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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 446
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Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 28/11/2013, 20:07
da camillobenso
Sfascisti - 25
I giorni della confusione - 11

Nel Paese delle Meraviglie - 2



IL CENTRODESTRA
Alfano: «La vita del governo dipende da noi»
http://www.youtube.com/watch?v=yUNo8g7v8rc
Il vicepremier: «Parlamentari sufficienti per tenerlo in vita e viceversa». Intanto si dimette il sottosegretario Micciché


Il giorno dopo la decadenza di Silvio Berlusconi parla il vicepremier Angelino Alfano in conferenza stampa al Senato: «Abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo ma anche viceversa. Fino a due ore fa mi risulta che nessuno dei vice ministri e sottosegretari, ma neanche nessuno dei presidenti di commissione ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico» . Ma il ministro dell’Interno è stato smentito: «Le mie dimissioni sono già firmate» ha rivelato sottosegretario alla Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Gianfranco Miccichè, di Grande Sud, rimasto vicino a Berlusconi.

CRISI DI GOVERNO? - Quanto alla possibilità di aprire formalmente una crisi di governo ha spiegato: «È una valutazione che spetta al presidente della Repubblica insieme al presidente del Consiglio, tenuto conto del fatto che il voto sulla legge di stabilità si è già tradotto in un voto di fiducia». E aggiunge: «Vi sono vari partiti che vogliono una crisi al buio» aprendo così uno «scenario di incertezza mentre gli italiani soffrono la crisi. Noi invece abbiamo a cuore l’Italia».


Alfano: la vita del Governo dipende da noi

http://video.corriere.it/alfano-vita-go ... 08d6ffa3b0

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 28/11/2013, 20:31
da camillobenso
Sfascisti - 26
I giorni della confusione - 12

Nel Paese delle Meraviglie - 3



Tg7 – ore 20,00

Mentana apre il Tg sul pasticcione Imu.

*

Letta è un bravo giocatore di Subbuteo, dovrebbe dedicarsi a tempo pieno a questo sport. A fare l’allenatore della nazionale azzurra di Subbuteo.

Il governo Letta è vigore dal 28 aprile 2013. Sette mesi tondi tondi passati a fare grandissimi casini (non Pierferdinando) sull’Imu.

Oggi di nuovo, dopo aver annunciato ieri di aver cancellato la seconda rata dell’Imu, viene fuori un nuovo pasticcione.

Esce di scena, in parte, il re dei re dei battutisti, e subito il vuoto viene riempito dal PPE.

La coppia Enry – Giamburrasca, colma quel vuoto.

Ieri, Enry con le bocce d’acciaio annuncia:

1. Notizie relative a letta adesso siamo più forti
«Intese meno larghe, ma più forti» La verifica «lampo» di Letta
Corriere della Sera ‎- 1 giorno fa
«Le nuove intese sono meno larghe, ma più coese e dunque, potenzialmente, siamo più forti - guarda avanti Letta -. Adesso il governo ha un ...

2. Letta dopo la fiducia: «Siamo più forti e coesi»
Lettera43‎ - 1 giorno fa


Meglio che torni presto al Subbuteo.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 28/11/2013, 21:00
da camillobenso
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Nel Paese delle Meraviglie - 4



Governo, Alfano: “Patto con Renzi”. Cuperlo: “Sindaco? Ricette berlusconiane”
Il vicepresidente del Consiglio avverte Letta: "Abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita l'esecutivo, ma anche viceversa". Il candidato alla segreteria del Pd: "Le soluzioni proposte nel passato ventennio non funzionano"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 novembre 2013Commenti (826)



