PARLAMENTO EUROPEO
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Italia ed Europa, il 25 maggio si volta comunque pagina
di Fabio Marcelli |
17 maggio 2014Commenti (18)
I recenti arresti dell’esponente del Pd messinese Genovese, di alcuni degli anelli di congiunzione fra sistema politico e criminalità organizzata (Dell’Utri e Scajola), e dei tangentari incredibilmente redivivi a vent’anni e più di distanza (Greganti, Frigerio e C.) gettano una luce veritiera su quello che, da tempo, è diventato il sistema politico italiano. A questi importanti episodi di cronaca politico-giudiziaria si accompagna il pervicace sforzo del governo Renzi-Alfano-Berlusconi di liquidare la Costituzione italiana e lo Stato di diritto, insieme alla rappresentanza politica dei cittadini e a quanto resta (molto poco) dei diritti dei lavoratori.
Il tutto risponde a un disegno organico, per quanto estremamente miope e precario. A questa classe politica, privata di ogni capacità di indirizzo dell’economia per effetto dello spostamento del potere reale verso l’Europa e i centri di potere finanziario, non resta che continuare ad operare sconsiderate privatizzazioni (da ultimo perfino le Poste) e promuovere grandi opere inutili, come la Tav, e grandi eventi altrettanto inutili come Expo 2015. Si sperperano miliardi e si costringono al lavoro schiavistico e non retribuito i precari: da questo punto di vista la vicenda dell’Expo è esemplare.
Il tutto al fine di “fare cassa”. Fare cassa per l’erario, dissanguato dall’evasione fiscale, da un sistema impositivo iniquo e non conforme all’art. 53 della Costituzione, da una spesa pubblica scarsamente efficiente e in buona parte destinata a soddisfare gli appetiti infiniti delle cricche (da ultimo si segnala, con l’Espresso di questa settimana, l’affitto da parte dell’Agenzia delle Entrate di un deposito di 50mila metri quadri di proprietà di una signora vicina al potere politico e allo stesso direttore dell’Agenzia Befera, per la modica somma di 50 milioni di euro). Fare cassa, mediante il sistema delle tangenti, per i partiti e i centri e centrini di potere, o anche solo i singoli. Dalla mignottocrazia di berlusconiana memoria siamo passati alla mignattocrazia, centinaia di parassiti che succhiano la linfa vitale della Repubblica per alimentare i loro conti in banca ed oscuri traffici.
Inutile nominare un giurista stimato come Cantone a vigilare sulle tangenti, quando in tutti questi anni, da Tangentopoli in poi, la classe politica ha fatto di tutto per manomettere e sabotare il sistema normativo destinato a prevenire la corruzione. Lo stesso Cantone peraltro ha denunciato con chiarezza l’inutilità della legge anticorruzione esistente e quella di operare, con logica tipicamente renziana di immagine e fumo senza arrosto, in relazione a singoli episodi, come l’Expo, senza adottare misure di carattere generale.
Per dare un futuro all’Italia dobbiamo liberarci di questa classe politica parassitaria e incapace, e delle sue appendici: alti burocrati civili e militari, imprenditori privi di spirito imprenditoriale e che vivono solo sullo sfruttamento accanito dei lavoratori e i fondi pubblici, salvo trasferire armi e bagagli all’estero quando gli conviene. Marchionne docet.
Oggi questa classe politica sta mettendo in atto l’ennesima sceneggiata, per far credere, dopo che da sempre è bovinamente subalterna ai diktat economici della Germania e della finanza, di essere critica nei confronti di questa Europa. Si va dal guitto Renzi che riscopre nientemeno che l’invettiva contro le banche, dopo averle favorite in tutti i modi a livello sia nazionale che europeo, ad Alfano che addossa sull’Europa tutte le responsabilità dello sterminio dei migranti periti in mare, all’incredibile faccia tosta di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che si riscoprono antieuropeisti per cavalcare opportunisticamente la giusta indignazione contro questa Europa.
Ma la gente non è stupida. Un neoliberista onesto e di una certa levatura intellettuale come Zingales ha affermato giustamente che solo Lista Tsipras e Verdi rappresentano un’alternativa radicale a questa visione di Europa. Aggiungiamo, sul piano nazionale, il Movimento Cinque Stelle che, sia pure non senza qualche contraddizione, sta dando voce all’indignazione degli italiani, e al cui interno operano forze vive e importanti che bisogna augurarsi prevalgano nel Movimento e con le quali è indispensabile cooperare per il bene comune.
Il 25 maggio si volta comunque pagina. I popoli europei, e fra di essi il popolo italiano, non si arrendono alla mignattocrazia in tutte le sue forme, da quelle tipicamente italiane (ma non solo) della corruzione e dell’accordo con la criminalità, a quelle europee e globali della subalternità alla finanza parassitaria.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... na/988855/
di Fabio Marcelli |
17 maggio 2014Commenti (18)
I recenti arresti dell’esponente del Pd messinese Genovese, di alcuni degli anelli di congiunzione fra sistema politico e criminalità organizzata (Dell’Utri e Scajola), e dei tangentari incredibilmente redivivi a vent’anni e più di distanza (Greganti, Frigerio e C.) gettano una luce veritiera su quello che, da tempo, è diventato il sistema politico italiano. A questi importanti episodi di cronaca politico-giudiziaria si accompagna il pervicace sforzo del governo Renzi-Alfano-Berlusconi di liquidare la Costituzione italiana e lo Stato di diritto, insieme alla rappresentanza politica dei cittadini e a quanto resta (molto poco) dei diritti dei lavoratori.
Il tutto risponde a un disegno organico, per quanto estremamente miope e precario. A questa classe politica, privata di ogni capacità di indirizzo dell’economia per effetto dello spostamento del potere reale verso l’Europa e i centri di potere finanziario, non resta che continuare ad operare sconsiderate privatizzazioni (da ultimo perfino le Poste) e promuovere grandi opere inutili, come la Tav, e grandi eventi altrettanto inutili come Expo 2015. Si sperperano miliardi e si costringono al lavoro schiavistico e non retribuito i precari: da questo punto di vista la vicenda dell’Expo è esemplare.
Il tutto al fine di “fare cassa”. Fare cassa per l’erario, dissanguato dall’evasione fiscale, da un sistema impositivo iniquo e non conforme all’art. 53 della Costituzione, da una spesa pubblica scarsamente efficiente e in buona parte destinata a soddisfare gli appetiti infiniti delle cricche (da ultimo si segnala, con l’Espresso di questa settimana, l’affitto da parte dell’Agenzia delle Entrate di un deposito di 50mila metri quadri di proprietà di una signora vicina al potere politico e allo stesso direttore dell’Agenzia Befera, per la modica somma di 50 milioni di euro). Fare cassa, mediante il sistema delle tangenti, per i partiti e i centri e centrini di potere, o anche solo i singoli. Dalla mignottocrazia di berlusconiana memoria siamo passati alla mignattocrazia, centinaia di parassiti che succhiano la linfa vitale della Repubblica per alimentare i loro conti in banca ed oscuri traffici.
Inutile nominare un giurista stimato come Cantone a vigilare sulle tangenti, quando in tutti questi anni, da Tangentopoli in poi, la classe politica ha fatto di tutto per manomettere e sabotare il sistema normativo destinato a prevenire la corruzione. Lo stesso Cantone peraltro ha denunciato con chiarezza l’inutilità della legge anticorruzione esistente e quella di operare, con logica tipicamente renziana di immagine e fumo senza arrosto, in relazione a singoli episodi, come l’Expo, senza adottare misure di carattere generale.
Per dare un futuro all’Italia dobbiamo liberarci di questa classe politica parassitaria e incapace, e delle sue appendici: alti burocrati civili e militari, imprenditori privi di spirito imprenditoriale e che vivono solo sullo sfruttamento accanito dei lavoratori e i fondi pubblici, salvo trasferire armi e bagagli all’estero quando gli conviene. Marchionne docet.
Oggi questa classe politica sta mettendo in atto l’ennesima sceneggiata, per far credere, dopo che da sempre è bovinamente subalterna ai diktat economici della Germania e della finanza, di essere critica nei confronti di questa Europa. Si va dal guitto Renzi che riscopre nientemeno che l’invettiva contro le banche, dopo averle favorite in tutti i modi a livello sia nazionale che europeo, ad Alfano che addossa sull’Europa tutte le responsabilità dello sterminio dei migranti periti in mare, all’incredibile faccia tosta di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che si riscoprono antieuropeisti per cavalcare opportunisticamente la giusta indignazione contro questa Europa.
Ma la gente non è stupida. Un neoliberista onesto e di una certa levatura intellettuale come Zingales ha affermato giustamente che solo Lista Tsipras e Verdi rappresentano un’alternativa radicale a questa visione di Europa. Aggiungiamo, sul piano nazionale, il Movimento Cinque Stelle che, sia pure non senza qualche contraddizione, sta dando voce all’indignazione degli italiani, e al cui interno operano forze vive e importanti che bisogna augurarsi prevalgano nel Movimento e con le quali è indispensabile cooperare per il bene comune.
Il 25 maggio si volta comunque pagina. I popoli europei, e fra di essi il popolo italiano, non si arrendono alla mignattocrazia in tutte le sue forme, da quelle tipicamente italiane (ma non solo) della corruzione e dell’accordo con la criminalità, a quelle europee e globali della subalternità alla finanza parassitaria.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... na/988855/
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
ANCORA NON è TUTTO CHIARO
Chi deciderà davvero il nuovo presidente della Commissione europea? I leader dei gruppi e partiti politici europei non hanno dubbi: sarà uno dei cinque candidati che si sono affrontati nei dibattiti pubblici di maggio. Ma Herman Van Rompuy ha recentemente detto che il nuovo numero uno dell’esecutivo comunitario potrebbe essere un “outsider”. Tutto dipenderà dall’esito delle elezioni europee del 22-25 maggio. Una cosa è sicura: la decisione finale sarà presa a tavola.
