Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 57
Un drammatico vuoto di potere - 47
I giorni della follia - 44
Dal film : Il Caimano parte seconda - 4
Il nuovo film sul Caimano parte seconda, viene girato in diretta senza la regia di Nanni Moretti.
Questo è il documentario della fine del Caimano che Nanni non ha mai scritto.
*
05 OTT 2013 14:56
PASSARE LA MANO PER TENERE LA MANO - IL BANANA SCONFITTO VUOLE INTESTARSI L’INCORONAZIONE DI ALFANO, CHE NON LO MOLLA AFFATTO
Altro che “diversamente berlusconiano”: con la scusa della decadenza, Angelino è tornato al fianco di Silvio e invoca l’unità del Pdl a tutti i costi - Non vuole fare gli errori del Pci-Pds che sperò di incassare tutti i voti di Craxi dopo la sua fine ingloriosa, e invece non ne prese neanche uno…
1. IL DOPPIO PASSO DELL'EX PREMIER PER IL RICAMBIO
Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"
L'ira di Berlusconi sarà oggi il riflesso condizionato dei titoli di giornale che per venti anni hanno descritto in ciclostile la reazione del Cavaliere alle azioni della magistratura. Ma ieri il leader del centrodestra non era più irato, era affranto, piegato dal verdetto della Giunta del Senato che ne ha chiesto la decadenza da parlamentare: «Non pensavo potesse finire così per un uomo con la mia storia», ha commentato, inabissandosi nei ricordi di stagioni piene di successi e di primati. Eppure, nonostante la sconfitta, si riserva ancora un guizzo per non mostrarsi vinto: intestarsi nel suo partito il ricambio generazionale.
L'aveva confidato un paio di anni fa che non avrebbe lasciato la scena senza lasciare la propria impronta, «non me ne andrò finché non avrò portato a compimento il mio progetto: dar vita al più grande ricambio generazionale della storia».
E adesso che il momento si avvicina, ora che la sentenza sul caso Mediaset gli impone di delegare la guida della sua creatura politica, Berlusconi medita di affidarsi a una squadra rinnovata e guidata da «Angelino», che oggi rappresenta l'unica certezza in quegli schemi ancora confusi, disegnati su fogli di carta scarabocchiati e poi appallottolati.
Le liturgie e le procedure su cui gli altri prestano attenzione non lo appassionano, e quando li vede accapigliarsi rispolvera un termine che non è servito a evitargli l'onta personale: pacificazione.
«Chi è contro la pacificazione è contro il partito», dunque è fuori. Potrà bastare per sedare la rissa? Lui ci prova a tenerli uniti, e Alfano è partecipe del progetto, anzi lo incoraggia, pronto a lavorare insieme a Fitto, alla Carfagna e alla Gelmini (ostili nell'ultima fase al vice premier) ma non più da «primus inter pares» bensì da uomo forte del Pdl. Così alla generazione dei quarantenni che portò con sé a palazzo Chigi, il Cavaliere darebbe il compito di proseguire la sua azione, restando il dominus, il punto di riferimento.
Come sempre accade quando le trattative giungono alla stretta finale, è questo il momento più delicato: un passo falso pregiudicherebbe l'intera operazione, invisa ai falchi degli opposti schieramenti.
E non c'è dubbio che a una rinnovata linea del partito servirà anche far seguire il ricambio generazionale, ma serviranno gli «esercizi di ragionevolezza» invocati ieri dalla figlia Marina Berlusconi in nome del padre. E servirà che abbiano la meglio quelle «persone di buona volontà» - come le chiama Confalonieri - e che «sono all'opera». Si capisce il motivo per cui dietro il Cavaliere, spingano i familiari e gli amici di una vita.
E si capisce la prudenza con cui si sta muovendo «Angelino».
Il segretario di un Pdl che al momento non c'è più deve tenersi in equilibrio, tra chi continua ad additarlo come un «traditore» e chi gli prospetta la rottura e l'approdo nella terra promessa del Ppe, dimenticando che nella famiglia dei Popolari europei ci sono già da anni, visto che lì ce li ha portati Berlusconi. E in queste linee di frattura c'è chi - tra gli «alleati» di governo - prova a inserirsi, tentando di dettare la linea, magari per potare il centrodestra e trasformarlo in un cespuglio da porre come pianta ornamentale accanto al Pd, come una ruota di scorta, come ennesima formazione dello «zero virgola» da usare e poi da rottamare.
Alfano è consapevole dei rischi, ma finora si è mosso seguendo una rotta che lui stesso ha tracciato e che ha fissata su due punti cardinali. Il primo è che «noi non commetteremo l'errore dei partiti della Prima Repubblica. Noi non ci divideremo». Il secondo è che «o il governo Letta è appoggiato da tutto il Pdl, o perde la sua natura ispiratrice e si trasforma in un governo di sinistra».
Ecco perché ieri la presenza del ministro dell'Interno a fianco di Berlusconi nel momento in cui il Senato muoveva il primo passo verso la decadenza del Cavaliere - e poco dopo che Napolitano si era complimentato per la sua missione a Lampedusa - aveva un forte valore simbolico, più forte del comunicato di solidarietà contro l'atto della Giunta.
Se dopo un ventennio Berlusconi darà vita al ricambio generazionale, dentro un accordo di regole condivise, compirà l'operazione di passar la mano tenendo la mano. È questa d'altronde l'unica strada per il Pdl, per evitare di commettere l'errore compiuto venti anni fa dal Pci-Pds, che sulle spoglie del craxismo pensò di incassare i voti socialisti. Non ne prese uno.
**
2.«NON È PIÙ UNO STATO DI DIRITTO» BERLUSCONI CONTINUA A LOTTARE 1
R. R. per il "Corriere della Sera"
«Vogliono eliminarmi per via giudiziaria». Silvio Berlusconi affida a una nota scritta il commento sul voto della giunta per le elezioni del Senato, primo passo per la decadenza da senatore che dovrà però essere ratificata in via definitiva dall'aula di Palazzo Madama tra una ventina di giorni con uno scrutinio segreto. Il suo giudizio è durissimo, benché la pronuncia fosse in qualche modo prevista dato il rapporto di forze interno all'organismo parlamentare. «Questa indegna decisione - sostiene l'ex premier - è stata il frutto di una non corretta applicazione di una legge e della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti a eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia».
A giudizio del Cavaliere «la democrazia di un Paese si misura dal rispetto delle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino». Non solo, insiste Berlusconi lanciando l'accusa più pesante: «Violando i principi della Convenzione europea e della Corte costituzionale sulla imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali, oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia».
La decisione della giunta per elezioni ha molto amareggiato l'ex premier che, rivela un esponente a lui assai vicino, è di «umore nero» e ripete a tutti «sono innocente, sono tra i maggiori contribuenti del Paese, non ho frodato il fisco». Ma nel giorno in cui si avvia la procedura per la decadenza, gli esponenti del Pdl-Forza Italia di ogni osservanza tornano a unirsi nella difesa del Cavaliere, dopo essersi divisi nei giorni scorsi sulla fiducia al governo. Angelino Alfano osserva che «la risposta della giunta è un accelerazione anomala nelle procedure e svela un accanimento che nulla ha a che vedere con la giustizia».
Fabrizio Cicchitto si interroga se «questa decisione, inficiata da palesi irregolarità, verrà sancita dall'Aula». Aggiunge Sergio Pizzolante: «Quello del Pd è un gravissimo errore politico. Testimonia che la sinistra italiana non riesce a liberarsi dal condizionamento di una parte della magistratura. È una anomalia solo italiana, che mina le basi della democrazia». Osvaldo Napoli ritiene che quella di ieri sia stata «una giornata funerea per la democrazia».
