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camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

L'ultima battaglia democratica prima del grande crollo, è quella di tentare con una grande protesta popolare (da inventarci come) per obbligarli ad una legge elettorale in cui diventino protagonisti gli elettori e non i partiti.

A questo punto verrebbero messi fuori gioco. Altrimenti c'è il buio oltre la siepe con tutti gli imprevisti possibili e impossibili.



Dal “Porcellum” a “El puerco”? No, grazie
di Gianfranco Mascia

| 2 ottobre 2012Commenti (13)


Fatemi un favore: svegliatemi e ditemi che è tutto un sogno.Ho capito bene? Il Senato sta discutendo la proposta elettorale su un testo preparato da Calderoli? Quello del Porcellum? Ma è come assumere il lupo come guardia del corpo di Cappuccetto Rosso! Lui è l’ispiratore del sistema elettorale che ha creato questo Parlamento pieno di nominati, avvocati, inquisiti, e che ha garantito l’ingovernabilità del nostro Paese negli ultimi 7 anni.

Ma quale sarebbe, poi, questa nuova genialata di Calderoli? Il sistema elettorale spagnolo, portato qui in Italia. Sì, proprio quello che ha consentito a due partiti (PSOE e PP) di fare il bello e cattivo tempo, non solo portando il livello di corruzione politica ai più alti in Europa, ma gettando la Spagna in una crisi di proporzioni gigantesche. Con la oligarchia politica (frutto di quel sistema elettorale) compromessa con quella finanziaria ed economica. Un sistema elettorale che, a causa dei collegi piccolissimi (anche tre o quattro deputati), in realtà non consente una proporzionalità tra i voti e i parlamentari, consentendo invece una sovrarappresentanza dei partiti grossi e una sottorappresentanza di quelli più piccoli (sotto il 7%) che tenderanno a scomparire completamente.

Un bel regalo a Pd e PdL! La Lega, grazie alla presenza territoriale, invece ne verrebbe fuori alla grande. Tra l’altro nel sistema spagnolo l’elettore non vota un candidato specifico, ma una lista chiusa e bloccata di candidati, designata in precedenza dal partito politico di riferimento. Ecco quindi il ritorno in Parlamento dei nominati (e degli inquisiti), senza controllo democratico, che non devono rispondere ad altri se non i segretari dei propri partiti. E’ questo che vogliamo? Credo proprio di no, e ci dobbiamo fare sentire. Adesso, prima che il Senato vada avanti. Intanto informando i cittadini.

Dobbiamo dire chiaramente che, visto il personaggio al quale il Parlamento si è affidato e il paese che ha ispirato il sistema, noi non ci stiamo a passare dal “Porcellum” a “El puerco.
Amadeus

Re: Top News

Messaggio da Amadeus »

AGI) - Genova, 3 ott. - Prelievi da 10mila euro in contanti venivano fatti dalla segretaria di Giuseppe Saggese, arrestato per pecualato nell'ambito del crac di Tributi Italia, dai conti della stessa societa' di riscossione tributi e messi in una cassaforte. Lo riferisce agli inquirenti la stessa segretaria, sentita il 10 maggio 2011. La donna "chiariva - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare del gip Fabrizio Garofalo - che i numerosi assegni emessi per 10mila euro sui conti della Tributi Italia e sottoscritti dalla stessa, venivano cambiati con denaro contante, messo a disposizione del Saggese dalla (segretaria) in una cassaforte, di cui solo i predetti avevano le chiavi". I prelevamenti erano "quotidiani" annota il gip evincendo il dato dall'esame delle scritture contabili obbligatorie della Tributi Italia spa e dell'Istituto finanziario europeo srl, altra societa' del gruppo facente capo a Saggese. (AGI) .

state seguendo questa vicenda vero.... ennesime ruberie .... ennesimi farabutti, ma mi chiedo .... i bilanci i comuni come diavolo li fanno? come fanno a non accorgersi che sta gente non gli versa quanto dovuto? sono tonti, collusi, indifferenti, incapaci? :? bilanci certificati per tutti !!!!
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:AGI) - Genova, 3 ott. - Prelievi da 10mila euro in contanti venivano fatti dalla segretaria di Giuseppe Saggese, arrestato per pecualato nell'ambito del crac di Tributi Italia, dai conti della stessa societa' di riscossione tributi e messi in una cassaforte. Lo riferisce agli inquirenti la stessa segretaria, sentita il 10 maggio 2011. La donna "chiariva - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare del gip Fabrizio Garofalo - che i numerosi assegni emessi per 10mila euro sui conti della Tributi Italia e sottoscritti dalla stessa, venivano cambiati con denaro contante, messo a disposizione del Saggese dalla (segretaria) in una cassaforte, di cui solo i predetti avevano le chiavi". I prelevamenti erano "quotidiani" annota il gip evincendo il dato dall'esame delle scritture contabili obbligatorie della Tributi Italia spa e dell'Istituto finanziario europeo srl, altra societa' del gruppo facente capo a Saggese. (AGI) .

state seguendo questa vicenda vero.... ennesime ruberie .... ennesimi farabutti, ma mi chiedo .... i bilanci i comuni come diavolo li fanno? come fanno a non accorgersi che sta gente non gli versa quanto dovuto? sono tonti, collusi, indifferenti, incapaci? :? bilanci certificati per tutti !!!!
Se fossimo in un Paese perlomeno grossomodo normale, i partiti, ma soprattutto il Professore incaricato, invece di fare annunci avrebbe dovuto provvedere, dandogli tutto i tempo possibile ed immaginabile, entro la fine del dicembre 2011.

Continua a farsi sfilare i soldi da sotto il naso senza riuscire a tamponare la situazione.

Il mandato era o non era di salvare l'Italia??? O era la solita balla che raccontavano ai soliti merli i giornaloni di regime???

- Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da pecora.
- Chi si ferma è perduto.
- Meglio morire in piedi, che vivere una vita in ginocchio.
(non era dedicato alle lavandaie dei vari navigli-ndt)
- Me ne frego.
- Molti nemici, molto onore.
- Siam fatti così!
- Ardisco ad ogni impresa
- Beffo la morte e ghigno
- Bisogna volere. Fortemente volere!
- Chi osa vince!
- Noi tireremo dritto!
- Ringrazia ogni giorno devotamente Dio perchè ti ha fatto italiano
- Siamo quelli che siamo
- Vincere e vinceremo!


Benny Mussolini

****

DISPOSTI SEQUESTRI PER 9 MILIONI DI EURO
Arrestato l'amministratore di «Tributi Italia», sottratti ai comuni 100 milioni di tasse
In manette a Chiavari per peculato Giuseppe Saggese, per l'accusa avrebbe sottratto personalmente 20 milioni


Doveva essere, secondo alcuni, l'alternativa comunale «buona» ad Equitalia. Ma in realtà non si è rivelata tale. L'amministratore di fatto della «Tributi Italia spa», società concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni, è stato infatti arrestato dalla Guardia di Finanza che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Chiavari.
LA VICENDA - Le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese , 52 anni di Rapallo, sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva. La società di consulenza, registrata come «Tributi Italia spa», operava, come detto, su oltre 400 comuni in tutta la penisola. Si occupava su incarico del comune della riscossione delle tasse locali (Ici, Tosap, ecc...). Ma, una volta incassate le somme (al netto di quanto le spettava per l'incarico ricevuto), anzichè riversarle nelle casse dei comuni le tratteneva sui propri conti. Attraverso rapporti con altre società, tutte riconducibili a Saggese, quei fondi poi «sparivano» a beneficio di quest'ultimo.


Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto712Link:
L'ACCUSA - Secondo l'accusa la società, in amministrazione straordinaria con un commissario, avrebbe operato fino al 2010 riscuotendo imposte, mai versate ai comuni, per oltre cento milioni. Saggese, in particolare, avrebbe personalmente sottratto alla società circa 20 milioni. Contestualmente all'arresto di Saggese, la procura ha anche disposto il sequestro per equivalente di 9 milioni e diverse perquisizioni a Rapallo, Recco, Cogorno (in provincia di Genova), Genova, Roma e Borgonovo del Tidone (Piacenza) nei confronti di altri soggetti indagati, tra cui quattro nei confronti dei quali è stato disposto l'obbligo di dimora.

