quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
La lettera destinata al segretario del Pd è stata inoltrata poc'anzi alla casella postale della Camera dei Deputati, ma rispetto a quella originale, è stato aggiunto anche l'elenco dei destinatari per "conoscenza", tutti del Pd.
Rosy Bindi
Dario Franceschini
Cesare Damiano
Ignazio Marino
Tutte mail inoltrate regolarmente come risulta dalla comunicazione d'istituto
Bersani non potrà giustificarsi con un semplice " non ho letto la posta".
Mò stiamo a vvede cosa risponde, o cosa rispondono, ..........oppure se siamo di fronte a :
" IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI"
******
Comunicazione inviata alla casella postale della Camera dei Deputati, a PG Bersani, in qualità di affossatore della sinistra italiana dopo una storia lunga oltre un secolo,
e.p.c.,
alla casella postale della presidente del Pd, Rosy Bindi, ex pasionaria, ex speranza del Cs, che al Convegno di Firenze strappò più applausi di D’Alema.
Evidentemente le poltrone obbligano a tenere la bocca chiusa e smettere di combattere.
Avevamo sperato che Bindi fosse la continuazione di Tina Anselmi (sciacquatevi la bocca voi del Pd qualora doveste pronunciare quel nome anche per sbaglio), ma invece è stata una grande delusione,
e.p.c.,
alla casella postale di Dario Franceschi, per via dell’intervista rilasciata ieri a La Repubblica,
alla casella postale di Cesare Damiano, sobrio e valente parlamentare piemontese, ma troppo molle e silente davanti al dramma italiano,
ed infine, p.c.,
a Ignazio Marino a cui riconosciamo una superiore onestà morale ed intellettuale rispetto ai suoi colleghi, ma che non si batte a sufficienza per la trasformazione del Paese.
Caro segretario, ‘o Piddì,
‘o Partito defunto …assai, assai..
Spero vivamente che almeno questa volta il segretario si degni di una pur misera risposta, perché di solito nu’ risponde mai,..e noi ci chiediamo: <<Ma che ci sta affà sta casella istituzionale se poi PG Bersani nu’ risponde mai?>>
Ve lo ricordate Eccellenza Bersani il Giusti quando scriveva:
Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco
per que' pochi scherzucci di dozzina,
e mi gabella per anti–tedesco
perché metto le birbe alla berlina,
o senta il caso avvenuto di fresco,
a me che, girellando una mattina,
capito in Sant'Ambrogio di Milano,
in quello vecchio, là, fuori di mano.
Eccellenza Bersani, il caso avvenuto di fresco dell’altro
ieri è lettura dell’Unità.it e de La Repubblica.it.
Scrive l’Unità:
Bersani: «Da Casini passo
importante sull'alleanza»
Scrive La Repubblica:
IL CASO
Casini, "Per il Paese serve
patto progressisti-moderati"
Il leader Udc: "La prospettiva è affrontare assieme. Oggi si è realizzato con il governo tecnico, ma la strada è un governo politico per risollevare il paese e, in un rapporto tra le due famiglie del Ppe e Pse arrivare a Stati uniti d'Europa". E poi attacca Berlusconi: "Il Pdl cerca di indebolire il governo Monti". Bersani: "Passo importante, un patto così è nella logica delle cose"
*
Da queste parti, quando dopo la mezzanotte inoltrata ‘a ggente se n’è ita a cuccà, e tutti i rumori di fondo cessano all’improvviso segnando l’ora del riposo, ..da anni se ne sente solo uno che viene da lontano,….da molto lontano.
Viene da Roma,… dalla capitale, e più esattamente dal cimitero di Prima Porta, riquadro dodici, tomba numero sette.
La ci dovrebbe stare il povero Enrico a riposare, ma nun ripposa proprio pe’ nniente, perché tutte le notti se ne sta in tremenda aggittazione, se move erimove in continnuazzione dentro la tomba fino all’alba, “nu’ turmiento”.
Motivo: Quei scombicchierati e degeneri dei suoi figli e nipoti politici,…che gli provocano sempre di più “nu’ turmiento” veramente insopportabbile.
“Essere o non essere………” è lu turmiento eterno di Amleto,…..
“Ma chi me l’ha fatto fa’ di essere Enrico Berlinguer, d’essere stato d’esempio a tutti quanti, di godere addirittura della stima del mio vecchio avversario Giorgio Almirante venuto a rendermi omaggio alla mia morte,….se poi,.. i risultati sono questi,….quelli della avvenuta certificazione notarile del fallimento totale della sinistra???”
E’ questo il tormento eterno dell’ex segretario del Pci, che ogni notte si rotola e rotola in continuazione nella sua tomba incapace di capire il perché di tanta stoltaggine dei suoi eredi inadeguati.
Mò, alla fine ce l’avete fatta finalmente a divventà demmocristiani,…….ebbravi li compagnucci della parrocchietta.
Un passetto oggi, un passetto domani alla fine ci siete finalmente riusciti.
Adesso potete rifare tranquillamente la Diccì, anche se per prudenza non la chiamerete così, perché troppo compromessa dalla sua storia di mezzo secolo di regime.
Tutto è cominciato con il Cavalluccio.
Alla fine del secondo millennio il trucco del Cavallo di Troia dell’astuto Ulisse ha funzionato ancora una volta come se fosse una furbata di novello conio,…..chi l’avrebbe mai detto che fosse ancora possibile nei pochissimi giorni che precedevano il millennio dell’Odissea nello spazio,…..o meglio..“dello strazio”!!!
Il moderno Ulisse, il furbastro Francesco Cossiga, buonanima, ha trascinato a “sinistra”, un partito di destra( il centro non esiste, è solo una furbata per merli conclamati che si bevono di tutto e di più), l’Udeur der sor Clemente. E dopo dieci anni di ambiguità e difficoltà continue, il giusto finale con il tradimento conclusivo del governo Prodi.
Er sor Clemente Mastella, capitano di ventura delle truppe cammellate, ora ‘ndo sta???
Ma guarda un po’, …..è tornato a casuccia sua, a destra,….mission compiuta.
E lì, dar Cavalluccio in poi, la cosi detta “sinistra” ha smesso completamente di far politica prendendo ad esempio il modus operandi della mai dimentica vecchia Balena bianca.
Patto di Yalta e guerra fredda a parte, la vecchia Dc, anche lei da tempo aveva rinunciato a far politica attiva, preferendo associare in quasi mezzo secolo di regime, fino a cinque partiti pur di rimanere al potere e di godere della sola gestione del potere.
I Pds, Ds, Pd, hanno fatto lo stesso identico percorso. Hanno copiato tutto quanto paro paro dalla vecchia Balena bianca. Della “Politica” con la ”P” maiuscola, quella della Costituente e degli anni successivi, tanto per intenderci, basta, non serviva più, bisognava rottamarla,…interessavano solo aggregazione di partiti, solo e soltanto allo scopo di gestire il potere in perfetto stile democristiano.
Questo fino a quando i merli a causa della sopravvenuta crisi non hanno cominciato a riflettere.
Adesso il capolavoro finale con l’apparentamento con Pier Confusionando Casini in Caltagirone, uno degli artefici del successo quasi ventennale del Caimano e del relativo berlusconismo, entrato in un urto con lo stesso Caimano non per la politica scellerata, fallimentare e degenere adottata esclusivamente “pro domo sua” per i ben noti interessi privati, ma perché lo stesso Caimano intendeva far fuori uno dei due ectoplasmi che non gli consentivano più, a dir suo, di agire completamente a mani libere. L’altro ectoplasma rompiscatole è stato fatto fuori nel maggio-luglio 2010.