Per Raffaele Fitto «è una decisione politica dettata dall'odio e dalla smania di fare fuori per via giudiziaria l'avversario politico di sempre, mai battuto alle urne». Daniela Santanché denuncia: «All'infamia politica si aggiunge un'infamia giudiziaria». E Anna Maria Bernini parla di «strage di diritto, della democrazia e del rispetto che si deve a un uomo, un leader forte del consenso di 9 milioni di italiani che lo ho hanno votato e ne sono rappresentati». Per Enrico Costa si è trattato di «un killeraggio politico con l'aggravante della premeditazione». «È un'offesa ai milioni di italiani», tuona Michela Vittoria Brambilla.
Quanto avvenuto nella giunta del Senato, rimarca Mariastella Gelmini, «segna in maniera indelebile una stagione in cui l'uso politico della giustizia ha raggiunto il punto più basso ed evidenzia l'affermarsi dentro il nostro maggiore alleato di governo dell'anima giustizialista che cerca di ridurre al silenzio Berlusconi». Insomma, si domanda Sandro Bondi: «Come possiamo assistere a una defenestrazione di Berlusconi da parte di un partito con il quale collaboriamo in Parlamento e al governo?».
Un drammatico vuoto di potere - 47
I giorni della follia - 44
Dal film : Il Caimano parte seconda - 4
Il nuovo film sul Caimano parte seconda, viene girato in diretta senza la regia di Nanni Moretti.
Questo è il documentario della fine del Caimano che Nanni non ha mai scritto.
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05 OTT 2013 14:56
PASSARE LA MANO PER TENERE LA MANO - IL BANANA SCONFITTO VUOLE INTESTARSI L’INCORONAZIONE DI ALFANO, CHE NON LO MOLLA AFFATTO
Altro che “diversamente berlusconiano”: con la scusa della decadenza, Angelino è tornato al fianco di Silvio e invoca l’unità del Pdl a tutti i costi - Non vuole fare gli errori del Pci-Pds che sperò di incassare tutti i voti di Craxi dopo la sua fine ingloriosa, e invece non ne prese neanche uno…
1. IL DOPPIO PASSO DELL'EX PREMIER PER IL RICAMBIO
Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"
L'ira di Berlusconi sarà oggi il riflesso condizionato dei titoli di giornale che per venti anni hanno descritto in ciclostile la reazione del Cavaliere alle azioni della magistratura. Ma ieri il leader del centrodestra non era più irato, era affranto, piegato dal verdetto della Giunta del Senato che ne ha chiesto la decadenza da parlamentare: «Non pensavo potesse finire così per un uomo con la mia storia», ha commentato, inabissandosi nei ricordi di stagioni piene di successi e di primati. Eppure, nonostante la sconfitta, si riserva ancora un guizzo per non mostrarsi vinto: intestarsi nel suo partito il ricambio generazionale.
L'aveva confidato un paio di anni fa che non avrebbe lasciato la scena senza lasciare la propria impronta, «non me ne andrò finché non avrò portato a compimento il mio progetto: dar vita al più grande ricambio generazionale della storia».
E adesso che il momento si avvicina, ora che la sentenza sul caso Mediaset gli impone di delegare la guida della sua creatura politica, Berlusconi medita di affidarsi a una squadra rinnovata e guidata da «Angelino», che oggi rappresenta l'unica certezza in quegli schemi ancora confusi, disegnati su fogli di carta scarabocchiati e poi appallottolati.
Le liturgie e le procedure su cui gli altri prestano attenzione non lo appassionano, e quando li vede accapigliarsi rispolvera un termine che non è servito a evitargli l'onta personale: pacificazione.
«Chi è contro la pacificazione è contro il partito», dunque è fuori. Potrà bastare per sedare la rissa? Lui ci prova a tenerli uniti, e Alfano è partecipe del progetto, anzi lo incoraggia, pronto a lavorare insieme a Fitto, alla Carfagna e alla Gelmini (ostili nell'ultima fase al vice premier) ma non più da «primus inter pares» bensì da uomo forte del Pdl. Così alla generazione dei quarantenni che portò con sé a palazzo Chigi, il Cavaliere darebbe il compito di proseguire la sua azione, restando il dominus, il punto di riferimento.
Come sempre accade quando le trattative giungono alla stretta finale, è questo il momento più delicato: un passo falso pregiudicherebbe l'intera operazione, invisa ai falchi degli opposti schieramenti.
E non c'è dubbio che a una rinnovata linea del partito servirà anche far seguire il ricambio generazionale, ma serviranno gli «esercizi di ragionevolezza» invocati ieri dalla figlia Marina Berlusconi in nome del padre. E servirà che abbiano la meglio quelle «persone di buona volontà» - come le chiama Confalonieri - e che «sono all'opera». Si capisce il motivo per cui dietro il Cavaliere, spingano i familiari e gli amici di una vita.
E si capisce la prudenza con cui si sta muovendo «Angelino».
Il segretario di un Pdl che al momento non c'è più deve tenersi in equilibrio, tra chi continua ad additarlo come un «traditore» e chi gli prospetta la rottura e l'approdo nella terra promessa del Ppe, dimenticando che nella famiglia dei Popolari europei ci sono già da anni, visto che lì ce li ha portati Berlusconi. E in queste linee di frattura c'è chi - tra gli «alleati» di governo - prova a inserirsi, tentando di dettare la linea, magari per potare il centrodestra e trasformarlo in un cespuglio da porre come pianta ornamentale accanto al Pd, come una ruota di scorta, come ennesima formazione dello «zero virgola» da usare e poi da rottamare.
Alfano è consapevole dei rischi, ma finora si è mosso seguendo una rotta che lui stesso ha tracciato e che ha fissata su due punti cardinali. Il primo è che «noi non commetteremo l'errore dei partiti della Prima Repubblica. Noi non ci divideremo». Il secondo è che «o il governo Letta è appoggiato da tutto il Pdl, o perde la sua natura ispiratrice e si trasforma in un governo di sinistra».
Ecco perché ieri la presenza del ministro dell'Interno a fianco di Berlusconi nel momento in cui il Senato muoveva il primo passo verso la decadenza del Cavaliere - e poco dopo che Napolitano si era complimentato per la sua missione a Lampedusa - aveva un forte valore simbolico, più forte del comunicato di solidarietà contro l'atto della Giunta.
Se dopo un ventennio Berlusconi darà vita al ricambio generazionale, dentro un accordo di regole condivise, compirà l'operazione di passar la mano tenendo la mano. È questa d'altronde l'unica strada per il Pdl, per evitare di commettere l'errore compiuto venti anni fa dal Pci-Pds, che sulle spoglie del craxismo pensò di incassare i voti socialisti. Non ne prese uno.
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2.«NON È PIÙ UNO STATO DI DIRITTO» BERLUSCONI CONTINUA A LOTTARE 1
R. R. per il "Corriere della Sera"
«Vogliono eliminarmi per via giudiziaria». Silvio Berlusconi affida a una nota scritta il commento sul voto della giunta per le elezioni del Senato, primo passo per la decadenza da senatore che dovrà però essere ratificata in via definitiva dall'aula di Palazzo Madama tra una ventina di giorni con uno scrutinio segreto. Il suo giudizio è durissimo, benché la pronuncia fosse in qualche modo prevista dato il rapporto di forze interno all'organismo parlamentare. «Questa indegna decisione - sostiene l'ex premier - è stata il frutto di una non corretta applicazione di una legge e della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti a eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia».
A giudizio del Cavaliere «la democrazia di un Paese si misura dal rispetto delle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino». Non solo, insiste Berlusconi lanciando l'accusa più pesante: «Violando i principi della Convenzione europea e della Corte costituzionale sulla imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali, oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia».
La decisione della giunta per elezioni ha molto amareggiato l'ex premier che, rivela un esponente a lui assai vicino, è di «umore nero» e ripete a tutti «sono innocente, sono tra i maggiori contribuenti del Paese, non ho frodato il fisco». Ma nel giorno in cui si avvia la procedura per la decadenza, gli esponenti del Pdl-Forza Italia di ogni osservanza tornano a unirsi nella difesa del Cavaliere, dopo essersi divisi nei giorni scorsi sulla fiducia al governo. Angelino Alfano osserva che «la risposta della giunta è un accelerazione anomala nelle procedure e svela un accanimento che nulla ha a che vedere con la giustizia».
