quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

iospero ha scritto:A Mariok
Il fatto che ci sia stato un notevole spostamento di voti dal centrosinistra alla sinistra in trutta Europa conta così poco ?

Personalmente ritengo invece che qiesto fatto sia molto significativo e indica una tendenza, non dimentichiamo che molti che hanno dato un voto moderato sono ancora molto incerti e se non vedranno risultati concreti saranno pronti a spostarsi a sinistra.
Posso ricordare che senza la spada di Damocle dell'UE la sinistra di Syriza in Grecia era più forte.
Mah, io questo "notevole spostamento di voti dal centrosinistra alla sinistra in tutta Europa" proprio non riesco a vederlo.

In Francia ha vinto Hollande, che è cosa ben diversa dalla gauche di Melenchon (che per la cronaca non è riuscito a piazzarsi come terzo partito ed è stato battuto dalla destra di Le pen).

In Grecia, il referendum sull'Europa Syriza lo ha perso. Il fatto che abbia preso più voti rispetto al passato è dovuto essenzialmente alla radicalizzazione dello scontro, che ha favorito non solo la sinistra ma anche la destra nazista di Alba dorata.

Con questo ragionamento anche la destra estrema, in Grecia ed in Francia, può dire di aver ottenuto una "notevole affermazione". Ma che senso ha?
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

mariok ha scritto:
iospero ha scritto:A Mariok
Il fatto che ci sia stato un notevole spostamento di voti dal centrosinistra alla sinistra in trutta Europa conta così poco ?

Personalmente ritengo invece che qiesto fatto sia molto significativo e indica una tendenza, non dimentichiamo che molti che hanno dato un voto moderato sono ancora molto incerti e se non vedranno risultati concreti saranno pronti a spostarsi a sinistra.
Posso ricordare che senza la spada di Damocle dell'UE la sinistra di Syriza in Grecia era più forte.
Mah, io questo "notevole spostamento di voti dal centrosinistra alla sinistra in tutta Europa" proprio non riesco a vederlo.


francamente ...men che meno in Italia.
da quando è entrato in questo governo di banchieri mannari,
il Partito Defunto ha perso ,
nella più rosea delle ipotesi,
il 5% di consenso.
di questa perdita non se ne sono affatto avvantaggiati SEL e FED.SIN. ,
ma neppure Di Pietro ,socialisti e verdi,
se non in percentuali dello zero virgola.
chi invece è cresciuto tanto è il M5s....
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

Quando la popolazione sta male è normale che crescano le estreme, la stessa crescita del 5 Stelle o del Pirata in Germania sembra dimostrarlo.
Non so dove si vuol collocare 5 Stelle, ma essendo l'unica formazione aperta alla democrazia diretta , con richieste di corretta amministrazione, fuori i condannati dal Parlamento, rispetto dell'ambiente, ecc. ecc. lo collocherei più a sinistra degli altri (SEL,IDV) che per adesso non prevedono nemmeno le primarie.
aaaa42
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da aaaa42 »

ti do i nomi dei partecipanti alle PRIMARIE SOCIALISTE


Pisapia Vendola De Magistris o Di Pietro,il sindaco di cagliari , l' assessora al lavoro comune di Milano
un esponente della FED , Beppe Grillo e ing. Gamberale.

il regolamento delle primarie redatto da prof. Rodotà e altri 4 giuristi.
probabile il doppio turno.

il consiglio di sorveglianza ( soviet )eletto con le primarie prevvede una commissione segretata di sicurezza ( sembra di guardie giurate) .

attualmente c è un problema, l' ing. Gamberale boiardo di stato ha chiesto di investire per la sua elezione 5 miliardi di euro ( il più grande investimento monetario per elezione di tutti i tempi e per giunta per dellle primarie !!!).
su questo c è stato il no di Pisapia e di Vendola.

Mariok mi sembri un po distratto !!!
anche in questo forun si era parlato di primarie della sinistra e socialiste.
erding
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da erding »

Alba alle elezioni, non con il Pd

– Intervista a Paul Ginsborg – Daniela Preziosi (Il Manifesto)

Lo storico Ginsborg: Bersani erede della bonaccia Pci, non fa niente ma guadagna punti «I partiti vorrebbero mangiarci, ma non ripeteremo mai la brutta storia della sinistra arcobaleno. E non sacrificheremo la nostra diversità per un’alleanza»

Professor Paul Ginsborg, in questo secondo appuntamento di Alba sarà lei ad affrontare il nodo della partecipazione alle politiche del 2013. Cosa deciderete?

