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mah...
non capisco di cosa dobbiamo avere paura
un vecchio di 77 anni imbolsito e incartapecorito tipo statua di madane tussaud's
internazionalmente considerato una macchietta indecente e pericolosa
per vent'anni macchiato da sospetti di mafia e di intrallazzi vari per interessi aziendali propri
adesso condannato e tra poco ancora di più
che si autoproclama capo indiscusso del centro destra
il che sarà pure vero
visto che un altra faccia decente non la riescono a trovare
al punto che nei sondaggi
il nostro Matteo Renzi riuscirebbe a grattargli via notevoli consensi
il che la dice lunga sull'elettorato e la sua stanchezza
e ancora siamo qui a farcela nelle mutande
perchè questo TUONA che fa cadere il castello di carte
e che sarà mai !!!!
mica è l'ultimo governo del mondo!
mica il mondo ( nostro) finisce
vuole fare un casino mai visto ?
accompagnamolo sul baratro
vuole fare la solita filippica contro le toghe in aula ?
si accomodi , sai che novità.
non mi pare che abbia in mano il Paese, non mi pare che sia capace di mobilitare masse ( che peraltro ha forgiato alla pigrizia del telecomando) , non mi pare che abbia più alcun appeal.
Nel frattempo il PD si sta arroccando su Letta ( ma questo perchè non si è presentato alle primarie ? )
senza capire ( ovvero facendo finta di non capire ) che serve ora un linguaggio terra terra , serve calarci l'asso di bastoni Renzi , ed eliminarlo con la scelta elettorale sto vecchio rinko......
REnzi è l'unica arma contro " vi tolgo l'imu e l'iva e le tasse"
tutto il resto è autoreferenziale
Invece no
continuiamo a fare gli schifiltosi
regaliamo elettori che poi non vogliamo indietro
perchè sono contaminati
hanno ceduto al lato oscuro
continuiamo a proporre il solito schema
il mio vero nemico, quello da abbattere, quello su cui concentro la massima potenza di fuoco e di ipocrite dichiarazioni è il mio compagno di partito
adesso lo scontro che si configura è Letta_Renzi
...entusiasmante...
viene proprio voglia di votare PD
come direbbe Crozza: Che figata
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http://www.europaquotidiano.it/2013/08/ ... di-boccia/
«Così ci consegniamo a Renzi». E Letta fermò l’iniziativa di Boccia
Il premier irritato dal documento del suo (ex?) fedelissimo, isolato da tutti i parlamentari della componente: «Mette in difficoltà il governo e ci allontana da Bersani ed Epifani, rischiando di farci perdere il congresso»
Francesco Russo, Paola De Micheli, Marco Meloni, Guglielmo Vaccaro, Angelica Saggese. Fino a una velina fatta filtrare direttamente da palazzo Chigi.
La giornata di ieri ha visto un fuoco di fila animato dalla componente del Pd più vicina a Enrico Letta con un unico intento: prendere le distanze dal documento scritto e fatto circolare da Francesco Boccia. «Non entro nelle vicende interne alle forze politiche che sostengono il governo – sono le parole attribuite direttamente al premier, che ieri era molto irritato dal clima che si era venuto a creare – e questo a maggior ragione vale per il mio partito e per il suo congresso». Ancora più chiari sono Saggese e Vaccaro: «Boccia, con il quale abbiamo fatto finora un percorso comune, ha scelto di andare autonomamente avanti».
«Non è un caso che quel documento non sia stato firmato da nessuno di noi – spiega a Europa un lettiano doc – molti contenuti possono essere condivisibili, ma così Francesco espone inutilmente il presidente del consiglio alle fibrillazioni interne al Pd, quando invece dobbiamo cercare di tenerlo più al di fuori possibile dalle dinamiche congressuali».
Anche perché l’effetto immediato di quel documento è stato l’opposto di quello auspicato dal promotore: Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Gianni Pittella, molti renziani, perfino il viceministro Stefano Fassina ne hanno preso le distanze, chi perché non vuole vincolare il Pd alle larghe intese anche dopo la fine della stagione congressuale, chi perché non ne condivide i toni troppo vicini a quelli utilizzati dal sindaco di Firenze. I giudizi molto duri rivolti da Boccia alla classe dirigente dem e alla linea “progressista” seguita da Bersani (anche se nel testo non è mai citato esplicitamente) si offrono troppo facilmente alle critiche di chi ricorda che proprio Letta è stato per tutti questi anni il vicesegretario del Pd.
Ma più che al passato, le preoccupazioni dei lettiani e dello stesso premier sono rivolte al futuro. Cioè a quel congresso dal quale Letta si tiene ufficialmente a distanza, ma del quale inevitabilmente è già uno dei protagonisti dietro le quinte. Anche ammesso che tutti i candidati possano sottoscrivere formalmente un generico sostegno all’esecutivo – questa rimane ancora la speranza degli uomini a lui più vicini – il presidente del consiglio sa bene che la scelta del prossimo segretario dem non sarà indifferente per il suo futuro a palazzo Chigi. E per questo è impegnato, insieme a Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini, nel tentativo di rinsaldare la vecchia maggioranza interna e, magari, convincere Guglielmo Epifani a ripensarci e scendere in campo personalmente per guidare questo schieramento alla guida del partito.
L’ostacolo principale di questo percorso si chiama Matteo Renzi. Ed è questo il motivo principale per cui Letta è intervenuto a fermare il suo (ex?) braccio destro. «Boccia descrive una rottura troppo netta tra la sinistra “conservatrice” e una più “moderna” – spiega un fedelissimo del premier – noi invece dobbiamo cercare le ragioni dell’unità di una parte più ampia possibile del Pd. Altrimenti i nostri iscritti ed elettori, tra l’originale e la copia sceglieranno sempre l’originale, cioè Renzi». A quel punto, il congresso non vedrebbe tanto la vittoria del rottamatore quanto la sconfitta stessa di Letta, con conseguenze sul governo che si possono immaginare.
@rudyfc
TAG: Congresso Pd, Enrico Letta, F