Se lo ricorda, caro segretario, il famoso: <<Che fai?...Mi cacci???- del presidente della Camera>>.
Un apparentamento quello di oggi, preceduto solo dall’inutile fusione a freddo praticata con gli ex Margherita del coofondatore Rutelli e Lusi,..il(lusi) ..e col(lusi) al seguito. Non è che da questa parte poi con i vari Penati, Tedesco e Bassolino ci facciamo una gran bella figura, ma tanto vale…..la religione vigente di Poltrone & Forchette è questa.
Non è per questo che tra l’8 settembre del 1943 e il 25 aprile 1945, donne, ragazze, uomini e ragazzi sono caduti combattendo la tirannia nazifascista per un’Italia diversa.
Non è questa l’Italia degenere che avevano in mente.
A questo punto, caro segretario le nostre strade si dividono, molti di noi che hanno sopportato di tutto e di più a lungo in tutti questi anni, nella remota speranza di un colpo di reni finale all’ultimo minuto, non vi sopportano più, non vi voteranno mai più perché siete diventati un’altra cosa, siete diventati democristiani a tutti gli effetti.
Le scelte politiche che la casta del Pd, Partito democristiano in embrione, sta facendo, sono quelle della conservazione delle poltrone che nulla hanno a che vedere con gli interessi quotidiani degli elettori di Cs costretti a vivere una realtà completamente diversa da quella della cittadella dorata della politica.
Due cicli si stanno chiudendo contemporaneamente, quello iniziato l’8 settembre 1943, e passato attraverso il 25 aprile 1945, e quello della seconda Repubblica morta e sepolta sotto le macerie di una classe politica non altezza dei sui compiti istituzionali.
La sinistra non esiste più. Bettino Craxi ha portato a sepoltura, improvvisandosi “becchino”, il glorioso Partito socialista dell’indimenticabile Sandro Pertini. Lei, Pierluigi Bersani, ha portato a sepoltura, improvvisandosi becchino a sua volta, la parte residuale della sinistra italiana.
Che dire a questo punto ? Diventi pure finalmente democristiano a tutti gli effetti con il suo caro amico Casini e quella parte del Pdl che il vecchio dinosauro Dc intende associare nella vostra nuova avventura.
Adiòs, segretario, e buona fortuna all’Italia che da tempo vive già all’ombra del Partenone senza accorgersene.
Capita a volte di essere distratti.
A. Hopkins
PS. Le categorie che voi raccontate ai poveri merli italiani sono ampiamente superate e appartengono alla vecchia cultura del novecento arci superata, cose da cavernicoli.
I moderati di cui amate tanto riempirvi quotidianamente la bocca sono una categoria inesistente per la rappresentazione che ne date furbescamente. Perché una vasta categoria di elettori della sinistra che per più di mezzo secolo ha votato Pci, Pds, Ds, Pd era già di per sé da sempre moderata nei fatti senza bisogno di essere forzosamente rivoluzionaria. E questa è stata la maggioranza del Pci. Penso solo a mia nonna, classe 1901, che ha sempre votato Pci dalla prima ora con convinzione di votare a sinistra, ma che non sarebbe mai stata una rivoluzionaria perché è sempre stata una moderata naturale in tutta la sua lunga vita.
I progressisti, come i riformatori, esistono sia a destra come a sinistra. Solo che hanno obiettivi differenti. Come d’altra parte esistono i liberali di sinistra e i liberali di destra, anch’essi con visioni in comune e anche divergenti.
Ergo, i vostri riferimenti di convenienza odierni, per poveri merli, non attaccano più.
Rosy Bindi
Dario Franceschini
Cesare Damiano
Ignazio Marino
Tutte mail inoltrate regolarmente come risulta dalla comunicazione d'istituto
Bersani non potrà giustificarsi con un semplice " non ho letto la posta".
Mò stiamo a vvede cosa risponde, o cosa rispondono, ..........oppure se siamo di fronte a :
" IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI"
******
Comunicazione inviata alla casella postale della Camera dei Deputati, a PG Bersani, in qualità di affossatore della sinistra italiana dopo una storia lunga oltre un secolo,
e.p.c.,
alla casella postale della presidente del Pd, Rosy Bindi, ex pasionaria, ex speranza del Cs, che al Convegno di Firenze strappò più applausi di D’Alema.
Evidentemente le poltrone obbligano a tenere la bocca chiusa e smettere di combattere.
Avevamo sperato che Bindi fosse la continuazione di Tina Anselmi (sciacquatevi la bocca voi del Pd qualora doveste pronunciare quel nome anche per sbaglio), ma invece è stata una grande delusione,
e.p.c.,
alla casella postale di Dario Franceschi, per via dell’intervista rilasciata ieri a La Repubblica,
alla casella postale di Cesare Damiano, sobrio e valente parlamentare piemontese, ma troppo molle e silente davanti al dramma italiano,
ed infine, p.c.,
a Ignazio Marino a cui riconosciamo una superiore onestà morale ed intellettuale rispetto ai suoi colleghi, ma che non si batte a sufficienza per la trasformazione del Paese.
Caro segretario, ‘o Piddì,
‘o Partito defunto …assai, assai..
Spero vivamente che almeno questa volta il segretario si degni di una pur misera risposta, perché di solito nu’ risponde mai,..e noi ci chiediamo: <<Ma che ci sta affà sta casella istituzionale se poi PG Bersani nu’ risponde mai?>>
Ve lo ricordate Eccellenza Bersani il Giusti quando scriveva:
Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco
per que' pochi scherzucci di dozzina,
e mi gabella per anti–tedesco
perché metto le birbe alla berlina,
o senta il caso avvenuto di fresco,
a me che, girellando una mattina,
capito in Sant'Ambrogio di Milano,
in quello vecchio, là, fuori di mano.
Eccellenza Bersani, il caso avvenuto di fresco dell’altro
ieri è lettura dell’Unità.it e de La Repubblica.it.
Scrive l’Unità:
Bersani: «Da Casini passo
importante sull'alleanza»
Scrive La Repubblica:
IL CASO
Casini, "Per il Paese serve
patto progressisti-moderati"
Il leader Udc: "La prospettiva è affrontare assieme. Oggi si è realizzato con il governo tecnico, ma la strada è un governo politico per risollevare il paese e, in un rapporto tra le due famiglie del Ppe e Pse arrivare a Stati uniti d'Europa". E poi attacca Berlusconi: "Il Pdl cerca di indebolire il governo Monti". Bersani: "Passo importante, un patto così è nella logica delle cose"
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Da queste parti, quando dopo la mezzanotte inoltrata ‘a ggente se n’è ita a cuccà, e tutti i rumori di fondo cessano all’improvviso segnando l’ora del riposo, ..da anni se ne sente solo uno che viene da lontano,….da molto lontano.
Viene da Roma,… dalla capitale, e più esattamente dal cimitero di Prima Porta, riquadro dodici, tomba numero sette.
La ci dovrebbe stare il povero Enrico a riposare, ma nun ripposa proprio pe’ nniente, perché tutte le notti se ne sta in tremenda aggittazione, se move erimove in continnuazzione dentro la tomba fino all’alba, “nu’ turmiento”.
Motivo: Quei scombicchierati e degeneri dei suoi figli e nipoti politici,…che gli provocano sempre di più “nu’ turmiento” veramente insopportabbile.
“Essere o non essere………” è lu turmiento eterno di Amleto,…..
