Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 01/09/2013, 18:24
Gli ultimi giorni di Salò - 103
L’Italia di nuovo nel caos - 40
La guerra civile simulata - 38
Sul Fatto Quotidiano cartaceo, stamani è apparso questo articolo:
Pd, ore 15: resa dei conti su Violante e il suo “lodo”.
01/09/2013 di triskel182
DIECI SENATORI DEMOCRATICI CONVOCANO UN DIBATTITO PER PERMETTERGLI DI SPIEGARE LA POSIZIONE SUL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
Oggi metterà la testa nella bocca del leone, ovvero si spiegherà a parlamentari, dirigenti locali e militanti del Piemonte. Ma ieri ha già corretto la barra: perché la base è furibonda, e pure un bel pezzo di partito. Oggi pomeriggio Luciano Violante, padre dell’omonimo, presunto lodo (ovvero, sì al ricorso della giunta delle elezioni alla Consulta sulla decadenza di Berlusconi) racconterà la sua posizione in un incontro pubblico nella sede del Pd di Torino, a partire dalle 15. Dovrà precisare, perché ha fatto tanto rumore quell’intervista al Corriere della Sera del 26 agosto scorso, in cui sosteneva: “La Corte Costituzionale ha ritenuto che il procedimento davanti alla Giunta è di carattere giurisdizionale. Quindi la Giunta, se ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione di costituzionalità (sulla retroattività della legge Severino, ndr) alla Consulta”.
Questo è (o sarebbe) il lodo Violante, a cui si è subito aggrappato tanto Pdl. E che ai militanti democratici ha fatto venire l’ennesimo mal di pancia. Ieri l’ex presidente della Camera è intervenuto su l’Unità , precisando e smussando: “Non ho avanzato alcuna proposta, né tanto meno alcun lodo. Non ho proposto di sollevare l’eccezione di costituzionalità, né di votare contro la decadenza. Ho solo sostenuto che dev’essere la Giunta a valutare e che non va strattonata”. Violante però ripete: “La giunta deve garantire il diritto alla difesa di Berlusconi, come di qualsiasi persona”. Concetto che ripeterà oggi, nell’incontro convocato dai 10 dei 12 senatori Pd eletti in Piemonte. Il renziano Stefano Lepri e Nerina Dirindin non hanno sottoscritto la lettera di convocazione, in aperto dissenso. Ha firmato invece Enrico Buemi, membro della Giunta (socialista, eletto nella lista Pd). “Non si possono ignorare – scrivono i parlamentari – problematiche tecnico-giuridiche, sulle quali è in corso un ampio dibattito che coinvolge autorevoli giuristi e costituzionalisti. Particolarmente rilevanti sono le questioni sollevate da Luciano Violante”.
Certo, “le sue parole hanno suscitato forti reazioni critiche nel partito e nella sinistra”, ma “non può venir meno il rispetto verso chi è stato presidente della Camera, ed è considerato tra i più importanti costituzionalisti italiani”. Quindi, “incontro di discussione e confronto”. L’idea è venuta a Stefano Esposito, noto per la sua posizione pro-Tav: “Ho deciso martedì scorso, leggendo sul web una quantità enorme di insulti a Violante. Non sono d’accordo con lui, e non ho mai condiviso una sua battaglia politica. Ma merita rispetto, e poi questo partito deve tornare a discutere. Violante ha subito accettato, pur sapendo che non sarà una passeggiata”. Tira aria di processo. Ma Esposito nega: “Sarà un confronto serrato, ma qui nessuno deve processare nessuno”.
PER CAUTELARSI, Esposito ha evitato di tenerlo nella Festa Pd (“all’aperto il rischio di provocazioni c’era”). Nella sede saranno “100-150: se saremo di più apriremo le porte”. C’è chi ha interpretato la lettera come un’apertura delle colombe al lodo. Esposito nega: “Ci mancherebbe altro, voteremo tutti la decadenza”. Ma sul ricorso alla Consulta? “Parlo per me: se verrà sostenuto dalla maggioranza del governo Letta, in aula non lo voterò. Se dovesse essere sostenuto anche da Sel, invece, potrei dire sì”.