Angelino Alfano insiste: vuole un patto con Matteo Renzi. “Subito dopo la legge di stabilità approvata in via definitiva e la conclusione del congresso del Pd, vogliamo fare un contratto di programma, lo vogliamo chiamare Italia 2014″. Quello che aveva fatto Renato Brunetta tutti i giorni – cioè ricattare il governo un giorno sì e l’altro pure – ora lo ripete anche il vicepresidente del Consiglio che ha organizzato una conferenza stampa della delegazione governativa di Nuovo Centrodestra: “Abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo ma anche viceversa” dice ed è un messaggio per Enrico Letta. Quanto al Pd e alla probabile nuova guida di Renzi: “Vedremo chi sarà il segretario e se come primo gesto vorrà far cadere il governo presieduto da un esponente democratico. Spero la vicenda del partito democratico non ricada sull’Italia e che il conto non lo paghino gli italiani”. Da una parte Alfano annuncia che Nuovo Centrodestra si presenterà con una sua sigla e un suo simbolo alle elezioni europee del 2014 e dall’altra il viceministro dell’Economia Luigi Casero sottolinea che “abbiamo mantenuto le promesse con i cittadini italiani, rimanendo all’interno dei vincoli di finanza pubblica” e che non è “aumentata la tassazione su cittadini”.

Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... ni/794213/

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Governo, Alfano: “Patto con Renzi”. Cuperlo: “Sindaco? Ricette berlusconiane”
Il vicepresidente del Consiglio avverte Letta: "Abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita l'esecutivo, ma anche viceversa". Il candidato alla segreteria del Pd: "Le soluzioni proposte nel passato ventennio non funzionano"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 novembre 2013Commenti (826)


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Angelino Alfano insiste: vuole un patto con Matteo Renzi. “Subito dopo la legge di stabilità approvata in via definitiva e la conclusione del congresso del Pd, vogliamo fare un contratto di programma, lo vogliamo chiamare Italia 2014″. ====================================================================


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Quello che aveva fatto Renato Brunetta tutti i giorni – cioè ricattare il governo un giorno sì e l’altro pure – ora lo ripete anche il vicepresidente del Consiglio che ha organizzato una conferenza stampa della delegazione governativa di Nuovo Centrodestra: “Abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo ma anche viceversa” dice ed è un messaggio per Enrico Letta.
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Quanto al Pd e alla probabile nuova guida di Renzi: “Vedremo chi sarà il segretario e se come primo gesto vorrà far cadere il governo presieduto da un esponente democratico. Spero la vicenda del partito democratico non ricada sull’Italia e che il conto non lo paghino gli italiani”.

Da una parte Alfano annuncia che Nuovo Centrodestra si presenterà con una sua sigla e un suo simbolo alle elezioni europee del 2014 e dall’altra il viceministro dell’Economia Luigi Casero sottolinea che “abbiamo mantenuto le promesse con i cittadini italiani, rimanendo all’interno dei vincoli di finanza pubblica” e che non è “aumentata la tassazione su cittadini”.

Cuperlo: “Renzi? Ricette in continuità con il ventennio berlusconiano”
L’attacco a Renzi, invece, arriva da Gianni Cuperlo, uno dei candidati alla segreteria del Pd, secondo il quale “la differenza tra me e Renzi è che pensare di uscire da questa crisi con ricette del passato ventennio non funziona. La nostra è una crisi della domanda e se reagisci dicendo che serve più flessibilità nel mercato del lavoro”. Cuperlo all’Aria che tira, su La7, spiega: ” è come entrare in un concessionario, compare una macchina nuova di zecca e poi tutte la mattine gli cambi l’olio del motore invece che metterci benzina. Poi però la macchina non cammina..”.

Ma non è l’unico rilievo mosso da Cuperlo al suo principale avversario. “Dire o si fa così o cade il governo non serve al Paese”. “A Renzi dico che abbiamo alle spalle sei-sette mesi in cui c’è stata la destra che ha detto o si fa così o cade il governo e non è questo il metodo che serve al Paese”. Ad ogni modo il concetto è lo stesso espresso già alla Convenzione di domenica scorsa: “Dobbiamo dire a Letta di avere più coraggio e radicalità. Il governo non ha più alibi, non tanto per la vicenda Berlusconi, ma per il fatto che c’è un Paese che ha bisogno di usicre dalla crisi più devastante della sua storia”. Per il candidato alla segreteria del Pd, “il governo è più forte se fa, se si rimbocca le maniche con coraggio e radicalità. Le ricette di ieri non bastano più, il Paese è sull’orlo di una polveriera sociale. Adesso un cambio di passo è decisivo”.