“Ma chi me l’ha fatto fa’ di essere Enrico Berlinguer, d’essere stato d’esempio a tutti quanti, di godere addirittura della stima del mio vecchio avversario Giorgio Almirante venuto a rendermi omaggio alla mia morte,….se poi,.. i risultati sono questi,….quelli della avvenuta certificazione notarile del fallimento totale della sinistra???”
E’ questo il tormento eterno dell’ex segretario del Pci, che ogni notte si rotola e rotola in continuazione nella sua tomba incapace di capire il perché di tanta stoltaggine dei suoi eredi inadeguati.
Mò, alla fine ce l’avete fatta finalmente a divventà demmocristiani,…….ebbravi li compagnucci della parrocchietta.
Un passetto oggi, un passetto domani alla fine ci siete finalmente riusciti.
Adesso potete rifare tranquillamente la Diccì, anche se per prudenza non la chiamerete così, perché troppo compromessa dalla sua storia di mezzo secolo di regime.
Tutto è cominciato con il Cavalluccio.
Alla fine del secondo millennio il trucco del Cavallo di Troia dell’astuto Ulisse ha funzionato ancora una volta come se fosse una furbata di novello conio,…..chi l’avrebbe mai detto che fosse ancora possibile nei pochissimi giorni che precedevano il millennio dell’Odissea nello spazio,…..o meglio..“dello strazio”!!!
Il moderno Ulisse, il furbastro Francesco Cossiga, buonanima, ha trascinato a “sinistra”, un partito di destra( il centro non esiste, è solo una furbata per merli conclamati che si bevono di tutto e di più), l’Udeur der sor Clemente. E dopo dieci anni di ambiguità e difficoltà continue, il giusto finale con il tradimento conclusivo del governo Prodi.
Er sor Clemente Mastella, capitano di ventura delle truppe cammellate, ora ‘ndo sta???
Ma guarda un po’, …..è tornato a casuccia sua, a destra,….mission compiuta.
E lì, dar Cavalluccio in poi, la cosi detta “sinistra” ha smesso completamente di far politica prendendo ad esempio il modus operandi della mai dimentica vecchia Balena bianca.
Patto di Yalta e guerra fredda a parte, la vecchia Dc, anche lei da tempo aveva rinunciato a far politica attiva, preferendo associare in quasi mezzo secolo di regime, fino a cinque partiti pur di rimanere al potere e di godere della sola gestione del potere.
I Pds, Ds, Pd, hanno fatto lo stesso identico percorso. Hanno copiato tutto quanto paro paro dalla vecchia Balena bianca. Della “Politica” con la ”P” maiuscola, quella della Costituente e degli anni successivi, tanto per intenderci, basta, non serviva più, bisognava rottamarla,…interessavano solo aggregazione di partiti, solo e soltanto allo scopo di gestire il potere in perfetto stile democristiano.
Questo fino a quando i merli a causa della sopravvenuta crisi non hanno cominciato a riflettere.
Adesso il capolavoro finale con l’apparentamento con Pier Confusionando Casini in Caltagirone, uno degli artefici del successo quasi ventennale del Caimano e del relativo berlusconismo, entrato in un urto con lo stesso Caimano non per la politica scellerata, fallimentare e degenere adottata esclusivamente “pro domo sua” per i ben noti interessi privati, ma perché lo stesso Caimano intendeva far fuori uno dei due ectoplasmi che non gli consentivano più, a dir suo, di agire completamente a mani libere. L’altro ectoplasma rompiscatole è stato fatto fuori nel maggio-luglio 2010.
Se lo ricorda, caro segretario, il famoso: <<Che fai?...Mi cacci???- del presidente della Camera>>.
Un apparentamento quello di oggi, preceduto solo dall’inutile fusione a freddo praticata con gli ex Margherita del coofondatore Rutelli e Lusi,..il(lusi) ..e col(lusi) al seguito. Non è che da questa parte poi con i vari Penati, Tedesco e Bassolino ci facciamo una gran bella figura, ma tanto vale…..la religione vigente di Poltrone & Forchette è questa.
Non è per questo che tra l’8 settembre del 1943 e il 25 aprile 1945, donne, ragazze, uomini e ragazzi sono caduti combattendo la tirannia nazifascista per un’Italia diversa.
Non è questa l’Italia degenere che avevano in mente.
A questo punto, caro segretario le nostre strade si dividono, molti di noi che hanno sopportato di tutto e di più a lungo in tutti questi anni, nella remota speranza di un colpo di reni finale all’ultimo minuto, non vi sopportano più, non vi voteranno mai più perché siete diventati un’altra cosa, siete diventati democristiani a tutti gli effetti.
Le scelte politiche che la casta del Pd, Partito democristiano in embrione, sta facendo, sono quelle della conservazione delle poltrone che nulla hanno a che vedere con gli interessi quotidiani degli elettori di Cs costretti a vivere una realtà completamente diversa da quella della cittadella dorata della politica.
Due cicli si stanno chiudendo contemporaneamente, quello iniziato l’8 settembre 1943, e passato attraverso il 25 aprile 1945, e quello della seconda Repubblica morta e sepolta sotto le macerie di una classe politica non altezza dei sui compiti istituzionali.
La sinistra non esiste più. Bettino Craxi ha portato a sepoltura, improvvisandosi “becchino”, il glorioso Partito socialista dell’indimenticabile Sandro Pertini. Lei, Pierluigi Bersani, ha portato a sepoltura, improvvisandosi becchino a sua volta, la parte residuale della sinistra italiana.
Che dire a questo punto ? Diventi pure finalmente democristiano a tutti gli effetti con il suo caro amico Casini e quella parte del Pdl che il vecchio dinosauro Dc intende associare nella vostra nuova avventura.
Adiòs, segretario, e buona fortuna all’Italia che da tempo vive già all’ombra del Partenone senza accorgersene.
Capita a volte di essere distratti.
A. Hopkins
PS. Le categorie che voi raccontate ai poveri merli italiani sono ampiamente superate e appartengono alla vecchia cultura del novecento arci superata, cose da cavernicoli.
I moderati di cui amate tanto riempirvi quotidianamente la bocca sono una categoria inesistente per la rappresentazione che ne date furbescamente. Perché una vasta categoria di elettori della sinistra che per più di mezzo secolo ha votato Pci, Pds, Ds, Pd era già di per sé da sempre moderata nei fatti senza bisogno di essere forzosamente rivoluzionaria. E questa è stata la maggioranza del Pci. Penso solo a mia nonna, classe 1901, che ha sempre votato Pci dalla prima ora con convinzione di votare a sinistra, ma che non sarebbe mai stata una rivoluzionaria perché è sempre stata una moderata naturale in tutta la sua lunga vita.
I progressisti, come i riformatori, esistono sia a destra come a sinistra. Solo che hanno obiettivi differenti. Come d’altra parte esistono i liberali di sinistra e i liberali di destra, anch’essi con visioni in comune e anche divergenti.
Ergo, i vostri riferimenti di convenienza odierni, per poveri merli, non attaccano più.
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Re: quo vadis PD ????
in questo momento sto pensando ad Enrico Berlinguer,
celebrato,a parole,anche dagli "eredi" accampati al loft.
ma non riesco nemmeno ad immaginare come avrebbe reagito a questo voto del PD sulla riforma del lavoro coniata nella macelleria sociale Fornero…bah…che vergogna.
celebrato,a parole,anche dagli "eredi" accampati al loft.
ma non riesco nemmeno ad immaginare come avrebbe reagito a questo voto del PD sulla riforma del lavoro coniata nella macelleria sociale Fornero…bah…che vergogna.
