La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Terrorismo, da dove vengono i soldi del Califfo da L'Espresso
Petrolio, soprattutto. E poi tasse, riscosse in modo inflessibile. E razzie, sulle proprietà di chi è fuggito o dei rivali imprigionati e uccisi. Ecco come si finanzia lo stato islamico. E come spende
di Gianluca Di Feo
Il califfato è ricco. Ma non troppo. Le stime che ipotizzano entrate annue oscillanti tra uno e due miliardi di dollari vengono ridimensionate da molti esperti, che ritengono più corretto parlare di importi limitati a qualche centinaio di milioni di dollari. E sono pochi a credere che questo sia frutto delle donazioni di magnati fondamentalisti, del Qatar o di altri emirati. Lo Stato islamico infatti ha dimostrato di sapersi autofinanziare. C’è un documento eccezionale per comprenderlo: il bilancio della provincia creata nella Siria orientale, diffuso dal sito di Aymenn Jawad Al-Tamini.
Si tratta del budget relativo al gennaio scorso. I proventi vengono per il 27 per cento dalla vendita di petrolio. Un altro 4 per cento lo incassano dalle bollette elettriche: garantire la luce in città devastate dalla guerra civile è stata una prova di efficienza dell’Is. Poi c’è un 23 per cento dalle tasse, riscosse in modo inflessibile. Ma i proventi più cospicui vengono dalla voce “confische”: oltre il 44 per cento. Di cosa si tratta? Proprietà di chi è fuggito e dei rivali imprigionati o uccisi; greggi e mandrie sequestrate ai contrabbandieri; sigarette, alcolici e altri prodotti occidentali requisiti per la legge coranica. Insomma, il profitto del Terrore.
vedi anche:
Schermata-2015-11-20-alle-15-26-55-png
L'Isis sulla rivista Dabiq: negoziato non è tabù
Lo Stato islamico rende disponibile sul web il nuovo numero della rivista Dabiq. Affidando all'ostaggio John Cantlie, il giornalista britannico catturato nel 2012, un messaggio provocatorio: «Se le nazioni occidentali vogliono una tregua, ci pensino tre volte prima di buttare all'aria questa opportunità»
Le spese invece sostengono soprattutto lo sforzo militare. Il 43 per cento va nelle paghe dei miliziani e un altro 20 per mantenere le basi, inclusa la manutenzione di armi e veicoli. Un decimo sovvenziona la polizia islamica, voce che comprende i tribunali che amministrano la giustizia civile e dirimono le controversie commerciali. Il 17,7 per cento sostiene i servizi pubblici: riparazione delle strade, raccolta rifiuti, assistenza medica, rete idrica.
Poco meno del sei viene destinato agli aiuti: elargizioni per la popolazione oppure contributi per rilanciare l'agricoltura. Infine il tre per cento finanzia l'apparato mediatico di propaganda. Queste informazioni dimostrano però la capacità del califfato nell'amministrare il territorio, tra paura e consenso. E la scarsa incisività dei raid occidentali, che non hanno scalfito il business petrolifero. Solo nelle ultime settimane infatti i bombardamenti hanno preso di mira pozzi e installazioni che forniscono l'oro nero dell'Is.
Petrolio, soprattutto. E poi tasse, riscosse in modo inflessibile. E razzie, sulle proprietà di chi è fuggito o dei rivali imprigionati e uccisi. Ecco come si finanzia lo stato islamico. E come spende
di Gianluca Di Feo
Il califfato è ricco. Ma non troppo. Le stime che ipotizzano entrate annue oscillanti tra uno e due miliardi di dollari vengono ridimensionate da molti esperti, che ritengono più corretto parlare di importi limitati a qualche centinaio di milioni di dollari. E sono pochi a credere che questo sia frutto delle donazioni di magnati fondamentalisti, del Qatar o di altri emirati. Lo Stato islamico infatti ha dimostrato di sapersi autofinanziare. C’è un documento eccezionale per comprenderlo: il bilancio della provincia creata nella Siria orientale, diffuso dal sito di Aymenn Jawad Al-Tamini.
Si tratta del budget relativo al gennaio scorso. I proventi vengono per il 27 per cento dalla vendita di petrolio. Un altro 4 per cento lo incassano dalle bollette elettriche: garantire la luce in città devastate dalla guerra civile è stata una prova di efficienza dell’Is. Poi c’è un 23 per cento dalle tasse, riscosse in modo inflessibile. Ma i proventi più cospicui vengono dalla voce “confische”: oltre il 44 per cento. Di cosa si tratta? Proprietà di chi è fuggito e dei rivali imprigionati o uccisi; greggi e mandrie sequestrate ai contrabbandieri; sigarette, alcolici e altri prodotti occidentali requisiti per la legge coranica. Insomma, il profitto del Terrore.
vedi anche:
Schermata-2015-11-20-alle-15-26-55-png
L'Isis sulla rivista Dabiq: negoziato non è tabù
Lo Stato islamico rende disponibile sul web il nuovo numero della rivista Dabiq. Affidando all'ostaggio John Cantlie, il giornalista britannico catturato nel 2012, un messaggio provocatorio: «Se le nazioni occidentali vogliono una tregua, ci pensino tre volte prima di buttare all'aria questa opportunità»
Le spese invece sostengono soprattutto lo sforzo militare. Il 43 per cento va nelle paghe dei miliziani e un altro 20 per mantenere le basi, inclusa la manutenzione di armi e veicoli. Un decimo sovvenziona la polizia islamica, voce che comprende i tribunali che amministrano la giustizia civile e dirimono le controversie commerciali. Il 17,7 per cento sostiene i servizi pubblici: riparazione delle strade, raccolta rifiuti, assistenza medica, rete idrica.
Poco meno del sei viene destinato agli aiuti: elargizioni per la popolazione oppure contributi per rilanciare l'agricoltura. Infine il tre per cento finanzia l'apparato mediatico di propaganda. Queste informazioni dimostrano però la capacità del califfato nell'amministrare il territorio, tra paura e consenso. E la scarsa incisività dei raid occidentali, che non hanno scalfito il business petrolifero. Solo nelle ultime settimane infatti i bombardamenti hanno preso di mira pozzi e installazioni che forniscono l'oro nero dell'Is.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Islam e Scienza. Un notevole divario tecnologico e scientifico divide l’Occidente dal mondo musulmano
http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/isla ... musulmano/
Interessante !!!
ma questi terroristi non si accorgono che da soli non riescono a fare niente, le armi , il mangiare, i telefonini, i computers, i pikup sono tutte cose che utilizzano e sono fatte nel mondo occidentale.
Anche dal punto di vista religioso hanno una fede cieca e devono prendere le amfetamine per compiere le stragi contro natura che stanno facendo, perché è nella coscienza di ogni uomo che l'uccisione del suo prossimo lascia un segno indelebile che lo condanna per l'eternità.
http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/isla ... musulmano/
Interessante !!!
ma questi terroristi non si accorgono che da soli non riescono a fare niente, le armi , il mangiare, i telefonini, i computers, i pikup sono tutte cose che utilizzano e sono fatte nel mondo occidentale.