Legge elettorale, il Quirinale incontra i ministri. Bondi: “Ormai è monarchia”
Intanto riparte il percorso – interrotto innumerevoli volte – della legge elettorale. A dare un nuovo colpo d’acceleratore è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che al Quirinale ha ricevuto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini e il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, con i quali ha esaminato le prospettive e l’iter delle riforme costituzionali e delle proposte di riforma. Il ministro di Nuovo Centrodestra annuncia l’iniziativa dell’esecutivo: “Se non si muoverà il Parlamento” prima del pronunciamento della Corte costituzionale sul Porcellum, atteso per il 3 dicembre, “a quel punto si muoverà il governo”.

Ma l’incontro tra il capo dello Stato e i ministri fa andare su tutte le furie Sandro Bondi, da sempre molto critico nei confronti di Napolitano: “Oggi il Quirinale rende noto di aver avviato una verifica sulle riforme – dice l’esponente di Forza Italia – Domani probabile che Napolitano esamini con Saccomanni i provvedimenti economici. Dopodomani convocherà ne sono certo il ministro Bray per esprimere la sua via preoccupazione per i crolli occultati di Pompei. Da una repubblica parlamentare siamo passati senza saperlo ad una repubblica presidenziale e domani, come l’ottimo Crozza ha intuito, ad una monarchia costituzionale”.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 28/11/2013, 21:38
da camillobenso
Sfascisti - 28
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Nel Paese delle Meraviglie - 5



Otto e mezzo


Questo Paese dopo la caduta della prima Repubblica è rientrato quatto quatto all’Asilo Mariuccia.

Sentire per un ventennio parole di fede berlusconiana, oltre aver procurato conati di vomito senza soluzione di continuità, ci ha fornito la certezza di trovarci di fronte ad una forma infantile da Asilo Mariuccia.

Si può anche essere di parte, ma l’obiettività di fronte alla realtà, non deve mai venire meno.

I nomi che noi diamo a tutte le cose del pianeta sono convenzionali.

Ma se domani pretendessi asserire con determinazione, nella convenzione, che un pettirosso è invece un elefante, o che nel campo dei colori che un tessuto per tutti i non daltonici è certificato come rosso, insistessi disperatamente che è bianco, mi direbbero che sono diventato improvvisamente scemo.

Purtroppo, amaramente purtroppo nella politica non funziona così.

Il tifo da stadio nella politica è ben peggiore di quello del calcio. La tifoseria porta a modificare e distorcere fortemente la realtà.

Ce ne ha dato prova addirittura un quasi novantenne come E. Scalfari questa sera ad Otto e mezzo.

Scalfari è un tifoso di Enrico Letta perché sostenuto da Napolitano.

Ergo, secondo il santo fondatore di Repubblica Letta è più forte e potrà arrivare al 2015.

Sul tavolo ci sono problemi giganteschi che non sono adatti per il giocatore di Subbuteo. Oserei dire che anche il numero uno dei presidenti del Consiglio italiani della storia repubblicana, Alcide De Gasperi,oggi avrebbe grandi difficoltà a gestire il governo e il Paese con collaboratori di serie D (quarta categoria nel calcio).

Pensare che questi carciofoni possono tirare fuori il Paese da una crisi globale che le altri nazioni non hanno è da folli.

Se anche un quasi novantenne, abbastanza quotato nel Paese come Scalfari, si piega alla più bieca tifoseria che va a scapito degli interessi comuni che oramai sono stati sepolti da anni, nel momento più tragico in senso assoluto, questo Paese non ha più le minime speranze di uscire da questa situazione.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 29/11/2013, 11:45
da mariok
camillobenso ha scritto:
Il tifo da stadio nella politica è ben peggiore di quello del calcio. La tifoseria porta a modificare e distorcere fortemente la realtà.

Ce ne ha dato prova addirittura un quasi novantenne come E. Scalfari questa sera ad Otto e mezzo.
Scalfari non è il solo esempio né il peggiore.

