La lunga agonia italiana – 118
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I giorni della follia - 107
Sotto le macerie - 40
Implosion - 23
Cosa c'è dietro l'angolo - 7
E' proprio un momento no per il Bel Paese. I legislatori non sembrano all'altezza del loro compito.
I politici vengono scelti prevalentemente adatti alla qualifica di "schiacciabottoni".
Fare le leggi non è da tutti.
Guido Scorza segnala per i giorni futuri una restrizione della "democrazia".
Però il termine "democrazia" è troppo abusato. Nell'ultimo ventennio, quando si pensava nel riscatto storico dei blocchi della guerra fredda, voluta a Yalta da Stalin, Churchill e Roosevelt, che hanno originato quasi mezzo secolo di regime democristiano dando vita ad una "democrazia" limitata, quindi zoppa, per via della mancanza di alternanza in presenza di partiti democratici riconosciuti, siamo incappati in una fase in cui il vecchio cs si è traformato in un'oligarchia, che fronteggiava una serie di partiti padronali. Oggi, nella fase di sgretolamento siamo entrati abbondantemente nell'anarchia. Se poi come sostiene Scorza, i legislatori si preparano a limitare i diritti sul Web, c'è da che stare allegri.
Leggi da FarWeb: filtri, sceriffi e giudizi sommari
di Guido Scorza | 9 novembre 2013Commenti (12)
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Guido Scorza è un docente, avvocato e giornalista)
Se il Web è il futuro, nel futuro il nostro Paese sarà meno democratico di quanto non lo sia stato sin qui.
A colpi di leggi, decreti e regolamenti, infatti, quando si parla di web, stiamo progressivamente abdicando ai principi fondamentali di ogni Stato di diritto in nome di forme di giustizia privata e sommaria da FarWest, anzi – se mi si consente la battuta – da FarWeb.
E’ una constatazione amara eppure inevitabile.
In Parlamento è stato da poco assegnato alla Commissione Giustizia, un disegno di legge, “silenziosamente” presentato il 3 luglio scorso ad iniziativa di un gruppo di parlamentari [Santerini e Marazziti (Scelta Civica), Fiano (Pd), Centemero (Pdl) e Marcon (Sel)] che con il lodevole obiettivo di rafforzare il sistema di repressione di ogni forma di discriminazione razziale anche sul Web, propone di introdurre sanzioni fino a 150 mila euro – irrogate non da un giudice ma dal Ministero dello Sviluppo Economico – per i fornitori di servizi internet (Isp) che – venutine a conoscenza – non segnalino tempestivamente alla Polizia Postale “le imprese o i soggetti” che commettono reati di opinione connessi alla discriminazione razziale, etnica o religiosa.
Si tratta di una serie di reati di straordinaria gravità ma, sfortunatamente, come di consueto nei reati di opinione, non sempre di facile identificazione neppure da parte dell’autorità giudiziaria.
Ma non basta perché nello stesso disegno di legge si prevede che la Polizia Postale – a quanto si capisce anche senza bisogno di un ordine dell’autorità giudiziaria – possa “segnalare” ai fornitori di connettività un elenco di siti ai quali impedire, attraverso l’adozione di appositi strumenti di filtraggio, l’accesso da parte dei propri utenti.
Anche in questo caso, il mancato rispetto dell’ordine di filtraggio comporta per l’internet service provider una sanzione fino a 150 mila euro.
Il disegno di legge è scritto utilizzando – parola per parola – lo stampone della legge contro la pedopornografia online che prevede analoghi strumenti di repressione, affidandone l’attuazione alla stessa Polizia Postale.
Un’eccezione, introdotta nell’Ordinamento per arginare un fenomeno di ineguagliabile brutalità –senza con ciò voler dire che promuovere o istigare all’odio razziale sia un crimine meno atroce – e, soprattutto, in un’epoca nella quale Internet non era ancora divenuto il fenomeno pervasivo che noi tutti oggi conosciamo, si avvia, dunque, a diventare la regola.
E’ un fatto preoccupante soprattutto perché, sempre in queste settimane, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si accinge a varare un Regolamento attraverso il quale sancisce regole e principi sostanzialmente analoghi per contrastare il fenomeno della pirateria online.
Anche in questo caso, all’esito di un procedimento sommario che si aprirà e chiuderà nello spazio di poche ore, l’Autorità potrà ordinare ai fornitori di servizi online di impedire ai propri utenti di accedere a questo o quel sito attraverso il quale vengono diffusi al pubblico contenuti protetti da diritto d’autore.
Il tutto sulla base di una semplice segnalazione da parte di soggetti privati, vagliata in poche ore da un’Autorità non giurisdizionale.
Giudici e Tribunali, di fatto, vengono esautorati dei loro compiti costituzionali che per far meglio e prima sono amministrati nell’ambito di un dialogo sommario tra privati portatori di interessi di parte e un’autorità amministrativa.
Anche in questo caso – dicono i sostenitori dell’iniziativa dell’Agcom – nulla di nuovo perché procedure analoghe, sommarie ed extragiudiziarie sarebbero già utilizzate danni per combattere il gioco d’azzardo online, settore nel quale – con un’altra legge varata parecchi anni fa, si attribuirono poteri straordinari all’Amministrazione Autonoma dei monopoli di Stato, legittimandola ad esigere dagli internet services provider blocchi e filtraggi.