Anche dal punto di vista religioso hanno una fede cieca e devono prendere le amfetamine per compiere le stragi contro natura che stanno facendo, perché è nella coscienza di ogni uomo che l'uccisione del suo prossimo lascia un segno indelebile che lo condanna per l'eternità.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Nel kaos dominante, inevitabile di queste fasi storiche, alcuni punti di vista possono sembrare in prima battuta fantapolitica.
I media operano sempre al servizio del potere, come orientatori e divulgatori verso l’opinione pubblica.
Farebbero la gioia immensa del dottor Goebbels, se fosse ancora in vita.
Il Quarto Potere, la stampa, è solo una pia illusione della fabbrica dei sogni.
E’ la stampa, bellezza…
https://www.youtube.com/watch?v=COsEP2bFuTA
Nella pratica abbiamo visto all’opera solo Bob Woodward e Carl Bernstein i reporter del Washington Post, che riuscirono a pubblicare il caso Watergate e mandare a casa Nixon.
Vanno controcorrente i selezionatori di articoli del sito LIBRE. Un sito piuttosto sconosciuto.
Con questo non intendo dire che siamo di fronte alla verità rivelata, ma più altri inducono alla riflessione e a riflettere.
^^^
Chi pilota l’Isis ha il terrore che smettiamo di avere paura
Scritto il 21/11/15 • LIBRE nella Categoria: idee
«Non c’è un solo governo, al mondo, che non sia controllato da quei poteri»: per Fausto Carotenuto, già analista strategico-militare dei servizi segreti, è deprimente assistere alla farsa dei media mainstream, che si affannano a presentare “la mente”, “il basista” e “l’ottavo uomo” della strage di Parigi, come se si trattasse delle indagini per una normale rapina alle Poste.
In compenso, su voci alternative come “Border Nights”, può capitare di avere – in appena un paio d’ore, grazie a semplici collegamenti Skype – informazioni e analisi di altissima qualità, capaci di superare centinaia di ore di infotainment e chilometri di carta stampata.
E’ accaduto anche martedì 17 novembre, a quattro giorni dalla mattanza: ospiti della trasmissione, oltre a Carotenuto, un indagatore come Paolo Franceschetti (delitti rituali, Rosa Rossa, Mostro di Firenze), il regista Massimo Mazzucco (11 Settembre), Gioele Magaldi (“Massoni, società a responsabilità illimitata”) e un secondo massone, Gianfranco Carpeoro, esperto di codici simbolici: «Scordatevi qualsiasi altra pista, quello di Parigi è stato un attentato progettato da menti massoniche o para-massoniche e destinato innanzitutto ad altri massoni, i soli in grado di cogliere immediatamente il significato di quella data, 13 novembre».
Non un giorno a caso, ma quello in cui – spiega Carpeoro – nel lontano 1307 un gruppo di Templari riuscì a lasciare Parigi sfuggendo alle persecuzioni ordinate da Filippo il Bello: quei Templari riapararono in Scozia, dove si unirono a logge massoniche, all’epoca ancora “operative”, professionali (dedite cioè alla costruzione di cattedrali) per poi dar vita, in seguito, alla massoneria moderna.
Già avvocato, pubblicitario e scrittore, eminente studioso di linguaggio simbolico nonché ex “sovrano gran maestro” della massoneria italiana di rito scozzese, Carpeoro ha aderito al “Movimento Roosevelt” fondato da Magaldi per contribuire al “risveglio” della politica italiana in chiave anti-oligarchica.
Su Parigi la pensa come Carotenuto e lo stesso Magaldi: è semplicemente impossibile, sul piano tecnico, che i commando di jihadisti in azione nella capitale francese abbiano potuto agire da soli, senza la copertura decisiva di settori “infedeli” delle forze di sicurezza.
In più, Carpeoro ravvisa la possibile applicazione del modulo standard concepito dalla Cia per attuare la strategia della tensione, basato su tre direttrici simultanee: due attentati strategici (uno principale, l’altro di riserva) e un terzo obiettivo, tattico-diversivo, per sviare la polizia e centrare più facilmente il “bersaglio grosso”.
Secondo questo copione, sistematicamente attuato, il presidente Hollande potrebbe esser stato addirittura all’oscuro del complotto, sostiene Carpeoro: probabilmente il “bersaglio grosso” doveva essere lui, insieme agli altri spettatori allo stadio.
«Poteva essere una strage ben peggiore, con persone uccise dall’esplosivo e altre dal caos scatenato dal panico, sugli spalti.
Ma qualcosa è andato storto, perché qualcuno ha intercettato i kamikaze fuori dallo stadio.
Solo a qual punto, quindi, i terroristi potrebbero aver ricevuto l’ordine di sterminare il pubblico del teatro Bataclan.
Le sparatorie nel centro di Parigi?
Solo un diversivo per distogliere le forze di polizia, ignare dell’operazione in corso».
Obiettivo comunque raggiunto grazie al Piano-B, la strage nel teatro: terrore diffuso, insicurezza, bisogno di protezione e quindi maggiore disponibilità ad accettare strette repressive e persino la prospettiva della guerra.
Retroscena: «Bisogna capire con chi parlò Hollande nei giorni precedenti, tenendo conto che negli ultimi anni, si veda la Libia ma non solo, è stata sempre la Francia a dare il via ai grandi sconvolgimenti geopolitici».
Qualcuno potrebbe aver proposto a Hollande di aprire le danze anche stavolta (un mese fa, il capo dell’Eliseo annunciò di voler bombardare l’Isis in Siria), in cambio di un allentamento della stretta di Bruxelles sulla finanza pubblica francese.
Non a caso, il governo di Parigi ha risposto all’attentato con massicci blitz dell’aviazione in Siria accanto alla Russia, e ha annunciato che per questo motivo la Francia sforerà il tetto europeo per la spesa pubblica.
Se Magaldi ricorda quanto già rivelato un anno fa nel suo libro esplosivo – il ruolo della superloggia segreta “Hathor Pentalpha” dietro alla strategia della tensione (internazionale) avviata con l’11 Settembre – un ex stratega dell’intelligence come Carotenuto, ora impegnato sul fronte opposto anche attraverso il network “Coscienze in rete”, non usa giri di parole: «Per distruggere l’Isis in tre settimane non serve neppure una bomba, basta chiudere i rubinetti: bloccare via terra, cielo e mare i rifornimenti che l’Isis riceve ogni giorno, come le centinaia di Tir che varcano regolarmente il confine turco».
Finora si è lasciato fare? Inutile stupirsene: «Non esiste terrorismo, e nemmeno strapotere mafioso, senza una protezione diretta da parte dei vertici.
