Il giorno della vittoria di Obama, la notizia in Israele fu data con 16 minuti di ritardo. Erano convinti della vittoria di Romney e quasi certamente nel fiume dei dollari non sarà mancata la generosità della comunità ebraica. In Israele non l’hanno presa bene.
Qualcuno sostiene che avessero gli aerei già pronti a decollare verso l’Iran.
Quella di ieri è una variante al tema????
Sostiene L’Unità:
Gaza, raid e morti. Hamas:
«Israele ha i giorni contati»
15 novembre 2012
Un razzo ha ucciso tre israeliani nel sud di Israele vicino al confine con la Striscia di Gaza. Lo riferisce la televisione israeliana.
A esser colpito dal razzo è stato un palazzo a Kiryat Malachi. Altre persone sarebbero intrappolate nella struttura. Lo ha detto un portavoce della polizia, Louba Samri.
Secondo quanto riportato dalla televisione israeliana Channel 1 i razzi sparati dalla Striscia di Gaza hanno colpito la città israeliana di Kiryat Malahi: «Stiamo parlando di tre morti», ha indicato la televisione, aggiungendo che un razzo ha colpito in pieno una casa.
Secondo la Croce Rossa - citata dai media - le tre persone uccise sono due donne e un uomo, tutti intorno a 30 anni. Tra i feriti c'è anche un ragazzino di 4 anni. Altre due ragazzine sono state portate in ospedale a causa delle ferite provocate da uno shrapnel. Anche il padre di una di loro è rimasto ferito dall'attacco.
«I giorni dei sionisti sono contati, specialmente dopo lo scoppio Primavera araba»: lo ha affermato Khalid Meshaal, capo in esilio dell'ufficio politico di Hamas, commentando l'escalation nella Striscia di Gaza. Intervenendo a Khartum all'ottava conferenza del movimento islamista sudanese, Meshaal ha affermato che l'obiettivo degli israeliani è la distruzione delle infrastrutture della resistenza. «Ma essi
dimenticano», ha aggiunto il leader del movimento palestinese, «che la resistenza poggia su uomini e donne».
Ieri nuovi raid israeliani hanno ucciso il capo di Hamas e altre dodicipersone. Ci sono anche un bebè, una bambina e una ragazza incinta fra le vittime dei combattimenti in corso fra Israele e Hamas a Gaza. Il bilancio complessivo delle vittime al momento è di 12 morti e decine di feriti, secondo fonti mediche palestinesi. La bimba si chiamava Rinan Arafat e aveva sette anni. Il neonato era Ahmed Mashrawi, di 11 mesi. La ragazza incinta era Hiba al-Mashrawi, di 19 anni.
Le ostilità hanno avuto inizio ieri con la uccisione del capo militare di Hamas Ahmed Jaabari (52) e della sua guardia del corpo, Muhammad al-Hamas. Altri miliziani colpiti a morte dal fuoco israeliano sono Issam Abul-Mizah (20), Wael al-Ghalban e Hisham al-Ghalban. Altre vittime identificate finora negli ospedali della
striscia sono: Hani al-Kasih (19), Mahmud Sawawein (65), Habes Mesmeh (30). Una dodicesima vittima non è stata ancora identificata.
Intanto, migliaia di palestinesi hanno sfidato il clima di paura che si avverte nella Striscia per i raid israeliani, che nelle ultime 24 ore secondo fonti mediche locali hanno provocato 13 morti e decine di feriti, e si sono radunati nel centro di Gaza per partecipare ai funerali di Ahmed Jaabari, il comandante militare di Hamas ucciso ieri da un razzo israeliano.
Le salme di Jaabari e di altri miliziani palestinesi lasceranno in mattinata l'ospedale al-Shifa per raggiungere la moschea el-Omari, la principale di Gaza. Da là il corteo funebre raggiungerà il cimitero del rione Sheikh Radwan. Mentre sulla Striscia continuano i raid israeliani, nella popolazione cresce la sensazione di dover affrontare un conflitto prolungato. La scorsa notte le stazioni di benzina sono state prese d'assalto e stamane molte sono a secco. Lunghe code si vedono davanti alle panetterie.
Tornano, insomma, a materializzarsi gli spettri della guerra nella Striscia di Gaza. A quattro anni dalla sanguinosa operazione 'Piombo Fuso', Israele ha lanciato una massiccia offensiva aerea sulla Striscia, uccidendo Ahmed Jaabari, 52 anni, comandante del braccio armato della fazione islamica (Brigate Ezzedin al-Qassam), il regista della cattura di Ghilad Shalit e di fatto l' 'uomo forte' di Gaza. La sua eliminazione è giunta dopo che per giorni Hamas aveva indirizzato da Gaza i propri razzi contro il Neghev israeliano. «La situazione era divenuta insostenibile», si è giustificato ieri sera il premier Benyamin Netanyahu, «dovevamo assolutamente reagire. Nessuna altra nazione al mondo avrebbe accettato una situazione simile».
Non si fa attendere il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele a difendersi: «Non c'è giustificazione - si legge in un comunicato del Dipartimento di Stato - per i codardi attacchi condotti contro Israele».
