Come se ne viene fuori ?

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cielo 70
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da cielo 70 »

camillobenso ha scritto:E' fatta, la Telecom è spagnola.
Se finiscono di privatizzare le Poste rischiano di fare la stessa fine. E i soldi dei libri di risparmio postali vogliono usarli per le speculazioni bancarie come è avvenuto coi subprime in Usa.
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Telecom non è più italiana. Incredibile. E nessuno dice o fa niente

Sul fronte iva, allora, brunettolo ci ha detto dove prendere i soldi per impedirne l'aumento senza rimettere almeno la seconda rata imu?
No?
Strano
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 29
Un drammatico vuoto di potere - 20

I giorni della follia - 19




La pace è l’intervallo tra due guerre, è un aforisma di Jean Giraudoux (1882-1944). Ma proprio per il fatto di essere deceduto nel 1944, non ha potuto comprendere le pressioni del mondo economico e produttivo del XX secolo.

La pace, con l’avvento della civiltà industriale è una forma di guerra differente, la guerra commerciale.

Tanto è vero che spesso si adottano modalità militari anche nella guerra tra aziende. Lo spionaggio industriale, ad esempio, è una componente importante nelle guerre commerciali.

Una compagnia statunitense produttrice di trattori agricoli che aveva saturato prima il mercato americano, poi quello europeo e successivamente quello del resto del pianeta dove gli Usa avevano accesso commerciale, nel 1961 chiese a John Kennedy di spingere per una guerra per mantenere linee di produzione e profitti, trasformando la produzione in veicoli militari.

Affermare che la guerra nel Vietnam degli Usa sia iniziata per questa ragione è fortemente azzardata, perché la necessità strategica di non far cadere completamente il Sud Est asiatico sotto il dominio comunista, era precedente.

Ma la compagnia Usa di trattori, ha potuto continuare a produrre utili nella trasformazione della produzione.

La guerra dell’Iraq, è stata una guerra per il mantenimento dell’accesso al petrolio.

La guerra in Afghanistan non è stata di certo fatta per il piacere di esportare la democrazia.

I cinesi, anticipando di almeno trent’anni il tentativo di egemonia mondiale spodestando gli Usa, sono presenti in Argentina e Brasile, mentre stanno invadendo l’Africa, con la scusa di aiutare quei Paesi.

In Europa sono sbarcati 14 anni fa. Non c’è stato bisogno di carri armati, bombardieri e fanteria con occhi a mandorla.

Hanno inviato avanguardie civili per fare concorrenza alla vecchia Europa.

Prodi e Federico Rampini ci avevano avvisati 5 anni fa. L’Europa correva il rischio del declino se non provvedeva con adeguate contromisure.

Che siano stati inascoltati è un classico.

La Cina dell’ultimo decennio non ha problema di denaro.

In Italia, negli ultimi 5 anni, quando ha interesse ad acquistare aziende ad alta tecnologia non ci pensa su due volte. Paga bene e paga contanti.


Ovviamente non mantiene la produzione in Italia, ma la sposta nella terra del Dragone dove la mano d’opera è a prezzi stracciati.

Il distretto manifatturiero di tessuti di Prato (Firenze) da tempo è completamente in mano cinese.

Nel ramo ristorazione si sono fatti sentire da anni.

Da queste parti, bar e tabaccherie sono prevalentemente in mano ai cinesi.

Le rivendite di giornali che fungono da biglietteria nelle linee metropolitane di Milano stanno diventando progressivamente cinesi.

I negozi di sartoria dove si effettuano riparazioni, per via dei bassi prezzi spopolano. Come spopolano da almeno 6 anni i negozi da parrucchiera. Quello che le donne pagavano 30 euro come minino nelle attività indigene, con 6 euro ottenevano la stessa prestazione.

Adesso sta attecchendo anche il settore maschile.

Anche nel settore delle scarpe stanno cercando di penetrare.

Per non parlare poi dei centri massaggi che si sono sviluppati come i funghi.

Quando i cinesi ti propongono l’acquisto di un’attività, pagano contanti. Con gli indigeni te li scordi.

E subentri subito perché arrivano con il pacco delle autorizzazioni al completo. In queste cose hanno alle spalle un’organizzazione che noi ce la scordiamo.