Come dimostra la storia delle Br, a lungo “imprendibili” e poi liquidate, lo Stato è infinitamente più forte di qualsiasi avversario di quel genere: se gli attentati hanno successo, è solo perché qualcuno, dall’interno, ha collaborato coi terroristi».
L’ultima cosa che manca, oggi, è la manovalanza: «Non si può pensare che milioni di persone si rassegnino ad avere fame per sempre», dice ancora Carpeoro:
«Questo sistema economico, radicalmente ingiusto, alla lunga non può che produrre rivoluzioni».
Proprio per questo, dice ancora l’ex “sovrano gran maestro” della massoneria non-allineata di Palazzo Vitelleschi, gli elementi più lucidi della super-massoneria interazionale anglosassone hanno iniziato a opporsi all’élite oligarchica.
Magaldi conferma: proprio a loro, oltre che all’opinione pubblica europea, è rivolto il terrorismo di Parigi, concepito come monito nei confronti dell’élite democratica, «in fase di riorganizzazione dopo decenni di dominio da parte dell’ala neo-aristocratica e reazionaria del massimo potere».
Proprio quei poteri, chiosa Carotenuto, hanno operato ininterrottamente nella medesima direzione, la guerra, a partire dall’11 Settembre: Iraq e Afghanistan, Somalia, Yemen, poi le «finte primavere arabe» che hanno destabilizzato paesi come Egitto e Tunisia, fino alla doppia carneficina della Libia e della Siria. «Identico l’obiettivo: creare il caos, e in quel caos fra crescere la manovalanza del terrore, ieri Al-Qaeda e oggi Isis».
Movente: «Solo in condizioni di evidente emergenza l’opinione pubblica occidentale più accettare la guerra e, entro i propri confini, decisive restrizioni della libertà che consegnano ancora più potere ai soggetti dominanti».
Per Carpeoro, dietro a tutto questo non c’è neppure una grande visione, sia pure distorta: «C’è solo brama di potere, di dominio: se il 50% dell’energia di cui ho bisogno proviene da uno di quei paesi, non posso tollerare che vi si instauri una democrazia», in grado di insediare un governo che cambi le carte in tavola e pretenda diritti. Forse, sotto questo aspetto, la strage di Parigi – che è un’esibizione minacciosa – può essere anche un segnale di debolezza: gli egemoni ricorrono alla legge della paura perché temono di perdere terreno?
Per Carotenuto, non è neppure questione di geopolitica o banche: «Al-Qaeda e l’Isis sono soltanto strumenti. Il vero obiettivo è dominare la nostra mente, condizionandola in eterno per renderci inoffensivi e rassegnati».
Guai a dare la caccia ai fantasmi, insiste Carpeoro: si rischia solo di credere alla fiaba dell’Uomo Nero, proprio come vorrebbero gli egemoni. «Il potere è uno schema», non una piramide: «Puoi abbattere il vertice, e il giorno dopo i peggiori leader sono sostituiti con altri, identici. Il problema siamo noi, che accettiamo un sistema senza valori, che prevede che qualcuno stia meglio se altri stanno peggio: dobbiamo svegliarci, rifiutare questo tipo di società».
E’ possibile che il “risveglio” sia già partito, ai piani alti? Lo spaventoso massacro di Parigi ne sarebbe una conferma: l’élite stragista comincia ad avere paura, al punto da scatenare l’orrore in mondovisione?
Nel kaos dominante, inevitabile di queste fasi storiche, alcuni punti di vista possono sembrare in prima battuta fantapolitica.
I media operano sempre al servizio del potere, come orientatori e divulgatori verso l’opinione pubblica.
Farebbero la gioia immensa del dottor Goebbels, se fosse ancora in vita.
Il Quarto Potere, la stampa, è solo una pia illusione della fabbrica dei sogni.
E’ la stampa, bellezza…
https://www.youtube.com/watch?v=COsEP2bFuTA
Nella pratica abbiamo visto all’opera solo Bob Woodward e Carl Bernstein i reporter del Washington Post, che riuscirono a pubblicare il caso Watergate e mandare a casa Nixon.
Vanno controcorrente i selezionatori di articoli del sito LIBRE. Un sito piuttosto sconosciuto.
Con questo non intendo dire che siamo di fronte alla verità rivelata, ma più altri inducono alla riflessione e a riflettere.
^^^
Chi pilota l’Isis ha il terrore che smettiamo di avere paura
Scritto il 21/11/15 • LIBRE nella Categoria: idee
«Non c’è un solo governo, al mondo, che non sia controllato da quei poteri»: per Fausto Carotenuto, già analista strategico-militare dei servizi segreti, è deprimente assistere alla farsa dei media mainstream, che si affannano a presentare “la mente”, “il basista” e “l’ottavo uomo” della strage di Parigi, come se si trattasse delle indagini per una normale rapina alle Poste.
In compenso, su voci alternative come “Border Nights”, può capitare di avere – in appena un paio d’ore, grazie a semplici collegamenti Skype – informazioni e analisi di altissima qualità, capaci di superare centinaia di ore di infotainment e chilometri di carta stampata.
E’ accaduto anche martedì 17 novembre, a quattro giorni dalla mattanza: ospiti della trasmissione, oltre a Carotenuto, un indagatore come Paolo Franceschetti (delitti rituali, Rosa Rossa, Mostro di Firenze), il regista Massimo Mazzucco (11 Settembre), Gioele Magaldi (“Massoni, società a responsabilità illimitata”) e un secondo massone, Gianfranco Carpeoro, esperto di codici simbolici: «Scordatevi qualsiasi altra pista, quello di Parigi è stato un attentato progettato da menti massoniche o para-massoniche e destinato innanzitutto ad altri massoni, i soli in grado di cogliere immediatamente il significato di quella data, 13 novembre».
Non un giorno a caso, ma quello in cui – spiega Carpeoro – nel lontano 1307 un gruppo di Templari riuscì a lasciare Parigi sfuggendo alle persecuzioni ordinate da Filippo il Bello: quei Templari riapararono in Scozia, dove si unirono a logge massoniche, all’epoca ancora “operative”, professionali (dedite cioè alla costruzione di cattedrali) per poi dar vita, in seguito, alla massoneria moderna.
Già avvocato, pubblicitario e scrittore, eminente studioso di linguaggio simbolico nonché ex “sovrano gran maestro” della massoneria italiana di rito scozzese, Carpeoro ha aderito al “Movimento Roosevelt” fondato da Magaldi per contribuire al “risveglio” della politica italiana in chiave anti-oligarchica.
Su Parigi la pensa come Carotenuto e lo stesso Magaldi: è semplicemente impossibile, sul piano tecnico, che i commando di jihadisti in azione nella capitale francese abbiano potuto agire da soli, senza la copertura decisiva di settori “infedeli” delle forze di sicurezza.
