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Re: Top News

Inviato: 26/09/2012, 19:28
da camillobenso
Pena sospesa da Bruti Liberati - Tg3 ore 19,27

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 9:19
da lucfig
Ecco un pezzo dell'articolo in questione:
"... Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo: se ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice. ..."

Ora mi sorge una domanda:

Che differenza c'è con Adriano Sofri?

Perché va bene il carcere a Sofri mentre a Sallustri no?

L'unica risposta me la suggerisce George Orwell:
Tutti sono uguali, ma i maiali (e Sallustri) sono più uguali degli altri.

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 9:54
da soloo42000
Perche` siamo merli.

All'estero ci sono gli "hate crimes", per cui si va in galera se inciti a bruciare ebrei, negri ed omosessuali.

Qui da noi e` lo stesso.
Se un giornalista, abusando della propria liberta` di espressione, diffama.
E se si supera il limite della pericolosita` sociale a causa degli argomenti espressi e della volontarieta` della diffamazione, dimostrati dalla recidivita`.
In tal caso oltre alla sanzione scatta la galera.

Si puo` discutere sulla "responsabilita` oggettiva" che tocca al direttore.
Ma se c'e` una norma che punisce seriamente chi incita all'odio ideologico abusando del proprio ruolo pubblico di giornalista e della propria liberta` d'espressione, a me pare una cosa buona.

Del resto i terroristi li sbattiamo in galera per molto meno, quando diffondono le loro "idee sovversive".
E chi diffonde odio a piene mani su un giornale nazionale lo trattiamo coi guanti di velluto?

Siamo proprio merli, a sinistra.

soloo42000

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 10:27
da erding
Due o tre cosucce sul caso del martire Sallusti.
E perché non è il caso di piangere


pubblicato in Varie & eventuali

Va bene, pare che tutto il mondo “intellettuale” italiano, con tutto il milieu giornalistico in prima fila, compatto e granitico, sia in grandi ambasce per il rischio che Alessandro Sallusti, oggi direttore de Il Giornale e al tempo dei fatti di Libero, finisca in galera a seguito di una condanna per diffamazione. E’ confortante assistere a una così poderosa levata di scudi contro la restrizione della libertà personale, e dispiace semmai che tanta compattezza non si veda in altre occasioni. Tanta gente va in galera per leggi assurde e ingiuste – come circa tremila persone accusate del bizzarro reato di “clandestinità” – eppure la notizia è Sallusti. Bene, allora vediamola bene, questa notizia, al di là delle sentenze, delle polemiche, dei meccanismi della giustizia. Proviamo insomma ad applicare il vecchio caro concetto del “vero o falso?”
Il fatto. Nel febbraio del 2007 una ragazzina di Torino (13 anni) si accorge di essere incinta. I genitori sono separati. La ragazzina (che tra l’altro ha problemi di alcol ed ecstasy) vuole abortire, ha il consenso della madre, ma non vorrebbe dirlo al padre (i genitori sono separati). Per questo si rivolge alla magistratura. E’ quanto prevede la legge: mancando il consenso del padre si è dovuto chiedere a un giudice tutelare, che ha dato alla ragazzina (e alla madre, ovviamente) il permesso di prendere una decisione in totale autonomia. Come del resto precisato in seguito, a polemica scoppiata, da una nota dettata alle agenzie dal Tribunale di Torino: “Non c’è stata alcuna imposizione da parte della magistratura”.
L’articolo querelato. Strano che, in tutto il bailamme suscitato dal rischio che Sallusti finisca in carcere, nessuno si sia preso la briga di ripubblicare l’articolo incriminato. Anche in rete si fatica a trovare la versione completa, anche se basta scartabellare un po’ nella rassegna stampa della Camera dei Deputati per trovarlo (andate qui e leggetevelo). L’articolo (Libero, 18 febbraio 2007) è firmato con lo pseudonimo di Dreyfus (quando si dice la modestia) e racconta la vicenda in altri termini. La prosa maleodorante e vergognosa – un cocktail di mistica ultracattolica e retorica fascista – non è suscettibile di querela e quindi ognuno la valuti come vuole. Ma veniamo ai fatti. La vulgata corrente di questi giorni insiste molto su una frase, questa:
“… ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice”
E’ vero. Si tratta di un’opinione. Scema, ma un’opinione. Disgustosa, ma un’opinione.
Vediamo invece le frasi che non contengono opinioni ma fatti. Falsi.
Il titolo, per esempio: “Il giudice ordina l’aborto / La legge più forte della vita”.
Falso. Nessun giudice ha ordinato di abortire.
Altra frase: “Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto – il diritto! – decretando l’aborto coattivo”.
Falso. Il giudice ha dato libertà di scelta alla ragazzina e alla madre.
Ancora: “Si sentiva mamma. Era una mamma. Niente. Kaput. Per ordine di padre, madre, medico e giudice, per una volta alleati e concordi”.
Falso. Il padre non sapeva (proprio per questo ci si è rivolti al giudice) e le firme del consenso all’aborto sono due, quella della figlia e quella della madre.
E poi: “Che la medicina e la magistratura siano complici ci lascia sgomenti”.
Falso. Complici di cosa? Di aver lasciato libera decisione alla ragazza e a sua madre?