Ancora una volta, l’eccezione di un tempo, diventa la regola e ancora una volta si sta per abdicare ai principi dello stato di diritto ed introdurre regole da Far West in cui la giustizia è amministrata sotto l’impulso di soggetti privati, fuori dai Tribunali.
E’ una deriva allarmante perché se passa il principio che sul Web, solo perché ciò è tecnicamente possibile – aspetto sul quale pure sarebbe opportuna qualche riflessione in più – deve considerarsi legittimo adottare procedure sommarie da corte marziale e trasformare soggetti privati in sceriffi, nei prossimi anni nei quali tutto o quasi avverrà sul Web, ci ritroveremo a poter fare a meno di giudici e tribunali ed a lasciare che la giustizia sia amministrata da autorità amministrative e soggetti privati.
Si tratta, peraltro, di una deriva largamente prevista, da Frank La Rue, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per la promozione e tutela della libertà di informazione che nel 2011 – sebbene avendo presenti esempi come la Cina e la Turchia – metteva in guardia la comunità internazionale circa il moltiplicarsi di sistemi di blocco e filtraggio di Stato, capaci, in nome della repressione di reati, di compromettere la libertà di informazione.
Qualcosa di quanto sta accadendo in Italia deve, ora, essergli arrivata all’orecchio perché la prossima settimana sarà in Italia, in visita ufficiale, per dialogare con istituzioni e società civile e tracciare poi – davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite – un profilo del nostro Paese, raccomandandoci, verosimilmente, di cambiare rotta prima che sia troppo tardi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... ri/771609/
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Vox populi
sophant • 7 ore fa
I filtri a internet non servono, o meglio servono solamente ai televedenti per cui il problema non si pone. Basta googleare e in non più di 5 minuti sei di la..... ma in fin dei conti ogni giorno devono confermare che l'itaglia è un paese dove la politica fa ridere e la satira fa piangere
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CastaNefasta • 7 ore fa
Scorza lei fa un ottimo livello di informazione in questo giornale, dovrebbero darle più spazio, e senza considerare il livello qualitativo dell'informazione proposta, sempre scritta in maniera chiara e semplice da leggere anche in lettura veloce o di scrematura per poi essere approfondita sempre perchè merita.
Complimenti.
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Mick M. • 7 ore fa
ma SeL è un ci0feca di partito ..... si dicono di sinistra e quando c'è da "punire" la gente comune sono sovrapponibili ad un qualsiasi piediellino .... ma bas1a ! ridateci la sinistra per favore !
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cat3appr • 8 ore fa
questi sciocchini ancora provano a combattere le tecnologie invece di aiutarle
le tecnologie funzionano proprio cosi', per ogni stupida legge bavaglio ci sara' sempre la trovata dell'hacker di turno per girarci intorno
fessi legislatori tipicamente italiani... invece di preoccuparsi a far abbassare il prezzo delle ADSL che rispetto agli altri paesi d'europa da noi costa di piu' ingiustificatamente e la velocita' lascia a desiderare, questi la ostacolano con leggi stupide che verranno circonveite subito dopo la messa in atto
per ora basta usare TOR o VPN per farla franca
Anche l'ucraina, la romania e la moldavia sono messi molto meglio di noi a livello di internet... servizi a bassissimo costo e notevole veolocita' .... svegliatevi inetti politicanti italioti!!!!!
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gian90 • 8 ore fa
Reati di opinione? Ormai siamo alla psicopolizia...
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ri conte nuto • 9 ore fa
verametne è adesso ceh nel web non vale lo stato di diritto
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alex78 • 9 ore fa
Bah... leggi assurde per un paese assurdo... il regime bipartisan è al collasso e devono provare ad arginare la diga che crolla mettendo il bavaglio alle voci di dissenso. Ad ogni modo per come la vedo io le soluzioni prospettate da questi genialoidi sono veramente patetiche.... basta cambiare i DNS o utilizzare server esteri e uno già adesso naviga un po dove gli pare...compresi i tanto odiati siti per vedere le partite del pizzighettone in streaming.
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Marco F. • 10 ore fa
è inutile anche parlarne, se passasse una legge del genere l'Italia sarebbe immediatamente fuori dall'Unione Europea... è evidente! La polizia che senza un regolare processo o almeno un provvedimento di un giudice fa bloccare siti web??? Vorrei solo capire se questi politici ci sono o ci fanno... o comunque che interesse hanno a proporre leggi che in maniera evidente non potranno mai passare. Rallentare la Camera? Spostare le discussioni su queste stupidaggini? mah...
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Ba'al Zebub Marco F. • 10 ore fa
Non sarei così fiducioso, sono tempi bui e l'unione europea è diventata un club per pochi intimi.
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No_questions_no_lies • 10 ore fa −
Filtri fra l'altro, più bucati di un colabrodo. Due click e sei di là; anzi, per chi sa come, basta un click ed i filtri non ci sono.
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Da Moralizator in da house No_questions_no_lies • 9 ore fa
Ormai pure i piu' gaggi sanno bucare i filtri, tra un po lo insegneranno alle elementari....
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Ba'al Zebub • 10 ore fa
Sinistra e destra tutti insieme appassionatamente verso l'autoritarismo del 21 secolo.