La Questione Monti
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Re: La Questione Monti
Stratos58 ha scritto:Nel frattempo, tra annunci "sospetti" di Monti sullo Statuto, qualcuno sbircia cosa stanno facendo i SUOI GALOPPINI, che per esperienza del passato, sono sempre molto attivi quando il dibattito si svolge sul "sesso degli angeli".
E guarda Te che qualcuno scopre che oggi, nel più ASSOLUTO SILENZIO dei media e della politica, UN'ALTRA FETTA DELLO STATO E' STATA VENDUTA.
1 miliardo di controvalore in partecipazioni ENI è stata ceduta sul mercato dei blocchi da parte della Cassa Depositii e Prestiti.
Ma non temete, in qualche sub sub sub comma di qualche leggina puttana deliberata dal parlamento ci sarà stato l'autorizzazione alla vendita.
Attenti che prima o dopo questi ci vendono anche le mutande.
Le nostre, naturalmente.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AbsHjAdG
Non sono riuscito a trovare nell’archivio di Omnibus la puntata dell’altro venerdì, in cui erano presenti Zipponi dell’Idv e il Prof. Sapelli economista collaboratore del Corriere della Sera.
In quella puntata Maurizio Zipponi, denunciava la trattativa per la vendita di nostre aziende fiore all’occhiello.
Ha ragione Stratos58, ci stanno mettendo in mutande nel silenzio più assoluto. Queste vendite sono più gravi di quelle degli anni precedenti, perché un Paese di trasformazione come il nostro, con una chiusura astronomica di aziende private, vendere aziende in attivo è piuttosto criminale.
Sappiamo poi che in questi casi ci sono sempre di mezzo tangenti. E’ forse per questo che avviene nel silenzio complice della stampa.
Zipponi chiedeva di opporci a quelle vendite.
Re: La Questione Monti
Sale la fiducia degli italiani verso Monti Oltre il 50%, meglio dell'intero governo
LUNEDÌ 17 SETTEMBRE 2012 09:20
Monti sì o Monti no: è l’incognita sulla politica del 2013. I partiti disegnano percorsi diversi per proseguire l’opera di risanamento avviata dall’esecutivo sell’ex commissario europeo. Nel frattempo, però, gli italiani continuano a manifestare fiducia nei suoi confronti. Da un sondaggio Ipr per il quotidiano la Repubblica emerge, difatti, che l’operato del capo del governo ha il sostegno di 52 italiani su cento. E che le sue “quotazioni” salgono rispetto al gradimento di due mesi fa.
Mario Monti, dunque, sembra piacere. Di sicuro a colpire è la sua concretezza e la non propensione al miracolo, o a promesse fuori dalle possibilità economico-finanziarie del governo. Dice le cose come stanno, insomma, come quando ha ammesso che la recessione è stata leggermente aggravata da provvedimenti di difesa dei conti dello Stato. È forse per questo che mentre la sua figura rassicura, il resto del governo perde i punti di gradimento che il premier conquista. Nel suo complesso, difatti, l’esecutivo è al 37 per cento, e alcuni ministri, come Annamaria Cancellieri e Corrado Passera, raccolgono i maggiori indici di fiducia. Salgono nel gradimento anche Corrado Clini e Andrea Riccardi.
Emerge, allora, un profilo particolare di Monti, quasi di “terzietà” rispetto al resto della compagine governativa. Un dato che supporta chi, nel panorama politico, in modo anche trasversale, ritiene che, quale che sarà lo scenario determinato dal voto, è impossibile prescindere da un’agenda politico-economica che sia il seguito dei provvedimenti di emergenza partoriti dal governo.
LUNEDÌ 17 SETTEMBRE 2012 09:20
Monti sì o Monti no: è l’incognita sulla politica del 2013. I partiti disegnano percorsi diversi per proseguire l’opera di risanamento avviata dall’esecutivo sell’ex commissario europeo. Nel frattempo, però, gli italiani continuano a manifestare fiducia nei suoi confronti. Da un sondaggio Ipr per il quotidiano la Repubblica emerge, difatti, che l’operato del capo del governo ha il sostegno di 52 italiani su cento. E che le sue “quotazioni” salgono rispetto al gradimento di due mesi fa.
Mario Monti, dunque, sembra piacere. Di sicuro a colpire è la sua concretezza e la non propensione al miracolo, o a promesse fuori dalle possibilità economico-finanziarie del governo. Dice le cose come stanno, insomma, come quando ha ammesso che la recessione è stata leggermente aggravata da provvedimenti di difesa dei conti dello Stato. È forse per questo che mentre la sua figura rassicura, il resto del governo perde i punti di gradimento che il premier conquista. Nel suo complesso, difatti, l’esecutivo è al 37 per cento, e alcuni ministri, come Annamaria Cancellieri e Corrado Passera, raccolgono i maggiori indici di fiducia. Salgono nel gradimento anche Corrado Clini e Andrea Riccardi.
Emerge, allora, un profilo particolare di Monti, quasi di “terzietà” rispetto al resto della compagine governativa. Un dato che supporta chi, nel panorama politico, in modo anche trasversale, ritiene che, quale che sarà lo scenario determinato dal voto, è impossibile prescindere da un’agenda politico-economica che sia il seguito dei provvedimenti di emergenza partoriti dal governo.
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Re: La Questione Monti
Certo che salgono, lospread la settimana scorsa è calato. Non per l'operato del governo ma solo per qualche dichiarazione e per la decisione della corte tedesca.
Magari in settimana qualcuno dirà qualcosa di negativo e lo spread salirà.
Ma programmazion, sviluppo, zero assoluto.
Solo tagli, tasse ai soliti e non a chi ha di più, niente concordato fiscale con la Svizzera, insulti ai lavoratori.
Italiani popolo di imbecilli, tanto per cambiare. Guardano al giorno dopo ma mai più avanti.
Magari in settimana qualcuno dirà qualcosa di negativo e lo spread salirà.
Ma programmazion, sviluppo, zero assoluto.
Solo tagli, tasse ai soliti e non a chi ha di più, niente concordato fiscale con la Svizzera, insulti ai lavoratori.
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: La Questione Monti
A me questa donna sembra un buon ministro.
Il ministro Cancellieri: “Recuperare i 98 miliardi delle slot per sicurezza e ricerca”
La responsabile del Viminale in un'intervista al Secolo XIX spiega che vorrebbe che i soldi della super-multa alle concessionarie dei giochi d'azzardo fossero destinati anche al controllo del territorio. "La sicurezza è uno di quei comparti che va sostenuto. Nessuno prova gusto a tagliare. Facciamo i conti con le possibilità che abbiamo"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 settembre 2012
Recuperare i 98 miliardi contestati alle concessionarie di slot machine per destinarli a “ricerca e sicurezza”. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in un’intervista al Secolo XIX affronta il tema della sicurezza in tempi di tagli e mancanza di fondi: “Porterò il caso in Consiglio dei ministri”. Perché come sempre la questione è economica e lo è in particolare, secondo la responsabile del Viminale, per affrontare un “tema forte come quello della sicurezza”. Che tra tensioni sociali, criminalità organizzata e terrorismo – “c’è attenzione, ma non allarme” – è un tema sempre all’ordine del giorno.
“La sicurezza è uno di quei comparti che va sostenuto. Su questo – assicura Cancellieri – la squadra di governo è coesa… Certo che se mancano le risorse… Nessuno prova gusto a tagliare. Facciamo i conti con le possibilità che abbiamo”. Che sono poche viste le lamentele delle forze dell’ordine per la carenza di mezzi e organici: “Nonostante le difficoltà economiche stiamo cercando di alzare la soglia del turn over. Era stata fissata al 20% stiamo cercando di portarla al 50%”.
La proposta di far assorbire il personale in esubero alle Province tra gli amministrativi delle forze dell’ordine e quindi mettere su strada più agenti sembra una chimera: “Il problema non è il personale. Il problema è sempre lo stesso le risorse economiche. Ripeto, però operazioni importanti di cambiamento, che vanno demandate a chi ha avuto un mandato popolare proprio perché modificano l’assetto sul territorio”. E quindi anche la possibile fusione dei corpi di polizia è un argomento che, per ora, deve rimanere nelle ipotesi: “E’ qualcosa che dovrà affrontare il nuovo governo. Sono riforme epocali. Ci vuole un mandato popolare che questo governo non ha. E’ un governo tecnico chiamato ad affrontare varie questioni, ma su temi così grossi ci vuole un mandato popolare che noi non abbiamo”.
Per la Cancellieri non ci si deve arrende alle lobby delle slot machine. L’atteggiamento del ministro, al riguardo, vorrebbe essere di prevenzione piuttosto che di repressione: “Le sale sono molto controllate dalla Guardia di Finanza, ma il lavoro da fare è culturale. Come per il fumo“. “La ludopatia è una malattia sociale, specie in tempi di crisi, e crea dipendenza. Ma ci sono anche i giochi on line. Incontrollabili. La mia impostazione liberal mi fa scegliere la prevenzione, come per le sigarette, più che la repressione”. Durante l’approvazione del decreto Balduzzi, ha aggiunto il ministro, la “discussione è stata molto complessa. Si è cercato di evitare nuove licenze. Proprio perché è un tema che tocca la salute mentale delle persone”. Quindi nessuna “crociata” come fa il collega e ministro della Salute Renato Balduzzi. Ma con le slot anche lo Stato ci guadagna: “In tempi di crisi – osserva il ministro – la gente gioca di meno. Con meno introiti. Dobbiamo cercare di fermare la situazione, ma tornare indietro è complicato”.
Ieri nel capoluogo ligure è stato firmato un protocollo per l’istituzione della “Stazione unica appaltante“. Un’azione che, partendo dalla Liguria, vigilerà sulla trasparenza e la correttezza negli appalti, soprattutto delle grandi opere, terreno fertile per criminalità organizzata: “Un passo importantissimo che parte dalla Liguria e che significa massima trasparenza, correttezza e velocità negli appalti pubblici. Con persone che si occuperanno di vigilare e controllare chi partecipa”. In attesa delle white list: “Speriamo di arrivarci. Una sorta di elenco di aziende virtuose che garantiscono onestà e correttezza”.
Il ministro Cancellieri: “Recuperare i 98 miliardi delle slot per sicurezza e ricerca”
La responsabile del Viminale in un'intervista al Secolo XIX spiega che vorrebbe che i soldi della super-multa alle concessionarie dei giochi d'azzardo fossero destinati anche al controllo del territorio. "La sicurezza è uno di quei comparti che va sostenuto. Nessuno prova gusto a tagliare. Facciamo i conti con le possibilità che abbiamo"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 settembre 2012
Recuperare i 98 miliardi contestati alle concessionarie di slot machine per destinarli a “ricerca e sicurezza”. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in un’intervista al Secolo XIX affronta il tema della sicurezza in tempi di tagli e mancanza di fondi: “Porterò il caso in Consiglio dei ministri”. Perché come sempre la questione è economica e lo è in particolare, secondo la responsabile del Viminale, per affrontare un “tema forte come quello della sicurezza”. Che tra tensioni sociali, criminalità organizzata e terrorismo – “c’è attenzione, ma non allarme” – è un tema sempre all’ordine del giorno.
“La sicurezza è uno di quei comparti che va sostenuto. Su questo – assicura Cancellieri – la squadra di governo è coesa… Certo che se mancano le risorse… Nessuno prova gusto a tagliare. Facciamo i conti con le possibilità che abbiamo”. Che sono poche viste le lamentele delle forze dell’ordine per la carenza di mezzi e organici: “Nonostante le difficoltà economiche stiamo cercando di alzare la soglia del turn over. Era stata fissata al 20% stiamo cercando di portarla al 50%”.
La proposta di far assorbire il personale in esubero alle Province tra gli amministrativi delle forze dell’ordine e quindi mettere su strada più agenti sembra una chimera: “Il problema non è il personale. Il problema è sempre lo stesso le risorse economiche. Ripeto, però operazioni importanti di cambiamento, che vanno demandate a chi ha avuto un mandato popolare proprio perché modificano l’assetto sul territorio”. E quindi anche la possibile fusione dei corpi di polizia è un argomento che, per ora, deve rimanere nelle ipotesi: “E’ qualcosa che dovrà affrontare il nuovo governo. Sono riforme epocali. Ci vuole un mandato popolare che questo governo non ha. E’ un governo tecnico chiamato ad affrontare varie questioni, ma su temi così grossi ci vuole un mandato popolare che noi non abbiamo”.
Per la Cancellieri non ci si deve arrende alle lobby delle slot machine. L’atteggiamento del ministro, al riguardo, vorrebbe essere di prevenzione piuttosto che di repressione: “Le sale sono molto controllate dalla Guardia di Finanza, ma il lavoro da fare è culturale. Come per il fumo“. “La ludopatia è una malattia sociale, specie in tempi di crisi, e crea dipendenza. Ma ci sono anche i giochi on line. Incontrollabili. La mia impostazione liberal mi fa scegliere la prevenzione, come per le sigarette, più che la repressione”. Durante l’approvazione del decreto Balduzzi, ha aggiunto il ministro, la “discussione è stata molto complessa. Si è cercato di evitare nuove licenze. Proprio perché è un tema che tocca la salute mentale delle persone”. Quindi nessuna “crociata” come fa il collega e ministro della Salute Renato Balduzzi. Ma con le slot anche lo Stato ci guadagna: “In tempi di crisi – osserva il ministro – la gente gioca di meno. Con meno introiti. Dobbiamo cercare di fermare la situazione, ma tornare indietro è complicato”.
Ieri nel capoluogo ligure è stato firmato un protocollo per l’istituzione della “Stazione unica appaltante“. Un’azione che, partendo dalla Liguria, vigilerà sulla trasparenza e la correttezza negli appalti, soprattutto delle grandi opere, terreno fertile per criminalità organizzata: “Un passo importantissimo che parte dalla Liguria e che significa massima trasparenza, correttezza e velocità negli appalti pubblici. Con persone che si occuperanno di vigilare e controllare chi partecipa”. In attesa delle white list: “Speriamo di arrivarci. Una sorta di elenco di aziende virtuose che garantiscono onestà e correttezza”.
Re: La Questione Monti
Monti forever
di PierGiorgio Gawronski | 24 settembre 2012
“L’austerity applicata in Europa coincide perfettamente con la definizione clinica della follia: ripeti all’infinito lo stesso errore, sperando che il risultato sia diverso” (Arianna Huffington). Dopo la spirale negativa in Grecia, Irlanda, Portogallo, e Spagna, ecco il caso Italia.
Nell’aprile 2011, il governo Berlusconi prevedeva una crescita nel 2012 pari a +1,3%. Ma già in giugno chi scrive previde una recessione del -1,8%. In Settembre il governo rivide le stime ufficiali: +0,6%. Poi venne Monti: nella relazione di accompagnamento alla manovra del dicembre 2011 la previsione fu: -0,4%. Ma nell’Aprile 2012 il DEF produsse una nuova stima: -1,2%. Il 7 luglio il Presidente di Confindustria previde: -2,4/-2,5%. Monti replicò indignato: “Simili dichiarazioni fanno salire gli spread!” Aggiunse Montezemolo: “Le sue parole fanno male al Paese“. Controreplica di Squinzi: “Il governo ha paura della verità”. Finché il 20 Settembre il governo pubblica le nuove stime: Pil -2,4%.
Il governo ha dunque completamente mancato gli obiettivi di crescita 2012. E nel 2013 come andrà? In aprile il governo prevedeva un +0,6%; ma oggi prevede -0,2%. E veniamo all’impatto sociale. La disoccupazione, secondo il governo, dovrebbe salire al 10,8% quest’anno e all’11,4% nel 2013. Ma la Cassa integrazione segna +18% in agosto anno su anno (dati Inps). E al Ministero dello Sviluppo Economico i tavoli aperti sulle crisi aziendali medie e grandi, Fiat inclusa, si avvicinano a 200.
Come valutare con obiettività i risultati economici del governo? La strategia annunciata non aveva come primo obiettivo la crescita di breve termine, bensì, nell’ordine, (1) la riduzione del deficit pubblico e il contenimento del debito pubblico; e (2) la crescita potenziale di lungo periodo, ovvero la crescita della capacità produttiva del paese. Si può essere d’accordo o meno, ma è questo il metro sul quale il governo ha chiesto di essere valutato.
Rispetto alle previsioni, il deficit 2012 (-3,9% del Pil nel 2011) in aprile veniva dato a -1,7%, ora viene dato a -2,6%. Così pure, nel 2013, 2014, e 2015, il deficit previsto lo scorso aprile sale ora di circa un punto, passando da -0,5%, -0,1%, e 0% a – 1,6%, -1,5%, e -1,4%. Il debito pubblico, nelle stime di aprile 2012 doveva scendere nel 2015 al 114,4% del Pil, ora è previsto ancora al 122.9%: più alto che nel 2011 (120,7%).
Quanto alla capacità produttiva, nel dicembre 2011 si prevedeva per quest’anno una variazione prossima allo zero degli investimenti fissi lordi. Già in aprile, si stimava un calo del -3,5%. Ora il governo dice che probabilmente dovremo registrare un tonfo del -8,3% (macchinari: -10,6%). Per non parlare del capitale umano che si deteriora o emigra.
La conclusione, dal punto di vista fattuale, è che i risultati del governo Monti si discostanno in maniera molto forte dagli obiettivi previsti, su tutti gli indicatori selezionati. Il deficit migliora, ma si riesce a malapena a stabilizzare il rapporto debito/PIL; la sua riduzione non è neppure in vista. Il rilancio della capacità produttiva: sta funzionando al contrario. I costi economici e sociali: superano ogni aspettativa (del governo).