Per la prima volta nella storia delle elezioni europee, i partiti politici europei hanno presentato un loro candidato: Martin Schulz (socialisti), Jean-Claude Juncker (popolari), Guy Verhofstadt (liberali), Alexis Tsipras (sinistra), Ska Keller e José Bové (verdi). In teoria il nuovo presidente della Commissione europea dovrebbe essere il candidato della famiglia politica che vince le elezioni a livello europeo, quindi o Schulz o Juncker – ad oggi i popolari sono dati in vantaggio di tre seggi. Ecco che, nel tentativo di coinvolgere l’elettore europeo in una campagna transnazionale, sono stati organizzati vari dibattiti pubblici, l’ultimo lo scorso 15 maggio a Bruxelles.
Ma siamo proprio sicuri che a sedersi sulla poltrona più importante del Berlaymont (l’edificio principale della Commissione) sia uno di loro? I trattati Ue parlano chiaro: a nominare il presidente della Commissione è il Consiglio europeo (riunione dei capi di Stato e di Governo) che deve tenere in considerazione l’esito delle elezioni. Successivamente il Parlamento europeo approva o meno il nome proposto. Insomma, nessun obbligo esplicito, ma solo un’indicazione di metodo.
Ed è proprio sul “metodo” che a Bruxelles si profila uno scontro istituzionale. I capi di Stato sanno benissimo che nominare una persona che non sia uno dei cinque candidati sarebbe un sonoro schiaffo al Parlamento europeo. Ecco che per loro è fondamentale essere i primi a puntare il dito sul vincitore. E visto che certe decisioni è meglio prenderle a stomaco pieno, è stata convocata “una cena informale” a Bruxelles la sera di martedì 27 maggio.
Ma il Parlamento europeo non ci sta a farsi bruciare sul tempo. Ecco che per ribadire il suo ruolo centrale nell’intera procedura di nomina e dare un segnale in vista della prossima legislatura – all’insegna del solito braccio di ferro tra metodo comunitario e intergovernativo – ha risposto convocando un incontro eccezionale tra i presidenti dei gruppi politici, sempre a Bruxelles e sempre a tavola, con un “pranzo informale” concordato per lo stesso giorno.
A cena la padrona di casa simbolica è Angela Merkel. “Occorreranno alcune settimane per prendere le decisioni necessarie”, ha detto recentemente la Cancelliera, con il chiaro intento di frenare la spinta presidenzialista del duo Juncker-Schulz e riaffermare la supremazia dei governi nazionali – i principali mandanti dell’austerity europea. “Cercheremo di fare di tutto per rispettare il voto degli elettori ma ci sono una serie di questioni da chiarire”, ha poi aggiunto. Il presidente del Consiglio europeo, il belga Herman Van Rompuy, si è spinto addirittura oltre ipotizzando, durante un dibattito alla tv fiamminga Vrt, che a salire alla Ce possa essere “un outsider”. Tra i nomi che circolano a Bruxelles, la direttrice del Fmi Christine Lagarde, la premier danese Helle Thornig-Schmidt e il finlandese Jyrki Katainen.
Eppure Schulz e Juncker lo hanno detto a più riprese e a chiare lettere: qualsiasi nome al di fuori della rosa dei cinque candidati sarà rigettato dal Parlamento europeo nella seconda plenaria di luglio. Insomma, sia il pranzo che la cena del 27 si preannunciano tutt’altro che frugali
DA iL FATTO Q
Chi deciderà davvero il nuovo presidente della Commissione europea? I leader dei gruppi e partiti politici europei non hanno dubbi: sarà uno dei cinque candidati che si sono affrontati nei dibattiti pubblici di maggio. Ma Herman Van Rompuy ha recentemente detto che il nuovo numero uno dell’esecutivo comunitario potrebbe essere un “outsider”. Tutto dipenderà dall’esito delle elezioni europee del 22-25 maggio. Una cosa è sicura: la decisione finale sarà presa a tavola.
Per la prima volta nella storia delle elezioni europee, i partiti politici europei hanno presentato un loro candidato: Martin Schulz (socialisti), Jean-Claude Juncker (popolari), Guy Verhofstadt (liberali), Alexis Tsipras (sinistra), Ska Keller e José Bové (verdi). In teoria il nuovo presidente della Commissione europea dovrebbe essere il candidato della famiglia politica che vince le elezioni a livello europeo, quindi o Schulz o Juncker – ad oggi i popolari sono dati in vantaggio di tre seggi. Ecco che, nel tentativo di coinvolgere l’elettore europeo in una campagna transnazionale, sono stati organizzati vari dibattiti pubblici, l’ultimo lo scorso 15 maggio a Bruxelles.
Ma siamo proprio sicuri che a sedersi sulla poltrona più importante del Berlaymont (l’edificio principale della Commissione) sia uno di loro? I trattati Ue parlano chiaro: a nominare il presidente della Commissione è il Consiglio europeo (riunione dei capi di Stato e di Governo) che deve tenere in considerazione l’esito delle elezioni. Successivamente il Parlamento europeo approva o meno il nome proposto. Insomma, nessun obbligo esplicito, ma solo un’indicazione di metodo.
Ed è proprio sul “metodo” che a Bruxelles si profila uno scontro istituzionale. I capi di Stato sanno benissimo che nominare una persona che non sia uno dei cinque candidati sarebbe un sonoro schiaffo al Parlamento europeo. Ecco che per loro è fondamentale essere i primi a puntare il dito sul vincitore. E visto che certe decisioni è meglio prenderle a stomaco pieno, è stata convocata “una cena informale” a Bruxelles la sera di martedì 27 maggio.
Ma il Parlamento europeo non ci sta a farsi bruciare sul tempo. Ecco che per ribadire il suo ruolo centrale nell’intera procedura di nomina e dare un segnale in vista della prossima legislatura – all’insegna del solito braccio di ferro tra metodo comunitario e intergovernativo – ha risposto convocando un incontro eccezionale tra i presidenti dei gruppi politici, sempre a Bruxelles e sempre a tavola, con un “pranzo informale” concordato per lo stesso giorno.
A cena la padrona di casa simbolica è Angela Merkel. “Occorreranno alcune settimane per prendere le decisioni necessarie”, ha detto recentemente la Cancelliera, con il chiaro intento di frenare la spinta presidenzialista del duo Juncker-Schulz e riaffermare la supremazia dei governi nazionali – i principali mandanti dell’austerity europea. “Cercheremo di fare di tutto per rispettare il voto degli elettori ma ci sono una serie di questioni da chiarire”, ha poi aggiunto. Il presidente del Consiglio europeo, il belga Herman Van Rompuy, si è spinto addirittura oltre ipotizzando, durante un dibattito alla tv fiamminga Vrt, che a salire alla Ce possa essere “un outsider”. Tra i nomi che circolano a Bruxelles, la direttrice del Fmi Christine Lagarde, la premier danese Helle Thornig-Schmidt e il finlandese Jyrki Katainen.
Eppure Schulz e Juncker lo hanno detto a più riprese e a chiare lettere: qualsiasi nome al di fuori della rosa dei cinque candidati sarà rigettato dal Parlamento europeo nella seconda plenaria di luglio. Insomma, sia il pranzo che la cena del 27 si preannunciano tutt’altro che frugali
DA iL FATTO Q
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Sono impazziti o sono io che non capisco un c.....?
E' questa l'Europa che deve essere votata?
PIÙ PIL PER TUTTI
Pil, da ottobre anche droga, prostituzione e contrabbando
22 maggio 2014
Se da ottobre 2014 vedremo crescere il Prodotto interno lordo italiano sarà grazie allo spaccio, alla prostituzione e al contrabbando ad esempio di sigarette e armi. Un "grazie" andrà rivolto anche al nuovo sistema di rilevazione dell'indicatore economico che cambierà i criteri di rilevazione. In una nota dell'Istat è stata annunciata una vera e propria rivoluzione del calcolo della ricchezza che terrà conto, almeno in parte, di quell'economia sommersa finora esclusa.
Renzi può gongolare - Il Pil sarà ricalcolato dal 1995 a oggi e avrà un effetto positivo sul rapporto con il deficit e con il debito. Con i nuovi criteri aumenterà la cifra del Prodotto interno lordo, quindi il denominatore, il che vuol dire che i rapporti scenderanno e daranno respiro ai governi europei sotto l'occhio vigile di Bruxelles. E quello italiano non fa eccezione. Una mossa che serve a dare una spinta all'euro, la moneta unica da tempo nel mirino, sempre più debole e sempre più invisa alla popolazione del Vecchio Continente.
Quanto crescerà - Nel 2013 il valore del Prodotto interno lordo italiano è stato di 1.560 miliardi di euro. Di quanto potrà aumentare questo dato con la rivalutazione del nuovo sistema? Secondo gli esperti è difficile da stabilire. Una prima stima è stata già fatta dalla Commissione europea il 16 gennaio scorso: per il Pil europeo si parla di una crescita del dato di 2,4%, per quello italiano la cifra oscilla tra l'1 e il 2%. Sono valori in forma assoluta da non confondere con quelli delle previsioni di crescita, calcolati come variazioni rispetto all'anno precedente. L'obiettivo italiano dichiarato nel Documento di economia e finanza è di crescere dello 0,8% e tanto rimane.
Rivoluzione a tre strati - Le novità introdotte dal Sistema europeo dei conti nazionali e regionali del 2010 (Sec2010), spiega l'Istat nella nota, riguarderanno la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo, sia quelle effettuate dalle imprese private che dalle amministrazioni pubbliche. Saranno considerati investimenti, e non più consumi intermedi, i costi sostenuti dalle Pa per l'acquisto di armi, saranno quindi contabilizzati gli ammortamenti relativi agli acquisti e questo farà aumentare il valore aggiunto della spesa. Nuovo metodo infine per la stima degli scambi con l'estero di merci che devono essere lavorate: non sarà più calcolato il valore dei beni scambiati, ma quello del servizio di trasformazione.
Droga e prostitute - L'elemento di maggiore novità, al netto dei tecnicismi, riguarderà l'inserimento nei conti delle attività illegali: "In ottemperanza al principio di esaustività" dice l'Istat: insomma le stime dovranno tenere conto di tutte le attività che producono reddito, che siano queste legali o no. Tutti gli stati europei inseriranno nel calcolo del proprio Pil una stima delle attività criminali in modo "coerente con le linee guida stabilite da Eurostat". Tra queste ci saranno "il traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)".
http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... droga.html
E' questa l'Europa che deve essere votata?
