aldo Moro, ritiro abazia monastero, Governo
http://www.youtube.com/watch?v=DWoqsjDkUOk
C’è molto da riflettere su questo film.
La prima riflessione che balza all’occhio è che i cittadini italiani credono diffusamente agli asini che volano.
Un conto è la politica politicante e un conto è cosa pensano loro della politica.
Sono due cose completamente agli antipodi. Eppure non interessa più di tanto, soprattutto ai cittadini elettori.
Questo spezzone che nasce da una riflessione di Sciascia lo dimostra.
La domanda conseguente è: “Ma ci sarà mai un giorno dove i cittadini elettori riusciranno a riscattarsi e non farsi più ingannare dai politici professionisti?”
Avendo viaggiato attraverso il secondo novecento e attraverso l’inizio del terzo millennio e avendo di fronte l’intero fallimento della società italiana a 360° in tutti i settori, il mio convincimento è un NO secco.
Darwin, sul vecchio forum, sosteneva che:
Un pessimista è un ottimista con esperienza.
http://www.youtube.com/watch?v=Hb6SY5To ... b6SY5Touw8
http://www.youtube.com/watch?v=w0OF2LjMKyQ
http://www.youtube.com/watch?v=jQkKXoa5MpY
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
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Come inizia una guerra civile – 324
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Romanzo criminale - 29
Un’accise a me, un accise a te, un’accise al cane,…….. Un’accise a me, un accise a te, un’accise al cane,……..e mettiamoci pure l’Egitto. I famosi aumenti d’Egitto
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno” (e anche dicono –ndt)
Gesù Cristo - Anno 0
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Napolitano e Letta, fiducia in ripresa
Letta: «Obiettivo ripresa legato all'Esposizione universale del 2015».
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E poi ti arriva il servizietto,……….non solo barba e capelli………….
Non bisogna pretendere che Letta e Napolitato ne capiscano di economia. Loro si occupano solo di cose ALTE, tipo F35.
Per informazioni in materia rivolgersi alla sora Pina, la mitica “Casalinga di Voghera”con tanto di laurea ad honorem in economia domestica, per aver saputo gestire il bilancio familiare dal 2008, in pieno periodo di crisi, quando (per la casta) alberghi, ristoranti e luoghi di villeggiatura erano pieni e bisognava prenotare per viaggiare in aereo, e averlo divulgato alle altre casalinghe italiane alle prese con la crisi popolare.
Oppure alle sue amiche romane che hanno applicato per prime le nozioni di economia in tempi di economia di guerra, le note sore:
- Ggina
- Camilla
- Cesira
NB. Immaginiamo che ora i prezzi al consumo diminuiscano,…………anche perché siamo in tempi di saldi……….
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
IL GROSSO DEGLI AUMENTI SI DEVE ALLA COMPONENTE FISCALE
Stangata benzina, mai così cara
Il prezzo medio annuo nel 2012 è stato di 1,787 euro
La benzina non è mai stata così cara.
Il prezzo medio annuo del carburante nell'anno appena passato, il 2012, è stato di 1,787 euro, il più alto di sempre in valori correnti, mentre il record a prezzi attualizzati è del 1977 (1,9 euro).
È quanto emerge dai dati diffusi dall'Up.
Il gasolio, con 1,705, tocca invece il record storico in entrambi i valori.
Il grosso degli aumenti si deve alla componente fiscale.
E la crisi in Egitto ha innescato una nuova raffica di aumenti.
Stando alla rilevazione del quotidiano Staffetta Quotidiana sulla rete dei distributori durante il fine settimana, hanno mano ai listini: Eni e Q8 con un +1 centesimo su entrambi i prodotti che salgono così a quota 1,845 e 1,837.
In rialzo anche Esso (+0,5 sia su benzina che su gasolio), Ip (+0,5 la benzina) e TotalErg (+1 la verde).
RAFFICA DI AUMENTI - Aumentano quindi ancora le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito, con la verde che raggiunge quota 1,831 euro/litro (+0,7 centesimi) e il diesel a 1,726 euro/litro (+0,6 centesimi). Per la benzina si tratta del valore più alto dal 12 aprile; mentre per il diesel si è arrivati al prezzo più alto registrato dal 30 maggio. Fermo il Gpl a 0,779 euro/litro mentre scende il metano a 0,987 euro/kg (-0,1 cent). Secondo le associazioni dei consumatori, Codacons in testa, i rincari sono «del tutto ingiustificati» e rappresentano «un evidente danno economico per gli automobilisti». Sottolinea il Codacons in una nota: «Le tensioni in Egitto non possono ripercuotersi sui prezzi di benzina e gasolio venduti oggi nel nostro paese. Questo perchè i carburanti erogati in questi giorni dai distributori italiani sono stati acquistati dalle compagnie petrolifere settimane se non mesi fa. Gli aumenti non dovrebbero scattare subito, ma semmai tra qualche settimana».
ESPOSTO DEL CODACONS - Il Codacons annuncia quindi un nuovo esposto alle Procure della Repubblica di Roma e Milano, già incaricate di indagare sulle speculazioni legate ai carburanti, «allo scopo di verificare se gli ultimi rincari dei listini possano configurare fattispecie penalmente rilevanti, come la truffa agli automobilisti». L'associazione dei consumatori ricorda infine che contro le speculazioni su benzina e gasolio è ancora possibile aderire all'azione collettiva lanciata sul sito http://www.codacons.it.
Redazione Online8 luglio 2013 | 16:14© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/13_lugl ... 330f.shtml
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 324
La cruna dell’ago – 289
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 289
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 269
Cronaca di un affondamento annunciato - 269
In mezzo alla tempesta - 207
Romanzo criminale - 29
Un’accise a me, un accise a te, un’accise al cane,…….. Un’accise a me, un accise a te, un’accise al cane,……..e mettiamoci pure l’Egitto. I famosi aumenti d’Egitto
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Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno” (e anche dicono –ndt)
Gesù Cristo - Anno 0
ALLA VILLA REALE DI MONZA L'AVVIO DEL «WORLD EXPO TOUR»
«Expo, occasione per l'Italia»|Video
Napolitano e Letta, fiducia in ripresa
Letta: «Obiettivo ripresa legato all'Esposizione universale del 2015».
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E poi ti arriva il servizietto,……….non solo barba e capelli………….
Non bisogna pretendere che Letta e Napolitato ne capiscano di economia. Loro si occupano solo di cose ALTE, tipo F35.
Per informazioni in materia rivolgersi alla sora Pina, la mitica “Casalinga di Voghera”con tanto di laurea ad honorem in economia domestica, per aver saputo gestire il bilancio familiare dal 2008, in pieno periodo di crisi, quando (per la casta) alberghi, ristoranti e luoghi di villeggiatura erano pieni e bisognava prenotare per viaggiare in aereo, e averlo divulgato alle altre casalinghe italiane alle prese con la crisi popolare.
Oppure alle sue amiche romane che hanno applicato per prime le nozioni di economia in tempi di economia di guerra, le note sore:
- Ggina
- Camilla
- Cesira
NB. Immaginiamo che ora i prezzi al consumo diminuiscano,…………anche perché siamo in tempi di saldi……….
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IL GROSSO DEGLI AUMENTI SI DEVE ALLA COMPONENTE FISCALE
Stangata benzina, mai così cara
Il prezzo medio annuo nel 2012 è stato di 1,787 euro
La benzina non è mai stata così cara.
Il prezzo medio annuo del carburante nell'anno appena passato, il 2012, è stato di 1,787 euro, il più alto di sempre in valori correnti, mentre il record a prezzi attualizzati è del 1977 (1,9 euro).
È quanto emerge dai dati diffusi dall'Up.
Il gasolio, con 1,705, tocca invece il record storico in entrambi i valori.
Il grosso degli aumenti si deve alla componente fiscale.
E la crisi in Egitto ha innescato una nuova raffica di aumenti.
Stando alla rilevazione del quotidiano Staffetta Quotidiana sulla rete dei distributori durante il fine settimana, hanno mano ai listini: Eni e Q8 con un +1 centesimo su entrambi i prodotti che salgono così a quota 1,845 e 1,837.
In rialzo anche Esso (+0,5 sia su benzina che su gasolio), Ip (+0,5 la benzina) e TotalErg (+1 la verde).