Dove nasce il pesante scostamento fra obiettivi annunciati e risultati ottenuti? Il governo ha una sua spiegazione: la “causa” è il “peggioramento dello scenario internazionale”. Ma le sue stesse cifre smentiscono questa spiegazione: le esportazioni italiane, infatti, continuano a crescere (l’Euro debole compensa il rallentamento globale; che comunque per il FMI è causato dalla recessione europea, non viceversa), e rappresentano l’unica voce positiva della domanda aggregata, come sottolinea anche il Presidente dell’Istat: le previsioni 2012 sono le stesse di aprile: + 1,2%; il contributo delle esportazioni nette alla crescita è +2,3%.
Non resta dunque che la spiegazione alternativa offerta – con molto anticipo sugli eventi – dai critici della politica di Monti. Il quale
Sul piano dell’economia reale, ha sottovalutato i rischi di caduta della domanda aggregata: sia nel disegnare le politiche economiche domestiche; sia nei negoziati europei. Assieme ad una austerità mal distribuita sul piano temporale e sociale, ciò ha causato una recessione abnorme.
Sul piano finanziario, ha sopravvalutato la capacità delle sue riforme di far scendere gli spread, e ha sottovalutato l’importanza cruciale di affidare alla Bce il ruolo di ‘prestatore di ultima istanza’. Si è limitato perciò a chiedere un ‘Fondo salva Stati’ la cui irrilevanza è stata palese in questi mesi. La Bce con un semplice “BUUUH!” ha infine ridotto gli spread. Ma l’Italia nel frattempo ha pagato un costo altissimo: secondo il governo, 8 miliardi nel 2013, 11 miliardi nel 2014, e via crescendo, oltre a una ‘spiacevole’ riduzione della durata media del debito pubblico.
Sul piano diplomatico, ha firmato un Fiscal Compact senza chiedere contropartite alla Germania, sperando invano in ammorbidimenti successivi.
Per il futuro, il governo prevede “una ripresa della domanda” nel 2013-14. (La caduta della domanda ha buttato giù Pil e occupazione). Su che basi? La ripresa della domanda globale e le riforme strutturali – dice il governo - stimoleranno la domanda interna. Ma non si capisce perché le riforme strutturali dovrebbero stimolare la domanda se non l’hanno fatto finora. Monti continua ad annunciare crescita in futuro: così, se la crescita ci sarà, sarà grazie alle sue riforme, se non ci sarà, sarà colpa dei governi politici che gli succederanno.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... er/361626/
di PierGiorgio Gawronski | 24 settembre 2012
“L’austerity applicata in Europa coincide perfettamente con la definizione clinica della follia: ripeti all’infinito lo stesso errore, sperando che il risultato sia diverso” (Arianna Huffington). Dopo la spirale negativa in Grecia, Irlanda, Portogallo, e Spagna, ecco il caso Italia.
Nell’aprile 2011, il governo Berlusconi prevedeva una crescita nel 2012 pari a +1,3%. Ma già in giugno chi scrive previde una recessione del -1,8%. In Settembre il governo rivide le stime ufficiali: +0,6%. Poi venne Monti: nella relazione di accompagnamento alla manovra del dicembre 2011 la previsione fu: -0,4%. Ma nell’Aprile 2012 il DEF produsse una nuova stima: -1,2%. Il 7 luglio il Presidente di Confindustria previde: -2,4/-2,5%. Monti replicò indignato: “Simili dichiarazioni fanno salire gli spread!” Aggiunse Montezemolo: “Le sue parole fanno male al Paese“. Controreplica di Squinzi: “Il governo ha paura della verità”. Finché il 20 Settembre il governo pubblica le nuove stime: Pil -2,4%.
Il governo ha dunque completamente mancato gli obiettivi di crescita 2012. E nel 2013 come andrà? In aprile il governo prevedeva un +0,6%; ma oggi prevede -0,2%. E veniamo all’impatto sociale. La disoccupazione, secondo il governo, dovrebbe salire al 10,8% quest’anno e all’11,4% nel 2013. Ma la Cassa integrazione segna +18% in agosto anno su anno (dati Inps). E al Ministero dello Sviluppo Economico i tavoli aperti sulle crisi aziendali medie e grandi, Fiat inclusa, si avvicinano a 200.
Come valutare con obiettività i risultati economici del governo? La strategia annunciata non aveva come primo obiettivo la crescita di breve termine, bensì, nell’ordine, (1) la riduzione del deficit pubblico e il contenimento del debito pubblico; e (2) la crescita potenziale di lungo periodo, ovvero la crescita della capacità produttiva del paese. Si può essere d’accordo o meno, ma è questo il metro sul quale il governo ha chiesto di essere valutato.