In più, Carpeoro ravvisa la possibile applicazione del modulo standard concepito dalla Cia per attuare la strategia della tensione, basato su tre direttrici simultanee: due attentati strategici (uno principale, l’altro di riserva) e un terzo obiettivo, tattico-diversivo, per sviare la polizia e centrare più facilmente il “bersaglio grosso”.
Secondo questo copione, sistematicamente attuato, il presidente Hollande potrebbe esser stato addirittura all’oscuro del complotto, sostiene Carpeoro: probabilmente il “bersaglio grosso” doveva essere lui, insieme agli altri spettatori allo stadio.
«Poteva essere una strage ben peggiore, con persone uccise dall’esplosivo e altre dal caos scatenato dal panico, sugli spalti.
Ma qualcosa è andato storto, perché qualcuno ha intercettato i kamikaze fuori dallo stadio.
Solo a qual punto, quindi, i terroristi potrebbero aver ricevuto l’ordine di sterminare il pubblico del teatro Bataclan.
Le sparatorie nel centro di Parigi?
Solo un diversivo per distogliere le forze di polizia, ignare dell’operazione in corso».
Obiettivo comunque raggiunto grazie al Piano-B, la strage nel teatro: terrore diffuso, insicurezza, bisogno di protezione e quindi maggiore disponibilità ad accettare strette repressive e persino la prospettiva della guerra.
Retroscena: «Bisogna capire con chi parlò Hollande nei giorni precedenti, tenendo conto che negli ultimi anni, si veda la Libia ma non solo, è stata sempre la Francia a dare il via ai grandi sconvolgimenti geopolitici».
Qualcuno potrebbe aver proposto a Hollande di aprire le danze anche stavolta (un mese fa, il capo dell’Eliseo annunciò di voler bombardare l’Isis in Siria), in cambio di un allentamento della stretta di Bruxelles sulla finanza pubblica francese.
Non a caso, il governo di Parigi ha risposto all’attentato con massicci blitz dell’aviazione in Siria accanto alla Russia, e ha annunciato che per questo motivo la Francia sforerà il tetto europeo per la spesa pubblica.
Se Magaldi ricorda quanto già rivelato un anno fa nel suo libro esplosivo – il ruolo della superloggia segreta “Hathor Pentalpha” dietro alla strategia della tensione (internazionale) avviata con l’11 Settembre – un ex stratega dell’intelligence come Carotenuto, ora impegnato sul fronte opposto anche attraverso il network “Coscienze in rete”, non usa giri di parole: «Per distruggere l’Isis in tre settimane non serve neppure una bomba, basta chiudere i rubinetti: bloccare via terra, cielo e mare i rifornimenti che l’Isis riceve ogni giorno, come le centinaia di Tir che varcano regolarmente il confine turco».
Finora si è lasciato fare? Inutile stupirsene: «Non esiste terrorismo, e nemmeno strapotere mafioso, senza una protezione diretta da parte dei vertici.
Come dimostra la storia delle Br, a lungo “imprendibili” e poi liquidate, lo Stato è infinitamente più forte di qualsiasi avversario di quel genere: se gli attentati hanno successo, è solo perché qualcuno, dall’interno, ha collaborato coi terroristi».
L’ultima cosa che manca, oggi, è la manovalanza: «Non si può pensare che milioni di persone si rassegnino ad avere fame per sempre», dice ancora Carpeoro:
«Questo sistema economico, radicalmente ingiusto, alla lunga non può che produrre rivoluzioni».
Proprio per questo, dice ancora l’ex “sovrano gran maestro” della massoneria non-allineata di Palazzo Vitelleschi, gli elementi più lucidi della super-massoneria interazionale anglosassone hanno iniziato a opporsi all’élite oligarchica.
Magaldi conferma: proprio a loro, oltre che all’opinione pubblica europea, è rivolto il terrorismo di Parigi, concepito come monito nei confronti dell’élite democratica, «in fase di riorganizzazione dopo decenni di dominio da parte dell’ala neo-aristocratica e reazionaria del massimo potere».
Proprio quei poteri, chiosa Carotenuto, hanno operato ininterrottamente nella medesima direzione, la guerra, a partire dall’11 Settembre: Iraq e Afghanistan, Somalia, Yemen, poi le «finte primavere arabe» che hanno destabilizzato paesi come Egitto e Tunisia, fino alla doppia carneficina della Libia e della Siria. «Identico l’obiettivo: creare il caos, e in quel caos fra crescere la manovalanza del terrore, ieri Al-Qaeda e oggi Isis».
Movente: «Solo in condizioni di evidente emergenza l’opinione pubblica occidentale più accettare la guerra e, entro i propri confini, decisive restrizioni della libertà che consegnano ancora più potere ai soggetti dominanti».
Per Carpeoro, dietro a tutto questo non c’è neppure una grande visione, sia pure distorta: «C’è solo brama di potere, di dominio: se il 50% dell’energia di cui ho bisogno proviene da uno di quei paesi, non posso tollerare che vi si instauri una democrazia», in grado di insediare un governo che cambi le carte in tavola e pretenda diritti. Forse, sotto questo aspetto, la strage di Parigi – che è un’esibizione minacciosa – può essere anche un segnale di debolezza: gli egemoni ricorrono alla legge della paura perché temono di perdere terreno?
Per Carotenuto, non è neppure questione di geopolitica o banche: «Al-Qaeda e l’Isis sono soltanto strumenti. Il vero obiettivo è dominare la nostra mente, condizionandola in eterno per renderci inoffensivi e rassegnati».
Guai a dare la caccia ai fantasmi, insiste Carpeoro: si rischia solo di credere alla fiaba dell’Uomo Nero, proprio come vorrebbero gli egemoni. «Il potere è uno schema», non una piramide: «Puoi abbattere il vertice, e il giorno dopo i peggiori leader sono sostituiti con altri, identici. Il problema siamo noi, che accettiamo un sistema senza valori, che prevede che qualcuno stia meglio se altri stanno peggio: dobbiamo svegliarci, rifiutare questo tipo di società».
E’ possibile che il “risveglio” sia già partito, ai piani alti? Lo spaventoso massacro di Parigi ne sarebbe una conferma: l’élite stragista comincia ad avere paura, al punto da scatenare l’orrore in mondovisione?
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Stiamo attenti, perché con la scusa del terrorismo dell'Is qualcuno già parla di governi di unità nazionale.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
… global …
2015!. Bruxelles sotto coprifuoco. Supermercati, stadi, cinema, teatri, luoghi qualunque; ovunque si possa
radunare anche una piccola folla c’è l’interdizione alla frequentazione. La gente stia in casa, l’allarme è massimo;
la polizia, le forze armate devono essere libere di poter agire in fretta ed in forze senza doversi preoccupare di
eventuali ostaggi. La popolazione deve restare a casa, chi si raduna in numero lo fa a proprio rischio e pericolo.