I cinesi arrivano d’appertutto. A Susa (Torino), una cittadina di poche anime, lo scorso anno ha registrato l’arrivo di 2 famiglie che hanno aperto attività commerciali.

A Torino, in alcuni ristoranti cinesi, lavorano dipendenti ovviamente made in China, che non prendono stipendio. Si accontentano solo di vitto e alloggio. Evidentemente la loro vita precedente doveva essere una vita da cani.

Fuori Torino l’anno scorso spopolava un supermercato cinese per via dei bassi prezzi.

L’attacco ai supermercati, con l’apertura di 6 unità è in programma anche da queste parti in Lombardia.

Quello cinese è un piano d’invasione ben congeniato.

Senza colpo ferire prima ti stroncano e poi conquistano senza colpo ferire.

Ergo, noi siamo in guerra con la Cina da almeno 14 anni.

Siamo quindi da anni in un’economia di guerra.

Questa costatazione però l’ho sentita per la prima volta ieri sera a Ballarò, dal Prof. Vaciago, docente di economia alla Cattolica di Milano, ex sindaco di Piacenza targato Ds-Pd.

Affermazione poi ripresa da Mulè, direttore di Panorama.

Siamo degli sveglioni. Dopo 14 anni di guerra constatiamo che siamo in un’economia di guerra.

Con questo nostro essere dei fulmini di guerra a capire cosa ci sta accadendo, scordiamoci di vincerla.

Ovviamente al piano nobile della casta, di questo non se ne parla.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Contro la ferocia della sinistra, che l'ha portata alla rovina (anche grazie al web)

Luigi Manconi

Un antico conoscente, Massimo Falchi, del quale conservavo un ricordo cordiale e certamente amichevole, mi ha indirizzato un'invettiva di toni e contenuti che più aggressivi non si può. Un suo interlocutore sul web ha voluto irrobustirne la violenza verbale col seguente commento: "non ti viene voglia di spaccargli le gengive [a Manconi] a colpi di spranga"? (Va da sé che la sola risposta adeguata a un simile gentiluomo sarebbe il romanesco: manname tu' sorella. Ma siamo stati educati in un collegio del Cantone dei Grigioni o dei cari salesiani, chi lo ricorda più).

Una simile ferocia è dovuta al fatto che "come tanti colleghi del Pd" avrei votato "a favore dell'acquisto dei caccia F-35". In realtà l'affermazione non corrisponde al vero: ho votato, infatti, una mozione che chiede al governo di "non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione [degli F-35] senza che il Parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi dell'articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n. 244".

Capisco bene che la cosa possa non piacere e accetto volentieri critiche e contestazioni a proposito della posizione assunta. Ma questa vicenda è infinitamente più istruttiva, perché rivela due o tre cose assai importanti sulla rovina della cultura di sinistra in Italia. Nella violenta censura di quel singolo atto si manifesta una strana forma di sineddoche politica: la parte (l'adesione a quella mozione) vale per il tutto (la sinistra), e chi non la risolva nel modo in cui l'intransigentissimo Tribunale del Popolo pretende, non può che essere espulso dal suo campo politico.

Dunque, non mi si chiede conto delle mie scelte a proposito di esodati e immigrati, detenuti e pazienti psichiatrici, cassaintegrati e minoranze sessuali, bensì di una mia firma sotto una mozione di mediazione politica.

Questo è il procedimento logico-argomentativo di chi si affida a tal punto a presunte "discriminanti" fino a farne un feticcio simbolico e una norma etica. Oggi sugli F35 o sull'art.138 della Costituzione, domani sulle modalità di un intervento di protezione umanitaria dei civili in Siria o in un'altra crisi internazionale.

Al contrario, ogni opzione politica, pur con tutte le proprie implicazioni simboliche, non è altro che un'opzione politica contingente. Che matura alle condizioni date, e anche il critico più feroce (proprio per essere un critico incisivo) dovrebbe essere capace di valutare quelle condizioni prima di trasformare una singola e specifica decisione politica nel Massimo Principio Ordinatore.

