I democratici smentiscono di aver già deciso di votare due proprie candidature per entrambi i rami del Parlamento. Renzi riunisce i suoi a Roma. Vito Crimi e Roberta Lombardi: "Indicheremo i nostri candidati e li voteremo compatti". Grillo, messaggio a Bersani: "Far politica senza soldi si può". Nuovo incontro Pd-grillini
ROMA -E' ancora in corso il vertice dei 5 Stelle da cui, entro questa sera, dovrebbero uscire i nomi dei candidati del Movimento per Camera e Senato. Ore decisive anche per il Partito democratico, che però smentisce di aver già deciso di votare due proprie candidature per entrambi i rami del Parlamento. "L'informazione secondo la quale il Pd avrebbe già deciso di votare proprie candidature sia per la Camera, sia per il Senato, diffusa oggi anche dai Tg, non ha alcun fondamento", si legge in una nota, che continua:
"Il Pd conferma di essere alla ricerca di un dialogo aperto perchè ciascuno prenda le proprie responsabilità di fronte al tema delle istituzioni e si arrivi se possibile ad una scelta condivisa", ribadiscono i democratici.
Trattative. Il partito di Bersani non rilascia invece dichiarazioni sull'incontro, durato oltre un'ora, avuto con la Lega sempre sul tema della presidenza delle camere. Bocce cucite anche fra i delegati del Carroccio. Mentre questa sera è previsto un nuovo confronto fra una delegazione del Pd e una del Movimento 5 Stelle.
Secondo quanto si apprende, l'incontro sarebbe stato concordato per comunicare i candidati alla presidenza delle due Camere e sarà trasmesso in diretta streaming, così come richiesto dai grillini, su 'la cosa' (http://www.beppegrillo.it/lacosa) alle 19.
La riunione dei "renziani". Segnali di nuove divisioni nel Pd intanto arrivano da Matteo Renzi, che sta tenendo a Roma, in un'hotel vicino alla stazione Termini, una riunione con i circa cinquanta parlamentari democratici della sua area. Tra i presenti, fra gli altri, Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Matteo Richetti, Ernesto Carbone, Ermete Realacci, Michele Anzaldi, Graziano Delrio, Roberto Reggi, Rosa Maria Di Giorgi e il presidente dell'Anci Graziano Delrio.
Leone presidente provvisorio Camera. Antonio Leone del Pdl sarà il presidente provvisorio della seduta d'insediamento della Camera dei deputati di domani fino all'elezione del nuovo titolare. Si tratta infatti del vice presidente più anziano per elezione tra i quattro della precedente legislatura, in questo caso la XVI, così come stabilito dal regolamento della Camera.
La "rosa" del M5S e la "graticola". Dalle prime indiscrezioni sarebbero sette candidati in corsa per la presidenza del Senato per il Cinque Stelle. Tra i nomi in lizza quello di Francesco Campanella, Elisa Bulgarelli, Francesco Molinari, Vito Petrocelli e il no-Tav Marco Scibona. Per la Camera, invece, i contendenti sarebbero nove. In un video pubblicato su Facebook il capogruppo designato al Senato Vito Crimi, assieme alla sua omologa per la Camera, Roberta Lombardi, spiegano la procedura interna per individuare il candidato, una sorta di "doppio turno", che funzionerà così: "Ci riuniremo al Senato e voteremo un nostro candidato presidente, a voto palese, e poi dopo la "graticola" (il fuoco di fila di domande per testarne doti e preparazione, ndr), ne sceglieremo uno fra quelli che hanno più voti e quello sarà il nostro candidato fino alla fine". Stesso iter alla Camera come spiega la Lombardi: "Anche noi avremo un candidato nostro per la presidenza della Camera, anche noi abbiamo individuato una rosa di nomi e faremo la nostra scelta".
Botta e risposta Grillo-Bersani. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, si è detto favorevole a discutere con il Movimento 5 Stelle del meccanismo di finanziamento dei partiti, ma garantendo comunque un contributo dal pubblico, altrimenti la politica "la farebbero solo i ricchi". E critica Beppe Grillo per avere detto che l'Italia è già fuori dall'euro: "Che qualcuno dica 'siamo gia' fuori all'eurò e lo vada a dire a un giornale tedesco non è il massimo delle trovate", ha detto il segretario del Pd a Youdem tv.
Beppe Grillo, definito dal tedesco Spiegel "l'uomo più pericoloso d'Europa", gli risponde con post dal titolo "Politica senza soldi", in cui elenca le cifre della campagna che ha portato il M5S a essere il primo partito italiano. E ha lanciato la proposta che anche i parlamentari Pd rinuncino allo stipendio di parlamentare esattamente come faranno i grillini, lanciando un hashtag #Bersanifallifirmare (foto).
"Le attività necessarie - scrive il "megafono" del M5S - per le campagna elettorale, come l'allestimento dei palchi, sono state realizzate grazie al volontariato dei cittadini attivi. Tutte le altre spese connesse e correlate sono state sostenute grazie a circa 15.000 persone che hanno donato in media poco meno di 40 euro a testa per un totale di 568.832 euro ad oggi".
"Tutte le voci di spesa - spiega Grillo - saranno pubblicate, entro i termini di legge, nei prossimi giorni non appena sarà finita la meticolosa attività di rendicontazione. Non tutti i soldi che sono arrivati sono stati effettivamente spesi. Come anticipato, la parte restante sarà destinata al conto corrente per i terremotati dell'Emilia".