Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Immigrazione, Vendola: "Istituire nel Canale di Sicilia corridoi umanitari"

"Per poter credibilmente praticare il 'mai più' tanto invocato nei giorni scorsi, occorre istituire subito nel Canale di Sicilia dei corridoi umanitari che consentano a chi sta scappando dalla guerra, dalla fame, dalle dittature, di raggiungere un territorio di sicurezza". Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia liberta', parlando con i cronisti a margine del convegno Campo Democratico al teatro Quirino di Roma.

Da "0" a "100" quanto sei d'accordo?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

13 OTT 2013 12:00
1. PER UNA DOMENICA METTIAMO DA PARTE BERLUSCONI-RENZI-GRILLO-LETTA E ALTRE DISGRAZIE PER COMPRENDERE IL FUTURO PROSSIMO E POCO RADIOSO CHE CI ATTENDE -


2. ECCO UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ DIVISA TRA UN CETO BENESTANTE E UNA SOCIETÀ DI MASSA A REDDITO MEDIO-BASSO, O ALLE SOGLIE DELL’INDIGENZA, SENZA PIÙ NULLA IN MEZZO -


3. LA MEMORIA DEL MEZZO SECOLO DI RAPIDA CRESCITA, WELFARE GENEROSO E PROSPERITÀ, SI APPANNERÀ SEMPRE PIÙ. FINO A QUANDO QUELL’EPOCA SARÀ CATALOGATA COME UNA SORTA DI INCIDENTE DELLA STORIA, FELICE MA INSOSTENIBILE E QUINDI IRRIPETIBILE -


4. NON LA GLOBALIZZAZIONE NÉ LA CRISI DEL 2008: LA SCOMPARSA DEL CETO MEDIO È UNA CONSEGUENZA DELLE TECNOLOGIE “FINIREMO COME IL CAVALLO QUANDO ARRIVÒ IL TRENO” -



Massimo Gaggi per "La Lettura" del Corriere della Sera

S'intitola I nequality for All il film-documentario che in questi giorni porta nelle sale cinematografiche d'America le lezioni universitarie in cui Robert Reich (docente di Berkeley ed ex ministro del Lavoro di Bill Clinton) denuncia gli effetti sociali dirompenti dell'accentuazione delle diseguaglianze che si è verificata negli Usa: un fossato tra ricchi e resto della società di una profondità mai vista dagli anni Venti del Novecento.

E, mentre Barack Obama promette di dedicare ciò che resta della sua presidenza alla creazione di posti di lavoro e a ridare fiato a un ceto medio che sta scomparendo, Sidney Blumenthal spiega che i democratici imposteranno la campagna presidenziale del 2016 proprio sulle diseguaglianze.

Secondo il consigliere della Casa Bianca negli anni di Bill Clinton, che ora lavora al fianco di Hillary, la probabile candidata di quelle elezioni, il fronte progressista punterà proprio sulla battaglia contro le diseguaglianze in un'America sempre più divisa tra un ceto benestante e una società di massa a reddito medio-basso - o addirittura alle soglie dell'indigenza - senza più nulla in mezzo.

Negli Stati Uniti non è solo la sinistra a mettere sotto i riflettori la questione della crescente divaricazione tra ricchi e poveri: nelle librerie è appena arrivato Average is Over , un saggio di Tyler Cowen nel quale l'economista della George Mason University - geniale, provocatorio, di certo non progressista - disegna scenari futuri allarmanti nei quali i ceti intermedi, come suggerisce il titolo, scompaiono.

Più precisamente: si allarga sempre più il divario tra il 10-15 per cento della popolazione che, svolgendo professioni non intaccate dall'automazione o avendo imparato e dominare le macchine e a migliorarne il rendimento, vivrà in condizioni di grande benessere e tutti gli altri. Gli altri sono quelli che troveranno impieghi negli interstizi della società robotizzata o che svolgeranno lavori, come quelli degli infermieri, che le macchine non riescono a sostituire ma non richiedono una grande qualificazione.

Una grande massa di cittadini dovrà imparare a vivere in modo più austero. Un destino al quale, secondo Cowen, è inutile ribellarsi e col quale anche i meno fortunati impareranno a convivere, scoprendo che la frugalità ha anche aspetti positivi. Sarà una società diversa, sempre più meritocratica, anzi «ipermeritocratica», mentre la memoria del mezzo secolo di rapida crescita, welfare generoso e prosperità, in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale, si appannerà sempre più. Fino a quando quell'epoca sarà catalogata come una sorta di incidente della storia, felice ma insostenibile e quindi irripetibile.