Per le mie convinzioni politiche e culturali non avrei avuto alcuna difficoltà a sottoscrivere una qualsiasi altra bella mozione parlamentare contro gli F-35. Così come mi è capitato, nella contingenza della scelta e in considerazione degli attuali rapporti politici, di votarne una che non ne interrompe immediatamente il programma di acquisizione da parte dell'Italia.

La distanza tra le due opzioni è quella da sempre esistente tra l'etica della convinzione e l'etica della responsabilità: l'una e l'altra vanno bilanciate, con il loro valore, appunto, "etico"; non ce n'è una morale e una immorale, una "di sinistra" e una "di destra".

Ogni altra semplificazione è una forma di manicheismo, che tanto piace agli accademici della sineddoche politica, ma che non produrrà un giorno di pace in più in Medio Oriente.

Ma nemmeno questo rappresenta il cuore della questione, che si ritrova, a mio avviso, altrove. Ovvero in una gravissima alterazione del senso profondo della politica e delle poste in gioco che essa deve affrontare. So benissimo che la scelta a proposito degli F35 ha una forte valenza simbolica e che, anche se a questo fosse limitata, sarebbe sciocco sottovalutarla. Ma ciò che emerge è, in questo caso, la superfetazione ideologica alla quale vengono sottoposte quella scelta o altre simili.

La dichiarazione, perché proprio di questo si tratta (pronunciamento retorico e declamatorio), a proposito degli F35 o della Tav o di non so che, sussume tutta la politica, la surroga, pretende di rappresentarla nella sua totalità. E diventa - tanto più sul web - indicatore e discrimine di una scelta tra noi e gli altri, tra sinistra e destra e, poteva mancare?, tra Bene e Male. E questo è drammaticamente interessante (e desolante). Quella dichiarazione, infatti, è esattamente dichiarazione, flatus vocis, suono.

La cosa più facile del mondo e, allo stesso tempo, la più reazionaria interpretazione della politica che si possa immaginare. E lo è in un duplice significato. Perché - tanto più sul web - sostituisce l'azione, la mobilitazione, la militanza stessa. Si pavoneggia di sé e si esaurisce in sé.

E poi perché occulta tutto il resto (ho presente decine e decine di parlamentari, ma anche decine e decine di militanti che, dietro quella o quell'altra dichiarazione, celano il proprio spudorato tenace e furioso fancazzismo). Dunque, il dichiarare - quasi come un tempo il firmare appelli, quando non strettamente indispensabili, fa passare totalmente in secondo piano la politica, quella spesso non visibile o comunque modesta, quella della militanza quotidiana e dei piccoli passi, quella del lavoro oscuro e spesso "sporco" (ma perfino quello di molti parlamentari sconosciuti ai più).

Ormai per molti la sinistra, e la sinistra più sinistra, è quella di Antonio Di Pietro che grida a Silvio Berlusconi: Sei lo stupratore della democrazia ("forte, no? Tonino si che è coraggioso!"), e non il lavoro di Antigone e di A Buon Diritto per abrogare l'ergastolo. La sinistra, e la sinistra più sinistra, è la sottoscrizione online dell'urlo "giù le mani dalla Costituzione" e non la battaglia di Lasciatecientrare per garantire la tutela dei diritti umani nei Centri di identificazione e di espulsione.

E ancora: la sinistra, e la sinistra sinistra che più sinistra non si può, è quella che si mobilita, ogni due per tre, "contro l'inciucio" (termine talmente degradato dal sentirmi in imbarazzo anche solo a richiamarlo), e non quella che faticosamente tenta di trovare un percorso che, a Taranto e non solo lì, possa conciliare tutela della salute e difesa del lavoro.

Per ovvie ragioni di gusto non parlo di me, ma è difficile non pensare alla sorte capitata a Emma Bonino: il risibile sospetto sulla sua appartenenza al club Bilderberg rischia di oscurare lo straordinario lavoro compiuto a favore della Corte Penale Internazionale e contro le mutilazioni genitali femminili.

L'estrema e paradossale conseguenza di tutto ciò è che un grido sgangherato sul web, purché sia adeguatamente feroce, conta più "a sinistra" dell'attività di un volontario della Caritas. Non solo. Una simile alterazione del concetto di politica e del concetto di sinistra è, insieme, causa ed effetto di quella parte di opinione pubblica deforme e deformata che si manifesta attraverso il web.