Ora, sarebbe bello chiedere lumi anche a Dreyfus, l’autore dell’articolo. Si dice (illazione giornalistica) che si tratti di Renato Farina, il famoso agente Betulla stipendiato dai Servizi Segreti che – radiato dall’Ordine dei Giornalisti – non avrebbe nemmeno potuto scrivere su un giornale il suo pezzo pieno di falsità.
Non c’è dubbio che il caso della ragazzina torinese sia servito al misterioso Dreyfus, a Libero e al suo direttore Sallusti per soffiare quel vento mefitico di scandalo che preme costantemente per restringere le maglie della legge 194, per attaccare un diritto acquisito, per gettare fango in un ingranaggio già delicatissimo. Ma questo è, diciamo così, lo sporco lavoro della malafede, non condannabile per legge.
Condannabile per legge è, invece, scrivere e stampare notizie false. Di questo si sta parlando (anzi, purtroppo non se ne sta parlando), mentre si blatera di “reato d’opinione”.
Il reato d’opinione non c’entra niente. C’entra, invece, e molto, un giornalismo sciatto, fatto male, truffaldino, che dà notizie false per sostenere una sua tesi.
Per questo la galera vi sembra troppo? Può essere. Ma per favore, ci vengano risparmiati ulteriori piagnistei sul povero giornalista Sallusti che non può dire la sua.

PS) Un mio vecchio maestro di giornalismo, all’Unità (sono passati secoli, ma io gli voglio ancora bene), scrutava i pezzi scritti da noi ragazzini con maniacale attenzione. Quando trovava qualcosa di querelabile ci chiamava e ci diceva: “Vuoi che ci portino via le rotative? Vuoi che ci facciano chiudere il giornale dei lavoratori?”.
Nel fondo di oggi su Il Giornale, Sallusti lamenta con toni da dissidente minacciato di Gulag, che non intende trattare per il ritiro della querela, che ha già pagato 30.000 euro e non vuole pagarne altri 30.000. Spiccioli. Ecco. Forse “portargli via le rotative”, come diceva il mio vecchio compagno sarebbe meglio. Meglio anche della galera. Di molte cose abbiamo bisogno, ma non di un martire della libertà con la faccia di Sallusti.

http://www.alessandrorobecchi.it/index. ... M0.twitter

*******
Meno male che c'è qualcuno che riesce a rimanere libero, in piedi e fuori dal coro!

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 10:31
da Amadeus
concordo pienamente.

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 10:33
da shiloh
Amadeus ha scritto:concordo pienamente.

anch'io.

bellissime osservazioni.

grazie a @erding per averle postate.

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 10:40
da Amadeus
ecco... dobbiamo pure sopportare il suo "eroismo" macho , che non ha paura della galera, che non vuole essere rieducato , che non vuole chiedere scusa ( avendo scritto cose FALSE ) ...
.....se ci fosse la pena di morte .... OOOOOPS :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 10:48
da shiloh
Amadeus ha scritto:ecco... dobbiamo pure sopportare il suo "eroismo" macho , che non ha paura della galera, che non vuole essere rieducato , che non vuole chiedere scusa ( avendo scritto cose FALSE ) ...
.....se ci fosse la pena di morte .... OOOOOPS :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

amà,
questo è già morto...non vedi che sembra uno zombie ?
;)

Re: Top News

Inviato: 27/09/2012, 10:52
da erding
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Diffamazione e responsabilità

di Flavio Tranquillo | 26 settembre 2012
Commenti (86)


La vicenda che riguarda il direttore del Giornale Alessandro Sallusti è naturalmente oggetto di valutazione da parte di chiunque si occupi di informazione. Seguirla dall’esterno peraltro è tutt’altro che facile. In rete è facilissimo trovare centinaia di opinioni sul “caso”, plebiscitariamente concordi nel sostenere le tesi di Sallusti. Ma a me, modesto operatore del settore poco incline ai plebisciti, farebbe piacere se fosse altrettanto facile rinvenire gli elementi di fatto da cui partire, cioè l’articolo incriminato e gli atti giudiziari. Siccome facile non è, mi sembra si ritenga sufficiente, o comunque più importante, l’opinione “dell’esperto”. Semmai corredata di un breve riassunto delle puntate precedenti (di solito ad uso della tesi sostenuta).

