La lunga agonia italiana – 15
Un drammatico vuoto di potere - 6
I giorni della follia - 5
La tragedia che stiamo vivendo è di grandi dimensioni. Nel campo mussulmano dopo vent’anni, Berlusconi non sarà più candidato premier.
Ovvio interrogarsi su chi sarà il suo sostituto.
Dovrà essere presentabile, credibile, possibilmente preparato, facile alle battute o alle barzellette come il capo. Ma non così tanto intelligente e furbo da sottrargli il partito a causa delle circostanze che si sono venute a creare.
Secondo il magazzino attuale la destra berlusconiana non ha personaggi con caratteristiche minimamente decenti per un incarico oneroso come quello di primo ministro.
Nella terra di nessuno che in modo sprovveduto e furbo da accalappia merli, chiamano inopportunamente “centro”, non ci sta nessuno che possa guidare il Paese in maniera decente.
Il partito di Pierfurby si è ridotto all’1,2 %. Ogni tanto madame Tossauds, che dirige il museo delle cere di Londra concede un permessino al fu politico seeeeeeeeeeeeerio, di tornare in Italia per ritrovare gli amici e per parlare dei vecchi tempi di “Quando la Berta filava”.
L’ex presidente della Bocconi, invece, sta riducendo sempre di più il suo consenso dopo essere stato messo alla prova.
I sondaggi ai politici fanno un gran male, perché concorrono a fargli montare la testa inutilmente.
All’inizio del suo incarico, Mario Monti godeva di un consenso personale del 71%. I Trombomedia che lo sostenevano hanno contribuito a costruire un personaggio d’argilla o se si preferisce, di plastica.
All’epoca quasi tutto il Paese per ragioni differenti tifava Monti.
Adesso non lo prende più in considerazione nessuno. I ragazzi di oggi usano un altro lessico per definire questa nuova condizione di Monti.
Sul fronte PDc il dramma è altrettanto di grande portata.
Se ad aprile è stato nominato Letta è perché quel partito non ha più munizioni nella polveriera. A volte è molto curioso ascoltare i pareri della gente.
Ai non piddini, è capitato più volte di affermare : <<Letta mi piace>>. Oppure : <<A me Letta non dispiace>>
Sono state anche le stesse affermazioni di alcuni piddini di area marcatamente comunista, che non si rassegnano ad ammettere che il Pd è la nuova Dc.
All’inizio sostenevano : << Un governo deve essere pur fatto, non ci sono altre soluzioni e quindi turandoci il naso dobbiamo governare con il Pdl, con Berlusconi e Brunetta, e quindi Letta nipote è il meglio che abbiamo>>. Contenti loro…………………..
Difficile farsi capire che Letta non era la persona adatta a guidare questa fase. A maggior ragione con l’alleanza caimana.
Era come mettere in una stalla un agnello e un lupo affamato. Non c’è bisogno di tirare le conclusioni perché le capiscono anche i sassi.
In nome di che cosa è stato mandato allo sbaraglio Jo Condor?????
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21 SET 2013 11:37
1. CI HA PROPRIO SCRITTO JO CONDOR SULLA FRONTE! ALTRO CHE PREMIER PRODIGIO, LETTAENRICO SBAGLIA I CONTI E IN QUATTRO MESI CREA UNA VORAGINE DI 2,6 MILIARDI! -
2. L’INSTABILITÀ POLITICA NON C’ENTRA ASSOLUTAMENTE NULLA: LA MAGGIORE SPESA PER INTERESSI RAPPRESENTA SOLO UN QUARTO DEL BUCO DI STATO, ED È RIMASTA SOTTO LE PREVISIONI! L’ERRORE DA DUE MILIARDI DIPENDE TUTTO DAL GOVERNO IN CARICA -
3. LA PREMIATA DITTA LETTANIPOTE IN DUPLEX CON IL DUO EURO SACCOMANNI-DRAGHI FA SCARICABARILE SUI PARTITI MA I NUMERI PARLANO CHIARO: LE COPERTURE FARLOCCHE DI IMU, IVA, ESODATI E CASSA INTEGRAZIONE HANNO CREATO NUOVO DEBITO -
4. GIALLO QUIRINALE: NAPOLITANO ERA ALL’OSCURO DEL CAOS CONTI E IERI SERA HA CONVOCATO LETTA PER CAZZIARLO? -
Franco Bechis per "Libero"
Enrico Letta ha ufficializzato ieri che l`Italia sfonderà - di 0,1 punti percentuali - l`obiettivo del 3% di rapporto deficit/pil al 31 dicembre 2013, e ha dato tutta la colpa a Silvio Berlusconi (e forse un po` anche a Matteo Renzi). «L`interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell`instabilità politica», ha spiegato il premier in conferenza stampa, «pesa sui conti e sul deficit che è cresciuto rispetto alle stime al 3,1%».
Dopo avere scaricato tutta su altri la responsabilità di un buco da 0,2 punti di Pil in appena 4 mesi e mezzo, Letta si è auto-lodato per i grandi progetti (molto futuri) che il governo ha: «I percorsi contenuto nel Def sono ambiziosi ma raggiungibili, a patto che ci sia la volontà e la stabilità politica. La volontà nostra c`è, è piena e totale e lo si è visto anche nel Cdm dove c`è stata una partecipazione corale e un impegno che mi conforta».
Sembra assai facile governare così: se si ha successo, i meriti sono propri, se si fa flop, la responsabilità è sempre di qualcun altro. Non è certo una novità della politica italiana vedere uomini politici abbondare in propaganda e rifilare ad altri sacchi dipanane. Fa un po` effetto sentirlo fare da uno come Letta che ha sempre avuto l`aria del primo della classe. Però l`economia ha un grande vantaggio: è fatta di numeri, e quelli non si possono cambiare.
