Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

mah...
a me tutto sto "meglio" non mi pare ....

il FQ avrebbe voluto un'esecuzione in stile piazza di Riad , è comprensibile .

Dal Pd vogliono quello che Travaglio non è riuscito a fare (da Santoro) , come se i piani fossero gli stessi
...
e che vuoi fa? so ragazzi.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 13
Un drammatico vuoto di potere - 4

I giorni della follia - 3


Titolo del Tg7 di Mentana delle 20,00.


APPENA NATA FORZA ITALIA
SI SCAGLIA SUBITO CONTRO IL PREMIER.
NO ALL’AUMENTO DELL’IVA O CADE IL GOVERNO.



Bisogna essere folli pensare di poter governare in questo modo.

Che Monti stesse facendo un buco nell’acqua a suo tempo era prevedibile.

Che prima o poi il governo finiva per trovarsi nella situazione degli ultimi mesi delle strane alleanze, era altrettanto facilmente prevedibile senza bisogno di essere in possesso di diploma della Nostradamus School.

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I giorni della follia - 4
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:mah...
a me tutto sto "meglio" non mi pare ....

il FQ avrebbe voluto un'esecuzione in stile piazza di Riad , è comprensibile .

Dal Pd vogliono quello che Travaglio non è riuscito a fare (da Santoro) , come se i piani fossero gli stessi
...
e che vuoi fa? so ragazzi.

Riprendo il titolo del TG7 di Mentana.


Titolo del Tg7 di Mentana delle 20,00.


APPENA NATA FORZA ITALIA
SI SCAGLIA SUBITO CONTRO IL PREMIER.
NO ALL’AUMENTO DELL’IVA O CADE IL GOVERNO.


^

E' un pò su tutta la stampa quotidiana di stamani, che riassunto recita:

"Berlusconi vuol fare fuori il Pd logorandolo"

Brunetta, che dal maneggio di Hardcore aveva appena finito di cavalcare Dudù, ha dichiarato:

<<Se a ottobre passa l'Iva, .....cade il governo>>

Le divisioni nel PDc come non possono essere cacio sui maccheroni, per lui???
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

soloo42000 ha scritto:
Semplice, forse troppo semplice, per i Professoroni della Bocconi.
E si.
Perchè in Italia, come dicono i liberisti de' noantri, il problema "si risolve
analizzando e rimodulando la qualità/quantità della spesa".
Tradotto dal merlese (chiedo conferma a UncleT della correttezza):
"Tagliamo le pensioni (anche per risanare i buchi lasciati dalla PA stessa nelle casse
previdenziali della PA) e i servizi al cittadino (scuola e sanità prima di tutto), in modo
che riduciamo le tasse agli evasori, no?"

O al limite deregolamentano tutto e ognun per se.

Razionalizzare? Ristrutturare? Semplificare?
E che scherzi?
Dopo dobbiamo usare il cervello e fare la faccia dura con chi non vuol cambiare.
Hai visto il casino per le province e l'accorpamento delle circoscrizioni giudiziarie?
A momenti facevano il colpo di stato: non sia mai!!!


soloo42000

Direi di sì.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 14
Un drammatico vuoto di potere - 5

I giorni della follia - 4


La responsabilità principale di aver fatto affondare il Bel Paese nel novembre 2011, spetta senza ombra di dubbio al Caimano e alle sue truppe mussulmane.

Non ci sono balle berlusconiane che tengono. Il caso De Gregorio docet.

La necessità assoluta di fare fuori Prodi era quella di varare senza impedimenti il Lodo Alfano, per salvarsi dalla prima condanna sicura nel processo Mills.

E così è stato grazie anche alla complicità del suo amico Giorgio.

Ma non c’è solo quel motivo esclusivo alla data dell’affondamento del governo Prodi. Ci stavano i vari Mastella e Dini.

Non ultimo la corrente Veltroni, che nell’estate del 2007 si era divisa in due, tra chi sosteneva che il futuro segretario dovesse prendersi tutto quanto, compresa la guida del governo facendo fuori Prodi, e chi sosteneva di badare soltanto a far crescere il futuro Pd appoggiando Prodi.

La voglia di potere in alcuni è così smisurata da non saper calcolare le conseguenze delle proprie scelte, che in questo caso sono pesantissime perché hanno segnato il destino di un Paese.

Hanno vinto i primi.

Quell’episodio pesa ancora oggi nel Piddì, tanto che viene rammentato spesso in questi tempi associandolo al caso Renzi.

Sono in molti a temere nel Piddì che se Renzi viene eletto segretario, può essere indotto a ripetere quanto già fatto da Veltroni sul finire del 2007. Là fare fuori Prodi, qui fare fuori Jo Condor.

Ma se i mussulmani devono essere indicati come i principali responsabili di aver affossato l’Italia durante la crisi partita nel 2008, non sono i soli, perché il Pd per via dei noti inciuci sottobanco con i mussulmani durati un lungo ventennio, non si sono mai spesi per la salvaguardia del Paese dal berlusconismo d’assalto, tanto che nell’aprile del 2011, quando le cose andavo già male, visto che la Marcegaglia dopo aver abbandonato il Caimano, a difesa di Confindustria si era messa a strillare come un’aquila che così non si poteva andare avanti e che occorreva cambiare rotta immediatamente.

Completamente inascoltata dalle truppe mussulmane.

E nella celebrazione dei baccanali dell’inciucio, il Pd, tramite il suo cassiere storico, il senatore Ugo Sposetti presentava il ddl N° 3809 in cui si chiedeva il raddoppio del rimborso elettorale ai partiti.

Previo naturalmente con accordo preventivo con i mussulmani grazie all’ambasciatore amico, Verdini.


