Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 22/07/2013, 14:57
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 344
La cruna dell’ago – 309
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 309
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 289
Cronaca di un affondamento annunciato - 289
In mezzo alla tempesta - 228
Romanzo criminale - 51
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 19
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)
Questo è l'articolo dei Timori dei renziani.
“Faranno durare Letta per ricostruire la Dc”
(Stefano Bocconetti).
22/07/2013 di triskel182
TIMORI RENZIANI.
Vogliono rifare la Dc. Per questo hanno bisogno di tempo. E quindi, per cominciare hanno bisogno di spostare al-l’infinito il congresso dei democratici. Vogliono ricostruire la Balena Bianca, dunque. No, non si parla solo di imitare la vecchia pratica di rinviare le decisioni, di dare ragione un po’ a tutti, di reinventarsi un improbabile interclassismo.
LA DENUNCIA stavolta riguarda proprio la rinascita della Democrazia Cristiana, di un nuovo-vecchio partito destinato a cambiare l’assetto della politica. Sia chiaro: la denuncia non è nuova, è da mesi che molti paragonano il governo Letta ad un governo dello scudocrociato. La novità è che stavolta la denuncia viene dalle fila dei democratici. Di più: viene da quella componente dei democrat che si richiama al sindaco di Firenze. Che, come sanno tutti, tanti anni fa esordì in politica a Firenze guidando i popolari. Popolari che, appunto, si ritenevano gli eredi della Dc. Ma, quando si parla di notizie che arrivano da casa democrat, ormai davvero nessuno sembra più stupirsi di nulla.
Comunque, il “fatto” di ieri è la denuncia di un deputato piddì, Davide Faraone. La sua analisi, in pillole, è questa: i democratici – meglio: un pezzo della vecchia maggioranza – vogliono tirare per le lunghe le decisioni sul congresso. Con un obbiettivo inconfessabile: partecipare alla “costruzione di una nuova Democrazia Cristiana”.
Un obbiettivo che ha bisogno, però, di tempo. Lo si diceva: di molto tempo. Ha bisogno, solo per dirne una, che almeno si attenuino le differenze su alcuni “capitoli” di un eventuale programma. E forse un altro indizio a proposito della rinascita della Dc arriva anche dalla strana proposta, avanzata dai pidiellini Gelmini, Carfagna e Mario Lupi, di una “moratoria sui temi etici”. Le larghe intese, insomma, non devono neanche parlare di diritti, di omosessualità, di coppie di fatto, forse per non disturbare la rinascita dello scudocrociato.
Hanno bisogno di tempo, dunque. Quindi? Quindi “a loro serve un governo di legislatura”. Per farla breve: hanno bisogno che il governo Letta duri, duri molto più dei 18 mesi di cui si parlava al momento del suo varo.
ILTEMAÈPOSTO,allora. È vero che il deputato siciliano ama dichiarare tanto e su tutto, ma è anche vero che, chi sa di cose “renziane” dice che nella gerarchia della corrente, il suo peso è decisamente in crescita. Non parla più solo per conquistare notorietà, insomma. Senza contare poi che l’argomento da settimane è oggetto di discussioni nel Transatlantico, è argomento di battute fra deputati. Certo, c’è un problema. Fino ad oggi, i fedelissimi del sindaco di Firenze hanno sempre dichiarato sostegno alle larghe intese. Magari alternato a “sollecitazioni” che molti interpretavano come distinguo, che poi, però, rientravano, disciplinatamente, nel-l’ordinaria “lealtà a Letta”. Stavolta sembra non sia così.
Un’impressione giusta? Luca Lotti non si sbilancia sui pericoli incombenti di una nuova Dc. Del resto, lui è il renziano nella segreteria e non può sbilanciarsi. Al telefono è sempre gentilissimo, ma taglia corto: “Davvero non ho nulla da dire sul pericolo di una nuova balena bianca. Non mi tirate in mezzo ad ogni polemica…”. Lui ha altre gatte da pelare: ad oggi ancora non si conoscono nè la data, nè le regole del congresso. Prima di abbassare, comunque taglia corto: “L’abbiamo sempre detto: sosteniamo Letta”.
Lo sostengono. Lo sostengono oggi. Ma non sembrano disposti a farlo all’infinito. Almeno così sembra di capire. Lorenzo Guerini è il renziano che fa parte della commissione che dovrebbe fissare le regole dell’assise. Guerini dice la sua sull’ultima che gira al Nazareno: la proposta, avanzata dai “filogovernativi” di una mozione unitaria di sostegno al governo. Una sorta di documento bipartisan. E dice: “Quando si farà il congresso si può valutare se serva una discussione su questo tema”. Si valuterà. Perché magari l’esecutivo non ci sarà più o perché, a quel punto, si sarà già intrapreso il percorso verso le elezioni. Per ora, dice Guerini, una mozione non serve.
FORSE, IL PERICOLO di una nuova Dc si batte anche così. Un pericolo che avvertono solo i renziani? Peppe Civati, su posizioni lontane da quelle del sindaco, non azzarda paragoni: “Non uso categorie del passato. So che è sempre più evidente che le larghe intese sgretolano il centrosinistra”. Ma se rinascesse davvero la Dc? “C’è bisogno che lo dica? Sarei altrove”.
Da Il Fatto Quotidiano del 22/07/2013.
