[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/viewtopic.php on line 175: Undefined array key "forum_id"
Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Come se ne viene fuori ? - Pagina 448
Pagina 448 di 586

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 01/12/2013, 20:20
da camillobenso
Amadeus ha scritto:bla bla bla ....
10 anni di chiacchiere .... tutte cose sacrosante .... ma ? risultati?
quante coscienze hanno risvegliato dai loro sofà ? in 10 anni è cresciuta solo la voglia di santa inquisizione del m5s.
come fai a dire "non disperderti nella protesta ma unisci le forze" se poi non ti schieri con qualcosa/ qualcuno , "unisci le forze "con chi ? mia nonna in carriola? è una presa per il kulen peggio dei partiti...
in uno dei commenti postato qualche tempo fa nella vox populi un tizio diceva ( sintetizzo)
"renzi mi fa schifo ma spero che venga votato per spazzare via tutti gli altri".
votato da chi? da gente che poi consideri imbecille?
il lavoro sporco lo deve fare sempre quello che ci sta accanto, noi no, noi siamo troppo fighi, non ci gabba più nessuno, abbiamo capito tutto.
altro che come se ne viene fuori.



2)……come fai a dire "non disperderti nella protesta ma unisci le forze" se poi non ti schieri con qualcosa/ qualcuno , "unisci le forze "con chi ? mia nonna in carriola? è una presa per il kulen peggio dei partiti...


Il jezzista filosofo televisivo dell’ovvio, Max Catalano, appartenente alla banda Arbore di “Quelli della notte”, esprimeva aforismi di questo tipo :

E’ meglio innamorarsi di una donna bella, ricca e intelligente, piuttosto che di una racchia, antipatica e povera”. -

È meglio lavorare poco e fare tante vacanze, piuttosto che lavorare molto e fare poche vacanze



L’ovvio quindi in questo caso è che “l’unione fa la forza”.


Libertà e Giustizia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

E’ solo un’associazione culturale non un partito.
http://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_e_Giustizia


*

La dinamica delle associazioni umane in momenti di crisi è di tipo difensivo.

Dopo l’8 settembre 1943, forze politiche di diversa estrazione, liberali, popolari, comunisti, socialisti, repubblicani, monarchici, mettono da una parte le loro diatribe presenti fino all’avvento del fascismo e si uniscono per combattere quello che in quel momento era il nemico principale.

Come segnalato ad Agorà, gli imprenditori, nella zona di Verona scenderanno in piazza il 9 dicembre decisi a combattere fino alla fine per estromettere l’intera classe politica rea dello sfascio del Paese.

Non so se avranno la forza di andare fino in fondo.

Ma a loro detta, questa volta si sono uniti polentoni e terroni (E’ presente anche quel Ferro che si era già esposto in Sicilia mesi addietro), comunisti e fascisti, interisti e milanisti.

Questo significa che come nel ’43, la disperazione porta ad unire forze contrarie per ottenere uno scopo comune.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 01/12/2013, 22:01
da camillobenso
Amadeus ha scritto:bla bla bla ....
10 anni di chiacchiere .... tutte cose sacrosante .... ma ? risultati?
quante coscienze hanno risvegliato dai loro sofà ? in 10 anni è cresciuta solo la voglia di santa inquisizione del m5s.
come fai a dire "non disperderti nella protesta ma unisci le forze" se poi non ti schieri con qualcosa/ qualcuno , "unisci le forze "con chi ? mia nonna in carriola? è una presa per il kulen peggio dei partiti...
in uno dei commenti postato qualche tempo fa nella vox populi un tizio diceva ( sintetizzo)
"renzi mi fa schifo ma spero che venga votato per spazzare via tutti gli altri".
votato da chi? da gente che poi consideri imbecille?
il lavoro sporco lo deve fare sempre quello che ci sta accanto, noi no, noi siamo troppo fighi, non ci gabba più nessuno, abbiamo capito tutto.
altro che come se ne viene fuori.


3) in uno dei commenti postato qualche tempo fa nella vox populi un tizio diceva ( sintetizzo)
"renzi mi fa schifo ma spero che venga votato per spazzare via tutti gli altri".
votato da chi? da gente che poi consideri imbecille?
il lavoro sporco lo deve fare sempre quello che ci sta accanto, noi no, noi siamo troppo fighi, non ci gabba più nessuno, abbiamo capito tutto.
altro che come se ne viene fuori.



Come riporta sempre lucfig a fine pagina:

«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)

a cui aderisco, perché da sempre nei forum ho seguito questa linea.

Ergo, cara Amà, tu continua pure tranquillamente a sostenere Renzi,……ma:

A) Sono mesi che seguendo le bufale dei bufalieri della politica nei talk, volevo segnalare al forum di non fidarsi di coloro che dichiarano che fanno o si deve fare tutto per il bene dell’Italia, del Paese, per il bene comune, per gli operai, per i piccoli imprenditori, per i commercianti.

Mentono spudoratamente tutti quanti.

Mentono sapendo di mentire. Del bene del Paese se ne strafottono altamente.

Se non fosse così, i chiacchieroni dovrebbero seguire tutti l’esempio di Franca Rame, quando eletta nelle file dell’Idv, si è dimessa per il disgusto della falsità dell’ambiente parlamentare.

Quando citano il bene del Paese, in realtà pensano al loro di bene personale. Al loro di interesse.

Su questa ipocrisia è evidente che non si salva nessuno. Ma proprio nessuno, compresi i giovani virgulti arrivati di fresco nel Pd.

Ma questa sera, ascoltando spezzoni di servizi Tv nei Tg, il vaso è traboccato, perché a raccontare la balla era proprio Gianburrasca.

Non è ancora diventato un politico nazionale, che si accoda già alla gran balla.

Noi non siamo per le poltrone,….ma per il bene del Paese……

Ma vaff.

Crede che siano tutti merli scemi che si bevono questa minchiata del bene del Paese?

Renzi, come Falcone e Borsellino? Come l’avvocato Ambrosoli? Come Don Puglisi? Come Tina Anselmi? Come Aldo Moro? Come Salvo D’Acquisto?

Ma chi può credere a questa bufala megagalattica in perfetto stile berlusconiano?

L’Italia è il Paese che amo….”
http://www.youtube.com/watch?v=3slqnr-hhZ8

Ma vaff.


B) E’ di questi giorni il caso sollevato dall’Antitrust sul sindaco De Luca.

1. La Stampa - De Luca, l'Antitrust: “Incompatibili le cariche di sindaco ...
http://www.lastampa.it › Politica‎
1 giorno fa - Vincenzo De Luca è sindaco di Salerno e sottosegretario di Stato alle infrastrutture e ... In attesa delle sue mosse, però, il caso politico esplode.

De Luca, nella tradizione, non molla. Da sette mesi svolge i due incarichi.

Alle ultime votazioni periferiche del Pd, De Luca sposta il suo consenso e quello dell’area che controlla, da Bersani, sostenuto alle precedenti primarie a Gianburrasca. De Luca ha tutto l’interesse come Formigoni a saltare sul carro del vincitore perché:

1. Salerno, Vincenzo De Luca indagato per corruzione. Coinvolto ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Giustizia & impunità‎
2 giorni fa - Il sindaco di Salerno e viceministro delle infrastrutture e dei tra. ... elezioni primarie del Pd anche grazie al suo appoggio, se non fosse il caso di ...

Le votazioni di Salerno sono state annullate, ma De Luca a Renzi aveva portato il 98 % dei voti. Questi voti servivano anche a Gianburrasca, perché è sceso nel conteggio nazionale di un punto.

Questo dovrebbe essere il nuovo? Il cambiamento?

Ma il problema del doppio incarico continua anche con Renzi. Dal 16 dicembre, se i voti dell’8, saranno superiori al 50 %, Gianburrasca sarà il nuovo segretario del PPE.

Gianburrasca è fortemente determinato a mantenere i due incarichi. Quello di segretario del PPE part time e quello di sindaco di Firenze part time.

Alla facciaciaccia del cambiamento “per il bene dell’Italia”

Chi ha un minimo di esperienza in queste cose, sa già in partenza che svolgerà male i due incarichi.

A meno che Matteuccio non racconti finalmente la verità.

Anche lui è un kriptoniano come Clark Kent.

Immagine


Ovvia ragazzi, anche noi c’abbiamo Superman.