Fabrizio Cicchitto si interroga se «questa decisione, inficiata da palesi irregolarità, verrà sancita dall'Aula». Aggiunge Sergio Pizzolante: «Quello del Pd è un gravissimo errore politico. Testimonia che la sinistra italiana non riesce a liberarsi dal condizionamento di una parte della magistratura. È una anomalia solo italiana, che mina le basi della democrazia». Osvaldo Napoli ritiene che quella di ieri sia stata «una giornata funerea per la democrazia».
Per Raffaele Fitto «è una decisione politica dettata dall'odio e dalla smania di fare fuori per via giudiziaria l'avversario politico di sempre, mai battuto alle urne». Daniela Santanché denuncia: «All'infamia politica si aggiunge un'infamia giudiziaria». E Anna Maria Bernini parla di «strage di diritto, della democrazia e del rispetto che si deve a un uomo, un leader forte del consenso di 9 milioni di italiani che lo ho hanno votato e ne sono rappresentati». Per Enrico Costa si è trattato di «un killeraggio politico con l'aggravante della premeditazione». «È un'offesa ai milioni di italiani», tuona Michela Vittoria Brambilla.
Quanto avvenuto nella giunta del Senato, rimarca Mariastella Gelmini, «segna in maniera indelebile una stagione in cui l'uso politico della giustizia ha raggiunto il punto più basso ed evidenzia l'affermarsi dentro il nostro maggiore alleato di governo dell'anima giustizialista che cerca di ridurre al silenzio Berlusconi». Insomma, si domanda Sandro Bondi: «Come possiamo assistere a una defenestrazione di Berlusconi da parte di un partito con il quale collaboriamo in Parlamento e al governo?».
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Re: Come se ne viene fuori ?
05 OTT 2013 15:32
1. ERRATA CORRIGE: I 5 SAGGI INDAGATI PER "TRUCCARE I CONCORSI" SONO STATI SCELTI DA ENRICUCCIO LETTA, NON DA NAPOLITANO -
2. IL GOTHA DEI COSTITUZIONALISTI SOSPETTATO DI TAROCCARE LE SELEZIONI UNIVERSITARIE DI TUTTA ITALIA. PER INGANNARE IL MARESCIALLO ALL’ASCOLTO PARLAVANO IN LATINO! -
3. QUANDO LETTA FECE IL DECRETO DI NOMINA E SALIRONO AL QUIRINALE PER L'INVESTITURA, I GIORNALONI STESERO UN LETTINA DI BAVA: “LI HA COCCOLATI CON LO SGUARDO MENTRE LI HA ACCOLTI AL QUIRINALE, TUTTI E TRENTACINQUE” -
4. E ORA CHE FINE FARÀ IL PROGETTO DI RIFORMA SCRITTO E CONSEGNATO A RE GIORGIO DUE SETTIMANE FA? L’INCHIESTA “DO UT DES” METTE IN AGITAZIONE I PALAZZI… - -
1. ERRATA CORRIGE: I 5 SAGGI INDAGATI PER "TRUCCARE I CONCORSI" SONO STATI SCELTI DA ENRICUCCIO LETTA, NON DA NAPOLITANO -
2. IL GOTHA DEI COSTITUZIONALISTI SOSPETTATO DI TAROCCARE LE SELEZIONI UNIVERSITARIE DI TUTTA ITALIA. PER INGANNARE IL MARESCIALLO ALL’ASCOLTO PARLAVANO IN LATINO! -
3. QUANDO LETTA FECE IL DECRETO DI NOMINA E SALIRONO AL QUIRINALE PER L'INVESTITURA, I GIORNALONI STESERO UN LETTINA DI BAVA: “LI HA COCCOLATI CON LO SGUARDO MENTRE LI HA ACCOLTI AL QUIRINALE, TUTTI E TRENTACINQUE” -
4. E ORA CHE FINE FARÀ IL PROGETTO DI RIFORMA SCRITTO E CONSEGNATO A RE GIORGIO DUE SETTIMANE FA? L’INCHIESTA “DO UT DES” METTE IN AGITAZIONE I PALAZZI… - -
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Re: Come se ne viene fuori ?
Sembrano orientati a chiedere servizi sociali per Berlusconi.Lo manderei alla caritas ,o altro posto a servire i pasti ai poveri.
Così si renderebbe in parte conto di dove ha portato dei cittadini.
Ciao
Paolo11
Così si renderebbe in parte conto di dove ha portato dei cittadini.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 58
Un drammatico vuoto di potere - 48
I giorni della follia - 45
E’ altamente incomprensibile perché ci si divida fortemente anche nei momenti di profonda crisi come questa che dura da 5 anni, negli elettorati della stessa area politica, ma anche tra elettorati di casacca diversa.
Oppure, per converso, si può comprendere perché tutto questo avviene mutuando dalla spiccata propensione tricolore alle tifoserie calcistiche.
Eppure, 70 anni fa, i tifosi dell’epoca che indossavano casacche diverse legate alle ideologie, si sono unite temporaneamente per mettere da parte il male comune che le opprimeva.
Nella puntata di questa sera di Otto e mezzo, è stato trattato all’inizio il libro “In fuga dal Senato” di Franca Rame.
Appunti dell’esperienza di una donna proveniente dalla società civile che non si è rassegnata al mantenimento della propria individualità in mezzo a quel bivacco, in quella casa chiusa, dove gli uomini sono naturalmente deformati.
Dove si perde ogni tipo di umanità per far emergere prepotentemente la bestia che è in noi.
Franca Rame, diversamente dai “resistenti” dei privilegi in tutti sensi ha saputo dire basta.
“Io non accetto di stare qui un minuto di più”
Per fare questo bisogna essere dotati di alta integrità morale e profondo senso civico.
Non è da tutti.
E’ su questa base, su questo punto di riferimento che lo scannamento popolare per sostenere persone indegne o meno indegne diventa del tutto incomprensibile.
C’è anche del sadomasochismo nella difesa di molti personaggi, accompagnato dal piacere e autocompiacimento di vivere nel guano della Morta Gora.
Si riuscirà mai ad uscire dalla Morta Gora?
E se si, tra quante migliaia secoli????????
Un drammatico vuoto di potere - 48
I giorni della follia - 45
E’ altamente incomprensibile perché ci si divida fortemente anche nei momenti di profonda crisi come questa che dura da 5 anni, negli elettorati della stessa area politica, ma anche tra elettorati di casacca diversa.
Oppure, per converso, si può comprendere perché tutto questo avviene mutuando dalla spiccata propensione tricolore alle tifoserie calcistiche.
Eppure, 70 anni fa, i tifosi dell’epoca che indossavano casacche diverse legate alle ideologie, si sono unite temporaneamente per mettere da parte il male comune che le opprimeva.
Nella puntata di questa sera di Otto e mezzo, è stato trattato all’inizio il libro “In fuga dal Senato” di Franca Rame.
Appunti dell’esperienza di una donna proveniente dalla società civile che non si è rassegnata al mantenimento della propria individualità in mezzo a quel bivacco, in quella casa chiusa, dove gli uomini sono naturalmente deformati.
Dove si perde ogni tipo di umanità per far emergere prepotentemente la bestia che è in noi.
Franca Rame, diversamente dai “resistenti” dei privilegi in tutti sensi ha saputo dire basta.
“Io non accetto di stare qui un minuto di più”
Per fare questo bisogna essere dotati di alta integrità morale e profondo senso civico.
Non è da tutti.
E’ su questa base, su questo punto di riferimento che lo scannamento popolare per sostenere persone indegne o meno indegne diventa del tutto incomprensibile.
C’è anche del sadomasochismo nella difesa di molti personaggi, accompagnato dal piacere e autocompiacimento di vivere nel guano della Morta Gora.