PIÙ PIL PER TUTTI
Pil, da ottobre anche droga, prostituzione e contrabbando
22 maggio 2014
Se da ottobre 2014 vedremo crescere il Prodotto interno lordo italiano sarà grazie allo spaccio, alla prostituzione e al contrabbando ad esempio di sigarette e armi. Un "grazie" andrà rivolto anche al nuovo sistema di rilevazione dell'indicatore economico che cambierà i criteri di rilevazione. In una nota dell'Istat è stata annunciata una vera e propria rivoluzione del calcolo della ricchezza che terrà conto, almeno in parte, di quell'economia sommersa finora esclusa.
Renzi può gongolare - Il Pil sarà ricalcolato dal 1995 a oggi e avrà un effetto positivo sul rapporto con il deficit e con il debito. Con i nuovi criteri aumenterà la cifra del Prodotto interno lordo, quindi il denominatore, il che vuol dire che i rapporti scenderanno e daranno respiro ai governi europei sotto l'occhio vigile di Bruxelles. E quello italiano non fa eccezione. Una mossa che serve a dare una spinta all'euro, la moneta unica da tempo nel mirino, sempre più debole e sempre più invisa alla popolazione del Vecchio Continente.
Quanto crescerà - Nel 2013 il valore del Prodotto interno lordo italiano è stato di 1.560 miliardi di euro. Di quanto potrà aumentare questo dato con la rivalutazione del nuovo sistema? Secondo gli esperti è difficile da stabilire. Una prima stima è stata già fatta dalla Commissione europea il 16 gennaio scorso: per il Pil europeo si parla di una crescita del dato di 2,4%, per quello italiano la cifra oscilla tra l'1 e il 2%. Sono valori in forma assoluta da non confondere con quelli delle previsioni di crescita, calcolati come variazioni rispetto all'anno precedente. L'obiettivo italiano dichiarato nel Documento di economia e finanza è di crescere dello 0,8% e tanto rimane.
Rivoluzione a tre strati - Le novità introdotte dal Sistema europeo dei conti nazionali e regionali del 2010 (Sec2010), spiega l'Istat nella nota, riguarderanno la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo, sia quelle effettuate dalle imprese private che dalle amministrazioni pubbliche. Saranno considerati investimenti, e non più consumi intermedi, i costi sostenuti dalle Pa per l'acquisto di armi, saranno quindi contabilizzati gli ammortamenti relativi agli acquisti e questo farà aumentare il valore aggiunto della spesa. Nuovo metodo infine per la stima degli scambi con l'estero di merci che devono essere lavorate: non sarà più calcolato il valore dei beni scambiati, ma quello del servizio di trasformazione.
Droga e prostitute - L'elemento di maggiore novità, al netto dei tecnicismi, riguarderà l'inserimento nei conti delle attività illegali: "In ottemperanza al principio di esaustività" dice l'Istat: insomma le stime dovranno tenere conto di tutte le attività che producono reddito, che siano queste legali o no. Tutti gli stati europei inseriranno nel calcolo del proprio Pil una stima delle attività criminali in modo "coerente con le linee guida stabilite da Eurostat". Tra queste ci saranno "il traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)".
http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... droga.html
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Elezioni europee 2014, affluenza ore 19 oltre il 43 per cento
Il sito del ministero dell'Interno rende noto i dati di affluenza: alle 12 per le europee 16,67%; per le comunali 22,3%: per le regionali in Abruzzo 15,9%; per quelle in Piemonte il 19,7%
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 maggio 2014Commenti (1510)
Elezioni
Gli italiani che alle 12 si sono recati ai seggi per votare sono stati il 16,67 per cento degli aventi diritto. E’ questo il dato reso noto dal ministero dell’Interno rispetto all’affluenza per le elezioni europee 2014. La regione con l’affluenza più alta è stata l’Emilia Romagna con il 23,56%, la più bassa la Sicilia con il 9,34%. Alle ultime elezioni europee del 2009, in cui si votava due giorni, nella prima rilevazione delle 22 del primo giorno l’affluenza era al 17,82%, a mezzogiorno del secondo giorno al 30,68%.
I seggi sono aperti da stamattina alle 7 e chiuderanno alle 23. Sono poco più di 43 milioni e 300mila (23.757.151 uomini e 25.615.993 donne) gli italiani chiamati a scegliere i 73 europarlamentari. Per Abruzzo e Piemonte si vota anche per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Regione. Infine, sono quasi 4mila i Comuni chiamati alle urne per eleggere le proprie amministrazioni: sono 3.901 nelle regioni a statuto ordinario, 131 in Friuli Venezia Giulia, 37 in Sicilia e 18 in Sardegna. I comuni capoluoghi di provincia chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale sono Biella, Verbania, Vercelli, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Ferrara, Forlì, Modena, Reggio Emilia, Firenze, Livorno, Prato, Perugia, Terni, Ascoli Piceno, Pesaro, Pescara, Teramo, Campobasso, Bari, Foggia, Potenza, Caltanissetta, Sassari, Tortolì.
AMMINISTRATIVE - Fino alle 12 di oggi, l’affluenza per le regionali in Abruzzo è stata del 15,9%. A L’Aquila ha votato il 12,9% degli elettori. Per le elezioni europee alle ore 12 di oggi ha votato in Abruzzo il 16,6% degli elettori. Per quanto riguarda invece le regionali in Piemonte l’affluenza, alla stessa ora, è stata del 19,7%. A Torino, sempre per le regionali, ha votato il 16,5%. Per le elezioni europee alle ore 12 di oggi ha votato in Piemonte il 19,9% degli elettori.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... to/999277/
Il sito del ministero dell'Interno rende noto i dati di affluenza: alle 12 per le europee 16,67%; per le comunali 22,3%: per le regionali in Abruzzo 15,9%; per quelle in Piemonte il 19,7%
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 maggio 2014Commenti (1510)
Elezioni
Gli italiani che alle 12 si sono recati ai seggi per votare sono stati il 16,67 per cento degli aventi diritto. E’ questo il dato reso noto dal ministero dell’Interno rispetto all’affluenza per le elezioni europee 2014. La regione con l’affluenza più alta è stata l’Emilia Romagna con il 23,56%, la più bassa la Sicilia con il 9,34%. Alle ultime elezioni europee del 2009, in cui si votava due giorni, nella prima rilevazione delle 22 del primo giorno l’affluenza era al 17,82%, a mezzogiorno del secondo giorno al 30,68%.
I seggi sono aperti da stamattina alle 7 e chiuderanno alle 23. Sono poco più di 43 milioni e 300mila (23.757.151 uomini e 25.615.993 donne) gli italiani chiamati a scegliere i 73 europarlamentari. Per Abruzzo e Piemonte si vota anche per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Regione. Infine, sono quasi 4mila i Comuni chiamati alle urne per eleggere le proprie amministrazioni: sono 3.901 nelle regioni a statuto ordinario, 131 in Friuli Venezia Giulia, 37 in Sicilia e 18 in Sardegna. I comuni capoluoghi di provincia chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale sono Biella, Verbania, Vercelli, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Ferrara, Forlì, Modena, Reggio Emilia, Firenze, Livorno, Prato, Perugia, Terni, Ascoli Piceno, Pesaro, Pescara, Teramo, Campobasso, Bari, Foggia, Potenza, Caltanissetta, Sassari, Tortolì.
AMMINISTRATIVE - Fino alle 12 di oggi, l’affluenza per le regionali in Abruzzo è stata del 15,9%. A L’Aquila ha votato il 12,9% degli elettori. Per le elezioni europee alle ore 12 di oggi ha votato in Abruzzo il 16,6% degli elettori. Per quanto riguarda invece le regionali in Piemonte l’affluenza, alla stessa ora, è stata del 19,7%. A Torino, sempre per le regionali, ha votato il 16,5%. Per le elezioni europee alle ore 12 di oggi ha votato in Piemonte il 19,9% degli elettori.
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Certo che per omogeneità di dati siamo speciali.
Da Dagospia.
1. RITORNO AL VOTO RISPETTO AL RECORD DI BASSA AFFLUENZA RAGGIUNTO NEL 2009. IN ITALIA ALLE 19 AFFLUENZA AL 34,83%, IN FRANCIA HA VOTATO FINORA OLTRE IL 35% DEGLI ELETTORI. IN GERMANIA È ANDATO ALLE URNE IL 25,6%. LA CDU DI ANGELA MERKEL, PRIMO PARTITO. GRANDE AFFERMAZIONE PER IL PARTITO ANTIEURO CON IL 6,5%
2. GRECIA, GRANDE AFFERMAZIONE TSIPRAS: 26-30%. AUSTRIA, BOOM DEGLI EUROSCETTICI - BULGARIA, IN TESTA CONSERVATORI: 28,6% - IRLANDA, IN AUMENTO SINN FEIN E VERDI
3. GRILLO A GENOVA: “IL NOSTRO OBIETTIVO È BATTERE IL PD, PER I SONDAGGI SIAMO VICINI”
=======
41% secondo il Tg7
Tutti si riferiscono ai dati del ministero degli Interni.
Da Dagospia.
1. RITORNO AL VOTO RISPETTO AL RECORD DI BASSA AFFLUENZA RAGGIUNTO NEL 2009. IN ITALIA ALLE 19 AFFLUENZA AL 34,83%, IN FRANCIA HA VOTATO FINORA OLTRE IL 35% DEGLI ELETTORI. IN GERMANIA È ANDATO ALLE URNE IL 25,6%. LA CDU DI ANGELA MERKEL, PRIMO PARTITO. GRANDE AFFERMAZIONE PER IL PARTITO ANTIEURO CON IL 6,5%
2. GRECIA, GRANDE AFFERMAZIONE TSIPRAS: 26-30%. AUSTRIA, BOOM DEGLI EUROSCETTICI - BULGARIA, IN TESTA CONSERVATORI: 28,6% - IRLANDA, IN AUMENTO SINN FEIN E VERDI
3. GRILLO A GENOVA: “IL NOSTRO OBIETTIVO È BATTERE IL PD, PER I SONDAGGI SIAMO VICINI”
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41% secondo il Tg7
Tutti si riferiscono ai dati del ministero degli Interni.
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Tg7 ore 20,00
Gli exit pool di Mentana
Il partito di Marine Le Pen vince in Francia. Primo partito al 25 %.
I socialisti di Hollande al 14 %
======
Il partito del Kaiser Merkel vince in Germania.
