Renzi

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camillobenso
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Re: Renzi

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La Stampa 2.4.16
Le opposizioni mirano dritto alla Boschi
di Marcello Sorgi

La Boschi come bersaglio: ciò che giovedì era intuibile, ieri è diventato realtà. Anche dopo le dimissioni della Guidi per il caso Tempa Rossa, la ministra delle riforme e dei rapporti con il Parlamento è stata al centro di un fuoco incrociato di Lega e M5S, che forse approderanno a una mozione di sfiducia comune contro il governo. Dagli Usa, Renzi ha difeso, sia il contestato provvedimento petrolifero della Basilicata, sia la ministra Maria Elena, riservando invece alla dimissionaria Guidi parole di comprensione accompagnate da un severo: «Chi sbaglia paga». Il presidente del consiglio non è apparso preoccupato dal dibattito sulla sfiducia che si annuncia in Parlamento, dato che la mozione non ha alcuna probabilità di passare. Un’avance di M5S alla minoranza Pd «per buttare giù insieme Renzi» è subito caduta nel vuoto, respinta da Speranza. E in conclusione il risultato del dibattito sarà solo un giro di propaganda a favore del referendum «No triv», per cui si vota il 17 aprile, e su cui il premier, puntando all’annullamento per astensione, avrebbe preferito mettere la sordina.
Ma la strategia delle opposizioni, oltre ad essere proiettata sulle prossime scadenze elettorali e a insistere sul logoramento del governo, in mancanza di strumenti in grado di farlo cadere, punta anche al medio termine dell’autunno, quando Renzi, uscito bene o male dalle amministrative di giugno, metterà tutta la posta in gioco sul referendum istituzionale («se perdo vado a casa», ha già annunciato da tempo). E va letta in questa chiave la scelta, da parte delle opposizioni, della Boschi come bersaglio da sottoporre a una serie incessante di attacchi, prima per il dossier Banca Etruria e per il preteso conflitto di interessi con il padre vicepresidente dell’istituto di credito, poi per l’emendamento a favore del compagno della Guidi, e prevedibilmente, in autunno, come donna simbolo della Grande Riforma e del governo. Anche in questo caso, ben sapendo che non sarà facile convincere gli elettori a mantenere in vita il Senato così com’è, invece di ridimensionarlo, gli avversari di Renzi mirano sulla Boschi. Pensando che se cade lei, alla fine, cadranno anche le riforme.
camillobenso
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Re: Renzi

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PALLE. SEMPRE PALLE. QUESTO E' IL RENZISMO




Petrolio, la teoria della Boschi: "I poteri forti contro di noi"
Il ministro sul caso Guidi: "Ci attaccano i poteri proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno. Questo non piace a molti"


Luca Romano - Dom, 03/04/2016 - 09:00
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"Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta.


Ma anche nei miei errori c'è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali". È quanto afferma alla Stampa, il ministro Maria Elena Boschi, che precisa: "Mai conosciuto il fidanzato della Guidi. Io favori a mio padre? Non c'ero nelle riunioni decisive, il Tesoro fece il decreto". "Ogni settore che smuove posti di lavoro ha le sue lobby - spiega Boschi -. Noi abbiamo una linea chiara: sbloccare il Paese, toglierlo dalle sabbie mobili della burocrazia. Vale per le estrazioni, per l'edilizia che ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, per la banda larga. Non sapevo nulla del compagno di Federica. Ma conosco molto bene il provvedimento, atteso dal 1989. Era ed è sacrosanto. Se poi il compagno di Guidi o chiunque altro ha violato la legge, giusto che ne risponda. Noi abbiamo semplicemente fatto la cosa giusta per l'Italia".