Sappiamo fin troppo bene le straordinarie virtù e le grandi conquiste che la comunicazione online sta determinando. Ma questo rischia di farci sottovalutare i guasti quasi altrettanto profondi che sta producendo. L'ampliamento abnorme della platea e la diffusa presa di parola sembrano moltiplicare il numero degli interlocutori, ma allo stesso tempo, deteriorano la qualità dell'interlocuzione.

Lo stravolgimento delle parole e il conseguente ribaltamento semantico portano, con rapidità impressionante, all'abbrutimento del confronto. Il passaggio dal ruolo di oppositore al ruolo di nemico conosce una celerità che nessun'altra sede di confronto pubblico aveva finora consentito. E la natura immateriale del web incentiva viltà inenarrabili nell'aggressione verso chi la pensa diversamente; e non permette in alcun modo una relazione reale tra oppositori e rispettive opinioni.

Come faccio io a comunicare, a persuadere o a essere persuaso se il mio interlocutore si presenta come "plexiglas"? E quest'ultimo può essere un bravo militante di sinistra motivato e appassionato, e deluso da me e dalla mia parte politica, oppure un umbratile fan di Forza Nuova o, ancora, un sedentario la cui più attiva forma di partecipazione è stato quel clic sul proprio pc o, infine, un internettista totalmente disinteressato alla cosa pubblica che, inopinatamente, abbia deciso di "scendere in campo". Tutte, probabilmente, degnissime persone, ma più maschere che individui. Come io per loro.

http://www.huffingtonpost.it/luigi-manc ... _ref=italy
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Nel mese in cui ben due papi accettano di confrontarsi con due sacerdoti dell’ateismo come Scalfari e Odifreddi, avviando un confronto illuminato su posizioni antitetiche di cui si sentiva un gran bisogno da tempo, e che soprattutto che dalla parte laica si sentiva la necessità che dell’Oltretevere si scendesse dalla portantina o dal trono di Pietro, lasciando da parte il potere temporale della Chiesa per dar vita ad un percorso pastorale in cui il confronto rappresenta il sale della vita, diventa difficile comprendere la posizione assunta da Luigi Manconi, sopra espressa.

A maggior ragione perché Manconi ha sempre espresso in modo chiaro e fattivo in politica quanto le sue origini professionali di sociologo gli hanno insegnato.

Questo sfogo può essere interpretato e giustificato solo con la confusione dei tempi che il crollo di una nazione porta inevitabilmente con sé.

Se l’incipit della sua ribellione all’invettiva rivoltagli da un antico conoscente, Massimo Falchi, che a sua volta ha generato l’intervento di una violenza estrema che non trova giustificazione alcuna da parte di un interlocutore, che solo la sociologia, la psicologia e la psichiatria possono dare una risposta, la risposta di Manconi è comprensibile e giustificabile.

Non lo è altrettanto quando è la motivazione introduttiva che viene usata per togliersi il peso da un’associazione di convinzioni personali che tendono al classico far di tutta l’erba un fascio.


La sinistra, e la sinistra più sinistra, è la sottoscrizione online dell'urlo "giù le mani dalla Costituzione"


E’ un esempio paradossale per quanto è stato detto nel tempo nella storia della sinistra repubblicana.

Anche perché il giù le mani dalla Costituzione lo ha dichiarato la democristiana Rosy Bindi, che non mi sembra abbia sottoscritto l’iniziativa di Padellaro.

Il giù le mani dalla Costituzione lo hanno sottoscritto nomi che non hanno niente a che fare con la sinistra.

Iscrivere il liberale montanelliano di destra Marco Travaglio a sinistra è per lo meno “sinistro”.

Giù le mani dalla Costituzione lo confermano Zagrebelsky, cattolico, molto probabilmente su posizioni repubblicane facendo riferimento alla prima Repubblica.

