Come se ne viene fuori ?

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peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

camillobenso ha scritto: Occorre poi tenere conto che ripartendo il mondo dei sondaggi, stamani Swg ha fornito questo quadro:

Pdl = 27,9 %
Pd = 24 %
Non so bene come prendere i sondaggi ma questo riconduce anche alla domanda che ho fatto nel topic aperto oggi
L'imu e la Severino l'hanno votata anche i discarichini. La gente se lo ricorda?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

peanuts ha scritto:
camillobenso ha scritto: Occorre poi tenere conto che ripartendo il mondo dei sondaggi, stamani Swg ha fornito questo quadro:

Pdl = 27,9 %
Pd = 24 %
Non so bene come prendere i sondaggi ma questo riconduce anche alla domanda che ho fatto nel topic aperto oggi
L'imu e la Severino l'hanno votata anche i discarichini. La gente se lo ricorda?
La gente si ricorda solo di Berlusconi nel bene e nel male perché la televisione da anni parla sempre di lui.

I giornali li ha letti sempre poco, ed oggi con la crisi anche meno.

Chi spopola è la Gazzetta dello sport, il quotidiano più letto nei luoghi pubblici.

In quel caso la memoria è formidabile.


Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin,Guarnieri,Picchi, Jair, Mazzola, Peiro', Suarez, Corso.

Pulici, Facco, Martini , Wilson ,Oddi, Nassi, Garlaschelli , Re Cecconi , Chinaglia , Frustalupi , D'Amico.
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli ultimi giorni di Salò - 92

L’Italia di nuovo nel caos - 28

La guerra civile simulata - 26



Tg7 - ore 20,00- Mentana

La prima notizia è :

Silvio Berlusconi lo ha dichiarato poco fa in modo perentorio. Se il Pd mi vota contro cade il governo.
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli ultimi giorni di Salò - 93

L’Italia di nuovo nel caos - 29

La guerra civile simulata - 27



*****

Berlusconi: vogliono togliermi di mezzo "Stop al governo se mi fanno decadere"

«Se la sinistra mi fa decadere
il governo cade e sarebbe disdicevole»
Le parole del leader del Pdl in collegamento telefonico con una riunione de l'«Esercito di Silvio»


Esplora il significato del termine: «Sarebbe disdicevole se il governo cadesse ma naturalmente non siamo disponibili a mandare avanti un governo se la sinistra dovesse intervenire su di me, sul leader del Pdl, impedendogli di fare politica». Così Silvio Berlusconi in un collegamento telefonico con Bassano del Grappa dove è in corso una riunione dell’Esercito di Silvio. «Abbiamo fatto le larghe intese, di pacificazione per vedere se si potesse mettere fine alla guerra civile, quella guerra fredda partita dopo il ’48 invece avete visto quello che è successo siamo ancora in mezzo al guado», ha detto ancora il Cavaliere.
L’APPOGGIO AI REFERENDUM RADICALI - «Ci sono 6 referendum radicali sulla Giustizia: allestiamo i gazebo e raccogliamo le 500 firme necessarie - ha detto ancora Berlusconi che in mattinata si era incontrato con Marco Pannella prima del vertice con i big del Pdl - Attraverso il voto popolare cerchiamo di realizzare quella riforma della giustizia che ci hanno impedito di fare in Parlamento». Il leader del Pdl firmerà domani a Roma i referendum radicali. Berlusconi in particolare ha citato il referendum sulla responsabilità civile dei giudici che - ha detto - «vivono in un Olimpo, sono persone che semplicemente hanno vinto un concorso eppure sono incontrollabili e irresponsabili. I referendum radicali hanno finalità precise e vanno in direzione di rendere i giudici responsabili e quindi - ha concluso il Cavaliere - penso che sia una cosa assolutamente necessaria superare le 500 mila firme»


30 agosto 2013 | 20:11
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Redazione Online

http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 9c7a.shtml
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli ultimi giorni di Salò - 94

L’Italia di nuovo nel caos - 30

La guerra civile simulata - 28

Per la serie chiagni & fotti.

1)

"Do il sangue per questo governo ma non è il mio". Si presenta così, di fronte alla platea della festa democratica di Genova il presidente del Consiglio Enrico Letta. Difende l'esecutivo, le scelte sull'Imu e respinge la polemica sulla decadenza di Berlusconi.