In quel periodo le cronache del Bel Paese raccontavano già di suicidi di operai e piccoli imprenditori che non ce la facevano più a tirare avanti perché oberati da debiti.

Ma se la responsabilità dell’affondamento del Concordia “Italia” spetta allo Schettino dei mussulmani, la responsabilità dello stato di coma in cui versa l’Italia in questi mesi è solo ed esclusivamente del PD-PDc.

C’è da chiedersi in prima istanza se fosse stato eletto Prodi sei mesi fa al posto di Napolitano se le scelte fatte sarebbero state quelle attuali.

Io sono convinto di no.

La responsabilità diventa evidente che ricade sul Pd. Ed in modo particolare sui 101/120 incappucciati, di cui non si niente ancora oggi a distanza di sei mesi e che il PDc nasconde gelosamente per non fare sapere ai suoi elettori, e non solo, che al suo interno pesa una potente loggia segreta paragonabile a quella della P2.

Personalmente mi fa molto specie che ci sia ancora della gente che si dichiara di “”sinistra”” e accetta questa mostruosità da prima Repubblica ed è intenzionata ancora a sostenere il PDc.

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I giorni della follia - 4
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 15
Un drammatico vuoto di potere - 6

I giorni della follia - 5




La tragedia che stiamo vivendo è di grandi dimensioni. Nel campo mussulmano dopo vent’anni, Berlusconi non sarà più candidato premier.

Ovvio interrogarsi su chi sarà il suo sostituto.

Dovrà essere presentabile, credibile, possibilmente preparato, facile alle battute o alle barzellette come il capo. Ma non così tanto intelligente e furbo da sottrargli il partito a causa delle circostanze che si sono venute a creare.

Secondo il magazzino attuale la destra berlusconiana non ha personaggi con caratteristiche minimamente decenti per un incarico oneroso come quello di primo ministro.

Nella terra di nessuno che in modo sprovveduto e furbo da accalappia merli, chiamano inopportunamente “centro”, non ci sta nessuno che possa guidare il Paese in maniera decente.

Il partito di Pierfurby si è ridotto all’1,2 %. Ogni tanto madame Tossauds, che dirige il museo delle cere di Londra concede un permessino al fu politico seeeeeeeeeeeeerio, di tornare in Italia per ritrovare gli amici e per parlare dei vecchi tempi di “Quando la Berta filava”.

L’ex presidente della Bocconi, invece, sta riducendo sempre di più il suo consenso dopo essere stato messo alla prova.

I sondaggi ai politici fanno un gran male, perché concorrono a fargli montare la testa inutilmente.

All’inizio del suo incarico, Mario Monti godeva di un consenso personale del 71%. I Trombomedia che lo sostenevano hanno contribuito a costruire un personaggio d’argilla o se si preferisce, di plastica.

All’epoca quasi tutto il Paese per ragioni differenti tifava Monti.

Adesso non lo prende più in considerazione nessuno. I ragazzi di oggi usano un altro lessico per definire questa nuova condizione di Monti.

Sul fronte PDc il dramma è altrettanto di grande portata.

Se ad aprile è stato nominato Letta è perché quel partito non ha più munizioni nella polveriera. A volte è molto curioso ascoltare i pareri della gente.

Ai non piddini, è capitato più volte di affermare : <<Letta mi piace>>. Oppure : <<A me Letta non dispiace>>

Sono state anche le stesse affermazioni di alcuni piddini di area marcatamente comunista, che non si rassegnano ad ammettere che il Pd è la nuova Dc.

All’inizio sostenevano : << Un governo deve essere pur fatto, non ci sono altre soluzioni e quindi turandoci il naso dobbiamo governare con il Pdl, con Berlusconi e Brunetta, e quindi Letta nipote è il meglio che abbiamo>>. Contenti loro…………………..

Difficile farsi capire che Letta non era la persona adatta a guidare questa fase. A maggior ragione con l’alleanza caimana.

Era come mettere in una stalla un agnello e un lupo affamato. Non c’è bisogno di tirare le conclusioni perché le capiscono anche i sassi.

In nome di che cosa è stato mandato allo sbaraglio Jo Condor?????


***

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21 SET 2013 11:37
1. CI HA PROPRIO SCRITTO JO CONDOR SULLA FRONTE! ALTRO CHE PREMIER PRODIGIO, LETTAENRICO SBAGLIA I CONTI E IN QUATTRO MESI CREA UNA VORAGINE DI 2,6 MILIARDI! -

2. L’INSTABILITÀ POLITICA NON C’ENTRA ASSOLUTAMENTE NULLA: LA MAGGIORE SPESA PER INTERESSI RAPPRESENTA SOLO UN QUARTO DEL BUCO DI STATO, ED È RIMASTA SOTTO LE PREVISIONI! L’ERRORE DA DUE MILIARDI DIPENDE TUTTO DAL GOVERNO IN CARICA -

3. LA PREMIATA DITTA LETTANIPOTE IN DUPLEX CON IL DUO EURO SACCOMANNI-DRAGHI FA SCARICABARILE SUI PARTITI MA I NUMERI PARLANO CHIARO: LE COPERTURE FARLOCCHE DI IMU, IVA, ESODATI E CASSA INTEGRAZIONE HANNO CREATO NUOVO DEBITO -

4. GIALLO QUIRINALE: NAPOLITANO ERA ALL’OSCURO DEL CAOS CONTI E IERI SERA HA CONVOCATO LETTA PER CAZZIARLO? -



Franco Bechis per "Libero"

Enrico Letta ha ufficializzato ieri che l`Italia sfonderà - di 0,1 punti percentuali - l`obiettivo del 3% di rapporto deficit/pil al 31 dicembre 2013, e ha dato tutta la colpa a Silvio Berlusconi (e forse un po` anche a Matteo Renzi). «L`interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell`instabilità politica», ha spiegato il premier in conferenza stampa, «pesa sui conti e sul deficit che è cresciuto rispetto alle stime al 3,1%».