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Re: quo vadis PD ????
D'Alema: «Primarie? Prima
serve progetto condiviso»
Di Simone Collini
26 giugno 2012
«La candidatura del Pd a governare l’Italia è dentro questa visione». Massimo D’Alema sta parlando già da un po’ quando arriva a citare per la prima volta il Pd. Il ragionamento parte dall’Europa, dalla necessità di una ripresa economica ma anche di ridare al vecchio continente un ruolo sulla scena mondiale, in quanto «il mondo ha sofferto il danno della deregulation economica, ma i danni della deregulation politica, di una mancanza di governance possono essere ancora maggiori, possono essere addirittura le guerre, e l’Europa dovrebbe portare il suo patrimonio giuridico, la sua civiltà, il suo soft power, che consiste esattamente nell’essere in grado di risolvere i conflitti attraverso la mediazione pacifica». E qui, prima del Pd, D’Alema cita il centrosinistra, che «deve farsi portatore di un grande progetto per l’Europa, dopo il fallimento della destra, che da una parte ha imprigionato l’Europa in una tecnocrazia monetarista di cui si vedono gli effetti disastrosi e dall’altra ha incoraggiato il nazionalismo populista, di cui l’Italia è stato uno dei laboratori più inquietanti». Dice che è necessario «un salto di qualità nell’integrazione politica dell’Europa» e che questo deve diventare «la bandiera di una nuova stagione progressista». E dentro a questo quadro generale si arriva al Pd: «Siamo parte di un nuovo progetto per l’Europa, e siamo l’unica forza che possa ragionevolmente collegare il centrosinistra italiano a un nuovo centrosinistra europeo».
Lei guarda all’Europa ma non sarebbe più opportuno guardare alla richiesta di cambiamento che oggi investe i partiti?
«Vede, noi siamo uno strano Paese, in cui viene messa ai margini la questione centrale e si dà vita a un dibattito estremamente povero e molto provinciale. In tutta Europa si discute dei temi della crescita, di giustizia sociale, si riapre un confronto tra destra e sinistra su queste questioni. In Italia invece il conflitto appare essere tra la casta e la società civile, due concetti carichi di ambiguità. In tutti i Paesi europei ci sono fenomeni di antipolitica, che hanno ragioni anche profonde, ma da nessuna parte questo assume il carattere lacerante che ha nel nostro Paese, con il rischio di indebolire o rendere impossibile qualsiasi prospettiva di governo. A volte ho la sensazione che c’è chi punta allo sfascio, senza alcun disegno politico. Basta pensare all’attacco irresponsabile e immotivato di questi giorni contro la presidenza della Repubblica, che, mai come in questo momento, è apparsa un presidio insostituibile nel rapporto tra istituzioni e cittadini».
Ma lei come si spiega il carattere “lacerante” dell’antipolitica in Italia?
«C’è evidentemente chi non apprezza l’idea che dalla crisi del berlusconismo si esca con uno spostamento a sinistra dell’asse politico. Magari si pensa che colpendo la legittimazione dei partiti, approfittando anche di errori e debolezze, si possa aprire la strada a qualche nuovo movimento o a qualche nuovo leader dotato di virtù taumaturgiche. Come se l’Italia non avesse già pagato un prezzo molto alto ad avventure di questo tipo».
In Italia si guarda con attenzione al Consiglio europeo di giovedì, anche perché c’è il timore, senza risultati, di ripercussioni sul governo: secondo lei su cosa ci si dovrebbe concentrare?
«Su obiettivi concreti. Occorre una nuova visione strutturale ma adesso servono misure immediate, anche perché la grande svolta difficilmente ci sarà fino a che resterà la Merkel al governo. Il primo obiettivo, allora, è delineare una via d’uscita ragionevole dalla crisi greca, perché un’uscita di Atene dall’Euro avrebbe conseguenze disastrose per tutti. E poi bisogna concretizzare alcune delle molte ipotesi di cui si discute e che riguardano gli altri due temi cruciali: un’effettiva solidarietà europea di fronte alla crisi dei debiti sovrani e la realizzazione dei programmi europei d’investimento».
Di che tipo di mandato ha bisogno il governo italiano per arrivare all’appuntamento con un’adeguata autorevolezza? «Un mandato forte sugli obiettivi ma flessibile, perché non credo che possa essere vincolato a determinate soluzioni tecniche. Queste sono oggetto di negoziato e la fiducia in Monti è piena, ha sicuramente tutte le necessarie qualità e conoscenze della realtà europea».
In Parlamento si voteranno mozioni diverse su questo: dice Enrico Letta che serve un documento unitario Pd-Pdl per mettere al sicuro il governo.
«Sarebbe meglio una mozione comune, certo, purché la si possa scrivere in termini chiari. Il problema, però, è che il Pdl è attraversato da forti tensioni. Il governo è indebolito dai problemi del centrodestra e dal riemergere di una forte tentazione di Berlusconi di rilanciare la sua ispirazione populista originaria in una sorta di competizione-dialogo con Beppe Grillo, che appare sempre di più il suo interlocutore privilegiato. In questo Berlusconi rivela anche fiuto, oltre a una dose di irresponsabilità. Questo destabilizza il Pdl, rivelando tutta la fragilità di Alfano e la confusa coesistenza di due prospettive politiche, perché da una parte c’è l’idea di una svolta moderata, e dall’altra una spinta al populismo, a un diciannovismo berlusconiano. È da questo conflitto irrisolto che derivano le tentazioni di far precipitare la situazione. Per noi le elezioni devono tenersi a scadenza ordinaria, l’idea di anticiparle è irresponsabile».
Può destrare sospetti il fatto che il Pd, pur ribadendo pieno sostegno al governo, già guardi al dopo Monti, non crede?
«Al contrario. Oltre l’emergenza, bisogna lavorare per una prospettiva politica che dia speranza al Paese nel medio periodo. L’Italia ha bisogno di riforme che vadano nel senso della giustizia sociale e di una riduzione delle diseguaglianze, ha bisogno di una politica industriale, di una correzione della politica economica e sociale: ha bisogno, cioè, del centrosinistra».
La scelta di indire primarie per scegliere il candidato premier aiuta ad andare in questa direzione, secondo lei?
«Se messe al posto giusto. Bersani alla Direzione ha detto che noi avremmo avviato una fase di confronto programmatico, un progetto per il futuro dell’Italia, utile anche a definire il campo delle forze che lo sostengono. Dopodiché le primarie serviranno per la scelta del candidato. Ma se le primarie vengono prima di un progetto condiviso, a cosa servono? E tra chi sono? Noi abbiamo indicato un percorso ragionevole, e dobbiamo evitare che, di fatto, si parta dalla fine. Il rischio, nel rovesciare i termini della questione, è di indebolire una prospettiva di cambiamento, di farla tutta implodere dentro di noi. Bisognerebbe ripartire dalle conclusioni della Direzione, dal progetto per il Paese, altrimenti avremo una lunga, confusa e logorante campagna elettorale interna».
Casini per la prima volta parla di un asse per governare tra progressisti e moderati: è prevedibile un’alleanza elettorale o un patto di legislatura?