Ma anche Rodotà, Barbara Spinelli, Concita De Gregorio, Domenico Gallo, Paolo Maddalena, Lorenza Carlassare, Don Ciotti, Raniero La Valle, Nando Della Chiesa, Sandra Bonsanti, Salvatore Settis, Simona Peverelli, Giovanni Bachelet, Fiorella Mannoia, Gianni Ferrara, Alberto Lucarelli, Michela Manetti, Raniero, Claudio De Fiores, Massimo Siclari, Massimo Villone, Silvio Gambino, Domenico Gallo, Antonio Ingroia, Beppe Giulietti, Antonello Falomi, Raffaele D’Agata, Mario Serio, Antonio, Gian Carlo Caselli, Salvatore Borsellino, Roberta De Monticelli, Paolo Flores D’Arcais, Maurizio Viroli, Maurizio Crozza, Mario Almerighi, Franco Baldini, Bianca Balti, , Adriano Celentano, Luisella Costamagna, Ennio Fantastichini, Ficarra e Picone, Fabrizio Gifuni, Gene Gnocchi e Valentina Lodovini, Davide Dileo “Boosta”, Milena Gabanelli, Daniele Luttazzi, Francesca Neri, Ottavia Piccolo, Claudio Santamaria, Giulia Maria Crespi, Massimiliano Fuksas, Gianna Nannini, Marco Tullio Giordana, Gino Strada, Giancarlo De Cataldo, Dario Fo, Andrea Occhipinti, Sandro Ruotolo, Paola Turci, Donatella Versace, Gianni Boncompagni, Sabrina Impacciatore, Franco Battiato, Riccardo Iacona, Andriano Sansa, Gianni Vattimo, Gigi Proietti, Milly Bossi Moratti, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Lucarelli, Carlo Freccero, Elio e le Storie Tese, Giovanna Maggiani Chelli, Lidia Ravera, Natalino Balasso, Paul Ginsborg, Luca Guadagnino, Luca Mercalli, Stefano Bonaga, Nicoletta Mantovani, Maurizio Maggiani, Marisa Laurito, Fabio Picchi, Armando Spataro, Associazione Addiopizzo, Giuseppe Cederna, Alessandro Haber, Enrico Lucherini, Nicola Piovani, Carlo Smuraglia, Lorella Zanardo, Giorgio Cremaschi, Aldo Nove, Isabella Ferrari, Bruno Gambarotta, Francesco Pinto, Marina Rei, Valeria Parrella, Ugo Mattei, Roberto Faenza, Giulio Casale, Nicola Di Grazia-Movimento per la Giustizia, Enrico Di Nicola, Paolo Rossi, Sergio Rubini, Carlo Verdone, Gianfranco Bettin, Sabrina Ferilli, Marco Revelli, Gianfranco Amendola, Roberto Esposito, Stefano Sollima, Andrea Camilleri, Anna Kanakis, Giovanni Veronesi, Ileana Argentin, Caparezza, Oliviero Toscani, Claudio Baglioni, Geppi Cucciari, Sandro Gerbi, Silvio Muccino, Federica Sciarelli, Carmen Llera, Valeria Golino, Loredana Taddei, Gherardo Colombo, Elio Germano, Claudia Zuncheddu, Dacia Maraini, Stefano Benni, Maurizio Scaparro, Serena Dandini, Paolo Sollier, Vinicio Capossela, Francesco Rosi, Paolo Sorrentino.


Temere Gianna Nannini, Dacia Maraini, Federica Sciarelli, Anna Kanakis ex berlusconiana di ferro, Sabrina Ferilli, Milly Moratti, Milena Gabanelli, Valeria Golino, Francesca Neri, Ficarra, Picone e Carlo Verdone è piuttosto singolare

Nomi che di certo non fanno paura a nessuno.

E’ anche possibile che il tormento dovuto alla consapevolezza di aderire ad una porcata di fine ciclo, ti spinga a trovare delle giustificazioni.

E’ accaduto spesso in passato, e non sarà di certo l’ultimo.

E ancora: la sinistra, e la sinistra sinistra che più sinistra non si può, è quella che si mobilita, ogni due per tre, "contro l'inciucio" (termine talmente degradato dal sentirmi in imbarazzo anche solo a richiamarlo), e non quella che faticosamente tenta di trovare un percorso che, a Taranto e non solo lì, possa conciliare tutela della salute e difesa del lavoro.