Enricosp racconta, merla merlorum che da il sangue per questo governo.

Allora ci spieghi perché fa tanta fatica a reperire la copertura e poi ha permesso che il debito verso lo Stato di 98 miliardi di chi gestisce le macchinette succhia soldi, (Non di certo a Dolce & Gabbana) venisse liquidati in 2,6 miliardi.


2)

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peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

"se cado io cade il governo"

Come volevasi dimostrare, aspettava lìabrogazione dell'imu per usarla come propaganda, peccato dimentichi che se casca tutto la seconda rata si paga.

Ma comunque, caschi pure tutto, nessun problema.

Però se il pd gli salva il culo è meglio che i suoi esponenti cambino galassia
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Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

camillobenso ha scritto:
Berlusconi firma a Roma i referendum radicali.
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock:


MONSTERS & CO.

non si sa se è più osceno il parrucchino dell'uno o la cravatta dell'altro :shock: :|

http://www.huffingtonpost.it/2013/08/31 ... _ref=italy
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

un'immagine che mi mette tristezza

figure di un passato di cui non riusciamo a liberarci
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli ultimi giorni di Salò - 95

L’Italia di nuovo nel caos - 31

La guerra civile simulata - 29



Tutti i santi vanno sempre a finire in gloria.


Quando si parla dei parlamentari tricolori in genere, alla fine la conclusione è sempre la stessa indipendentemente dalla casacca politica o neutra che si indossi.

Stanno là perché nessuno della fascia non miliardaria del Paese, a meno che non sia nella fascia degli stipendi d’oro, potrebbe portare a casa 17mila euro mensili più tutti i vantaggi che gode un parlamentare.

In più c’è sempre la possibilità di giocare sugli extra.

Se sostieni un legge cara ad un magnate perché ha il suo bel ritorno economico, oppure ad una lobby, hai sempre la possibilità di arrotondare in modo congruo.


Per non parlare poi che in fasi incerte come quelle di questi anni, esiste sempre la possibilità di vincere all’Enalotto della Camera o del Senato.

Ne sa qualcosa De Gregorio, che non sarebbe mai diventato milionario (Tre milioni) se il paperone di Hardcore non avesse avuto la necessità di salvarsi dal processo Mills.

Lo stesso dicasi per Scilipoti e Razzi. Ma non solo.

Si è sistemato bene anche Luca Barbareschi che non ha più bisogno di ritornare in politica.

Diventa ovvio che anche i grillini dissenzienti del gruppo misto che sanno che non saranno più eletti evitino di lasciare la fortuna che gli è capitata.

Sei mesi di legislatura sono troppo pochi per tornare alla vita di tutti i giorni.

Lo stesso dicasi per la banda dei Fratelli mussulmani, che in buona parte hanno trovato l’Ammerica da tanto tempo.

Lo stesso vale per i parlamentari di lungo corso e di nuovo conio della nuova Democrazia cristiana.

La lezioncina del sostenere che fanno tutto “PER IL BENE DELL’ITALIA” l’hanno imparata bene a memoria, e di certo il merlame che ci crede è sempre in sovrabbondanza.

Quando sei arrivato a fatica in cima all’albero della cuccagna, saresti un folle a scendere subito. Cerchi di accaparrare il massimo possibile.


*****


il Fatto 31.8.13

Il Quirinale regala un futuro a Letta
Quattro senatori del Colle per incastrare Berlusconi
Il Caimano gioca l’ultima carta: “Se decado io, decade anche il governo”
Ma Napolitano, con il laticlavio a vita per Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia, aggiunge voti preziosi a una possibile maggioranza in Senato senza il Pdl

