Sicilia, dopo Baudo il Pd pensa a Riotta
Le elezioni regionali siciliane potrebbero essere fissate nel prossimo autunno. Gli schieramenti muovono le loro pedine. Tra afa e ipotesi irreali.
martedì 7 agosto 2012 23:24
di Tancredi Omodei
Dopo Pippo Baudo, Gianni Riotta. Il Pd siciliano, in stato confusionale, sembra come chi è negato ai fornelli, e ai fornelli si mette per tentare un impossibile manicaretto. È questa l'ultima di un partito che in Sicilia sembra avere al timone un comandante avuto in prestito dalla Costa Crociere. Il partito di Bersani in Sicilia starebbe, dunque, pensando all'ex direttore del Tg1 e del Sole24Ore come possibile candidato alla Presidenza della Regione. L'indiscrezione, dopo il "no" del segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni. Da qui l'idea di guardare fuori per tentare di superare le profonde difficoltà interne dopo l'esperienza Lombardo, e tentare di raccogliere l'adesione dell'Udc. Quella di Riotta è solo una indiscrezione, una delle tante, in un partito che sembra raccolto attorno ad un tavolo, con un gran mal di testa che non si riesce a governare. E tutti lì, a mettere sul tavolo, una dietro l'altra, candidature. Più improbabile è la candidatura, più possibilità ha di far luccicare gli occhi arrossati dalla stanchezza e dallo smarrimento. Come si sa, Baudo ha risposto con dignità: non è il mio mestiere, grazie. Io so fare televisione e quella voglio fare.
In attesa di sentire la campana di Riotta, il tempo passa è la situazione si fa sempre più pesante, anche perché l'ex sindaco di Gela ed europarlamentare, Rosario Crocetta è stato chiaro: è candidato, o per il PD se il PD vorrà fare primarie che Crocetta ritiene di vincere, o senza primarie e senza PD. Nel frattempo, il Pd naviga a vista. A vista degli scogli, è meglio dire, come la Concordia. L' indiscrezione di una candidatura Riotta non cancella le altre ipotesi ancora sul tappeto, come l'idea della candidatura di Gianpiero D'Alia, Udc. Ma l'uomo di Casini dovrebbe sempre fare i conti con Rosario Crocetta, che sta guadagnando consensi giorno dopo giorno, anche all'interno del Partito Democratico. E Crocetta è un tipo tosto, lo è stato quando aveva da contrastare la mafia, lo è adesso impegnato a contrastare altari e altarini che non vogliono cedere spazio e potere. In queste condizioni, il PD è un partito che potrebbe trovarsi nella condizione di dover ingoiare il rospo Crocetta. Crocetta ha ragione, il PD non ha proprio voglia di primarie. Vista l'esperienza, alla parola "primarie" il Pd deve fare ricorso al dermatologo per una esplosione di orticaria. Ancor di più se, come pare, la data delle elezioni verrà ulteriormente anticipata al 7 ottobre . Se davvero Lombardo deciderà per i primi giorni di ottobre, ci si troverebbe a due mesi esatti dalle urne, quasi in campagna elettorale. A pensarci, per come è finita, Lombardo ha tutto l'interesse a mettere in difficoltà chi ha segnato la fine della guida del leader dell'Mpa al vertice della Regione. Mi avete cacciato, ben vi sta, eccovi le elezioni, vediamo come ve la cavate. In sintesi, Lombardo potrebbe ragionare così. La verità è che, alla fine il PD dopo tanto viaggiare da un'ipotesi all'altra, potrebbe approdare nella spiaggia sotto casa e scegliere di candidare il segretario regionale, Lupo. Candidatura esile e fragile che spalancherebbe la porta di Palazzo d'Orleans a Crocetta.
In tutto questo, c'è da capire cosa farà Raffaele Lombardo. Potrebbe decidere di puntare su Rosario Crocetta, se l'ex sindaco di Gela corresse da solo e in funzione anti PD. Peraltro, seppure Crocetta non ha risparmiato parole dure a Lombardo, non ha mancato di rendergli l'onore delle armi per dimissioni che pure poteva non dare, come ha scelto di fare, in Lombardia, Formigoni. Da sinistra a destra, iniziando da un uomo Fli. Un candidato c'è già: è Fabio Granata, che ha ipotizzato un "Polo per la legalità" con l'Idv di Di Pietro e Orlando. Un'idea ritenuta però azzardata dal suo partito. Ricordiamoci che le forze politiche devono fare i conti con la soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale. Per questo, ci potremmo trovare di fronte ad una formazione composta, da un lato, dal solo Mpa; dall'altro da Fli, Api e Mps insieme. Nel frattempo, però, da decifrare le recenti parole di apprezzamento di Rutelli per Crocetta: non capisco perché il PD lo avversi così tanto, ha detto nel corso di un passaggio in Sicilia.
Veniamo al Pdl. Il partito di Alfano sta lavorando a due ipotesi. La prima è quella di Gianfranco Micciché, una candidatura forte, e in grado di convogliare i voti di "Grande Sud", la forza politica fondata da Micciché dopo lo strappo con il Pdl. Micciché potrebbe decidere di puntare alla Presidenza anche da solo, se all'interno del Pdl vincesse la ritrosia a riaprire le porte all'ex fedelissimo di Berlusconi. A quel punto al Pdl resterebbe la vecchia idea di puntare sul rettore dell'Università di Palermo, Lagalla. Un candidato che potrebbe far rientrare la "fronda" della Sicilia orientale e di altre frammentazioni dell'universo berlusconiano.
"Se non scegliamo entro il 15 agosto, meglio non presentare nostri candidati alle elezioni", ha detto il Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio. Lui è un possibile candidato, e vorrebbe che qualcuno lo invitasse al gran passo stendendogli un tappeto rosso innanzi. A fargli da spalla, i giovani del Pdl che si sono rivolti al segretario, Angelino Alfano. Ci vuole un candidato interno, forte e autorevole - è il loro messaggio - un candidato che non sia frutto di minacce personali ("o candidato, o vado via"). E per dare ragione alla loro richiesta fanno l'esempio rovinoso delle comunali di Palermo, con un candidato strappato all'Udc e proposto alla città solo per la giovane età. Risultato, un fallimento. Fallimento da non ripetere, sembrano dire, anche in considerazione delle difficoltà degli altri.
http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... a-a-Riotta