Re: Robotizzazione, industrializzazione e....disoccupazione.
Inviato: 30/11/2014, 18:24
L'incremento della produttività è nella logica stessa del fenomeno produttivo, ma la spinta rappresentata dalla ricerca del benessere, della ricchezza e del profitto accelera il fenomeno, e è facile comprendere come l'ineguale produttività derivi dal diverso peso con cui operano i fattori della produttività e, in particolare, a mio parere, i fattori dell'organizzazione e della motivazione.
Certo la produzione in forma di impresa è considerata oggi ancora utile in quanto con essa si realizza la produzione efficiente di remunerazioni; e proprio in ciò risiede la forza teleonomico endogena che spinge le imprese - e più in generale le aziende di produzione - a conservarsi nel sistema economico, tramite la loro teleologia; la produzione in forma di impresa, inoltre, consente di aumentare la produttività del sistema, con incremento del benessere generale; e in ciò risiede la forza teleonomica esogena che spinge il sistema a cercare di mantenere, espandere, e - in alcuni casi - introdurre la produzione in forma di impresa.
Per quanto grande sia la ricchezza prodotta, per quanto ampie siano quantità e qualità dei bisogni che l'"uomo produttivo" riesce a soddisfare, la logica della produzione vuole che la produttività progredisca ulteriormente, e la logica della ricchezza, in particolare, rende tale progresso vitale per il sistema economico e per l'intera Umanità.
L'assioma dell'insaziabilità garantisce al sistema l'energia necessaria per ulteriore progresso.
E l'impresa sembra esserne lo strumento, almeno fino a quando altre forme di aziende di produzione non riusciranno ad attuare le trasformazioni produttive e economiche dando sufficiente motivazione per ottenere efficienza dal lavoro e dall'impiego del capitale, nell'ambito di un'organizzazione controllante, con il consenso che genera collaborazione, e non controllata.
Ma per questo è necessario che l'impresa abbia esaurito la sua ragione d'essere quale elemento propulsivo della produttività.
Quando avverrà, se avverrà, tale momento, non è dato predire.
Al contrario, la teleonomia esogena dell'impresa è più forte che mai.
La ricchezza, è vero, non è di tutti; è distribuita, oggi, in forme e misure troppo disuguali; l'emisfero nord opulento e il sud povero sono una dolorosa realtà che accentua le tensioni sociali.
Ma la ricchezza è inevitabilmente destinata a diffondersi, anche se l'espansione della produttività è un fenomeno ineguale e, per di più, iniziato, con qualche consistenza solo da poche generazioni[25].
Forse tra alcune generazioni il globo terracqueo potrebbe trasformarsi in un'immensa azienda produttiva, atta a produrre a beneficio di tutti, la cui logica operativa potrebbe anche essere differente da quella dell'impresa.
Ma esprimere una previsione oggi sulla futura diffusione della ricchezza e sul futuro destino dell'impresa tra 100 anni o anche solo tra una generazione, sarebbe come pretendere di predire lo stato del tempo meteorologico tra un anno semplicemente osservando...per un minuto il moto delle nubi dalla finestra di casa nostra[26].
La ricerca scientifica e il progresso tecnologico, resi possibili e necessari dall'esigenza di sviluppo della produttività, sono giunti a livelli tali che tutto lascia prevedere la possibilità dell'incremento estremo della produttività che si manifesterà con il venir meno della necessità della maggior parte del lavoro umano, e molte produzioni tenderanno ad un ideale "a costo zero" (oggi, con pochi biscotti si ha in regalo una radio; quante marmellate dovremo mangiare, domani, per avere in regalo un computer?).
Sul piano teorico, Turing e Von Neumann hanno dimostrato la possibilità di realizzare automi autoreplicanti. Sul piano applicativo, il progresso nella scienza e nell'ingegneria dei sistemi ha portato alla creazione di robot in grado di svolgere attività complesse, guidate da sistemi, nemmeno troppo sofisticati, di elaborazione elettronica.
L'Intelligenza artificiale non fa fatica a convincerci che non è fantasia ritenere fattibile la produzione di robot a mezzo di robot, in una catena tecnologica a circuito chiuso, e l'impiego di tali robot in sistemi di produzione automatizzata, con controllo cibernetico.
Già oggi nelle ampie colture nordamericane si ara, si semina e si trebbia quasi senza intervento umano, con macchine agricole guidate da piste magnetiche interrate; già oggi le grandi navi solcano gli oceani guidate da satelliti, e già oggi ci sono esposizioni internazionali di fabbriche automatiche; e i robot hanno appena iniziato ad affacciarsi nella trasformazione produttiva! Forse il vero problema del domani sarà quello di gestire il tempo libero, massima espressione della libertà dell'uomo...
Ma riuscirà l'uomo a superare la noia? A raggiungere livelli di cultura che gli consentano di abbandonare i sistemi di obnubilazione che da sempre ha ideato e che la produttività crescente rende oggi abbondanti.
Ma soprattutto farà in tempo l'uomo ad arrivare a tali livelli?
Come la produttività anche l'inquinamento (e, più in generale, il depauperamento dell'ecosistema) cresce, trasformando in beni scarsi le risorse fino a ieri ritenute abbondanti o autoriproducibili; e, purtroppo, la legge della produttività crescente non risparmia la produzione di armamenti, anzi si sviluppa qui più che in ogni altro settore..., come l'assioma dell'uomo teleonomico garantisce.