Rispetto alle previsioni, il deficit 2012 (-3,9% del Pil nel 2011) in aprile veniva dato a -1,7%, ora viene dato a -2,6%. Così pure, nel 2013, 2014, e 2015, il deficit previsto lo scorso aprile sale ora di circa un punto, passando da -0,5%, -0,1%, e 0% a – 1,6%, -1,5%, e -1,4%. Il debito pubblico, nelle stime di aprile 2012 doveva scendere nel 2015 al 114,4% del Pil, ora è previsto ancora al 122.9%: più alto che nel 2011 (120,7%).
Quanto alla capacità produttiva, nel dicembre 2011 si prevedeva per quest’anno una variazione prossima allo zero degli investimenti fissi lordi. Già in aprile, si stimava un calo del -3,5%. Ora il governo dice che probabilmente dovremo registrare un tonfo del -8,3% (macchinari: -10,6%). Per non parlare del capitale umano che si deteriora o emigra.
La conclusione, dal punto di vista fattuale, è che i risultati del governo Monti si discostanno in maniera molto forte dagli obiettivi previsti, su tutti gli indicatori selezionati. Il deficit migliora, ma si riesce a malapena a stabilizzare il rapporto debito/PIL; la sua riduzione non è neppure in vista. Il rilancio della capacità produttiva: sta funzionando al contrario. I costi economici e sociali: superano ogni aspettativa (del governo).
Dove nasce il pesante scostamento fra obiettivi annunciati e risultati ottenuti? Il governo ha una sua spiegazione: la “causa” è il “peggioramento dello scenario internazionale”. Ma le sue stesse cifre smentiscono questa spiegazione: le esportazioni italiane, infatti, continuano a crescere (l’Euro debole compensa il rallentamento globale; che comunque per il FMI è causato dalla recessione europea, non viceversa), e rappresentano l’unica voce positiva della domanda aggregata, come sottolinea anche il Presidente dell’Istat: le previsioni 2012 sono le stesse di aprile: + 1,2%; il contributo delle esportazioni nette alla crescita è +2,3%.
Non resta dunque che la spiegazione alternativa offerta – con molto anticipo sugli eventi – dai critici della politica di Monti. Il quale
Sul piano dell’economia reale, ha sottovalutato i rischi di caduta della domanda aggregata: sia nel disegnare le politiche economiche domestiche; sia nei negoziati europei. Assieme ad una austerità mal distribuita sul piano temporale e sociale, ciò ha causato una recessione abnorme.
Sul piano finanziario, ha sopravvalutato la capacità delle sue riforme di far scendere gli spread, e ha sottovalutato l’importanza cruciale di affidare alla Bce il ruolo di ‘prestatore di ultima istanza’. Si è limitato perciò a chiedere un ‘Fondo salva Stati’ la cui irrilevanza è stata palese in questi mesi. La Bce con un semplice “BUUUH!” ha infine ridotto gli spread. Ma l’Italia nel frattempo ha pagato un costo altissimo: secondo il governo, 8 miliardi nel 2013, 11 miliardi nel 2014, e via crescendo, oltre a una ‘spiacevole’ riduzione della durata media del debito pubblico.
Sul piano diplomatico, ha firmato un Fiscal Compact senza chiedere contropartite alla Germania, sperando invano in ammorbidimenti successivi.
Per il futuro, il governo prevede “una ripresa della domanda” nel 2013-14. (La caduta della domanda ha buttato giù Pil e occupazione). Su che basi? La ripresa della domanda globale e le riforme strutturali – dice il governo - stimoleranno la domanda interna. Ma non si capisce perché le riforme strutturali dovrebbero stimolare la domanda se non l’hanno fatto finora. Monti continua ad annunciare crescita in futuro: così, se la crescita ci sarà, sarà grazie alle sue riforme, se non ci sarà, sarà colpa dei governi politici che gli succederanno.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... er/361626/
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Re: La Questione Monti
L'unica crescita è nel rubare i soldi ai cittadini vedi Lazio.Poi mancano i soldi per altre cose.
Legge corruzione ferma in parlamento (motivo) gli onestoni non la vogliono Silvio ha insegnato bene come fare.
Monti la deve fare mettendo la fiducia.Se il PDL fa qualcosa per far cadere il governo,i cittadini ne trarranno le conseguenzenel momento del voto.
Ciao
Paolo11
Legge corruzione ferma in parlamento (motivo) gli onestoni non la vogliono Silvio ha insegnato bene come fare.