Mi scuseranno gli esperti, ma per formare una mia opinione responsabilmente voglio partire da basi oggettive. Sono d’accordo col Presidente del Consiglio quando parla di “trovare un equilibrio fra due beni per la società, e cioè il diritto all’informazione e la tutela della reputazione”. La mia lettura è che nessuno di questi due beni può essere sacrificato sull’altare dell’altro, quindi liberalizzare e depenalizzare mi sembra un’idea quanto mai perniciosa. Sono ancora più d’accordo con il grandissimo Umberto Ambrosoli quando dice “trovo che la campagna http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... 364786/per l’abolizione del reato di diffamazione sia sbagliata (verità e onore non sono valori di poco momento) e affidata ad un pretesto (il caso-Sallusti) assolutamente inafferente: non stiamo parlando di un reato di opinione”. Non ci si riesce neppure a levare il maledetto vizio di arrivare al limite delle cose prima di occuparsene, per poi rinviare regolarmente in angolo. Invocare la grazia o la decretazione di urgenza per evitare il carcere a Sallusti, anche se penso che la detenzione rompa l’equilibrio auspicato dal premier, è già di per sé una sconfitta: bisognava pensarci prima.

Non sono invece per nulla d’accordo con chi sostiene che la responsabilità per omesso controllo debba scomparire. Di un corsivo firmato con uno pseudonimo il direttore DEVE (moralmente, giornalisticamente e giuridicamente) assumersi la paternità. Saranno le indagini a stabilire se trattasi di culpa in vigilando (non ne sapeva nulla) o in eligendo (lo ha visto ed ha approvato o lo ha addirittura scritto). Ma sempre di responsabilità parliamo. E quella parola, “RESPONSABILE”, non riguarda solo Sallusti o i giornalisti. Bensì tutti noi, tutti i giorni e in tutte le nostre attività.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ma/364786/

Mi ha meravigliato anche Travaglio, per fortuna che Il FQ ospita Tranquillo.
seguono molti commenti interessanti ... ne scelgo uno:


Pasquale Zuppala 13 ora fa

Da ricordare che nell'articolo il buon Sallusti chiedeva la pena di morte per i genitori ed il giudice rei di avere obbligato una ragazzina ad abortire contro la propria volontà.
La nota della Cassazione. Con una nota dell'ufficio stampa della Suprema Corte, la Cassazione ritiene che «è opportuno precisare» aspetti del "caso Sallusti" «non esattamente evidenziati dalla stampa nei giorni scorsi». «Emerge, dalle sentenze dei giudici di merito, che: a) la notizia pubblicata dal quotidiano diretto dal dott. Sallusti - scrive la Cassazione - era falsa (la giovane non era stata affatto costretta ad abortire, risalendo ciò ad una sua autonoma decisione, e l'intervento del giudice si era reso necessario solo perchè, presente il consenso della mamma, mancava il consenso del padre della ragazza, la quale non aveva buoni rapporti con il genitore e non aveva inteso comunicare a quest'ultimo la decisione presa)». Inoltre la Cassazione sottolinea, al punto b), «la non corrispondenza al vero della notizia era già stata accertata e dichiarata lo stesso giorno 17 febbraio 2007 (il giorno prima della pubblicazione degli articoli incriminati sul quotidiano "Libero") da quattro dispacci dell'Agenzia Ansa e da quanto trasmesso dal Tg3 regionale e dal Radiogiornale (tant'è che il 18 febbraio 2007 tutti i principali quotidiani, tranne "Libero", ricostruivano la vicenda nei suoi esatti termini)». Al punto c), la nota della Cassazione sottolinea «la non identificabilità dello pseudonimo "Dreyfus" e, quindi, la diretta riferibilità del medesimo al direttore del quotidiano». L'articolo incriminato per il quale è stato condannato Sallusti, in via definitiva, era intitolato "Il dramma di una tredicenne. Il giudice ordina l'aborto".

Re: Top News

Inviato: 28/09/2012, 11:17
da shiloh
La Bolivia vieta la Coca Cola

A cura InformaSalus.it

Evo Morales,
il presidente della Bolivia, ha annunciato che a partire dal 21 dicembre 2012,
data simbolica in quanto coincide con la 'fine' segnata dal calendario Maya, sarà vietata nel Paese la vendita della Coca-Cola.

Si tratta di una decisione dettata dalla volontà di proteggere la commercializzazione di prodotti locali simili alla bibita statunitense e la coltivazione di foglie di coca dallo sfruttamento da parte di aziende straniere:
queste sono infatti sempre più utilizzate nella produzione di prodotti di largo consumo fra cui, afferma il governo nonostante le plurime smentite della multinazionale, proprio la Coca-Cola.

La data scelta ha anche una forte valenza simbolica.
“Il 21 dicembre 2012
– ha affermato il ministro degli Esteri David Choquehuanca -
sarà la fine dell'egoismo, della divisione.
Quel giorno segnerà anche la fine della Coca-Cola e l'inizio del Mocochinchè (tipica bevanda tradizionale del posto a base di nettare di pesca).
Tutto questo, per amore di Pachamama, la nostra Madre Terra”.

Anche il presidente del Venezuela Hugo Chavez starebbe pensando di seguire l’esempio boliviano,
incitando il proprio Paese ad abbandonare la bevanda americana e a preferire quelle locali.
Nel gennaio scorso in Bolivia ha già chiuso i battenti McDonald’s a causa della scarsissima clientela.

http://www.disinformazione.it/coca_cola_bolivia.htm