«È una dichiarazione importante, ma in ogni caso bisogna partire dal progetto per il Paese e misurare su di esso le convergenze. È chiaro che adesso si delinea la possibilità di costruire una maggioranza intorno al Pd, cioè quell’asse tra progressisti e moderati necessario per dare stabilità all’unica prospettiva realistica per il Paese. Perché, al di là dei meriti di Monti, anche i cosiddetti mercati si interrogano sul futuro dell’Italia e quando vedono nei sondaggi che il secondo partito è Grillo, si chiedono con preoccupazione quali impegni l’Italia è davvero in grado di assumere. Quindi dobbiamo rendere evidente il progetto e al tempo stesso l’asse politico che può sostenerlo. Questa esigenza viene prima delle primarie».
Non per contribuire a “rovesciare i termini della questione”, ma se dice che l’asse tra progressisti e moderati è l’“unica prospettiva” dice anche che non c’è partita alle primarie. «Guardi, Bersani rappresenta il Pd e rappresenta credibilmente la possibilità di un rapporto tra la sinistra, che non siamo solo noi, e le forze moderate del centro».
Renzi però si è detto convinto di avere “ la maggioranza”.
«Io non lo credo. Soprattutto non credo che abbia la maggioranza tra gli iscritti e gli elettori del nostro partito».
Renzi l’ha citata tra quelli che non andrebbero ricandidati in Parlamento alla prossima legislatura perché ha già alle spalle più di tre mandati. Ma lei si candiderà?
«Non è una questione importante, nel senso che si può fare politica e si può servire il Paese in molti modi diversi, anche senza candidarsi al Parlamento. La regola citata stabilisce che c’è un principio generale, rispetto al quale possono esserci delle deroghe motivate. Questa è la regola. Non se ne può leggere soltanto una metà. Detto questo, al momento opportuno il Pd farà le sue valutazioni e io farò le mie. Non sono una persona che ha dimostrato attaccamento alle poltrone, avendo lasciato quella di presidente del Consiglio e avendo messo in gioco quella in Parlamento, come è noto, correndo senza reti in un collegio dove eravamo dati sette punti sotto».
serve progetto condiviso»
Di Simone Collini
26 giugno 2012
«La candidatura del Pd a governare l’Italia è dentro questa visione». Massimo D’Alema sta parlando già da un po’ quando arriva a citare per la prima volta il Pd. Il ragionamento parte dall’Europa, dalla necessità di una ripresa economica ma anche di ridare al vecchio continente un ruolo sulla scena mondiale, in quanto «il mondo ha sofferto il danno della deregulation economica, ma i danni della deregulation politica, di una mancanza di governance possono essere ancora maggiori, possono essere addirittura le guerre, e l’Europa dovrebbe portare il suo patrimonio giuridico, la sua civiltà, il suo soft power, che consiste esattamente nell’essere in grado di risolvere i conflitti attraverso la mediazione pacifica». E qui, prima del Pd, D’Alema cita il centrosinistra, che «deve farsi portatore di un grande progetto per l’Europa, dopo il fallimento della destra, che da una parte ha imprigionato l’Europa in una tecnocrazia monetarista di cui si vedono gli effetti disastrosi e dall’altra ha incoraggiato il nazionalismo populista, di cui l’Italia è stato uno dei laboratori più inquietanti». Dice che è necessario «un salto di qualità nell’integrazione politica dell’Europa» e che questo deve diventare «la bandiera di una nuova stagione progressista». E dentro a questo quadro generale si arriva al Pd: «Siamo parte di un nuovo progetto per l’Europa, e siamo l’unica forza che possa ragionevolmente collegare il centrosinistra italiano a un nuovo centrosinistra europeo».
Lei guarda all’Europa ma non sarebbe più opportuno guardare alla richiesta di cambiamento che oggi investe i partiti?
«Vede, noi siamo uno strano Paese, in cui viene messa ai margini la questione centrale e si dà vita a un dibattito estremamente povero e molto provinciale. In tutta Europa si discute dei temi della crescita, di giustizia sociale, si riapre un confronto tra destra e sinistra su queste questioni. In Italia invece il conflitto appare essere tra la casta e la società civile, due concetti carichi di ambiguità. In tutti i Paesi europei ci sono fenomeni di antipolitica, che hanno ragioni anche profonde, ma da nessuna parte questo assume il carattere lacerante che ha nel nostro Paese, con il rischio di indebolire o rendere impossibile qualsiasi prospettiva di governo. A volte ho la sensazione che c’è chi punta allo sfascio, senza alcun disegno politico. Basta pensare all’attacco irresponsabile e immotivato di questi giorni contro la presidenza della Repubblica, che, mai come in questo momento, è apparsa un presidio insostituibile nel rapporto tra istituzioni e cittadini».
Ma lei come si spiega il carattere “lacerante” dell’antipolitica in Italia?
«C’è evidentemente chi non apprezza l’idea che dalla crisi del berlusconismo si esca con uno spostamento a sinistra dell’asse politico. Magari si pensa che colpendo la legittimazione dei partiti, approfittando anche di errori e debolezze, si possa aprire la strada a qualche nuovo movimento o a qualche nuovo leader dotato di virtù taumaturgiche. Come se l’Italia non avesse già pagato un prezzo molto alto ad avventure di questo tipo».
In Italia si guarda con attenzione al Consiglio europeo di giovedì, anche perché c’è il timore, senza risultati, di ripercussioni sul governo: secondo lei su cosa ci si dovrebbe concentrare?
«Su obiettivi concreti. Occorre una nuova visione strutturale ma adesso servono misure immediate, anche perché la grande svolta difficilmente ci sarà fino a che resterà la Merkel al governo. Il primo obiettivo, allora, è delineare una via d’uscita ragionevole dalla crisi greca, perché un’uscita di Atene dall’Euro avrebbe conseguenze disastrose per tutti. E poi bisogna concretizzare alcune delle molte ipotesi di cui si discute e che riguardano gli altri due temi cruciali: un’effettiva solidarietà europea di fronte alla crisi dei debiti sovrani e la realizzazione dei programmi europei d’investimento».
Di che tipo di mandato ha bisogno il governo italiano per arrivare all’appuntamento con un’adeguata autorevolezza? «Un mandato forte sugli obiettivi ma flessibile, perché non credo che possa essere vincolato a determinate soluzioni tecniche. Queste sono oggetto di negoziato e la fiducia in Monti è piena, ha sicuramente tutte le necessarie qualità e conoscenze della realtà europea».
In Parlamento si voteranno mozioni diverse su questo: dice Enrico Letta che serve un documento unitario Pd-Pdl per mettere al sicuro il governo.
«Sarebbe meglio una mozione comune, certo, purché la si possa scrivere in termini chiari. Il problema, però, è che il Pdl è attraversato da forti tensioni. Il governo è indebolito dai problemi del centrodestra e dal riemergere di una forte tentazione di Berlusconi di rilanciare la sua ispirazione populista originaria in una sorta di competizione-dialogo con Beppe Grillo, che appare sempre di più il suo interlocutore privilegiato. In questo Berlusconi rivela anche fiuto, oltre a una dose di irresponsabilità. Questo destabilizza il Pdl, rivelando tutta la fragilità di Alfano e la confusa coesistenza di due prospettive politiche, perché da una parte c’è l’idea di una svolta moderata, e dall’altra una spinta al populismo, a un diciannovismo berlusconiano. È da questo conflitto irrisolto che derivano le tentazioni di far precipitare la situazione. Per noi le elezioni devono tenersi a scadenza ordinaria, l’idea di anticiparle è irresponsabile».
Può destrare sospetti il fatto che il Pd, pur ribadendo pieno sostegno al governo, già guardi al dopo Monti, non crede?