Jaabari è stato centrato da un missile a bordo della vettura su cui viaggiava con il figlio. L'esplosione ha ridotto l'automobile a un ammasso di lamiere accartocciate e non gli ha dato scampo. Malgrado la tensione crescente, pare si sentisse sicuro del fatto suo: forse riteneva di beneficiare di una 'rete di protezione' egiziana, avendo stretto di recente le proprie relazioni con i servizi segreti del Cairo nello sforzo di arginare le attività sempre più destabilizzanti dei salafiti sia nella Striscia sia nel Sinai. Ma la morte lo ha raggiunto dal cielo nel pieno centro di Gaza City, all'imbocco di via Omar el-Mukhtar.
Nella Striscia la notizia dell'uccisione di Jaabari - personaggio circondato da un alone di ammirazione - si è sparsa in brevissimo tempo. Attorno all'ospedale al-Shifa si è radunata una folla in preda al dolore e alla collera, mentre miliziani di Hamas sparavano in aria rabbiose raffiche di arma automatica. Israele intanto non si è fermato, annunciando l'avvio di un'operazione su più vasta scala denominata 'Colonna di nuvolà: per ora affidata alla sola aviazione, ma aperta al coinvolgimento di forze di terra «se sarà necessario», ha avvertito Netanyahu. Nelle ore successive i raid si sono susseguiti quasi senza sosta, colpendo sia comandanti di Hamas sia i depositi di razzi Fajjar capaci di raggiungere da Gaza, in teoria, la periferia di Tel Aviv. Una fonte militare a Tel Aviv ieri sera ha detto che i risultati di questo attacco sono stati molto efficaci. Secondo la fonte, Hamas aveva allestito i depositi missilistici anche in zone fittamente abitate da civili, inclusi condomini residenziali e aree limitrofe ad asili nido o ospedali. Cosa che ha offerto a Netanyahu il destro per tornare ad accusare la fazione islamica di farsi scudo con i civili.
Da Gaza, tuttavia, Hamas ha reagito accusando a sua volta Israele di condurre «un'aggressione barbara» e indiscriminata. Il bilancio provvisorio delle vittime palestinesi di queste ore è di almeno nove morti (fra cui due bambini) e decine di feriti. Gli islamici al potere nella Striscia - i cui dirigenti di sono dati alla clandestinità per sfuggire ai velivoli israeliani - hanno fatto sapere che la loro reazione spalancherà «le porte dell'inferno» di fronte all' 'occupante sionistà e che ormai «sono leciti tutti gli obiettivi in Israele».
Una prima reazione si è avuta alle 20 locali, in contemporanea con l'inizio dei telegiornali israeliani di prima serata, quando la città di Beer Sheva (Neghev) è stata investita dal lancio di una quindicina di razzi Grad sparati da Gaza, parte dei quali intercettati dai sistemi di difesa aerea. In tutte le località vicine a Gaza la popolazione israeliana ha avuto ordine di restare in prossimità dei rifugi. «Questo è solo l'inizio», ha sottolineato il ministro della Difesa Ehud Barak, che ha ordinato il richiamo di unità di riservisti e l'avvicinamento minaccioso a Gaza di reparti di fanteria. Gli obiettivi dei raid, ha spiegato Barak, sono quattro: il rafforzamento del deterrente israeliano; la distruzione degli arsenali di Hamas e di altre «organizzazioni terroristiche»; e la difesa dei civili nel Neghev.
Il presidente Shimon Peres ha illustrato a sua volta l'operazione a Barack Obama, in una telefonata in cui ha difeso «l'esecuzione mirata» di Jaabari, additato come un «estremista radicale» responsabile di numerosi attacchi terroristici e ha sostenuto che Israele non poteva tollerare oltre il lancio di razzi.
Tutti gli occhi sono adesso puntati sulle ripercussioni regionali: in particolare alle mosse degli Hezbollah libanesi e dei dirigenti islamici dell'Egitto, invocati da Hamas affinchè levino la loro voce contro «l'escalation». «Consigliamo a tutti di agire con ponderatezza», ha ammonito più tardi Ehud Barak dagli schermi televisivi. Parole che tuttavia non sembrano far breccia al Cairo, che ha provveduto a condannare (all'unisono con il Qatar) l'uccisione di Jaabari, a ritirare il suo ambasciatore da Israele, a sollecitare una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza e ad associarsi alla richiesta del presidente palestinese Abu Mazen di un vertice straordinario della Lega Araba, che si terrà sabato. Intanto, l'ambasciatore israeliano in Egitto Yaakov Amitai ha lasciato il Cairo insieme con lo staff diplomatico dell'ambasciata su un volo diretto ad Amman, in assenza di voli per Israele dal Cairo in serata. Una misura che appare dettata da ragioni di sicurezza.
Appelli per la fine immediata delle violenze sono giunti anche dal segretario generale dell'Onu, dalla Russia e dalla Francia.
Ma dal fronte i tamburi di guerra continuano a rullare.
http://www.unita.it/italia/raid-israeli ... 269?page=3