Si riuscirà mai ad uscire dalla Morta Gora?
E se si, tra quante migliaia secoli????????
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Re: Come se ne viene fuori ?
In fuga dal Senato
http://www.chiarelettere.it/libro/rever ... 904934.php
“Vi dico la verità, pur avendo visto spesso in televisione servizi sui ‘disordini’ nelle due aule, trovarcisi in mezzo è di gran lunga più stomachevole. Avevo una mia idea sul senato, be’, ho dovuto cambiarla: una massa di rozzi pronti a tutto.”
http://www.chiarelettere.it/libro/rever ... 904934.php
“Vi dico la verità, pur avendo visto spesso in televisione servizi sui ‘disordini’ nelle due aule, trovarcisi in mezzo è di gran lunga più stomachevole. Avevo una mia idea sul senato, be’, ho dovuto cambiarla: una massa di rozzi pronti a tutto.”
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 59
Un drammatico vuoto di potere - 49
I giorni della follia - 46
Dal film : Il Caimano parte seconda - 5
Il nuovo film sul Caimano parte seconda, viene girato in diretta senza la regia di Nanni Moretti.
Questo è il documentario della fine del Caimano che Nanni non ha mai scritto.
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05 OTT 2013 20:46
TRAVAGLIO: CON QUALE FACCIA DI BRONZO UN TIPINO COME IL KAZACO ALFANO, CHE SI DEFINISCE “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO” E INVECE È SOLO UN BERLUSCONIANO OPPORTUNISTA, CHIEDE LA TESTA DI SALLUSTI? -PAOLO BERLUSCONI: "ILLAZIONI INFONDATE, FIDUCIA AL DIRETTORE SALLUSTI"
Troppo comodo. Il berlusconismo non finisce con la morte (peraltro presunta) di B.: finirà quando anche l’ultimo berlusconiano sarà sparito dalla circolazione senza lasciare tracce. E le tracce di Al Nano sono ancora tutte lì per terra…
Marco Travaglio per Fattoquotidiano.it
Tutti possono immaginare quanto ci stia simpatico Sallusti, in arte zio Tibia, che ci insulta un giorno sì e l'altro pure, e soprattutto scrive e pubblica cose ben oltre i confini della realtà.
Ma i cantori del "nuovo centrodestra liberale, popolare ed europeo" nato dalla rivolta degli schiavi berlusconiani al seguito del governo Alfetta sotto le bandiere del "tengo poltrona" dovrebbero spiegare cosa ci sia di liberale, di popolare e di europeo nella prima mossa di questi gentili signori: quella di far cacciare il direttore del Giornale per sostituirlo con uno più morbido e accomodante nei loro confronti (i pretendenti non mancano).
Intendiamoci: la libertà di stampa non c'entra nulla, né con Sallusti né con chi lo vuole defenestrare. Anzi, non esiste proprio, altrimenti sarebbe vietato per legge a qualsiasi politico o partito di controllare giornali e tv.
Ma un politico che chiede la testa di un giornalista, chiunque sia il giornalista, non ha nulla di liberale, popolare ed europeo.
Infatti stiamo parlando di Angelino Alfano, che si definisce "diversamente berlusconiano" e invece è solo un berlusconiano opportunista.
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Quando, ancora due mesi fa, si trattava di manganellare chi chiedeva le sue dimissioni per il sequestro e la deportazione della moglie e della bimba di un dissidente kazako ordinati da agenti di Astana che scorrazzavano per il Viminale e perpetrati dalla polizia italiana all'insaputa del presunto ministro dell'Interno, il Giornale di zio Tibia gli andava benissimo.
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Ora che gli dà del traditore per aver voltato gabbana, non più. Troppo comodo. Il berlusconismo non finisce con la morte (peraltro presunta) di B.: finirà quando anche l'ultimo berlusconiano sarà sparito dalla circolazione senza lasciare tracce. E le tracce di Al Nano sono ancora tutte lì per terra. Il lodo Alfano che bloccava i processi alle alte cariche dello Stato, roba mai vista neppure nel terzo mondo, fu bocciato dalla Consulta.
La legge Alfano per limitare le intercettazioni e imbavagliare la stampa non passò nemmeno nel Parlamento più indecente della storia. E chi ricorda i suoi affettuosi rapporti con Massimo Ciancimino, ovviamente prima che collaborasse con i pm (dopo divenne un paria)? Tipo i viaggi sul suo elicottero dell'Air Panarea con la moglie e un altro deputato siciliano del Pdl, Dore Misuraca, ora passato ai popolari, liberali ed europei.
Al figlio di don Vito, Angelino Jolie chiese persino consigli per il trapianto pilifero sul capino impostogli dal Capo. Ciancimino jr. lo indirizzò da uno specialista a Roma: purtroppo l'intervento abortì, neppure i capelli finti volevano averci a che fare. Ora, per i cantori del governo Alfetta, Al Nano è la risposta italiana alla Merkel. Fortuna che l'interessata non sa neppure chi sia, altrimenti sporgerebbe querela.
Anche alla luce delle memorabili imprese di Angelino Jolie nei panni di ministro della Giustizia. Tipo quando, nel giugno 2009, annunciò un mirabolante Piano Carceri a base di "penitenziari galleggianti" che avrebbe garantito "17.891 nuovi posti cella entro il 2012" (se ne fosse mai visto uno, di carcere e di posto cella).
O quando, come rivelò Gian Antonio Stella, l'enfant prodige del "partito degli onesti" e del "merito" nominò nel neonato "Organismo indipendente di valutazione della performance dei magistrati", con un contratto da 48.600 euro annui, un esperto d'eccezione: Calogero "Lello" Casesa, agrigentino come lui, impiegato in Provincia, ex consigliere comunale di Forza Italia, ma soprattutto presidente della sagra "Mandorlo in fiore" e suonatore di "friscalettu" (lo zufolo dei balli folcloristici) nel gruppo "Val d'Akragas".
Il nuovo partito liberale, popolare ed europeo è in buone mani. Perché è vero che nel 2005, proprio al Giornale, l'onorevole Angelino si dichiarò "unilateralmente innamorato di Silvio Berlusconi".
Ma è anche vero che in Italia si dimentica tutto, con buona pace del detto di Flaiano: "A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre".
2. PAOLO BERLUSCONI: "ILLAZIONI INFONDATE, FIDUCIA AL DIRETTORE SALLUSTI"
Paolo Berlusconi, editore de il Giornale, smentisce categoricamente le illazioni apparse su diversi quotidiani che legano in modo strumentale e inaccettabile le attuali vicende politiche alla vita de il Giornale. L'editore, rivendicando la piena e assoluta autonomia della testata, conferma la sua fiducia nel direttore Alessandro Sallusti e si riserva di tutelare la dignità de il Giornale nelle sedi opportune.
Un drammatico vuoto di potere - 49
I giorni della follia - 46
Dal film : Il Caimano parte seconda - 5
Il nuovo film sul Caimano parte seconda, viene girato in diretta senza la regia di Nanni Moretti.
Questo è il documentario della fine del Caimano che Nanni non ha mai scritto.
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05 OTT 2013 20:46
TRAVAGLIO: CON QUALE FACCIA DI BRONZO UN TIPINO COME IL KAZACO ALFANO, CHE SI DEFINISCE “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO” E INVECE È SOLO UN BERLUSCONIANO OPPORTUNISTA, CHIEDE LA TESTA DI SALLUSTI? -PAOLO BERLUSCONI: "ILLAZIONI INFONDATE, FIDUCIA AL DIRETTORE SALLUSTI"
Troppo comodo. Il berlusconismo non finisce con la morte (peraltro presunta) di B.: finirà quando anche l’ultimo berlusconiano sarà sparito dalla circolazione senza lasciare tracce. E le tracce di Al Nano sono ancora tutte lì per terra…
Marco Travaglio per Fattoquotidiano.it
Tutti possono immaginare quanto ci stia simpatico Sallusti, in arte zio Tibia, che ci insulta un giorno sì e l'altro pure, e soprattutto scrive e pubblica cose ben oltre i confini della realtà.