di Marco Palombi

Se si tiene presente il precedente lo schema è abbastanza chiaro: a fine 2011 Giorgio Napolitano nominò Mario Monti senatore a vita e diede il via alla stagione nella quale ancora viviamo, quella delle larghe intese per garantire ai nostri creditori europei che i loro soldi torneranno indietro. Ieri il capo dello Stato ha nominato quattro nuovi senatori a vita dando avvio ad una sorta di ritorno alla normalità attraverso la sterilizzazione del potere di ricatto di Silvio Berlusconi. La manovra è così ben congegnata che ha provocato reazioni dure persino in chi di solito adotta un vocabolario meno aggressivo: “Napolitano da due anni gioca un ruolo politico, non è più il garante della Carta”, ha detto il comunista Paolo Ferrero. Questi nuovi quattro voti anti-B. a palazzo Madama sono, infatti, tanto un segnale al ceto politico che un cambiamento fattuale nelle dinamiche parlamentari. Ecco perché.
I NUMERI. Il nuovo Senato disegnato dal Quirinale è un luogo in cui all’ex Cavaliere sarà assai più difficile minacciare le elezioni anticipate. Sarà per questo che ieri Napolitano ha descritto così il suo stato d’animo: “Mi sento alleggerito, come sempre quando si compie un adempimento”. Da oggi, immaginare un Letta bis senza Pdl che magari si occupi di fare la finanziaria e la nuova legge elettorale per poi portare il Paese alle elezioni è assai meno difficile. La situazione è questa: il nuovo plenum conta 321 senatori, dunque la maggioranza è a quota 161. Raggiungerla senza Berlusconi, per un governo di scopo, non è così complicato.
I favorevoli: il Pd conta 108 voti; Scelta civica altri 20; il gruppo Misto (costituto da Sel e dagli esuli grillini) è costituito da 11 senatori di diritto più Carlo Azeglio Ciampi; il raggruppamento delle Autonomie (socialisti, sudtirolesi, valdostani e qualche eletto all’estero) ha dieci eletti; i nuovi senatori a vita sono quattro. Già così siamo a 154 voti teorici, solo sette dal numero magico. E qui la vicenda si fa più scivolosa, ma non meno ponderata dagli interessati.
LA SLAVINA. La decisione del capo dello Stato rassicura gli eventuali “responsabili” di Enrico Letta: l’obiettivo è a portata di mano. Nel mirino, per esplicita o “ufficiosa” ammissione dei suoi membri, è il gruppo Grandi autonomie e Libertà (Gal): ha dieci senatori, tra cui Giulio Tremonti, e almeno una metà vengono considerati tra i possibili sostenitori di un Letta bis senza Silvio (servirebbero, però, un paio di sottosegretariati “di scopo”). Paolo Naccarato, iscritto al gruppo Gal, “cossighiano” eletto in entrambi gli schieramenti nella Seconda Repubblica, lo ha già detto esplicitamente: “Se Berlusconi provocasse la crisi di governo, io penso che al Senato verrà fuori una maggioranza silenziosa. E che il Cavaliere, in questo caso, si troverebbe ad avere a che fare con molte sorprese e moltissime delusioni”. Gianfranco Micciché, che di Gal è il padrino politico, s’è subito preoccupato: “C’è in atto una compravendita”.
Anche il gruppo del Pdl, paradossalmente, è uno di quelli da cui potrebbe arrivare il soccorso rosso. Renato Schifani ha già avvertito Berlusconi: “Non abbiamo un gruppo compatto come quello del 2006. Se andiamo alla rottura e non c’è la sicurezza delle elezioni, il gruppo chi lo tiene? ”. Tra gli indiziati, i nomi di un’altra stagione: gli ex Idv Domenico Scilipoti (“il dialogo è il sale della democrazia e la fedeltà è una cosa da cani”, ha detto di recente) e Antonio Razzi. Ma non solo: pende verso il nipote di Gianni Letta anche una bella quota dei siciliani. “Almeno la metà dei senatori, soprattutto del Sud, sono contrari alla crisi”, ha scolpito Salvatore Torrisi prima di ribadire la sua fedeltà a Berlusconi. Oltre al suo si fanno i nomi di Francesco Scoma (“un governo si farà lo stesso, anche senza il Pdl, e voglio vedere come se la caveranno i falchi”), peraltro indagato, dei tre Giuseppe - Castiglione, Pagano e Ruvolo - di Luigi Compagna e pure di Riccardo Villari, esule Pd.
PSICOSI GRILLINA. Anche nel Movimento 5 Stelle già hanno cominciato a litigare sull’eventuale Letta bis. Beppe Grillo ha già dato la linea: voto col Porcellum. Il capo della comunicazione in Senato, Claudio Messora, l’ha ribadita con pubblica presa di posizione: “Nessuno giochi al piccolo onorevole. Niente accordi”. Tutto a posto? Mica tanto, visto che più di qualcuno non ha gradito. Francesco Campanella, per dire: “Lo spirito rivoluzionario ha mille sfumature. Per esempio il responsabile comunicazione di un gruppo parlamentare che indica la linea ai parlamentari, per portarsi avanti col lavoro”. Ieri la pasdaran Laura Bottici ha mandato via Facebook un “vaffan... ” a chiunque osi aprire ad un Letta bis, segno che qualcuno ci sta pensando. Esiste pure un’apposita lista dei “tradendi”: oltre a Campanella, vi compaiono Lorenzo Battista, Alessandra Bencini, Elena Fattori, Francesco Molinari, Maria Mussini, Luis Orellana, Fabrizio Bocchino e altri. Bravo Enrico, bis.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli ultimi giorni di Salò - 96