3) Lo show dell’altra sera a Sky24, è stata una clamorosa bufala, che ha investito l’intero Paese.

Questa osservazione non vale solo per RenziE, ma per tutti e tre i Caballeros.

Si sono prestati ad uno show all’americana solo per la conquista del potere.

Ma soluzioni pratiche per portare fuori il Paese dalla Morta Gora non ne hanno date.

Tutte soluzioni propagandistiche funzionali allo show. Hanno solo fatto spettacolo. Tanto che i commenti del giorno dopo sui media, tutti quanti, erano improntati sul giudizio di come si sono comportati i tre Caballeros nello show. E’ stato dato un giudizio sullo spettacolo, non sulle proposte concrete e circostanziate di come si esce da questo pantano.

Dei problemi reali che questo Paese dovrà affrontare e soprattutto con quali modalità dovrà affrontarli, manco l’ombra.

Questo Paese è praticamente già morto e sepolto, con questi aspiranti capopopolo.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 0:21
da camillobenso
Sfascisti - 37


Quanto riportato nei post precedenti con la segnalazione della presa di posizione del Prof. Zagrebelsky che dichiara falliti tutti i partiti, è lo stato dell’arte del 12 / 23 febbraio 2012, 21 mesi fa.

Da allora tutto è ulteriormente degenerato irrimediabilmente.

1) Al fallimento di Monti che all’epoca veniva osannato come il salvatore della Patria, che tutti i giornaloni chiamavano familiarmente “Super Mario”, a cui i sudditi tricolori gli attribuivano un consenso personale del 71 %, subentra Letta con un governo “politico” di larghe intese che dura solo 7 mesi e poi si riduce a piccole intese traballanti.

2) Il comportamento nazionale dei media e dei sudditi che subiscono le influenze dei media, deve fare riflettere. E’ un comportamento da Asilo Mariuccia quello di portare sugli altari un uomo e poi sbatterlo nella polvere successivamente.

Mario Monti non aveva tutte quelle caratteristiche taumaturgiche che gli si attribuivano.

Ma da molti settori del mondo che conta conveniva far credere che era giusto così. Anche E. Scalfari per un anno ci ha asfissiati con le sue omelie domenicali per affermare quanto era bravo Mario Monti e il suo governo.

Un anno dopo invece ci ha confessato di essere stato deluso dal Professore della Bocconi.

Eppure era sempre lui, Super Mario.

Ma va là? Con quanta rapidità E. Scalfari ha compreso l’arcano che anche la sciura Maria, la casalinga di Voghera aveva compreso un mese dopo l’insediamento del Professore.


3) Il doppio patatrac voluto da Sua Maestà Re Giorgio II è oggi sotto gli occhi di tutti. Gli uomini scelti da Sua Maestà non servono per portare fuori il Paese dalla Morta Gora, ma per salvare l’esistente generato negli ultimi 20 anni.


4) Gli elementi che bloccano una soluzione organica per uscire dal disastro sono tantissimi. C’è solo l’imbarazzo della scelta da dove cominciare ad elencarli.

5) E’ diffusa a livello popolare, soprattutto nella sinistra antiberlusconiana, la convinzione che fatto decadere B. dal Senato l’avventura berlusconiana finisce lì.

Non è così.

B. sa molto bene che il governo è debolissimo e vulnerabilissimo.

Adesso che è all’opposizione lo può mettere sotto pressione come meglio crede.

In più a dargli una mano ci sono i giochi di potere del PPE.

La performance di Renzi a Sky24, non ha fornito i risultati sperati dal sindaco di Firenze. Il match è andato a favore dell’outsider Civati.

Civati, anche se potrebbe intercettare i voti dei grillini di sinistra e i voti della base di Sel, oltre alla rendita dello show di venerdì scorso, non è comunque in grado di contrastare la vittoria a Renzi.

Limitarne invece la portata sì. Questo impensierisce Renzi, che intende andare all’Assemblea del 16 dicembre con un risultato definitivo sopra il 50 %.

Altrimenti potrebbe vedersi sfumare la vittoria del giorno dell’Immacolata con una votazione dell’Assemblea. Sarebbe uno smacco non indifferente oltre ad un lavoro inutile degli ultimi mesi.

Questo Renzi lo ha compreso perfettamente e quindi da sabato scorso è costretto a premere sull’acceleratore per pompare voti.

Subito è partito all’attacco del governo Letta, con le solite pretese, cercando di accumulare consensi a sinistra.

Renzi: "Patto sui contenuti o il Pd via"


Immediatamente si è avuta la reazione di Alfano, che vede minacciata la continuità dell’esecutivo subito dopo la fuoriuscita di B.

Tanto da fargli dichiarare ufficialmente:

Alfano: "Dica se vuole la sedia di Letta"

La guerra per il predominio e la sopravvivenza è iniziata.

Questa settimana sarà bollente, perché tutti si giocano tutto.

Riuscirà Renzi a sconfiggere i primi draghi?

Uno di questi “draghi” è Sua Maestà Re Giorgio II, Lord Protettore del governicchio Alfetta, che nell’eventuale crollo del governo ci legge la sua ennesima sconfitta che lo obbligherebbe a lasciare il campo definitivamente prima del tempo.

Nello stesso tempo chi gongola di questa situazione è il Caimano. Renzi lavora indirettamente per lui.

Inoltre, Gianburrasca, potrebbe arrivare là dove lui non c’è riuscito. Fare cadere il governo.

Con il doppio benefit, che questa volta a fare cadere il governo non è la destra, ma quella che lui chiama inopinatamente “sinistra”.

Il cacio sui maccheroni sulla sua campagna elettorale per le europee appena iniziata.

Continua in:
Sfascisti - 38

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 0:34
da camillobenso
Sfascisti - 38



Governo, Renzi: “Patto su tre punti o Pd lascia”. Alfano: “Vuole la sedia di Letta?”
In una intervista il rottamatore parla da segretario in pectore e al premier dice: "Sta in piedi grazie a noi che siamo 300, quelli di Alfano sono 30". E al vicepremier: "Penso al Paese, non alle poltrone". Lupi: "Se vuole crisi, lo dica". Quagliariello torna a chiedere la riforma della giustizia. Cuperlo: "Assist a Berlusconi, a rischio unità Pd"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 dicembre 2013Commenti (726)

Riforme o voto subito. E in ogni caso elezioni nel 2015. Matteo Renzi si muove da segretario in pectore del Partito democratico e fissa i paletti per la sopravvivenza del governo. “Letta deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma, le larghe intese originarie non ci sono più. Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta”. Al sindaco di Firenze replica subito il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi: “Vuole la crisi? Lo dica, non abbiamo paura”. Ancora più diretto il vicepremier Angelino Alfano: “Se Renzi ha l’obiettivo di prendere la sedia di Letta lo dica con chiarezza senza girarci attorno come si faceva con la vecchia politica”. Mentre un altro ministro di Ncd, Gaetano Quagliariello, torna ad alzare il tiro sulla necessità di riformare la giustizia, come del resto ha fatto ieri Alfano.

Interventi a cui Renzi ribatte a metà giornata da Pesaro: “Il Pd deve tirare fuori il coraggio, l’orgoglio, la responsabilità. Non può soltanto inseguire ciò che fa il governo o il resto della maggioranza, deve iniziare a dire le cose che secondo noi servono e su questo essere molto duro”. E ancora: “Non stiamo dicendo ora non più larghe intese, tutti a casa. Non stiamo dicendo questo. Ci sono cose giuste e banali che da 20 anni in Italia non si fanno. Queste cose riusciamo a farle o no?”. Per poi rivolgersi al vicepremier: “Caro Alfano noi non pensiamo alle poltrone, ma al bene del Paese, dell’Italia”. Ma le sue dichiarazioni provocano malumore anche negli sfidanti alle primarie, con Gianni Cuperlo che accusa: “Un ultimatum al governo mette a rischio l’unità del Pd”.

Il tutto parte dall’intervista rilasciata a Repubblica, in cui Renzi insiste: chi vince le primarie del Pd “impone la linea. Saremo leali ma conseguenti”. Al premier Enrico Letta, spiega, “offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili”, e cioè riforme, lavoro ed Europa. E se l’esecutivo non realizzerà questi obiettivi, il Pd “separerà il suo destino da quello della maggioranza”.