Gli exit pool di Mentana
Il partito di Marine Le Pen vince in Francia. Primo partito al 25 %.
I socialisti di Hollande al 14 %
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Il partito del Kaiser Merkel vince in Germania.
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Europee: Le Pen trionfa in Francia, a Berlino Merkel tiene (ma sale Spd). Tsipras vola in Grecia
Exit poll: destra francese in testa con il 25%, crollo socialista. Hanno già votato Regno Unito, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, Lettonia, Malta, Slovacchia, Danimarca. In Austria e Uk boom degli euroscettici, in Germania successo anche per Spd, i neonazisti potrebbero entrare in Parlamento. Buona l'affluenza
25 maggio 2014
IL VOTO EUROPEO è alle battute finali, in Italia urne aperte fino alle 23. Ma in altri paesi sono già chiuse e ci sono i primi exit poll. Che per ora sembrano vedere soprattutto conferme.
In Francia boom del Front National di Marine le Pen, secondo gli exit poll al primo posto con il 25% dei consensi, seguiti dai gollisti dell'Ump. In netto calo i socialisti del presidente Hollande con il 14%. Se confermato, per i socialisti si tratterebbe del peggior risultato della storia. Marine Le Pen ha chiesto al presidente Francois Hollande di procedere allo scioglimento dell'Assemblea nazionale dopo lo storico risultato del suo partito, che ha visto quadruplicare i voti rispetto alla ultime europee. E chiama a raccolta tutti gli euroscettici d'Europa e Grillo.
In Germania l'Union della cancelliera Angela Merkel è data per vincente secondo le rilevazioni fuori dai seggi. Buoni numeri anche per i socialdemocatici del Spd con cui la Cdu guida il governo di coalizione, dati al 27,5% (+6,7). Poi ci sono i Verdi al 10,6% (-1,5), la Linke con il 7,6% (+0,1). Un dato inedito riguarda gli anti-Ue dell'Afd (Alternative fuer Duetschland) che sarebbero al 6,5% mentre i neo-nazi dell'Npd sono fermi all'0,8-1%, sufficienti a farli entrare per la prima volta a Straburgo. Afd è la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di Merkel, era rimasto per poco sotto la soglia del 5%.
Numeri ottimi anche per Alexis Tzipras, con il partito Syriza primo agli exit poll in Grecia con il 26-30% delle preferenze. Calo di Alba Dorata, che sarebbe attorno all'8-10%. In Austria Le proiezioni elettorali basate sul 90% delle schede scrutinate, consegnano all'estrema destra, ai verdi e ai liberali un consistente successo elettorale. Il centrodestra del Partito del popolo resta avanti, ma ha però visto un calo dei consensi dal 30% al 27,5% (5 seggi, ne perdono 1). I socialdemocratici raccolgono quasi il 23,8% dei consensi (mantengono 5 seggi). La destra nazionalista e populista del Partito della libertà aumenta i consensi del 6,8% e arriva a quota 19,5% (4 seggi, ne guadagnano 2) mentre i Verdi conseguono il 15% dei voti, il 5,1% in più (3 seggi, ne guadagnano 1). I liberali del Neos ottengono il 7.9% (1 seggio).
Anche la Danimarca non fa eccezione al trend euroscettico: secondo gli exit poll l'estrema destra del Danish People Party sarebbe primo partito con il 23,1% (+3 deputati rispetto al 2009 quando presero il 15%), secondi i socialisti con il 20,5%, terzi i liberali con il 17,2%.
In Olanda, Il partito degli euroscettici di estrema destra guidato da Geert Wilders è scivolato a sorpresa al quarto posto nella corsa al parlamento europeo. In Gran Bretagna, altro paese in cui era prevista l'affermazione dei partiti anti-Ue, invece la tendenza pare confermata, con l'avanzata dello UK Independence Party (Ukip), che vuole lasciare l'Unione europea e imporre un freno all'immigrazione: secondo i primi risultati, l'UKIP si è aggiudicato 86 nuovi seggi nel voto locale in Inghilterra, strappandone sia ai Conservatori del primo ministro David Cameron che ai laburisti.
Indipendentisti in testa in Irlanda. Fine Gael, partito del premier Enda Kenny ha raggiunto secondo i primi exit poll pubblicati a Bruxelles il 22% dei voti in quota identica, il 22%, anche per i repubblicani del Fianna Fail guidato da Michael Martin, mentre il Sinn Fein di Gerry Adams ha ottenuto il 17% dei suffragi e i laburisti, al governo con il Fine Gael, il 6%. Anche i verdi dovrebbero avere il 6% mentre gli altri partiti, raggruppati in questa prima stima alla voce "indipendenti ed altri", sono al 27%. Undici i seggi in palio.
Secondo i primi sondaggi diffusi dal capo dell'ufficio elettorale laburista, alle europee a Malta sarebbe in testa il partito laburista (nel gruppo S&D) con il 53%, seguito dai popolari del partito nazionalista (al Governo) al 40%. Terzi i Verdi con il 2,7%, e altri piccole formazioni totalizzano il 4%. Malta elegge solo 6 eurodeputati in tutto come Estonia, Lussemburgo e Cipro.
Dati sull'affluenza. Gli europei non hanno disertato le urne. Anzi, dai primi dati sull'affluenza nei Ventotto paesi dell'Ue emerge un recupero della propensione al voto rispetto al record di bassa affluenza raggiunto nel 2009. In Francia ha votato finora oltre il 35% degli elettori, due punti percentuali in più rispetto al 2009. Le Monde stima un'affluenza finale intorno al 43%, tre punti in più sul 2009.
In Germania è andato alle urne il 25,6%: nel 2009 l'affluenza era stata nel pomeriggio del 20,2% e quella finale del 43,3%. In Portogallo viene registrato un aumento dell'affluenza e anche la nuova arrivata Croazia ha dato buona prova di partecipazione al voto.
© Riproduzione riservata 25 maggio 2014
http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ref=HREA-1
Exit poll: destra francese in testa con il 25%, crollo socialista. Hanno già votato Regno Unito, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, Lettonia, Malta, Slovacchia, Danimarca. In Austria e Uk boom degli euroscettici, in Germania successo anche per Spd, i neonazisti potrebbero entrare in Parlamento. Buona l'affluenza
25 maggio 2014
IL VOTO EUROPEO è alle battute finali, in Italia urne aperte fino alle 23. Ma in altri paesi sono già chiuse e ci sono i primi exit poll. Che per ora sembrano vedere soprattutto conferme.
In Francia boom del Front National di Marine le Pen, secondo gli exit poll al primo posto con il 25% dei consensi, seguiti dai gollisti dell'Ump. In netto calo i socialisti del presidente Hollande con il 14%. Se confermato, per i socialisti si tratterebbe del peggior risultato della storia. Marine Le Pen ha chiesto al presidente Francois Hollande di procedere allo scioglimento dell'Assemblea nazionale dopo lo storico risultato del suo partito, che ha visto quadruplicare i voti rispetto alla ultime europee. E chiama a raccolta tutti gli euroscettici d'Europa e Grillo.
In Germania l'Union della cancelliera Angela Merkel è data per vincente secondo le rilevazioni fuori dai seggi. Buoni numeri anche per i socialdemocatici del Spd con cui la Cdu guida il governo di coalizione, dati al 27,5% (+6,7). Poi ci sono i Verdi al 10,6% (-1,5), la Linke con il 7,6% (+0,1). Un dato inedito riguarda gli anti-Ue dell'Afd (Alternative fuer Duetschland) che sarebbero al 6,5% mentre i neo-nazi dell'Npd sono fermi all'0,8-1%, sufficienti a farli entrare per la prima volta a Straburgo. Afd è la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di Merkel, era rimasto per poco sotto la soglia del 5%.
Numeri ottimi anche per Alexis Tzipras, con il partito Syriza primo agli exit poll in Grecia con il 26-30% delle preferenze. Calo di Alba Dorata, che sarebbe attorno all'8-10%. In Austria Le proiezioni elettorali basate sul 90% delle schede scrutinate, consegnano all'estrema destra, ai verdi e ai liberali un consistente successo elettorale. Il centrodestra del Partito del popolo resta avanti, ma ha però visto un calo dei consensi dal 30% al 27,5% (5 seggi, ne perdono 1). I socialdemocratici raccolgono quasi il 23,8% dei consensi (mantengono 5 seggi). La destra nazionalista e populista del Partito della libertà aumenta i consensi del 6,8% e arriva a quota 19,5% (4 seggi, ne guadagnano 2) mentre i Verdi conseguono il 15% dei voti, il 5,1% in più (3 seggi, ne guadagnano 1). I liberali del Neos ottengono il 7.9% (1 seggio).
Anche la Danimarca non fa eccezione al trend euroscettico: secondo gli exit poll l'estrema destra del Danish People Party sarebbe primo partito con il 23,1% (+3 deputati rispetto al 2009 quando presero il 15%), secondi i socialisti con il 20,5%, terzi i liberali con il 17,2%.
In Olanda, Il partito degli euroscettici di estrema destra guidato da Geert Wilders è scivolato a sorpresa al quarto posto nella corsa al parlamento europeo. In Gran Bretagna, altro paese in cui era prevista l'affermazione dei partiti anti-Ue, invece la tendenza pare confermata, con l'avanzata dello UK Independence Party (Ukip), che vuole lasciare l'Unione europea e imporre un freno all'immigrazione: secondo i primi risultati, l'UKIP si è aggiudicato 86 nuovi seggi nel voto locale in Inghilterra, strappandone sia ai Conservatori del primo ministro David Cameron che ai laburisti.
Indipendentisti in testa in Irlanda. Fine Gael, partito del premier Enda Kenny ha raggiunto secondo i primi exit poll pubblicati a Bruxelles il 22% dei voti in quota identica, il 22%, anche per i repubblicani del Fianna Fail guidato da Michael Martin, mentre il Sinn Fein di Gerry Adams ha ottenuto il 17% dei suffragi e i laburisti, al governo con il Fine Gael, il 6%. Anche i verdi dovrebbero avere il 6% mentre gli altri partiti, raggruppati in questa prima stima alla voce "indipendenti ed altri", sono al 27%. Undici i seggi in palio.