Dopo avere scaricato tutta su altri la responsabilità di un buco da 0,2 punti di Pil in appena 4 mesi e mezzo, Letta si è auto-lodato per i grandi progetti (molto futuri) che il governo ha: «I percorsi contenuto nel Def sono ambiziosi ma raggiungibili, a patto che ci sia la volontà e la stabilità politica. La volontà nostra c`è, è piena e totale e lo si è visto anche nel Cdm dove c`è stata una partecipazione corale e un impegno che mi conforta».

Sembra assai facile governare così: se si ha successo, i meriti sono propri, se si fa flop, la responsabilità è sempre di qualcun altro. Non è certo una novità della politica italiana vedere uomini politici abbondare in propaganda e rifilare ad altri sacchi dipanane. Fa un po` effetto sentirlo fare da uno come Letta che ha sempre avuto l`aria del primo della classe. Però l`economia ha un grande vantaggio: è fatta di numeri, e quelli non si possono cambiare.

Quelli che ci sono, perfino quelli inseriti dal premier nella sua nota di aggiornamento del Def, raccontano tutt`altra verità. E siccome nessun italiano ha scritto in testa "Jo Condor", è meglio andarli a vedere. La nota di aggiornamento presentata ieri corregge al ribasso e al rialzo le cifre inserite del Documento di economia e Finanza presentato da Mario Monti il 10 aprile 2013. Allora si prevedeva un rapporto deficit/Pil 2013 del 2,9%, ed è diventato del 3,1%.

Allora si prevedeva un Pil nominale a fine anno di 1.573,233 miliardi di euro, ora si corregge al ribasso in 1.557,300 euro. Allora si prevedeva una spesa per interessi pari al 5,3% del Pil, ora si corregge al rialzo: 5,4% del Pil. La spesa per interessi è la sola voce che risente di quella «interruzione nella discesa dei tassi» e «instabilità politica» che secondo Letta sono la causa dello scostamento del deficit dal 2,9 al 3,1%. Siccome le percentuali crescono, ma il Pil scende, meglio andare a vedere le cifre assolute per capire.

La spesa per interessi nominali 2013 immaginata da Monti era di 83 miliardi, 381 milioni e 349 mila euro. Quella ora riveduta da Letta sale a 84 miliardi, 94 milioni e 200 mila euro. Il maggiore costo per gli interessi dunque sarebbe di 712 milioni e 851 mila euro. Che non è affatto la cifra assoluta dello scostamento del deficit, come sostenuto impropriamente dal premier: rappresenta solo il 26,87% del nuovo buco nei conti pubblici. Il deficit nominale a fine 2013 previsto da Monti era infatti di 45.623.757.000 euro.

Quello ora riveduto da Letta sale a 48.276.300.000 euro. Il buco complessivo - tutto maturato dal governo Letta - è dunque di 2.652.543.000 euro. Di questa cifra un quarto circa è dovuto alla maggiore spesa per interessi. Ma 1.939.692.000 milioni sono legati esclusivamente a quel che ha combinato il governo in carica. Dirà la sinistra: è colpa dell`Imu, è colpa del mancato aumento Iva da luglio... Dirà la destra: è colpa degli esodati, è colpa della cassa integrazione, dei precari della pubblica amministrazione assunti, etc...

Sbagliano gli uni e gli altri: siccome nessuno di noi ha scritto in fronte "Io Condor", il responsabile unico di questo buco è il governo in carica guidato da Letta. Poi trovi al suo interno chi l`ha fatta così grossa. Non è colpa in sé né della cassa integrazione, né dei precari, né dell`Imu, né dell`Iva: ognuno di questi provvedimenti risultava coperto dal governo, che 
scriveva: per togliere 3 miliardi di tasse, prendo i soldi da questo o da quello.

Ecco, la verità è proprio quella che avevamo sospettato noi di Libero leggendo con cura ogni provvedimento dell`esecutivo: quelle coperture erano quasi sempre irreali, bugiarde. Sono loro che hanno 
creato questo buco da 2,6 miliardi. Lo ha creato Letta con i suoi, non la vicenda processuale di Berlusconi e nemmeno la corsa di Renzi alla segreteria del Pd. A guardare bene, più di un dubbio viene anche da quella sola somma che sulla carta si può attribuire alla instabilità politica: i 712,8 milioni di euro di maggiore spesa per interessi che Letta e Saccomanni hanno scritto nella nota di aggiornamento del Def. Da dove salta fuori quell`aumento? E' davvero difficile capirlo.

Nel documento di aprile Monti immagina una caduta dello spread fino a raggiungere i 250 punti a fine anno. Ieri lo spread Btp-Bund ha chiuso la giornata a 247 punti, perfino al di sotto di quella soglia. Durante il mese di agosto, quello che avrebbe creato «instabilità politica» al governo, lo spread non ha mai superato i 260 punti. Anzi. E' proprio in questo mese che per la prima volta è tornato sotto i 250 punti, raggiungendo i livelli minimi dalla primavera 2011, prima che scoppiasse la tempesta sui mercati finanziari.

Il 12 agosto ha raggiunto 245,5 punti, il livello più basso dei 24 mesi precedenti. Il 16 agosto ha toccato addirittura 230 punti. I1 4 luglio scorso invece, quando manco era stato fissato ancora in Cassazione il processo a Berlusconi, lo spread era a 290 punti. Il 25 giugno era 305 punti. Il giorno in cui Letta ha giurato nelle mani di Giorgio Napolitano lo spread era a 285 punti, 38 punti base più di ieri sera.