E’ forse il travaglio di chi sta subendo la trasformazione democristiana senza accorgesene, anche se per una intelligenza viva come quella di Luigi Manconi, lascia qualche perplessità nel non accorgesene.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 30
Un drammatico vuoto di potere - 21

I giorni della follia - 20




Il mestrino dalla penna rossa.


IL PREMIER A WALL STREET
Letta: «Grande disponibilità mercati>>

Letta a New York: «I mercati ci premiano, se c'è stabilità»|Video

http://www.corriere.it/politica/13_sett ... 9856.shtml



Silvio Berlusconi

Crisi? Non è drammatica, alberghi pieni...» - Facebook
https://it-it.facebook.com/notes/...è.. ... 200789154‎
Conferenza stampa improvvisa di Berlusconi e Tremonti a Cannes. ... Silvio Berlusconi, si rivolge così ai giornalisti, in conferenza stampa a ... Il premier ricorda che in Italia «i posti di vacanza sono pieni» e durante i ponti sono prenotati gli alberghi. .... Vanessa Stefani Forse è vero che i ristoranti e gli alberghi sono pieni ...


Enrico Silvio Berlusconi-Letta

«Non credo che voi, andando a vivere in Italia, vi accorgereste che l'Italia sente un qualche cosa che possa assomigliare a una forte crisi». Enrico Letta, si rivolge così ai giornalisti, in conferenza stampa a New. Il premier ricorda che in Italia «i posti di vacanza sono pieni» e durante i ponti sono prenotati gli alberghi.


INVERTENDO L'ORDINE DEGLI ADDENDI IL RISULTATO NON CAMBIA.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 31
Un drammatico vuoto di potere - 22

I giorni della follia - 21



Avevamo cominciato a tirare il fiato dopo 50 giorni in cui la prima pagina di tutti i media riguardavano sempre lui, il Caimano.

Poi martedì sera di nuovo una delle sue numerose valchirie a Ballarò ricomincia il solito tormentone trito e ritrito dell’innocenza berlusconina.

Per la prima volta in 19 anni il pubblico reagisce disapprovando rumoreggiando lo show caimano.

Anche la Bernini reagisce a sua volta sottolineando che trovandosi in territorio nemico la prossima volta porterà la sua claque.

E’ un classico di chi non s’accorge della mutazione dei tempi. I mussulmani pensavano di poter andare avanti all’infinito con il repertorio di balle dolenti.

Mentre nella realtà gli italiani non ne possono più.

Nel tardo pomeriggio di ieri i mussulmani fanno filtrare la notizia che si potrebbero dimettere in massa il prossimo 4 ottobre, se B, venisse estromesso dal Parlamento.

In serata la Gruber e Paragone avanzano l’ipotesi del bluff.

Questa volta potrebbe non essere un bluff, perché le notizie comparse su di alcuni quotidiani ieri mattina devono aver irritato non poco non di poco il Caimano.

Sul fronte del Sud Est asiatico si è aperta una nuova falla. I documenti di Hong Kong di 7 anni fa, stoppati da De Gregorio, sono stati depositati presso la cancelleria del Tribunale di Milano, a disposizione del giudice De Pasquale, non di certo tenerello nei confronti di B.

Senza rete protettiva del Senato e con una condanna passata in giudicato, la possibilità di arresto cautelare da parte delle procure di Napoli e Milano diventano all’improvviso molto concrete e reali.

A questo punto a B. non rimane che la strada di ribaltare il tavolo nella remota speranza che il Colle e Letta, fortemente interessati a salvare il loro governicchio, si diano da fare per salvarlo.


*****


Dopo sette anni arriva la rogatoria che fa paura a B.

(Gianni Barbacetto).
25/09/2013 di triskel182


DEPOSITATI IN TRIBUNALE I DOCUMENTI SU MEDIATRADE E AGRAMA RICHIESTI A HONG KONG DAL PM DE PASQUALE N E L L’OTTOBRE 2006. DE GREGORIO DICE: “FUI IO A STOPPARLI”.