Ma i cantori del "nuovo centrodestra liberale, popolare ed europeo" nato dalla rivolta degli schiavi berlusconiani al seguito del governo Alfetta sotto le bandiere del "tengo poltrona" dovrebbero spiegare cosa ci sia di liberale, di popolare e di europeo nella prima mossa di questi gentili signori: quella di far cacciare il direttore del Giornale per sostituirlo con uno più morbido e accomodante nei loro confronti (i pretendenti non mancano).
Intendiamoci: la libertà di stampa non c'entra nulla, né con Sallusti né con chi lo vuole defenestrare. Anzi, non esiste proprio, altrimenti sarebbe vietato per legge a qualsiasi politico o partito di controllare giornali e tv.
Ma un politico che chiede la testa di un giornalista, chiunque sia il giornalista, non ha nulla di liberale, popolare ed europeo.
Infatti stiamo parlando di Angelino Alfano, che si definisce "diversamente berlusconiano" e invece è solo un berlusconiano opportunista.
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Quando, ancora due mesi fa, si trattava di manganellare chi chiedeva le sue dimissioni per il sequestro e la deportazione della moglie e della bimba di un dissidente kazako ordinati da agenti di Astana che scorrazzavano per il Viminale e perpetrati dalla polizia italiana all'insaputa del presunto ministro dell'Interno, il Giornale di zio Tibia gli andava benissimo.
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Ora che gli dà del traditore per aver voltato gabbana, non più. Troppo comodo. Il berlusconismo non finisce con la morte (peraltro presunta) di B.: finirà quando anche l'ultimo berlusconiano sarà sparito dalla circolazione senza lasciare tracce. E le tracce di Al Nano sono ancora tutte lì per terra. Il lodo Alfano che bloccava i processi alle alte cariche dello Stato, roba mai vista neppure nel terzo mondo, fu bocciato dalla Consulta.
La legge Alfano per limitare le intercettazioni e imbavagliare la stampa non passò nemmeno nel Parlamento più indecente della storia. E chi ricorda i suoi affettuosi rapporti con Massimo Ciancimino, ovviamente prima che collaborasse con i pm (dopo divenne un paria)? Tipo i viaggi sul suo elicottero dell'Air Panarea con la moglie e un altro deputato siciliano del Pdl, Dore Misuraca, ora passato ai popolari, liberali ed europei.
Al figlio di don Vito, Angelino Jolie chiese persino consigli per il trapianto pilifero sul capino impostogli dal Capo. Ciancimino jr. lo indirizzò da uno specialista a Roma: purtroppo l'intervento abortì, neppure i capelli finti volevano averci a che fare. Ora, per i cantori del governo Alfetta, Al Nano è la risposta italiana alla Merkel. Fortuna che l'interessata non sa neppure chi sia, altrimenti sporgerebbe querela.
Anche alla luce delle memorabili imprese di Angelino Jolie nei panni di ministro della Giustizia. Tipo quando, nel giugno 2009, annunciò un mirabolante Piano Carceri a base di "penitenziari galleggianti" che avrebbe garantito "17.891 nuovi posti cella entro il 2012" (se ne fosse mai visto uno, di carcere e di posto cella).
O quando, come rivelò Gian Antonio Stella, l'enfant prodige del "partito degli onesti" e del "merito" nominò nel neonato "Organismo indipendente di valutazione della performance dei magistrati", con un contratto da 48.600 euro annui, un esperto d'eccezione: Calogero "Lello" Casesa, agrigentino come lui, impiegato in Provincia, ex consigliere comunale di Forza Italia, ma soprattutto presidente della sagra "Mandorlo in fiore" e suonatore di "friscalettu" (lo zufolo dei balli folcloristici) nel gruppo "Val d'Akragas".
Il nuovo partito liberale, popolare ed europeo è in buone mani. Perché è vero che nel 2005, proprio al Giornale, l'onorevole Angelino si dichiarò "unilateralmente innamorato di Silvio Berlusconi".
Ma è anche vero che in Italia si dimentica tutto, con buona pace del detto di Flaiano: "A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre".
2. PAOLO BERLUSCONI: "ILLAZIONI INFONDATE, FIDUCIA AL DIRETTORE SALLUSTI"
Paolo Berlusconi, editore de il Giornale, smentisce categoricamente le illazioni apparse su diversi quotidiani che legano in modo strumentale e inaccettabile le attuali vicende politiche alla vita de il Giornale. L'editore, rivendicando la piena e assoluta autonomia della testata, conferma la sua fiducia nel direttore Alessandro Sallusti e si riserva di tutelare la dignità de il Giornale nelle sedi opportune.
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 60
La lunga agonia italiana continua. Il Caimano è stato ridimensionato. Gli hanno tagliato la coda e le zampe posteriori. Ma continua politicamente a vivere.
Tra un ventina di giorni si pronuncerà l'aula del Senato sulla sua decadenza.
I mussulmani insistono per il voto segreto.
Al punto in cui siamo non ha più senso. A meno che..............:
1) Nel segreto dell'urna tra i mussulmani non ci sia chi voglia affondare definitivamente il Caimano votando a favore dell'espulsione.
2) Ci sia uno stuolo di nuovi Scilipoti. A 77 anni gettare via una miliardo di euro per comprarsi la sopravvivenza per qualche altro mese per un miliardario come Lui non è un problema.
Andare ai domiciliari è la scelta politica meno onerosa per "Lui".
Però grava sempre l'incognita futura.
Fino a dicembre, quando la Corte d'Appello di Milano deciderà sulla pena dell'esclusione dai pubblici uffici tutto rimane sospeso.
Una Corte che ha deciso in precedenza 5 anni non può sputtanarsi riducendo la pena a un anno.
Gli conviene una via di mezzo,...3 anni.
E questo vorrebbe dire che Silvietto rimane interdetto altri 3 anni.
Passare qualche mese con Pannella, come ripetono i quotidiani stamani, è già una pena forte.
Al che il Cav potrebbe chiedere direttamente il carcere.
Ma a 80 anni dove crede di potere andare il Cav?
Nel frattempo l'agonia del Bel Paese continua imperterrita.
Messo da parte il Cav escono tutte le magagne e allora non sarà più possibile dare la colpa a lui.
L'agonia continua senza di lui.
**
il Fatto 6.10.13
Ricette dal Colle
Caro Macaluso, abbi pietà di te
Capita di tutto, in Italia. Anche di ricevere lezioni da Emanuele Macaluso su “Come uscire dal berlusconismo”. Il corazziere capo del Quirinale spiega sull’Unità che “la fiducia ottenuta dal governo Letta” contro “i tentativi di B. di metterlo in crisi” sarebbe “ancora una volta” merito del “ruolo essenziale del presidente della Repubblica”. Forse è sfuggito a Macaluso che Napolitano non ha votato, diversamente dal Pdl che invece ha votato la fiducia al governo Letta, B. compreso. Poi, con notevole salto logico, equipara la sparata della Santanchè contro Napolitano (“la sua rielezione è stata l’errore più grave del Pdl”) alle “analisi di Padellaro e Travaglio”, che dimostrerebbero come “‘tanto peggio tanto meglio’ è la vocazione dell’estremismo parolaio a destra e a sinistra”. Forse Macaluso non ricorda che fu B. a proporre la rielezione di Napolitano, votato anche dalla Santanchè, mentre purtroppo Padellaro e Travaglio non votavano. E fu ancora Napolitano a imporre le larghe intese con B. (sconfitto alle elezioni), salutate con gran giubilo dai Macaluso, non da Padellaro e Travaglio. Ora questo bel tomo spiega a noi come si fa a “uscire dal berlusconismo”, dopo aver contribuito col suo amato ri-Presidente a farvici rientrare. Ma ci faccia il piacere.
La lunga agonia italiana continua. Il Caimano è stato ridimensionato. Gli hanno tagliato la coda e le zampe posteriori. Ma continua politicamente a vivere.