Uno scenario cupo, che per fortuna altri analisti non condividono (non fino in fondo, almeno). Ma è un fatto che improvvisamente le voci un tempo isolate di chi da anni prevede una crescente polarizzazione dei redditi e una sostanziale sparizione del ceto medio, sono diventate mainstream in America. Com'è maturato questo cambiamento di prospettiva? E che tipo di risposte politiche possono essere elaborate, ammesso che in un campo come questo i governi abbiano significativi margini di manovra?

Fino a qualche tempo fa, l'opinione prevalente era che le difficoltà nelle quali si dibattono quasi tutti i Paesi industrializzati fossero legate, oltre che alla crisi finanziaria planetaria del 2008, a una globalizzazione che ha creato di certo nuove opportunità, ma ha anche provocato un trasferimento di ricchezza senza precedenti dall'Occidente ai Paesi emergenti, soprattutto quelli dell'Asia.

La tecnologia non aveva un ruolo centrale in queste analisi: la nuova economia digitale veniva vista come un fattore che da un lato crea problemi sociali quando i robot sostituiscono gli uomini, ma dall'altro aumenta l'efficienza del sistema, producendo nuova ricchezza e, quindi, maggiori occasioni di lavoro. In fondo, ragionavano i «tecno-ottimisti», nel 1790 il 93 per cento degli americani viveva di agricoltura. Duecento anni dopo, nel 1990, la quota dei contadini era scesa al 2 per cento, eppure gli Stati Uniti erano un Paese di incredibile prosperità, che aveva raggiunto il pieno impiego.

Meglio, quindi, non fasciarsi la testa: potremmo essere entrati in una nuova era di «distruzione creativa». Come quando il motore a vapore mandò in pensione il cavallo come mezzo di trasporto e l'economia che gli era cresciuta intorno. Ma il cavallo di ferro - la locomotiva con le sue reti ferroviarie e le fabbriche costruite vicino ai binari - ha alimentato una nuova e ben più vasta economia: lavori qualificati o umili ma comunque numerosi e pagati, in media, assai più di quelli dei braccianti agricoli.

Pian piano ci si è, però, resi conto che nell'epoca del rapido sviluppo delle tecnologie digitali, nei Paesi industrializzati il motore della creazione di posti di lavoro si è inceppato. È un dibattito che abbiamo raccontato nei mesi scorsi anche sulla «Lettura»: dalle analisi di Robert Gordon della Northwestern University (le tecnologie digitali, leggere e virtuali, non creano tanto lavoro quanto le rivoluzioni precedenti - vapore, elettricità, motore a scoppio - che hanno fatto nascere nuovi universi industriali) a Race Against the Machine , l'ormai celebre saggio di Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee del Mit di Boston.

Negli ultimi mesi però sono emerse nuove analisi più focalizzate sugli effetti che la rivoluzione digitale sta avendo sulla distribuzione del reddito. Noah Smith, giovane economista della Michigan University e attivissimo blogger, ha concentrato la sua attenzione sul cambiamento della distribuzione del reddito tra capitale e lavoro in un saggio pubblicato da «The Atlantic»: «Durante quasi tutta la storia moderna i due terzi della ricchezza prodotta è servita per pagare i salari mentre il terzo rimanente è andato in dividendi, affitti e altri redditi da capitale».

Ma dal 2000 - quindi ben prima della crisi prodotta dal crollo di Wall Street del 2008 - le cose sono cambiate: «La quota del lavoro ha cominciato a calare stabilmente fino ad arrivare al 60 per cento, mentre i redditi da capitale sono cresciuti».

La causa, secondo Smith, va ricercata nella tecnologia: «In passato il progresso tecnico ha sempre aumentato le capacità dell'essere umano: un operaio con una motosega è più produttivo di uno che lavora con una sega a mano. Ma quell'era è passata. La nuova rivoluzione, quella dei computer e delle tecnologie digitali, riguarda le funzioni cognitive, non l'estensione delle capacità fisiche. E una volta che le capacità cognitive dell'uomo sono sostituite da una macchina, diventiamo obsoleti come i cavalli» nell'era del motore a vapore.