Il giorno in cui ha ricevuto la maxi-fiducia dal Parlamento era sceso a 270 punti, 23 punti base più di ieri. Non solo: l`ultima asta di giugno dei Bot a 6 mesi ha fatto registrare un rendimento medio ponderato dell`1,1052%, la stessa asta a fine agosto ha portato quel rendimento allo 0,886%.

L`ultima asta Btp a 5 anni di fine giugno ha dato un rendimento lordo del 3,47%, la stessa asta a fine agosto al 3,38%. Non c`è alcuna ragione dunque per avere inserito nel Def nemmeno quei 712,8 milioni di euro di maggiore spesa per interessi: spread e rendimenti dei titoli di Stato sono stati inferiori al trend precedente perfino quando non si sapeva se il governo sarebbe sopravvissuto o meno. Semmai i mercati hanno mostrato di essere pronti a stappare la bottiglia, in caso di caduta di questo governo.



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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La lunga agonia italiana – 16
Un drammatico vuoto di potere - 7

I giorni della follia - 6




La malattia di sistema è profonda e in questo caso raggiunge il vertice delle istituzioni.

Il problema si ripete.

Già nel 1998, non proprio 101/120, ma le sue avanguardie danno prova dell’esistenza di un mondo completamente avverso a Romano Prodi e all’idea ““bislacca”” di Beniamino Andreatta, che mira all’unione delle sinistre, quelle ex Pci e quelle ex democristiane sotto le insegne dell’Ulivo.

Un disegno pericoloso per il potere costituito, che ovviamente guarda da sempre a destra da almeno 120 anni.

Prodi che guida per la prima volta un governo delle sinistre, deve essere fatto fuori a tutti i costi.

Ha già dato segni di poter scardinare il sistema costituito.

In più, per la prima volta nella storia repubblica, la benemerita Mafia SpA, viene allo scoperto e fonda la luce del sole Forza Italia 1.0.


1. Mafia, i giudici: “Dell'Utri mediatore del patto tra Berlusconi e Cosa ...
www.ilfattoquotidiano.it › Giustizia & impunità‎
o
05/set/2013 - Mafia, i giudici: “Dell'Utri mediatore del patto tra Berlusconi e Cosa ...“La genesi del rapporto che ha legato l'imprenditore e la mafia con la ...

*

1. Marcello Dell'Utri - Wikipedia
it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Dell'Utri‎
o
o
Dell'Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi sin dagli anni settanta, socio in ....che ha relazioni con personalità di spicco della mafia quali Ciancimino, ... In unrapporto della Criminalpol del 1981 la società Inim è definita, assieme alla ...

*

1. Un patto tra Berlusconi e la mafia,. Le motivazione della sentenza ...
http://www.agi.it/.../201309051413-cro- ... tri_me...‎
o
05/set/2013 - Marcello Dell'Utri e' stato il 'mediatore contrattuale' di un patto tra Cosa Nostra e ... e "ha mantenuto sempre vivi i rapporti con i mafiosi di riferimento". ...aveva avuto conseguenza l'estromissione dei Pullara' dal rapporto con ...

*

1. Dell'Utri fu il mediatore del patto tra mafia e Berlusconi - l'Unità
http://www.unita.it/.../dell-utri-fu-il ... erlusc...‎
o
05/set/2013 - «L'incontro ha costituito la genesi del rapporto che ha legato l'imprenditore e la mafia con la mediazione di Dell'Utri». La condotta illecita di ...

*

1. Dell'Utri mediatore con Cosa nostra. Berlusconi pagò la mafia ...
http://www.narcomafie.it/.../dellutri-m ... ni-pag...‎
o
06/set/2013 - ”L'incontro – è scritto – ha costituito la genesi del rapporto che halegato l'imprenditore e la mafia con la mediazione di Dell'Utri”. ”In virtù di tale ...

**


L’occasione per fare cadere il Prodi 1.0, gliela fornisce Bertinotti, che della politica di lungo respiro non aveva capito assolutamente niente. Ma dei suoi egoismi e ambizioni personali,…..tutto.

I poteri forti incaricano lo specialista Cossiga di introdurre un elemento di freno nel nascente disegno, spostando dalla destra moderata il partito dell’Udeur di Mastella.

L’esperimento termina nel 2008, con la messa in crisi del secondo governo Prodi sempre ad opera di Mastella, oggi nascosto nelle file dei mussulmani.

I 101/120 incappucciati, sono sostanzialmente il braccio operativo del piano superiore, quello dei poteri forti.

I poteri forti italiani ed altri poteri forti del mondo Occidentale non ne vogliono sapere di una sinistra al potere.

Anche di una sinistra annacquata e completamente sbiadita come quella italiana, dove un’analisi di laboratorio rilascerebbe questo responso:

“ Si rilevano debolissime tracce di globuli rossi destinati all’estinzione nel tempo. Sono presenti nel nuovo composto una dominante quantità di globuli bianchi, pronti a dare origine ad un composto del tutto simile a quello che ha dominato l’Italia nella prima Repubblica”

King George II, a 87 anni interessa molto poco delle sorti del suo partito d’origine.

Di conseguenza, nel tentativo maldestro di salvare il potere esistente di primo livello, quello dei poteri forti, e di secondo livello, quello della casta, sta commettendo una serie di errori conseguenti, che minano alla base le istituzioni repubblicane.

In assoluto l’errore madornale è stato quello di accettare il secondo mandato.