“Il primo punto che porremo saranno le regole del gioco. Si mandino in pensione i saggi che vanno in ritiro a Francavilla e la proposta di modifica dell’articolo 138”, afferma Renzi, che rilancia la Camera delle autonomie locali e sostiene l’abolizione di “enti inutili come il Cnel” e la riforma del Titolo V della Costituzione. Quanto alla legge elettorale, “va bene qualsiasi riforma, purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità”. Il secondo punto è l’economia, partendo dal “Job act: semplificazione delle regole nel lavoro, garanzie a chi non ne ha”, dichiara Renzi, secondo cui la patrimoniale “ora sarebbe un errore politico”. Il terzo punto è “l’anima del Paese. Letta vuole gestire il semestre europeo, allora si diano contenuti. Spendiamo meglio i fondi comunitari. Investiamo anche su scuola, immigrazione e diritti”, prosegue il sindaco di Firenze.

Sulla fedeltà dei democratici in Parlamento alla linea del Pd, “le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c’è chi punta a spaccare il gruppo – avverte Renzi – sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate”, per le quali serve “un Pd forte”. Quanto al Presidente Giorgio Napolitano, “il capo dello Stato fa bene il suo ruolo. Ma nel rispetto dei ruoli, mi limito a far presente che un Pd forte fa bene anche alle istituzioni”.

Lupi: “Renzi vuole crisi? Lo dica”
A Renzi risponde a stretto giro Maurizio Lupi (Ncd): “Vogliamo aprire una crisi buttando l’Italia allo sbando mentre parliamo delle cose di Palazzo e perdiamo la ripresa? Se Renzi ha il problema di dover sostituire Letta dica che a marzo si vota perché vuol diventare presidente del Consiglio. E’ legittimo, ma si assuma le sue responsabilità. Noi non abbiamo nessuna paura. Ci dispiace per l’Italia”.

Il ministro intervistato da SkyTg24 parla anche dei sottosegretari di Fi che non si dimettono dall’esecutivo nonostante il partito di Berlusconi sia uscito dalla maggioranza: “Mi sembra un pessimo esempio di politica italiana”. E sul futuro del centrodestra dice: ”Noi crediamo che laddove non ci sarà più Berlusconi candidato leader, le primarie saranno lo strumento per scegliere il nuovo candidato leader”.

Quagliariello: “Separare carriere dei magistrati”
Al leader in pectore del Pd risponde pure Gaetano Quagliariello, ministro delle Riforme anch’egli di Ncd: “C’è un peso specifico e c’è anche un peso politico – puntualizza -. Noi pensiamo di dover esercitare il peso specifico e il peso politico”. Quagliariello considera l’ultimatum di Renzi ispirato anche da esigenze di campagna elettorale, tanto che dopo le primarie dell’8 dicembre “le cose miglioreranno”.

Il ministro interviene poi sulla futura attività di governo: “Serve una riforma della giustizia penale e civile, dobbiamo separare le carriere dei magistrati ma ancora prima quelle dei magistrati e dei giornalisti”.

Le reazioni di Civati e Cuperlo
Critico sulle dichiarazioni del sindaco il rivale alle primarie Pippo Civati: “Su Repubblica di oggi leggiamo il Renzi della domenica, quello governista tutti gli altri giorni della settimana: solo venerdì, durante il confronto su Sky, aveva garantito per l’ennesima volta il suo sostegno al governo, con posizioni interscambiabili con quelle di Cuperlo. Oggi, dopo aver inoltre candidato molti uomini vicini a Enrico Letta nelle sue liste, cambia verso e annuncia un ultimatum”. L’intervista di Renzi, secondo l’altro candidato alle primarie del Pd, Gianni Cuperlo, nel punto in cui parla di un Alfano asfaltato dal Cavaliere nel caso di voto, è “un assist alla posizione di Berlusconi che oggi vuole che questo governo cada”. E a proposito dell’ultimatum a Letta, commenta: “Mette a rischio l’unità del partito”.

Dal fronte di Forza Italia, le parole di Renzi sono interpretate da Raffaele Fitto come la volontà di “scaricare politicamente il duo Alfano-Lupi”. Per Daniela Santanchè l’ultimatum è invece “la controprova di quanto il governo Letta-Alfano abbia lavorato poco e male alle questioni del Paese”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... za/796787/


Continua in:
Sfascisti - 39

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 0:46
da camillobenso
Vox populi


ckettisilvia • 3 ore fa
alfanetto il braccio segreto del padrone B...PREGIUDICATO--
1 •Rispondi•Condividi ›


ImmagineAvatar
@patatrac73 • 3 ore fa
Fatemi saper il mercenario Vennherba ha finito di scrivere strnzte ???
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Questo commento è in attesa di moderazione. Mostra commento.


Immagine Avatar
@patatrac73 Giacomo Terrevoli • 3 ore fa
parli troppo ,oggi si vincono elezioni e le poltrone con le chiacchiere
1 ••Condividi ›


Immagine Avatar
Giacomo Terrevoli @patatrac73 • 3 ore fa
e questo è un altro discorso.
Mentre, se fare delle considerazioni in totale autonomia per te significa parlare troppo, spero che di Italiani come te ce ne siano pochi in circolazione.
Mi auguro che tu abbia capito il senso della risposta.
••Condividi ›


Immagine Avatar
Nick09 • 3 ore fa
"Sta in piedi grazie a noi che siamo 300, quelli di Alfano sono 30".
Ma senza quei 30, che secondo me sono essenziali, il Governo non avrebbe i numeri.
Le solite chiacchiere quotidiane bla bla bla...
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
@patatrac73 Nick09 • 3 ore fa
quacquaracqua'
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Mario Puppini • 3 ore fa
RENZI UOMO DI BERLUSCONI
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Francesco Sepe • 3 ore fa
Se c'è uno che di sedie se ne intende è proprio Alfano! Fino a poco fa era vicepremier min istro dell'interno e segretario del pdl, inoltre è rimasto aggrappato alla sedia anche dopo la decadenza di B., come a dire da che pulpito vien la predica!
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Lulu • 3 ore fa
Il nuovo che avanza! Guardate bene chi sostiene Renzi a Firenze. Ex sindaci, sindaci, assessori provinciali, assessori regionali. ...Tutti sul carro del più probabile vincitore, per la carriera questo e atro. Molti di loro sono da 40 anni in politica, quando ancora c'era il PC. Che tristezza il nuovo che avanza!!!
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
carvan123 • 3 ore fa
Ma non ci eravamo levati dai piedi Brunetta con i suoi ricatti ? Ah,... non era Brunetta ? E' Renzi che ha detto queste cose? Scusate. Ma ormai sembra che ci sia un gemellaggio tra i due ! Forza Cuperlo !
•Rispondi•Condividi ›



Immagine Avatar
vox_scarpantibus • 3 ore fa
Governo, Renzi: “Patto su tre punti o Pd lascia”.
Alfano: “Vuole la sedia di Letta?”

Renzi ed Alfano, guardateli bene,...due castorini che rosicchiano di giorno in giorno i pali su cui è appollaiato il traballante Letta !!
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
aigor1 • 4 ore fa
si è accorto che era stato troppo tenero nel confronto su sky, và come cambia rotta...
ambiguo come pochi...
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Peter Yanez • 4 ore fa
Renzi ? Una jattura per il PD e per il Paese
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Paolo Dagnino • 4 ore fa
Da Berlusconi a questi bambocci = dalla padella alla brace.
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Matteo Gilberri • 4 ore fa
Ci sono questioni serie sul tavolo da chiarire: Renzi e Cuperlo usano deodoranti per ascelle in spray o in stick ?