Secondo i primi sondaggi diffusi dal capo dell'ufficio elettorale laburista, alle europee a Malta sarebbe in testa il partito laburista (nel gruppo S&D) con il 53%, seguito dai popolari del partito nazionalista (al Governo) al 40%. Terzi i Verdi con il 2,7%, e altri piccole formazioni totalizzano il 4%. Malta elegge solo 6 eurodeputati in tutto come Estonia, Lussemburgo e Cipro.
Dati sull'affluenza. Gli europei non hanno disertato le urne. Anzi, dai primi dati sull'affluenza nei Ventotto paesi dell'Ue emerge un recupero della propensione al voto rispetto al record di bassa affluenza raggiunto nel 2009. In Francia ha votato finora oltre il 35% degli elettori, due punti percentuali in più rispetto al 2009. Le Monde stima un'affluenza finale intorno al 43%, tre punti in più sul 2009.
In Germania è andato alle urne il 25,6%: nel 2009 l'affluenza era stata nel pomeriggio del 20,2% e quella finale del 43,3%. In Portogallo viene registrato un aumento dell'affluenza e anche la nuova arrivata Croazia ha dato buona prova di partecipazione al voto.
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
Elezioni europee 2014, exit poll: Le Pen prima in Francia, boom Tsipras in Grecia
Il Front National vince, minimo storico per i socialisti francesi. In Austria forte ascesa la destra del Fpoe. I neonazisti tedeschi si aggiudicano un seggio a Strasburgo, Cdu di Merkel in testa. Forte ondata di consenso per i partiti euroscettici
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 maggio 2014Commenti (231)
Boom della sinistra di Tsipras in Grecia, Cdu di Angela Merkel primo partito in Germania e forte ascesa degli euroscettici del Fpoe in Austria. Ma il dato più rilevante delle europee è il trionfo degli euroscettici del Front National di Marine Le Pen che, dopo l’ottimo risultato alle scorse amministrative, sono per la prima volta il primo partito in Francia. Invita tutti gli euroscettici, incluso il Movimento 5 Stelle, a unirsi al Fn e sottolinea che “ciò che è stato espresso oggi è un rifiuto massiccio dell’Ue”. Un risultato che spinge la leader di destra a chiedere al presidente Francois Hollande lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e le dimissioni del premier francese Manuel Valls. I socialisti, infatti, toccano oggi il minimo storico. ”Questa sera è un momento grave”, ha detto il primo ministro, che ha definito i risultati degli exit poll ”un terremoto” ma ha garantito che il governo andrà avanti con le riforme. “Tutti coloro che sono per la libertà l’indipendenza e contro l’Unione europea devono unirsi a noi – ha detto Marine Le Pen, rivolgendosi agli euroscettici dal quartiere generale di Nanterre - L’Unione europea deve restituire quello che ha rubato, con la debolezza, la viltà e il tradimento delle élite europee, deve restituire al popolo la sua sovranità e dobbiamo costruire un’altra Europa: l’Europa delle nazioni libere e sovrane, l’Europa delle cooperazioni liberamente scelte”.
Le elezioni europee 2014 hanno registrato un tasso di partecipazione in rialzo in molti Paesi. Il contrario di quanto si riteneva alla vigilia delle urne, visto il successo dei partiti euroscettici. Anche i cittadini ucraini oggi sono chiamati alle urne per le presidenziali (leggi) e in Italia si vota anche in 4mila Comuni e due regioni, Abruzzo e Piemonte (leggi).
L’affluenza cresce a partire da Francia e Germania. Nel primo Paese è stata del 15,70% a mezzogiorno, in rialzo rispetto al 14,81% delle elezioni del 2009, mentre nel secondo, è stata del 25,6 alle 14 (contro il 20,2% nel 2009). Partecipazione alta anche in Portogallo (12,14% contro l’11,84% nel 2009). In Spagna, l’affluenza è praticamente invariata rispetto al 2009 (23,83% alle 14 di oggi contro il 24,1% nella stessa ora di cinque anni fa). A Cipro, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero degli Interni responsabile per le elezioni, soltanto il 41.3% degli aventi diritto al voto è andato oggi ai seggi contro il 59% delle elezioni del 2009 e il 72.5% di quelle (le prime per Cipro) del 2004. In Croazia, che ha aderito alla Ue lo scorso anno, la partecipazione è stata del 7,53%, quattro ore dopo l’apertura dei seggi, in aumento dell’1,64% rispetto alla prima elezione europea del 2013. Al contrario, i cechi, che hanno votato venerdì e sabato, sono stati il 20%, secondo i dati dell’agenzia Ctk, rispetto al 28,22 del 2009. Nel 2009, l’astensione superò il 70% in diversi Paesi dell’Est, quali la Slovacchia, la Lituania, la Polonia, la Romania, la Repubblica ceca e la Slovenia.
Germania - La Cdu di Angela Merkel si conferma il primo partito. Stando agli exit poll ha ottenuto il 36% e l’Spd segue con il 27,5%. Grande affermazione per il partito antieuro Alternative Fuer Deutschland con il 6,5%. I Verdi hanno il 10,5%. La Linke avrebbe il 7,5%. I Liberali, usciti dal parlamento nazionale, avrebbero ottenuto il 3%. E i neonazisti, secondo le ultime proiezioni, otterebbero un seggio, entrando per la prima volta a Strasburgo. Secondo quanto riferito dalla tv Ard, il partito neonazista avrebbe ottenuto lo 0,8% dei voti, sufficienti per entrare nell’Europarlamento, dopo che nelle settimane scorse la Corte costituzionale tedesca aveva bocciato la soglia di sbarramento al 3% per le elezioni europee. ”E’ possibile che stasera saremo in vantaggio- ha detto Martin Schulz, candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea – in questo caso rivendicherò la presidenza della della Commissione europea“. Schulz ha commentato così il risultato dell’Spd con il quale, ha aggiunto, “ho un sicuro vento in poppa”. Per Schulz, “della presidenza si decide a Strasburgo e a Bruxelles”. Alle europee del 2009 i cristianodemocratici di Angela Merkel presero il 37,9%, i socialdemocratici di Sigmar Gabriel il 20,8, i Verdi il 12,1, i Liberali l’11% e la Linke il 7,5%. Alternative fuer Duetschland, la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di Merkel, era rimasto per poco sotto la soglia del 5% rimanendo fuori dal Bundestag.
Francia – Secondo l’istituto di sondaggi Csa, il Front National di Marine Le Pen è in testa con il 25%, l’Ump è al 20,3% e il Partito socialista, col 14,7% dei voti, raggiunge il peggior risultato elettorale della sua storia. Il premier Manuel Valls prevede un intervento pubblico in serata. Larga vittoria di Fn anche per l’istituto Ipsos, che prevede fra i 23 e i 25 seggi per il partito di destra, che ne aveva conquistati soltanto 3 nel 2009. Fra i 18 e i 21 seggi sono assegnati all’Umo, 13 al Partito socialista. Il partito di Le Pen quindi, per la prima volta, è primo in una consultazione nazionale in Francia e ha poco meno del doppio dei voti del Partito socialista al governo. ”Il popolo sovrano ha parlato in modo forte e chiaro, come in tutti i grandi momenti della storia. Il popolo sovrano ha scelto di riprendere in mano il proprio destino”, ha detto Marine Le Pen, commentando i dati diffusi. La leader del Front National ha lanciato un appello solenne al presidente Francois Hollande affinché proceda allo scioglimento dell’Assemblea nazionale dopo lo storico risultato. L’attuale sistema, ha detto, “non è più rappresentativo, non si può ignorare chi ottiene il 25% dei voti”.
I risultati preoccupano fortemente i socialisti francesi, fino a spingere la ministra dell’Ecologia ed esponente di punta del partito, Segolene Royal, a parlare di “shock a livello mondiale”. “Stasera – ha detto su TF1 l’ex compagna del presidente Francois Hollande e già candidata all’Eliseo contro Nicolas Sarkozy nel 2007 – i cittadini del mondo e i cittadini europei vedranno che in Francia un elettore su 4 ha votato per un partito violentemente antieuropeo”. Il primo ministro francese Manuel Valls, parlando in tv ai francesi dopo la sconfitta elettorale, ha annunciato che il governo “continuerà con le sue riforme”, e ha esortato tutti i francesi ad un “sussulto repubblicano”.
Gli exit poll evidenziano che un francese su 4 ha votato per il Front National. Un risultato al di là di ogni previsione. La vittoria era stata prevista dai sondaggi nei mesi scorsi, ma le proporzioni sono superiori ad ogni previsione. Cinque punti in più dell’Ump, il partito della destra istituzionale già in crisi per le accuse di fondi neri contro il suo presidente, Jean-Francois Copé (20,3%). Con poco più del 14%, il Partito socialista potrebbe aver toccato il suo fondo storico, che finora era il 14,5% quando il partito nel 1994 era guidato da Michel Rocard. Il Front National quadruplica i suoi voti rispetto al 2009, l’Ump crolla di 7 punti. Nessun record storico per l’astensione, come si temeva: è andato a votare il 43% degli elettori, contro il 40,5% nel 2009. La coalizione di governo, su scala nazionale (PS e Verdi) tocca appena il 23,4% dei voti
Austria – Dalle prime proiezioni, emerge il boom degli euroscettici: i popolari Oevp restano al primo posto con il 27,8% (-2,2%), i socialdemocratici Spoe stabili al 23,7%, mentre il grande vincitore sarebbe il partito di destra euroscettico Fpoe, terzo con il 19,9% (+7,2%). Secondo l’agenzia Apa, i seggi hanno chiuso alle 17 e le proiezioni sono sul 18% delle schede. Per il leader del partito di destra austriaco Fpoe, Heinz-Christian Strache, si tratta di uno “straordinario successo”. “Da dieci anni vinciamo una elezione dopo l’altra e oggi siamo sopra il 20%. Un risultato che i nostri avversari non potranno certo ridimensionare”, ha detto. Si tratta del partito che vuole limitare l’accesso degli immigrati in Austria, proponendo anche un’uscita dagli accordi di Schengen. In un’intervista rilasciata in campagna elettorale Strache ha sostenuto che se non vi sarà una svolta in Europa, il suo partito sarà favorevole a un referendum per chiedere agli austriaci se restare oppure no nell’Ue.