Tra un ventina di giorni si pronuncerà l'aula del Senato sulla sua decadenza.
I mussulmani insistono per il voto segreto.
Al punto in cui siamo non ha più senso. A meno che..............:
1) Nel segreto dell'urna tra i mussulmani non ci sia chi voglia affondare definitivamente il Caimano votando a favore dell'espulsione.
2) Ci sia uno stuolo di nuovi Scilipoti. A 77 anni gettare via una miliardo di euro per comprarsi la sopravvivenza per qualche altro mese per un miliardario come Lui non è un problema.
Andare ai domiciliari è la scelta politica meno onerosa per "Lui".
Però grava sempre l'incognita futura.
Fino a dicembre, quando la Corte d'Appello di Milano deciderà sulla pena dell'esclusione dai pubblici uffici tutto rimane sospeso.
Una Corte che ha deciso in precedenza 5 anni non può sputtanarsi riducendo la pena a un anno.
Gli conviene una via di mezzo,...3 anni.
E questo vorrebbe dire che Silvietto rimane interdetto altri 3 anni.
Passare qualche mese con Pannella, come ripetono i quotidiani stamani, è già una pena forte.
Al che il Cav potrebbe chiedere direttamente il carcere.
Ma a 80 anni dove crede di potere andare il Cav?
Nel frattempo l'agonia del Bel Paese continua imperterrita.
Messo da parte il Cav escono tutte le magagne e allora non sarà più possibile dare la colpa a lui.
L'agonia continua senza di lui.
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il Fatto 6.10.13
Ricette dal Colle
Caro Macaluso, abbi pietà di te
Capita di tutto, in Italia. Anche di ricevere lezioni da Emanuele Macaluso su “Come uscire dal berlusconismo”. Il corazziere capo del Quirinale spiega sull’Unità che “la fiducia ottenuta dal governo Letta” contro “i tentativi di B. di metterlo in crisi” sarebbe “ancora una volta” merito del “ruolo essenziale del presidente della Repubblica”. Forse è sfuggito a Macaluso che Napolitano non ha votato, diversamente dal Pdl che invece ha votato la fiducia al governo Letta, B. compreso. Poi, con notevole salto logico, equipara la sparata della Santanchè contro Napolitano (“la sua rielezione è stata l’errore più grave del Pdl”) alle “analisi di Padellaro e Travaglio”, che dimostrerebbero come “‘tanto peggio tanto meglio’ è la vocazione dell’estremismo parolaio a destra e a sinistra”. Forse Macaluso non ricorda che fu B. a proporre la rielezione di Napolitano, votato anche dalla Santanchè, mentre purtroppo Padellaro e Travaglio non votavano. E fu ancora Napolitano a imporre le larghe intese con B. (sconfitto alle elezioni), salutate con gran giubilo dai Macaluso, non da Padellaro e Travaglio. Ora questo bel tomo spiega a noi come si fa a “uscire dal berlusconismo”, dopo aver contribuito col suo amato ri-Presidente a farvici rientrare. Ma ci faccia il piacere.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ad merlam merlorum in saecola saecolorum - 9
Forza merli - 8
La ripresa,……….per il c… - 8
SSG è divisa in due dalla ferrovia. Nel sottopassaggio di Viale Marelli è ritornato da tre anni lo scenario della fine degli anni ’40.
Uomini seduti a terra che chiedono la carità. La differenza consiste solo nel fatto che gli uomini di allora erano privi di braccia o di gambe perse in guerra o durante la guerra partigiana.
Naturalmente emarginati in un sistema che faticava a crescere, erano costretti alla sopravvivenza in questo modo.
Qualcuno si stupisce che di questi tempi in Corso Buenos Aires nella Milano che non è più da bere, in prossimità di una pizzeria ci sia gente che fruga nel cestino della spazzatura in cerca di un pezzo di pizza avanzato.
Un pezzo di pizza con i segni della masticazione precedente.
Logicamente il residuo di pizza è freddo e sappiamo tutti cosa può valere la pizza fredda.
Ma questa è la fame in diretta.
I racconti di persone che frugano tra le cassette subito dopo i mercati, da queste parti risalgono per lo meno a 10 anni fa.
Ma quando ti capita di vederli in diretta è un’altra cosa.
L’anno scorso il pieno di uno yacht costava 38mila euro. Al cambio odierno 73.578.260 delle vecchie lire.
***
1 italiano su 8 non mangia.
06/10/2013 di triskel182
“La Grecia è arrivata anche qui, nella provincia di Roma. Ho appena sentito la mia Amica al telefono: è disperata. Stamane ha mandato i 4 figli a scuola senza merenda. Sola con 4 figli da sfamare. L’assistente sociale le ha detto che loro non possono far nulla, il comune è senza soldi. Le danno una specie di sussidio di 300 euro mensili, ma per farle un dispetto glielo versano ogni tre mesi. Stavolta, ancora più in ritardo. E niente sussidio libri. Tutto questo anche e soprattutto perché è una “grillina”. La vedi che va in giro per il paese ad attaccare le locandine, viene a fare volantinaggio con noi mamme dei paesi vicini, lei con in mano i tre più piccoli di 5,8 e 11anni, noi con i nostri. La conoscono tutti per la sua energia. Ma è magra come un chiodo e ha una scarpa rotta. Ma una Dignità che farebbe tremare i Potenti del Mondo. “Dai, Glo’ che dobbiamo organizzare l’evento con Vignaroli, Ruocco e Di Battista” e poi corre ad impegnarsi l’oro per far cenare i figli. Ma alle manifestazioni è lei quella che porta più in alto la bandiera a 5 Stelle! Ma al Comune non ci stanno. Questa “grillina” la devono proprio “piegare”. Spendono milioni di euro per la raccolta differenziata e per far lavorare all’Isola Ecologica le parenti e amiche degli assessori. Ma lei, no, non c’è lavoro. Lei resta sempre fuori: vogliono vederla mendicare ed invece i suoi bambini sono puliti, composti e anche nutriti. Finora. Oggi mi ha detto: “A tutti è arrivato il sussidio, tranne a me. Non mi aiutano perché sono un’attivista del Movimento5Stelle, ed io non chiedo nulla che non sia nei miei diritti. Questa gente va denunciata per mancata assistenza a minori. E venissero a dire che non hanno soldi, qui danno i contributi e il lavoro a chi vogliono loro. L’amministrazione comunale ci sta affamando.” Alle ultime elezioni regionali eravamo insieme rappresentanti di lista e fuori dai seggi un consigliere comunale le disse davanti a me: “Stai attenta, che ti mandiamo noi il controllo…”. In realtà intendeva dire: “Non rompere troppo le scatole che ti mandiamo l’assistente sociale e ti facciamo levare i figli”. Stamane la mia amica era disperata. Vedere i propri figli che vanno a scuola senza merenda è uno strazio per qualunque mamma. E non parliamo della cena. Per dignità non ce l’aveva mai detto. Ora LO STO GRIDANDO io PER LEI. Dal web spesso si sente ripetere la frase di Beppe “uno vale uno”. Tutti si riempiono nelle chat di questa regola, che ognuno interpreta come gli fa comodo. La mia Amica tra le lagrime oggi mi ha detto: “Noi che andiamo a far volantinaggio al mercato con i nostri figli attaccati alla gonna; che mettiamo i nostri bimbi a letto e poi scendiamo in piazza con le bandiere a 5 stelle; noi madri e padri che nonostante tutto facciamo Movimento e non molliamo. Ecco, vorrei dirlo a tutti: “Uno vale uno: ma de che?” Uno vale uno: quando c’è e fa, ma chi resta a casa o dietro un pc a parlare di aria fritta, vale meno di zero“. E la mia Amica ora vale 1000.”
PS: Cerchiamo un lavoro dignitoso per la nostra Amica. Zona Roma Sud/Est. Astenersi perditempo e illusionisti della politica. Grazie.