M5S FOREVER!!!
3 1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Mir2011 • 4 ore fa
Renzi farebbe meglio ad aspettare i risultati delle primarie. Non si sa mai. Vabbè che ci sono in giro per l'Italia una marea di ciuci che han votato per 20 anni berlusconi e soci, ma ..... non si sa mai.
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
@patatrac73 Mir2011 • 3 ore fa
una vecia canson la cantava in scì: ^^son tre pajassi ussi assi e l'asino dolce pie' ... ^^ poi me la so descordaa' !
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
bruno 70 • 4 ore fa
Renzi lancia l'ultimato a Letta. Contemporaneamente Alfano Lupi e Quagliarello, sfidano il logorroico (Renzi) a far cadere il governo. Ecco spiegata la combine ideata dal Condannato di sciogliere il pdl, rifare forza italia ed uscire dal governo lasciando alcuni suoi servi (i tre citati sopra) a fianco di Letta, in modo che si diano da fare perchè tutto si sfasci, cosicchè il pregiudicato, dall'opposizione, può cominciare a fare la campagna per incolpare tutti gli altri dei mali italiani e lui, il solito B., presentarsi come il salvatore. Fantapolitica? Vedremo.
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Angela Vita • 4 ore fa
Questa tua nuova uscita, caro Renzi, puzza assai di berlusconiana manovra.
Ed è assai azzardata, se si considera che le primarie sono tra pochi giorni.
Contento te...
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Alberto Giardini • 4 ore fa
...i due sempliciotti all'attacco!!! Si salvi chi può!
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
@patatrac73 Alberto Giardini • 3 ore fa
a nnapule dicene. 'A pucchiacca ammane a 'e ccriature.
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Stanislao Moulinsky • 4 ore fa
Gran parte del Pd chiedeva le dimissioni della Cancellieri ma alla fine l'ha salvata solo per tenere a galla il governo, visto che Letta ha imposto la fiducia sull'esecutivo (andando oltretutto contro la Costituzione). Civati l'ha scritto apertamente sul suo blog ed Epifani è stato molto chiaro con il suo discorso. Mi domando come potrà Renzi mantenere questa promessa. La vedo dura.
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
SpecialOne • 4 ore fa
Quanti anni sono che è "nato" il Pd? ancora parlano di quali contenuti deve avere il partito...Ma come si fa ad affidare le proprie sorti a questa gente? é quello che merita chi li vota.
2 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
cocotino • 5 ore fa
la prossima spallata e casca l'ex maggiordomo del pregiudicato....e via via gli altri....ah..ah..ah..ah...
Come sto iniziando a godere !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
ptud02 • 5 ore fa
dopo il tesseramento fantasma, non oso immaginare che cosa potrà succedere alle primarie
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
gerone82 • 5 ore fa
Viva l'Italia
L'Italia che ha scelto
Di crederci un po' in questo sogno
Presidente questo è per te
Menomale che Beppe c'è
Viva l'Italia
L'Italia che ha scelto
Di crederci un po' in questo sogno
Ducietto questo è per te
Menomale che Beppe c'è
Viva l'Italia
L'Italia che ha scelto
Di crederci un po' in questo sogno
Ducietto questo è per te
Menomale che Beppe c'è
Ducietto questo è per te
Menomale che Beppe c'è

(cit)
1 3 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Mir2011 gerone82 • 4 ore fa
Oh my God!!! Ci risiamo con i capi-branco!!
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Gabriele Del Giovine • 5 ore fa
Tre uomini sull'orlo di una crisi di nervi :-)
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Kantharos • 5 ore fa
venditori di fumo, argomento di distrazione di massa. Il vero incubo viene dall'euro, il resto è fuffa, questi sono burattini di bruxelles e bundesbank e in politica fanno ciò che comanda l'europa.
2 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Zimidibidubilu • 5 ore fa
Renzi è un neoliberista. Un DC di centrodestra.
Che venga votato da chi è di centrosinistra è un paradosso.
7 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Mir2011 Zimidibidubilu • 4 ore fa
Infatti, lo voteranno solo gli ex dc.
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
ptud02 Zimidibidubilu • 5 ore fa
nel centrosinistra son tutti neoliberisti
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Luca • 5 ore fa
Un augurio: un 2014 senza (Gov) Letta & Berluska
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
@patatrac73 • 5 ore fa
certo che di ""guastatori"" in questo thread ce n'è un abbondanza,prolificano sotto diversi nik name
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
gerone82 • 5 ore fa
e Forza Beppeeeeeeee!
per essere liberi
e Forza Beppeeeee!
per fare e per crescere
e Forza Beppeeeeeee
c’è il grande orgoglio in noi
di appartenere a te
ad una gente che
rinasce con noi
nella tua storia un’altra storia c’è
la scriveremo noi con te
e Forza Beppeee!
è tempo di credere
dai Forza Beppee!
che siamo tantissimi
e abbiamo tutti
un fuoco dentro al cuore
un cuore grande che
sincero e libero
batte forte per te......
(cit)
4 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
zi ti • 5 ore fa
A me Renzi non piace ed ho sempre scritto che in lui e vendola vedo un berlusconi giovane. In realtà non riesco a trovare un politico che mi piaccia.

Bisogna però dargli atto che a parole ha ragione. Non è possibile che i 4 gatti di alfano possano imporre la loro agenda (uguale a quella di berlusconi salvo far cadere il governo).
Se alfano ritiene che il governo è importante per l'italia è lui che si deve adeguare all'agenda del partito di maggioranza. Altrimenti è esclusivamente uno sporco ricatto... altro che italia e italiani.
Dopodichè c'è da chiedersi: ma il pd un'agenda ce l'ha?
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
francoiannaccone zi ti • 5 ore fa
Ho la soluzione.
Facciamogli un provino a questo Renzi, vediamo cosa è capace di fare in 60 giorni, diciamo fino al 9 febbraio 2014, se funziona bene, se fa cilecca ...game over.
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
EnzaV zi ti • 5 ore fa
forse aspetta che gliela regalino a Natale!
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
@patatrac73 zi ti • 5 ore fa
e i tre Pupi l'agenda se ce l'hanno perchè non la leggono a me -uomo della strada - e cittadino Italiana ??
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Disenchanted zi ti • 5 ore fa
Su questo sono d'accordo, il problema è che Renzi mi sembra faccia soltanto proclami e minacce virtuali ma poi si adegua al resto del PD.
Cmq si voglia dire, considerarlo il "nuovo" è un puro atto di fede non sorretto da alcun comportamento fattuale.
Tra l'altro politicamente questa incertezza danneggia più Lui che i vecchi del PD, quindi inizio a pensare che non sia neanche troppo sveglio.....
Il Governo Letta deve cadere se non altro perchè non rispecchia il voto degli Italiani ed è un obrobrio istituzionale oltre che politico....
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Antonio Andre zi ti • 5 ore fa
Sull'IMU si per esempio (tenerla per i redditi alti), solo che ha vinto l'abolizione su ricatto del PDL.
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
antonia 46 • 5 ore fa
questo pietoso governicchio ha le ore contate
5 •Rispondi•Condividi ›
Immagine Avatar
paroleinpiazza • 5 ore fa
Renzi sta sfruttando l'apparato e l'organizzazione del PD. (sono mesi che lo scrivo).
In realtà lui con il PD non c'entra nulla.
Succederà questo:
Il PD si spaccherà o Renzi sarà costretto a fondare un nuovo partito.
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
sergio • 5 ore fa
Il miglior "raccogli consensi" per Grillo ? …. il PD.
Questa volta non sapeva come perdere ma….. ha trovato il modo.
1 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
gerone82 • 6 ore fa
Ricapitoliamo sulle cariche decise da beppe
-Proprietario del movimento:beppe.
-Vicepresidente del movimento: enrico grillo(eletto da beppe).
-Responsabile comunicazione:messora(eletto da beppe)
-Responsabile piattaforma web:giarnobi(anche lui eletto da beppe)
Ma c'è qualcuno che rappresenti la dirigenza del m5s che non sia stato scelto da beppe???
2 2 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
blackbird gerone82 • 5 ore fa
Quale dirigenza? Non ci sono segretari, vice segretari ecc... Se parli dei parlamentari, sono passati tutti attraverso il voto on line degli iscritti...
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
cipripedium • 6 ore fa
Quando guardo queste facce mi sale la bile al cervello. Se non bestemmio, guarda...
•Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Enzo Perrucci • 6 ore fa
si paragona a grillo sto ebete.non so come lo sopportano i toscani,un sindaco che prende lo stipendio,ma il suo tempo lo spreca in tour per l'italia.
5 •Rispondi•Condividi ›


Immagine Avatar
Christian Mariucci Enzo Perrucci • 4 ore fa −
Purché di toglierselo dai piedi ce lo vogliono scaricare a noi!
•Rispondi•Condividi ›

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 11:30
da Amadeus
i problemi reali ce li risolve zagrebelsky?

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 11:51
da iospero
Io spero che Renzi sia coerente con quanto afferma, ma forse non dipende solo da lui.

