La lunga agonia italiana – 40
Un drammatico vuoto di potere - 30
I giorni della follia - 29
Dove sta Dudù - 6
1. ECCO, LA MUSICA È FINITA, I MINISTRI SE NE VANNO, CHE INUTILE GOVERNO, LETTA MIO…
2. BERLUSCONI, IL POLITICO-IMPRENDITORE CHE DA VENTI ANNI SCAMBIA I CAZZI PROPRI CON QUELLI DEL PAESE, FA DIMETTERE I SUOI MINISTRI-DIPENDENTI E APRE LA CRISI DI GOVERNO
3. E ANTICIPA LETTA CHE VOLEVA ANDARE IN AULA PER LA “CONTA” CON IL VOTO DI FIDUCIA
4. E GRAN PERNACCHIA A RE GIORGIO NAPOLITANO CHE AVEVA LANCIATO IL SOLITO MONITO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI CAMPAGNE ELETTORALI A GETTO CONTINUO, MA DI CONTINUITÀ”
5. L’APPELLO DEL BANANA CONDANNATO RACCOLTO A STRETTO GIRO DA SENZA-QUID ALFANO CHE HA CONFERMATO LA VOLONTÀ SUA E DEI COLLEGHI MINISTRI DI LASCIARE IN MASSA
EPILOGO
La Jena per La Stampa: "Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile governo, amore mio..."
1. BERLUSCONI APRE LA CRISI DI GOVERNO: "L'ULTIMATUM DI LETTA È INACCETTABILE" ALFANO: I MINISTRI DEL PDL SI DIMETTONO
Stampa.it
Il filo a cui il governo era appeso si è rotto con la nota che Berlusconi ha rilasciato in serata: «L'ultimatum di Letta è inaccettabile e irricevibile, i ministri del Pdl diano subito le dimissioni». Appello raccolto a stretto giro da Alfano che ha confermato la volontà sua e dei colleghi di lasciare in massa. Crisi di governo dunque. Prima ancora che Letta potesse andare in Aula per la "conta" con il voto di fiducia.
Non serve «che il Parlamento ogni tanto si scioglia. Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, ma di continuità» aveva detto il presidente della Repubblica durante il suo intervento nel carcere di Poggioreale a Napoli. Le Quattro Giornate di Napoli «ci debbono dare convinta fiducia in quel che di qui può ancora venire - nelle critiche circostante attuali e nell'incerto prospettarsi del futuro - alla causa comune dell'Italia e dell'Europa», aveva affermato in mattinata il capo dello Stato commemorando segnarono uno dei momenti storici della resistenza durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo l'ultimatum lanciato da Letta nel Cdm, l'argomento più spinoso era la decadenza di Berlusconi e in particolare la retroattività delle legge Severino. «Non veniamo ascoltati da un alleato di governo. La convivenza in questi casi è estremamente difficile» aveva spiegato il capogruppo Pdl Renato Schifani, dicendosi comunque fiducioso che «il Pd accetti che la norma Severino possa essere applicata nella giusta misura e non retroattivamente». Appello prontamente respinto dal Pd che attraverso il senatore Andrea Marcucci ribadisce: «Una crisi al buio è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Non c'è alcun accanimento contro Berlusconi ma solo rispetto delle sentenze e dei dispositivi della legge Severino, votata insieme allo stesso Pdl».
Il Pdl è rimasto scottato dal rinvio dello slittamento dell'Iva. Schifani aveva anche chiesto di anticipare la verifica in Parlamento a lunedì, per far sì che, in caso di esito positivo, si potesse convocare un Consiglio dei Ministri nella stessa giornata che vari il decreto per bloccare il rincaro che altrimenti scatterebbe dal primo ottobre. « Gli italiani non possono aspettare tempi lunghi», ha spiegato il capogruppo Pdl al Senato.