Ancora più interessante, forse, l'analisi di un altro docente del Mit di Boston, David Autor, dai cui studi emerge che i computer, capaci di sostituire anche lavoratori con mansioni piuttosto complesse, ma con una elevata componente di routine , lasciano all'uomo i mestieri non routinari che sono essenzialmente di due tipi: «In alto ci sono i lavori astratti, quelli che richiedono intuito, creatività, capacità di persuadere e risolvere problemi. Sono i lavori di manager, scienziati, medici, ingegneri, designer.

Dall'altro lato troviamo i lavori manuali che richiedono interazioni, capacità di adattamento e osservazione, saper riconoscere un linguaggio: preparare un pasto, guidare un camion in città, pulire una stanza d'albergo. Questi lavori non vengono sostituiti dai computer, ma non richiedendo grosse competenze professionali, in genere sono pagati poco. Meno di molti mestieri spariti con l'automazione.

Un processo tutt'altro che esaurito con i robot al lavoro nelle fabbriche di tutto il mondo che ormai si contano in milioni. Un recente e dettagliatissimo studio della Oxford University che ha esaminato in profondità, uno per uno, 72 settori produttivi, giunge alla conclusione che quasi la metà dei lavori ancora svolti dall'uomo (il 47 per cento, per la precisione) verrà prima o poi sostituito dalle macchine.

Più ottimista di Gordon, che teme un futuro di disoccupazione di massa, Autor pensa che il mercato del lavoro si allargherà comunque a nuove attività che oggi non immaginiamo: la computerizzazione della società potrebbe anche non ridurre il numero complessivo dei posti di lavoro, ma ne degraderà la qualità (e quindi il reddito). Le sue conclusioni, alla fine, non sono molto diverse da quelle di Cowen: crescente polarizzazione dei salari, divaricazione abissale tra le classi sociali.

Come evitare questa trappola? Dovrebbe essere questa la sfida alla quale i politici dedicano la maggiore attenzione. Invece, scrive sul «New York Times», Stephen King (il capo economista del gigante bancario Hsbc, non lo scrittore, anche se le sue analisi, ironizza qualche suo collega, sono da romanzi horror), «i governi si limitano a pregare perché arrivi una forte ripresa: preferiscono optare per l'illusione perché la realtà è troppo cupa».

Per adesso a «sporcarsi le mani» col tentativo di individuare soluzioni sono soprattutto gli economisti. Con risultati non entusiasmanti. Quelli di idee progressiste non credono che un aumento delle disparità sia alla lunga sostenibile e temono per la tenuta delle democrazie, a differenza di Cowen che prevede un adattamento all'ineluttabile in un mondo che non si ribellerà e, anzi, sarà sempre più conservatore (come conservatori sono, già oggi, gli Stati Usa più poveri, non i più ricchi).

Noah Smith vuole stimolare la moltiplicazione delle piccole aziende per rendere il maggior numero possibile di lavoratori imprenditori di se stessi e immagina un meccanismo di compensazione del trasferimento di ricchezza dalla manodopera alle imprese: un portafoglio di azioni di società quotate da consegnare a ogni cittadino al compimento del diciottesimo anno. Una sorta di polizza assicurativa per proteggere l'individuo dall'impatto dei robot sul mercato del lavoro.

Autor pensa, invece, ad uno sforzo per estendere il raggio dei mestieri che richiedono intuito e discrete capacità professionali - dall'infermiera capace anche di aggiornare la terapia di un diabetico agli idraulici e gli elettricisti capaci di ridisegnare una rete - in modo da ricreare uno spazio intermedio per un ceto di quelli che chiama i «nuovi artigiani».

Altri, come il tecnologo-visionario Jaron Lanier, pensano a una redistribuzione della ricchezza prodotta dalla civiltà di Big Data : i grandi gruppi dell'economia digitale, che mettono da parte ricchezze immense grazie alla loro capacità di accumulare e analizzare un volume enorme di informazioni, dovrebbero effettuare micropagamenti con meccanismi automatici a tutti noi quando utilizzano i dati che immettiamo in Rete.

Tutte idee intelligenti, che cercano di immaginare un riequilibrio basato, per quanto possibile, su meccanismi di mercato, ma che difficilmente possono essere risolutive. La sfida della politica è proprio questa: in fondo, quando mezzo secolo fa si immaginava un mondo nel quale avremmo lavorato poche ore alla settimana, si dava per scontato che le macchine avrebbero sostituito l'uomo, ma si pensava anche che dei frutti della loro maggior produttività avrebbero beneficiato più o meno tutti.