Possono colpire di nuovo ed anzi lo faranno. Il governo belga comunica anche che l’isis, pare, abbia cambiato strategia,
non vuole più nuovi guerrieri al fronte interno; li vuole qui, in Europa, pronti a colpire non appena ricevuto l’ordine.
La dietrologia non ha più spazi di ragionamento e di spiegazione. Sapere di chi sia la colpa, quali siano
le responsabilità di persone o stati, a questo punto della questione, non ha più nessun valore. Alea iacta est!.
Le decisioni da entrambe le parti sono state prese e non si tornerà indietro. Sarà scontro frontale sino
alla vittoria degli uni o degli altri; si combatterà città per città, casa per casa, uomo per uomo fino alla
cenere a coprire quelli che rimasti, potranno dichiararsi vincitori.
Non sarà, non è, una guerra di civiltà, una guerra di religione, una guerra tra occidente ed oriente;
sia medio o estremo, poco importa.
Non è un film; un cronaca giornalistica, un racconto di cappa e spada: è una guerra, vera, totale, definitiva.
E’ una guerra comunque fratricida; è una guerra di vendetta, è un assassinio di massa, uno dei tanti,
né peggiore né migliore di altri, solo che questa volta nessuno è al sicuro. Gli assassini non vengono
solo dal cielo, sono per le strade, dietro ogni angolo, sono ... chiunque!.
Non i belgi, non i francesi, non gli italiani; non voi, non io, non noi, ma Tutti siamo colpevoli ed in pericolo,
TUTTI!. Abbiamo lasciato fare; sapevamo eppure abbiamo taciuto; o abbiamo urlato troppo piano; o abbiamo
scioperato poco; o abbiamo lasciato che ci comprassero; o abbiamo ceduto alla tentazione di "non chiamarci pasquale".
Siamo al trionfo della follia umana; siamo alla nemesi di un mondo sovraffollato in cui lo sfruttamento per gli
interessi dei pochi ha spinto i molti a rendere la pariglia; ha spinto quelli che erano gli alleati di un tempo a
prendere coscienza del proprio ruolo di assassini prezzolati destinati ad essere traditi; li ha convinti al punto
di aver deciso che un pezzo di terra val bene una messa, una strage, una vendetta se, su quella terra, ci sono pozzi di petrolio.
Oro nero da raffinare e rivendere e con il guadagno comprare armi fabbricate da coloro che saranno le vittime
di quelle armi, da coloro che hanno goduto e godono dell’aumento del pil per quelle vendite, da coloro che fingeranno
dolore per delle morti che di certo, comunque ed a prescindere, di sicuro non li riguarderanno da vicino: così è stato
sempre e così sarà anche questa volta.
Ed io, Voi, Noi tutti non avremo più pace. Le quattro mura di una casa resteranno l’ultimo baluardo della civiltà se
non riusciremo a comprendere che il colore di una pelle, un credo religioso, una convinzione politica non devono
mai essere motivo per trasformarsi in pratica assassina.
Mettete al bando le sirene dell’odio e del razzismo; da subito, senza ripensamenti, senza inutili egoismi;
aprite le vostre menti all’uguaglianza, all’accoglienza, all’integrazione.
Occorre farlo tutti, cristiani e mussulmani, rossi e neri, trasversali e definiti; FATELO!, perché c’è un tempo
per ogni cosa e c’è una cosa per ogni tempo, ma quando la miccia finisce, il tritolo scoppia e questa volta,
la miccia è alla fine e se la bomba dovesse scoppiare davvero, l’incendio a seguire non avrebbe confini, non avrà martiri e non avrà eroi …
avrà cazzi, solo cazzi … amari e sanguinosi.
Francesco Briganti
"Abbiamo lasciato fare; sapevamo eppure abbiamo taciuto;
o abbiamo urlato troppo piano;
o abbiamo scioperato poco;
o abbiamo lasciato che ci comprassero;
o abbiamo ceduto alla tentazione di "non chiamarci pasquale".
Pagheremo caro, pagheremo tutti. Col sangue, vivendo nella paura, dovendo tutti
“cedere una parte della nostra libertà” con tutto quello che ne consegue. Inevitabilmente meno garanzie,
meno democrazia, meno tutto. Solo più paura.
È una guerra più terribile di quella che ci potevamo immaginare.
2015!. Bruxelles sotto coprifuoco. Supermercati, stadi, cinema, teatri, luoghi qualunque; ovunque si possa
radunare anche una piccola folla c’è l’interdizione alla frequentazione. La gente stia in casa, l’allarme è massimo;
la polizia, le forze armate devono essere libere di poter agire in fretta ed in forze senza doversi preoccupare di
eventuali ostaggi. La popolazione deve restare a casa, chi si raduna in numero lo fa a proprio rischio e pericolo.
Possono colpire di nuovo ed anzi lo faranno. Il governo belga comunica anche che l’isis, pare, abbia cambiato strategia,
non vuole più nuovi guerrieri al fronte interno; li vuole qui, in Europa, pronti a colpire non appena ricevuto l’ordine.
La dietrologia non ha più spazi di ragionamento e di spiegazione. Sapere di chi sia la colpa, quali siano
le responsabilità di persone o stati, a questo punto della questione, non ha più nessun valore. Alea iacta est!.
Le decisioni da entrambe le parti sono state prese e non si tornerà indietro. Sarà scontro frontale sino
alla vittoria degli uni o degli altri; si combatterà città per città, casa per casa, uomo per uomo fino alla
cenere a coprire quelli che rimasti, potranno dichiararsi vincitori.
Non sarà, non è, una guerra di civiltà, una guerra di religione, una guerra tra occidente ed oriente;
sia medio o estremo, poco importa.
Non è un film; un cronaca giornalistica, un racconto di cappa e spada: è una guerra, vera, totale, definitiva.
E’ una guerra comunque fratricida; è una guerra di vendetta, è un assassinio di massa, uno dei tanti,
né peggiore né migliore di altri, solo che questa volta nessuno è al sicuro. Gli assassini non vengono
solo dal cielo, sono per le strade, dietro ogni angolo, sono ... chiunque!.
Non i belgi, non i francesi, non gli italiani; non voi, non io, non noi, ma Tutti siamo colpevoli ed in pericolo,
TUTTI!. Abbiamo lasciato fare; sapevamo eppure abbiamo taciuto; o abbiamo urlato troppo piano; o abbiamo
scioperato poco; o abbiamo lasciato che ci comprassero; o abbiamo ceduto alla tentazione di "non chiamarci pasquale".
Siamo al trionfo della follia umana; siamo alla nemesi di un mondo sovraffollato in cui lo sfruttamento per gli
interessi dei pochi ha spinto i molti a rendere la pariglia; ha spinto quelli che erano gli alleati di un tempo a
prendere coscienza del proprio ruolo di assassini prezzolati destinati ad essere traditi; li ha convinti al punto
di aver deciso che un pezzo di terra val bene una messa, una strage, una vendetta se, su quella terra, ci sono pozzi di petrolio.