"Certo che con la Guidi ho parlato di quell'emendamento - aggiunge quindi -. Ma non sapevo quali interessi avesse Gemelli". Sulla norma entrata e uscita alle quattro di notte, Boschi osserva che si tratta di "normali dinamiche parlamentari. Succede sempre, si trovano almeno altri cento esempi simili negli ultimi due anni". "Certo che intorno alle opere pubbliche si muovono interessi. È ovvio - commenta anche -. Ma non per questo si deve bloccare tutto altrimenti l'Italia muore. Occorre avere due stelle polari: la legge e la propria coscienza. Io personalmente le ho rispettate entrambe. Ci attaccano i poteri proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno. Questo non piace a molti". Sull'offensiva dei giudici, Boschi afferma: " Tra alcuni dei nostri c'è la tesi di un'azione giudiziaria legata al referendum sulle trivelle; ma io non ci voglio credere". Su Beppe Grillo, aggiunge: "Ho apprezzato che a nome del Pd Bonifazi abbia chiesto i danni civili e penali a Beppe Grillo". E sul caso Estruria: "complessivamente abbiamo in Banca Etruria poche migliaia di euro in tutto. E mio fratello ha ottenuto un mutuo con sua moglie".


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 41826.html
paolo11
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Re: Renzi

Messaggio da paolo11 »

http://www.beppegrillo.it/2016/04/tutti ... o.html?s=n
Adesso cercano anche di intimidire minacciando querele. Parlano di diffamazione solo nel tentativo di nascondere e fuorviare la verità che è una sola: tutti sapevano che l’emendamento “Total” era un emendamento marchetta, scritto dal Governo della Lobby, questa volta per le Lobby del petrolio. Ci sono le prove, certe, pacifiche ed incontestabili sin dal 17.10.2014. Il M5S, infatti, prima costringe la maggioranza a ritirare l’emendamento presentato allo Sblocca Italia attraverso la denuncia e l’opposizione in particolare della Deputata Mirella Liuzzi. Poi accade di nuovo il 13.12.14, quando a seguito della riproposizione, questa volta al Senato, dello stesso emendamento da parte del Governo, con il previo assenso del Consiglio dei Ministri ed il “total” accordo della Boschi, il Senatore M5S Cioffi denunciava in Aula l’emendamento marchetta quasi preannunciando quello che poi nei fatti starebbe emergendo dalle indagini della Procura di Potenza e coordinate dall’Antimafia. E cioè una grave commistione tra Governo e Lobby del petrolio, un evidente conflitto di interessi tra cariche governative e interessi privati, ed un groviglio di reiterate menzogne da parte del PD e del Governo ai danni dei cittadini. Tutti, dunque, sapevano o avrebbero dovuto sapere a seguito delle denunce del M5S di quali fossero i rischi e/o le finalità che l’emendamento incriminato avrebbe potuto comportare. Dall’intero Parlamento al Governo che adesso ha l’obbligo di dimettersi. Ci sono le prove. Ed il M5S auspica che possano essere acquisite dai Magistrati agli atti come ulteriore supporto alle indagini, anche in vista della prossima chiamata davanti alla Procura sia della Guidi che della stessa Boschi. Nel frattempo, l’emendamento va immediatamente ritirato. Questo si che è un atto dovuto!
MoVimento 5 Stelle Parlamento
------------------
http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2016/ ... -due-anni/
Lo scandalo per l'emendamento marchetta che ha causato le dimissioni del ministro guidi ieri sera? Il MoVimento 5 Stelle l’aveva denunciato in aula il 18 dicembre 2014! Ascoltate le parole di Andrea Cioffi in Senato. Tutti sapevano, tutti a casa!
Ciao
Paolo11
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Se cade il Governo è solo per amore
04/04/2016 Giuseppe Mele DIGITAL AKT
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Non mi mettete in altre rubriche GM

Voi non ci credete, né potrete crederci mai, ma è stato tutto solo per amore. Tutto, questo governo, questa politica, questo partito è solo amore per la Leoparda.

Noi stavamo lì a Reggello, Pontassieve, Rignano, Calenzano e mai ci avremmo mai pensato. Si facevano ì scherzi stupidi, quelli che da scautte ci riempivano le giornate, si suonavano i campanelli, si facevano le telefonate sporche.. A me toccavano sempre certi nocchini alle recchie, che li tiravano i più fortunati, quelli di Grassina e Badia.