Più che un nodo è una patata bollente. Ma è troppo presto per decidere. Questo movimento è in fase di crescita. I «nodi territoriali», circa ottanta, hanno bisogno di solidificarsi. Dobbiamo rinforzarci, fare rete, costruire quei legami politici a me cari, l’empatia, la mitezza. È il momento di discutere, e tutti oggi vogliono dire la loro. C’è una cosa che ci accomuna: la diversità. Il nostro atto di nascita è un atto di accusa al sistema partitico novecentesco arrivato a fine corsa. Vogliamo fondare un nuovo sistema politico, introdurre elementi di una cultura politica rivoluzionaria. Non penso alla presa del Palazzo d’Inverno ma a un nuovo modo di fare politica. Marco Revelli parla di «spazio pubblico allargato», che coinvolge la società civile e politica e combina la democrazia rappresentativa e partecipata. Questi di Parma sono due bellissimi giorni di democrazia partecipata. A costo zero, 350 persone sono rimaste ore ai tavoli a discutere. Non sacrificheremo a nessun costo questa diversità in un’alleanza che ci snaturi.

Sta dicendo che questa purezza non è coalizzabile con i partiti di centrosinistra?

Io non la chiamo purezza, la chiamo innovazione. E la mia opinione personale è che non è possibile un’alleanza elettorale con il Pd. Qui molte persone che oggi hanno aderito ad Alba hanno raccontato di essersi logorate dentro il Pd quando hanno provato a introdurre forme politiche nuove. Penso alla frattura fra dirigenti e base del Pd che è avvenuta in Val di Susa. Non credo che i partiti si possano autoriformare. Io vivo a Firenze, e conosco la grande generosità di molti militanti democratici. Ma sono ingabbiati in un radicato sistema di potere Pds-Ds-Pd. Detto questo, io vengo da una forte militanza antiberlusconiana. Non faremo tornare il centrodestra. Per questo preferiamo un sistema elettorale a che non obblighi agli apparentamenti.

A Firenze nel Pd c’è la variante Renzi, che però ha fatto dell’innovazione il suo marketing.

Renzi non è una variante, è un democristiano nelle file del Pd. Non rompe affatto con quella tradizione. È un nuovo tanto vecchio, va benissimo per il Pd.

Renzi o Bersani, per lei non cambia nulla?

L’erede della tradizione comunista per me non è Bersani, ma il presidente della Regione Enrico Rossi. Un erede onesto e molto dignitoso. Ma questo non ci rende i rapporti più semplici. Anzi direi che, a parte la cordialità personale, con il nostro movimento non ha alcun rapporto.

Insomma Bersani non è un vostro interlocutore?

No, per ora. È anche difficile sapere se il suo modo di essere, elettoralmente parlando, paghi o no. Certo, ricorda il primo Prodi, quello molto imbranato. Resta il grande mistero delle scelte dell’elettorato italiano. Calvino parlava della «bonaccia del Pci». Ecco Bersani è erede di questa tradizione: non fa nulla però magari guadagna tre punti.

Come giudica questa entente cordiale tra Pd e Udc?

Noi che abbiamo aderito al manifesto di Alba veniamo dalla sinistra. Ma proviamo a guardare oltre, e a parlare con centinaia di migliaia di persone, soprattutto quelle che hanno abbracciato il Movimento 5 stelle. Con loro abbiamo in comune la critica del vecchio sistema partitico e la fede nell’importanza del governo locale. L’ideale sarebbe trovare una grande alleanza sociale fra la parte più battagliera della classe operaia, i ceti medi urbani che sono stati conquistati alla difesa della Costituzione, e con i precari, un bacino ancora inespresso ma dalle enorme potenzialità. Questo puzzle sociale di tre elementi diversi potrebbe essere la nostra base elettorale. Una grande «Alba» per l’Italia.
Voi criticate il Pd, soprattutto. Ma qui con voi discutono anche i militanti di Sel, Ferrero del Prc è venuto a Parma, e il portavoce della Federazione della sinistra era ai tavoli.
Sarebbero felici di mangiarci a pranzo la domenica. Ma una cosa è chiara a tutti: la vicenda della sinistra arcobaleno è stata brutta e verticistica, il contrario di tutte le nostre idee sulla democrazia partecipata. Noi non ripeteremo mai quella esperienza.