Ci sono voluti sette anni per ottenere da Hong Kong documenti per un’indagine su Silvio Berlusconi. La rogatoria del pm milanese Fabio De Pasquale è stata recapitata al Consolato generale di Hong Kong il 4 ottobre 2006 e solo ieri le carte, finalmente arrivate prima dell’estate, sono state depositate alla cancelleria del tribunale di Milano, a disposizione dei difensori del processo Mediatrade . Sono 62 fascicoli, 3 dvd e 8 floppy disk arrivati dalla Cina dentro grandi buste gialle sigillate con vistosi bolli di ceralacca rossa. Riguardano società di Frank Agrama, che la sentenza di condanna definitiva del processo Mediaset definisce “socio occulto” di Berlusconi. La spiegazione del clamoroso ritardo con cui i documenti sono arrivati in Italia la offre l’ex senatore Sergio De Gregorio, interrogato il 10 settembre dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, nel verbale depositato ieri insieme alle carte cinesi. “Mi sono dato da fare per bloccare la rogatoria a Hong Kong”, dice De Gregorio, confermando quanto già dichiarato ai pm di Napoli e raccontato anche in una intervista al Fatto.

TUTTO PARTE da una missione a Hong Kong compiuta da De Gregorio nell’aprile 2007 come presidente della commissione Difesa del Senato. Incontra il console italiano Alessandro De Pedys: “Mentre mi trovavo nei locali del Consolato generale, De Pedys mi chiamò in disparte nella sua stanza, chiuse la porta e cominciò a parlare del fatto che era stata mandata una rogatoria a Hong Kong nel quadro delle indagini su Mediaset”, detta a verbale De Gregorio. “De Pedys mi disse che sarebbe stato il caso che io informassi Berlusconi”. In una seconda missione a Hong Kong, nel settembre 2006, il console gli consegna addirittura la fotocopia di un suo rapporto al ministero degli Esteri. È una concisa ma precisa relazione (anche questa ora depositata agli atti del processo Mediatrade) sulle indagini di De Pasquale. Si legge: “Agrama, cittadino americano residente negli Stati Uniti, ha acquistato da Paramount grandi quantità di prodotti (diritti di trasmissione) che ha poi rivenduto a prezzi gonfiati alle società estere di Berlusconi (Principal Network Ldt e International Media Services-Malta). Queste ultime avrebbero rivenduto i diritti con un rilevante sovrapprezzo alle società del gruppo Mediaset, attuando in tal modo una truffa ai danni degli azionisti (…) La Procura ritiene che Berlusconi abbia diretto e utilizzato l’attività di Agrama allo scopo di sottrarre denaro alle società italiane (Fininvest e Mediaset) e allocarlo su conti bancari esteri”. Tornato in Italia, De Gregorio porta l’appunto del console a Berlusconi, il quale chiede al-l’avvocato Niccolò Ghedini “se fosse informato della vicenda di Hong Kong”. Lui “rispose di no”. Parte allora la manovra per bloccare la rogatoria. De Gregorio incontra a Roma l’ambasciatore cinese, Dong Jinyi, che “si mostrò molto contrariato e preoccupato per le doglianze di Berlusconi (…) Mi disse che sarebbe intervenuto sul suo governo per sollecitare Hong Kong a rivedere il via libera alla rogatoria”. Poi anche Berlusconi incontra l’ambasciatore, mentre De Gregorio nel 2008 contatta Duncan Pescod, rappresentante di Hong Kong presso l’Unione europea. Anche Pescod gli assicura, a voce e per lettera, che “si era dato da fare nel senso da me richiesto”. In cambio, De Gregorio promette di impegnarsi per far uscire Hong Kong dai paesi inseriti nella black list e per procurare un incontro con il papa al suo primo ministro. Alla fine, “la questione sembrava risolta”. Invece non solo Berlusconi viene comunque condannato per frode fiscale nel processo Mediaset, anche senza le carte cinesi, ma ora queste arrivano inItalia nel processo Mediatrade, in cui sono giudicate le presunte frodi fiscali proseguite dopo il 2003. Quei documenti riguardano le società di Agrama a Hong Kong (Melchers, Meadowview Overseas, Harmony Gold, Wiltshire Trading, Olympus Trading, Renata Investments, Melchers Robotech, Harmony Gold Toys, Byram Enterprises, Gold Company and Supreme Well International, Professional Corporate Services). Potranno portare ulteriori elementi a carico di Agrama. Quanto a Berlusconi, uscito dal processo Mediatrade con un proscioglimento confermato dalla Cassazione, se dovessero contenere nuovi elementi, scatterebbe l’articolo 434 del codice: in presenza di nuove fonti di prova, il giudice dispone la revoca del proscioglimento e fa rientrare il prosciolto nel processo. Alla procura di Roma spetterà invece stabilire se il racconto di De Gregorio sulle pressioni per bloccare la rogatoria meriti l’apertura di una nuova inchiesta su Berlusconi e su chi insieme a lui potrebbe aver tentato di azzoppare le indagini milanesi.

