Crisi ucraina: “Tutto è raccontato in modo sbagliato”
L'intevista del Secolo XIX a Nicolai Lilin
Pubblicato il 07/07/2014 da Redazione La Fucina
Nicolai Lilin è uno scrittore sovietico naturalizzato italiano, autore de L’Educazione siberiana, da cui è stato tratto l’omonimo film, con Gabriele Salvatores alla regia.
Lilin dall’inizio della crisi ucraina invita a non credere alla versione dei fatti divulgata dai media.
“Tutto è raccontato in modo sbagliato perché è stato da subito distorto il concetto geopolitico attorno al quale è nato questo conflitto. Questa guerra non è una guerra in o per l’Ucraina“, ha detto lo scrittore in un’intervista al Secolo XIX.
Si tratta infatti di “un conflitto tra potenze mondiali. Il primo esercito in campo, invisibile, è quello degli Stati Uniti. Una potenza in fase di fallimento che si sta muovendo da anni su decine di fronti per mascherare e per cercare di placare la sua inesorabile crisi economica. Ovviamente, quella americana non è una guerra militare, ma del tutto politica. Il problema, per loro, è che non ne potranno più uscire vincitori“.
I media avrebbero fatto credere ai cittadini occidentali che si trattasse di una rivoluzione popolare, mentre è “stato un golpe di Stato, di più Stati, contro un governo legittimo. Uno schieramento di forze organizzate dalle potenze occidentali, che in primo luogo si sono premurate di costringere i media a non poter far altro che raccontare bugie. Avevano solo le notizie delle agenzie di stampa finanziate da imprese nel campo dell’energia, del petrolio, degli armamenti“.
In effetti in piazza a Kiev sono scesi migliaia di giovani, ma, spiega Lilin, erano “ragazzi in buona fede, ma ignoranti e strumentalizzati da una cricca di poteri e di potenze finanziarie e straniere. Un po’ come i forconi in Italia, che tra poco ritorneranno, magari con un altro nome. Dietro le barricate di Maidan c’era un grumo di interessi, un blocco pronto a impossessarsi illegalmente del Paese non per fare gli interessi pubblici, ma quelli di gruppi privati esterni”
Le prime misure prese dal nuovo governo ucraino sono state: “contratti alle imprese straniere. Petrolio, industrie, persino rifiuti tossici“.
E alla domanda se non pensasse che il popolo ucraino fosse stato tradito, Lilin si è mostrato realista e ha fatto notare che le rivoluzioni vengono pilotate e che è già tanto avere un governo legittimo in un mondo dominato dalle multinazionali:
“Le sembra possibile, viste come stanno le cose, di credere ancora nella rivoluzione? Ma come si fa a non capire che certe cose non accadono se non ci sono dietro certi poteri? Ogni volta che sento qualcuno che parla di rivoluzione, di primavere, di riscatti… io lo metterei in carcere. Cosa c’è di più legale e onesto di un governo legittimo in un mondo assediato dalle multinazionali globali? Non avete visto come sono finite le primavere arabe e le operazioni per la libertà in Iraq? Gli americani stanno perdendo ovunque, i popoli stanno rialzando la testa. E non è il popolo di quelle barricate“.
Dietro le barricate “c’erano delle falangi ben organizzate, addestrate in due campi in Polonia, in un campo in Ungheria e un altro in Germania. Sostenuti dall’esercito di Kiev post-golpe, che ha bombardato i civili, dato fuoco a villaggi. Tutto per seguire il disegno degli Usa di rompere il nascente asse tra la Russia e l’Europa, tra il popolo russo e il popolo europeo. Siamo fratelli, Gorbaciov lo aveva capito e aveva abbattuto il muro nell’unica visione che mi trova d’accordo con lui“.
“L’Occidente lo aveva sostenuto?” Ha chiesto il Secolo XIX a Lilin, che ha replicato:
“Per nulla. Subito dopo il crollo del Muro, gruppi fuori controllo, organizzati da spie americane lo hanno abbattuto e hanno insediato il fantoccio Eltsin, che ha smantellato lo Stato per regalarlo ai nuovi oligarchi complici del sistema occidentale. E non potevano fare altro, gli americani, visto che già era chiaro l’imminente crollo del dollaro. Da quel momento hanno avuto paura dell’asse russo-europeo, hanno cominciato a temere la Cina. E si sono attrezzati per muovere le loro solite guerre invisibili.”
Se fosse possibile creare un “vasto continente” che va dall’Estremo Oriente all’Europa occidentale l’Italia potrebbe godere di benefici enormi:
“Pensate se questo vasto continente dall’Europa alla Russia al Kazakistan all’India alla Cina si potesse unire. Pensate l’Italia che boom potrebbe avere, venderemmo la nostra moda, i nostri prodotti, i nostri libri. Potremmo fare a meno degli americani, e gli americani non possono sopportarlo. Così hanno cominciato brutali operazioni, le stesse che oggi, però, non sono più in grado di gestire. Stanno perdendo ovunque, anche qui.”
Lilin ha anche motivato le mosse russe in Crimea:
“Ha dovuto difendere la Crimea perché i golpisti nazisti potevano mettere le mani su ciò che resta degli armamenti nucleari. Putin non farà follie. Non le farà neppure dopo che l’Osce ha dimostrato che il nuovo governo ha costruito campi di concentramento, rendendosi colpevole di genocidio“.
(LEGGI L’INTERVISTA INTEGRALE)
http://www.lafucina.it/2014/07/07/crisi-ucraina-lilin/
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Ciao
Paolo11