Ha dato poi vita a questo obbrobrio assoluto delle larghe intese.

Per difendere il governo da lui voluto dalle bizze del Caimano, ha pensato contrariamente a quanto enunciato nel febbraio scorso, di nominare 4 senatori a vita, tutti orientati a sostenere il governo Letta.

Alla ribellione naturale delle truppe mussulmane, applicando la teoria del “un colpo al cerchio e colpo alla botte”, ha nominato giudice costituzionale una vecchia mummia del museo delle cere di madame Tossauds.

Giuliano Amato.

Un nomina chiaramente gradita ai mussulmani, ma non di certo agli italiani, perché non si raccapezzano più davanti alle bizzarrie del primo cittadino d’Italia.

Non si raccapezzano perché fanno fatica a comprendere la nomina di un settantacinquenne, a giudice costituzionale, l’età in cui gli altri membri della Corte lasciano l’incarico per sopraggiunti limiti di età.

Ovvio che il sistema sta degenerando.

La domanda più ovvia che si porrebbe anche un bambino dell’Asilo Mariuccia è:

“ Ma se domani il giudice Amato, venisse colto da infarto durante una partita di tennis al circolo di Orbetello, King George II, che farebbe???. Si suiciderebbe perché non ci sono giudici costituzionali più giovani da piazzare in quel posto???”

E allora perché non ha proceduto subito alla nomina di un giudice costituzionale giovane al posto di un reperto di super dinosauro di Jurassic park???????

Eppure l’idea di nominare la più giovane senatrice a vita della storia repubblicana l’ha avuta.


I giorni della follia - 7
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La lunga agonia italiana – 17
Un drammatico vuoto di potere - 8

I giorni della follia - 7




NAPOLITANO SALVA BERLUSCONI E MONITA MAGISTRATI E STAMPA

(Davide Vecchi).
21/09/2013 di triskel182

IL PDL ESULTA E RILANCIA. LA SANTANCHÈ SBRAITA: “VORREI ASFALTARE I GIUDICI” BUFFETTO AL CAIMANO, SCHIAFFI AI GIORNALISTI E CEFFONI ALLE TOGHE.(Ha fatto strada la boutade del Carroponte di SSG - ndt)




Finalmente si è tolto qualche sassolino dalle scarpe”. Giovanni Maria Flick è uno dei pochi ad aver colto quello che in realtà è stato una sottilissima, impercettibile, replica di Giorgio Napolitano ai rinnovati attacchi di Silvio Berlusconi alla magistratura. Tanto che a esultare per le parole del presidente della Repubblica è stato il Pdl, mentre il Pd per ore è rimasto silente e a fine giornata Guglielmo Epifani ha buttato lì un pacificatorio “rinnoviamo la stima a Napolitano per il lavoro che sta svolgendo”. Punto. Le uniche voci critiche sono arrivate da Di Stefano del M5S: “Parole indecenti, deve dimettersi” .

IL CAPO dello Stato ieri ha partecipato all’incontro alla Luiss in ricordo di Loris D’Ambrosio, consigliere di Napolitano scomparso per un attacco cardiaco il 26 luglio 2012. Gli interventi di Paola Severino ed Ernesto Lupo, che ha sostituito D’Ambrosio al fianco di Napolitano, sono passati quasi inosservati. E il ricordo del consigliere è stato l’input per parlare di giustizia. Ma la risposta agli attacchi di Berlusconi alla magistratura non è arrivata chiara per tutti. Nei sette minuti circa di intervento, Napolitano ha indicato l’esistenza di una “spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa nel nostro Paese”. Il “superamento di tale fuorviante conflitto, gravido di conseguenze pesanti per la vita democratica in Italia, ha rappresentato l’obiettivo costante del mio impegno fin dal-l’inizio del mandato presidenziale”. E ha voluto ricordare che già nel 2008 al Csm aveva invitato tutti a operare affinché “la politica e la giustizia cessino di concepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti da una comune responsabilità istituzionale”. E forse perché inascoltato dalla politica (dal 2008) Napolitano ha chiesto ieri collaborazione ai magistrati dai quali, ha detto, deve arrivare un contributo “molto importante” e invitando ad avere una “attitudine meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della Costituzione”. Un monitino alla politica, un monito ai magistrati, un monitone ai giornali che si sono occupati della trattativa Stato-mafia che coinvolse, suo malgrado, anche D’Ambrosio.

NEL “NON SOPITO sdegno” per la scomparsa del consigliere, ha scandito Napolitano, “nulla è stato più paradossale e iniquo che vedere anche Loris divenire vittima” del “perverso giuoco politico-giuridico e mediatico. La cui impronta mistificatoria si è fatta risentire proprio oggi (ieri, ndr) forse in non casuale coincidenza con questo incontro”. Il riferimento, questo decisamente chiaro, è alla notizia, pubblicata ieri dal Fatto , del carteggio tra il Pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, e l’attuale presidente del Senato, Pietro Grasso, ai tempi in cui era procuratore nazionale antimafia, acquisito dalla Procura di Palermo. Carteggio che riguarda le pressioni di Nicola Mancino (imputato per falsa testimonianza) a Napolitano che poi sarebbe intervenuto su Ciani nel tentativo di definire il destino dell’inchiesta sulla trattativa. Il processo si apre il 26 settembre, il capo dello Stato è tra i 177 testimoni e tra i documenti acquisiti c’è una lettera di Ciani a Grasso dai contenuti inequivocabili: “Devo dare seguito alla nota del 4 aprile 2012 del segretario generale della Presidenza della Repubblica”. Così ieri il Capo dello Stato, tra moniti e monitini, ha infilato anche la reprimenda ai pm invitandoli ad avere, fra l’altro, “riserbo, assoluta imparzialità e senso della misura e del limite”. Applausi dai presenti: Grasso, Ciani, Giovanni De Gennaro, Giuliano Amato, Francesco Gaetano Caltagirone e Gianni Letta, per citare i più compiaciuti dell’invito al silenzio e alla moderazione rivolto ai pm.