Da Il Fatto Quotidiano del 25/09/2013.


****

La reazione mussulmana


LA RIUNIONE A MONTECITORIO
Pdl, Berlusconi: "Tanto mi arresteranno. Forza Italia al 36%". I parlamentari si dimettono?

Immagine

"Sono sicuro che mi arresteranno". Silvio Berlusconi avrebbe confidato il fosco presagio ai gruppi parlamentari del Pdl che si sono riuniti questa sera a Montecitorio. L'occasione è di quelle fondamentali: gli azzurri hanno deciso la strategia da tenere con il governo Letta e le voci filtrate nel tardo pomeriggio, con l'ipotesi di dimissioni in massa (e conseguente, pressoché automatica sfiducia all'esecutivo), sono state confermate dal vertice romano. Il nodo, naturalmente, è quello sul tavolo da qualche mese: la decadenza dell'ex premier. Dopo l'ultimo voto in Giunta (a inizio ottobre) in Senato si voterà a metà ottobre. E a questo proposito, come detto, il Cav è decisamente pessimista. Tuttavia, con i suoi, ha ancora la forza di scherzare: "Il mio epitaffio? Me lo suggerì mia madre: Fu un uomo buono e giusto". Resta l'amarezza di questi "55 giorni di passione, i più brutti della mia vita. Ho perso 11 chili, un chilo per ogni anno di galera che mi vorrebbero far fare. Se sarò in campo, sarò in forma...".

"Forza Italia al 36%" - A fare andare avanti l'ex premier nella sua battaglia politica è l'entusiasmo ritrovato con il ritorno di Forza Italia. "Ho buttato il cuore oltre l'ostacolo, come nel '94. Possiamo puntare al 36%, lo dicono i sondaggi Euromedia". E in questa situazione tesissima, gli onorevoli del Pdl non hanno potuto fare a meno di stringersi intorno al loro (unico) leader, con una grande standing ovation. "Se volete commuovermi - ha detto il Cavaliere tra gli applausi - ci state riuscendo". Di sicuro, commosso o no, l'ex premier è combattivo: "C'è il tripudio della sinistra che ritiene di avermi eliminato con una condanna e con la galera così da poter finalmente arrivare al potere. Ma si illudono". Durissimo anche con la magistratura: "E' in atto un'operazione eversiva contro lo stato di diritto. Mi vogliono far passare alla storia come uno che ruba ai cittadini. Questa vicenda mi ha tolto il sonno. Fino alle 5 del mattino non riesco ad addormentarmi".

di Claudio Brigliadori


http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... tono-.html
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

e perchè non prende anche lui gli antidepressivi come i suoi amati cittadini devastati dalle ansie e dalle angosce?
:|

appena finisce ai domiciliari lo molleranno in molti, altro che 36% .

la sceneggiata vittimista ha raggiunto il capolinea.

la domanda è : c'è la possibilità che si formi una decente destra liberale europea?
ci sarà una palingenesi almeno a destra?
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

I suoi soldatini hanno deciso "per acclamazione" di dimettersi in massa il 4 ottobre, in caso di voto per la decadenza.

Voi ci credete? Io, purtroppo no. E questo strazio durerà ancora a lungo.
paolo11
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Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Caro mariok.I cittadini credo siano stanchi dei teatrini televisivi dei 2 partiti tradizionali.
Per cambiare questo paese per fortuna abbiamo una terza forza M5S.Che deve mandarli a casa tutti.Non solo i politici , ma nache i soliti burograti da 700.000 euro.
Hai visto la trasmissione ieri sera dopo la Gruber?
Non si salva nessuno neppure Letta.
Ciao
Paolo11
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