Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 10/07/2013, 22:56
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 331
La cruna dell’ago – 296
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 296
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 276
Cronaca di un affondamento annunciato - 276
In mezzo alla tempesta - 214
Romanzo criminale - 36
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 5
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)
Giorgio Napolitano spegne l'incendio sul governo. Enrico Letta tira un respiro di sollievo. Per quanto?
Pubblicato: 10/07/2013 21:24 CEST | Aggiornato: 10/07/2013 21:26 CEST
La giornata finisce meglio di come era iniziata. Nonostante la pioggia serale sulla capitale. Enrico Letta lascia il Quirinale e riesce a tirare un primo respiro di sollievo dopo ore sull’ottovolante. Le proteste del Pdl contro l’accelerazione della Cassazione su Mediaset hanno trascinato tutta la maggioranza sull’orlo della crisi di governo. Ma il peggio è passato, confidano dal Colle, dopo il faccia a faccia tra Giorgio Napolitano e il premier delle larghe intese. La considerazione finale è sempre quella: non si può mandare all’aria tutto, la situazione economica del paese non consente colpi di testa. E se qualcuno se lo fosse dimenticato, il declassamento di Standard & Poor serve a rinfrescare la memoria.
Dopo Letta, il presidente della Repubblica ha ricevuto anche il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello. Un incontro che è servito a fornire ulteriori rassicurazioni sulla tempesta scampata. Del resto, basta dare uno sguardo alle agenzie di stampa per intravvedere i lavori in corso nel Pdl per spegnere gli incendi e cercare la mediazione in modo da mettere al sicuro il governo. Certo, i nodi e le incognite restano sul tappeto. A cominciare dalla questione ineleggibilità del Cavaliere, da domani giovedì 11 luglio sul tavolo della giunta immunità del Senato. Oppure la questione della decadenza di Berlusconi da parlamentare, se la sentenza Mediaset venisse confermata dalla Cassazione a fine luglio, proprio nei giorni in cui il Pd dovrebbe riunire la sua direzione nazionale sul congresso. Appuntamenti caldissimi, visto che se il Pdl cerca di ricomporre equilibri interni ed esterni, è la situazione nel Pd che si è ingarbugliata dopo gli avvenimenti accaduti in aula, il tumultuoso voto sulla richiesta del Pdl di sospendere i lavori parlamentari per potersi riunire sul caso Mediaset, le spaccature e le dissidenze tra i Dem, gli scontri verbali e quasi fisici con i cinque stelle. Un vero e proprio caos che però, visto dal Colle e da Palazzo Chigi, resterebbe circoscritto ad una sola giornata.
Anche perché Napolitano, pur oggettivamente impensierito dalle fibrillazioni sul governo, valorizza molto eventi come la scelta di Letta di presentarsi al question time a Montecitorio. Era dai tempi di Romano Prodi che un premier non si prestava a rispondere alle interrogazioni parlamentari. Una circostanza che rafforza la centralità del Parlamento e che, secondo il ‘kingmaker’ delle larghe intese Napolitano, doveva servire a portare un po’ di serenità nella discussione politica. Non è andata esattamente così perché il caso Mediaset ha preso il sopravvento buttando a mare l’assunto sul quale è nato questo governo. E cioè che l’attività istituzional-politica e le vicende giudiziarie di Berlusconi sono separate. Per una giornata non è stato così, ragion per cui sia dal Colle che dal Pd sono partiti avvertimenti al Pdl. “Non si tiri la corda, potrebbe spezzarsi”, come ha detto il segretario Guglielmo Epifani.
Messaggio ricevuto a Palazzo Grazioli. E questo – sperano i maggiori sostenitori delle larghe intese - dovrebbe far quadrare i conti anche nel Pd, partito sfilacciato dal voto odierno, come non accadeva dai giorni dell’elezione del presidente della Repubblica. Dai giorni del tradimento dei candidati Franco Marini e Romano Prodi. I giorni che hanno portato al bis di Napolitano. Non a caso la parte più governista del Pd ci tiene a specificare che la richiesta iniziale del Pdl di fermare i lavori parlamentari per tre giorni è stata rispedita al mittente e si è acconsentito allo stop solo per una mezza giornata, “tre ore, di fatto”, specifica una fonte governativa. Una tempesta in un bicchier d’acqua, che non accadrà più, sottolineano le stesse fonti. Anche perché consapevoli che una seconda volta potrebbe essere fatale per le larghe intese Pd-Pdl.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 331
La cruna dell’ago – 296
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 296
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 276
Cronaca di un affondamento annunciato - 276
In mezzo alla tempesta - 214
Romanzo criminale - 36
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 5
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)
Giorgio Napolitano spegne l'incendio sul governo. Enrico Letta tira un respiro di sollievo. Per quanto?