«Al contrario. Oltre l’emergenza, bisogna lavorare per una prospettiva politica che dia speranza al Paese nel medio periodo. L’Italia ha bisogno di riforme che vadano nel senso della giustizia sociale e di una riduzione delle diseguaglianze, ha bisogno di una politica industriale, di una correzione della politica economica e sociale: ha bisogno, cioè, del centrosinistra».
La scelta di indire primarie per scegliere il candidato premier aiuta ad andare in questa direzione, secondo lei?
«Se messe al posto giusto. Bersani alla Direzione ha detto che noi avremmo avviato una fase di confronto programmatico, un progetto per il futuro dell’Italia, utile anche a definire il campo delle forze che lo sostengono. Dopodiché le primarie serviranno per la scelta del candidato. Ma se le primarie vengono prima di un progetto condiviso, a cosa servono? E tra chi sono? Noi abbiamo indicato un percorso ragionevole, e dobbiamo evitare che, di fatto, si parta dalla fine. Il rischio, nel rovesciare i termini della questione, è di indebolire una prospettiva di cambiamento, di farla tutta implodere dentro di noi. Bisognerebbe ripartire dalle conclusioni della Direzione, dal progetto per il Paese, altrimenti avremo una lunga, confusa e logorante campagna elettorale interna».
Casini per la prima volta parla di un asse per governare tra progressisti e moderati: è prevedibile un’alleanza elettorale o un patto di legislatura?
«È una dichiarazione importante, ma in ogni caso bisogna partire dal progetto per il Paese e misurare su di esso le convergenze. È chiaro che adesso si delinea la possibilità di costruire una maggioranza intorno al Pd, cioè quell’asse tra progressisti e moderati necessario per dare stabilità all’unica prospettiva realistica per il Paese. Perché, al di là dei meriti di Monti, anche i cosiddetti mercati si interrogano sul futuro dell’Italia e quando vedono nei sondaggi che il secondo partito è Grillo, si chiedono con preoccupazione quali impegni l’Italia è davvero in grado di assumere. Quindi dobbiamo rendere evidente il progetto e al tempo stesso l’asse politico che può sostenerlo. Questa esigenza viene prima delle primarie».
Non per contribuire a “rovesciare i termini della questione”, ma se dice che l’asse tra progressisti e moderati è l’“unica prospettiva” dice anche che non c’è partita alle primarie. «Guardi, Bersani rappresenta il Pd e rappresenta credibilmente la possibilità di un rapporto tra la sinistra, che non siamo solo noi, e le forze moderate del centro».
Renzi però si è detto convinto di avere “ la maggioranza”.
«Io non lo credo. Soprattutto non credo che abbia la maggioranza tra gli iscritti e gli elettori del nostro partito».
Renzi l’ha citata tra quelli che non andrebbero ricandidati in Parlamento alla prossima legislatura perché ha già alle spalle più di tre mandati. Ma lei si candiderà?
«Non è una questione importante, nel senso che si può fare politica e si può servire il Paese in molti modi diversi, anche senza candidarsi al Parlamento. La regola citata stabilisce che c’è un principio generale, rispetto al quale possono esserci delle deroghe motivate. Questa è la regola. Non se ne può leggere soltanto una metà. Detto questo, al momento opportuno il Pd farà le sue valutazioni e io farò le mie. Non sono una persona che ha dimostrato attaccamento alle poltrone, avendo lasciato quella di presidente del Consiglio e avendo messo in gioco quella in Parlamento, come è noto, correndo senza reti in un collegio dove eravamo dati sette punti sotto».
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Re: quo vadis PD ????
“Mi congratulo pubblicamente con il ministro Fornero per la tenacia e determinazione mostrate nel portare a conclusione una riforma del mercato del lavoro che rappresenta,
nelle condizioni date, un esempio di riformismo”.
Con queste parole,
Anna Finocchiaro,
presidente del gruppo parlamentare del PD al Senato,
ha motivato in aula il voto favorevole del proprio partito alla manomissione dell’articolo 18.
****************************************
è la fine.
PD = Partito Defunto.
nelle condizioni date, un esempio di riformismo”.
Con queste parole,
Anna Finocchiaro,
presidente del gruppo parlamentare del PD al Senato,
ha motivato in aula il voto favorevole del proprio partito alla manomissione dell’articolo 18.
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Re: quo vadis PD ????
shiloh ha scritto:“Mi congratulo pubblicamente con il ministro Fornero per la tenacia e determinazione mostrate nel portare a conclusione una riforma del mercato del lavoro che rappresenta,
nelle condizioni date, un esempio di riformismo”.
Con queste parole,
Anna Finocchiaro,
presidente del gruppo parlamentare del PD al Senato,
ha motivato in aula il voto favorevole del proprio partito alla manomissione dell’articolo 18.
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Niente fiori,...ma solo opere di bene...............
Ma poi con sto caldo il trattino della "b" di "bene" non ha retto ed è andato a panz'allaria....si è rovesciato ed è diventato una "p".
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Re: quo vadis PD ????
Messa da requiem
Piano, piano, ...con un pò di pazienza la ex sinistra del Partito Democratico (cristiano) si rende conto di :
PD = Partito Defunto.
*
TERZA PAGINA
Oliviero Toscani
"Ho più paura
di Monti che di Grillo"
Il fotografo definisce il comico "un duce" e
si dice deluso da Bersani, segretario di una sinistra che ormai è "defunta". [/color]
Ogni settimana selezionerà le migliori foto inviate dai lettori del Fatto, che pubblicheremo sul sito
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... lo/277240/
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di Monti che di Grillo"
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si dice deluso da Bersani, segretario di una sinistra che ormai è "defunta". [/color]
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Re: quo vadis PD ????
Messa da requiem
Qualcuno sarà rimasto.
No. Soltanto bocconiani. Ovunque. Meglio passare 4 anni a San Vittore che trascorrerne uno in quell’Università. Ne escono certi prodottini, dio ci scampi.
O.T.
****
Anche questo è un altro caso in cui occorre avere pazienza quando fai certe affermazioni e vieni scambiato per un extraterrestre.
Che dalla Bocconi uscissero “ certi prodottini” come sostiene Oliviero Toscani, ce ne eravamo accorti pure noi in zona da almeno una decina d’anni.
Da queste parti, dagli anni ’60, lavoratori dipendenti con buone capacità lavorative si sono messi in proprio dando vita a nuove aziende.
Spesso, queste aziende sono state fatte crescere con i sacrifici di tutti, dei lavoratori dipendenti e dei nuovi imprenditori.
Poi molti di questi imprenditori che avevano avuto un certo successo, hanno mandato i loro figli a studiare alla “Bocconi”, la più prestigiosa università della zona in materia di economia.
Quando i figli sono subentrati in azienda al posto dei padri, di fronte alle difficoltà tradizionali, ma soprattutto dal 2008 con l’avvento della grande crisi, si sono comportati secondo gli insegnamenti della “Bocconi”.
Hanno licenziato e chiuso aziende basandosi solo su calcoli ragionieristici.
Da qui la constatazione, spesso conoscendo le sofferenze degli anni precedenti degli sforzi dei genitori, che i figli usciti dalla “Bocconi” erano tutti senz’anima.
Dev’essere un trattamento obbligatorio attuato prima della tesi di laurea.
Santoro ha dichiarato il 9 di questo mese:
«MONTI HA UNA BANCA AL POSTO DEL CERVELLO»: L’intervista esclusiva di Michele Santoro a “Il Manifesto”
Forse è vero, forse per addormentarsi al posto delle pecore conta gli sportelli bancari…………..
Qualcuno sarà rimasto.