I partiti però vi guardano con sufficienza. Vi giudicano effimeri, movimenti carsici, dai girotondi ad oggi. Perché Alba dovrebbe essere diversa?

Non possiamo fornire alcuna garanzia. Non offriamo carriere, i nostri individui sono liberi, fanno una scelta di impegno disinteressato. Ma il dato è esattamente contrario a quello che pensano i partiti: negli ultimi vent’anni la società civile e democratica è molto cresciuta. È vero, siamo un fiume carsico, ma la piena è sempre più forte. L’associazione Libera, del resto, o Libertà e giustizia sono organizzazioni notevoli, durature, solide. La società civile ha molte deficiencies, potremo chiamarle inadeguatezze. Ma non può essere accusata di aver portato il paese sull’orlo dell’abisso. Quello che manca oggi è proprio un soggetto politico che condivida con la società civile un linguaggio democratico di proposte radicali. È la nostra scommessa.

http://www.soggettopoliticonuovo.it/201 ... manifesto/
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Letta: «Il governo Bersani sarà in continuità con Monti»

Il governo del 2013 avrà il Pd come perno, Bersani come guida e sarà in forte continuità con quello attuale. Lo dice Enrico Letta in un’intervista a l’Unità.

Di Simone Collini
2 luglio 2012

Del governo del dopo Monti Enrico Letta dice non solo che «avrà il Pd come perno» e Bersani come guida, ma anche che dovrà essere «in forte continuità» rispetto all’attuale esecutivo: «Continuità programmatica e anche di uomini», sottolinea il vicesegretario del Pd, facendo notare l’«avvicinamento tra Monti e le tesi dei progressisti europei» emerso in modo chiaro nel Consiglio europeo. Quanto alle forze che dovranno coalizzarsi, Letta insiste sul rapporto tra progressisti e moderati, apre a Vendola e chiude a Di Pietro: «Proprio in queste ore emerge in tutta chiarezza la contraddizione tra gli attacchi al Quirinale e il ruolo di Napolitano come massimo protagonista dell’Italia che vince a Bruxelles».

Partiamo dalle conseguenze politiche del Consiglio europeo: nonostante le continue fibrillazioni del Pdl, il successo spazza via l’ipotesi di voto anticipato?
«Il governo deve durare fino alla scadenza naturale della legislatura. Il dopo vertice è stato interpretato da tutti una sconfitta per il Pdl, che come testimoniano le parole sconnesse di Brunetta è ormai un’armata in rotta, e un successo per il Pd, che come dimostrano la serietà delle parole di Bersani e il fatto che nessuno nel partito le abbia messe in dubbio sarà il perno del prossimo governo».

Com’è da valutare il silenzio di Berlusconi?
«Berlusconi ha giocato un preciso ruolo in queste settimane, tentando di rientrare in gioco. E lo spauracchio di un suo possibile rientro ha terrorizzato i partner europei. Col vertice di Bruxelles Berlusconi, che si era messo in modo inquietante sulla scia di Grillo, è finito per sempre. Ora bisognerà vedere se ci sarà un’evoluzione verso un moderno centrodestra europeo, se Alfano saprà dare al suo partito un’impronta non antisistema».

Parlava di successo per il Pd, ma i risultati a Bruxelles li ha ottenuti Monti.
«Intanto, le conseguenze politiche europee e italiane del vertice sono non solo molto significative e tutte a noi favorevoli sul lungo periodo, che è quel che ci interessa. È inoltre palese che c’è stato un avvicinamento tra le idee di Monti sul futuro dell’Ue e alcune idee forti dei progressisti europei. Decisivo è stato il rapporto Monti-Hollande. In più a Bruxelles è emersa in modo clamoroso la nostra bandiera, quella di Ciampi, di Prodi, quella che è stata la bandiera fondativa dell’Ulivo prima e del Pd poi. Una delle caratteristiche principali che differenzia noi dal resto del centrosinistra italiano è infatti che per noi l’interesse europeo vuol dire interesse italiano, e non c’è interesse italiano contrapposto o diverso dall’interesse europeista, che richiede un avanzamento dell’integrazione dell’Ue».