Da Il Fatto Quotidiano del 01/09/2013.
L’Italia di nuovo nel caos - 40
La guerra civile simulata - 38
Sul Fatto Quotidiano cartaceo, stamani è apparso questo articolo:
Pd, ore 15: resa dei conti su Violante e il suo “lodo”.
01/09/2013 di triskel182
DIECI SENATORI DEMOCRATICI CONVOCANO UN DIBATTITO PER PERMETTERGLI DI SPIEGARE LA POSIZIONE SUL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
Oggi metterà la testa nella bocca del leone, ovvero si spiegherà a parlamentari, dirigenti locali e militanti del Piemonte. Ma ieri ha già corretto la barra: perché la base è furibonda, e pure un bel pezzo di partito. Oggi pomeriggio Luciano Violante, padre dell’omonimo, presunto lodo (ovvero, sì al ricorso della giunta delle elezioni alla Consulta sulla decadenza di Berlusconi) racconterà la sua posizione in un incontro pubblico nella sede del Pd di Torino, a partire dalle 15. Dovrà precisare, perché ha fatto tanto rumore quell’intervista al Corriere della Sera del 26 agosto scorso, in cui sosteneva: “La Corte Costituzionale ha ritenuto che il procedimento davanti alla Giunta è di carattere giurisdizionale. Quindi la Giunta, se ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione di costituzionalità (sulla retroattività della legge Severino, ndr) alla Consulta”.
Questo è (o sarebbe) il lodo Violante, a cui si è subito aggrappato tanto Pdl. E che ai militanti democratici ha fatto venire l’ennesimo mal di pancia. Ieri l’ex presidente della Camera è intervenuto su l’Unità , precisando e smussando: “Non ho avanzato alcuna proposta, né tanto meno alcun lodo. Non ho proposto di sollevare l’eccezione di costituzionalità, né di votare contro la decadenza. Ho solo sostenuto che dev’essere la Giunta a valutare e che non va strattonata”. Violante però ripete: “La giunta deve garantire il diritto alla difesa di Berlusconi, come di qualsiasi persona”. Concetto che ripeterà oggi, nell’incontro convocato dai 10 dei 12 senatori Pd eletti in Piemonte. Il renziano Stefano Lepri e Nerina Dirindin non hanno sottoscritto la lettera di convocazione, in aperto dissenso. Ha firmato invece Enrico Buemi, membro della Giunta (socialista, eletto nella lista Pd). “Non si possono ignorare – scrivono i parlamentari – problematiche tecnico-giuridiche, sulle quali è in corso un ampio dibattito che coinvolge autorevoli giuristi e costituzionalisti. Particolarmente rilevanti sono le questioni sollevate da Luciano Violante”.
Certo, “le sue parole hanno suscitato forti reazioni critiche nel partito e nella sinistra”, ma “non può venir meno il rispetto verso chi è stato presidente della Camera, ed è considerato tra i più importanti costituzionalisti italiani”. Quindi, “incontro di discussione e confronto”. L’idea è venuta a Stefano Esposito, noto per la sua posizione pro-Tav: “Ho deciso martedì scorso, leggendo sul web una quantità enorme di insulti a Violante. Non sono d’accordo con lui, e non ho mai condiviso una sua battaglia politica. Ma merita rispetto, e poi questo partito deve tornare a discutere. Violante ha subito accettato, pur sapendo che non sarà una passeggiata”. Tira aria di processo. Ma Esposito nega: “Sarà un confronto serrato, ma qui nessuno deve processare nessuno”.
PER CAUTELARSI, Esposito ha evitato di tenerlo nella Festa Pd (“all’aperto il rischio di provocazioni c’era”). Nella sede saranno “100-150: se saremo di più apriremo le porte”. C’è chi ha interpretato la lettera come un’apertura delle colombe al lodo. Esposito nega: “Ci mancherebbe altro, voteremo tutti la decadenza”. Ma sul ricorso alla Consulta? “Parlo per me: se verrà sostenuto dalla maggioranza del governo Letta, in aula non lo voterò. Se dovesse essere sostenuto anche da Sel, invece, potrei dire sì”.
Da Il Fatto Quotidiano del 01/09/2013.