No. Soltanto bocconiani. Ovunque. Meglio passare 4 anni a San Vittore che trascorrerne uno in quell’Università. Ne escono certi prodottini, dio ci scampi.
O.T.
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Anche questo è un altro caso in cui occorre avere pazienza quando fai certe affermazioni e vieni scambiato per un extraterrestre.
Che dalla Bocconi uscissero “ certi prodottini” come sostiene Oliviero Toscani, ce ne eravamo accorti pure noi in zona da almeno una decina d’anni.
Da queste parti, dagli anni ’60, lavoratori dipendenti con buone capacità lavorative si sono messi in proprio dando vita a nuove aziende.
Spesso, queste aziende sono state fatte crescere con i sacrifici di tutti, dei lavoratori dipendenti e dei nuovi imprenditori.
Poi molti di questi imprenditori che avevano avuto un certo successo, hanno mandato i loro figli a studiare alla “Bocconi”, la più prestigiosa università della zona in materia di economia.
Quando i figli sono subentrati in azienda al posto dei padri, di fronte alle difficoltà tradizionali, ma soprattutto dal 2008 con l’avvento della grande crisi, si sono comportati secondo gli insegnamenti della “Bocconi”.
Hanno licenziato e chiuso aziende basandosi solo su calcoli ragionieristici.
Da qui la constatazione, spesso conoscendo le sofferenze degli anni precedenti degli sforzi dei genitori, che i figli usciti dalla “Bocconi” erano tutti senz’anima.
Dev’essere un trattamento obbligatorio attuato prima della tesi di laurea.
Santoro ha dichiarato il 9 di questo mese:
«MONTI HA UNA BANCA AL POSTO DEL CERVELLO»: L’intervista esclusiva di Michele Santoro a “Il Manifesto”
Forse è vero, forse per addormentarsi al posto delle pecore conta gli sportelli bancari…………..
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Re: quo vadis PD ????
Bersani è occupato.
Sta portando a casa il capolavoro del PD:
apparire come il solo sostenitore del peggior governo di estrema destra che ha finora avuto l'Italia,
quello diretto dal berlusconiano Monti,
che ogni giorno peggiora il presente e il futuro di chi lavora con le sue ricette liberiste anti popolo,
capaci solo di peggiorare e rendere irreversibile la crisi,
mentre il PDL finge di non essere d'accordo e,
intanto, si ricostruisce un'immagine presentabile.
Il risultato, ho sentito proprio ieri sera un grosso esponente PDL locale che sosteneva la tesi,
è che la crisi è ormai diventata colpa del PD,
che Monti è di sinistra e che il PDL ha sempre avuto ragione a non rapinare le pensioni,
aumentare le tasse e togliere diritti ai lavoratori.
Wow!
E intanto Cialtronne si prepara ad andarsene dall'Italia.
E se qualcuno non ci crede, vada a vedere a quanti soldi la Fiat vuol vendere la spartanissima Panda, competitiva in niente con le altre piccole sul mercato.
Sta portando a casa il capolavoro del PD:
apparire come il solo sostenitore del peggior governo di estrema destra che ha finora avuto l'Italia,
quello diretto dal berlusconiano Monti,
che ogni giorno peggiora il presente e il futuro di chi lavora con le sue ricette liberiste anti popolo,
capaci solo di peggiorare e rendere irreversibile la crisi,
mentre il PDL finge di non essere d'accordo e,
intanto, si ricostruisce un'immagine presentabile.
Il risultato, ho sentito proprio ieri sera un grosso esponente PDL locale che sosteneva la tesi,
è che la crisi è ormai diventata colpa del PD,
che Monti è di sinistra e che il PDL ha sempre avuto ragione a non rapinare le pensioni,
aumentare le tasse e togliere diritti ai lavoratori.
Wow!
E intanto Cialtronne si prepara ad andarsene dall'Italia.
E se qualcuno non ci crede, vada a vedere a quanti soldi la Fiat vuol vendere la spartanissima Panda, competitiva in niente con le altre piccole sul mercato.
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Re: quo vadis PD ????
Credo che dopo lo spartiacque (l'appoggio a quell'orrore di riforma della bocconiana che ha la figlia con 2 lavori) sia il caso di cogliere l'occasione di prossime presenze dei dirigenti del pd per andare a rinfacciargli la nostra rabbia e indignazione.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: quo vadis PD ????
la Repubblica
“Pasticci sulla Costituzione meglio tenercela com’è e liberarci del Porcellum”
29 giugno 2012 - 2 Commenti »
Goffredo De Marchis
— Stasera a Milano Libertà e Giustizia ospita in un dibattito pubblico il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. È un primo contatto con la cosiddetta “società civile” in vista delle elezioni del 2013. A discutere con il leader democratico ci saranno Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky. Il presidente emerito della Consulta apprezza alcune aperture del Pd nei confronti del mondo esterno ai partiti. Come la scelta di votare per il cda della Rai due personalità delle associazioni.
Intanto sulle riforme istituzionali si procede in ordine sparso e Berlusconi sembra pronto a far saltare anche quel tavolo.
«Ma davvero crediamo che il discorso sulle riforme costituzionali sia un discorso onesto, fatto cioè per il bene della Costituzione? A me sembra viceversa che serva strumentalmente a creare assi politici particolari, a lanciare messaggi all’opinione pubblica che sono appunto puri messaggi perché non si arriverà mai in fondo. Infine viene usato da alcune persone, anche nel Pd, per accreditarsi come protagonista di un clima costituente strizzando l’occhio all’avversario».
Fa bene Napolitano a difendere l’intesa raggiunta in commissione e ad avvertire la politica che fughe in avanti sono destinate al fallimento?
«Il presidente della Repubblica difende la funzionalità delle istituzioni e in questo svolge il suo ruolo. Ma a me non piace affatto la bozza in discussione. Meglio, molto meglio tenersi la Costituzione che c’è. Altri costituzionalisti la pensano così e loro non trafficano con la Carta, a differenza di quello che fanno i politici. Il rapporto tra Senato federale e Camera è un pasticcio inverecondo, la sfiducia costruttiva ingessa la vita politica estromettendo il presidente della Repubblica dalle sue funzioni di garante. Non sono il solo a essere contrario a certe proposte. Mi piacerebbe che il capo dello Stato rappresentasse anche queste posizioni».
Libertà e Giustizia al di là dei contenuti sostiene che questo Parlamento non è legittimato a cambiare la Costituzione.
«La risposta dei partiti è che l’articolo 138 sancisce la possibilità di modifiche. Definitive con il voto dei due terzi delle Camere, soggette a referendum con maggioranze della metà più uno. Ma quell’articolo presuppone che una larghissima maggioranza parlamentare coincida con la grande maggioranza del Paese. Oggi, siamo sicuri che sia così? Con i risultati delle amministrative, l’astensionismo, con l’esplodere del grillismo, questo Parlamento può pensare di mettere mano in profondità alla Costituzione? ».
Però a questo Parlamento chiedete di cambiare la legge elettorale.
«Cambiare il Porcellum sarebbe un atto di resipiscenza attiva. Dopo essersi accorti di aver fatto una schifezza, gli autori corrono ai ripari. Per pentirsi, qualsiasi rappresentanza politica è buona ».
Rispetto al Porcellum va bene tutto?
«Con la legge attuale abbiamo raggiunto il punto zero costruendo un sistema rovesciato dove il
mondo politico non è al servizio dei cittadini ma il contrario. Però non dobbiamo affidare agli strumenti di tecnica elettorale la soluzione di gravi disfunzioni politiche. Per dire, c’era qualcuno che aveva addirittura immaginato nelle prime bozze tre premi di maggioranza per i primi tre partiti. Ecco dove si può arrivare senza un’opinione pubblica vigile».