L’Italia di nuovo nel caos - 32

La guerra civile simulata - 30




Repubblica 31.8.13

Tra i senatori che commentano le scelte del presidente della Repubblica
E c’è chi ricorda i buoni rapporti dei nominati con i 5Stelle
Il pallottoliere di Palazzo Madama “Ora ne bastano 7 per fare a meno di Silvio”

di Tommaso Ciriaco


ROMA — Da ieri il pallottoliere va a ruba, a Palazzo Madama. Infuriato per la nomina di quattro nuovi senatori a vita, è il Pdl ad affidarsi nervosamente all’aritmetica. Con in mente un solo numero, allarmante: il sette. Sette come i senatori che ora mancano al centrosinistra per dar vita a un governo senza l’uomo di Arcore.
Nessuno più di Antonio Razzi conosce la fragilità delle coalizioni e l’adrenalina del ribaltone: «In casi come questi si decide tutto l’ultima notte». Nel 2010 mollò l’Idv e salvò il Cavaliere: «Ma stavolta no, sono amico di Berlusconi. Però ho sentito dire che al Senato ci sono movimenti. I grillini siciliani potrebbero sostenere una nuova maggioranza. E poi ci sono i nuovi senatori a vita...».
Si fa presto a dire maggioranza. A Palazzo Madama, con le nomine del capo dello Stato, sederanno 321 parlamentari. La soglia di sicurezza è fissata quindi a 161. Sommando — arbitrariamente, almeno per ora — il Pd (108 senatori), Scelta civica (20, Monti compreso), il gruppo delle Autonomie (10), Sel (7), i 5 senatori a vita e i 4 ex grillini si tocca quota 154. Sette in meno, appunto, della maggioranza assoluta. «Ma non esiste — si infiamma Augusto Minzolini — dovrebbero mettere insieme proprio tutti. E poi queste operazioni finiscono male. Ricordate Fini? E D’Alema, che fece il ribaltone e poi perse le elezioni?».
Eppure, ora dopo ora prende forza il partito di chi ci crede. Uno è Riccardo Nencini, leaderdei socialisti: «In caso di necessità, non si tratterebbe più di un’operazione solo numerica — ammette — perché è indubbio che con i quattro senatori appena nominati ci sia un’autorevolezza nel proporre la continuità».
L’operazione resta complessa. Ma i nuovi senatori a vita piacciono al popolo dei cinquestelle. Renzo Piano è da sempre amico di Beppe Grillo, Claudio Abbado apprezzato in ampi settori del movimento. Non lo nega Francesco Campanella, fra i più influenti “moderati” del M5S: «Sono belle teste, non c’è dubbio». Non è un mistero, d’altra parte, che tra i banchi pentastellati si consumi da tempo una braccio di ferro sempre più durotra chi sogna un governo del cambiamento e chi immagina solo il ritorno al voto.
Sette senatori, perché la pattuglia delle Autonomie è già arruolata alla causa: «Decisamente sì — giura Nencini — altrimenti non avremmo fatto il gruppo assieme». L’esponente socialista è addirittura più ottimista. E ammette: «Io da tempo mi confronto con il senatore Paolo Naccarato». Che milita nel centrodestra con Gal.
E il Pdl? Non tutti ritengono che sia pronto a reggere alle tensioni: «Io ne ho viste tante, tutto può essere...», ammette Razzi. Via dell’Umiltà, comunque, non resterà a guardare. «Non credo che cadrà il governo — confida il senatore del Pdl Luigi Compagna — E poi scusate: se il Pd è l’aereo che bombarda, dalla nostra c’è Verdini, che in questa partita è la contraerea...».
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