Così mi toccò di fare il capobischero e passare dagli scherzi a prete a quelli a partito. C’avevo una zia tipo Sorella Materassi che s’atteggiava a modista. Mi diede i suoi cappottoni goffi, che mi facevano la gobba andreottiana e con quelli mi feci fotografare assieme ai vecchi Ciriaci rincoglioniti. Dovevo far loro pena ma poi che busse toccavano ai lupetti che non avevano creduto all’impresa.

Ai giovincelli facevamo fare telefonate ai raccomandati di Spadolini ed alla Giuva, come fossero loro studenti che offrivano prestazioni sessuali. E a quanti non gli pareva vero.. Dopo i gavettoni subiti per aver vinto in Provincia, imposi le telefonate minatorie a tutti i capi ex comunisti. E fu un trionfo, ci pigliavano sul serio.

A quel tempo l’amore non mi garbava e nemmeno il sesso. M’ero sposato per scaricare le tasse e avevo figliato per il sostegno del vescovo ma le donne restavano il muggito della vacca stupefatta. Finché non arrivò, lei, celeste e leopardata. Non era venuta nemmeno per me ma per il Ceccherini che ci faceva da filosofo guida negli scherzi bulli.

Il Cecche insisteva nella bontà dello slogan rottamare, chè lui l’intendeva barca, crociera e ..rotta in mare, e mica solo una. ‘Un ci credevo che Leoparda potesse fare gli occhi dolci ad un grezzo simile, quasi un romano in salsa pisana. Quello non la guardava nemmeno la mia amata perché secondo lui non aveva tette.

Allora le dissi: Molla lui lì e vieni con me. Ti porto al governo. Lei, soave, morbida, raffaelliana, bionda solare e celeste mi rispose: Sparaballe, ti prendo in parola. Ed io feci per lei la Leoparda. Poi mi dissero che non si poteva cambiare nome ma come Leopolda era disponibile.

Per lei feci tutti gli scherzi possibili, a prete, a pisano, a bischero, a partito, anche alla mia anima. Finché le ho dato il governo e l’ho avuta promessa. Mi ha sgamato solo Signorini. Oggi, Signori però ve lo dico, non sono Berlusca che ne cambia una l’ora.

Per me ce n’è solo una. Provate a cacciarla e me ne vado con lei. Vi porto via tutto, partito, banche, Europa. ‘Un v’azzardate, se cade la ME, parola di lupetto, cade anche l’Italia e a buco ponzoni. E’ una questione d’amore.

Dice il Sommo Poeta Amor ch’a nullo amato amar perdona. Uguale Io. Ch’a bullo amato, nun gli si tocca la pupa che ‘un vi si perdona.


http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2016 ... olo-amore/
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Re: Renzi

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Rottamator-Terminator-Incul@tor, è ritornato in pista.





L'annuncio farsa di Renzi: "80 euro ai pensionati"
"E' difficile alzare le pensioni minime, in questo momento abbiamo dato la precedenza al ceto medio e alle famiglie con reddito di 1500 euro al mese. Allo studio c'è allargare gli 80 euro a chi prende la pensione minima"


Claudio Torre - Mar, 05/04/2016 - 17:45
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"E' difficile alzare le pensioni minime, in questo momento abbiamo dato la precedenza al ceto medio e alle famiglie con reddito di 1500 euro al mese.


Allo studio c'è allargare gli 80 euro a chi prende la pensione minima. Vedremo se saremo in grado di farlo".

Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della diretta #matteorisponde su Facebook. Insomma il premier torna a fare annunci. L'annuncite di Renzi ha un'impennata sempre nelle settimane di campagna elettorale. Le amministrative si avvicinano e il premier adesso promette anche 80 euro ai pensionati. Una mossa che arriva dopo il mantra che negli ultimi giorni continua a ripetere il presidente dell'Inps Tito Boeri che ha suggerito invece un taglio degli assegni sulle pensioni più alte. Il presidente dell'Inps ha affermato: "Penso servi prendere in cosniderazione l'ipotesi di un contributo di solidarietà dalle pensioni più alte". Insomma è molto probabile che il governo metta mano alle pensioni. Bisogna capire in che modo e chi perderà qualcosa sull'assegno.

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ ... 42681.html
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Re: Renzi

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15 aprile 2016 | di Gisella Ruccia
Bianconi: “Renzi? Un dj di campagna un po’ cazzaro manovrato dalla Trilaterale”


“Renzi? Un dj di campagna, un contadinello rifatto che vuol fare il ganzino con le mani in tasca. Lui e la Boschi con questa riforma, che è davvero la fine della democrazia, sembrano Juan ed Evita Perón“. E’ il duro attacco del deputato di Conservatori e Riformisti, Maurizio Bianconi, che, ai microfoni di Ecg Regione (Radio Cusano Campus), ribadisce le sue critiche al presidente del Consiglio espresse in un post pubblicato sul suo profilo Facebook. E rincara: “Renzi è un campagnolo, ma lo vedete come si muove? E’ impacciato, un po’ Fonzie, è identico alla parodia di Crozza. Non ha la classe naturale di Alfio. Neanch’io ce l’ho, ma mio è un limite fisico, il suo è un limite comportamentale”. Il parlamentare poi riserva parole al vetriolo sull’ex capo di Stato Giorgio Napolitano (“è il vero becchino della democrazia italiana”) e aggiunge: “Lui e Renzi sono della stessa banda. Il loro datore di lavoro è lo stesso. Nessuno si accorge che da domani si riuniscono a Roma i nostri veri padroni, che decideranno chi farà il governo e chi non lo farà. Si tratta della Commissione Trilaterale e nessuno ne parla. Dire che sono un complottista è una cazzata”. E spiega: “In questa commissione i maggiori quattrinai del mondo, d’America, Europa e Giappone si riuniscono per discutere del futuro del pianeta. A decidere le sorti del pianeta sono 200 persone. Ritengono che il mondo debba essere gestito fuori dagli schemi delle nazioni, fuori dagli impicci della democrazia e attraverso il discorso del libero mercato la finanza deve fare la politica”. Bianconi sciorina alcuni nomi e chiosa: “Renzi è stata messo lì con una certa facilità grazie a loro. Questi chiamano Renzi e gli dicono che cosa deve fare. Ma anche loro, ora, hanno capito che Renzi è un po’ cazzaro, basta leggere la stampa americana. E quindi stanno decidendo che cosa devono fare”

VIDEO


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/04/ ... le/507680/

Commissione Trilaterale

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BIANCONI Maurizio - MISTO
http://www.camera.it/leg17/29?shadow_de ... slatura=17
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Re: Renzi

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NON SI TRATTA DI GAFFE, E' SOLO L'ABITUDINE A RACCONTARE PALLE.



15 aprile 2016 | di F. Q.
Gaffe di Renzi: “Il primo giugno inauguriamo il tunnel del Gottardo”. Che è in Svizzera


Figuraccia del presidente del consiglio Matteo Renzi durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Codice degli appalti. Il primo ministro si sta vantando del fatto che “l’Italia è l’unico paese al mondo che sta facendo tre opere strepitose dal punto di vista ingegneristico”. Cosa? “Tre tunnel che collegano il Paese al resto del mondo: il Brennero, la Torino-Lione e il Gottardo”. Peccato che l’ultima opera sia completamente sul territorio della Confederazione elvetica

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/04/ ... ra/508138/
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Re: Renzi

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SPERIAMO SIA COSI'


Renzi morirà sparando frottole (a quei fessi degli italiani)

