riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancellati.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Rivoluzione a Londra: a 55 anni incassi tutti i contributi. Ma poi niente pensione
Prendi i soldi e scappa.
È quello che da oggi nel Regno Unito possono fare migliaia di lavoratori grazie all’entrata in vigore di una controversa riforma delle pensioni. Ciascun lavoratore con 55 anni di età potrà ritirare tutto il montante dei contributi previdenziali annui da lui versati nella propria carriera.
Un quarto del montante sarà esentasse mentre i restanti tre quarti saranno sottoposti alla tassazione ordinaria.
In Gran Bretagna consensi e critiche.
Perché chi ritira tutti i propri contributi non avrà più diritto a una pensione pubblica.
Il governo confida nella misura come uno strumento per attivare la spesa delle famiglie, con l’auspicio che sia indirizzata soprattutto agli investimenti e dia un ulteriore impulso alla crescita economica.
Invece i critici della riforma sostengono che i lavoratori che incasseranno tutto e subito correranno il rischio di trovarsi completamente spiantati in età avanzata.
Non tutti spenderanno i loro contributi pensionistici per investimenti con cui mantenersi durante la vecchiaia, ma in tanti li useranno semplicemente per pagarsi una fuoriserie o una vacanza di lusso;
comunque, non per trovarsi meglio da vecchi.
Perché i britannici sono un po’ spendaccioni, e tantissimi sono molto indebitati:
se usano il «fieno per la cascina» per pagare i debiti contratti da giovani, domandano i dubbiosi, come si manterranno quando non avranno più uno stipendio una volta lasciato o perso il lavoro, e nessuna pensione da vecchi?
http://www.lastampa.it/2015/04/06/econo ... agina.html
Il primo a chiedere indietro i suoi contributi al Tesoro di Sua Maestà britannica è stato, proprio stamattina, un ragioniere di 57 anni del Devon.
Michael Dunn ha deciso di utilizzare quei soldi, di cui evidentemente non ritiene di aver bisogno quando sarà vecchio, per pagare il restauro del tetto della chiesa del suo paesino.
Ma in tanti pensano di ritirare i propri contributi per finanziarsi una nuova vita all’estero, preferibilmente in Paesi con un clima più mite o dove l’economia sta registrando un boom, come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sud Est asiatico.
Il governo invita i lavoratori a «riflettere bene e a non agire d’istinto»:
anche perché se tutti decidessero di ritirare il «malloppo» la tenuta il sistema previdenziale britannico potrebbe essere messa a rischio.
Prendi i soldi e scappa.
È quello che da oggi nel Regno Unito possono fare migliaia di lavoratori grazie all’entrata in vigore di una controversa riforma delle pensioni. Ciascun lavoratore con 55 anni di età potrà ritirare tutto il montante dei contributi previdenziali annui da lui versati nella propria carriera.
Un quarto del montante sarà esentasse mentre i restanti tre quarti saranno sottoposti alla tassazione ordinaria.
In Gran Bretagna consensi e critiche.
Perché chi ritira tutti i propri contributi non avrà più diritto a una pensione pubblica.
Il governo confida nella misura come uno strumento per attivare la spesa delle famiglie, con l’auspicio che sia indirizzata soprattutto agli investimenti e dia un ulteriore impulso alla crescita economica.
Invece i critici della riforma sostengono che i lavoratori che incasseranno tutto e subito correranno il rischio di trovarsi completamente spiantati in età avanzata.
Non tutti spenderanno i loro contributi pensionistici per investimenti con cui mantenersi durante la vecchiaia, ma in tanti li useranno semplicemente per pagarsi una fuoriserie o una vacanza di lusso;
comunque, non per trovarsi meglio da vecchi.
Perché i britannici sono un po’ spendaccioni, e tantissimi sono molto indebitati:
se usano il «fieno per la cascina» per pagare i debiti contratti da giovani, domandano i dubbiosi, come si manterranno quando non avranno più uno stipendio una volta lasciato o perso il lavoro, e nessuna pensione da vecchi?
http://www.lastampa.it/2015/04/06/econo ... agina.html
Il primo a chiedere indietro i suoi contributi al Tesoro di Sua Maestà britannica è stato, proprio stamattina, un ragioniere di 57 anni del Devon.
