Gli ultimi giorni di Salò - 67
Il film del finale del Caimano comincia a prendere forma.
Scrive Paola Di Caro che deve avere fonti canterine come fringuelli tra le colombelle berlusconiane:
“
……..Un Berlusconi che, alla fine, si è lasciato cadere sulla sua poltrona, affranto, stremato: perchè qualunque sia la via, per lui, non era così che doveva finire.”
Adesso ne sappiamo di più di come è andato ieri il Gran Consiglio dei Muslim Brothers.
E’ un Silviolo depresso, abbattuto, sempre di umor nero perché nessuno vuole andargli incontro in questa mission impossibile.
L’unica soluzione è cercare di far saltare il banco nella remota speranza che qualcuno all’ultimo minuto cerchi di evitare il possibile “Muoia Sansone con tutti i filistei”.
Letta e Napolitano cercheranno di tenere in piedi la baracca a tutti i costi, anche con minacce sull’economia e la perduta stabilità.
Grillo ha dichiarato che si può andare al voto ora perché i due partiti maggiori sono alla frutta.
Anche D’Alema ha dichiarato di essere pronti alla sfida.
<<
Noi siamo pronti, Cuperlo alla segreteria e Renzie Fonzie a Palazzo Chigi>>
C’è chi sostiene che non si andrà al voto prima del 2014.
Occorre però tenere presente che prima di quella data occorre dare un governo “”stabile”” prima del semestre europeo a guida tricolore, e che di conseguenza è necessario che se elezioni ci siano si tengano il più presto possibile.
Nel frattempo Napolitano potrebbe anche andare a casa, a Silvio non interessa più, per via della protezione presidenziale.
Oltre a Silvio, Grillo e D’Alema andare al voto subito potrebbe interessare a Renzie Fonzie e ai suoi, perché è l’unica possibilità per coronare il suo disegno ambizioso.
Ma non è detto, perché Letta farà di tutto per ottenere un Letta bis.
Senza i Fratelli mussulmani Enricosp potrebbe avere una navigazione più semplice e di conseguenza più duratura.
In questo modo taglierebbe fuori dai giochi l’avversario Renzie, che a questo punto sarebbe costretto a ricandidarsi a sindaco di Firenze, tanto per tenere in pista il circo mediatico.
^^^^^^
Esplora il significato del termine: MERCOLEDÌ LA RESA DEI CONTI
Berlusconi:«Nessuno vuole venirmi incontro Come si fa a governare con gente così?»
Nel vertice ad Arcore il Cavaliere spiazza le colombe: Napolitano non darà mai il voto anticipato
ROMA - Ha cominciato fin dalla passeggiata nel grande parco di Arcore a esternare tutto il suo malumore, ha proseguito a tavola, e non ha smesso quando, aprendo il vertice con tutta la squadra dei fedelissimi e dei ministri, ha con durezza messo in fila le ragioni per cui lui, Silvio Berlusconi, vede solo la crisi e le elezioni come àncora di salvezza: «Ormai è chiaro, e lo è fin dal primo momento: nessuno ha alcuna intenzione di venirmi incontro. Nessuno. Non Napolitano, che non ha mosso un dito per me dopo avermi promesso che non sarei finito in questa situazione. Non Enrico Letta, non il Pd, che non fa altro che attaccarmi. Ma come si fa a governare con gente del genere? Quello che stiamo vivendo non è il mio dramma, ma è il dramma della democrazia. Ed è inutile aspettare, traccheggiare, non c’è spiraglio, non esiste. Nemmeno la grazia mi servirebbe, e io comunque non ho intenzione di chiedere proprio niente. Non credo più a nessuno di loro, inutile aspettare. E lo spiegherò agli italiani, parlerò in tivù, devono tutti sapere quale crimine si sta perpetrando nei miei confronti».