Scritto il 20/4/16 • nella Categoria: idee

Come sa chi frequenta questo blog, non ho mai amato Matteo Renzi ma la tracotanza degli ultimi giorni me lo rende insopportabile. E mi chiedo come facciano gli italiani a dargli ancora ascolto. Venerdì si è segnalato per la gaffe del secolo: si è attribuito i meriti per il progetto ferroviario ad alta velocità dell’Alptransit che scorre sotto il San Gottardo, annoverandolo tra i grandi progetti infrastrutturali italiani. Peccato che, come sanno i bambini delle elementari, il San Gottardo è un monte totalmente svizzero, che dista un centinaio di chilometri dal confine italiano. E l’Alptransit è un’opera spettacolare, di straordinaria modernità, ma concepita e finanziata interamente dalla Confederazione elvetica. L’Italia, semmai, si è segnalata per l’incapacità di dar seguito alle promesse ovvero a estendere la rete anche in Italia e infatti l’Alptransit si fermerà al confine.Una gaffe colossale, pronunciata in conferenza stampa mentre il ministro Delrio, che sedeva a fianco di Renzi, annuiva. Evidentemente né l’uno né l’altro sapevano dov’è il San Gottardo. In altri paesi i ministri che compiono passi falsi analoghi vengono ridicolizzati dai media, in Italia invece no. La notizia sui grandi media è passata sotto traccia, significativamente. I grandi media hanno dato invece ampio spazio alle roboanti dichiarazioni a commento del fallito referendum sulle trivelle. Ma con che ardire un premier afferma che “è stata sconfitta la demagogia”? Il referendum è fallito perché l’establishment italiano (a partire da Renzi) ha deciso di non parlarne in campagna elettorale. E la stampa, come al solito, si è adeguata. nessun titolo in prima pagina, speciali con il contagocce, scarse e svogliate trasmissioni in tv. La gente non è andata a votare semplicemente perché non si è nemmeno resa conto che ci fosse un referendum, tanto blanda era la campagna.Il contrasto è ancor più stridente, scorrendo le paginate di oggi: fiumi di retorica sul comportamento degli italiani e naturalmente, “sulla lezione da trarre”. Ora che l’establishment ha ottenuto quel che voleva, fiumi di inchiostro. Prima, neanche una riga. E ora, solo ora, tanto spazio alle dichiarazioni di Matteuccio: «Abbiamo salvato 11mila posti di lavoro. E per un premier è importante anche un solo posto di lavoro». Come se l’impiego fosse davvero al centro del referendum. Un decoroso, compiaciuto silenzio sarebbe stato molto più opportuno ed efficace mediaticamente. Ma Renzi non sa cosa sia la misura. Dal San Gottardo al referendum le spara sempre. E più grosse sono e più è contento. E’ nato “Bomba” e morirà politicamente come un “bomba”. Anzi morirà raccontando frottole e pensando in cuor suo, fino all’ultimo minuto, di essere l’unico vero furbo e gli altri, tutti gli altri, una manica di fessi.(Marcello Foa, “Renzi morirà sparando frottole”, dal blog “Il Cuore del Mondo” su “Il Giornale” del 18 aprile 2016).
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Re: Renzi

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SPERIAMO SIA COSI'


Renzi morirà sparando frottole (a quei fessi degli italiani)