Anche se il rapporto con i partner europei, Germania in primis, non sempre ci ha fatto bene?
«L’Italia è un Paese dalla statualità debole, può vincere soltanto se c’è un’Europa forte e integrata. Con l’entrata in scena di Brasile, Cina, India è cambiato il peso specifico dei diversi Stati. E noi non abbiamo una dimensione tale da poter pensare che possiamo farcela da soli. Se oggi l’Italia è più forte è perché due italiani, Monti e Draghi, guidano i processi europei, attenti agli interessi comunitari e non a quelli di parte dell’Italia. Il successo di Monti è nato dal fatto che è stato visto al Consiglio europeo come una specie di surrogato di Barroso e Van Rompuy, non come il capo dell’Italia».

Bastano le misure decise a Bruxelles ad uscire dalla crisi? «Dalla crisi si esce con più Europa, mettendo insieme i debiti e facendo crescita. L’Ue ora può difendersi dalla speculazione facendo unione bancaria e dando alla Bce la vigilanza sulle banche, mentre con il meccanismo anti-spread comincia a mettere insieme il debito dell’Eurozona. Tutto questo è molto importante in vista del futuro ma non vuol dire, per quel che ci riguarda, che possiamo smettere di fare i compiti a casa. La forza di Monti è stata essere arrivato a Bruxelles avendo fatto i compiti a casa, a cominciare dalla riforma delle pensioni e quella del lavoro, avendo dimostrato ai tedeschi che abbiamo riforme rigorose quanto le loro, che non vogliamo chiedere a nessuno di pagare i nostri debiti».

Parlava del ruolo decisivo che ha avuto il rapporto tra Monti e Hollande, leader socialista alla guida dell’Eliseo: a suo giudizio può significare qualcosa, guardando al futuro della politica italiana?
«L’avvicinamento tra Monti e le tesi dei progressisti europei è segno che il governo che succederà a Monti sarà di centrosinistra, guidato dal segretario del Pd, e in forte continuità col governo Monti. Continuità programmatica e anche di uomini».

Come valuta il fatto che Casini abbia aperto all’ipotesi di una coalizione tra progressisti e moderati?
«Casini riconosce, pur venendo dalla famiglia europea in cui stanno anche Barroso e Berlusconi, che sono stati Monti e Hollande a guidare il processo e capisce che in Italia serve una cosa simile».

Con Vendola e senza Di Pietro, si sente dire nel Pd: perché?
«Il punto è che solo un processo riformatore può salvare l’Italia. Vendola in questi anni ha dimostrato di stare con i piedi dentro il disagio sociale del Paese e nello stesso tempo di essere capace di dare soluzioni di governo, guidando una regione importante come la Puglia. È quel che facciamo anche noi, anche Bersani in questi mesi è stato il paladino della fatica della società italiana mostrando un Pd capace di misurarsi con il governo dei processi in atto. Di Pietro a mio avviso non è invece in sintonia con questo tipo di obiettivo. Lo dimostra il suo approccio anti-istituzionale, aggressivo con il Capo dello Stato che è invece il vero architetto di questa operazione e in fondo è il vero vincitore del Consiglio europeo. È chiaro infatti che senza Napolitano non ci sarebbe stata l’Italia protagonista del Consiglio europeo».

A questo punto cosa deve fare il Pd?
«Costruire una proposta e mostrarla con chiarezza, lavorare a un centrosinistra che abbia nel Pd il baricentro, che riconosca in Casini e Vendola due protagonisti e che apra una fase costituente nella prossima legislatura. Ovviamente, questo deve passare attraverso una riforma della legge elettorale. Già entro questa settimana dobbiamo completare il successo di Bruxelles con un primo sì a un nuovo sistema di voto».

Pensa sia possibile? Dal Pdl arrivano segnali discordanti...
«È interesse di tutti andare alle prossime elezioni in una condizione di praticabilità di campo. Col Porcellum il campo sarebbe impraticabile e la prossima legislatura sarebbe disastrosa. Dobbiamo approvare in tempi rapidi una legge elettorale che garantisca stabilità al governo e ridia ai cittadini il diritto di scegliere i parlamentari».