SPESE PAZZE - Secondo l'accusa Saggese con i soldi presi ai cittadini e non versati ai comuni, non avrebbe badato a spese, con prelievi giornalieri dai conti della società anche di 10.000 euro, autovetture di lusso, yacht ed aerei privati, soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica. Molti dei circa 1000 dipendenti di «Tributi Italia spa» sono stati licenziati, molti altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni comuni sono arrivati sull'orlo del dissesto finanziario. L'impresa di riscossione, a causa delle numerose denunce presentate nei suoi confronti da parte di vari comuni vittime delle sottrazioni e che gli avevano anche revocato le concessioni per l'esazione tributaria, è entrata in stato d'insolvenza, venendo, conseguentemente, dichiarata fallita dal Tribunale di Roma.

IL MECCANISMO - Ma come concretamente venivano dal punto di vista contabile sottratti i soldi alla società di riscossione? Gli approfondimenti investigativi, sono stati concentrati sulle operazioni con le «imprese collegate», spesso documentate come consulenze o piani di riorganizzazione aziendale, verificando, altresì, alcune operazioni societarie di natura straordinaria, come aumenti di capitale e costituzione di nuove società, risultate funzionali, anche queste, a distrarre ingenti somme. Una delle consulenze, per le quali è stato corrisposto un compenso di circa 2 milioni di euro, ha riguardato l'acquisizione di una società di riscossione brindisina, già indebitata per circa 43 milioni di euro; tale operazione ha comportato un irreparabile pregiudizio per il patrimonio della «Tributi Italia».

Redazione Online
3 ottobre 2012 | 13:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/12_otto ... ba70.shtml
Amadeus

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Messaggio da Amadeus »

AGI) - Milano, 3 ott. - Pierangelo Dacco' e' stato condannato a 10 anni con rito abbreviato dal Tribunale di Milano per bancarotta e associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta sulla distrazione di fondi dell'ospedale San Raffaele.
Dacco' dovra' versare una previsionale di 5 milioni ai commissari e alla Fondazione San Raffaele in concordato preventivo, che si erano costituiti parte civile nel procedimento sul dissesto finanziario dell'ospedale.

secondo san formigoni era tanto una brava persona
camillobenso
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Re: Top News

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Amadeus ha scritto:AGI) - Milano, 3 ott. - Pierangelo Dacco' e' stato condannato a 10 anni con rito abbreviato dal Tribunale di Milano per bancarotta e associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta sulla distrazione di fondi dell'ospedale San Raffaele.
Dacco' dovra' versare una previsionale di 5 milioni ai commissari e alla Fondazione San Raffaele in concordato preventivo, che si erano costituiti parte civile nel procedimento sul dissesto finanziario dell'ospedale.

secondo san formigoni era tanto una brava persona
San Roby Forchettoni, detto il Celeste, avrà o no, deglutito apprendendo la notizia?
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »


Inchiesta San Raffaele, Daccò condannato a 10 anni: “Ora paghi 5 milioni”

Il pm aveva chiesto una pena di 5 anni e mezzo. Assolto l'imprenditore Bezziccheri. Secondo l'accusa i due avrebbero contribuito a creare un sistema di fondi neri in modo da soddisfare le esigenze economiche del management. Il faccendiere dovrà pagare una provvisionale, immediatamente esecutiva, alla parte civile

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 3 ottobre 2012 Commenti (67)

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Pierangelo Daccò, il faccendiere accusato di associazione per delinquere, bancarotta e altri reati nell’inchiesta sul dissesto dell’ospedale San Raffaele, è stato condannato con rito abbreviato a 10 anni di carcere. Assolto, invece, l’imprenditore Andrea Bezziccheri.

Per Daccò l’accusa aveva chiesto una pena a 5 anni e mezzo. Daccò, in carcere dallo scorso novembre è stato in sostanza condannato al doppio della pena che aveva chiesto la Procura e cioè cinque anni e mezzo di carcere.

Riguardo invece all’imprenditore Bezzicheri, nei confronti del quale il pm Luigi Orsi aveva chiesto tre anni di reclusione, il gup Maria Cristina Mannocci ha deciso di assolverlo “per non aver commesso il fatto”. Le motivazioni della sentenza saranno pronte entro 90 giorni.

Secondo l’accusa i due, in concorso con altre persone, avrebbero contribuito a creare il cosiddetto “sistema San Raffaele” per formare fondi neri così da soddisfare le esigenze economiche del vecchio management e di chi gli era vicino. Oltre al concorso in bancarotta, Daccò doveva rispondere di associazione a delinquere finanziata alla frode fiscale, appropriazione indebita e distrazione di beni.

