Laura Boldrini è una buona scelta per quanto ha saputo esprimere in questi anni. E' certamente una garanzia per il rispetto delle Cotituzione.
E proprio per queste sue caratteristiche personali a molti non piacerà.
LA TERZA DONNA A PRESIEDERE MONTECITORIO
Laura Boldrini è presidente della Camera
La deputata di Sel, candidata dal Pd, ha ottenuto 327 voti. Discorso molto applaudito: «Difendo i diritti degli ultimi»
MILANO - Laura Boldrini è la presidente della Camera della 17esima legislatura, al Senato vanno invece al ballottaggio Piero Grasso, candidato del Pd, e Renato Schifani, sostenuto dal Pdl.
TERZA DONNA - Boldrini, deputata di Sel ed ex portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu in Italia, 51 anni, è stata eletta alla quarta votazione con 327 voti su 618 votanti (i voti della coalizione di centrosinistra sono 340). Era stata candidata all'ultimo minuto dal Pd. Un lungo applauso dell'assemblea ha segnato il momento in cui il computo ha toccato quota 310, la soglia di voti necessaria per l'elezione del presidente. I deputati del Pdl e alcuni esponenti del M5S non hanno applaudito, ma la stragrande maggioranza dei 5 Stelle erano in piedi a battere le mani. Laura Boldrini è la terza donna a presiedere Montecitorio, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti. A Roberto Fico, candidato del Movimento 5 stelle, sono andati 108 voti, uno in meno rispetto a quelli di cui dispone il Gruppo, e un lungo applauso dei deputati 5 Stelle. Hanno preso un voto Dario Franceschini (Pd), Andrea Romano (Lista Civica), Micaela Biancofiore (Pdl), Gianluca Buonanno della Lega. Le schede bianche sono state 155, le nulle 10, i voti dispersi 18.
IL DISCORSO - Nel suo discorso di insediamento, Laura Boldrini ha rivolto un «saluto rispettoso e riconoscente a Napolitano che è custode rigoroso dell'unità del Paese e dei valori della Costituzione, la più bella del mondo». «Ho vissuto tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia e in molte periferie del mondo, esperienza che metto al servizio di questa Camera - ha aggiunto la neo presidente - che deve essere luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno. Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze». Il neopresidente intende dare «piena vita a ogni diritto e ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore». La presidente ha rivolto «un pensiero per i troppi morti senza nome nel mar Mediterraneo», un mare «che dovrà sempre più diventare un ponte verso altri luoghi, altre culture, altre religioni». Ad ognuno di questi passaggi, la presidente è stata interrotta da 22 lunghi e calorosi applausi. Il discorso è durato 20 minuti circa. La neo presidente ha parlato con un tono molto basso, un po' emozionata, ripetendo i concetti quando veniva interrotta dagli applausi.
LE SCELTE DEL PD - In mattinata Pier Luigi Bersani aveva spiegato che le candidature del Pd, Boldrini e Grasso, «vanno nella logica di responsabilità e cambiamento». Entusiasta il commento di Matteo Renzi, che ha scritto su Twitter: «Piero Grasso e Laura Boldrini sono due ottime proposte del Pd. Da Firenze, dalla manifestazione di "Libera", facciamo il tifo per loro». Molto positive le reazioni all'interno del partito. «Dopo la scelta di Monti siamo stati costretti all'autosufficienza e allora non potevamo che scegliere il rinnovamento e la tenuta della coalizione» ha detto Dario Franceschini, parlando di «una grande scelta di innovazione che ho voluto e condiviso. Mai le aspirazioni personali davanti agli interessi generali». Anche per Barbara Pollastrini «i nomi di Laura Boldrini e Pietro Grasso sono ottime scelte, innovative e autorevoli». Enrico Letta, al termine della riunione con i senatori di Italia Bene Comune, ha commentato così la scelta del suo partito: «Grasso è una figura importante e noi lo indichiamo anche per ciò che rappresenta».
«DA MONTI DISIMPEGNO» - Bersani ha poi criticato la scelta dei montiani e rivendicato il coraggio del Pd: «Con M5S c'è stato un confronto non improduttivo ma non è andato a buon fine, da altri (i montiani, ndr) c'è stato un disimpegno che ha causato un'evidente sorpresa. Abbiamo cercato fino all'ultimo corresponsione e condivisione con le altre forze politiche. Ci dispiace veramente che non ci sia stata un'assunzione di responsabilità da altri, ma abbiamo dimostrato che se tocca a noi sappiamo decidere. Ne siamo usciti con grande forza con due candidati di lungo corso nella società con una forza civica e morale che serve come messaggio al Paese». Il segretario ha aggiunto che «il Pd continuerà ad avere un atteggiamento di condivisione e reciprocità anche per le presidenze delle commissioni». Sempre dal Pd Francesco Boccia si dice contrario all'idea di Nicky Vendola che proponeva di votare un candidato M5S alla presidenza della Camera o del Senato: «È una posizione che comprendo dal punto di vista politica, ma dal punto di vista istituzionale è un errore».
5 STELLE E PDL - I 5 Stelle, per bocca del capogruppo in pectore al Senato Vito Crimi, hanno ribadito di restare fedeli ai propri candidati, Luis Alberto Orellana per il Senato e Roberto Fico per la Camera. «Prendiamo atto di una cosa molto importante: ci prendiamo il merito di aver stimolato un cambiamento, una scelta non riconducibile a apparati di partito ma più qualificata - così Crimi commenta le candidature del Pd -, ma per noi esiste solo il nome del nostro candidato».
Redazione Online
16 marzo 2013 | 14:10
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