Ieri in consiglio dei ministri, dove il premier ha preteso il primo chiarimento politico dentro la maggioranza, si è consumato uno scontro dove i ministri del Pd e del Pdl si rimpallavano accuse e responsabilità. Sono volati stracci. Angelino Alfano ha addossato al Pd la colpa della crisi. Il risultato è stato il rinvio del via libera alla "manovrina", che renderà quasi inevitabile l'aumento dell'Iva.
L'esecutivo è quindi paralizzato dall'inagibilità del campo politico che, ha spiegato il premier, impedisce di «impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro». Il Pdl non ci sta e respinge le accuse: «Il presidente del Consiglio si è assunto la gravissima responsabilità di non deliberare su provvedimenti economici» per «evitare l'aumento dell'Iva», attacca Schifani
3. LA MEMORIA DIFENSIVA DI BERLUSCONI CHIESTA LA RICUSAZIONE DEI MEMBRI DELLA GIUNTA CHE HANNO ESPRESSO GIUDIZI
DOCUMENTO: LA MEMORIA DIFENSIVA DI BERLUSCONI
http://www.lastampa.it/2013/09/28/giunt ... agina.html
Guido Ruotolo per La Stampa
Questa mattina Silvio Berlusconi ha depositato presso la segreteria della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato la propria memoria difensiva nella quale chiede le dimissioni dei membri della Giunta.
Il Cavaliere ribadisce l'incostituzionalità della Legge Severino e torna a invocare la ricusazione dei componenti della Giunta dell'elezione al Senato che si sarebbero pubblicamente espressi sul suo caso. Già nell'istanza alla Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, i legali di Berlusconi avevano depositato tra gli allegati una copia del dossier pubblicato da La Stampa. Nell'articolo si raccontava come la maggioranza dei componenti della Giunta non ritenessero necessario mandare gli atti alla Consulta né aspettare il giudizio della Corte d'Appello sull'interdizione di Berlusconi.
I membri della Giunta Senato che hanno già espresso il proprio convincimento si dimettano «per consentire la formazione di un collegio giudicante quantomeno apparentemente imparziale», è la richiesta del Cavaliere. «In via subordinata», Berlusconi chiede alla Giunta di «sospendere il giudizio e inviare gli atti alla Giunta per il Regolamento perchè si provveda a regolamentare la possibilità di astensione e ricusazione nonchè di sostituzione ai fini di un giusto processo».
Anche perché, rilancia Berlusconi «nessuna utilità vi potrebbe essere nel partecipare a un giudizio del quale si sia già previamente conosciuta la sua conclusione. La presenza delle parti, dell'interessato o di un avvocato non sarebbe che una mera sceneggiata in un copione già ampiamente scritto». Ecco quindi la richiesta: la giunta delle immunità «sospenda il giudizio in attesa della decisione della Corte Europea» presso la quale è stato presentato un ricorso contro la legge Severino e che dovrebbe decidere «in tempi assai ravvicinati, ovvero nell'ordine di pochi mesi».
L'annuncio della memoria difensiva depositata oggi è stato dato dal presidente della giunta Dario Stefàno: «Spero che questa scelta del senatore Berlusconi possa servire a svelenire il clima», afferma. «Presentare una memoria difensiva, nel rispetto dei termini regolamentari, mi auguro che indichi la scelta, nel solco della strada sinora tracciata e seguita nei lavori della Giunta delle elezioni e delle immunità, di tutelare le proprie ragioni nella sede istituzionale propria e nell'ambito delle prescritte procedure», si legge nella nota di Stefàno.
«Ho chiesto e ottenuto dal Presidente Grasso - spiega - l'autorizzazione alla diretta audio-video della seduta pubblica del 4 ottobre, anche perché le ragioni della difesa possano essere conosciute direttamente da tutti, dai cittadini e dalla stessa comunità dei giuristi». «Il mio auspicio - conclude il senatore di Sel - è che si possa proseguire a lavorare con serenità e con l'impegno responsabile di tutti, a partire da me quale Presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari».