Re: quo vadis PD ????
Inviato: 20/06/2012, 19:11
IL CASO
Lusi, il Senato approva l'arresto
Prima del voto il Pdl ha lasciato l'Aula
I sì sono stati 155, i no 3, un astenuto. Lusi: "I big della Margherita sapevano". Lega, Idv e Pd: "Sì all'arresto". L'ex tesoriere ha 24 ore di tempo per costituirsi nel carcere di Regina Coeli
ROMA - Luigi Lusi andrà in carcere. Il Senato ha autorizzato l'arresto per l'ex tesoriere della Margherita. Il voto arriva dopo una giornata tesa, con polemiche e interventi "velenosi" in aula. Il voto è avvenuto a scrutinio palese: 155 i "sì", 3 i "no" e un astenuto. Il Pdl, come annunciato durante la riunione di questo pomeriggio al momento del voto ha abbandonato l'emiciclo. Il senatore da questo momento ha 24 ore per costituirsi nel carcere di Regina Coeli.
L'intervento di Lusi. Prima del suo intervento, l'ex tesoriere della Margherita rivela di avere ricevuto tanta solidarietà, "più di quanto possiate immaginare". Poi, durante il suo intervento in Aula: "Non intendo sottrarmi alle mie responsabilità e non intendo affatto sottrarmi al processo. Mi si vuole mandare in carcere perché, parlando con i media, inquinerei il percorso investigativo. Non c'è altra motivazione". Ma "il legislatore - ammonisce Lusi - deve tenere distinta l'autorizzazione alla misura cautelare dall'istituto, ancora non previsto, dell'anticipazione della pena". Non manca una richiesta: "Non fatemi diventare un capro espiatorio". L'ex tesoriere entra nel merito delle accuse. Chiamando in causa i vertici della Margherita. "La gestione dei flussi finanziari è stata effettuata per comune assenso al fine di accantonarle per le attività politiche di diversi esponenti del partito". E dopo le scuse, "simboliche", agli italiani, l'accusa a Rutelli: "ha cercato di far ritirare le firme per il voto segreto".
Il parere della Giunta. Alla richiesta di arresto della Procura di Roma, poco più di una settimana fa ha dato il suo via libera la Giunta per le autorizzazioni 1 a procedere del Senato. Un verdetto passato con il pieno sostegno dei membri del centrosinistra e della Lega, mentre quelli del Pdl si sono divisi. Scenario che avrebbe dovuto ripresentarsi anche oggi, in sede di votazione in Aula.
La posizione del Pdl. Nonostante la linea del Pdl, fino a ieri, fosse chiara (libertà di coscienza sulla richiesta d'arresto, voto palese e tendenzialmente sì al carcere), nella sostanza il partito era spaccato, con gli ex An per il sì all'arresto, quelli più vicini a Forza Italia indecisi o garantisti. A nulla era servita una riunione con il segretario Alfano, ieri sera a Palazzo Madama. La svolta è arrivata nel pomeriggio di oggi, alla vigilia del voto in Aula. I senatori Pdl si sono riuniti per mettere ai voti la decisione sul voto, segreto o palese. Ma durante la riunione è spuntata la terza opzione: non partecipare al voto. L'idea dei senatori Augello e Nitto Palma è di garantire il numero legale, ma poi uscire dall'Aula al momento della votazione, nell'eventualità del voto segreto. Il senatore Lucio Malan ha spiegato che, in questo modo, sarebbe salvo il principio politico del voto segreto sulle richieste d'arresto, ma, come dicono alcuni senatori, "la sinistra sarebbe lasciata sola ad occuparsi della vicenda".
I democratici. Dal Pd, invece, è giunto un appello agli altri gruppi parlamentari dal capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro: "Non presentate nessuna richiesta di voto segreto. Che si voti con voto palese. L'occultamento del voto è un occultamento di responsabilità. Noi temiamo che dal voto segreto venga un giudizio di opacità da parte dei cittadini sull'operato del Senato. Chiedere oggi il voto palese è un requisito indispensabile perché l'operato del Parlamento non appaia come il luogo di oscuri accordi. Non abbiamo nulla da scambiare, nulla da nascondere".