Il gup ha anche fissato una provvisionale: il faccendiere dovrà versarne una, immediatamente esecutiva, di 5 milioni di euro alla parte civile rappresentata dalla fondazione e dai commissari dell’ospedale che attualmente si trova in concordato preventivo.

“I processi – ha commentato l’avvocato Giampiero Biancolella, legale di Daccò – terminano dopo la valutazione nel merito che fa il giudice d’Appello e dopo la rilettura della Cassazione. Questa potrebbe essere una sentenza coi piedi d’argilla, tuttavia mi riservo di leggere le motivazioni”. “Gli elementi di condanna – osserva l’avvocato – sono gli stessi identici per i quali la Cassazione aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare per Daccò”.

Da alcuni mesi è emerso che in un’inchiesta parallela a questa è indagato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni per corruzione. Daccò, amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, secondo la contestazione dei magistrati avrebbe pagato viaggi aerei compiuti dallo stesso governatore e altri benefici per una cifra calcolata dagli inquirenti intorno ai 9 milioni di euro. Il presidente lombardo, come noto, ha smentito ripetutamente di aver ricevuto qualsiasi favore e di aver mai agito in favore della Fondazione Maugeri.

La sentenza arriva a 11 mesi dall’arresto di Daccò. Secondo la Procura si è trattato di un’associazione a delinquere per portare avanti una “depredazione sistematica” del patrimonio della fondazione San Raffaele, fino a sottrarre 45 milioni di euro alle casse dell’ospedale. Mario Cal, l’ex braccio destro di don Luigi Verzé suicida nel luglio 2011, ne sarebbe stato il capo; 7 gli imprenditori chiamati a giudizio. Per quattro di loro il processo va avanti con rito ordinario. Il settimo, Mario Valsecchi, ha patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... re/371643/
mariok

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Messaggio da mariok »

Ricordo gli scontri verbali con una veltroniana di ferro (ricordate mammamaria?) che la spacciava per un'eroina dell'antimafia.
Il tempo è galantuomo.
:mrgreen:

LOCRI

Truffa e falso, condannata a 2 anni
Maria Grazia Laganà, deputata Pd


La vedova di Franco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale calabrese ucciso a Locri nell'ottobre del 2005, era imputata come ex vicedirettore della Asl locale. La pena è stata sospesa. "Comunque mi autosospendo dal partito"

LOCRI - Maria Grazia Laganà è stata condannata a due anni di reclusione, pena sospesa, dal Tribunale di Locri per truffa, falso ed abuso. La Laganà, vedova di Franco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale calabrese ucciso 1 a Locri il 16 ottobre 2005, era imputata in qualità di ex vice direttore sanitario dell'Azienda sanitaria di Locri per una presunta truffa compiuta nell'estate 2005 ai danni dell'ente per forniture di materiale. Il tribunale ha poi condannato, a un anno e quattro mesi per falso e abuso, Pasquale Rappoccio, ex titolare della Medinex, la ditta fornitrice di materiale sanitario che avrebbe beneficiato degli appalti illeciti e l'ex dirigente dell'Asl di Locri, Maurizio Marchese. Assolti, invece, altri due ex dirigenti dell'Asl di Locri, Albina Micheletti e Nunzio Papa. Il pm Giuseppe Adornato, nella sua requisitoria, aveva chiesto la condanna di Maria Grazia Laganà a tre anni, quella di Marchese e Rappoccio a due anni e l'assoluzione di Papa e Micheletti. L'esponente del Pd, confermando che continuerà la battaglia "perché sono innocente", ha annunciato di essersi "autosospesa dal partito". "Reputo doveroso autosospendermi da ogni incarico di partito, dal gruppo parlamentare e anche da iscritta del Partito Democratico".

"Le accuse che mi sono state rivolte non sono vere". aveva detto la deputata, facendo dichiarazioni spontanee ai giudici del Tribunale di Locri. Ha sostenuto, in particolare, che non sono vere le accuse mosse nei suoi confronti dall'ex dirigente sanitaria dell'ospedale di Locri, Albina Micheletti, che ha riferito in aula di essere stata chiamata, nell'estate del 2005, dalla Laganà alla presenza di Fortugno, per parlarle di una fornitura per il pronto soccorso. La teste aveva anche detto che una volta constatata la quantità del materiale aveva fatto denuncia.