RAFFICA DI AUMENTI - Aumentano quindi ancora le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito, con la verde che raggiunge quota 1,831 euro/litro (+0,7 centesimi) e il diesel a 1,726 euro/litro (+0,6 centesimi). Per la benzina si tratta del valore più alto dal 12 aprile; mentre per il diesel si è arrivati al prezzo più alto registrato dal 30 maggio. Fermo il Gpl a 0,779 euro/litro mentre scende il metano a 0,987 euro/kg (-0,1 cent). Secondo le associazioni dei consumatori, Codacons in testa, i rincari sono «del tutto ingiustificati» e rappresentano «un evidente danno economico per gli automobilisti». Sottolinea il Codacons in una nota: «Le tensioni in Egitto non possono ripercuotersi sui prezzi di benzina e gasolio venduti oggi nel nostro paese. Questo perchè i carburanti erogati in questi giorni dai distributori italiani sono stati acquistati dalle compagnie petrolifere settimane se non mesi fa. Gli aumenti non dovrebbero scattare subito, ma semmai tra qualche settimana».
ESPOSTO DEL CODACONS - Il Codacons annuncia quindi un nuovo esposto alle Procure della Repubblica di Roma e Milano, già incaricate di indagare sulle speculazioni legate ai carburanti, «allo scopo di verificare se gli ultimi rincari dei listini possano configurare fattispecie penalmente rilevanti, come la truffa agli automobilisti». L'associazione dei consumatori ricorda infine che contro le speculazioni su benzina e gasolio è ancora possibile aderire all'azione collettiva lanciata sul sito http://www.codacons.it.
Redazione Online8 luglio 2013 | 16:14© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/13_lugl ... 330f.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro-benzina da record nel 2012. “Stangata da 650 euro ad automobilista”
Il Codacons ha quantificato l'impatto dell'aumento dei prezzi dei carburanti dal 2009 . Lo scorso anno per la benzina il costo medio è stato di 1,787 euro, primato da quando esiste l'euro. Attualizzando i valori dal 1960 ad oggi, l'anno più caro è stato il 1977. Per il gasolio invece il record è assoluto
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 luglio 2013Commenti (61)
Caro-benzina da record nel 2012. “Stangata da 650 euro ad automobilista”
Più informazioni su: Benzina, Caro-benzina, Petrolio, Prezzi Benzina.
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Benzina mai così cara come nel 2012: il prezzo medio annuo della benzina nel 2012 è stato di 1,787 euro, il più alto di sempre in valori correnti. Mentre il record a prezzi attualizzati è del 1977 (1,9 euro). E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Up, Unione Petrolifera. Il gasolio, con 1,705, tocca invece il record storico in entrambi i valori. Il grosso degli aumenti si deve alla componente fiscale. Nella media del 2012, secondo quanto emerge dalle tabelle, il prezzo industriale per un litro di benzina è stato pari a 0,759 euro, mentre la componente fiscale si è attestata, per la prima volta nella storia, sopra la soglia di 1 euro, per la precisione a 1,028. Rispetto al 2011, l’aumento è stato per il prezzo medio del 15% (da 1,555 euro), ma mentre la componente fiscale ha subito un rincaro del 9% (essenzialmente per il prezzo del greggio), quella fiscale (tra accise e Iva) è cresciuta di circa il 20%.
L’Unione petrolifera ha anche attualizzato i prezzi in euro dal 1960 a oggi: da questa tabella si evince che, dietro al top del 1977, quando la benzina toccò 0,258 euro al litro, che equivalgono a 1,9 euro di oggi, in scia alla crisi petrolifera dei primi anni Settanta, solo nel 1976, 1981, 1982 e 1983 il prezzo è stato più alto. Guardando al gasolio, invece, il picco dello scorso anno non era stato neanche sfiorato durante le crisi degli anni Settanta e Ottanta, quando il parco auto a gasolio era molto più limitato rispetto a quanto non sia oggi. Anche in questo caso, la componente fiscale pesa in modo preponderante sugli aumenti: il prezzo industriale è salito del 7%, le voci fiscali del 28% e il prezzo totale del 17%.