Monti la deve fare mettendo la fiducia.Se il PDL fa qualcosa per far cadere il governo,i cittadini ne trarranno le conseguenzenel momento del voto.
Ciao
Paolo11
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Re: La Questione Monti
Madama Fornero a Ballarò, la scorsa settimana, ha dimostrato che i sostituti del governo Berlusconi, definirli tecnici o Professori è un po’ troppo azzardato, si sono integrati benissimo nel loro ruolo di politici. Come un Quagliariello o una Santadeché qualsiasi si è esibita nel magnificare le opere del governo Monti soprattutto in relazione allo spread, come i suddetti magnificavano il nulla del loro signore e padrone.
Come noto, la pubblicità è l’anima del commercio.
Sempre come i suddetti Quagliariello e Santadeché, madama Fornero ha attribuito il calo dello spread alla prodigiosa opera del governo Monti.
Che nell’ultimo mese e più, l’abbassamento dello spread sia opera di Draghi è severamente proibito dirlo. L’importante è il berlusconissimo spinto nell'appropriarsi dei meriti altrui per tirare a campare.
Che MM abbia competenze in materia finanziaria e una credibilità certamente superiori al barzellettiere, è fuor di dubbio. Ma la sua manovra complessiva è sbagliata e PierGiorgio Gawronski, ne spiega il perché.
La settimana scorsa è stato comunicato che l’andamento dello spread, costerà agli italiani 8 miliardi di debito. E’ come dire che il salvatore della patria si è messo all’opera cercando di vuotare il mare con il cucchiaino.
Anche MM ha imparato subito a fare il politico e spesso ce lo ricorda. Intervistato nei primi giorni del suo mandato, alla domanda se fosse li anche per incarico dei poteri forti, rispose quasi tra lo sdegnato che certamente no. Salvo dimenticarsi a primavera inoltrata di quanto aveva sdegnosamente rifiutato, uscendo di sua spontanea volontà dichiarando che i poteri forti avevano abbandonato il suo governo.
Prontamente, il Pompiere della Sera fece sapere subito di no e che era a disposizione.
Così funziona la Commedia all’Italiana che negli ultimi quasi vent’anni risente fortemente del berlusconismo peggiore.
Si è recentemente sentito in dovere qualche settimana fa di schierarsi dalla parte del Capo dello Stato per via delle indecenti”intercettazioni”.
Ma Padellaro, ieri, nel suo editoriale, rileva che sulla società dei magnaccioni della Regione Lazio, il maggior sostenitore del Rigor Mortis è stato silente sugli sprechi tramalcionici malgrado abbia assoldato l’agente 007 James Bondi e l’altro sforbiciatore con licenza di uccidere Francesco Giavazzi.
La legge sulla corruzione doveva essere varata subito entro la metà del dicembre 2011, anche perché per la sua quota parte aveva un ruolo importante sullo spread che MM non è riuscito a controllare.
Dalemoni in questo momento a Otto e mezzo dichiara se c’è Monti al governo il merito è del Partito democratico.
Una ragione in più per non votare il partito dei defunti che sta appestando l’aria con la putrefazione crescente.
Via il piazzista di Via dell’Umiltà dentro il piazzista del Nazzareno. Anche lui da sempre vende tappeti volanti taroccati. Povero Paese destinato al peggio.
Incomprensibile perché un’attenta giornalista come la Gruber abbia messo in piedi una puntata sul vuoto pneumatico.
Come noto, la pubblicità è l’anima del commercio.
Sempre come i suddetti Quagliariello e Santadeché, madama Fornero ha attribuito il calo dello spread alla prodigiosa opera del governo Monti.
Che nell’ultimo mese e più, l’abbassamento dello spread sia opera di Draghi è severamente proibito dirlo. L’importante è il berlusconissimo spinto nell'appropriarsi dei meriti altrui per tirare a campare.
Che MM abbia competenze in materia finanziaria e una credibilità certamente superiori al barzellettiere, è fuor di dubbio. Ma la sua manovra complessiva è sbagliata e PierGiorgio Gawronski, ne spiega il perché.
La settimana scorsa è stato comunicato che l’andamento dello spread, costerà agli italiani 8 miliardi di debito. E’ come dire che il salvatore della patria si è messo all’opera cercando di vuotare il mare con il cucchiaino.