Scritto il 20/4/16 • nella Categoria: idee

Come sa chi frequenta questo blog, non ho mai amato Matteo Renzi ma la tracotanza degli ultimi giorni me lo rende insopportabile. E mi chiedo come facciano gli italiani a dargli ancora ascolto. Venerdì si è segnalato per la gaffe del secolo: si è attribuito i meriti per il progetto ferroviario ad alta velocità dell’Alptransit che scorre sotto il San Gottardo, annoverandolo tra i grandi progetti infrastrutturali italiani. Peccato che, come sanno i bambini delle elementari, il San Gottardo è un monte totalmente svizzero, che dista un centinaio di chilometri dal confine italiano. E l’Alptransit è un’opera spettacolare, di straordinaria modernità, ma concepita e finanziata interamente dalla Confederazione elvetica. L’Italia, semmai, si è segnalata per l’incapacità di dar seguito alle promesse ovvero a estendere la rete anche in Italia e infatti l’Alptransit si fermerà al confine.Una gaffe colossale, pronunciata in conferenza stampa mentre il ministro Delrio, che sedeva a fianco di Renzi, annuiva. Evidentemente né l’uno né l’altro sapevano dov’è il San Gottardo. In altri paesi i ministri che compiono passi falsi analoghi vengono ridicolizzati dai media, in Italia invece no. La notizia sui grandi media è passata sotto traccia, significativamente. I grandi media hanno dato invece ampio spazio alle roboanti dichiarazioni a commento del fallito referendum sulle trivelle. Ma con che ardire un premier afferma che “è stata sconfitta la demagogia”? Il referendum è fallito perché l’establishment italiano (a partire da Renzi) ha deciso di non parlarne in campagna elettorale. E la stampa, come al solito, si è adeguata. nessun titolo in prima pagina, speciali con il contagocce, scarse e svogliate trasmissioni in tv. La gente non è andata a votare semplicemente perché non si è nemmeno resa conto che ci fosse un referendum, tanto blanda era la campagna.Il contrasto è ancor più stridente, scorrendo le paginate di oggi: fiumi di retorica sul comportamento degli italiani e naturalmente, “sulla lezione da trarre”. Ora che l’establishment ha ottenuto quel che voleva, fiumi di inchiostro. Prima, neanche una riga. E ora, solo ora, tanto spazio alle dichiarazioni di Matteuccio: «Abbiamo salvato 11mila posti di lavoro. E per un premier è importante anche un solo posto di lavoro». Come se l’impiego fosse davvero al centro del referendum. Un decoroso, compiaciuto silenzio sarebbe stato molto più opportuno ed efficace mediaticamente. Ma Renzi non sa cosa sia la misura. Dal San Gottardo al referendum le spara sempre. E più grosse sono e più è contento. E’ nato “Bomba” e morirà politicamente come un “bomba”. Anzi morirà raccontando frottole e pensando in cuor suo, fino all’ultimo minuto, di essere l’unico vero furbo e gli altri, tutti gli altri, una manica di fessi.(Marcello Foa, “Renzi morirà sparando frottole”, dal blog “Il Cuore del Mondo” su “Il Giornale” del 18 aprile 2016).
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Re: Renzi

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La lite nel Pd su Verdini: "Al sud ci porta il 3%", "Ma ci fa perdere più voti" DA repubblica.it

Il retroscena. L'alleanza tra il centrosinistra e Ala si è realizzata a Napoli, Grosseto, Caserta e Cosenza


di GOFFREDO DE MARCHIS

19 maggio 2016

ROMA. Partiamo dalla cornice dei numeri. Verdini e il Partito democratico vanno a braccetto in quattro capoluoghi di provincia: Napoli, Grosseto, Caserta, Cosenza (sono oltre 20 quelli chiamati al voto). Sul totale dei comuni nei quali si vota il 5 giugno, il matrimonio tra la formazione dell'ex coordinatore di Forza Italia, Ala, e Matteo Renzi rappresenta il 7-8 per cento. Dentro la cornice c'è il quadro dello scontro interno ai dem sul ruolo che avrà Verdini nel futuro e sul suo peso nelle dinamiche del Pd. Secondo il vicesegretario dem Lorenzo Guerini queste cifre dimostrano che non si può parlare di "alleanza strategica". Il punto però è quanto aggiunge e quanto toglie un patto anomalo, particolare che sposta il baricentro del Pd nell'area moderata, al netto delle polemiche sui guai giudiziari di Verdini e di alcuni dei suoi fedelissimi. Cioè, sull'antropologica impresentabilità del mondo verdiniano a giudizio di una fetta degli elettori e della classe dirigente democratica.