Abbiamo una struttura di partito votato nei circoli che probabilmente non corrisponde alla base elettorale, per cui una delle prime cose da farsi da parte del nuovo segretario sarà ascoltare la base dei suoi elettori attivando quei canali dello sperimentalismo democratico descritto da F. Barca.
Solo così il nuovo segretario potrà imporre la sua linea al governo e qualora questa linea non sia di gradimento al Ncd , sarà il Ncd a scegliere se tenere in vita il governo per il bene del Paese o aprire la crisi. Aperta la crisi non è detto che si vada ALLE ELEZIONI, Napolitano potrebbe anche dimettersi e allora sarebbe tutta un'altra storia.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 12:33
da mariok
PRIGIONIERI DELL'ILVA

Nessuno può dirsi innocente di fronte ai veleni dell'Ilva. Nel triangolo Taranto-Roma-Milano, tutto e tutti hanno avuto un prezzo. Non necessariamente economico. Ecco le telefonate che lo dimostrano

di Gloria Bagnariol e Giulia Paravicini

Al telefono con Archinà

Per un anno intero, il 2010, la Guardia di Finanza, per ordine della Procura di Taranto, intercetta il telefono dI Girolamo Archinà. Alla fine sono 50mila le telefonate ritenute di interesse. Il telefono dell’ uomo che è protesi, orecchio e ufficiale pagatore dei Riva, squilla in continuazione, le sue giornate sono un suk permanente di richieste e concessioni. Politici, sindacalisti, giornalisti, preti, tutti lo vogliono e lui ne ha per tutti. In questo mastodontico numero di file audio Repubblica, dopo un ascolto complessivo, ha individuato una ventina di conversazioni utili a documentare cosa è stato, ed è, il "sistema Riva"

http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... /?ref=fbpr

CINQUE ANNI ALLA RICERCA DELLA VERITA' - I PROTAGONISTI

9 luglio 2010 - 17:20
“Ci pensa il nostro amico Corrado”
Ivo Allegrini, per 22 anni Direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Cnr, poi consulente dell’Ilva, informa Archinà che ha parlato con Clini. L’allora direttore generale del ministero dell’Ambiente si sarebbe dimostrato disponibile a “rimettere le cose in sesto”


22 febbraio 2010 - 10:41
“Hai sentito i Riva per quella storia che interessa a Clini?”
Il nome del ministro dell’Ambiente del governo Monti spunta anche in una precedente conversazione. Questa volta Allegrini vuole sapere se il gruppo dirigente dell’Ilva è stato informato sugli interessi “dell’amico Corrado” in Brasile


22 luglio 2010 - 13:41
“Il numero di Bersani? Ma ce l’ha! si sentono settimanalmente”
Ad Archinà vengono chiesti i contatti del gruppo dirigente dell’Ilva perché possano essere raggiunti dallo staff del segretario del Pd Pierluigi Bersani e lui risponde dimostrando una grande consuetudine dei Riva con Largo del Nazareno


6 luglio 2010 - 22:01
Quando Vendola rassicura Archinà “non mi sono scordato”
Il governatore della Puglia parla con l’eminenza grigia dell’Ilva, lo tranquillizza, dice che non si è dimenticato dell’impegno con i Riva e si complimenta con Archinà per l’abilità con cui ha ‘placcato’ un cronista. È l’intercettazione già uscita nelle scorse settimane per la quale Vendola ha chiesto pubblicamente scusa per aver riso di un giornalista


25 ottobre 2010 - 12:57
Archinà a Vendola: “Diamo uno scossone al centrodestra”
L’ormai nota telefonata delle risate non è l’unica. I due si scambiano auguri e confidenze. Qui Archinà invita il presidente a partecipare a un incontro con Emma Marcegaglia e ne approfitta per commentare le nomine dell’autorità portuale di Taranto


6 luglio 2010 - 18:29
“Non scrivere note lunghe che Gasparri non le legge”
A Taranto si prepara il ricorso al Tar e Girolamo Archinà è preoccupato perché vede nel centrodestra “un’inerzia assoluta”. L’interlocutore, Pietro Lospinuso, consigliere regionale in quota Pdl lo rasserena perché a breve incontrerà il capogruppo del partito al Senato e il ministro Fitto, ma avverte: “Non scrivermi una nota di trenta pagine che quella Gasparri non la legge, meglio una cosa succinta”


29 ottobre 2010 - 09:55
“Il centrodestra deve schierarsi in blocco per fermare il decreto legge”
Lorenzo Nicastro, assessore all’Ambiente in Puglia, ha appena presentato un provvedimento che dà fastidio all’Ilva. Archinà suggerisce a Lospinuso il modo migliore per liberarsi del problema


5 maggio 2010 - 17:55
“Il sindaco o lo legate o lo bruciate vivo”
Archinà è in fibrillazione per la conferenza stampa sul benzoapirene convocata dal sindaco Stéfano e da Giorgio Assennato, direttore dell’Arpa. Chiama Ludovico Vico, onorevole del Pd, impegnato a Roma a votare la fiducia al governo


7 aprile 2010 - 11:00
“Si può fare qualcosa per mio figlio?” “Ne parlo con Crosetto”
Francesco Archinà, figlio di Girolamo, sta per essere trasferito a La Spezia per motivi di lavoro con la Marina Militare. Lui in realtà preferisce rimanere a Taranto e così il padre chiede un aiuto a Pietro Franzoso, deputato Pdl, morto nel 2011 dopo un incidente, che assicura un intervento sul sottosegretario alla Difesa


10 marzo 2010 - 19:35
“Il maestro dell’insabbiamento”
Emilio Riva, patron dell’Ilva, vuole porre fine al “battibecco con Assennato” e chiede ad Archinà come rispondere al comunicato con cui il direttore dell’Arpa svelava il superamento dei limiti degli inquinanti. Il numero uno dell’azienda si innervosisce con il suo factotum che definisce esperto di depistaggi


13 maggio 2010 - 12:43
La chiesa cerca sponsor
Don Marco avvisa Girolamo che il 9 giugno ci sarà “la presentazione di quel libro”. Ottomila euro sono già stati trovati, l’opera intera però ne costa 25mila..


21 aprile 2010 - 17:21
“Ehì Toni’, allora va bene cinquemila”
Dal centralino dell’Ilva arriva una chiamata ad Archinà. Una telefonata breve, trenta secondi. Il tempo necessario per farsi confermare da Laura che la busta con i cinquemila è pronta. Venti minuti dopo il faccendiere dei Riva chiama Antonio Gigante, uomo vicino alla curia, per confermare che i soldi sono pronti


12 maggio 2010 - 11:13
“Su chi puntiamo per la segreteria della Fim?”
Tempo di nomine al sindacato, ma c’è incertezza. Così la segreteria provinciale cisl Daniela Fumarola chiede ad Archinà su chi sia più giusto puntare. Girolamo ci pensa un po’ e dopo due ore richiama: “Prisciano indiscutibilmente”


17 maggio 2010 - 9:27
“Noi non possiamo chiedere il rinvio” Ma voi..
Archinà detta la linea a Daniela Fumarola su come Fim deve gestire le elezioni dei delegati sindacali dentro l’Ilva, poi chiede un favore: rimandare il tavolo previsto in prefettura per il 28 maggio. L’azienda non può farlo, loro sì. E così Fumarola si attiva e dieci minuti dopo conferma con un sms “Sto per inviare la richiesta di rinvio”


22 giugno 2010 - 17:33
“Questi di Arpa o vengono fatti fuori o sarà la fine”
Girolamo è deluso, credeva di aver raggiunto un accordo con Assennato e invece nulla, dal direttore dell’Arpa arriva la richiesta di riduzione drastica della produzione. Daniela Fumarola ascolta stupita al telefono e si interroga: “Che esigenza c’era?”


8 settembre 2010 - 12:26
“Il direttore di Taranto Sera è nostro”
Nico Russo, coordinatore di Taranto Futura, non piace ad Archinà. È necessario trovare un modo per bruciarlo. Al telefono con l’avvocato Perli spunta la soluzione ideale, segnalarlo a Michele Mascellaro. L’uomo, alla guida di un quotidiano locale, è abituato a riportare le notizie con i “toni che vogliamo noi”


15 aprile 2010 - 17:13
“Ma quanto gli ha chiesto?”
Un’intercettazione tra Mascellaro, direttore di Taranto Sera, e Archinà svela i sistemi usati dalle aziende per gestire i rapporti con la stampa locale


21 aprile 2010 - 11:36
“Meglio non svegliare gli appetiti degli esclusi”
Una tavola rotonda al telefono, da una parte della cornetta c’è Girolamo Archinà, dall’altra Emilio Riva, patron dell’Ilva e Alberto Cattaneo, dirigente della comunicazione in azienda. Oggetto della discussione gli spot su una televisione locale

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 15:04
da camillobenso
Amadeus ha scritto:i problemi reali ce li risolve zagrebelsky?