Michael Dunn ha deciso di utilizzare quei soldi, di cui evidentemente non ritiene di aver bisogno quando sarà vecchio, per pagare il restauro del tetto della chiesa del suo paesino.
Ma in tanti pensano di ritirare i propri contributi per finanziarsi una nuova vita all’estero, preferibilmente in Paesi con un clima più mite o dove l’economia sta registrando un boom, come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sud Est asiatico.
Il governo invita i lavoratori a «riflettere bene e a non agire d’istinto»:
anche perché se tutti decidessero di ritirare il «malloppo» la tenuta il sistema previdenziale britannico potrebbe essere messa a rischio.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Che differenza eh…shiloh ha scritto:Rivoluzione a Londra: a 55 anni incassi tutti i contributi. Ma poi niente pensione
Prendi i soldi e scappa.
http://www.lastampa.it/2015/04/06/econo ... agina.html
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In Inghilterra, giusto o sbagliato che sia, ti danno la possibilità di scegliere se prelevare tutti i tuoi contributi a 55 anni.
Qui da noi se rimani senza lavoro a 55 anni non vedi un euro fino a 67.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Pensioni: Damiano, serve flessibilita’ per lavoratori precoci
Pubblicato il 9 aprile 2015
(ANSA) – ROMA, 9 APR –
“La prossima settimana riprendera’ il confronto in Commissione lavoro sul tema delle pensioni con l’ulteriore abbinamento dei nuovi disegni di legge presentati da vari partiti.
Tra le proposte del Pd, c’e’ anche quella che consente di andare in pensione a uomini e donne con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica e senza penalizzazioni.
Si tratta di una soluzione che va soprattutto incontro ai cosiddetti lavoratori ‘precoci’”.
Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.
“Si tratta di persone – spiega Damiano – che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni e hanno passato tutta la loro vita in attivita’ prevalentemente manuali e usuranti”.
“Il fulcro delle proposte di legge che verranno discusse e’ rappresentato dalla richiesta di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema previdenziale che consenta, a chi ha 62 anni di eta’ e 35 di contributi, di poter andare in pensione con una penalizzazione massima dell’8%”, conclude Damiano.(ANSA).
http://www.cesaredamiano.org/2015/04/09 ... /#comments
Pubblicato il 9 aprile 2015
(ANSA) – ROMA, 9 APR –
“La prossima settimana riprendera’ il confronto in Commissione lavoro sul tema delle pensioni con l’ulteriore abbinamento dei nuovi disegni di legge presentati da vari partiti.
Tra le proposte del Pd, c’e’ anche quella che consente di andare in pensione a uomini e donne con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica e senza penalizzazioni.
Si tratta di una soluzione che va soprattutto incontro ai cosiddetti lavoratori ‘precoci’”.
Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.
“Si tratta di persone – spiega Damiano – che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni e hanno passato tutta la loro vita in attivita’ prevalentemente manuali e usuranti”.
“Il fulcro delle proposte di legge che verranno discusse e’ rappresentato dalla richiesta di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema previdenziale che consenta, a chi ha 62 anni di eta’ e 35 di contributi, di poter andare in pensione con una penalizzazione massima dell’8%”, conclude Damiano.(ANSA).
http://www.cesaredamiano.org/2015/04/09 ... /#comments
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Riforma pensioni, governo Renzi: Damiano attacca Gutgeld, oggi 09-04 udienza al Senato
Riforma pensioni, governo Renzi: Damiano attacca Boeri e Gutgeld e rilancia le sue idee, oggi audizione al Senato.
Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, sulle pagine de Il Garantista, sul tema della riforma pensioni del governo Renzi, ha ribadito i suoi attacchi a Tito Boeri, neopresidente dell'Inps, e non ha risparmiato parole dure anche a Yoram Gutgeld, consigliere economico del premier.
Lo scontro si è aperto da tempo e, come sottolinea lo stesso Damiano, la volontà deve essere politica e non può essere il presidente di un ente previdenziale a dettare l'agenda del governo. Intanto, proprio oggi 9 aprile si discuterà in Senato, in un'audizione, proprio di materia previdenziale con il ministro Poletti.
Riforma pensioni, governo Renzi: Damiano contro tutti, news 09-04
Nell'intervista rilasciata a Il Garantista, Cesare Damiano delinea quali devono essere gli interventi che il governo Renzi dovrebbe mettere in campo per quanto riguarda la riforma pensioni 2015. Si tratta, in primo luogo, di istituire una settima salvaguardia per gli esodati, basterebbe pescare dal Fondo previsto per questa categoria e "reinvestire" quanto si è risparmiato.