Come pensate di trovare un accordo con l’Udc sui diritti civili: la discussione all’interno dello stesso Pd, ad esempio sulle unioni di fatto, non è facile...
«Il lavoro del comitato guidato da Rosy Bindi dimostra che su questi temi siamo molto più avanti di quanto si pensi. Oggi non siamo più nel 2007, una soluzione come i Dico passerebbe in modo molto più semplice nella società italiana. Ovviamente, a patto che nessuno usi questi argomenti per regolare conti di altro genere. E questo vale sia per i contrari che per i favorevoli».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Mi sembrava strano che la base del Pd fosse silente.


Pd, la base contro l’alleanza con l’Udc: “Ma che erba fumano i dirigenti?”
E' rivolta contro il patto propugnato da Casini, che lascerebbe fuori Idv e Sel. Critiche a Bersani per l'eccessiva sintonia con il governo Monti. Il segretario replica: "Non faccio inciuci, voglio un centrosinistra nuovo". Ma sui giochi pesa l'incognita della legge elettorale


di Sonia Oranges | 2 luglio 2012


“Se non avete ancora le sedi occupate è solo perché si tratta di interviste”.



“Potrebbero imbarcare anche Fli, così finiranno finalmente di prendere per i fondelli i propri elettori con la favola della legge elettorale da fare per il bene del Paese”.



“Con la disoccupazone giovanile al 36%, ci tocca leggere in un’intervista rilasciata da Enrico Letta che il futuro governo Bersani sarà in continuità con quello attuale, e per continuare a farsi del male, dobbiamo sentire D’Alema dichiarare che in un nuovo centrosinistra europeo Monti può trovarsi a perfetto agio: ma che erba fumano questi dirigenti del Pd?”.


Una vera e propria rivolta.


La base del Partito democratico non digerisce l’esclusività dell’alleanza con l’Udc, a scapito dei progetti con Idv e Sel, così come l’ha proposta da Pier Ferdinando Casini.



I commenti fioccano salaci e tutt’altro che favorevoli alle alleanze che parrebbero delinearsi, e sono in molti ad annunciare che “si sono presi la mia vita, non avranno il mio voto”.



Mentre tanti altri si rivolgono a chi, come Stefano Fassina e i cosiddetti “giovani turchi”, prova a trovare una posizione autonoma e credibile anche rispetto alle scelte del governo: “Stefano, non riduciamo questo partito a qualcosa che non riconosciamo più”.


La rivolta certo non è sfuggita al segretario Pierluigi Bersani, che prova a fare da baricentro tra Udc e Sel, in attesa di trovare un sempre più difficile punto di convergenza con l’Idv.


Senza però chiarire se ha in mente un governo in continuità o meno con le lacrime e il sangue sin qui richiesti dall’esecutivo Monti.


”Monti non voglio arruolarlo, ma che sia una risorsa lo vedrebbe anche un bambino”, spiega Bersani, rivolgendosi “a tutte quelle forze democratiche, moderate, costituzionali ed europeiste che possono dare una mano a sconfiggere il populismo e le derive di destra che si stanno muovendo in Europa: Vendola e Di Pietro dicano se è un punto o no perché da qui per noi non si prescinde”.


Bersani si barcamena: ”Io voglio partire da un centrosinistra. Non sto facendo inciuci con nessuno”.


Ma non convince la base del partito che non digerisce le profferte di Casini, ma soprattutto dalle successive repliche a mezzo stampa di big come Massimo D’Alema o Enrico Letta in cui si è posto l’accento sulla necessità di dare continuità all’esperienza governativa di Mario Monti, con una sua conferma sulla poltrona di Palazzo Chigi o comunque ribadendo l’ineluttabilità dell’agenda politica così come l’ha dettata la Bce.




Che il popolo democratico legge praticamente come la morte della democrazia.




Almeno a prestare fede alle prese di posizione pubblicate sui social network o sui forum on-line.


Ma se Vendola ha già fatto intendere che non intende farsi schiacciare da Pd e Udc e che senza Idv non si va da nessuna parte assieme, Di Pietro ora rilancia: “Basta con le dichiarazioni a mezzo stampa.


Ora si apra un tavolo, un cantiere, per fare un programma comune nell’interesse del Paese.


Così ci si potrà confrontare sulle questioni che accomunano o dividono partiti nell’ambito di una coalizione di centrosinistra”.