E se anche l'inquinamento ci desse il tempo di arrivare a domani, il primo postulato del comportamento umano, nostro malgrado, afferma che l'uomo è bellicoso
Certo la produzione in forma di impresa è considerata oggi ancora utile in quanto con essa si realizza la produzione efficiente di remunerazioni; e proprio in ciò risiede la forza teleonomico endogena che spinge le imprese - e più in generale le aziende di produzione - a conservarsi nel sistema economico, tramite la loro teleologia; la produzione in forma di impresa, inoltre, consente di aumentare la produttività del sistema, con incremento del benessere generale; e in ciò risiede la forza teleonomica esogena che spinge il sistema a cercare di mantenere, espandere, e - in alcuni casi - introdurre la produzione in forma di impresa.
Per quanto grande sia la ricchezza prodotta, per quanto ampie siano quantità e qualità dei bisogni che l'"uomo produttivo" riesce a soddisfare, la logica della produzione vuole che la produttività progredisca ulteriormente, e la logica della ricchezza, in particolare, rende tale progresso vitale per il sistema economico e per l'intera Umanità.
L'assioma dell'insaziabilità garantisce al sistema l'energia necessaria per ulteriore progresso.
E l'impresa sembra esserne lo strumento, almeno fino a quando altre forme di aziende di produzione non riusciranno ad attuare le trasformazioni produttive e economiche dando sufficiente motivazione per ottenere efficienza dal lavoro e dall'impiego del capitale, nell'ambito di un'organizzazione controllante, con il consenso che genera collaborazione, e non controllata.
Ma per questo è necessario che l'impresa abbia esaurito la sua ragione d'essere quale elemento propulsivo della produttività.
Quando avverrà, se avverrà, tale momento, non è dato predire.
Al contrario, la teleonomia esogena dell'impresa è più forte che mai.
La ricchezza, è vero, non è di tutti; è distribuita, oggi, in forme e misure troppo disuguali; l'emisfero nord opulento e il sud povero sono una dolorosa realtà che accentua le tensioni sociali.
Ma la ricchezza è inevitabilmente destinata a diffondersi, anche se l'espansione della produttività è un fenomeno ineguale e, per di più, iniziato, con qualche consistenza solo da poche generazioni[25].
Forse tra alcune generazioni il globo terracqueo potrebbe trasformarsi in un'immensa azienda produttiva, atta a produrre a beneficio di tutti, la cui logica operativa potrebbe anche essere differente da quella dell'impresa.
Ma esprimere una previsione oggi sulla futura diffusione della ricchezza e sul futuro destino dell'impresa tra 100 anni o anche solo tra una generazione, sarebbe come pretendere di predire lo stato del tempo meteorologico tra un anno semplicemente osservando...per un minuto il moto delle nubi dalla finestra di casa nostra[26].
La ricerca scientifica e il progresso tecnologico, resi possibili e necessari dall'esigenza di sviluppo della produttività, sono giunti a livelli tali che tutto lascia prevedere la possibilità dell'incremento estremo della produttività che si manifesterà con il venir meno della necessità della maggior parte del lavoro umano, e molte produzioni tenderanno ad un ideale "a costo zero" (oggi, con pochi biscotti si ha in regalo una radio; quante marmellate dovremo mangiare, domani, per avere in regalo un computer?).
Sul piano teorico, Turing e Von Neumann hanno dimostrato la possibilità di realizzare automi autoreplicanti. Sul piano applicativo, il progresso nella scienza e nell'ingegneria dei sistemi ha portato alla creazione di robot in grado di svolgere attività complesse, guidate da sistemi, nemmeno troppo sofisticati, di elaborazione elettronica.
L'Intelligenza artificiale non fa fatica a convincerci che non è fantasia ritenere fattibile la produzione di robot a mezzo di robot, in una catena tecnologica a circuito chiuso, e l'impiego di tali robot in sistemi di produzione automatizzata, con controllo cibernetico.
Già oggi nelle ampie colture nordamericane si ara, si semina e si trebbia quasi senza intervento umano, con macchine agricole guidate da piste magnetiche interrate; già oggi le grandi navi solcano gli oceani guidate da satelliti, e già oggi ci sono esposizioni internazionali di fabbriche automatiche; e i robot hanno appena iniziato ad affacciarsi nella trasformazione produttiva! Forse il vero problema del domani sarà quello di gestire il tempo libero, massima espressione della libertà dell'uomo...
Ma riuscirà l'uomo a superare la noia? A raggiungere livelli di cultura che gli consentano di abbandonare i sistemi di obnubilazione che da sempre ha ideato e che la produttività crescente rende oggi abbondanti.
Ma soprattutto farà in tempo l'uomo ad arrivare a tali livelli?
Come la produttività anche l'inquinamento (e, più in generale, il depauperamento dell'ecosistema) cresce, trasformando in beni scarsi le risorse fino a ieri ritenute abbondanti o autoriproducibili; e, purtroppo, la legge della produttività crescente non risparmia la produzione di armamenti, anzi si sviluppa qui più che in ogni altro settore..., come l'assioma dell'uomo teleonomico garantisce.
E se anche l'inquinamento ci desse il tempo di arrivare a domani, il primo postulato del comportamento umano, nostro malgrado, afferma che l'uomo è bellicoso