Sono mesi che almeno una volta al giorno su qualunque canale televisivo compare qualcuno a spiegarci che la legge Severino non è retroattiva, che il cavaliere è vittima di un complotto bla bla bla.

Ma non è la sola politica che funziona così. In questo paese qualunque problema, qualunque questione viene trattata con l'irrazionalità del tifoso. Mai un ragionamento serio, razionale, basato sui fatti.

Ormai sono convinto e rassegnato: siamo noi che siamo fatti così.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 29/11/2013, 12:37
da camillobenso
mariok ha scritto:
camillobenso ha scritto:
Il tifo da stadio nella politica è ben peggiore di quello del calcio. La tifoseria porta a modificare e distorcere fortemente la realtà.

Ce ne ha dato prova addirittura un quasi novantenne come E. Scalfari questa sera ad Otto e mezzo.
Scalfari non è il solo esempio né il peggiore.

Sono mesi che almeno una volta al giorno su qualunque canale televisivo compare qualcuno a spiegarci che la legge Severino non è retroattiva, che il cavaliere è vittima di un complotto bla bla bla.

Ma non è la sola politica che funziona così. In questo paese qualunque problema, qualunque questione viene trattata con l'irrazionalità del tifoso. Mai un ragionamento serio, razionale, basato sui fatti.


Ormai sono convinto e rassegnato: siamo noi che siamo fatti così.


Per assurdo, perché le nazioni a Nord di Chiasso tendono diversamente a risolvere i problemi di assetto politico sociale, verrebbe da dire che ogni 12 / 15 anni, come i Paesi Centro e Sud Americani gli italiani dovrebbero fare “La Revoluciòn” per mantenere fermi i valori fondamentali ed iniziali.

Lo abbiamo visto dopo nel dopoguerra fino agli anni ’60.

Nel ’68 su input del maggio francese, la nuova generazione diventata maggiorenne, o quasi, rifiuta il conservatorismo prevalentemente di matrice democristiana con un grande peso dovuto all’impronta dell’Oltretevere, ma in parte anche comunista, si ribella.

Adesso i nostri “rivoluzionari” di allora li vediamo tutti ben piazzati, spesso impegnati ad annoiare con il loro “conservatorismo” generazionale senza aver inciso in profondità sulla società italiana.

E’ in questo che ci sta quasi 50 anni dopo:

Ormai sono convinto e rassegnato: siamo noi che siamo fatti così.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 29/11/2013, 17:21
da iospero
Mi sembra di aver sentito a 8 1/2 Scalfari dire che è impensabile che Renzi del PD possa mettere in crisi il governo retto dal PD.
Mi sembra invece che sarà Alfano a mettere in crisi il governo non volendo accettare la realtà della piccola intesa , cioè ,il rapporto PD -Ncd è 90 a 10, quindi giustamente il nuovo segretario imporrà un programma 90% PD e 10% Ncd , e se ad Alfano non piacerà sarà lui a mettere in crisi il governo.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 29/11/2013, 19:52
da camillobenso
Sfascisti - 28
I giorni della confusione - 14

Nel Paese delle Meraviglie - 5


Senza fine
http://www.youtube.com/watch?v=JF4AH5V8WFw


Fino a ieri mattina, tutti sostenevano e scrivevano che la paura di Silvio era relegata solo nel fatto che poteva essere arrestato.

Poi ieri un articolo del Corriere della Sera segnalava che non poteva essere arrestato.

Oggi di nuovo la situazione si ribalta con il deposito della sentenza della sentenza sul Ruby bis:

RUBY
Caso Ruby, il tribunale di Milano: Berlusconi
va indagato per corruzione in atti giudiziari

Secondo i magistrati si deve procedere anche nei confronti dei suoi legali e delle ragazze: «Pagamenti ai testimoni»

Il Tg3 ore 19,00 sottolinea che potrebbe essere arrestato.

Il quadro della politica italiana torna in fibrillazione.