La sfera di competenza professionale di Gustavo Zagrebelsky è il Diritto Costituzionale. L’età e il grado di preparazione culturale gli permettono di sforare in altri campi affini. Molto probabilmente è in grado di comprendere nozioni elementari di economia se qualcuno gliele spiega come le sa spiegare molto bene Romano Prodi.

Penso che sia completamente digiuno di programmazione industriale.

Da solo può risolvere i nostri problemi reali?

La risposta è: NO.

Con altri dello stesso livello di preparazione culturale: Forse.

Ma esiste qualcuno oggi nel Bel Paese che possa risolvere i problemi reali?

Da queste parti la risposta è diffusamente: NO

***

Gustavo Zagrebelsky

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Gustavo Zagrebelsky (San Germano Chisone, 1º giugno 1943) è ungiurista italiano, giudice della Corte costituzionale dal 1995 al 2004.


Biografia
Di origine russa[1], è fratello minore del magistrato Vladimiro Zagrebelsky[2]. Socio Costituzionalista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti[3], già professore ordinario di Diritto Costituzionalepresso l'Università di Torino e presso l'Università degli studi di Sassari, è stato nominato giudice costituzionale dal presidente della RepubblicaOscar Luigi Scalfaro il 9 settembre 1995, prestando giuramento il 13 settembre 1995. Il 28 gennaio 2004 è stato eletto presidente della Corte costituzionale, carica che ha ricoperto fino allo scadere del suo mandato il 13 settembre 2004.[4]
Zagrebelsky è attualmente docente di Diritto costituzionale e Teoria generale del diritto pubblico presso la Dipartimento di Giurisprudenza diTorino[5] e docente a contratto presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli[6].
Collabora con alcuni dei più importanti quotidiani italiani (La Repubblica, La Stampa) ed è socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei. Nel suo articolato pensiero giuridico è rintracciabile una visione, se non una speranza, dualistica del diritto, diviso in lex e ius, concetti riconducibili ai lati formale e sostanziale del diritto. Zagrebelsky afferma l'importanza della duplicità degli aspetti del diritto, evidenziando il pericolo derivante dall'acriticità di un diritto solo formale o solo sostanziale. Una visione dualistica che nello Stato attuale si è persa, a favore di un nichilismo giuridico.[7]
Gli si deve inoltre una pluriennale opera di riflessione e di riproposizione di alcuni autori classici del pensiero giuridico novecentesco, come Piero Calamandrei, Costantino Mortati e Rudolf Smend.
Negli ultimi anni è ripetutamente intervenuto nel dibattito pubblico italiano, avversando le posizioni politiche e culturali dei cosiddetti atei devoti e in particolare sulla laicità dello Stato e lo spirito concordatario: molti di questi saggi sono raccolti nel volume Contro l'etica della verità, pubblicato dall'editore Laterza.
È presidente onorario dell'associazione Libertà e Giustizia[8] e presidente della Biennale Democrazia[9].
Ha curato la riedizione di Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945), pubblicato presso Einaudi nel 2002 con una sua nota introduttiva.

Re: Come se ne viene fuori ?

Inviato: 02/12/2013, 15:26
da camillobenso
« Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione »
Alcide De Gasperi




Amadeus ha scritto:i problemi reali ce li risolve zagrebelsky?

Alcide De Gasperi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

====================================================================
« Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione »
(Alcide De Gasperi[1])
====================================================================



Alcide Amedeo Francesco[2] De Gasperi, o più propriamente Degasperi[3] (pronuncia[?·info]; Pieve Tesino, 3 aprile 1881 – Borgo Valsugana, 19 agosto 1954), è stato un politico italiano.

Prima membro della Camera dei Deputati Austriaca per la circoscrizione tirolese di lingua italiana della Contea del Tirolo, poi esponente del Partito Popolare Italiano e fondatore della Democrazia Cristiana con il suo scritto Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana, è stato il primo presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

Viene oggi considerato come uno dei padri della Repubblica Italiana e, insieme al francese Robert Schuman, al tedesco Konrad Adenauer e all'italiano Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell'Unione europea. La Chiesa cattolica lo venera come servo di Dio ed è in corso la causa di beatificazione.