"Non sono vere - ha detto stamani la Laganà - le accuse della Micheletti. Non l'ho costretta a fare quell'ordinativo. Io e mio marito non abbiamo mai avuto rapporti con lei nè sul piano personale nè su quello professionale. E non abbiamo avuto rapporti neanche con Pasquale Rappoccio che tra l'altro è di una parte politica distante dalla mia". Rappoccio è l'ex titolare della Medinex, la ditta fornitrice di materiale sanitario che avrebbe beneficiato degli appalti illeciti, ed è anche lui imputato nel processo.

La deputata del Pd ha quindi parlato del marito per dire che "ha sempre pagato per gli alberghi nei quali alloggiava in occasione di convegni o di manifestazioni e come primario del pronto soccorso era una persona costante e seria sul lavoro. Come medico e come politico è stato anche autore di una serie di denunce sulla gestione della Asl di Locri che poi sono finite nel nulla". La parlamentare, dopo le dichiarazioni spontanee ha lasciato l'aula per impegni personali e professionali.

L'inchiesta che ha portato al processo fu avviata nel 2006 dopo la relazione del prefetto Basilone, nominato commissario all'Asl di Locri in seguito allo scioglimento dell'Azienda disposto all'indomani dell'omicidio di Fortugno.
(06 ottobre 2012)

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/1 ... f=HREC1-12
camillobenso
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

http://tweb.interno.it/news/daily/rasse ... STAMPA.pdf

Rassegna stampa del 9 ottobre 2012

Valida solo per 24 ore.

E' salvabile in pdf per l'archivio
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Re: Top News

Messaggio da camillobenso »

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media ... -45065.htm

1- IMPAGABILE MONTI VESTITO DA PRESERVATIVO, CON AL COLLO IL SALVALAVITA BEGHELLI - 2- L’ULTIMA STANGATA DI PAPI SILVIO È IL FINTO RITIRO. SA PERFETTAMENTE CHE TUTTO IL MONDO RIDEREBBE DI UNA SUA RICANDIDATURA A PREMIER E CHE NON PIGLIEREBBE I VOTI NECESSARI. MA SARÀ IN PARLAMENTO CON IL SUO 15-20% A DIFENDERE I CAZZI PROPRI (MEDIASET E FEDINA PENALE). SCOMETTIAMO CHE QUALCHE ILLUMINATO LEADER CI CASCA? - 3- IL ROTTAMATORE STA AL FRESCO! IN ALTO I CAPPUCCI! L’EX PRESIDENTE AGNELLITA DELLA FIAT, IL VERY AMERICAN MANAGER PAOLO FRESCO CORRE IN SUPPORTO DI RENZI -



a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS (Special Guest: Dj Sapiens)


MONTI E BERLUSCONI
L'ultima stangata di Papi Silvio è il finto ritiro negoziato. Sa perfettamente che tutto il mondo riderebbe di una sua ricandidatura a premier e che non piglierebbe i voti necessari. Ma sarà in Parlamento con il suo 15-20% a difendere i cazzi propri (Mediaset e fedina penale) e a dare battaglia. Così, da mago della vendita di tappeti, scambia una necessità per una possibilità, la negozia e tira sul prezzo. Scomettiamo che qualche illuminato leader ci casca?


MONTEZEMOLO-CASINI
1 - MA QUANTO E' GENEROSO IL GUARDONE SILVIO...
"Berlusconi pronto a lasciare", titola in prima pagina il Messaggero, che nel "retroscena" spiega: "Ormai il Cavaliere punta su Monti" (p. 2). "Berlusconi pronto al passo indietro". Alfano: se serve a riunire il centrodestra, non si candiderà" (Stampa, p. 9). "Berlusconi pronto a non candidarsi'. Alfano evoca Casini ma lui si sfila. L'Udc: abituati alle giravolte. Legge elettorale, bozza di intesa sul proporzionale. Nel testo l'ipotesi di un premio di maggioranza del 12,5% per cento alla coalizione" (Corriere, p. 10).