Comunque, l’after B Day, ci riporta con i piedi per terra. Il fatidico 27 novembre è passato, Berlusconi è stato espulso dal Senato, ma la seconda parte del film di Nanni Moretti, Il Caimano, che il regista romano non ha mai realizzato lo stiamo vivendo in presa diretta.

Il Caimano è si fuori dal Parlamento, ma non è fuori dalla politica. Fase atipica questa della politica italiana.

Gli uomini che guidano gli attuali tre maggiori partiti della politica italiana sono fuori dal Parlamento. Ma anche Vendola che guida il Sel è fuori.

Ho inserito anche Renzi con dieci giorni d’anticipo sulle primarie dell’8 dicembre, perché dai dati di stamani di Ixè, presentati ad Agorà non c’è storia, Gianburrasca vincerà le primarie.

A farci capire che nulla è cambiato per quanto riguarda FI, lo si capisce subito dal mattino ad Agorà. Per i duri e puri è presente Manuela Repetti, la compagna di Bondi.

Poi a sera a Servizio Pubblico show di Daniela Santanché. Di nuovo stamani ad Agorà la Ranzulli.

Berlusconi sarà anche fuori dal Parlamento, ma il berlusconismo continua integralmente in questa fase e questo rischia di lasciare il segno.

Per Ixé FI guadagna un + 3,3 % e va al 20,6 %. Per altri è qualcosa di più ed è tornata al secondo posto davanti al M5S.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 29/11/2013, 20:32
da camillobenso
Sfascisti - 29
I giorni della confusione - 15

Nel Paese delle Meraviglie - 6


Mentre gli italiani si scannano sul tifo Milan, Inter, Juve il potere si difende in questo modo:


29 NOV 2013 18:47
SISTEMA ALLA DE-RIVA - DESTRA, SINISTRA, CENTROTAVOLA: TUTTI APPARECCHIATI INTORNO AL TUMORIFICIO ILVA
Dalle intercettazioni di Archinà, vero braccio armato dei Riva, tutti i rapporti tra politica e azienda - Non c’è solo Vendola che sghignazza al telefono, c’è l’amico Clini, che da anni regge il ministero dell’ambiente, i finanziamenti da mezzo milione a Forza italia (e 98mila alla campagna Bersani), il libro con Ravasi…




Carlo Bonini e Giuliano Foschini per "la Repubblica"

Nessuno può dirsi innocente di fronte ai veleni dell'Ilva. Nel triangolo Taranto- Roma-Milano, tutto e tutti hanno avuto un prezzo. Non necessariamente economico. Tutto e tutti ne sono irrimediabilmente rimasti sporcati e dunque prigionieri. Nei trentuno faldoni di atti e nelle 50mila intercettazioni telefoniche dell'inchiesta della Procura di Taranto depositati in questi giorni e di cui Repubblica è in possesso, è la prova documentale che il Sistema Riva e il capitalismo di relazioni di cui è stato espressione hanno appestato, insieme all'aria, all'acqua, al suolo di Taranto, il tessuto connettivo della politica, della pubblica amministrazione, dei controlli a tutela dell'ambiente e della salute.

A Girolamo Archinà, il Rasputin dei Riva, l'ex onnipotente capo delle relazioni esterne Ilva da qualche giorno tornato libero dopo un anno e mezzo di carcere, si sono genuflessi nel tempo segretari di partito, ministri della Repubblica, arcivescovi, sindacalisti, giornalisti. Ascoltarne la voce chioccia al telefono mentre blandisce, lusinga, minaccia i suoi interlocutori, dà la misura di quanto estesa, profonda e antica fosse la rete che ha consentito di collocare l'acciaieria in uno stato di eccezione permanente.

Il cuore e il portafoglio dei Riva battono a destra. Da sempre. Dagli anni 2004-2006. È di 575mila euro il finanziamento a Forza Italia, di 10mila quello a Maurizio Gasparri e di 35mila quello all'ex governatore della Puglia e poi ministro Raffaele Fitto. Uomo cui la famiglia è particolarmente grata per aver ritirato, il giorno prima della (unica) sentenza
di condanna, la costituzione di parte civile della Regione nei confronti dell'Ilva, consentendo un risparmio di qualche milione di euro. Ma il capitalismo di relazioni impone di scommettere anche sui cavalli di altra sponda.