Gianni Cuperlo non ha dubbi: "Sono più gli affezionati che perdiamo. Gli orfani di Berlusconi non riusciranno mai a compensarli". Il senatore di Ala Vincenzo D'Anna invece considera i suoi voti indispensabili. Una prima controprova gli dà ragione. Alle regionali campane la lista degli scissionisti azzurri fece vincere il governatore De Luca. Lo scarto con Stefano Caldoro fu del 2 per cento. D'Anna, con il suo gruppo (composto da molti legati a Nicola Cosentino) prese l'1,8. Se fosse stato di là, Caldoro avrebbe ancora la poltrona. "I nostri voti valgono doppio - dice D'Anna - escono da una parte e vanno dall'altra". E quelli che fate perdere a sinistra? "I candidati sindaci che hanno accettato il sostegno di Ala si saranno fatti dei calcoli e avranno capito che conviene avere il nostro voto. Quello che doveva uscire a sinistra è già uscito. Prenda Bassolino. Su Facebook mena duro sul Pd e sulla candidata Valeria Valente, ma non può fare propaganda per De Magistris o Lettieri. Hanno le mani legate".

Verdini sarà a Napoli domani pomeriggio e sabato mattina. Farà il bis della sua prima uscita in campagna elettorale a Cosenza. Un bis in grande perché è prevista una grande manifestazione sabato alla Stazione Marittima. Nel capoluogo campano Ala si presenta con il suo simbolo, unica città italiana. Nelle altre corre sotto le vesti di varie liste civiche. Si presenta in tutte le città del casertano che superano i 15 mila abitanti. La Campania è il serbatoio dei consensi (potenziali) di Ala. Quindi il test più serio è quello napoletano. A Largo del Nazareno calcolano l'apporto di Ala, soprattutto al Sud, nell'ordine del 3-5 per cento. "Numeri che non mi appassionano - insiste Cuperlo - . A Ballarò Verdini ha detto che io non posso parlare perché appartengo al Pd del 25 per cento mentre ora il Pd di Renzi è al 40. Mi piacerebbe sapere pubblicamente come rispondono i renziani". I renziani tacciono nelle dichiarazioni ufficiali, ma Guerini a Repubblica precisa: "La frase su Cuperlo è stata assai infelice perché chi ha titoli a stare nel Pd è tema che riguarda il Pd".

Ma lo spostamento dell'alleanza al centro sembra ormai un dato ineluttabile. Il vicesegretario lo nega e ripete: "Di strategico c'è solo la legge elettorale nazionale, ossia l'Italicum. Lo abbiamo fatto in modo da presentarci da soli con una forza di centrosinistra che ha la vocazione maggioritaria". Nè intese con la sinistra estrema nè col centro, dunque. Il resto sono scelte locali "che non dipendono sempre da noi. Siamo alleati di Sel, a Milano, a Ravenna, a Cagliari e in altre città. A Napoli Sel sta da 5 anni con De Magistris. Quale centrosinistra avremmo potuto fare lì?". Cuperlo dice che anche lui non è nostalgico dell'Unione. "Si può creare un centrosinistra innovativo". Il calabrese Nico Stumpo che conosce bene Cosenza non nega che Verdini potrebbe
essere decisivo al ballottaggio, togliendo alla destra e dando qualcosa alla sinistra. "Ma il problema - dice - è aver spaccato il centrosinistra. Il futuro del Pd è un'alleanza con il centro, si chiami Ncd, Udc o Ala, e non con la sinistra. È inaccettabile".



In Italia le forze politiche non hanno una linea politica chiara
Oggi l'Europa è decisiva pe r la politica italiana , quindi Dx e Cdx hanno idee diverse e opposte e non possono restare insieme.
Il PD senza l'ala a sinistra con Verdini ,Ncd e gli altri corpuscoli alle elezioni non riesce vincere, l'attuale maggioranza parlamentare è minoranza nel paese. Un PD del genere non può diventare neanche una nuova DC, gli manca l'anima.
Resta un M5S con Grillo e i suoi problemi e una Sinistra tutta da fare.
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