Grecia – Tsipras sarebbe in testa (dal 26 al 30%), al secondo posto Nea Dimokratia (centrodestra) con il 23-27%, al terzo il neo-nazista Chrysi Avgì (Alba Dorata) con l’8-10% e al quarto posto il socialista Pasok con il 7-9%. In Irlanda, un exit poll della tv Rte, segnala che lo Sinn Fein è diretto verso la conquista di un seggio europeo eletto nella circoscrizione di Dublino e calcola per le europee un’affermazione al 17% in crescita rispetto al 10% registrato nelle ultime elezioni politiche. Gli indipendenti sarebbero in testa con il 27%, seguito da Fine Gael (centrodestra) al 22%, il partito laburista in calo al 6%. In aumento i Verdi al 6%.
Bulgaria – Secondo i primi exit poll, si afferma il partito conservatore Gerb dell’ex premier Boyko Borissov, con il 28,6% e sei seggi dei 17 spettanti alla Bulgaria al Parlamento europeo. Seguono il partito socialista di Serghei Stanishev, con il 19,8% e cinque seggi; il partito della minoranza turca, Dps, con il 14,9% e tre seggi; la coalizione guidata dal neopartito Bulgaria senza censura con l’11,1 per cento e due seggi; e il Blocco riformista, alleanza di partiti di centrodestra, con il 6,4% dei voti e un seggio. A Malta, secondo le ultime proiezioni, il partito laburista ha conquistato il 53% dei voti. Il Partito nazionalista, iscritto al gruppo Ppe al Parlamento europeo, è al 40% e i Verdi al 2,7%.
Slovenia – Sempre secondo gli exit poll, è in testa il Partito democratico sloveno (Sds, centrodestra) con il 24,6% e tre degli otto eurodeputati spettanti al Paese, seguito da Lista Nova Slovenija (Sls, centrodestra) al 15,2% e due seggi. Al terzo posto è data la lista Verjamem (centrosinistra) con il 10,6% e un deputato, al quarto Desus (centrosinistra) al 9,1% e un seggio, seguito dal partito socialdemocratico (centrosinistra) con il 7,9% e un seggio.
Finlandia – Gli euroscettici arrivano solo quarti, secondo quanto emerge dalle prime proiezioni basate su exit poll a più un terzo di schede scrutinate: in testa ci sono i popolari del KK con il 22,7 % (4 seggi), seguiti dai liberali di SK con 21,0% (3 seggi), terzi i socialisti di SSP con il 13,6% (2 seggi). Solo quarti i nazionalisti ‘Veri finlandesi’, dati in testa nei sondaggi: si fermerebbero al 12,8% (2 seggi). Un seggio andrebbe anche alla sinistra radicale Vasemmistolitto (9,4%) e uno ai Verdi (7,9%).
Lettonia – Nel corso degli scrutini, il portale di informazione Lsm.Lv diffonde alcuni dati non ufficiali.I popolari del partito Unity sarebbero al 46% con 4 eletti, i conservatori dell’Alleanza Nazionale al 15% (1 seggio), mentre i socialdemocratici pro-russi dell’Harmony Center sarebbero al 13% (1 seggio) e l’Unione dei Verdi ed Agricoltori, nuovo partito che non ha ancora scelto lo schieramento europeo, all’8% (1 seggio).
Il Parlamento europeo uscente è risultato dalle ultime elezioni europee di giugno del 2009. Fino a luglio del 2013 era composto da 754 membri; poi sono stati aggiunti temporaneamente 12 deputati in rappresentanza della Croazia a seguito del suo ingresso nell’Ue il 1° luglio di quell’anno, portando il totale dei deputati a 766. Successivamente è stata attuata una redistribuzione dei seggi agli Stati membri in modo che, in questa tornata elettorale, si tornerà ad avere 751 parlamentari. L’Europarlamento uscente è composto così: 273 deputati del Partito popolare europeo, 196 parlamentari del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) a cui fa capo il Pse, 83 seggi del gruppo liberare Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), 57 seggi del gruppo dei Verdi/Alleanza libera Europa, 57 deputati del gruppo Conservatori e riformisti europei (Ecr), 34 rappresentanti del gruppo Gue/Ngl della Sinistra unitaria europea, 31 membri del gruppo parlamentare euroscettico Europa della libertà e della democrazia e 33 del gruppo dei non iscritti.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... ia/999861/
Il Front National vince, minimo storico per i socialisti francesi. In Austria forte ascesa la destra del Fpoe. I neonazisti tedeschi si aggiudicano un seggio a Strasburgo, Cdu di Merkel in testa. Forte ondata di consenso per i partiti euroscettici
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 maggio 2014Commenti (231)
Boom della sinistra di Tsipras in Grecia, Cdu di Angela Merkel primo partito in Germania e forte ascesa degli euroscettici del Fpoe in Austria. Ma il dato più rilevante delle europee è il trionfo degli euroscettici del Front National di Marine Le Pen che, dopo l’ottimo risultato alle scorse amministrative, sono per la prima volta il primo partito in Francia. Invita tutti gli euroscettici, incluso il Movimento 5 Stelle, a unirsi al Fn e sottolinea che “ciò che è stato espresso oggi è un rifiuto massiccio dell’Ue”. Un risultato che spinge la leader di destra a chiedere al presidente Francois Hollande lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e le dimissioni del premier francese Manuel Valls. I socialisti, infatti, toccano oggi il minimo storico. ”Questa sera è un momento grave”, ha detto il primo ministro, che ha definito i risultati degli exit poll ”un terremoto” ma ha garantito che il governo andrà avanti con le riforme. “Tutti coloro che sono per la libertà l’indipendenza e contro l’Unione europea devono unirsi a noi – ha detto Marine Le Pen, rivolgendosi agli euroscettici dal quartiere generale di Nanterre - L’Unione europea deve restituire quello che ha rubato, con la debolezza, la viltà e il tradimento delle élite europee, deve restituire al popolo la sua sovranità e dobbiamo costruire un’altra Europa: l’Europa delle nazioni libere e sovrane, l’Europa delle cooperazioni liberamente scelte”.
Le elezioni europee 2014 hanno registrato un tasso di partecipazione in rialzo in molti Paesi. Il contrario di quanto si riteneva alla vigilia delle urne, visto il successo dei partiti euroscettici. Anche i cittadini ucraini oggi sono chiamati alle urne per le presidenziali (leggi) e in Italia si vota anche in 4mila Comuni e due regioni, Abruzzo e Piemonte (leggi).
L’affluenza cresce a partire da Francia e Germania. Nel primo Paese è stata del 15,70% a mezzogiorno, in rialzo rispetto al 14,81% delle elezioni del 2009, mentre nel secondo, è stata del 25,6 alle 14 (contro il 20,2% nel 2009). Partecipazione alta anche in Portogallo (12,14% contro l’11,84% nel 2009). In Spagna, l’affluenza è praticamente invariata rispetto al 2009 (23,83% alle 14 di oggi contro il 24,1% nella stessa ora di cinque anni fa). A Cipro, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero degli Interni responsabile per le elezioni, soltanto il 41.3% degli aventi diritto al voto è andato oggi ai seggi contro il 59% delle elezioni del 2009 e il 72.5% di quelle (le prime per Cipro) del 2004. In Croazia, che ha aderito alla Ue lo scorso anno, la partecipazione è stata del 7,53%, quattro ore dopo l’apertura dei seggi, in aumento dell’1,64% rispetto alla prima elezione europea del 2013. Al contrario, i cechi, che hanno votato venerdì e sabato, sono stati il 20%, secondo i dati dell’agenzia Ctk, rispetto al 28,22 del 2009. Nel 2009, l’astensione superò il 70% in diversi Paesi dell’Est, quali la Slovacchia, la Lituania, la Polonia, la Romania, la Repubblica ceca e la Slovenia.
Germania - La Cdu di Angela Merkel si conferma il primo partito. Stando agli exit poll ha ottenuto il 36% e l’Spd segue con il 27,5%. Grande affermazione per il partito antieuro Alternative Fuer Deutschland con il 6,5%. I Verdi hanno il 10,5%. La Linke avrebbe il 7,5%. I Liberali, usciti dal parlamento nazionale, avrebbero ottenuto il 3%. E i neonazisti, secondo le ultime proiezioni, otterebbero un seggio, entrando per la prima volta a Strasburgo. Secondo quanto riferito dalla tv Ard, il partito neonazista avrebbe ottenuto lo 0,8% dei voti, sufficienti per entrare nell’Europarlamento, dopo che nelle settimane scorse la Corte costituzionale tedesca aveva bocciato la soglia di sbarramento al 3% per le elezioni europee. ”E’ possibile che stasera saremo in vantaggio- ha detto Martin Schulz, candidato del Pse alla presidenza della Commissione europea – in questo caso rivendicherò la presidenza della della Commissione europea“. Schulz ha commentato così il risultato dell’Spd con il quale, ha aggiunto, “ho un sicuro vento in poppa”. Per Schulz, “della presidenza si decide a Strasburgo e a Bruxelles”. Alle europee del 2009 i cristianodemocratici di Angela Merkel presero il 37,9%, i socialdemocratici di Sigmar Gabriel il 20,8, i Verdi il 12,1, i Liberali l’11% e la Linke il 7,5%. Alternative fuer Duetschland, la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di Merkel, era rimasto per poco sotto la soglia del 5% rimanendo fuori dal Bundestag.
Francia – Secondo l’istituto di sondaggi Csa, il Front National di Marine Le Pen è in testa con il 25%, l’Ump è al 20,3% e il Partito socialista, col 14,7% dei voti, raggiunge il peggior risultato elettorale della sua storia. Il premier Manuel Valls prevede un intervento pubblico in serata. Larga vittoria di Fn anche per l’istituto Ipsos, che prevede fra i 23 e i 25 seggi per il partito di destra, che ne aveva conquistati soltanto 3 nel 2009. Fra i 18 e i 21 seggi sono assegnati all’Umo, 13 al Partito socialista. Il partito di Le Pen quindi, per la prima volta, è primo in una consultazione nazionale in Francia e ha poco meno del doppio dei voti del Partito socialista al governo. ”Il popolo sovrano ha parlato in modo forte e chiaro, come in tutti i grandi momenti della storia. Il popolo sovrano ha scelto di riprendere in mano il proprio destino”, ha detto Marine Le Pen, commentando i dati diffusi. La leader del Front National ha lanciato un appello solenne al presidente Francois Hollande affinché proceda allo scioglimento dell’Assemblea nazionale dopo lo storico risultato. L’attuale sistema, ha detto, “non è più rappresentativo, non si può ignorare chi ottiene il 25% dei voti”.