Il secondo intervento da mettere in campo, invece, deve essere strutturale e non può che essere istituito attraverso la prossima legge di stabilità.
Ma l'intervento di Cesare Damiano è soprattutto critico delle posizioni di Tito Boeri e Yoram Gutgeld.
Per quanto riguarda il neopresidente dell'Inps, Damiano ha le idee chiare:
non deve passare il concetto che chi ha usufruito del metodo retributivo per andare in pensione ha compiuto una sorta di "furto", come sostengono Tito Boeri e Davide Serra.
Dunque, esclusa la possibilità di un ritocco al ribasso delle pensioni dai 2mila euro in su, è necessario discutere seriamente della possibilità di un pensionamento flessibile e anticipato.
Ma gli attacchi giungono anche contro Yoram Gutgeld, la cui idea di riforma pensioni non deve essere accolta dal governo Renzi:
si tratta infatti di mettere in campo una stretta sulle pensioni d'invalidità e ricavare da quella materia, fondi da reinvestire in altri ambiti della previdenza.
Damiano è molto duro e afferma chiaramente che compito di un governo non è distruggere lo stato sociale, ma rinforzarlo.
L'intervista si chiude con la definizione delle due proposte di riforma pensioni targate Damiano:
il ddl 857 sulla Quota 97 (62 anni di età e 35 di contributi) con penalizzazione all'8% e il ddl 2945 sulla Quota 100 (63 anni di età e 37 di contributi) senza penalizzazione.
Sempre sullo spinoso problema di una riforma delle pensioni, oggi 9 aprile il governo Renzi nella persona del ministro Poletti risponderà a partire dalle 16 a tutta una serie di interrogazioni "a risposta immediata".
L'incontro si terrà nell'Aula del Senato e Poletti dovrà discutere dell'attuazione della riforma del mercato del lavoro e sulle prossime strategie in questo senso, e della materia previdenziale.
L'idea del ministro è di aprire un tavolo di confronto sulle possibili riforme del sistema previdenziale, in maniera tale da arrivare "preparati" alla legge di stabilità, quando bisognerà decidere la strategia da adottare.
http://it.blastingnews.com/lavoro/2015/ ... 40911.html
Riforma pensioni, governo Renzi: Damiano attacca Boeri e Gutgeld e rilancia le sue idee, oggi audizione al Senato.
Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, sulle pagine de Il Garantista, sul tema della riforma pensioni del governo Renzi, ha ribadito i suoi attacchi a Tito Boeri, neopresidente dell'Inps, e non ha risparmiato parole dure anche a Yoram Gutgeld, consigliere economico del premier.
Lo scontro si è aperto da tempo e, come sottolinea lo stesso Damiano, la volontà deve essere politica e non può essere il presidente di un ente previdenziale a dettare l'agenda del governo. Intanto, proprio oggi 9 aprile si discuterà in Senato, in un'audizione, proprio di materia previdenziale con il ministro Poletti.
Riforma pensioni, governo Renzi: Damiano contro tutti, news 09-04
Nell'intervista rilasciata a Il Garantista, Cesare Damiano delinea quali devono essere gli interventi che il governo Renzi dovrebbe mettere in campo per quanto riguarda la riforma pensioni 2015. Si tratta, in primo luogo, di istituire una settima salvaguardia per gli esodati, basterebbe pescare dal Fondo previsto per questa categoria e "reinvestire" quanto si è risparmiato.
Il secondo intervento da mettere in campo, invece, deve essere strutturale e non può che essere istituito attraverso la prossima legge di stabilità.
Ma l'intervento di Cesare Damiano è soprattutto critico delle posizioni di Tito Boeri e Yoram Gutgeld.
Per quanto riguarda il neopresidente dell'Inps, Damiano ha le idee chiare:
non deve passare il concetto che chi ha usufruito del metodo retributivo per andare in pensione ha compiuto una sorta di "furto", come sostengono Tito Boeri e Davide Serra.
Dunque, esclusa la possibilità di un ritocco al ribasso delle pensioni dai 2mila euro in su, è necessario discutere seriamente della possibilità di un pensionamento flessibile e anticipato.