MA È DAI palazzi del Pdl che è arrivato al Quirinale il diluvio di complimenti. “Mi sembra che anche Napolitano si stia accorgendo che qualcosa non va nella giustizia italiana”, ha scandito incredula Daniela Santanchè. Per poi aggiungere: “Mi piacerebbe tanto asfaltare quella magistratura politicizzata che vuol togliere al leader di Forza Italia la rappresentanza di 10 milioni di italiani dalla politica”. L’invito alla sobrietà che Napolitano ripete dal 2008 è stato chiaramente recepito.

nelle indagini dei pm siciliani contro la legge e ben oltre i suoi poteri. “Nulla è stato più paradossale e iniquo – dice il Presidente – che vedere anche Loris divenire vittima di quello che il professor Fiandaca ha chiamato ‘un perverso giuoco politico-giuridico e mediatico‘. La cui impronta mistificatoria si è fatta sentire proprio oggi forse in non casuale coincidenza con questo incontro”. Stia tranquillo, Presidente: i giornali, almeno il nostro, servono a dare notizie. E quelle carte erano una notizia, per giunta attuale visto che il loro deposito è avvenuto giovedì. L’idea che le abbiamo raccontate apposta (“non in casuale coincidenza”) per disturbare la sua fondamentale prolusione alla Luiss può venire soltanto a chi è abituato a certi giochetti. Dunque non a noi. Come dice Massimo Fini, “omnia munda mundis, omnia sozza sozzis”.

Da Il Fatto Quotidiano del 21/09/2013.



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I giorni della follia - 8
Ultima modifica di camillobenso il 21/09/2013, 23:24, modificato 4 volte in totale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La lunga agonia italiana – 18
Un drammatico vuoto di potere - 9

I giorni della follia - 8



Napolitano e Berlusconi, dove sono l’equilibrio e il senso della misura?

(Peter Gomez).
21/09/2013 di triskel182

Giorgio Napolitano ricorda che i magistrati devono avere e dimostrare “equilibrio, sobrietà, riserbo, assoluta imparzialità e senso della misura e del limite”. Difficile non essere d’accordo. Ma lo stesso “equilibrio”, la stessa “assoluta imparzialità” e soprattutto lo stesso “senso della misura e del limite” vanno chiesti al Presidente della Repubblica.

Inutile girarci attorno. Ha un significato preciso scegliere di parlare di “perdurante conflitto tra politica e giustizia” e di “spirale di contrapposizione tra politica e giustizia”, due giorni dopo il video-messaggio, a tratti ricattatorio e eversivo, del pregiudicato per frode fiscale Silvio Berlusconi. Vuol dire dare la sensazione di confondere le guardie con i ladri o, peggio, di metterle sullo stesso piano. Vuol dire fingere di non sapere che uno dei principali problemi di questo paese è la devianza delle sue classi dirigenti. Vuol dire ignorare che una parte importante della crisi italiana è dovuta all’enorme tasso di corruzione e illegalità che caratterizza la politica e le poco competitive imprese pubbliche e private.

Per questo non bastano la critica implicita al discorso del Cavaliere sui giudici “impiegati pubblici” (“un titolo che non dovrebbe mai essere usato in senso dispregiativo”), per far apparire “equilibrato” l’intervento di Napolitano. E non serve nemmeno, per farlo sembrare “imparziale”, il suo richiamo al rispetto “rigoroso della legge” da parte di tutti o l’elogio indiretto all’indipendenza di Ilda Boccassini.

Giovedì, dopo gli attacchi al presidente della Camera, Laura Boldrini, il Colle ha denunciato (giustamente) “la campagna di gravi e perfino turpi ingiurie e minacce, condotta nei suoi confronti sulla rete”. Venerdì di fronte a un condannato che ha sputato contro le sentenze, insultato i giudici accusandoli di volere la “via giudiziaria al socialismo” e invitato i suoi elettori a “reagire e protestare”, Napolitano non ha invece fatto nomi e ha chiesto ai magistrati a non opporsi alla riforma della giustizia.

All’improvviso tra gli inquilini di un parlamento che, per vent’anni ha approvato leggi su leggi per bloccare processi e inchieste, si è così assistito a tanto una brusca, quanto momentanea, frenata. Prima del monito dell’Eterno Presidente molti di loro urlavano: “C’è un disegno per distruggere la direzione politica di tutta un’area di centrodestra” (Fabrizio Cicchitto), “la magistratura politicizzata va asfaltata”(Daniela Santanchè), “nessuno in Italia può sentirsi più al sicuro della propria libertà personale, sicuro dei propri beni, sicuro dei propri diritti” (Sandro Bondi).

Dopo applaudivano: “Anche Napolitano si sta accorgendo della malattia della giustizia” (Santanchè); “Il Capo dello Stato ha sollevato la questione del ritorno nei ranghi dei magistrati che usurpano della loro funzione” (Bondi)”. Mentre il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, con ardito paragone tra la dittatura e il ladrocinio di politici e potenti, chiosava per la gioia dei derubati (i cittadini onesti): “È come dopo il fascismo, bisogna trovare vie d’intesa comuni”.

Presidente Napolitano, ci scusi, ma dov’è il “senso della misura”?