Poi, casualmente, il prezzo dell'ultima sceneggiata del Sire di Hardcore: "Ddl anticorruzione, torna il Salva Ruby" (Stampa, p. 8).
In realtà, sarebbe sufficiente guardare la prima pagina del Giornale intestato a Paolino Berluskino: "Alfano offre il Pdl a Casini". Ma quanto è falsa? Tanto è vero che a pagina 6 ecco il pezzo chiave: "Udc in cattive acque: lo supera pure la Lega".


RENATA POLVERINI
2 - A CHE SERVONO GLI SCANDALI DELLA "CASTA"...
Puntuale come ogni volta, arriva il dividendo politico delle inchieste giudiziarie montate ad arte dai giornali delle banche. "Lo Stato comanda sulle Regioni'. Il governo riscrive il federalismo per blindare tagli e riforme. Pronto il nuovo Titolo V della Costituzione, oggi primo esame. Prima di avviare l'iter, sul testo ci sarà un consulto con Napolitano", quello che ai tempi di Bananoni firmò qualunque legge-spazzatura (Repubblica, p. 2 e non P2, fare attenzione).


MARIO MONTI E GUIDO BARILLA NELLO STABILIMENTO DI RUBBIANO.
3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...Forti con i deboli e deboli con i forti, gli Augusti Professori che ci amministrano in conto terzi tengono duro sugli esodati. "Esodati, scontro governo-maggioranza. Tensioni per il progetto bipartisan che vuole allargare il numero dei salvati". Preoccupatissima la Repubblica del Monti bis: "Una mina da 30 miliardi in 10 anni. Fornero: così si smonta tutta la riforma. La Ragioneria: il ddl annullerebbe un terzo dei risparmi garantiti dal nuovo regime" (p. 4 e non P4, fare attenzione). "Sanità e pubblico impiego, ecco i tagli" (Corriere, p. 6). Indignata la Stampa dei Lingotti in fuga: "L'ira di Elsa: ‘Pronta a dimettermi se viene stravolto l'impianto" (p. 3).
Difficile offrire una rappresentazione migliore del concetto di "stampa padronale".


ELSA FORNERO
4 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (DOVE C'E' MONTI C'E' CASA)...
"Monti: la politica dà prova di coesione. Il premier, in visita alla Barilla, elogia i partiti ‘bistrattati, non sempre a torto'. L'industria manifatturiera celebra il giorno dell'orgoglio e insegue un salto di qualità" (Corriere, p. 5). Sughi pronti per tutti? A Illustrato Fiat scambiano la Barilla per Fabbrica Italia: "Monti elogia l'Italia. ‘Prova di coesione'. ‘Stiamo reagendo alla crisi dimostrando di essere un Paese che sta cambiando in bene" (Stampa, p. 3).

Impagabili le foto del Rigor Montis vestito da preservativo, con al collo il salvalavita Beghelli. L'inviatone di peso della Stampa si produce anche in un vibrante reportaggio qualche pagina più in là: "Da oggi la Barilla si fa il sugo in casa. Nuovo stabilimento a Parma: 120 posti di lavoro" (p. 26).


PAOLO FRESCO
5 - IL ROTTAMATORE STA AL FRESCO (PAOLO)...
In alto i labari! Garriscano le bandiere con il giglio su sfondo a stelle e strisce! L'ex presidente Agnellita della Fiat, il very american manager Paolo Fresco, sostiene Matteo Renzi. Lo annuncia con un'intervista alla Repubblica degli illuminati: "Darò fondi e idee al camper di Matteo. Il vero rischio sarà scegliersi la squadra. E' collocato in un'area riformista, ma non è un bolscevico. Può attirare la media borghesia" (p. 14).

6 - IL BUON GOVERNO DI MESTIZIA MORATTI...
"Tangenti a Milano sulle colonie dei bimbi. Soldi alla ‘cerchia degli amici', arrestati ex dirigente e altri tre. ‘Ho chiamato il prefetto, mi ha detto che mi aiuterà'. Nelle intercettazioni il nome di Lombardi ma lui nega: ‘Estraneo ai fatti'. La cerchia aveva in comune anche l'essere beneficiari di locazioni e immobili dell'istituto dei Ciechi" (Stampa, pp. 6-7).



MATTEO RENZI
"Cena da 13mila euro con i soldi pubblici. Una festa per gli amici, spesi quasi tremila euro per gli inviti con i cioccolatini" (Messaggero, p. 7). "Sushi floreale e pianoforte. La cena con i fondi pubblici. Riusciamo a fare una bella squadra...Possiamo avere benefici tutti...Siamo una cerchia" (Corriere, p. 19). E dalla cerchia finirono in un raggio. Di San Vittore.


DACCO' - FORMIGONI
7 - IL CELESTE IMMACOLATO...
Non molla l'osso la Repubblica del Sor-genio e delle cliniche private: "Fu la Regione a imporre alla Maugeri Daccò e Simone come intermediari. Il pm: saldo legame con Formigoni. L'ex dg Passerino: collettori di tangenti" (Repubblica, p. 9). I verbali di Passerino in bella mostra anche sul Corriere a Rotelli: "Simone e Daccò? Fu la Regione a dirci di passare da loro" (Corriere, p. 21)


FORMIGONI_E ANTONIO SIMONE
8 - SPAZZATURA...
In attesa di spalare la neve alla prossima nevicata, il camerata Gianni si illustra in nuove eroiche avventure. In cronaca di Roma, sul Corriere, foto del basso Alemanno che butta un sacchetto di monnezza nel cassonetto, senza fare la differenziata. E il bello e' che si tratta di un fotogramma tratto dal videomessaggio che Alè-danno ha diffuso per promuovere la sua ordinanza anti-bivacco.


SERGIO MARCHIONNE
10 - FREE MARCHETT...
"Le richieste Consob a Torino sulla liquidità. ‘Routine, niente illazioni'. L'ira della Fiat, l'Authority tace". Struggente pezzo da Torino di Raffaella Polato (Corriere delle banche facilitatrici, p. 30). Sul Messaggero, a Massimo Martinelli tocca intervistare l'avvocato del padrone, il "tecnico" Paola Severino (p. 5).


PER LIBERARVI DI NOI. MA ANCHE NO

colinward@autistici.org
"www.criticalmess.noblogs.org"
Amadeus

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le allegre comari di windsor

Caos Province, raffica di dimissioni
I presidenti scappano in Parlamento


+ Presidenti, l’ultimo tram per la corsa in Parlamento

PAOLO FESTUCCIA


Lasciano l’incarico Podestà a Milano, Cesareo a Napoli, Armosino ad Asti e Simonetti a Biella: è l’ultimo giorno utile per chi vuole candidarsi allle prossime politiche
evitando l’incandidabilità prevista per questo tipo di carica pubblica
Da Nord a Sud, raffica di dimissioni fra i presidenti di Provincia. A Milano lascia l’incarico Guido Podestà, che alle 16 incontrerà i giornalisti per spiegare i motivi della sua decisione. A quanto si apprende da ambienti di Palazzo Isimbardi, la decisione è stata dettata dalla volontà di dare una “sferzata al governo” per denunciare i tagli all’istituzione imposti dalla spending review avviata dall’esecutivo.

Come lui abbandonano l’incarico Maria Teresa Armosino , presidente della Provincia di Asti: «L’impossibilità manifesta da parte degli amministratori delle Province di far valere le ragioni del territorio - afferma in una lettera scritta ai consiglieri provinciali -, vista l’evidente volontà di non tener conto delle funzioni e dei servizi svolti dalla Provincia, mi inducono a rassegnare le dimissioni». In Piemonte lascia anche Roberto Simonetti, Presidente della Provincia di Biella, nata 17 anni fa e destinata all’accorpamento nel riordino degli enti locali. Al di là delle motivazioni personali, le dimissioni sarebbero legate al fatto che oggi è l’ultimo giorno utile per chi si voglia candidare alle prossime elezioni politiche.
( più personale di così!!!! ) 8-)

I presidenti di provincia, a differenza dei sindaci, devono sottostare a una regola di incandidabilità: se rimanessero in carica non potrebbero correre per un seggio al prossimo Parlamento.

Lascia l’incarico anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, che intende ripresentarsi alle prossime elezioni politiche. Lui ha scelto come strada per lasciare l’incarico una mozione presentata in un consiglio provinciale convocato d’urgenza e che l’ha dichiarato decaduto. Il capogruppo di Fli Giovanni Bellerè ha chiesto che il consiglio riconosca le condizioni di incompatibilità tra la carica di deputato, che Cesaro tutt’ora ricopre, e quella di presidente della Provincia. La procedura consentirebbe al Consiglio di arrivare a scadenza del mandato con il vice presidente, nominato ieri, Antonio Pentangelo.
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