Ma gli attacchi giungono anche contro Yoram Gutgeld, la cui idea di riforma pensioni non deve essere accolta dal governo Renzi:
si tratta infatti di mettere in campo una stretta sulle pensioni d'invalidità e ricavare da quella materia, fondi da reinvestire in altri ambiti della previdenza.
Damiano è molto duro e afferma chiaramente che compito di un governo non è distruggere lo stato sociale, ma rinforzarlo.
L'intervista si chiude con la definizione delle due proposte di riforma pensioni targate Damiano:
il ddl 857 sulla Quota 97 (62 anni di età e 35 di contributi) con penalizzazione all'8% e il ddl 2945 sulla Quota 100 (63 anni di età e 37 di contributi) senza penalizzazione.
Sempre sullo spinoso problema di una riforma delle pensioni, oggi 9 aprile il governo Renzi nella persona del ministro Poletti risponderà a partire dalle 16 a tutta una serie di interrogazioni "a risposta immediata".
L'incontro si terrà nell'Aula del Senato e Poletti dovrà discutere dell'attuazione della riforma del mercato del lavoro e sulle prossime strategie in questo senso, e della materia previdenziale.
L'idea del ministro è di aprire un tavolo di confronto sulle possibili riforme del sistema previdenziale, in maniera tale da arrivare "preparati" alla legge di stabilità, quando bisognerà decidere la strategia da adottare.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
La Lega Nord ha depositato oggi in Commissione Lavoro una variante al disegno di legge sulla quota 100 in grado di consentire il pensionamento anche a chi ha 60 anni e 40 anni di contributi.
Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/prev ... z3Wq7C66s3
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
shiloh ha scritto:La Lega Nord ha depositato oggi in Commissione Lavoro una variante al disegno di legge sulla quota 100 in grado di consentire il pensionamento anche a chi ha 60 anni e 40 anni di contributi.
Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/prev ... z3Wq7C66s3
ormai anche la Lega sorpassa a sinistra il PD...cupio dissolvi.
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
ANSA) – ROMA, 9 APR –
“E’ positivo il fatto che il ministro Poletti abbia confermato oggi che nella legge di Stabilita’ si mettera’ mano alla riforma Fornero”.
Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.
“A noi – continua Damiano – interessa rendere piu’ umano e sociale il sistema previdenziale introducendo un criterio di flessibilita’. Il ministro conosce le nostre proposte e siamo pronti al confronto”,
conclude Cesare Damiano.(ANSA).
http://www.cesaredamiano.org/2015/04/09 ... /#comments
“E’ positivo il fatto che il ministro Poletti abbia confermato oggi che nella legge di Stabilita’ si mettera’ mano alla riforma Fornero”.
Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.
“A noi – continua Damiano – interessa rendere piu’ umano e sociale il sistema previdenziale introducendo un criterio di flessibilita’. Il ministro conosce le nostre proposte e siamo pronti al confronto”,
conclude Cesare Damiano.(ANSA).
http://www.cesaredamiano.org/2015/04/09 ... /#comments
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Pensioni, Tito Boeri: "Così cambierà la Fornero"
ROMA - Un reddito minimo garantito per gli over 55 in condizioni di povertà, una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro per cambiare la legge Fornero, l'armonizzazione delle regole previdenziali per tagliare quelli che sono soltanto privilegi e per recuperare, all'interno del sistema, le risorse per rendere più equo il nostro welfare state. Da Princeton dove è stato invitato dall'Università (già da prima di aver accettato il suo attuale ruolo) a tenere una conferenza sul nuovo contratto di lavoro italiano a tutele crescenti, Tito Boeri, presidente dell'Inps, anticipa le linee del pacchetto di proposte che l'istituto presenterà al governo a giugno.
"Ma prima - dice - vogliamo realizzare un'operazione socialmente importante".
Quale?
"Pagare dal prossimo mese di giugno tutte le prestazione dell'Inps, dalle pensioni alle indennità di accompagnamento, il primo di ogni mese e non più come adesso in date differenti in relazione alla prestazione e al fondo di gestione. Abbiamo chiesto alle banche di condividere la nostra proposta. Le Poste hanno già accettato, entro mercoledì aspettiamo la risposta degli istituti di credito. Deve essere un'operazione a costo zero: lo Stato incasserà meno interessi sui ratei che ora paga il 10 o il 16 del mese, in cambio alle banche, che incasseranno prima, abbiamo chiesto di abbassare i costi dei bonifici".