All'inizio del XXI secolo il problema è ancora quello: favorire una redistribuzione almeno parziale senza ricadere nel dirigismo e negli eccessi di statalismo le cui ustioni sono ben visibili sulla pelle delle società occidentali, specie quella italiana.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Domanda al forum:

L’archeologia parassitaria dell’attuale classe politica, vecchia e consunta ed anche giovanina, oltre al giornalismo a rimorchio, ripete all’infinito l’esistenza politica del centro.

IN COSA CONSISTE LA POLITICA CENTRISTA?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Racconti italiani,.....brevi, brevissimi e micro - 1


La maledizione di Tutankhamon - 1


Se vive quanto Priebke siamo spacciati.


A pagina 6 del cartaceo di IFQ di stamani, campeggia la foto dell’immarcescibile Bruno Vespa. Sorriso mascellare che ci ricorda tanto il padre, e le mani nella tradizionale posizione di sciacqeuttaire (si sciacqua sempre le mani), sotto il titolo: VESPA FOREVER. (All’Imu-rtacci sua)

Titolo dell’articolo:

“ Italiani, non illudetevi
Io resterò sempre con voi”


(Grazie, ..non ne abbiamo bisogno - ndt)


E’ stato il maestro dei talk show, inginocchiati. Un vero cameriere del potere. Ricordiamoci ad esempio la sceneggiata della scrivania di Silvietto con le promesse per merloni giganti DOC.

http://www.cadoinpiedi.it/2013/02/21/ve ... sconi.html


La destra se è salita dopo il crollo della Dc lo deve in parte anche a lui, ….il caro Vespasiano……

Nell’inferno dantesco di questo pianeta ci è toccato in sorte il girone tricolore.

Tra le varie punizioni ci toccherà di sorbire le pugnaccate del caro Vespasiano ancora per molto,…….cosi ci ha fatto sapere lui…………

Adesso che è ritornata la Dc, continua a cantare:

Guarda come gongolo,…guarda come gongolo,……con il twist……
Con le gambe ad angolo,…..con le gambe ad angolo, ….ballo il twist….

http://www.youtube.com/watch?v=P4Fnx7FXkAo


Poteva lasciarci proprio lui nei giorni della Pasqua di resurrezione della Balena Bianca????

Come se ne viene fuori???????

PS. Le avventure di Pinocchio II - 1

Ascoltando Silvio Pinocchioni a Porta a Porta, da l'impressione surreale di aver vissuto un ventennio all'interno di un libro: Le avventure di Pinocchio II.

Non può essere vero di aver passato un'avventura simile.

A chi assegnamo la parte della fata turchina?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Lampedusa, aumento della benzina per pagare la missione militare Lampedusa, aumento della benzina per pagare la missione militare

Cinquecento uomini che potrebbero diventare 1.500, 6 navi, 4 elicotteri, 2 aerei. E una sorveglianza 24 ore su 24. Sono i numeri della missione "militare, aerea e navale" che il governo metterà in piedi nel Mediterraneo per presidiare le acque intorno a Lampedusa. Per far fronte alla missione, che Letta ha definito "costosa", il governo sta pensando di aumentare le accise della benzina.

Da "0" a "100" quanto sei d'accordo con questa soluzione?


*****************

Se attiva i traghetti Libia - Italia tra una ventina di giorni non c'è più bisogno della sorveglianza.

Per i profughi costa meno pagare il traghetto.

Visto poi che l'Oltretevere non paga l'Imu almeno partecipi con conventi aperti e pasti caldi.

La maggior parte dei profughi non vuole rimanere in Italia,....e c'ha ragione perché è peggio dell'Africa,...........e poi qui ci sta ancora Veltroni che doveva fare il missionario da quelle parti.

Controlli e smistamento immediati sul traghetto.

C'è internet, e l'Europa li può accogliere.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 76
Un drammatico vuoto di potere - 65
I giorni della follia - 63

Caos calmo - 9



Se c’era bisogno della controprova, della prova del 9, che questo Stato è in uno stadio avanzato di putrefazione, senza la minima possibilità di scampo, ce l’ha fornita questa sera Stefano Fassina a Piazzapulita.

Fassina, un “giovane” di 47 anni, alla sua prima esperienza istituzionale, si è dimostrato un’autentica frana.

Abbiamo passato un ventennio a sentire sempre le stesse cose, i documenti d’archivio della Rai e de La7 basta rivederli per rendersene conto, se la memoria non supporta.