Da ilfattoquotidiano.it


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I giorni della follia - 9
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:mah...
a me tutto sto "meglio" non mi pare ....


il FQ avrebbe voluto un'esecuzione in stile piazza di Riad , è comprensibile .

Dal Pd vogliono quello che Travaglio non è riuscito a fare (da Santoro) , come se i piani fossero gli stessi
...
e che vuoi fa? so ragazzi.


@ Amalia.


Senza nessuna intenzione polemica postuma, perché non se ne sente assolutamente il bisogno in questi giorni amari per l’intero Paese, ..ma solo per conoscenza di cosa intendevo dire con:

MEGLIO DI COSI' A BERLUSCONI NON POTEVA ANDARE.


**

1) TG3 – ore 19,00 del 21/09/2013

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... g3.html#p=


2) TG7 – ore 20,00 del 21/09/2013

http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50363199

Pd, l'Assemblea si chiude nel caos sulle regole
http://tg.la7.it/politica/video-i750438?pmk=tgla7


Le parole di Alfano poi, sono molto significative sui vantaggi che gli vengono riservate.

Questi Tg ce li ricorderemo per un pezzo.


3) Cuperlo e Renzi sono il vecchio e stravecchio della politica.

Vogliono VINCERE.

Nell’ultimo mezzo secolo non ho mai sentito un politico de cuberteniano che voglia solo partecipare alle elezioni, né tanto meno nessuno intenzionato a gareggiare e che voglia perderle.

Ma di come si realizzano i titoli della propaganda, assolutamente nisba, niet, non c’è traccia. Al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere.

Sono 11 anni, a partire dallo storico forum ufficiale dell’Ulivo.it, che denuncio che i politici fanno solo i titoli della politica ma omettono volontariamente i contenuti.

Nessuno compra mai una casa senza averla visionata. Neppure un’automobile usata senza aver verificato lo stato dell’arte. Oppure un salotto senza visionarlo prima.

Invece gli elettori, tutti quanti, comprano da oltre mezzo secolo un’illusione a scatola chiusa. Gli basta solo il titolo per sciogliersi, ma del contenuto e come un politico intende realizzare quanto promette non se ne cura mai nessuno.

Gli elettori continuano ad essere fatti fessi e gli sta bene così. Logico quindi che i politici vadano a nozze con elettori di questo genere. Quando gli elettori tricolori diventeranno adulti e non rimarranno sempre all’Asilo Mariuccia???????


4) IL PARTITO DEMOCRATICO
Pd, nuovo scontro: slitta voto su regole
Renzi: «Instabilità? Non sia una scusa»
Impasse sulle regole: l'Assemblea si blocca sull'automatismo tra segretario e candidato premier. Primarie l'8 dicembre


Caos all'Assemblea del Pd: prima sono state approvate le nuove regole proposte dalla commissione per il congresso e contenute in un documento in forma di raccomandazioni. Poi l'Assemblea è stata sospesa a causa di un durissimo scontro sulle modalità di voto e sul cambiamento dello statuto. Alla fine l'Assemblea si è chiusa con una mezze decisione: approvata la data del congresso, rimandato il nodo delle regole. Lo statuto del Pd non sarà modificato, ha annunciato Guglielmo Epifani. «La commissione propone di ritirare le modifiche allo statuto, anche perché non saremmo presenza del numero legale di maggioranza», ha spiegato. È stata invece fissata la data dell'8 dicembre per le primarie e «il percorso proseguerà sulla base di queste scelte formalmente ineccepibili». Sarà la direzione a fissare le regole della competizione.

LA BOZZA DI REGOLAMENTO - Il documento è stato approvato con 378 sì, 74 no e 24 astenuti. Dopo settimane di discussioni, ipotesi e scontri sulle regole e le date del congresso del partito, nel Pd sembrava dunque essere arrivata un po' di chiarezza. Ma subito sono spuntate nuove polemiche e disaccordi. La novità più forte contenuta nella bozza di regolamento - presentata nella notte - era la cancellazione dell'automatismo tra segretario e candidato premier del partito. Mentre la «road map» - approvata - prevede: l'8 dicembre le primarie per eleggere il segretario, il 27 settembre la direzione nazionale per approvare il regolamento e l'11 ottobre il termine per presentare le candidature. Nel regolamento era previsto anche che il candidato alla presidenza del Consiglio sia scelto attraverso primarie di partito o di coalizione alle quali possano essere candidati, oltre al segretario, anche altri iscritti al Pd. Sono proprio questi i nodi più difficili da sciogliere che hanno portato alla sospensione dell'Assemblea prima e alla conclusione «a metà» poi.


Caos all'Assemblea del Pd: prima sono state approvate le nuove regole proposte dalla commissione per il congresso e contenute in un documento in forma di raccomandazioni. Poi l'Assemblea è stata sospesa a causa di un durissimo scontro sulle modalità di voto e sul cambiamento dello statuto. Alla fine l'Assemblea si è chiusa con una mezze decisione: approvata la data del congresso, rimandato il nodo delle regole. Lo statuto del Pd non sarà modificato, ha annunciato Guglielmo Epifani. «La commissione propone di ritirare le modifiche allo statuto, anche perché non saremmo presenza del numero legale di maggioranza», ha spiegato. È stata invece fissata la data dell'8 dicembre per le primarie e «il percorso proseguerà sulla base di queste scelte formalmente ineccepibili». Sarà la direzione a fissare le regole della competizione.