Di Gloria Rossi, Meetup 5 Stelle in Movimento Palestrina (Roma) da beppegrillo.it
Forza merli - 8
La ripresa,……….per il c… - 8
SSG è divisa in due dalla ferrovia. Nel sottopassaggio di Viale Marelli è ritornato da tre anni lo scenario della fine degli anni ’40.
Uomini seduti a terra che chiedono la carità. La differenza consiste solo nel fatto che gli uomini di allora erano privi di braccia o di gambe perse in guerra o durante la guerra partigiana.
Naturalmente emarginati in un sistema che faticava a crescere, erano costretti alla sopravvivenza in questo modo.
Qualcuno si stupisce che di questi tempi in Corso Buenos Aires nella Milano che non è più da bere, in prossimità di una pizzeria ci sia gente che fruga nel cestino della spazzatura in cerca di un pezzo di pizza avanzato.
Un pezzo di pizza con i segni della masticazione precedente.
Logicamente il residuo di pizza è freddo e sappiamo tutti cosa può valere la pizza fredda.
Ma questa è la fame in diretta.
I racconti di persone che frugano tra le cassette subito dopo i mercati, da queste parti risalgono per lo meno a 10 anni fa.
Ma quando ti capita di vederli in diretta è un’altra cosa.
L’anno scorso il pieno di uno yacht costava 38mila euro. Al cambio odierno 73.578.260 delle vecchie lire.
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1 italiano su 8 non mangia.
06/10/2013 di triskel182
“La Grecia è arrivata anche qui, nella provincia di Roma. Ho appena sentito la mia Amica al telefono: è disperata. Stamane ha mandato i 4 figli a scuola senza merenda. Sola con 4 figli da sfamare. L’assistente sociale le ha detto che loro non possono far nulla, il comune è senza soldi. Le danno una specie di sussidio di 300 euro mensili, ma per farle un dispetto glielo versano ogni tre mesi. Stavolta, ancora più in ritardo. E niente sussidio libri. Tutto questo anche e soprattutto perché è una “grillina”. La vedi che va in giro per il paese ad attaccare le locandine, viene a fare volantinaggio con noi mamme dei paesi vicini, lei con in mano i tre più piccoli di 5,8 e 11anni, noi con i nostri. La conoscono tutti per la sua energia. Ma è magra come un chiodo e ha una scarpa rotta. Ma una Dignità che farebbe tremare i Potenti del Mondo. “Dai, Glo’ che dobbiamo organizzare l’evento con Vignaroli, Ruocco e Di Battista” e poi corre ad impegnarsi l’oro per far cenare i figli. Ma alle manifestazioni è lei quella che porta più in alto la bandiera a 5 Stelle! Ma al Comune non ci stanno. Questa “grillina” la devono proprio “piegare”. Spendono milioni di euro per la raccolta differenziata e per far lavorare all’Isola Ecologica le parenti e amiche degli assessori. Ma lei, no, non c’è lavoro. Lei resta sempre fuori: vogliono vederla mendicare ed invece i suoi bambini sono puliti, composti e anche nutriti. Finora. Oggi mi ha detto: “A tutti è arrivato il sussidio, tranne a me. Non mi aiutano perché sono un’attivista del Movimento5Stelle, ed io non chiedo nulla che non sia nei miei diritti. Questa gente va denunciata per mancata assistenza a minori. E venissero a dire che non hanno soldi, qui danno i contributi e il lavoro a chi vogliono loro. L’amministrazione comunale ci sta affamando.” Alle ultime elezioni regionali eravamo insieme rappresentanti di lista e fuori dai seggi un consigliere comunale le disse davanti a me: “Stai attenta, che ti mandiamo noi il controllo…”. In realtà intendeva dire: “Non rompere troppo le scatole che ti mandiamo l’assistente sociale e ti facciamo levare i figli”. Stamane la mia amica era disperata. Vedere i propri figli che vanno a scuola senza merenda è uno strazio per qualunque mamma. E non parliamo della cena. Per dignità non ce l’aveva mai detto. Ora LO STO GRIDANDO io PER LEI. Dal web spesso si sente ripetere la frase di Beppe “uno vale uno”. Tutti si riempiono nelle chat di questa regola, che ognuno interpreta come gli fa comodo. La mia Amica tra le lagrime oggi mi ha detto: “Noi che andiamo a far volantinaggio al mercato con i nostri figli attaccati alla gonna; che mettiamo i nostri bimbi a letto e poi scendiamo in piazza con le bandiere a 5 stelle; noi madri e padri che nonostante tutto facciamo Movimento e non molliamo. Ecco, vorrei dirlo a tutti: “Uno vale uno: ma de che?” Uno vale uno: quando c’è e fa, ma chi resta a casa o dietro un pc a parlare di aria fritta, vale meno di zero“. E la mia Amica ora vale 1000.”
PS: Cerchiamo un lavoro dignitoso per la nostra Amica. Zona Roma Sud/Est. Astenersi perditempo e illusionisti della politica. Grazie.
Di Gloria Rossi, Meetup 5 Stelle in Movimento Palestrina (Roma) da beppegrillo.it
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 61
Un drammatico vuoto di potere - 50
I giorni della follia - 47
I piddicini sempre in soccorso di Berlusconi.
I pane e volpe Letta ed Epifani con la divisa della Protezione civile e l’elmetto, salvano una volta di più Berlusconi.
Si scambiano i favori.
Silvietto salva il governone Alfetta e loro ricambiano.
Letta: "Ventennio di B. finito, Alfano leader"
ed Epifani pontifica:
Epifani: «Il segretario Pdl crei gruppi autonomi»
Ma la scuola di guerra dove l’hanno fatta??????????????
Dalle Orsoline????????????
Anche un bambino dell’Asilo Mariuccia si renderebbe conto che alle provocazioni piddine corrisponde un ricompattamento forzato del fronte mussulmano.
Oppure i due pane e volpe pensavano di spaccarlo??????
Un drammatico vuoto di potere - 50
I giorni della follia - 47
I piddicini sempre in soccorso di Berlusconi.
I pane e volpe Letta ed Epifani con la divisa della Protezione civile e l’elmetto, salvano una volta di più Berlusconi.
Si scambiano i favori.
Silvietto salva il governone Alfetta e loro ricambiano.
Letta: "Ventennio di B. finito, Alfano leader"
ed Epifani pontifica:
Epifani: «Il segretario Pdl crei gruppi autonomi»
Ma la scuola di guerra dove l’hanno fatta??????????????
Dalle Orsoline????????????
Anche un bambino dell’Asilo Mariuccia si renderebbe conto che alle provocazioni piddine corrisponde un ricompattamento forzato del fronte mussulmano.
Oppure i due pane e volpe pensavano di spaccarlo??????
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Re: Come se ne viene fuori ?
La lunga agonia italiana – 62
Un drammatico vuoto di potere - 51
I giorni della follia - 48
Dalla padella alla brace - 1
Il punto dopo il secondo Tsunami della scorsa settimana, in attesa del terzo in occasione del voto al Senato e del quarto a dicembre con la decisione della Corte d’Appello di Milano sul tempo d’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di Silvio Berlusconi da Hardcore (Monza e Brianza).
Nel campo mussulmano vige il casotto che più casotto di così si muore. Casotto é un termine milanese diverso da quello del dialetto romano. Termine che sta per casino, bordello.
Le faide interne sono piuttosto dure e tutte mirano al potere.
Dure soprattutto perché attuate da personaggi squallidi, politici di quarta categoria disposti a tutto per un posto al sole, per non mollare la cadrega e i benefici economici annessi e connessi.
Nessuno di loro da per finito il Caimano, anche perché di fronte alla seconda batosta ha barcollato come un pugile intronato ma non è finito stramazzando al tappeto.
Al Caimano hanno tagliato si la coda e le zampe posteriori, ma la sua mobilità ridotta continua sempre con le zampe anteriori.