Non c’è niente da fare, il sistema super fallito a novembre 2011 cerca di sopravvivere in ogni modo e con ogni mezzo.

Dal punto vista sociologico, la puntata di questa sera di Piazzapulita, con tutti gli attori in cerca di incrementare il proprio consenso politico, come sempre, senza la minima idea di come risolvere questo livello di emergenza, indica chiaramente che questi politicanti porteranno inevitabilmente il Paese alla guerra civile.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La lunga agonia italiana – 77
Un drammatico vuoto di potere - 66
I giorni della follia - 64

Caos calmo - 10


Alta tensione, la lite è dietro l’angolo. Segno dei tempi che stanno peggiorando.


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Sallusti - Alfano

Pdl, Sallusti: "Alfano vuole la mia
testa? Sono minacce da mafiosetto"

Il direttore de il Giornale nel suo editoriale se la prende con il ministro dell'Interno che, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe chiesto a Berlusconi le dimissioni del giornalista. E di Cicchitto dice: "Comico, dà i sette giorni al Cavaliere"

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Napolitano –M5S

Napolitano: "Attenti ai propagandisti
dell'odio presenti su internet"

Dal presidente della Repubblica nuove parole di critica verso il web, contenute in un messaggio rivolto ai giovani. Citati anche i "venditori di falsi miti" che approfittano della "freschezza e della bontà d'animo". Il precedente nello scontro Boldrini-M5S

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Fazio - Brunetta

Fazio vs Brunetta: ‘Alitalia perde soldi’. Il deputato: ‘Lei racconti dei 5 milioni da Rai’
Battibecco fra il conduttore di 'Che tempo che fa' (Rai3) e l'ex ministro Pdl sul contratto con la tv di Stato. "Io faccio guadagnare la mia azienda e non ho nessuna denuncia fiscale"

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Porro - Freccero

Porro vs Freccero: "Arnese del passato
venga con me ospite a Saint Tropez"

Il conduttore di ‘Virus’ (Rai2) contro l’ex direttore di Rai4 a ‘Tv Talk’ (Rai3). A innescare la polemica una domanda dal pubblico: "Freccero dice che lei 'non ha fame di successo. Appartiene alla categoria di quelli che vanno in vacanza in Costa Azzurra". La replica: "Lui va in ferie in un posto vicino"
di Gisella Ruccia

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Luttwak - Berlusconi

Virus, Luttwak attacca Berlusconi. Fuorionda di Porro: “E’ un casino”

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Emiliano – Zanonato - Renzi

Amnistia, Emiliano (Pd): “Zanonato contro Renzi? Vergognoso e fazioso”

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Pacifici – Priebke figlio

Funerali Priebke, Pacifici: “Suo figlio dice castronerie non commentabili”

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Capacchione - Ballotelli

Nazionale anti camorra
Una senatrice del Pd:
"Balotelli è un imbecille"

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Grillino - Grillo

MOVIMENTO CINQUE STELLE
Il grillino figlio
di immigrati:
«Caro Beppe, sui clandestini sbagli»

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Adinolfi - Travaglio

Ciò che Travaglio non capisce
(e non è neanche in malafede...)
di Massimo Adinolfi - LA POLEMICA | Pensavo fosse malafede, e invece sono proprio limiti di comprensione...

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British Airways – Alitalia

British Airways: "Aiuti di Stato
ad Alitalia. La Ue intervenga"

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Sgarbi - Cruciani


1. Lite Sgarbi-Cruciani, Radio Belva chiude subito i battenti
Il Messaggero ‎- 3 giorni fa
Furiosa lite tra Sgarbi e Cruciani nel corso della prima puntata di radio Belva, su Retequattro. E la trasmissione chiude subito i battenti.

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peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Tagliano ancora la sanità. Visti i tempi per le richieste di visite, chi ha genitori anziani dovrà imparare a fare le sedute spiritiche per farli visitare.

TACCI VOSTRA, LETTA, TAFANO, GIOVANNINI, TUTTI QUANTI!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Zanonato mi ha molto deluso.Ora lo vedo per quello che è:uno dei tanti.
Ciao
Paolo11
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Allora, siccome scendiletta ha capito che aria tirava ha levato i tagli alla sanità, in compenso massacreranno ancora gli statali e privatizzeranno

E comunque non ho capito come questa stupida manovra favorisca lo sviluppo. Come pensano che l'occupazione possa ripartire? Se anche tagli un pochino il cuneo fiscale senza che le imprese vendano, che abbiamo risolto?
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