Oro nero da raffinare e rivendere e con il guadagno comprare armi fabbricate da coloro che saranno le vittime
di quelle armi, da coloro che hanno goduto e godono dell’aumento del pil per quelle vendite, da coloro che fingeranno
dolore per delle morti che di certo, comunque ed a prescindere, di sicuro non li riguarderanno da vicino: così è stato
sempre e così sarà anche questa volta.
Ed io, Voi, Noi tutti non avremo più pace. Le quattro mura di una casa resteranno l’ultimo baluardo della civiltà se
non riusciremo a comprendere che il colore di una pelle, un credo religioso, una convinzione politica non devono
mai essere motivo per trasformarsi in pratica assassina.
Mettete al bando le sirene dell’odio e del razzismo; da subito, senza ripensamenti, senza inutili egoismi;
aprite le vostre menti all’uguaglianza, all’accoglienza, all’integrazione.
Occorre farlo tutti, cristiani e mussulmani, rossi e neri, trasversali e definiti; FATELO!, perché c’è un tempo
per ogni cosa e c’è una cosa per ogni tempo, ma quando la miccia finisce, il tritolo scoppia e questa volta,
la miccia è alla fine e se la bomba dovesse scoppiare davvero, l’incendio a seguire non avrebbe confini, non avrà martiri e non avrà eroi …
avrà cazzi, solo cazzi … amari e sanguinosi.
Francesco Briganti
"Abbiamo lasciato fare; sapevamo eppure abbiamo taciuto;
o abbiamo urlato troppo piano;
o abbiamo scioperato poco;
o abbiamo lasciato che ci comprassero;
o abbiamo ceduto alla tentazione di "non chiamarci pasquale".
Pagheremo caro, pagheremo tutti. Col sangue, vivendo nella paura, dovendo tutti
“cedere una parte della nostra libertà” con tutto quello che ne consegue. Inevitabilmente meno garanzie,
meno democrazia, meno tutto. Solo più paura.
È una guerra più terribile di quella che ci potevamo immaginare.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
iospero ha scritto:Stiamo attenti, perché con la scusa del terrorismo dell'Is qualcuno già parla di governi di unità nazionale.
Da chi è avanzata questa proposta?
A livello popolare o politico?
Comunque sia, fornisce anche la composizione del governo di unità nazionale?
Il premier rimane sempre La Qualunque?
Ammettiamo che sì, venga proposto La Qualunque. Ci entrerebbero anche la Lega e i 5S?
Io ce li vedo poco con quel comandina di La Qualunque.
Quando ha preso il potere ha ripetuto pari pari lo schema di Berlusconi. Lui al vertice che domina e fa bella figura rispetto alla pochezza degli altri perché circondato da yes man. Con la differenza che Silvietto si era circondato di yes man di qualità ben superiore. Quelli di La Qualunque sono veramente scadenti alla grande. Ad eccezione di Padoan, imposto da Re Giorgio, che nella mischia si salva un pochino.
Il giorno che ha letto l’elenco dei ministri, Sartori, sul Corriere aveva subito sentenziato: E’ un governo di incompetenti guidato da un incompetente.
Salvini accetterebbe di scontrarsi un minuto sì e l’altro pure perdendo per strada di fatto l’elettorato?
Potrebbe stare a fianco di Alfano quando chiede da mesi le dimissioni per palese incompetenza?
I 5S che continuano a rimarcare che non fanno alleanze con nessuno perché incompatibili con il vecchio sistema sarebbero disposti a demolire quanto hanno costruito in questi anni per amor di patria, che poi si riduce al potere dominante?
Certo La Qualunque ne trarrebbe vantaggio dalla demolizione di Lega e 5S.
A Silvietto potrebbe andare bene, tanto lui è sul viale del tramonto.
E la Meloncina che utilità ne ricaverebbe dall’ammucchiata se in caso di dissenso nelle scelte politico-strategiche fosse costretta a subire perdendo consenso tra il suo striminzito elettorato?
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Re: La Terza Guerra Mondiale
I GIORNI DEL KAOS
Certi punti di vista tutt’altro che normali e tradizionali ci creano sempre grossi problemi e forti dubbi
Pancho in altro 3D si è espresso così:
Fa una certa impressione sapere che al di sopra della politica parlamentare ci siano invece le logge massoniche a decidere il ns. futuro ma fino a che sono considerate legali, c'e poco da controbattere anche se puo farci schifo.
Chi di noi, quando va a votare, sa fare queste distinzioni o entra sul web per sapere chi di costoro e' massone?
Ma in pratica noi siamo sempre stati topi che ballavano alla musica dei vari pifferai di ogni risma.
Magici?????? Lascio a voi il giudizio in merito.
Il pifferaio di Hamelin
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pifferaio_di_Hamelin
Il punto di vista di Davide Crimi:
Al-Baghdadi alias Simon Elliot, sul web tra Jihad e Mossad
Scritto il 23/11/15 • LIBRE nella Categoria: idee
La tragedia di Parigi rappresenta un fatto di eccezionale gravità, perché ha coinvolto persone totalmente estranee ad ogni ideologizzazione e sorprese in un momento di vita quotidiana.
Le vittime sacrificali di questo eccidio sommuovono la coscienza, la mettono in subbuglio, perché si tratta di qualcosa che la nostra ragione ci fa comprendere è accaduto in casa nostra.
Non segue a questo pensiero una considerazione “buonista”, che aggravi la coscienza con il senso di colpa del non saper avvertire lo stesso dolore per quel che ogni giorno accade in Siria.
Sarà eticamente importante, ma non è questo il punto che trasforma un sentimento in un pensiero politico.
La soglia di trasformazione è data dal pensiero: cui prodest? a chi serve? chi ne trae vantaggio?
E’ possibile trascurare il fatto che gli autori dell’attentato, di quest’ultimo del 13 novembre come di quello alla redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio sono stati realizzati da musulmani di seconda generazione, residenti in Francia e in Belgio.
E’ del tutto inopportuno trarre facili conseguenze o proporre semplificazioni inadeguate.
Tuttavia, chi scrive non può dimenticare di aver girato buona parte del Medio-Oriente e, per quanto l’età d’oro di un mondo musulmano che voleva in tutto e per tutto emulare il modello di vita occidentale si sia appannato dopo l’ingiusta operazione contro Saddam Hussein (accusato di avere armi chimiche, secondo un castello di accuse costruito ad arte da Dick Cheney e Valerie Plame per giustificare l’intervento militare a sostegno dei petrolieri voluto da Bush), tuttavia è indiscutibile che la stragrande maggioranza, per non dire pressochè la totalità di coloro che vivono nei paesi del Medio Oriente, null’altro vogliono che vivere tranquilli e in pace.
Cos’ha fatto dunque l’Occidente nel momento in cui la Tunisia, l’Egitto, persino lo Yemen, con i movimenti della cosiddetta Primavera Araba, hanno chiesto democrazia e libertà? Nulla, proprio nulla.