Qual è il vantaggio? Perché parla di operazione socialmente importante?
"Perché con le regole attuali avremmo avuto pensionati poveri, con problemi di liquidità, che avrebbero ricevuto le pensioni dieci giorni più tardi, per effetto di un recente provvedimento normativo. Inoltre, unificando le pensioni si assicura migliore funzionalità del servizio, riduzione dei costi, maggiore trasparenza, liquidità per fronteggiare spese tipicamente concentrate a inizio mese. È il primo passo verso l'unificazione delle pensioni. Perché - anomalia italiana - molti pensionati ricevono pezzi di pensioni da fonti diverse. Per ogni due pensionati ci sono tre pensioni erogate. Unificando i trattamenti semplificheremo la vita di tutti e avremo dati più trasparenti".
Con l'operazione trasparenza, la denuncia delle storture nel fondo piloti o degli ex dirigenti industriali, avete provocato la reazione di quelle categorie. Perché l'avete fatto? Proponete di intervenire sui cosiddetti diritti acquisiti?
"Sono stato davvero stupito dalle accuse che ci sono state rivolte e dalle dietrologie che sono state fatte. Il nostro obiettivo è solo quello di aumentare la trasparenza. È un'operazione che serve a dare credibilità all'amministrazione pubblica, in particolare all'Inps. La credibilità serve a rinsaldare la coesione sociale che è alla base del patto tra generazioni. L'opinione pubblica è più informata, il decisore pubblico starà più attento. C'è anche chi ci ha criticato perché vogliamo permettere agli italiani di saperne di più su quali saranno le loro pensioni future con l'operazione "la mia pensione". Ma che visione hanno questi signori dell'Inps? Una macchina che occulta sistematicamente la verità ai cittadini? ".
Conferma che a giugno presenterete il pacchetto di proposte dell'Inps per una riforma della previdenza? Vi volete sostituire al governo?
"Anche su questo ho letto e sentito critiche sorprendenti fino all'accusa di violare la regole della democrazia... Penso che l'Inps, per il patrimonio di capitale umano di cui dispone, possa fare sulla sicurezza sociale quello che finora ha fatto la Banca d'Italia sul versante delle politiche economiche: avanzare proposte per risolvere i problemi. Detto ciò le nostre proposte si muoveranno lungo l'asse assistenza-previdenza. E non a caso ho parlato prima di assistenza. È da qui che partiremo".
Con quale proposta?
"Oggi c'è un problema sociale molto serio: quello delle persone nella fascia di età 55-65 anni che una volta perso il lavoro si trovano progressivamente in condizioni di povertà. Si calcola che non più di uno su dieci riesce a trovare una nuova occupazione. Questo ha provocato un aumento della povertà non essendoci alcun sussidio per gli under 65. Per queste persone è ragionevole allora pensare di introdurre un reddito minimo garantito".
Nella crisi si è assistito anche all'aumento della disoccupazione giovanile e all'incremento dell'occupazione over 55. Una maggiore flessibilità in uscita non favorirebbe un ricambio generazionale?
"Per la prima volta è accaduto il fenomeno che descrive lei: più disoccupazione giovanile, più occupazione tra gli over 55. Si è prodotto un conflitto generazionale che si può attenuare consentendo di lasciare il lavoro prima dell'età della pensione di vecchiaia. Ovviamente con effetti sull'assegno pensionistico: prima esci, meno prendi".
Ma il governo ha escluso nuovi interventi sulle pensioni.
"Noi avanzeremo la nostra proposta organica. Spetterà al governo decidere e al Parlamento valutare".
Ci sarà anche l'idea di ricalcolare le pensioni con il metodo contributivo? Da qui arriveranno le risorse per il reddito minimo?
"Stiamo riflettendo e stiamo elaborando simulazioni. Pensiamo che si debbano evitare il più possibile interventi sulle pensioni in essere. Se dovessero esserci esigenze finanziare, all'interno del sistema previdenziale, potremmo anche prenderla in considerazione ma solo per le pensioni alte, molto alte. Non per fare cassa ma per ragioni di equità".
Oltre quale soglia?
"Non posso rispondere, sono in corso valutazioni e simulazioni. Sono temi molto sensibili e c'è già chi gioca ad alimentare il terrore tra i pensionati attribuendomi affermazioni mai fatte come presidente dell'Inps".