E secondo la Codacons, il record raggiunto nel 2012 si è tradotto, rispetto ai listini del 2009, in una stangata pari a 653 euro annui ad automobilista per le auto a gasolio, mentre per le auto a benzina nel 2012 il maggior esborso, sempre rispetto al 2009, è stato di 554 euro. “Nel corso del 2009 un litro di gasolio è costato mediamente 1,161 euro al litro, mentre un litro di benzina 1,325 euro. Ciò significa che nel 2012 per un pieno gli automobilisti hanno pagato 27,2 euro in più per le auto diesel, e 23,1 euro in più per quelle a benzina – spiega il presidente Carlo Rienzi – Rispetto al 2009, quindi, il rincaro per i listini dei carburanti ha toccato quota +35%, e il record di +47% per il gasolio”. “Senza contare gli effetti indiretti sui costi dei prodotti trasportati e sulle tariffe – prosegue Rienzi – i livelli record raggiunti dai carburanti nel nostro paese, hanno avuto un peso chiave nell’impoverimento degli italiani e nella costante riduzione dei consumi operata dalle famiglie. E’ giunta finalmente l’ora di ridurre le tassazioni sulla benzina, eliminando accise tasse e balzelli che immotivatamente gravano da decenni sui prezzi alla pompa”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... le/649809/
Il Codacons ha quantificato l'impatto dell'aumento dei prezzi dei carburanti dal 2009 . Lo scorso anno per la benzina il costo medio è stato di 1,787 euro, primato da quando esiste l'euro. Attualizzando i valori dal 1960 ad oggi, l'anno più caro è stato il 1977. Per il gasolio invece il record è assoluto
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 luglio 2013Commenti (61)
Caro-benzina da record nel 2012. “Stangata da 650 euro ad automobilista”
Più informazioni su: Benzina, Caro-benzina, Petrolio, Prezzi Benzina.
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Benzina mai così cara come nel 2012: il prezzo medio annuo della benzina nel 2012 è stato di 1,787 euro, il più alto di sempre in valori correnti. Mentre il record a prezzi attualizzati è del 1977 (1,9 euro). E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Up, Unione Petrolifera. Il gasolio, con 1,705, tocca invece il record storico in entrambi i valori. Il grosso degli aumenti si deve alla componente fiscale. Nella media del 2012, secondo quanto emerge dalle tabelle, il prezzo industriale per un litro di benzina è stato pari a 0,759 euro, mentre la componente fiscale si è attestata, per la prima volta nella storia, sopra la soglia di 1 euro, per la precisione a 1,028. Rispetto al 2011, l’aumento è stato per il prezzo medio del 15% (da 1,555 euro), ma mentre la componente fiscale ha subito un rincaro del 9% (essenzialmente per il prezzo del greggio), quella fiscale (tra accise e Iva) è cresciuta di circa il 20%.
L’Unione petrolifera ha anche attualizzato i prezzi in euro dal 1960 a oggi: da questa tabella si evince che, dietro al top del 1977, quando la benzina toccò 0,258 euro al litro, che equivalgono a 1,9 euro di oggi, in scia alla crisi petrolifera dei primi anni Settanta, solo nel 1976, 1981, 1982 e 1983 il prezzo è stato più alto. Guardando al gasolio, invece, il picco dello scorso anno non era stato neanche sfiorato durante le crisi degli anni Settanta e Ottanta, quando il parco auto a gasolio era molto più limitato rispetto a quanto non sia oggi. Anche in questo caso, la componente fiscale pesa in modo preponderante sugli aumenti: il prezzo industriale è salito del 7%, le voci fiscali del 28% e il prezzo totale del 17%.
E secondo la Codacons, il record raggiunto nel 2012 si è tradotto, rispetto ai listini del 2009, in una stangata pari a 653 euro annui ad automobilista per le auto a gasolio, mentre per le auto a benzina nel 2012 il maggior esborso, sempre rispetto al 2009, è stato di 554 euro. “Nel corso del 2009 un litro di gasolio è costato mediamente 1,161 euro al litro, mentre un litro di benzina 1,325 euro. Ciò significa che nel 2012 per un pieno gli automobilisti hanno pagato 27,2 euro in più per le auto diesel, e 23,1 euro in più per quelle a benzina – spiega il presidente Carlo Rienzi – Rispetto al 2009, quindi, il rincaro per i listini dei carburanti ha toccato quota +35%, e il record di +47% per il gasolio”. “Senza contare gli effetti indiretti sui costi dei prodotti trasportati e sulle tariffe – prosegue Rienzi – i livelli record raggiunti dai carburanti nel nostro paese, hanno avuto un peso chiave nell’impoverimento degli italiani e nella costante riduzione dei consumi operata dalle famiglie. E’ giunta finalmente l’ora di ridurre le tassazioni sulla benzina, eliminando accise tasse e balzelli che immotivatamente gravano da decenni sui prezzi alla pompa”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... le/649809/
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