Niente. Anzi, no. L’Occidente ha colto l’opportunità di operare lo sfruttamento delle risorse del Medio Oriente in modo ancora più cinico.
E’ evidente che l’Occidente non vuole la democrazia e l’emancipazione dei popoli che intende piuttosto dominare e sfruttare.
I disordini all’interno di questi paesi permettono di attuare la più classica delle politiche di sfruttamento: divide et impera.
I militari presidiano i giacimenti petroliferi, l’estrazione del greggio avviene pressoché gratuitamente.
Le popolazioni sono messe le une contro le altre, e si guadagna anche dalla vendita delle armi.
Si saccheggiano le fortezze. Si trafugano opere d’arte.
Gli eserciti regolari fanno la loro parte.
Al resto ci pensano le truppe mercenarie.
Eccoci al punto. Le truppe mercenarie.
Sotto il presidio di garanzia degli eserciti regolari, sono loro che fanno il lavoro sporco.
Sono loro che scambiano armi per droga.
Su questo genere di indagini, per esempio, sono morti Ilaria Alpi e Mauro Rostagno. Qualcuno ricorderà, spero.
E non c’è bisogno di ricorrere a fonti “esotiche” o di estrema sinistra per sapere che, da quando le truppe occidentali sono stanziate in Afghanistan, la produzione di oppio è decuplicata: è “Time” a dichiararlo.
L’establishment non fa più mistero delle sue nefandezze, le espone, con la certezza che la notizia, iperinflazionata, sarà notata solo da alcuni, senza giungere alla coscienza dell’opinione pubblica, della coscienza collettiva.
Sapendo questo, risulta così sorprendente l’affermazione che Al-Qaida è stata una struttura sotto controllo Cia, i cui leader sono stati formati e addestrati proprio in questo contesto?
E può sorprendere che la Cia sia sotto controllo da parte di forze occulte come la Pentalfa?
E’ così impensabile che Bin Laden e Al-Baghdadi siano stati formati da questi ambienti?
E, da ultimo, come attualmente circola la notizia sul web, che il sedicente califfo Al-Baghdadi non sia che un agente del Mossad, il cui vero nome è Simon Elliot?
E’ tutto questo così incredibile?
Oppure, come sempre, la realtà supera la fantasia?
Prima di chiudere questo articolo, due considerazioni vanno svolte.
La prima, avvertendo che quanto qui scritto non si adagia su un facile “complottismo”.
Soprattutto, nessuno pensi che qui sia espressa una posizione antisemita e anti-israeliana.
Al contrario, la posizione è certamente filo-israeliana: ma a favore di quell’Israele sognato da quegli intellettuali ebrei che già all’alba del riconoscimento di Israele come Sato nazionale, opponevano a questo preteso “trionfo del sionismo” la scelta di un “sionismo spirituale”, che rifiutava di immaginare il nuovo Israele come Stato nazionale proprio a causa di quel tremendo olocausto che i nazionalismi aveva fatto subire al popolo ebraico che dunque, invece che Stato nazionale, avrebbe dovuto essere un protettorato internazionale, sede ospitante di quel che avrebbe dovuto essere “un popolo di sacerdoti”, “luce per le nazioni”.
Naturalmente, questa idea venne respinta dalla maggioranza.
La seconda, che rattrista ancor più, è data dal fatto che il ventre molle del capitalismo imperialista si nutre sempre di più di giovani ignari delle conseguenze di quel che fanno, ragazzi come quelli che hanno commesso questi attentati non sono nemmeno consapevoli del fatto che stanno servendo interessi completamente lontani e distanti dai loro e da quelli del loro popolo che, anzi, proprio per quel che hanno fatto, subiranno nuove vessazioni.
Il sistema dei siti web per adescare i cosiddetti “jihadisti” è controllato dalla propaganda militare dei servizi segreti occidentali, e si nutrono di loro, a loro insaputa.
A noi restano leggi liberticide e l’ipocrisia della politica, che distilla l’odio tra le religioni e la divisione tra i popoli.
Ad onta delle anime nobili che continuano a sognare il dialogo tra i popoli, l’educazione e l’istruzione universale come accesso alla vita spirituale di tutti e di ciascuno.
Svegliamoci, è tempo.
(Davide Crimi, “Occidente, petrolio, dominio, propaganda e altri inganni”, dal blog del “Movimento Roosevelt” del 21 novembre 2015).
Certi punti di vista tutt’altro che normali e tradizionali ci creano sempre grossi problemi e forti dubbi
Pancho in altro 3D si è espresso così:
Fa una certa impressione sapere che al di sopra della politica parlamentare ci siano invece le logge massoniche a decidere il ns. futuro ma fino a che sono considerate legali, c'e poco da controbattere anche se puo farci schifo.
Chi di noi, quando va a votare, sa fare queste distinzioni o entra sul web per sapere chi di costoro e' massone?
Ma in pratica noi siamo sempre stati topi che ballavano alla musica dei vari pifferai di ogni risma.
Magici?????? Lascio a voi il giudizio in merito.
Il pifferaio di Hamelin
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pifferaio_di_Hamelin
Il punto di vista di Davide Crimi:
Al-Baghdadi alias Simon Elliot, sul web tra Jihad e Mossad
Scritto il 23/11/15 • LIBRE nella Categoria: idee
La tragedia di Parigi rappresenta un fatto di eccezionale gravità, perché ha coinvolto persone totalmente estranee ad ogni ideologizzazione e sorprese in un momento di vita quotidiana.
Le vittime sacrificali di questo eccidio sommuovono la coscienza, la mettono in subbuglio, perché si tratta di qualcosa che la nostra ragione ci fa comprendere è accaduto in casa nostra.
Non segue a questo pensiero una considerazione “buonista”, che aggravi la coscienza con il senso di colpa del non saper avvertire lo stesso dolore per quel che ogni giorno accade in Siria.
Sarà eticamente importante, ma non è questo il punto che trasforma un sentimento in un pensiero politico.
La soglia di trasformazione è data dal pensiero: cui prodest? a chi serve? chi ne trae vantaggio?
E’ possibile trascurare il fatto che gli autori dell’attentato, di quest’ultimo del 13 novembre come di quello alla redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio sono stati realizzati da musulmani di seconda generazione, residenti in Francia e in Belgio.
E’ del tutto inopportuno trarre facili conseguenze o proporre semplificazioni inadeguate.
Tuttavia, chi scrive non può dimenticare di aver girato buona parte del Medio-Oriente e, per quanto l’età d’oro di un mondo musulmano che voleva in tutto e per tutto emulare il modello di vita occidentale si sia appannato dopo l’ingiusta operazione contro Saddam Hussein (accusato di avere armi chimiche, secondo un castello di accuse costruito ad arte da Dick Cheney e Valerie Plame per giustificare l’intervento militare a sostegno dei petrolieri voluto da Bush), tuttavia è indiscutibile che la stragrande maggioranza, per non dire pressochè la totalità di coloro che vivono nei paesi del Medio Oriente, null’altro vogliono che vivere tranquilli e in pace.