(20 giugno 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1
Lusi, il Senato approva l'arresto
Prima del voto il Pdl ha lasciato l'Aula
I sì sono stati 155, i no 3, un astenuto. Lusi: "I big della Margherita sapevano". Lega, Idv e Pd: "Sì all'arresto". L'ex tesoriere ha 24 ore di tempo per costituirsi nel carcere di Regina Coeli
ROMA - Luigi Lusi andrà in carcere. Il Senato ha autorizzato l'arresto per l'ex tesoriere della Margherita. Il voto arriva dopo una giornata tesa, con polemiche e interventi "velenosi" in aula. Il voto è avvenuto a scrutinio palese: 155 i "sì", 3 i "no" e un astenuto. Il Pdl, come annunciato durante la riunione di questo pomeriggio al momento del voto ha abbandonato l'emiciclo. Il senatore da questo momento ha 24 ore per costituirsi nel carcere di Regina Coeli.
L'intervento di Lusi. Prima del suo intervento, l'ex tesoriere della Margherita rivela di avere ricevuto tanta solidarietà, "più di quanto possiate immaginare". Poi, durante il suo intervento in Aula: "Non intendo sottrarmi alle mie responsabilità e non intendo affatto sottrarmi al processo. Mi si vuole mandare in carcere perché, parlando con i media, inquinerei il percorso investigativo. Non c'è altra motivazione". Ma "il legislatore - ammonisce Lusi - deve tenere distinta l'autorizzazione alla misura cautelare dall'istituto, ancora non previsto, dell'anticipazione della pena". Non manca una richiesta: "Non fatemi diventare un capro espiatorio". L'ex tesoriere entra nel merito delle accuse. Chiamando in causa i vertici della Margherita. "La gestione dei flussi finanziari è stata effettuata per comune assenso al fine di accantonarle per le attività politiche di diversi esponenti del partito". E dopo le scuse, "simboliche", agli italiani, l'accusa a Rutelli: "ha cercato di far ritirare le firme per il voto segreto".
Il parere della Giunta. Alla richiesta di arresto della Procura di Roma, poco più di una settimana fa ha dato il suo via libera la Giunta per le autorizzazioni 1 a procedere del Senato. Un verdetto passato con il pieno sostegno dei membri del centrosinistra e della Lega, mentre quelli del Pdl si sono divisi. Scenario che avrebbe dovuto ripresentarsi anche oggi, in sede di votazione in Aula.
La posizione del Pdl. Nonostante la linea del Pdl, fino a ieri, fosse chiara (libertà di coscienza sulla richiesta d'arresto, voto palese e tendenzialmente sì al carcere), nella sostanza il partito era spaccato, con gli ex An per il sì all'arresto, quelli più vicini a Forza Italia indecisi o garantisti. A nulla era servita una riunione con il segretario Alfano, ieri sera a Palazzo Madama. La svolta è arrivata nel pomeriggio di oggi, alla vigilia del voto in Aula. I senatori Pdl si sono riuniti per mettere ai voti la decisione sul voto, segreto o palese. Ma durante la riunione è spuntata la terza opzione: non partecipare al voto. L'idea dei senatori Augello e Nitto Palma è di garantire il numero legale, ma poi uscire dall'Aula al momento della votazione, nell'eventualità del voto segreto. Il senatore Lucio Malan ha spiegato che, in questo modo, sarebbe salvo il principio politico del voto segreto sulle richieste d'arresto, ma, come dicono alcuni senatori, "la sinistra sarebbe lasciata sola ad occuparsi della vicenda".
I democratici. Dal Pd, invece, è giunto un appello agli altri gruppi parlamentari dal capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro: "Non presentate nessuna richiesta di voto segreto. Che si voti con voto palese. L'occultamento del voto è un occultamento di responsabilità. Noi temiamo che dal voto segreto venga un giudizio di opacità da parte dei cittadini sull'operato del Senato. Chiedere oggi il voto palese è un requisito indispensabile perché l'operato del Parlamento non appaia come il luogo di oscuri accordi. Non abbiamo nulla da scambiare, nulla da nascondere".
(20 giugno 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1