Biografia

Ritratto De Gasperi eseguito dal pittore Pietro Annigoni
De Gasperi nacque a Pieve Tesino in una povera famiglia tirolese: infatti i suoi genitori dovettero chiedere un sussidio allo Stato austriaco per farlo studiare. Era il primo dei quattro figli di Maria Morandini, nata a Predazzo, e Amedeo Degasperi, nato a Sardagna. Dopo di lui nacquero Mario, che fu sacerdote, Marcella e Augusto.
Il periodo austroungarico[modifica | modifica sorgente]
Italiano di lingua (sapeva esprimersi perfettamente anche in tedesco), De Gasperi nacque e si formò nell'allora Tirolo Italiano o Welschtirol, ovvero Trentino, regione che all'epoca era parte dell'Impero austro-ungarico. Si iscrisse nell'anno scolastico 1896/1897 all'Imperial Regio Ginnasio superiore di Trento, dimostrandosi studente capace soprattutto in latino, greco, italiano, lingua tedesca e propedeutica filosofica. Ottiene la laurea in Filologia presso l'Università di Vienna. Fin da giovanissimo partecipò ad attività politiche d'ispirazione cristiano-sociale: nel periodo degli studi universitari, a Vienna e a Innsbruck (capitale della Contea del Tirolo), fu leader del movimento studentesco e protagonista delle lotte degli studenti trentini, che miravano a ottenere un'università in lingua italiana per le minoranze italofone del Tirolo e dell'impero. Dopo la rivolta degli studenti di lingua tedesca, dovette scontare per queste sue attività anche qualche giorno di reclusione a Innsbruck.
Dopo la laurea entrò a far parte della redazione del giornale Il Giusto e in breve tempo assunse la carica di direttore, scrisse una serie di articoli con cui difendeva l'autonomia culturale del Trentino a fronte del Tirolo tedesco, ma non mise mai in discussione l'appartenenza di tutto il Tirolo all'Impero austro-ungarico.
Nelle elezioni del Parlamento austriaco del 13 e 20 giugno 1911 venne eletto tra le file dei Popolari: nel suo collegio elettorale di Fiemme-Fassa-Primiero-Civezzano, di 4275 elettori, ottenne ben 3116 voti. Il 27 aprile 1914 ottenne anche un seggio nella Dieta Tirolese di Innsbruck. Anche il suo impegno di Parlamentare fu legato alla difesa dell'autonomia delle popolazioni trentine. La sua attività propagandistica finì con l'essere tenacemente avversata dagli organi polizieschi in seguito al precipitare degli eventi internazionali: l'attentato di Sarajevo che determinò lo scoppio della prima guerra mondiale e soprattutto l'adesione dell'Italia alla Triplice intesa.
Inizialmente De Gasperi sperò che l'Italia entrasse in guerra a fianco dell'Austria-Ungheria e della Germania sulla base della Triplice alleanza. Quando ciò non avvenne, s'impegnò perché fosse almeno mantenuta la neutralità italiana, poi sapeva dell'opinione popolare trentina legata alla casa d'Asburgo. In questo modo la politica di De Gasperi era in aspro contrasto con quella di Cesare Battisti, che in quello stesso anno si recò a Roma.
Prova della sua posizione di lealtà nei confronti dell'Austria è la dichiarazione resa a Roma nel settembre del 1914 all'ambasciatore asburgico, Barone Karl von Macchio, che se si fosse tenuto un plebiscito, il 90% dei trentini avrebbe votato per l'Austria-Ungheria.[4]
Durante il periodo in cui il Parlamento di Vienna rimase inoperoso (dal 25 luglio 1914 al 30 maggio 1917), De Gasperi si dedicò soprattutto ai profughi di guerra. A tal fine venne nominato delegato per l'Austria Superiore e per la Boemia occidentale del Segretariato per i profughi e rifugiati. Anche dopo la riapertura del Parlamento continuò a occuparsi del tema, tanto che presentò e fece approvare una legge per regolare il trattamento loro riservato.
Alla luce delle forti repressioni operate dalle autorità asburgiche, le sue posizioni in merito alla questione nazionale trentina cambiarono e si fece fautore del diritto all'autodeterminazione dei popoli: nel maggio 1918, quando ormai l'impero austro-ungarico stava crollando, fu tra i promotori di un documento comune sottoscritto dalle rappresentanze dei polacchi, dei cechi, degli slovacchi, dei rumeni, degli sloveni, dei croati e dei serbi. Il successivo 24 ottobre partecipò alla formazione del Fascio nazionale, comprendente popolari liberali trentini e liberali giuliani e adriatici.
Dal primo dopoguerra al fascismo[modifica | modifica sorgente]
Nel 1919 aderì al Partito Popolare Italiano promosso da don Luigi Sturzo; solo nel 1921 venne eletto deputato a Roma, in quanto il Trentino fino a quell'epoca era stato sottoposto a regime commissariale.
Nel 1922 si sposa con Francesca Romani nella chiesa arcipretale di Borgo Valsugana. Nasceranno quattro figlie, una delle quali entrerà in monastero. Nello stesso anno il 16 novembre a seguito del discorso del bivacco votò la fiducia al governo Mussolini.
Al tempo delle dimissioni di Don Sturzo da segretario del PPI De Gasperi era capogruppo alla Camera. Nel 1925 assunse la segreteria del partito popolare.
Dopo l'iniziale sostegno del suo partito nella prima parte del governo Mussolini, tanto che nel 1923 i popolari cercarono inizialmente di trovare un compromesso sulla legge Acerbo,[5] De Gasperi tenne un discorso alla Camera dei Deputati il 15 luglio 1923 esplicando il suo atteggiamento verso quella legge.[6][7] Successivamente si oppose all'avvento del fascismo finché, isolato dal regime, fu arrestato alla stazione di Firenze l'11 marzo 1927, insieme alla moglie, mentre si stava recando in treno a Trieste. Al processo che seguì venne condannato a 4 anni di carcere e a una forte multa.
Dopo la scarcerazione, alla fine del luglio 1928, venne continuamente sorvegliato dalla polizia e dovette trascorrere un periodo di grandi difficoltà economiche e isolamento sia morale che politico. Senza un impiego stabile, provò a presentare domanda presso la Biblioteca Apostolica Vaticana nell'autunno 1928, contando sull'interessamento del vescovo di Trento, mons. Celestino Endrici, e di alcuni amici ex popolari. Lo stesso capo bibliotecario Igino Giordani si adoperò presso padre Tacchi Venturi affinché i pedinamenti della polizia terminassero[8][9]. L'assunzione - come impiegato avventizio - venne soltanto dopo la firma dei Patti Lateranensi (1929).
In quella sede passò lunghi anni di studio e di osservazione degli avvenimenti politici italiani e internazionali, nonché di approfondimento della storia del partito cristiano del Centro in Germania e delle teorie economiche e sociali maturate in seno alle varie correnti della cultura cattolica europea.
In questo periodo De Gasperi scrisse articoli regolari su una rivista vaticana chiamata "Illustrazione italiana" e mostrò un evidente coinvolgimento nella lotta tra cattolicesimo e comunismo anche a scapito della perspicacia delle sue valutazioni sul Nazismo tedesco. In particolare giustificò l'annessione dell'Austria al Reich criticando il "processo di scristianizzazione" portato avanti a suo dire dal Partito Socialdemocratico austriaco e appoggiò le posizioni della chiesa tedesca nel 1937 favorevoli al Nazismo in opposizione ai comunisti tedeschi[10].
Nel 1942-43, durante la Seconda guerra mondiale, compose, insieme ad altri, l'opuscolo Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana in cui esprimeva le idee alla base del futuro partito della Democrazia Cristiana di cui sarebbe stato cofondatore.
Una volta liberato il sud Italia a opera delle forze anglo-americane, entrò a far parte in rappresentanza della Democrazia Cristiana (DC) nel Comitato di Liberazione Nazionale. Durante il governo guidato da Ivanoe Bonomi fu ministro senza portafoglio, mentre dal dicembre del 1944 al dicembre del 1945 venne nominato ministro degli esteri. Nello stesso anno fonda il Centro Nazionale Sportivo Libertas.
Nella Repubblica italiana[modifica | modifica sorgente]


Nel 1945 fu nominato presidente del Consiglio dei Ministri, l'ultimo del Regno d'Italia. Durante tale governo fu proclamata la Repubblica e perciò fu anche il primo capo di governo dell'Italia repubblicana, e guidò un governo di unità nazionale, che durò fino alle elezioni del 1948.
Da ricordare che il 12 giugno del 1946, allorché il consiglio dei ministri da lui presieduto procedette alla proclamazione della repubblica prima che la Corte di cassazione proclamasse i risultati definitivi del referendum del 2 e 3 giugno, egli ricoprì la carica di capo provvisorio dello Stato e dunque a lui furono trasmesse le funzioni fino allora esercitate dal re Umberto II: in quelle ore si ebbe il drammatico scambio di battute con Falcone Lucifero, in cui De Gasperi affermò: «O lei verrà a trovare me a Regina Coeli, o io verrò a trovare lei»[11].
De Gasperi cumulò nella sua persona le due cariche di capo del governo (presidente del Consiglio dei ministri) e di capo provvisorio dello Stato fino al 1º luglio 1946, quando Enrico De Nicola, eletto Capo provvisorio dello Stato il 28 giugno dall'Assemblea Costituente, prese ufficialmente possesso della carica.


Il 10 agosto 1946 intervenne a Parigi alla Conferenza di pace, dove ebbe modo di contestare, attraverso un elegante e impeccabile discorso, le dure condizioni inflitte all'Italia dalla Conferenza.

=====================================================================
« Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me [...] »
=====================================================================
(Alcide De Gasperi, Parigi 1946)


Nel gennaio 1947 ebbe luogo la celebre missione di De Gasperi negli Stati Uniti, nel corso della quale lo statista conseguì un importante successo politico con l'ottenere dalle autorità americane un prestito Eximbank di 100 milioni di dollari. L'apertura di un dialogo costruttivo tra i due paesi conferì a De Gasperi la motivazione e il sostegno necessari ad attuare l'ambizioso disegno di un nuovo governo senza le sinistre e con l'apporto di un gruppo di "tecnici" guidati da Luigi Einaudi. La formazione del quarto gabinetto De Gasperi contribuirà a ripristinare la credibilità dell'azione di governo, consentendo l'adozione della strategia antinflazionistica nota come "linea Einaudi".[12].
Nell'occasione fu il terzo italiano a essere onorato di una ticker-tape parade dalla città di New York, e sarà l'unico a ripeterne l'esperienza, nel 1951.
Le elezioni del 18 aprile del 1948 furono tra le più accese della storia repubblicana, visto lo scontro tra la DC e il Fronte popolare, composto da socialisti e comunisti. De Gasperi riuscì a guidare la DC a uno storico successo, ottenendo il 48% dei consensi (il risultato più alto che qualsiasi partito abbia mai raggiunto in Italia) e fu nominato Presidente del primo Consiglio dei ministri dell'Italia repubblicana. Con una tale maggioranza, la DC era in grado di governare da sola, ma De Gasperi sollecitò invece la collaborazione di laici liberali, socialdemocratici e repubblicani. Secondo Montanelli, «De Gasperi li aveva imbarcati nel suo ministero appunto per sottrarre il suo partito al pericolo di diventare vassallo della Chiesa e per sottrarre la Chiesa alla tentazione di servirsi del partito per governare l'Italia come una parrocchia»[13].
In un'Italia oberata dal ricordo di vent'anni di dittatura fascista e spaventosamente logorata dalla Seconda guerra mondiale, De Gasperi affrontò con dignità politica le trattative di pace con le potenze vincitrici, riuscendo a confinare le inevitabili sanzioni principalmente all'ambito del disarmo militare, ed evitando la perdita di territori di confine come l'Alto-Adige e la Valle d'Aosta. Cercò inoltre di risolvere a vantaggio dell'Italia la questione della sovranità di Trieste e dell'Istria, ove ebbe meno fortuna. Finanziò una rivista, Terza generazione, il cui scopo era di unire i giovani di là dai partiti e superare la divisione tra fascisti e antifascisti.
Sempre in politica estera concluse importanti accordi con le potenze occidentali per finanziare la ricostruzione e il riassetto dell'economia italiana.