Cos’ha fatto dunque l’Occidente nel momento in cui la Tunisia, l’Egitto, persino lo Yemen, con i movimenti della cosiddetta Primavera Araba, hanno chiesto democrazia e libertà? Nulla, proprio nulla.
Niente. Anzi, no. L’Occidente ha colto l’opportunità di operare lo sfruttamento delle risorse del Medio Oriente in modo ancora più cinico.
E’ evidente che l’Occidente non vuole la democrazia e l’emancipazione dei popoli che intende piuttosto dominare e sfruttare.
I disordini all’interno di questi paesi permettono di attuare la più classica delle politiche di sfruttamento: divide et impera.
I militari presidiano i giacimenti petroliferi, l’estrazione del greggio avviene pressoché gratuitamente.
Le popolazioni sono messe le une contro le altre, e si guadagna anche dalla vendita delle armi.
Si saccheggiano le fortezze. Si trafugano opere d’arte.
Gli eserciti regolari fanno la loro parte.
Al resto ci pensano le truppe mercenarie.
Eccoci al punto. Le truppe mercenarie.
Sotto il presidio di garanzia degli eserciti regolari, sono loro che fanno il lavoro sporco.
Sono loro che scambiano armi per droga.
Su questo genere di indagini, per esempio, sono morti Ilaria Alpi e Mauro Rostagno. Qualcuno ricorderà, spero.
E non c’è bisogno di ricorrere a fonti “esotiche” o di estrema sinistra per sapere che, da quando le truppe occidentali sono stanziate in Afghanistan, la produzione di oppio è decuplicata: è “Time” a dichiararlo.
L’establishment non fa più mistero delle sue nefandezze, le espone, con la certezza che la notizia, iperinflazionata, sarà notata solo da alcuni, senza giungere alla coscienza dell’opinione pubblica, della coscienza collettiva.
Sapendo questo, risulta così sorprendente l’affermazione che Al-Qaida è stata una struttura sotto controllo Cia, i cui leader sono stati formati e addestrati proprio in questo contesto?
E può sorprendere che la Cia sia sotto controllo da parte di forze occulte come la Pentalfa?
E’ così impensabile che Bin Laden e Al-Baghdadi siano stati formati da questi ambienti?
E, da ultimo, come attualmente circola la notizia sul web, che il sedicente califfo Al-Baghdadi non sia che un agente del Mossad, il cui vero nome è Simon Elliot?
E’ tutto questo così incredibile?
Oppure, come sempre, la realtà supera la fantasia?
Prima di chiudere questo articolo, due considerazioni vanno svolte.
La prima, avvertendo che quanto qui scritto non si adagia su un facile “complottismo”.
Soprattutto, nessuno pensi che qui sia espressa una posizione antisemita e anti-israeliana.
Al contrario, la posizione è certamente filo-israeliana: ma a favore di quell’Israele sognato da quegli intellettuali ebrei che già all’alba del riconoscimento di Israele come Sato nazionale, opponevano a questo preteso “trionfo del sionismo” la scelta di un “sionismo spirituale”, che rifiutava di immaginare il nuovo Israele come Stato nazionale proprio a causa di quel tremendo olocausto che i nazionalismi aveva fatto subire al popolo ebraico che dunque, invece che Stato nazionale, avrebbe dovuto essere un protettorato internazionale, sede ospitante di quel che avrebbe dovuto essere “un popolo di sacerdoti”, “luce per le nazioni”.
Naturalmente, questa idea venne respinta dalla maggioranza.
La seconda, che rattrista ancor più, è data dal fatto che il ventre molle del capitalismo imperialista si nutre sempre di più di giovani ignari delle conseguenze di quel che fanno, ragazzi come quelli che hanno commesso questi attentati non sono nemmeno consapevoli del fatto che stanno servendo interessi completamente lontani e distanti dai loro e da quelli del loro popolo che, anzi, proprio per quel che hanno fatto, subiranno nuove vessazioni.
Il sistema dei siti web per adescare i cosiddetti “jihadisti” è controllato dalla propaganda militare dei servizi segreti occidentali, e si nutrono di loro, a loro insaputa.
A noi restano leggi liberticide e l’ipocrisia della politica, che distilla l’odio tra le religioni e la divisione tra i popoli.
Ad onta delle anime nobili che continuano a sognare il dialogo tra i popoli, l’educazione e l’istruzione universale come accesso alla vita spirituale di tutti e di ciascuno.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Ricordiamoci che la Turchia è un membro NATO
da www.repubblica.it
Turchia abbatte caccia russo per invasione spazio aereo. Mosca: "Volava su cielo siriano"
Tensione Ankara-Mosca. Il Sukhoi-24 colpito perché non avrebbe risposto agli avvertimenti degli F-16 di Ankara. I piloti si sono lanciati con i paracadute e uno sarebbe stato catturato dai ribelli turcomanni. Elicotteri russi in volo alla ricerca dei superstiti. Il premier Davutoglu chiama la Nato. Giornalisti russi feriti in attacco con razzi anticarro
da www.repubblica.it
Turchia abbatte caccia russo per invasione spazio aereo. Mosca: "Volava su cielo siriano"
Tensione Ankara-Mosca. Il Sukhoi-24 colpito perché non avrebbe risposto agli avvertimenti degli F-16 di Ankara. I piloti si sono lanciati con i paracadute e uno sarebbe stato catturato dai ribelli turcomanni. Elicotteri russi in volo alla ricerca dei superstiti. Il premier Davutoglu chiama la Nato. Giornalisti russi feriti in attacco con razzi anticarro
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Se il SU24 non ha sconfinato in Turchia sono "volatili per diabetici"...lucfig ha scritto:Ricordiamoci che la Turchia è un membro NATO
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Turchia abbatte caccia russo per invasione spazio aereo. Mosca: "Volava su cielo siriano"
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Maucat ha scritto:Se il SU24 non ha sconfinato in Turchia sono "volatili per diabetici"...lucfig ha scritto:Ricordiamoci che la Turchia è un membro NATO
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Turchia abbatte caccia russo per invasione spazio aereo. Mosca: "Volava su cielo siriano"
Tensione Ankara-Mosca. Il Sukhoi-24 colpito perché non avrebbe risposto agli avvertimenti degli F-16 di Ankara. I piloti si sono lanciati con i paracadute e uno sarebbe stato catturato dai ribelli turcomanni. Elicotteri russi in volo alla ricerca dei superstiti. Il premier Davutoglu chiama la Nato. Giornalisti russi feriti in attacco con razzi anticarro
Siria, Turchia abbatte caccia russo. Mosca: “Era nostro, ma non violava spazio aereo di Ankara”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... a/2246575/
Chi c’è in linea
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