Quel qualcuno era il Pd. Con queste premesse il confronto diventerà un duello.
«Sulle questioni istituzionali LeG ha posizioni nette e vuole risposte altrettanto nette. Ma il dibattito con Bersani nasce nel clima più amichevole e costruttivo possibile. La nostra associazione è legata all’idea che una democrazia senza partiti non esiste. Siamo interessati a partiti che funzionino come canali di comunicazione tra cittadini-elettori e la politica. Temiamo la critica cieca ai partiti perché sappiamo dove conduce».
Bersani si è mosso in questa direzione con la scelta sulla Rai e con l’annuncio di un’apertura delle liste all’esterno?
«La vita politica non è fatta quasi mai di sole buone intenzioni bensì di risposte a necessità oggettive. Credo che il segretario del Pd sia davvero interessato, per convinzione, a un discorso di apertura e partecipazione. Ma anche se non fosse così il problema è recuperare alla vita politica due intere generazioni di elettori e contrastare fenomeni come l’astensionismo e il grillismo. Spero che in Bersani si realizzi un’unione feconda tra buona disposizione e stato di necessità».
Sulla Rai ha prevalso la prima?
«Badi che nessuno di noi ha mai chiesto posti e infatti nessuna associazione ha indicato nomi di propri membri presenti negli organismi dirigenti. La nostra aspirazione non è l’”entrismo”. Chi teme si voglia cercar posti, stia tranquillo. Ci auguriamo che molto presto non ci sia più bisogno di rivolgersi all’esterno per trovare persone degne di fiducia. La richiesta di aiuto è consolante da un lato perché dimostra disponibilità ma dall’altro è un segno di fragilità e impotenza. Perciò il nostro incontro ruota intorno alla domanda: come rianimare la vita politica del nostro paese ridando forza ai partiti e facendoli tornare ad essere attrattivi. Oggi sono repulsivi, soprattutto per le giovani generazioni».
http://www.libertaegiustizia.it/2012/06 ... porcellum/
“Pasticci sulla Costituzione meglio tenercela com’è e liberarci del Porcellum”
29 giugno 2012 - 2 Commenti »
Goffredo De Marchis
— Stasera a Milano Libertà e Giustizia ospita in un dibattito pubblico il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. È un primo contatto con la cosiddetta “società civile” in vista delle elezioni del 2013. A discutere con il leader democratico ci saranno Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky. Il presidente emerito della Consulta apprezza alcune aperture del Pd nei confronti del mondo esterno ai partiti. Come la scelta di votare per il cda della Rai due personalità delle associazioni.
Intanto sulle riforme istituzionali si procede in ordine sparso e Berlusconi sembra pronto a far saltare anche quel tavolo.
«Ma davvero crediamo che il discorso sulle riforme costituzionali sia un discorso onesto, fatto cioè per il bene della Costituzione? A me sembra viceversa che serva strumentalmente a creare assi politici particolari, a lanciare messaggi all’opinione pubblica che sono appunto puri messaggi perché non si arriverà mai in fondo. Infine viene usato da alcune persone, anche nel Pd, per accreditarsi come protagonista di un clima costituente strizzando l’occhio all’avversario».
Fa bene Napolitano a difendere l’intesa raggiunta in commissione e ad avvertire la politica che fughe in avanti sono destinate al fallimento?
«Il presidente della Repubblica difende la funzionalità delle istituzioni e in questo svolge il suo ruolo. Ma a me non piace affatto la bozza in discussione. Meglio, molto meglio tenersi la Costituzione che c’è. Altri costituzionalisti la pensano così e loro non trafficano con la Carta, a differenza di quello che fanno i politici. Il rapporto tra Senato federale e Camera è un pasticcio inverecondo, la sfiducia costruttiva ingessa la vita politica estromettendo il presidente della Repubblica dalle sue funzioni di garante. Non sono il solo a essere contrario a certe proposte. Mi piacerebbe che il capo dello Stato rappresentasse anche queste posizioni».
Libertà e Giustizia al di là dei contenuti sostiene che questo Parlamento non è legittimato a cambiare la Costituzione.
«La risposta dei partiti è che l’articolo 138 sancisce la possibilità di modifiche. Definitive con il voto dei due terzi delle Camere, soggette a referendum con maggioranze della metà più uno. Ma quell’articolo presuppone che una larghissima maggioranza parlamentare coincida con la grande maggioranza del Paese. Oggi, siamo sicuri che sia così? Con i risultati delle amministrative, l’astensionismo, con l’esplodere del grillismo, questo Parlamento può pensare di mettere mano in profondità alla Costituzione? ».
Però a questo Parlamento chiedete di cambiare la legge elettorale.
«Cambiare il Porcellum sarebbe un atto di resipiscenza attiva. Dopo essersi accorti di aver fatto una schifezza, gli autori corrono ai ripari. Per pentirsi, qualsiasi rappresentanza politica è buona ».
Rispetto al Porcellum va bene tutto?
«Con la legge attuale abbiamo raggiunto il punto zero costruendo un sistema rovesciato dove il
mondo politico non è al servizio dei cittadini ma il contrario. Però non dobbiamo affidare agli strumenti di tecnica elettorale la soluzione di gravi disfunzioni politiche. Per dire, c’era qualcuno che aveva addirittura immaginato nelle prime bozze tre premi di maggioranza per i primi tre partiti. Ecco dove si può arrivare senza un’opinione pubblica vigile».
Quel qualcuno era il Pd. Con queste premesse il confronto diventerà un duello.
«Sulle questioni istituzionali LeG ha posizioni nette e vuole risposte altrettanto nette. Ma il dibattito con Bersani nasce nel clima più amichevole e costruttivo possibile. La nostra associazione è legata all’idea che una democrazia senza partiti non esiste. Siamo interessati a partiti che funzionino come canali di comunicazione tra cittadini-elettori e la politica. Temiamo la critica cieca ai partiti perché sappiamo dove conduce».
Bersani si è mosso in questa direzione con la scelta sulla Rai e con l’annuncio di un’apertura delle liste all’esterno?
«La vita politica non è fatta quasi mai di sole buone intenzioni bensì di risposte a necessità oggettive. Credo che il segretario del Pd sia davvero interessato, per convinzione, a un discorso di apertura e partecipazione. Ma anche se non fosse così il problema è recuperare alla vita politica due intere generazioni di elettori e contrastare fenomeni come l’astensionismo e il grillismo. Spero che in Bersani si realizzi un’unione feconda tra buona disposizione e stato di necessità».
Sulla Rai ha prevalso la prima?
«Badi che nessuno di noi ha mai chiesto posti e infatti nessuna associazione ha indicato nomi di propri membri presenti negli organismi dirigenti. La nostra aspirazione non è l’”entrismo”. Chi teme si voglia cercar posti, stia tranquillo. Ci auguriamo che molto presto non ci sia più bisogno di rivolgersi all’esterno per trovare persone degne di fiducia. La richiesta di aiuto è consolante da un lato perché dimostra disponibilità ma dall’altro è un segno di fragilità e impotenza. Perciò il nostro incontro ruota intorno alla domanda: come rianimare la vita politica del nostro paese ridando forza ai partiti e facendoli tornare ad essere attrattivi. Oggi sono repulsivi, soprattutto per le giovani generazioni».
http://www.libertaegiustizia.it/2012/06 ... porcellum/
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