Anche MM ha imparato subito a fare il politico e spesso ce lo ricorda. Intervistato nei primi giorni del suo mandato, alla domanda se fosse li anche per incarico dei poteri forti, rispose quasi tra lo sdegnato che certamente no. Salvo dimenticarsi a primavera inoltrata di quanto aveva sdegnosamente rifiutato, uscendo di sua spontanea volontà dichiarando che i poteri forti avevano abbandonato il suo governo.
Prontamente, il Pompiere della Sera fece sapere subito di no e che era a disposizione.
Così funziona la Commedia all’Italiana che negli ultimi quasi vent’anni risente fortemente del berlusconismo peggiore.
Si è recentemente sentito in dovere qualche settimana fa di schierarsi dalla parte del Capo dello Stato per via delle indecenti”intercettazioni”.
Ma Padellaro, ieri, nel suo editoriale, rileva che sulla società dei magnaccioni della Regione Lazio, il maggior sostenitore del Rigor Mortis è stato silente sugli sprechi tramalcionici malgrado abbia assoldato l’agente 007 James Bondi e l’altro sforbiciatore con licenza di uccidere Francesco Giavazzi.
La legge sulla corruzione doveva essere varata subito entro la metà del dicembre 2011, anche perché per la sua quota parte aveva un ruolo importante sullo spread che MM non è riuscito a controllare.
Dalemoni in questo momento a Otto e mezzo dichiara se c’è Monti al governo il merito è del Partito democratico.
Una ragione in più per non votare il partito dei defunti che sta appestando l’aria con la putrefazione crescente.
Via il piazzista di Via dell’Umiltà dentro il piazzista del Nazzareno. Anche lui da sempre vende tappeti volanti taroccati. Povero Paese destinato al peggio.
Incomprensibile perché un’attenta giornalista come la Gruber abbia messo in piedi una puntata sul vuoto pneumatico.
Re: La Questione Monti
tutto quello che vuoi Zio...
ma hai visto che la fiducia è risalita al 50% ( sondaggio tgla7) ? ....al di fuori c'è lo schifo più totale.
ma hai visto che la fiducia è risalita al 50% ( sondaggio tgla7) ? ....al di fuori c'è lo schifo più totale.
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Re: La Questione Monti
Che tutto fuori sia uno schifo, in un crescendo rossiniano lo stiamo denunciando da 10 anni prima sul vecchio forum, ora su questo.Amadeus ha scritto:tutto quello che vuoi Zio...
ma hai visto che la fiducia è risalita al 50% ( sondaggio tgla7) ? ....al di fuori c'è lo schifo più totale.
Questo però non giustifica che lo schifo che ci circonda possa giustificare lo schifo del governo Monti. I dati economici parlano chiaro. 46.000 aziende sono fallite dall’inizio della crisi e 41.000 imprese hanno chiuso tra luglio e agosto. (fonte Ballarò della scorsa settimana cartello 12). Per Confindustria questa è la peggior crisi del dopo guerra. Dopo aver distrutto le nostre aziende che negli anni ’70 stavano al vertice della produttività mondiale ci siamo ridotti ad un’ossatura produttiva fatta per il 90 % di piccole aziende.
Con la sua scelta Monti sta decapitando inesorabilmente alla grande anche quest’ultima struttura produttiva.
Da mesi non faccio altro che sentire che nessuna azienda o privato riesce ad ottenere un sostegno dalle banche.
Che il 50 % degli italiani non capisca tutto questo non posso farci nulla.
Per esperienza sò che non capisce capirà perché questo è un Paese di San Tommasi che per capire deve metterci il naso. Toccare con mano.
La fila al vecchio dazio di Viale Monza era paurosa già 5 anni fa quando la crisi iniziava a farsi sentire negli Usa. Ora fa spavento per l’allungamento quotidiano della fila. E per fortuna che esiste l’Opera Pia Pane Quotidiano che riesce a provvedere.
http://www.milanotoday.it/aziende/opera ... diano.html
Sò anche che saranno in molti a pagare duramente il tempo transitorio perché molti italiani capiscano.
Ci sono voluti 20 anni e una guerra mondiale per capire Benito Mussolini e la sua banda di fascisti.
Ci sono voluti 18 anni per capire chi era il caimano ed ancora oggi un 20 % di italiani votanti fa finta di non capire, anche se ha portato al disastro l’Italia in concorso con altri, compresa l’opposizione del sottovuoto spinto del duca conte Max. Eppure non bisognava essere dei geni per capirlo subito nel 1994, bastava essere delle persone normalissime.
Noi dobbiamo tentare in tutti i modi, se possibile, in extremis, di evitare di andare completamente a fondo e conseguentemente aprire le porte a una rivoluzione o a una guerra civile.
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