La situazione precaria del paese migliorava molto lentamente, provocando il malcontento del movimento operaio e sindacale; ad alimentare la protesta e i disagi fu anche una spaventosa alluvione del Po che fece molte vittime nella zona agricola delle province di Rovigo e Venezia (1951).

L'incidente diplomatico con il Vaticano
Nel 1952, per il timore di un'affermazione in Italia delle posizioni marxiste, il Vaticano avallò per le elezioni amministrative del comune di Roma l'iniziativa di don Luigi Sturzo che prospettava un'ampia alleanza elettorale che coinvolgesse, oltre ai quattro partiti governativi anche il Movimento Sociale Italiano e il Partito Nazionale Monarchico.[14][15] La Santa Sede non avrebbe accettato che la "Città Eterna", in quanto sede della Cristianità Cattolica, potesse essere amministrata da un sindaco comunista. De Gasperi si oppose nettamente a questa ipotesi per motivi morali e per il suo passato antifascista, e anche per sostenere la sua visione laica dello stato.

Affermò con decisione:

« Se mi verrà imposto, dovrò chinare la testa, ma rinunzierò alla vita politica.[16] »

La coalizione con le destre non venne accettata ed egli seppe resistere sulle sue posizioni sino a quando Papa Pio XII – che aveva persino mandato da lui il famoso predicatore Riccardo Lombardi, nell'intento di persuaderlo[17] – si arrese di fronte all'impraticabilità della proposta.


L'incidente diplomatico con il Vaticano, d'altra parte, turbò profondamente l'animo di De Gasperi; ai suoi collaboratori scrisse:

« Proprio a me, un povero cattolico della Valsugana, è toccato dire di no al Papa.[?] »


Di lì a poco, nello stesso anno, Pio XII non ricevette in Vaticano De Gasperi in occasione del trentennale delle sue nozze con Francesca Romani.[15] De Gasperi ne fu molto amareggiato e rispose ufficialmente all'ambasciatore Mameli che gli aveva comunicato il rifiuto:

« Come cristiano accetto l'umiliazione, benché non sappia come giustificarla. Come Presidente del Consiglio italiano e Ministro degli Esteri, l'autorità e la dignità che rappresento e dalla quale non posso spogliarmi neanche nei rapporti privati, m'impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla segreteria di Stato un chiarimento.[16] »


L'uscita di scena
Mantenne la carica di presidente del Consiglio fino all'agosto 1953, dimettendosi a causa del fallimento della legge elettorale, denominata dai suoi avversari legge truffa, dopo la sfiducia della Camera a un governo monocolore DC.
Fu convinto sostenitore della necessità di un'integrazione europea, e critico nei confronti dell'ingresso dell'Italia nella NATO, cui avrebbe di gran lunga preferito la creazione di una Comunità Europea di Difesa.


La vicenda De Gasperi - Guareschi
Nel gennaio 1954 Giovannino Guareschi, direttore del Candido, fece pubblicare due lettere datate 1944 e firmate da De Gasperi, una dattiloscritta su carta intestata della Segreteria di Stato vaticana e una manoscritta. Contenevano una richiesta diretta al Comando alleato di Salerno di effettuare il bombardamento della periferia di Roma, per causare una reazione della popolazione e affrettare il ritiro dei tedeschi. Guareschi (che imputava a De Gasperi un atteggiamento troppo poco deciso verso il comunismo) vi aggiunse un proprio commento politico, in toni assai pesanti, che portò De Gasperi a denunciarlo per diffamazione nel febbraio dello stesso anno.[18]
Il Tribunale di Milano dopo tre giorni di udienze condannò Guareschi per diffamazione a mezzo stampa a un anno di reclusione senza disporre alcuna perizia calligrafica. Nella sentenza venne scritto che la perizia non avrebbe potuto far diventare credibile e certo, ciò che obiettivamente è risultato impossibile ed inverosimile,[19] avendo lo statista dichiarato false le lettere.
Una perizia richiesta dal Candido a un perito accreditato presso il tribunale aveva dichiarato autentiche le lettere.[18] Nel 1956 in un processo intentato in contumacia presso lo stesso Tribunale nei confronti del presunto fornitore delle lettere, una serie di perizie diedero risultati contraddittori (i periti della difesa sostennero che le lettere periziate presentavano diversità palesi con quelle pubblicate sul Candido). I giudici decisero di non tener conto di alcuna perizia e di assolvere nel 1958 dal reato di truffa l'imputato, mentre quello di falso era estinto per amnistia.[19]
Il giornalista e scrittore, che si riferì alla vicenda chiamandola il ta-pum del cecchino, aveva già subito quattro anni prima una condanna a otto mesi con la condizionale per vilipendio a mezzo stampa del Presidente della Repubblica Einaudi. Si rifiutò di chiedere l'appello o la grazia o di escogitare altri modi per sfuggire alla pena. A fine maggio si presentò volontariamente al carcere di Parma, dove scontò 409 giorni, uscendo in libertà vigilata per buona condotta.[18][20]
La vicenda ebbe una coda a cavallo tra luglio e agosto: uscì la notizia di una richiesta di grazia operata dalla moglie di Guareschi, Ennia, che risultò falsa e alla quale il giornalista reagì violentemente. La Procura di Roma aveva dato seguito alla richiesta di grazia effettuata da un gruppo di grandi invalidi di guerra medagliati e De Gasperi, interpellato dalla Procura, aveva risposto meno di un mese prima di morire di non opporsi. In realtà non venendo dal condannato o da suoi congiunti la richiesta avrebbe dovuto non avere seguito da subito ai sensi dell'art.595 del Codice di Procedura Penale.[21]
Nondimeno alcuni anni dopo, nel maggio 1957, Guareschi ebbe a scrivere che a confronto dei politici dell'epoca De Gasperi era un gigante.[22]
La morte e il processo di beatificazione[modifica | modifica sorgente]
Alcide De Gasperi si spense il 19 agosto 1954 nella sua casa in Val di Sella (situata nel territorio comunale di Borgo Valsugana), dove amava trascorrere lunghi periodi assieme alla famiglia. Cinque giorni prima della morte, disse alla figlia Maria Romana:
« Adesso ho fatto tutto ciò ch'era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto utile, ti dice: ora basta, puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là, col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l'oggetto della propria passione incompiuto.[16] »
La sua scomparsa improvvisa, lontano dal clamore e dall'attenzione dei palazzi romani, suscitò vasta commozione in tutta Italia; il lungo tragitto in treno con cui la salma raggiunse Roma per le esequie di Stato, fu rallentato da numerose soste impreviste perché la gente comune era accorsa da ogni parte per rendere omaggio allo statista. Dentro e fuori la chiesa dove si celebrò il funerale furono presenti rappresentanze di tutti i partiti (fatta eccezione per i deputati del MSI non dimentichi del passato di antifascista di De Gasperi). Attualmente si trova sepolto a Roma, nel porticato della Basilica di San Lorenzo fuori le mura. La tomba è opera dello scultore Giacomo Manzù.
Poco dopo la sua morte, iniziarono le richieste di avviare per lui il processo di beatificazione.
È in corso a Trento la fase diocesana del processo di canonizzazione, che è stata aperta nel 1993, per cui la Chiesa cattolica ha assegnato ad Alcide De Gasperi il titolo di Servo di Dio.

De Gasperi nella cultura popolare

La figura di De Gasperi è la protagonista del film neorealista diretto da Roberto Rossellini Anno uno (1974), ruolo che venne interpretato da Luigi Vannucchi, in cui si trova una ricostruzione del periodo storico che va dalle operazioni del Comitato di Liberazione Nazionale a Roma, e della fiction Rai De Gasperi, l'uomo della speranza (2004), girata dalla regista Liliana Cavani e trasmessa in due parti su Rai 1. Interprete dello statista il giovane attore italiano Fabrizio Gifuni, figlio di Gaetano, ex segretario generale della Presidenza della Repubblica.
Il 1º ottobre 2009, all'Auditorium Concordia di Pordenone, è andato in scena in prima nazionale il monologo Viva l'Italia - Gli anni di Alcide Degasperi[23] di e con Pino Loperfido, una ricostruzione teatrale della vita e delle opere dello statista di Pieve Tesino.