Ciò che viene spesso sottovalutato è che non sono state colpite le fauci e pertanto continua ad essere pericoloso.
Occorre tenere poi conto che in tempi non sospetti il Caimano è sempre stato un animale vendicativo.
Oggi lo è ancora di più per via delle mutilazioni subite.
Il sondaggio che valuta Silvietto come depositario del 18 % dei voti mussulmani è piuttosto credibile, anche perché nel periodo che è entrato in sonno per ritemprarsi e ritornare in scena dimostrando che i voti li portava lui, Angelino senza quid li aveva portati al 12%.
Ma di quel 12%, il grosso dei voti era dovuto alla consapevolezza che il padrone era temporaneamente a riposo.
Dopo di lui non esiste nessuno, ma proprio nessuno nel campo mussulmano in grado di racimolare un largo consenso, anche se il Celeste si vanta di portare un buon pacchetto di voti.
Solo che i processi celestiali sono voltato l’angolo, e allora ti saluto Peppina con il pacchetto di voti celestiale.
Silvietto ha la necessità di avvalersi ancora del Pdl, perché alla prova dei fatti, la nuova Farsa Italia si è rivelata un buco nell’acqua.
In Europa la Merkellona intende approfittarne rifiutando l’iscrizione al PPE. Il prossimo anno ci saranno le elezioni europee e a Silvietto non conviene presentarsi con un partito legato alla destra europea.
Silvietto ci ha dimostrato che nei casi estremi a 77 anni è ancora il migliore nel salto triplo carpiato.
E’ probabile che lo rifaccia con la neonata Farsa Italia, dominata dai cata-falchi sconfitti recentemente dalle colombe che si sono tramutate per l’occasione in falchi.
Falchi contro cata-falchi.
Un match destinato a durare a lungo.
Dove vai se il cavallo non ce l’hai?
La corda l’hanno saputa tirare bene gli abitanti del pianeta Alfa.
Di antica origine democrista, hanno atteso il momento di massima debolezza di Cesare per sferrare l’attacco.
Ma poi hanno dovuto fare i conti con la realtà.
Nessuno di loro è in grado di raccattare voti come Silvietto.
Ma soprattutto si sono resi conto che le televisioni sono ancora sue e senza quelle non si va da nessuna parte.
Il quid affittato pro tempore dal boss degli alfaniani, lo ha spinto a chiedere la testa di Sallusti, ma i titolari de Il Giornale hanno già risposto picche.
L’ambidestro Bufala Bill, fiutata l’aria si è portato temporaneamente nel campo degli alfaniani, ma l’aria è cambiata piuttosto velocemente e i suoi interessi sono tornati velocemente berlusconiani.
Anche qui, Angelino, il capo degli alfaniani, senza corazzate non va da nessuna parte.
Poi c’è la annosa questione dei danè.
La cassaforte ce l’ha sempre in mano Silvietto.
A meno che la Mafia SpA e Comunione & Fatturazione si sostituiscano al miliardario brianzolo.
Per di più, per interessi di bottega in tempi di bonaccia Angelino & Co hanno preso la pessima abitudine di praticare il gioco dello sfoltimento dei cabbasisi.
In merito alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti si sono schierati dalla parte di coloro che sostengono che il finanziamento pubblico deve essere eliminato.
Senza cabbasisi e senza soldi i voraci alfaniani di cosa camperebbero????????????????
Uscire dall’ombrello del Caimano anche se fortemente amputato è da cojotes.
Continua in:
Dalla padella alla brace - 2
Un drammatico vuoto di potere - 51
I giorni della follia - 48
Dalla padella alla brace - 1
Il punto dopo il secondo Tsunami della scorsa settimana, in attesa del terzo in occasione del voto al Senato e del quarto a dicembre con la decisione della Corte d’Appello di Milano sul tempo d’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di Silvio Berlusconi da Hardcore (Monza e Brianza).
Nel campo mussulmano vige il casotto che più casotto di così si muore. Casotto é un termine milanese diverso da quello del dialetto romano. Termine che sta per casino, bordello.
Le faide interne sono piuttosto dure e tutte mirano al potere.
Dure soprattutto perché attuate da personaggi squallidi, politici di quarta categoria disposti a tutto per un posto al sole, per non mollare la cadrega e i benefici economici annessi e connessi.
Nessuno di loro da per finito il Caimano, anche perché di fronte alla seconda batosta ha barcollato come un pugile intronato ma non è finito stramazzando al tappeto.
Al Caimano hanno tagliato si la coda e le zampe posteriori, ma la sua mobilità ridotta continua sempre con le zampe anteriori.
Ciò che viene spesso sottovalutato è che non sono state colpite le fauci e pertanto continua ad essere pericoloso.
Occorre tenere poi conto che in tempi non sospetti il Caimano è sempre stato un animale vendicativo.
Oggi lo è ancora di più per via delle mutilazioni subite.
Il sondaggio che valuta Silvietto come depositario del 18 % dei voti mussulmani è piuttosto credibile, anche perché nel periodo che è entrato in sonno per ritemprarsi e ritornare in scena dimostrando che i voti li portava lui, Angelino senza quid li aveva portati al 12%.
Ma di quel 12%, il grosso dei voti era dovuto alla consapevolezza che il padrone era temporaneamente a riposo.
Dopo di lui non esiste nessuno, ma proprio nessuno nel campo mussulmano in grado di racimolare un largo consenso, anche se il Celeste si vanta di portare un buon pacchetto di voti.
Solo che i processi celestiali sono voltato l’angolo, e allora ti saluto Peppina con il pacchetto di voti celestiale.
Silvietto ha la necessità di avvalersi ancora del Pdl, perché alla prova dei fatti, la nuova Farsa Italia si è rivelata un buco nell’acqua.
In Europa la Merkellona intende approfittarne rifiutando l’iscrizione al PPE. Il prossimo anno ci saranno le elezioni europee e a Silvietto non conviene presentarsi con un partito legato alla destra europea.
Silvietto ci ha dimostrato che nei casi estremi a 77 anni è ancora il migliore nel salto triplo carpiato.
E’ probabile che lo rifaccia con la neonata Farsa Italia, dominata dai cata-falchi sconfitti recentemente dalle colombe che si sono tramutate per l’occasione in falchi.
Falchi contro cata-falchi.
Un match destinato a durare a lungo.
Dove vai se il cavallo non ce l’hai?
La corda l’hanno saputa tirare bene gli abitanti del pianeta Alfa.
Di antica origine democrista, hanno atteso il momento di massima debolezza di Cesare per sferrare l’attacco.
Ma poi hanno dovuto fare i conti con la realtà.
Nessuno di loro è in grado di raccattare voti come Silvietto.
Ma soprattutto si sono resi conto che le televisioni sono ancora sue e senza quelle non si va da nessuna parte.
Il quid affittato pro tempore dal boss degli alfaniani, lo ha spinto a chiedere la testa di Sallusti, ma i titolari de Il Giornale hanno già risposto picche.
L’ambidestro Bufala Bill, fiutata l’aria si è portato temporaneamente nel campo degli alfaniani, ma l’aria è cambiata piuttosto velocemente e i suoi interessi sono tornati velocemente berlusconiani.
Anche qui, Angelino, il capo degli alfaniani, senza corazzate non va da nessuna parte.
Poi c’è la annosa questione dei danè.
La cassaforte ce l’ha sempre in mano Silvietto.
A meno che la Mafia SpA e Comunione & Fatturazione si sostituiscano al miliardario brianzolo.
Per di più, per interessi di bottega in tempi di bonaccia Angelino & Co hanno preso la pessima abitudine di praticare il gioco dello sfoltimento dei cabbasisi.
In merito alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti si sono schierati dalla parte di coloro che sostengono che il finanziamento pubblico deve essere eliminato.
Senza cabbasisi e senza soldi i voraci alfaniani di cosa camperebbero????????????????
Uscire dall’ombrello del Caimano anche se fortemente amputato è da cojotes.
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Dalla padella alla brace - 2
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