Cosa sta succedendo nel mercato del lavoro italiano? Dai vostri dai risulterebbero solo 13 assunzioni in più nel primo bimestre 2015. È così?
"No, non è così. Questo è un modo distorto di leggere i dati al limite della malafede. È come leggere un bilancio guardando solo alle entrate e non alle uscite. Noi abbiamo comunicato le assunzioni, non le cessazioni nel mercato del lavoro che speriamo di avere a maggio. Quel che sta accadendo è una maggiore propensione a sottoscrivere contratti a tempo indeterminato senza ridurre le relative retribuzioni. Quest'ultimo aspetto non era affatto scontato".
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... f=HREC1-10
ROMA - Un reddito minimo garantito per gli over 55 in condizioni di povertà, una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro per cambiare la legge Fornero, l'armonizzazione delle regole previdenziali per tagliare quelli che sono soltanto privilegi e per recuperare, all'interno del sistema, le risorse per rendere più equo il nostro welfare state. Da Princeton dove è stato invitato dall'Università (già da prima di aver accettato il suo attuale ruolo) a tenere una conferenza sul nuovo contratto di lavoro italiano a tutele crescenti, Tito Boeri, presidente dell'Inps, anticipa le linee del pacchetto di proposte che l'istituto presenterà al governo a giugno.
"Ma prima - dice - vogliamo realizzare un'operazione socialmente importante".
Quale?
"Pagare dal prossimo mese di giugno tutte le prestazione dell'Inps, dalle pensioni alle indennità di accompagnamento, il primo di ogni mese e non più come adesso in date differenti in relazione alla prestazione e al fondo di gestione. Abbiamo chiesto alle banche di condividere la nostra proposta. Le Poste hanno già accettato, entro mercoledì aspettiamo la risposta degli istituti di credito. Deve essere un'operazione a costo zero: lo Stato incasserà meno interessi sui ratei che ora paga il 10 o il 16 del mese, in cambio alle banche, che incasseranno prima, abbiamo chiesto di abbassare i costi dei bonifici".
Qual è il vantaggio? Perché parla di operazione socialmente importante?
"Perché con le regole attuali avremmo avuto pensionati poveri, con problemi di liquidità, che avrebbero ricevuto le pensioni dieci giorni più tardi, per effetto di un recente provvedimento normativo. Inoltre, unificando le pensioni si assicura migliore funzionalità del servizio, riduzione dei costi, maggiore trasparenza, liquidità per fronteggiare spese tipicamente concentrate a inizio mese. È il primo passo verso l'unificazione delle pensioni. Perché - anomalia italiana - molti pensionati ricevono pezzi di pensioni da fonti diverse. Per ogni due pensionati ci sono tre pensioni erogate. Unificando i trattamenti semplificheremo la vita di tutti e avremo dati più trasparenti".
Con l'operazione trasparenza, la denuncia delle storture nel fondo piloti o degli ex dirigenti industriali, avete provocato la reazione di quelle categorie. Perché l'avete fatto? Proponete di intervenire sui cosiddetti diritti acquisiti?
"Sono stato davvero stupito dalle accuse che ci sono state rivolte e dalle dietrologie che sono state fatte. Il nostro obiettivo è solo quello di aumentare la trasparenza. È un'operazione che serve a dare credibilità all'amministrazione pubblica, in particolare all'Inps. La credibilità serve a rinsaldare la coesione sociale che è alla base del patto tra generazioni. L'opinione pubblica è più informata, il decisore pubblico starà più attento. C'è anche chi ci ha criticato perché vogliamo permettere agli italiani di saperne di più su quali saranno le loro pensioni future con l'operazione "la mia pensione". Ma che visione hanno questi signori dell'Inps? Una macchina che occulta sistematicamente la verità ai cittadini? ".
Conferma che a giugno presenterete il pacchetto di proposte dell'Inps per una riforma della previdenza? Vi volete sostituire al governo?
"Anche su questo ho letto e sentito critiche sorprendenti fino all'accusa di violare la regole della democrazia... Penso che l'Inps, per il patrimonio di capitale umano di cui dispone, possa fare sulla sicurezza sociale quello che finora ha fatto la Banca d'Italia sul versante delle politiche economiche: avanzare proposte per risolvere i problemi. Detto ciò le nostre proposte si muoveranno lungo l'asse assistenza-previdenza. E non a caso ho parlato prima di assistenza. È da qui che partiremo".