«Bersani? Si sentono tutte le settimane», assicura Archinà a chi lo avvisa di un interesse dell'allora segreterio del Pd ad un contatto con la famiglia Riva (che per altro ne ha finanziato la campagna elettorale del 2006 con 98 mila euro). Quel Pd, il cui deputato Ludovico Vico eletto a Taranto, è telecomandato come un uomo azienda. E anche con il governatore della Regione, Nichi Vendola, che pure sarà l'unico alla fine a battezzare due leggi contro i fumi dell'Ilva, è un salamelecco di "auguri sinceri" per le feste comandate, attestati di stima.

Non solo nella telefonata ormai nota in cui si ghigna della protervia nell'azzittire un giornalista petulante e per la quale Vendola ha fatto pubblicamente ammenda. Ma anche in un'altra conversazione in cui Archinà si offre di fare da "mezzano" per un incontro tra il governatore e l'allora presidente di Confindustria Marcegaglia («Così diamo uno scossone al centro-destra»), cogliendo l'occasione per sollecitare un intervento «caro ai Riva» sulle nomine all'autorità portuale di Taranto. Non esattamente il core business dell'acciaieria.
«Apriamo gli occhi sull'autorità portuale di Taranto», dice Archinà a Vendola.

Che risponde: «L'ammiraglio va bene. Non è un ladro. E' una persona sobria e seria. Siccome è di destra, ho detto al ministro: "È uno vostro, ma è una persona per bene. Niente da eccepire». Ma il problema di Archinà non è «l'ammiraglio». È impedire la nomina di tale Russo, «sponsorizzato dal traditore Michele Conte».

«Lei lo sa - insiste con il governatore - che Conte è passato coordinatore cittadino del Pdl?». Vendola conviene: «Michele Conte, mamma mia. Uno raccomandato da tutti. Dalle organizzazioni per la liberazione della Palestina ai gruppi comunisti estremisti. Noi abbiamo il potere di fare bene, ma il ministro ha quello di fare le scelte. Comunque grazie di questa informazione».

Non c'è ente locale o ministero dove Archinà e i Riva non possano arrivare. Dove
non si inciampi in «un amico». Come all'Ambiente, dove Corrado Clini, allora direttore generale e futuro ministro del governo Monti, architetto dell'Aia che assicurerà la sopravvivenza dell'acciaieria, viene rappresentato come uomo a disposizione. «Stamattina ho visto per altri motivi il nostro amico Corrado - confida ad Archinà tale Ivo Allegrini del Cnr - Nel casino che adesso praticamente sta investendo il ministero dell'Ambiente, ho praticamente un'opportunità.

A Corrado hanno dato la delega che danno pure ad altri direttori generali no! Allora mi ha detto: "Fatemi una nota del casino che sta succedendo giù a Taranto, poiché nel limite del possibile io cerco di rimettere le cose in sesto». Una solerzia che troverebbe spiegazione - per quanto si ascolta in una seconda telefonata tra Allegrini e Archinà - in qualcosa che «sta a cuore a Clini in Brasile» e per la quale «è necessario un passaggio con i Riva».

Già, nel Sistema Riva niente si fa per niente. Anche con gli uomini di Chiesa. Come quando don Marco dell'Arcivescovado di Taranto bussa a quattrini per la presentazione di un libro cui presenzierà Monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per i Beni culturali. «Su cosa mi devo sbilanciare?», chiede Archinà. «La sponsorizzazione totale costerà 25mila - fa di conto don Marco - E l'impresa Garibaldi ha detto che vuole contribuire per 7-8 mila. Va bene?». Naturalmente va bene. Come vanno bene i sette assegni da 15mila euro l'uno staccati alla Curia e all'Arcivescovo Monsignor Benigno Papa per rendere più liete le feste comandate e far tacere sui veleni dell'acciaieria.