Pubblicato: 10/07/2013 21:24 CEST | Aggiornato: 10/07/2013 21:26 CEST
La giornata finisce meglio di come era iniziata. Nonostante la pioggia serale sulla capitale. Enrico Letta lascia il Quirinale e riesce a tirare un primo respiro di sollievo dopo ore sull’ottovolante. Le proteste del Pdl contro l’accelerazione della Cassazione su Mediaset hanno trascinato tutta la maggioranza sull’orlo della crisi di governo. Ma il peggio è passato, confidano dal Colle, dopo il faccia a faccia tra Giorgio Napolitano e il premier delle larghe intese. La considerazione finale è sempre quella: non si può mandare all’aria tutto, la situazione economica del paese non consente colpi di testa. E se qualcuno se lo fosse dimenticato, il declassamento di Standard & Poor serve a rinfrescare la memoria.
Dopo Letta, il presidente della Repubblica ha ricevuto anche il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello. Un incontro che è servito a fornire ulteriori rassicurazioni sulla tempesta scampata. Del resto, basta dare uno sguardo alle agenzie di stampa per intravvedere i lavori in corso nel Pdl per spegnere gli incendi e cercare la mediazione in modo da mettere al sicuro il governo. Certo, i nodi e le incognite restano sul tappeto. A cominciare dalla questione ineleggibilità del Cavaliere, da domani giovedì 11 luglio sul tavolo della giunta immunità del Senato. Oppure la questione della decadenza di Berlusconi da parlamentare, se la sentenza Mediaset venisse confermata dalla Cassazione a fine luglio, proprio nei giorni in cui il Pd dovrebbe riunire la sua direzione nazionale sul congresso. Appuntamenti caldissimi, visto che se il Pdl cerca di ricomporre equilibri interni ed esterni, è la situazione nel Pd che si è ingarbugliata dopo gli avvenimenti accaduti in aula, il tumultuoso voto sulla richiesta del Pdl di sospendere i lavori parlamentari per potersi riunire sul caso Mediaset, le spaccature e le dissidenze tra i Dem, gli scontri verbali e quasi fisici con i cinque stelle. Un vero e proprio caos che però, visto dal Colle e da Palazzo Chigi, resterebbe circoscritto ad una sola giornata.
Anche perché Napolitano, pur oggettivamente impensierito dalle fibrillazioni sul governo, valorizza molto eventi come la scelta di Letta di presentarsi al question time a Montecitorio. Era dai tempi di Romano Prodi che un premier non si prestava a rispondere alle interrogazioni parlamentari. Una circostanza che rafforza la centralità del Parlamento e che, secondo il ‘kingmaker’ delle larghe intese Napolitano, doveva servire a portare un po’ di serenità nella discussione politica. Non è andata esattamente così perché il caso Mediaset ha preso il sopravvento buttando a mare l’assunto sul quale è nato questo governo. E cioè che l’attività istituzional-politica e le vicende giudiziarie di Berlusconi sono separate. Per una giornata non è stato così, ragion per cui sia dal Colle che dal Pd sono partiti avvertimenti al Pdl. “Non si tiri la corda, potrebbe spezzarsi”, come ha detto il segretario Guglielmo Epifani.
Messaggio ricevuto a Palazzo Grazioli. E questo – sperano i maggiori sostenitori delle larghe intese - dovrebbe far quadrare i conti anche nel Pd, partito sfilacciato dal voto odierno, come non accadeva dai giorni dell’elezione del presidente della Repubblica. Dai giorni del tradimento dei candidati Franco Marini e Romano Prodi. I giorni che hanno portato al bis di Napolitano. Non a caso la parte più governista del Pd ci tiene a specificare che la richiesta iniziale del Pdl di fermare i lavori parlamentari per tre giorni è stata rispedita al mittente e si è acconsentito allo stop solo per una mezza giornata, “tre ore, di fatto”, specifica una fonte governativa. Una tempesta in un bicchier d’acqua, che non accadrà più, sottolineano le stesse fonti. Anche perché consapevoli che una seconda volta potrebbe essere fatale per le larghe intese Pd-Pdl.