Continua in:
Romanzo criminale - 52
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 344
La cruna dell’ago – 309
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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 289
Cronaca di un affondamento annunciato - 289
In mezzo alla tempesta - 228
Romanzo criminale - 51
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 19
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)
Questo è l'articolo dei Timori dei renziani.
“Faranno durare Letta per ricostruire la Dc”
(Stefano Bocconetti).
22/07/2013 di triskel182
TIMORI RENZIANI.
Vogliono rifare la Dc. Per questo hanno bisogno di tempo. E quindi, per cominciare hanno bisogno di spostare al-l’infinito il congresso dei democratici. Vogliono ricostruire la Balena Bianca, dunque. No, non si parla solo di imitare la vecchia pratica di rinviare le decisioni, di dare ragione un po’ a tutti, di reinventarsi un improbabile interclassismo.
LA DENUNCIA stavolta riguarda proprio la rinascita della Democrazia Cristiana, di un nuovo-vecchio partito destinato a cambiare l’assetto della politica. Sia chiaro: la denuncia non è nuova, è da mesi che molti paragonano il governo Letta ad un governo dello scudocrociato. La novità è che stavolta la denuncia viene dalle fila dei democratici. Di più: viene da quella componente dei democrat che si richiama al sindaco di Firenze. Che, come sanno tutti, tanti anni fa esordì in politica a Firenze guidando i popolari. Popolari che, appunto, si ritenevano gli eredi della Dc. Ma, quando si parla di notizie che arrivano da casa democrat, ormai davvero nessuno sembra più stupirsi di nulla.
Comunque, il “fatto” di ieri è la denuncia di un deputato piddì, Davide Faraone. La sua analisi, in pillole, è questa: i democratici – meglio: un pezzo della vecchia maggioranza – vogliono tirare per le lunghe le decisioni sul congresso. Con un obbiettivo inconfessabile: partecipare alla “costruzione di una nuova Democrazia Cristiana”.
Un obbiettivo che ha bisogno, però, di tempo. Lo si diceva: di molto tempo. Ha bisogno, solo per dirne una, che almeno si attenuino le differenze su alcuni “capitoli” di un eventuale programma. E forse un altro indizio a proposito della rinascita della Dc arriva anche dalla strana proposta, avanzata dai pidiellini Gelmini, Carfagna e Mario Lupi, di una “moratoria sui temi etici”. Le larghe intese, insomma, non devono neanche parlare di diritti, di omosessualità, di coppie di fatto, forse per non disturbare la rinascita dello scudocrociato.
Hanno bisogno di tempo, dunque. Quindi? Quindi “a loro serve un governo di legislatura”. Per farla breve: hanno bisogno che il governo Letta duri, duri molto più dei 18 mesi di cui si parlava al momento del suo varo.
ILTEMAÈPOSTO,allora. È vero che il deputato siciliano ama dichiarare tanto e su tutto, ma è anche vero che, chi sa di cose “renziane” dice che nella gerarchia della corrente, il suo peso è decisamente in crescita. Non parla più solo per conquistare notorietà, insomma. Senza contare poi che l’argomento da settimane è oggetto di discussioni nel Transatlantico, è argomento di battute fra deputati. Certo, c’è un problema. Fino ad oggi, i fedelissimi del sindaco di Firenze hanno sempre dichiarato sostegno alle larghe intese. Magari alternato a “sollecitazioni” che molti interpretavano come distinguo, che poi, però, rientravano, disciplinatamente, nel-l’ordinaria “lealtà a Letta”. Stavolta sembra non sia così.
Un’impressione giusta? Luca Lotti non si sbilancia sui pericoli incombenti di una nuova Dc. Del resto, lui è il renziano nella segreteria e non può sbilanciarsi. Al telefono è sempre gentilissimo, ma taglia corto: “Davvero non ho nulla da dire sul pericolo di una nuova balena bianca. Non mi tirate in mezzo ad ogni polemica…”. Lui ha altre gatte da pelare: ad oggi ancora non si conoscono nè la data, nè le regole del congresso. Prima di abbassare, comunque taglia corto: “L’abbiamo sempre detto: sosteniamo Letta”.
Lo sostengono. Lo sostengono oggi. Ma non sembrano disposti a farlo all’infinito. Almeno così sembra di capire. Lorenzo Guerini è il renziano che fa parte della commissione che dovrebbe fissare le regole dell’assise. Guerini dice la sua sull’ultima che gira al Nazareno: la proposta, avanzata dai “filogovernativi” di una mozione unitaria di sostegno al governo. Una sorta di documento bipartisan. E dice: “Quando si farà il congresso si può valutare se serva una discussione su questo tema”. Si valuterà. Perché magari l’esecutivo non ci sarà più o perché, a quel punto, si sarà già intrapreso il percorso verso le elezioni. Per ora, dice Guerini, una mozione non serve.
FORSE, IL PERICOLO di una nuova Dc si batte anche così. Un pericolo che avvertono solo i renziani? Peppe Civati, su posizioni lontane da quelle del sindaco, non azzarda paragoni: “Non uso categorie del passato. So che è sempre più evidente che le larghe intese sgretolano il centrosinistra”. Ma se rinascesse davvero la Dc? “C’è bisogno che lo dica? Sarei altrove”.
Da Il Fatto Quotidiano del 22/07/2013.
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