Del resto, per i Riva comprarsi le indulgenze sembra facile quasi quanto scegliersi i sindacalisti. E per giunta, Archinà non deve neppure chiedere. «Senti Girolamo - gli spiega al telefono Daniela Fumarola della Cisl - siccome io sto lavorando sul nuovo gruppo dirigente della Fim, mi fai sapere qualcosa rispetto al ragazzo, al delegato nostro alla Rsu, aspetta come si chiama.. quello di Avetrana.. ora mi salta il nome.. un ragazzo bruno con gli occhi neri, è giovane.. Io ce l'ho sempre a mente perché è una cosa che ti devo chiedere e ora mi è sfuggito il suo cognome. Praticamente io devo fornire indicazioni
anche alla segreteria nazionale su chi puntare per il dopo Lazzaro».

Non deve sorprendere, allora, che anche dati per politicamente e industrialmente morti, i Riva continuino a incassare i dividendi del loro sistema di relazioni. Ancora oggi e con un nuovo governo. È diventata recentemente legge dello Stato il decreto voluto dai ministro del governo Monti, Balduzzi (sanità) e Clini (Ambiente) sulla valutazione del danno sanitario per i cittadini di Taranto.

Norme che, di fatto, di qui al 2017, lasceranno che i cittadini di Taranto, soprattutto gli abitanti del quartiere Tamburi, continuino ad ammalarsi di cancro senza che questo obblighi l'Ilva a modificare il proprio livello di emissioni. Il governo ha infatti accettato di congelare la valutazione del possibile danno sanitario alla popolazione basandosi sulle rilevazioni dei veleni liberati dall'Ilva in questa fase di produzione limitata.

Peccato che, già da oggi, l'azienda sia autorizzata ad aumentare la sua produzione fino a 8 milioni di tonnellate di acciaio. Dice Giorgio Assennato, direttore generale dell'Arpa Puglia, «Il Rompicoglioni», come lo aveva battezzato Fabio Riva: «È un omicidio di Stato. Identico, nella sostanza, a quello già autorizzato dal ministro Prestigiacomo nel 2011».

Contro la legge, Assennato e la Regione hanno presentato ricorso. E non sono gli unici a pensarla così. Un dirigente del ministero dell'Ambiente, in una recente riunione con l'Arpa, ha riassunto così il senso dell'ultimo regalo ai Riva: «È come quell'uomo che si getta dalla cima di un grattacielo alto cento metri e che, arrivato al sesto piano, dice: "Fino a qui, tutto bene"».

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 29/11/2013, 22:44
da camillobenso
Sfascisti - 30
I giorni della confusione - 16

Nel Paese delle Meraviglie - 7



Qualcuno sostiene che ce lo toglieremo d'intorno solo quando il Padreterno lo chiamerà a sé.

Quello che costoro non sanno è che pure il Padreterno tarda la dipartita perché non lo vuole tra i piedi.

Si è accorto di aver commesso di nuovo un errore di fabbricazione.


*

ANALISI
Perché Silvio Berlusconi
è ancora così amato

A decadenza ormai archiviata, gli avversari del Caimano devono analizzarne i motivi della popolarità. Perché B., come Bush jr o il sindaco di Toronto che ha fumato crack ed è ancora in carica, piace alla gente comune e fa credere di essere dalla parte delle persone normali. E chi vuole succedergli dovrà imitarlo
di Bill Emmott



In questo momento in cui le fortune del politico italiano di maggior successo nei tempi moderni sembrano aver raggiunto il livello più basso, e si scrivono ancora una volta i suoi necrologi, è tempo di fare quel che i suoi avversari non avrebbero in realtà mai voluto fare: chiedersi perché il messaggio di Silvio Berlusconi abbia avuto tanto successo. Che è poi un modo per capire, ancora una volta, come mai questi necrologi siano prematuri.

A leggere “Il Giornale”, sembrerebbe che il politico straniero più adatto come pietra di paragone sia John Fitzgerald Kennedy. Ma sorvoliamo su questo confronto offensivo scegliendo invece due esempi più plausibili e più contemporanei: Rob Ford, il sindaco di Toronto, e George W. Bush (ve lo ricordate?).