LE COLOMBE - Parole forti, figlie di un umore che mai in questi giorni è cambiato, e che potrebbe portare al redde rationem già mercoledì, quando in Consiglio dei ministri si discuterà di Imu sul quale Berlusconi non vuole «più alcun rinvio». E d’altra parte non sono cambiate nemmeno le posizioni nel partito, sempre più diviso tra falchi e colombe, come nel dibattito che ha seguito le parole del Cavaliere è stato evidente. Ma con Berlusconi nella parte del più duro fra i duri. Hanno provato Schifani, Lupi, Cicchitto, Quagliariello a ribadire che ancora un filo esiste, che non tutto è perduto, o che comunque non sarebbe saggio rompere subito, ad horas, come un Berlusconi tentatissimo dalla mossa avrebbe voluto. Gli hanno spiegato che le elezioni «Napolitano non ce le darà mai», che il voto nella migliore delle ipotesi arriverebbe in primavera, che nel frattempo «finiremmo nella terra di nessuno», lasciando senza rappresentanza «la nostra gente, che potrebbe non capirci». E hanno chiesto tempo, almeno fino a quando, dal 9 settembre, la Giunta per le elezioni non comincerà ad esaminare la questione decadenza.
I FALCHI - Ma sono stati gli argomenti dei falchi a scaldare e far annuire sempre e convintamente Berlusconi. Scettico, quasi infastidito da quelli delle colombe. E’ stato quando Verdini ha snocciolato tutti i perché della necessità di rompere ora che Berlusconi ha quasi applaudito: «Tu hai avuto responsabilità presidente, fin dal sì al governo Monti, e loro ti hanno ricompensato con questa condanna. Le elezioni sono possibili, perché i grillini vogliono votare col Porcellum e non sosterranno un Letta bis. E tu potresti essere ancora candidabile. Non abbiamo altra strada, il momento è ora». Ed è stato quando Daniela Santanchè lo ha paragonato a Cristo che «ha troppe volte porto l’altra guancia» che il Cavaliere si è lasciato andare: «Il fatto è che questi da me vorrebbero qualche altra parte del corpo...».
LE DUE STRADE - E alla fine, è stato quando Alfano, chiudendo la riunione, ha illustrato le «due strade che abbiamo davanti: rompere subito e chiedere il voto o attendere, portando i nostri argomenti giuridici, che qualcosa si sblocchi in Giunta», che Berlusconi ha concesso che nella nota - che lo stesso segretario ha voluto stilare mettendoci il timbro e il peso del suo ruolo di partito e di governo - si arrivasse a una minima mediazione.
INCONTRI CON LETTA E NAPOLITANO - Le richieste del Pdl infatti sono tranchant, e così esposte sembrano pressoché inaccettabili per Pd, premier e Quirinale. Ma una conclusione del tipo «se non ci darete retta cade il governo» messa nero su bianco non c’è. Non è un cedimento del Cavaliere, ma l’estrema chance che ha concesso alle colombe: Alfano incontrerà nel giro di pochi giorni di nuovo Letta (con cui ha già parlato ieri sera), e Napolitano. Poi, sarà l’ora di decidere. Forse già mercoledì prossimo, quando in un delicatissimo Consiglio dei ministri si dovrà decidere sull’Imu, e il Pdl ha posto il suo ultimatum: basta rinviì, abolizione totale e subito. Potrebbe essere quello il casus belli su cui si consuma una rottura che ormai anche i più ottimisti vedono «avvicinarsi velocemente».
DALLA PARTE DI BERLUSCONI - D’altra parte, il timbro di Alfano sulla nota sta a dimostrare che il partito marcia unito, con grandi mal di pancia e dubbi ma unito. E a chi tra le colombe ha chiesto ad Alfano se non fosse un errore, uno strappo troppo grande il suo esporsi così lui ha risposto secco: «Preferisco avere più problemi con Letta ma far capire che io sono dalla parte di Berlusconi». Un Berlusconi che - diceva la Santanchè ai colleghi moderati - «ormai lo avete capito anche voi come la pensa, o no?». Un Berlusconi che, alla fine, si è lasciato cadere sulla sua poltrona, affranto, stremato: perchè qualunque sia la via, per lui, non era così che doveva finire.
25 agosto 2013 | 8:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paola Di Caro
http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 9146.shtml