Quelli che ci sono, perfino quelli inseriti dal premier nella sua nota di aggiornamento del Def, raccontano tutt`altra verità. E siccome nessun italiano ha scritto in testa "Jo Condor", è meglio andarli a vedere. La nota di aggiornamento presentata ieri corregge al ribasso e al rialzo le cifre inserite del Documento di economia e Finanza presentato da Mario Monti il 10 aprile 2013. Allora si prevedeva un rapporto deficit/Pil 2013 del 2,9%, ed è diventato del 3,1%.
Allora si prevedeva un Pil nominale a fine anno di 1.573,233 miliardi di euro, ora si corregge al ribasso in 1.557,300 euro. Allora si prevedeva una spesa per interessi pari al 5,3% del Pil, ora si corregge al rialzo: 5,4% del Pil. La spesa per interessi è la sola voce che risente di quella «interruzione nella discesa dei tassi» e «instabilità politica» che secondo Letta sono la causa dello scostamento del deficit dal 2,9 al 3,1%. Siccome le percentuali crescono, ma il Pil scende, meglio andare a vedere le cifre assolute per capire.
La spesa per interessi nominali 2013 immaginata da Monti era di 83 miliardi, 381 milioni e 349 mila euro. Quella ora riveduta da Letta sale a 84 miliardi, 94 milioni e 200 mila euro. Il maggiore costo per gli interessi dunque sarebbe di 712 milioni e 851 mila euro. Che non è affatto la cifra assoluta dello scostamento del deficit, come sostenuto impropriamente dal premier: rappresenta solo il 26,87% del nuovo buco nei conti pubblici. Il deficit nominale a fine 2013 previsto da Monti era infatti di 45.623.757.000 euro.
Quello ora riveduto da Letta sale a 48.276.300.000 euro. Il buco complessivo - tutto maturato dal governo Letta - è dunque di 2.652.543.000 euro. Di questa cifra un quarto circa è dovuto alla maggiore spesa per interessi. Ma 1.939.692.000 milioni sono legati esclusivamente a quel che ha combinato il governo in carica. Dirà la sinistra: è colpa dell`Imu, è colpa del mancato aumento Iva da luglio... Dirà la destra: è colpa degli esodati, è colpa della cassa integrazione, dei precari della pubblica amministrazione assunti, etc...
Sbagliano gli uni e gli altri: siccome nessuno di noi ha scritto in fronte "Io Condor", il responsabile unico di questo buco è il governo in carica guidato da Letta. Poi trovi al suo interno chi l`ha fatta così grossa. Non è colpa in sé né della cassa integrazione, né dei precari, né dell`Imu, né dell`Iva: ognuno di questi provvedimenti risultava coperto dal governo, che
scriveva: per togliere 3 miliardi di tasse, prendo i soldi da questo o da quello.
Ecco, la verità è proprio quella che avevamo sospettato noi di Libero leggendo con cura ogni provvedimento dell`esecutivo: quelle coperture erano quasi sempre irreali, bugiarde. Sono loro che hanno
creato questo buco da 2,6 miliardi. Lo ha creato Letta con i suoi, non la vicenda processuale di Berlusconi e nemmeno la corsa di Renzi alla segreteria del Pd. A guardare bene, più di un dubbio viene anche da quella sola somma che sulla carta si può attribuire alla instabilità politica: i 712,8 milioni di euro di maggiore spesa per interessi che Letta e Saccomanni hanno scritto nella nota di aggiornamento del Def. Da dove salta fuori quell`aumento? E' davvero difficile capirlo.
Nel documento di aprile Monti immagina una caduta dello spread fino a raggiungere i 250 punti a fine anno. Ieri lo spread Btp-Bund ha chiuso la giornata a 247 punti, perfino al di sotto di quella soglia. Durante il mese di agosto, quello che avrebbe creato «instabilità politica» al governo, lo spread non ha mai superato i 260 punti. Anzi. E' proprio in questo mese che per la prima volta è tornato sotto i 250 punti, raggiungendo i livelli minimi dalla primavera 2011, prima che scoppiasse la tempesta sui mercati finanziari.
Il 12 agosto ha raggiunto 245,5 punti, il livello più basso dei 24 mesi precedenti. Il 16 agosto ha toccato addirittura 230 punti. I1 4 luglio scorso invece, quando manco era stato fissato ancora in Cassazione il processo a Berlusconi, lo spread era a 290 punti. Il 25 giugno era 305 punti. Il giorno in cui Letta ha giurato nelle mani di Giorgio Napolitano lo spread era a 285 punti, 38 punti base più di ieri sera.
Il giorno in cui ha ricevuto la maxi-fiducia dal Parlamento era sceso a 270 punti, 23 punti base più di ieri. Non solo: l`ultima asta di giugno dei Bot a 6 mesi ha fatto registrare un rendimento medio ponderato dell`1,1052%, la stessa asta a fine agosto ha portato quel rendimento allo 0,886%.
L`ultima asta Btp a 5 anni di fine giugno ha dato un rendimento lordo del 3,47%, la stessa asta a fine agosto al 3,38%. Non c`è alcuna ragione dunque per avere inserito nel Def nemmeno quei 712,8 milioni di euro di maggiore spesa per interessi: spread e rendimenti dei titoli di Stato sono stati inferiori al trend precedente perfino quando non si sapeva se il governo sarebbe sopravvissuto o meno. Semmai i mercati hanno mostrato di essere pronti a stappare la bottiglia, in caso di caduta di questo governo.
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