I risultati preoccupano fortemente i socialisti francesi, fino a spingere la ministra dell’Ecologia ed esponente di punta del partito, Segolene Royal, a parlare di “shock a livello mondiale”. “Stasera – ha detto su TF1 l’ex compagna del presidente Francois Hollande e già candidata all’Eliseo contro Nicolas Sarkozy nel 2007 – i cittadini del mondo e i cittadini europei vedranno che in Francia un elettore su 4 ha votato per un partito violentemente antieuropeo”. Il primo ministro francese Manuel Valls, parlando in tv ai francesi dopo la sconfitta elettorale, ha annunciato che il governo “continuerà con le sue riforme”, e ha esortato tutti i francesi ad un “sussulto repubblicano”.
Gli exit poll evidenziano che un francese su 4 ha votato per il Front National. Un risultato al di là di ogni previsione. La vittoria era stata prevista dai sondaggi nei mesi scorsi, ma le proporzioni sono superiori ad ogni previsione. Cinque punti in più dell’Ump, il partito della destra istituzionale già in crisi per le accuse di fondi neri contro il suo presidente, Jean-Francois Copé (20,3%). Con poco più del 14%, il Partito socialista potrebbe aver toccato il suo fondo storico, che finora era il 14,5% quando il partito nel 1994 era guidato da Michel Rocard. Il Front National quadruplica i suoi voti rispetto al 2009, l’Ump crolla di 7 punti. Nessun record storico per l’astensione, come si temeva: è andato a votare il 43% degli elettori, contro il 40,5% nel 2009. La coalizione di governo, su scala nazionale (PS e Verdi) tocca appena il 23,4% dei voti
Austria – Dalle prime proiezioni, emerge il boom degli euroscettici: i popolari Oevp restano al primo posto con il 27,8% (-2,2%), i socialdemocratici Spoe stabili al 23,7%, mentre il grande vincitore sarebbe il partito di destra euroscettico Fpoe, terzo con il 19,9% (+7,2%). Secondo l’agenzia Apa, i seggi hanno chiuso alle 17 e le proiezioni sono sul 18% delle schede. Per il leader del partito di destra austriaco Fpoe, Heinz-Christian Strache, si tratta di uno “straordinario successo”. “Da dieci anni vinciamo una elezione dopo l’altra e oggi siamo sopra il 20%. Un risultato che i nostri avversari non potranno certo ridimensionare”, ha detto. Si tratta del partito che vuole limitare l’accesso degli immigrati in Austria, proponendo anche un’uscita dagli accordi di Schengen. In un’intervista rilasciata in campagna elettorale Strache ha sostenuto che se non vi sarà una svolta in Europa, il suo partito sarà favorevole a un referendum per chiedere agli austriaci se restare oppure no nell’Ue.
Grecia – Tsipras sarebbe in testa (dal 26 al 30%), al secondo posto Nea Dimokratia (centrodestra) con il 23-27%, al terzo il neo-nazista Chrysi Avgì (Alba Dorata) con l’8-10% e al quarto posto il socialista Pasok con il 7-9%. In Irlanda, un exit poll della tv Rte, segnala che lo Sinn Fein è diretto verso la conquista di un seggio europeo eletto nella circoscrizione di Dublino e calcola per le europee un’affermazione al 17% in crescita rispetto al 10% registrato nelle ultime elezioni politiche. Gli indipendenti sarebbero in testa con il 27%, seguito da Fine Gael (centrodestra) al 22%, il partito laburista in calo al 6%. In aumento i Verdi al 6%.
Bulgaria – Secondo i primi exit poll, si afferma il partito conservatore Gerb dell’ex premier Boyko Borissov, con il 28,6% e sei seggi dei 17 spettanti alla Bulgaria al Parlamento europeo. Seguono il partito socialista di Serghei Stanishev, con il 19,8% e cinque seggi; il partito della minoranza turca, Dps, con il 14,9% e tre seggi; la coalizione guidata dal neopartito Bulgaria senza censura con l’11,1 per cento e due seggi; e il Blocco riformista, alleanza di partiti di centrodestra, con il 6,4% dei voti e un seggio. A Malta, secondo le ultime proiezioni, il partito laburista ha conquistato il 53% dei voti. Il Partito nazionalista, iscritto al gruppo Ppe al Parlamento europeo, è al 40% e i Verdi al 2,7%.
Slovenia – Sempre secondo gli exit poll, è in testa il Partito democratico sloveno (Sds, centrodestra) con il 24,6% e tre degli otto eurodeputati spettanti al Paese, seguito da Lista Nova Slovenija (Sls, centrodestra) al 15,2% e due seggi. Al terzo posto è data la lista Verjamem (centrosinistra) con il 10,6% e un deputato, al quarto Desus (centrosinistra) al 9,1% e un seggio, seguito dal partito socialdemocratico (centrosinistra) con il 7,9% e un seggio.
Finlandia – Gli euroscettici arrivano solo quarti, secondo quanto emerge dalle prime proiezioni basate su exit poll a più un terzo di schede scrutinate: in testa ci sono i popolari del KK con il 22,7 % (4 seggi), seguiti dai liberali di SK con 21,0% (3 seggi), terzi i socialisti di SSP con il 13,6% (2 seggi). Solo quarti i nazionalisti ‘Veri finlandesi’, dati in testa nei sondaggi: si fermerebbero al 12,8% (2 seggi). Un seggio andrebbe anche alla sinistra radicale Vasemmistolitto (9,4%) e uno ai Verdi (7,9%).
Lettonia – Nel corso degli scrutini, il portale di informazione Lsm.Lv diffonde alcuni dati non ufficiali.I popolari del partito Unity sarebbero al 46% con 4 eletti, i conservatori dell’Alleanza Nazionale al 15% (1 seggio), mentre i socialdemocratici pro-russi dell’Harmony Center sarebbero al 13% (1 seggio) e l’Unione dei Verdi ed Agricoltori, nuovo partito che non ha ancora scelto lo schieramento europeo, all’8% (1 seggio).
Il Parlamento europeo uscente è risultato dalle ultime elezioni europee di giugno del 2009. Fino a luglio del 2013 era composto da 754 membri; poi sono stati aggiunti temporaneamente 12 deputati in rappresentanza della Croazia a seguito del suo ingresso nell’Ue il 1° luglio di quell’anno, portando il totale dei deputati a 766. Successivamente è stata attuata una redistribuzione dei seggi agli Stati membri in modo che, in questa tornata elettorale, si tornerà ad avere 751 parlamentari. L’Europarlamento uscente è composto così: 273 deputati del Partito popolare europeo, 196 parlamentari del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) a cui fa capo il Pse, 83 seggi del gruppo liberare Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), 57 seggi del gruppo dei Verdi/Alleanza libera Europa, 57 deputati del gruppo Conservatori e riformisti europei (Ecr), 34 rappresentanti del gruppo Gue/Ngl della Sinistra unitaria europea, 31 membri del gruppo parlamentare euroscettico Europa della libertà e della democrazia e 33 del gruppo dei non iscritti.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... ia/999861/
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
La vox populi:
LaMiaSuperOpinione • 25 minuti fa
Forza KRULLI, Le Pen vi aspetta ! Aggregatevi, così almeno avrete peso.
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ORSO • 25 minuti fa
La peste nera ritorna a impestare l'europa ma no pasaran,razzisti fascisti nazisti avete distrutto questo continente una volta non ce la farete una seconda.
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ZenZero • 25 minuti fa
Non c'è spazio per le illusioni.
Il prossimo futuro sarà sempre più tragicamente cupo.
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Fabrizio Calarco • 25 minuti fa
Ultime notizie
Cardinale di Firenze 31 vescovi
Cardinale di Genova 28 vescovi
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Angela • 27 minuti fa
Il primo ministro francese Manuel Valls ha appena parlato in tv alla nazione. Che scoppola per il PS. Terremoto politico. PAURAAAAAAAAA
Triste serata per i partiti repubblicani francesi. Juppé (UMP) ha dichiarato che bisogna riorganizzare il partito e indire primarie per nuovi dirigenti.
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maurizio1960 • 27 minuti fa
Faranno schizzare lo spread !
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PaoloRed • 27 minuti fa
Voglio complimentarmi con il coraggio dei francesi... sono sempre stati dei grandi ghigliottinari e non dei pecoroni paurosi come noi italiani che da almeno 40 anni ci facciamo fregare dai fessi che ci governano!
7 • Rispondi•Condividi ›
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Alvise001 • 28 minuti fa
Il pdmenoelle europeo ha perso!!!!! STRAVincono ovunque gli onesti euroscettici, da Le Pen al partito di estrema destra austriaco fino a Beppe.
Rimane qualche komunista in Grecia nonostante la Storia abbia dimostrato ke i komunisti ormai non hanno piu' senso!!!!!!!!!!!!!!
MoVimento PER SEMPRE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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LaMiaSuperOpinione • 28 minuti fa
Sono europee, krullozzi.
Alle politiche i cittadini voteranno diversamente. Non manderanno al governo stupidi populisti estremisti ( m5_SS compresi )
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Guaro • 29 minuti fa
In Francia Le Pen ha vinto, Hollande che mazzata che ha preso, ora si inizia a ragionare...Shulzzzzzz a casa!!!! Presto ti farà compagnia il PD italiano.
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Derapage • 29 minuti fa
Pensate come sarebbe bello se crescessero in tutti i paesi europei le liste comuniste, alla faccia dei pluto-oligarchi USA e Bildeberg!
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Corrida • 30 minuti fa
L'Europa nazifascista, sta trionfando. Col giubilo nostrano dei nazileghisti/ grilluscones, ci ritroveremo in un'altro vent'ennio nero/fascista, come se la storia non avesse insegnato nulla. Piccoli cittadini, presto vedrete che miserabili saremo senza l'Europa e senza l'Euro.
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LaMiaSuperOpinione • 25 minuti fa
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ORSO • 25 minuti fa
La peste nera ritorna a impestare l'europa ma no pasaran,razzisti fascisti nazisti avete distrutto questo continente una volta non ce la farete una seconda.