Ora, ben pochi di noi considererebbero Ford come un paragone lusinghiero. Il sindaco di Toronto è grasso e goffo. Non ha niente di elegante. Ha dovuto ammettere che fumava crack, che acquistava altre droghe illegali ed era spesso ubriaco. Video che lo incriminano si possono trovare su Internet. Il risultato è che gli hanno appena tolto molti dei suoi poteri di sindaco. Ciò nonostante, Ford resta in carica. E ha buone possibilità di essere rieletto. Il grosso dei suoi sostenitori non sembra preoccuparsi per tutti questi scandali.

L’ ex presidente Bush è un caso un po’ diverso. Non beve alcol, dopo aver smesso di ubriacarsi (e molto probabilmente di drogarsi) a conclusione di una gioventù dissoluta. Appare in forma e ha un bell’aspetto. Non ha provocato alcuno scandalo durante il suo mandato, salvo quelli direttamente derivanti dalle sue politiche.
Eppure c’è un motivo per confrontarlo con Berlusconi e Ford, che ci riporta a una domanda rivoltagli dai suoi elettori durante la sua campagna per le presidenziali contro Al Gore nel 2000 e, di nuovo, durante quella per la sua rielezione contro John Kerry nel 2004. La domanda era questa: con quale dei due candidati preferiresti bere una birra e mangiare una pizza? La risposta della maggioranza è stata chiara, entrambe le volte: George W. Bush.

Nel caso di Bush, gli elettori pensavano che fosse più simpatico, più divertente, più simile a loro, pur essendo un membro di una delle famiglie più ricche d’America. Nel caso di Ford, il sentimento di vicinanza è ancor più forte. Gli elettori, o almeno un numero sufficiente di essi, pensa che egli risponda a due requisiti essenziali per qualsiasi elettorato: è “uno di noi” e sta “dalla nostra parte”. Non c’è bisogno di essere grassi e goffi, né di fumare crack per possedere questa forte attrattiva. In Gran Bretagna, 35 anni fa una donna di nome Margaret Thatcher aveva anch’essa quei requisiti, nonostante ben pochi (e forse nessuno) degli elettori avrebbero mai pensato che fosse divertente bere una birra e mangiare una pizza con lei.

Ma la sua forza stava nel fatto che veniva percepita come una figura estranea all’élite politica di allora, capace di comprendere la vita delle persone comuni e di stare “dalla loro parte”. Non tutti la pensavano allo stesso modo, ovviamente. Così, divenne un personaggio che creava discordia e in seguito dimostrò di non essere più in sintonia con la realtà. Ciò nonostante, la sua popolarità iniziale traeva forza da queste sue caratteristiche.

I suoi avversari non dovrebbero mai dimenticare questo quando si confrontano con il Cavaliere, il cui successo politico deriva, come nel caso del sindaco di Toronto, dal fatto di apparire, sempre, come “uno di noi”, che sta “dalla nostra parte”. Non importa se possiede grandi case lussuose ed è circondato da donne affascinanti, magari anche prostitute: è ciò che vorremmo anche noi se avessimo le stesse possibilità, lo stesso successo che lui ha negli affari. Se si è messo nei guai in qualche caso, che male c’è? Chi non ci finisce prima o poi?

Berlusconi riesce a trovare un linguaggio che continua a convincere gli elettori che lui è dalla loro parte. Qualcuno ha mai pensato la stessa cosa su Mario Monti? Possono averlo (giustamente) ammirato e rispettato. Possono essersi fatta di lui l’idea di un uomo adatto a trasmettere una migliore immagine dell’Italia in tutto il mondo. Ma non certo di uno che sta dalla loro parte.

Le lezioni da trarre per tutti i suoi avversari, di tutti i partiti e quali che siano le loro ambizioni sono semplici. Innanzitutto, non morirà, politicamente, finché continuerà ad apparire come un personaggio vicino alla gente. E, secondariamente, anche chi voglia succedergli non può fare a meno di possedere questa caratteristica essenziale.

traduzione di Mario Baccianini