La lunga agonia italiana – 26
Un drammatico vuoto di potere - 17
I giorni della follia - 16
A soli 4 giorni dalla presa d’atto dei conti sbagliati del rapporto deficit – Pil, il capo dello Stato, come sta facendo da troppo tempo interviene in modo inopportuno raccontando favo-lette che non esistono, mentre tace sempre nei momenti in cui sarebbe più che opportuno sentire la voce del primo cittadino d’Italia.
Def, deficit-Pil Italia al 3,1%. Letta: "Rientriamo entro l'anno" - imu ...
http://www.liberoquotidiano.it/.../Def- ... ientri...
3 giorni fa - Letta ha sbagliato i conti e va ko: sforato il deficit ... Il governo ha dato il via libera alla nota di aggiornamento al Def ed è ... "Al 3% entro fine anno" - Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è naturalmente in linea con il ...
Deficit, Ue avverte l'Italia: "Se non sarà il 3%, serviranno misure ...
http://www.liberoquotidiano.it/.../Defi ... e-non-sarà -il-3-...
4 giorni fa - Il nodo è sempre quello: il tetto del deficit al 3% del Pil. "Un deficit al 3,1% è diverso da un ... Letta ha sbagliato i conti e va ko: sforato il deficit ...
La Stampa - Deficit oltre il 3%, Pil peggio delle attese Letta: pesa l ...
http://www.lastampa.it/2013/09/20/econo ... gina.html
2 giorni fa - La Nota di Aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza, esaminata oggi dal consiglio dei ministri, certifica per il 2013 una situazione dei conti pubblici italiana in ... Fabrizio Saccomanni già il quarto trimestre «sarà positivo» e per il 2014 il Pil ... Sarebbe sbagliato dopo aver tolto l'Imu»
La sua seconda nomina, straordinaria per la storia repubblicana, è dovuta esclusivamente alle pressioni esercitate dal suo amico Silvio Berlusconi, che vedeva in Giorgio Napolitano l’unico presidente della Repubblica che gli potesse dare una mano concreta per salvarsi dai suoi guai giudiziari.
La conferma ci viene dalle parole pronunciate dalla Santanchè, solo una decina di giorni fa, quando esternava il totale disappunto dei mussulmani verso il Colle, dopo aver esplorato tutti i tentativi possibili ed immaginabili affinché Giorgio Napolitano, sfidasse gli italiani rischiando di suo, per salvare il soldato Silvio.
<<Mi sono sbagliata a votare Napolitano – ha dichiarato la pitonessa mussulmana in segno di disprezzo - avrei fatto meglio a votare Prodi>>.
Non erano questi gli ordini di scuderia all’atto delle elezioni del presidente della Repubblica.
Il Caimano – mummia aveva preventivamente attivato i 101/120 del PDc.
Solo Napolitano avrebbe potuto fare le scelte scellerate che sono state fatte.
Neppure Marini sarebbe arrivato a tanto. Prodi non avrebbe mai scelto questa strada fallimentare.
Rodotà manco a parlarne.
Adesso che il secondo fallimento di Napolitano diventa evidente, il presidente cerca di salvare “il suo governo” raccontando favo-lette ai suoi sudditi.
Non bisogna sprecare questo momento in cui si intravvede la ripresa.
Ma di quale ripresa parla???????
Venga da queste parti a toccare con mano la realtà produttiva.
Dopo un lunghissimo letargo stamani si è mossa la Camusso, con Squinzi che gli fa da spalla.
Se la situazione economica e della fantasmagorica ripresa non fosse una balla, i due principali attori del mondo produttivo si sarebbero mossi proprio oggi?
Sono 5 anni che siamo in un vuoto totale di potere strettamente legato all’economia.
Speriamo che io me la cavo, è stato il motto di tutti coloro che hanno pensato che la crisi si potesse scaricare sugli italiani dei piani inferiori, salvando i piani della casta e dei poteri forti.
Non era quello il modo di affrontare una crisi economico finanziaria di quelle dimensioni, convinti che funzionasse il Furbi et Orbi.
Neppure Bagnasco oggi se l’è sentita di raccontare la balla della ripresa. Il che è tutto un dire.
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Napolitano: "Si vede la ripresa,
politica avanti senza rotture"
Il presidente della Repubblica alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico: "Governo e Parlamento facciano il loro lavoro senza incertezze, non sprechino questo momento favorevole.
Napolitano: "Si vede la ripresa, politica avanti senza rotture"
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ROMA - Non siamo ancora usciti dalla crisi, ma i primi segni di ripresa si vedono. Giorgio Napolitano ospita la cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico al Quirinale e, parlando agli oltre tremila studenti che hanno preso parte all'evento, fa notare come l'istruzione sia uno "dei pilastri e degli assi portanti della nostra società".
Segnali di ripresa. "Non siamo ancora usciti dalla crisi finanziaria, economica, sociale che ha colpito così duramente negli ultimi anni il nostro Paese e gran parte del mondo, dagli Stati Uniti all'Europa - continua il Capo dello Stato - Sono ancora tante le famiglie che soffrono di difficoltà e di privazioni. Molti sacrifici si sono imposti ovunque nel nostro Paese. L'economia e l'occupazione tardano a riprendersi". Ma, sottolinea, "i primi segni di ripresa si vedono e si riaffaccia la speranza di un nuovo, più solido sviluppo, su basi più giuste, dell'economia e della società".
La politica non sprechi il momento favorevole. La politica, esorta ancora il presidente, non sprechi dunque questo momento favorevole che fa sperare nella ripresa. "Dobbiamo fare tutti la nostra parte per far crescere i semi che appaiono e possono maturare di un miglioramento e cambiamento positivo della nostra situazione".
"La politica - aggiunge - non sprechi questo momento più favorevole e faccia, attraverso il governo e il Parlamento, la sua parte, procedendo, senza incertezze e tantomeno rotture, nel compiere le azioni necessarie. Si mobilitino tutte le forze valide del Paese. Anche quelle della scuola".
Più ricerca e istruzione, basta tagli. Per combattere la disoccupazione, prosegue Napolitano, occorrono più ricerca e istruzione. Basta con i tagli alla cieca alla scuola, per il presidente bisogna cambiare strada, occorre investire. "Bisogna rafforzare l'istruzione a tutti i livelli - spiega il Capo dello Stato - sviluppare la ricerca scientifica, rendere più elevata e moderna la formazione dei giovani attraverso tutti i canali, ciò è decisivo per superare la crisi, per combattere la disoccupazione per competere nel mondo di oggi".
"L'Italia purtroppo resta ancora indietro rispetto agli altri paesi avanzati - aggiunge Napolitano - siamo agli ultimi posti dei paesi europei per il numero di quanti procedono negli studi: sono addirittura calate le iscrizioni alle università in concomitanza con la crisi economica". Ciò mette a rischio "il progresso realizzatosi nel lungo periodo precedente". Per il presidente, inoltre, "è giusto premiare il merito" e la scuola fa bene alla democrazia, perché "contribuisce a creare una cultura diffusa".
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