Con quale proposta?
"Oggi c'è un problema sociale molto serio: quello delle persone nella fascia di età 55-65 anni che una volta perso il lavoro si trovano progressivamente in condizioni di povertà. Si calcola che non più di uno su dieci riesce a trovare una nuova occupazione. Questo ha provocato un aumento della povertà non essendoci alcun sussidio per gli under 65. Per queste persone è ragionevole allora pensare di introdurre un reddito minimo garantito".
Nella crisi si è assistito anche all'aumento della disoccupazione giovanile e all'incremento dell'occupazione over 55. Una maggiore flessibilità in uscita non favorirebbe un ricambio generazionale?
"Per la prima volta è accaduto il fenomeno che descrive lei: più disoccupazione giovanile, più occupazione tra gli over 55. Si è prodotto un conflitto generazionale che si può attenuare consentendo di lasciare il lavoro prima dell'età della pensione di vecchiaia. Ovviamente con effetti sull'assegno pensionistico: prima esci, meno prendi".
Ma il governo ha escluso nuovi interventi sulle pensioni.
"Noi avanzeremo la nostra proposta organica. Spetterà al governo decidere e al Parlamento valutare".
Ci sarà anche l'idea di ricalcolare le pensioni con il metodo contributivo? Da qui arriveranno le risorse per il reddito minimo?
"Stiamo riflettendo e stiamo elaborando simulazioni. Pensiamo che si debbano evitare il più possibile interventi sulle pensioni in essere. Se dovessero esserci esigenze finanziare, all'interno del sistema previdenziale, potremmo anche prenderla in considerazione ma solo per le pensioni alte, molto alte. Non per fare cassa ma per ragioni di equità".
Oltre quale soglia?
"Non posso rispondere, sono in corso valutazioni e simulazioni. Sono temi molto sensibili e c'è già chi gioca ad alimentare il terrore tra i pensionati attribuendomi affermazioni mai fatte come presidente dell'Inps".
Cosa sta succedendo nel mercato del lavoro italiano? Dai vostri dai risulterebbero solo 13 assunzioni in più nel primo bimestre 2015. È così?
"No, non è così. Questo è un modo distorto di leggere i dati al limite della malafede. È come leggere un bilancio guardando solo alle entrate e non alle uscite. Noi abbiamo comunicato le assunzioni, non le cessazioni nel mercato del lavoro che speriamo di avere a maggio. Quel che sta accadendo è una maggiore propensione a sottoscrivere contratti a tempo indeterminato senza ridurre le relative retribuzioni. Quest'ultimo aspetto non era affatto scontato".
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... f=HREC1-10
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
un commento preso dal blog collegato:shiloh ha scritto:Pensioni, Tito Boeri: "Così cambierà la Fornero"
http://www.repubblica.it/economia/2015/ ... f=HREC1-10
aglo52
"nel mio caso ho perso il diritto alla pensione con quota 96 (60 anni+36) per solo 25 gg.
in compenso la 'piagnona' mi ha regalato altri 7 anni di lavoro.
il risultato è che io (63 anni compiuti) mi devo alzare alle 6 per andare al lavoro e mio nipote (25 anni) a spasso senza uno straccio di lavoro.
Dicono che non ci sono soldi:
basterebbe requisire tutti i soldi e i beni degli innumerevoli corrotti e concussi per ripianare il debito in pochi anni.
non è difficile capire perché questo non avviene."
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
L'intervista si chiude con la definizione delle due proposte di riforma pensioni targate Damiano:
il ddl 857 sulla Quota 97 (62 anni di età e 35 di contributi) con penalizzazione all'8% e il ddl 2945 sulla Quota 100 (63 anni di età e 37 di contributi) senza penalizzazione.
Mi sembra già una buona base da cui partire per cercare di porre un rimedio all'obbrobrio della legge Fornero.
il ddl 857 sulla Quota 97 (62 anni di età e 35 di contributi) con penalizzazione all'8% e il ddl 2945 sulla Quota 100 (63 anni di età e 37 di contributi) senza penalizzazione.
Mi sembra già una buona base da cui partire per cercare di porre un rimedio all'obbrobrio della legge Fornero.
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