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ZenZero • 25 minuti fa
Non c'è spazio per le illusioni.
Il prossimo futuro sarà sempre più tragicamente cupo.
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Fabrizio Calarco • 25 minuti fa
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Angela • 27 minuti fa
Il primo ministro francese Manuel Valls ha appena parlato in tv alla nazione. Che scoppola per il PS. Terremoto politico. PAURAAAAAAAAA
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maurizio1960 • 27 minuti fa
Faranno schizzare lo spread !
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PaoloRed • 27 minuti fa
Voglio complimentarmi con il coraggio dei francesi... sono sempre stati dei grandi ghigliottinari e non dei pecoroni paurosi come noi italiani che da almeno 40 anni ci facciamo fregare dai fessi che ci governano!
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Alvise001 • 28 minuti fa
Il pdmenoelle europeo ha perso!!!!! STRAVincono ovunque gli onesti euroscettici, da Le Pen al partito di estrema destra austriaco fino a Beppe.
Rimane qualche komunista in Grecia nonostante la Storia abbia dimostrato ke i komunisti ormai non hanno piu' senso!!!!!!!!!!!!!!
MoVimento PER SEMPRE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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LaMiaSuperOpinione • 28 minuti fa
Sono europee, krullozzi.
Alle politiche i cittadini voteranno diversamente. Non manderanno al governo stupidi populisti estremisti ( m5_SS compresi )
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Guaro • 29 minuti fa
In Francia Le Pen ha vinto, Hollande che mazzata che ha preso, ora si inizia a ragionare...Shulzzzzzz a casa!!!! Presto ti farà compagnia il PD italiano.
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Derapage • 29 minuti fa
Pensate come sarebbe bello se crescessero in tutti i paesi europei le liste comuniste, alla faccia dei pluto-oligarchi USA e Bildeberg!
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Corrida • 30 minuti fa
L'Europa nazifascista, sta trionfando. Col giubilo nostrano dei nazileghisti/ grilluscones, ci ritroveremo in un'altro vent'ennio nero/fascista, come se la storia non avesse insegnato nulla. Piccoli cittadini, presto vedrete che miserabili saremo senza l'Europa e senza l'Euro.
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Re: PARLAMENTO EUROPEO
annamaria de paulis • 40 minuti fa
solo per chiarire un po: Marine Le Pen (che io non voterei mai) ha cambiato notevolmente la linea del fronte, soloilcognome è rimasto uguale non bisogna vederla come una destra estrema, ma come una destra diversa...non certo peeggiore dei fascisti riciclati con i quali il PD fa alleanza
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El Tanko • 40 minuti fa
I francesi hanno finalmente capito che la social-democrazia, con il suo terribile progetto di multiculturalità e pensiero euro-unico, HA FALLITO. Sono contentissimo della disfatta dell'inquisitore rosso Hollande. Vive Marine!
15 • Rispondi•Condividi ›
(Qui siamo nel campo delle malattie mentali - ndt)
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Psycho • 41 minuti fa
Alla fine l' Europa per come la conosciamo noi fino ad adesso è FINITA. Sono proprio curioso di vedere che succederà in futuro...
Fascisti in Francia
Sinistra in Grecia
Nazionalisti in Germania
Fascisti in Danimarca
Europeisti in Repubblica Ceca
aspettando Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito, Belgio e ovviamente Italia.
Ci sarà da farsi grasse risate al parlamento Europeo-nes!
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raffaele • 42 minuti fa
ho paura che tra astensione, contestazione, critica, sarà difficile capire chi sono e quanti sono quelli che vogliono continuare con questo "modello" d'Europa e soprattutto se sono legittimati da questo voto. In ogni caso il partito più grande è sempre quello che l'UE non l'ha mai voluta, questo resta un problema che se non verrà finalmente affrontato ingrosserà pericolosamente le frange estremiste.
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gattamix • 43 minuti fa
anche se dovesse vincere renzie cio' non cambierebbe il fatto che ormai l'europa ha voltato pagina...
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LaMiaSuperOpinione • 44 minuti fa
Expit poll al sud ( notizie non certe ) M5_SS tra il 50 e il 60 %
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obiettivamente • un'ora fa
Europeisti e buonisti, ve l'avevo detto mesi fa che a Maggio SE RIDEEEEEEEEE
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lupus • un'ora fa
Questa maledetta europa è, ma ancor più sarà la rovina dei popoli del continente.
La devastazione sul piano sociale ed economico ormai la conosciamo tutti.
Per il momento la Lepen, sta usando parole come democrazia e sovranità dei popoli.
E se non sarà così, se alle parole non corrisponderanno i fatti?
Si dovrà, addirittura, sperare che le forze antieuropeiste prevalenti, per adesso in Austria e Francia, siano davvero più democratiche della maledetta europa dei partiti che sono rappresentati dai tecnocrati servi delle élites mondialiste.
Se questo è, non si condannerà mai abbastanza questa europa criminale.
Questa maledetta europa che ha fatto strame della democrazia e della sovranità dei popoli.
Questa europa che ha creato milioni, a decine, di disperati.
A questo è servita.
Per questo l'hanno usata.
Non per tutti è stata matrigna.
Qualcuno, quelli che l'hanno usata, per i loro egoismi, adesso si ritroveranno sulle spalle responsabilità immani.
E' stata matrigna con molti e un pozzo d'oro per altri.
La riprova è che in krante cermania, sono tutti contenti dello status quo.
Non potrebbe essere diversamente.
Abbiamo e stiamo lavorando per loro.
10 • Rispondi•Condividi ›
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Andrea Persi. lupus • 36 minuti fa
Ah ecco adesso che vince Marie Le Pen è una democratica per i 5s. La coerenza non andrà di moda.,
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challenger lupus • 38 minuti fa
Secondo te, in Italia abbiamo partiti?
A me non sembra proprio, abbiamo un duo monopolio e basta, ora sta avanzando Grillo? Ebbene cosa cambia da Berlusconi oppure De Benedetti?
Ben vengano i partiti, io non vedo l'ora che torni la politica, quella vera!!
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−
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Davide Ittoikeda Omiccioli lupus • 39 minuti fa
sul Financial Times ieri si leggeva
Most Europeans excluding young people
in Meditterranean countries - still enjoy
the most comfortable daily life on earth
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Effe Elle lupus • 43 minuti fa
Secondo me un bel giro in Europa e qualche frequentazione in più con qualche bella europea ti schiarirebbero le idee.
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solo per chiarire un po: Marine Le Pen (che io non voterei mai) ha cambiato notevolmente la linea del fronte, soloilcognome è rimasto uguale non bisogna vederla come una destra estrema, ma come una destra diversa...non certo peeggiore dei fascisti riciclati con i quali il PD fa alleanza
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El Tanko • 40 minuti fa
I francesi hanno finalmente capito che la social-democrazia, con il suo terribile progetto di multiculturalità e pensiero euro-unico, HA FALLITO. Sono contentissimo della disfatta dell'inquisitore rosso Hollande. Vive Marine!
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Psycho • 41 minuti fa
Alla fine l' Europa per come la conosciamo noi fino ad adesso è FINITA. Sono proprio curioso di vedere che succederà in futuro...
Fascisti in Francia
Sinistra in Grecia
Nazionalisti in Germania
Fascisti in Danimarca
Europeisti in Repubblica Ceca
aspettando Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito, Belgio e ovviamente Italia.
Ci sarà da farsi grasse risate al parlamento Europeo-nes!
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raffaele • 42 minuti fa
ho paura che tra astensione, contestazione, critica, sarà difficile capire chi sono e quanti sono quelli che vogliono continuare con questo "modello" d'Europa e soprattutto se sono legittimati da questo voto. In ogni caso il partito più grande è sempre quello che l'UE non l'ha mai voluta, questo resta un problema che se non verrà finalmente affrontato ingrosserà pericolosamente le frange estremiste.
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gattamix • 43 minuti fa
anche se dovesse vincere renzie cio' non cambierebbe il fatto che ormai l'europa ha voltato pagina...
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LaMiaSuperOpinione • 44 minuti fa
Expit poll al sud ( notizie non certe ) M5_SS tra il 50 e il 60 %
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obiettivamente • un'ora fa
Europeisti e buonisti, ve l'avevo detto mesi fa che a Maggio SE RIDEEEEEEEEE
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lupus • un'ora fa
Questa maledetta europa è, ma ancor più sarà la rovina dei popoli del continente.
La devastazione sul piano sociale ed economico ormai la conosciamo tutti.
Per il momento la Lepen, sta usando parole come democrazia e sovranità dei popoli.
E se non sarà così, se alle parole non corrisponderanno i fatti?
Si dovrà, addirittura, sperare che le forze antieuropeiste prevalenti, per adesso in Austria e Francia, siano davvero più democratiche della maledetta europa dei partiti che sono rappresentati dai tecnocrati servi delle élites mondialiste.
Se questo è, non si condannerà mai abbastanza questa europa criminale.
Questa maledetta europa che ha fatto strame della democrazia e della sovranità dei popoli.
Questa europa che ha creato milioni, a decine, di disperati.
A questo è servita.
Per questo l'hanno usata.
Non per tutti è stata matrigna.
Qualcuno, quelli che l'hanno usata, per i loro egoismi, adesso si ritroveranno sulle spalle responsabilità immani.
E' stata matrigna con molti e un pozzo d'oro per altri.
La riprova è che in krante cermania, sono tutti contenti dello status quo.
Non potrebbe essere diversamente.
Abbiamo e stiamo lavorando per loro.
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Andrea Persi. lupus • 36 minuti fa
Ah ecco adesso che vince Marie Le Pen è una democratica per i 5s. La coerenza non andrà di moda.,
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challenger lupus • 38 minuti fa
Secondo te, in Italia abbiamo partiti?
A me non sembra proprio, abbiamo un duo monopolio e basta, ora sta avanzando Grillo? Ebbene cosa cambia da Berlusconi oppure De Benedetti?
Ben vengano i partiti, io non vedo l'ora che torni la politica, quella vera!!
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Davide Ittoikeda Omiccioli lupus • 39 minuti fa
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Most Europeans excluding young people
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Effe Elle lupus • 43 minuti fa
Secondo me un bel giro in Europa e qualche frequentazione in più con qualche bella europea ti schiarirebbero le idee.
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