LE MODIFICHE DELLO STATUTO - Il nodo è il voto delle modifiche allo statuto conseguenti all'approvazione delle nuove regole proposte dalla commissione congresso. Una parte dei delegati, infatti (in particolari bindiani e veltroniani) hanno chiesto di votare per parti separate le modifiche dello statuto, esprimendo, in pratica, un voto solo sulla parte che cancella l'automatismo segretario-candidato premier (al quale sono contrari) e uno su tutto il resto dei ritocchi allo statuto. Di fronte alla eventualità di un voto per parti separate i bersaniani si sarebbero rifiutati di votare il documento delle regole, alla base dell'accordo raggiunto a fatica nella notte. Da qui la decisione di rimandare il problema al 27 settembre.

POLEMICHE SULLA DATA - A dividere i democratici, dalla mattina, è stata anche fina dalla prima mattina la data proposta da Epifani per le primarie: l'8 dicembre. Il primo a fare dell'amara ironia è Renzi: «Prima era il sette novembre, poi il 15 dicembre. Basta che non sia a Natale, abbiamo già perso l'Immacolata Concezione», ha detto il sindaco di Firenze. «Da qui a 15 giorni chi vorrà candidarsi dovrà uscire allo scoperto», ha aggiunto. Più duro il deputato renziano Davide Faraone che su Twitter è lapidario: «Otto dicembre. I "culi di pietra" voteranno di sicuro, i cittadini "normali" vediamo. Hanno l'idea di un partito per pochi intimi». «La data del congresso è compatibile con festa dell'Immacolata». ha detto invece Stefano Fassina arrivando all'assemblea nazionale Pd presso l'Auditorium Conciliazione. Sule regole che si daranno oggi Fassina aggiunge: «Un congresso serve a discutere, è fondamentale la partecipazione degli iscritti. Si è trovato un punto d'incontro con il protagonismo dei circoli».

BERSANI: «OGGI NON HA VINTO NESSUNO» - «La direzione dovrà vedere come conciliare le nuove regole del congresso con il vecchio statuto. Nelle modifiche che dovevamo approvare oggi, per dire, si eliminavano alcuni passaggi (le convenzioni, ndr) per far prima». Lo ha detto Pier Luigi Bersani al termine dell'assemblea del Pd. E a chi gli domanda se l'8 dicembre come data per le primarie diventa troppo presto, risponde: «Ma si può anche lavorare di notte...». Chi esce vincitore da questa assemblea? «Vincitore? Oggi non ha vinto nessuno», ha concluso l'ex segretario del Pd.Sull'assemblea pd, nel pomeriggio, si è espresso con una battuta il ministro degli Interni e vicepremier Angelino Alfano. A proposito della (ri)nascita di Forza Italia: «Vedo un grande entusiasmo. Paragonatelo alla noia mortale dell'assemblea del Pd che discute di data del congresso, di regole. Una roba da fare addormentare anche dopo dieci caffè».

RENZI: «CRISI ANCHE NOSTRA» - «Sono qui per dirvi che sogno un partito democratico che abbia l'ambizione di governare il Paese e, lo dico a Fassina, di governare l'Italia da soli» perché «la linea la dobbiamo dare noi». Con queste parole Matteo Renzi ha aperto il suo intervento all'Assemblea del Pd. Subito dopo l'ammissione: «La crisi non è crisi del modello della destra, cui dobbiamo corrispondere con la nostra proposta. La crisi» della politica «interpella tutti noi. In questi 20 anni abbiamo governato anche noi, ci siamo stati anche noi. Se non siamo in grado di interpretare il cambiamento è un nostro problema». «Se dovessi essere sconfitto - ha detto ancora il sindaco di Firenze in corsa per la segreteria del partito - sarei in prima fila, accanto a Gianni» Cuperlo.

LE CRITICHE A LETTA - C'è anche un riferimento diretto di Renzi al governo e al premier Enrico Letta: «Mi rivolgo a Enrico, che va sostenuto, ma dire che sullo sforamento del deficit-Pil che "compito del governo è farsi carico di un problema che deriva dall'instabilità politica" è ingiusto. È antipolitica. In politica nessuno si prende mai la colpa - ha spiegato il sindaco di Firenze -. Ieri il presidente del Consiglio ha spiegato perché abbiamo sforato i limiti sostenendo che è colpa dell'instabilità. O si ha il coraggio di mettere in discussione il limite del 3%, cosa che fanno anche molti economisti, da Krugman in giù, o si sostiene che ora si rimetteranno le cose a posto e si rientra nel parametro. Sono due atteggiamenti giusti. Non è giusto invece dare la colpa all'instabilità. È questo che crea l'antipolitica, dare sempre la colpa a qualcun altro».
21 settembre 2013 | 17:45
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Vox populi

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igor197021 SETTEMBRE 2013 | 12.21
L'unica regola che mette d'accordo tutto il PD: rimanere incollati sulle poltrone ed arricchirsi a spese degli italiani
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Pd, nuovo fallimento sulle regole
Epifani: "Oggi niente modifiche"

Assemblea nazionale spaccata sul nuovo Statuto che cancellerebbe la sovrapposizione tra segretario e candidato premier. Al momento del voto manca il quorum. Renzi a Letta: "Sul deficit abbia coraggio, riveda i patti Ue o l'Imu" (video)

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Pd, fallisce il voto sulle regole. Renzi: “Deficit, Letta non cerchi scuse”
Manca il quorum in assemblea nazionale, salta la modifica dello Statuto che avrebbe "separato" la figura del segretario da qualla del candidato premier. Epifani rinvia tutto alla direzione del 27 settembre. Determinante l'opposizione di Bindi, veltroniani e Civati, ma i bersaniani accusano anche i renziani. Il sindaco di Firenze al capo del governo: "Se abbiamo sforato abbia il coraggio di rivedere i patti con l'Ue o riveda l'abolizione dell'Imu"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2013
Commenti (1958)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... er/718504/
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