Un appello al quale Bersani, però, non può evidentemente rispondere, stretto com’è tra le varie anime del suo partito. A cominciare da quella minoranza veltroniana che vede come impraticabile la via di una moderata attenuazione del rigore montiano, e che soprattutto non perde occasione di stigmatizzare l’inconciliabilità della posizione di Sel con l’aspirazione di Casini a omogeneizzare la politica futura a quanto avviato da Monti.


Nella speranza che senza coalizione non ci siano nemmeno le primarie e che, alla fine, a Monti possa succedere solamente Monti, ovviamente in asse con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.


Ma tra la teoria di una democrazia declinata per voce sola e la realtà, ci sono di mezzo non solamente i voti che il Pd rischia di perdere, ma anche una serie di variabili al momento imprevedibili, che riducono il dibattito sul dopo-Monti a una semplice ginnastica di posizionamento.



Impossibile infatti delineare il futuro senza sapere se ci sarà una nuova legge elettorale o meno, con premio di maggioranza (per cui sarebbe necessaria un’alleanza ampia) o meno (e dunque sarebbe più semplice immaginare un passo a due), se ci sarà un ritocco verso il proporzionale o sulle soglie di sbarramento.


Come pure, al Nazareno ci si interroga sulla reale affidabilità dell’apertura di Casini, sulle reali intenzioni di Monti, e sulla capacità di mediazione di Vendola e Di Pietro.


E, prima ancora, sulle primarie annunciate da Bersani, le cui regole potrebbero essere cambiate nell’assemblea nazionale di metà mese. Che potrebbe anche saltare.





http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07 ... qus_thread
Ultima modifica di camillobenso il 02/07/2012, 22:15, modificato 1 volta in totale.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

I primi commenti


il campesino Poco fa
Stessa Casta stesso mare.....


Daniele 64 Poco fa
Bersani: poche idee ma ben confuse.


giaggys Poco fa
Che pena che fa il povero Bersani ... lui ce la sta mettendo tutta per perdere di nuovo ... e lasciatelo fare che cavolo!


glide 5 minuto fa
Senti un po' Pierparassita,è tempo di vacanze,vai,corri a cercare alleanze in Polinesia,Maldive,cAste smeralde e/o azzurre,ma togliti dalle palle che sono anni ed anni che,con le tue chiacchiere a perdere,le gonfi-sgonfi-rigonfi più di un pallone aerostatico.


Luca Zanellato 17 minuto fa
Bersani pensa che unendo i voti dei clienti del PD, con i clienti dell'UDC, possono fare un totale sufficiente da assicurare la poltrona a lui e i sui amici.


Giaggys 27 minuto fa
Che pena che fa il povero Bersani ... lui ce la sta mettendo tutta per perdere di nuovo ... e lasciatelo fare!


sonuno 7 minuto fa
Bersani è lì a fare lo Zaccagnini, il volto onesto pulito politicamente corretto del partito. Il PD come la DC ai tempi, lo sbatte in faccia agli italiani, per far dimenticare loro ladri, distrazioni di denaro, acquisto autostrade, peculato, ammanchi, scandali, nomine, falsi in bilancio, politiche pilatesche, appoggio indiscriminato al governo del Mignottauro nano e ora a Monti. Quale partito di sinistra accetterebbe la riforma del lavoro e delle pensioni, il trattamento riservato agli esodati, le loro azioni null'affatto di sinistra e ora le alleanze, che allontanano gli elettori più fedeli, minano la sua esistenza e non giustificano il rimborso elettorale investito in bot e btp.


dashiell Poco fa
Sia ben chiaro che esitono ancora ds e sx, dice Bersani.
Ehi, Pier Luigi, e Casini cosa sarebbe?
Fai un gesto: non starea chiederti se di dx o di sx. Diciamo che è una cosa intelligente. Dimettiti! E smetti di 'fumare'


LK87 11 secondo fa in risposta a Giaggys
Per mutuare Gaber: governare è di destra, perdere di sinistra.


LK87 1 minuto fa
Semplicemente, basta non votare certi partiti. Non è così difficile.
Se la base si chiede cosa si fumano i dirigenti, a reiterate "turate di naso" mi chiedo cosa si possano fumare le basi, semmai.
lucfig
Messaggi: 694
Iscritto il: 22/02/2012, 10:21

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da lucfig »

Dal blog di Civati
http://www.ciwati.it/

Chiarissimo
3 luglio 2012

Il Pd in questo momento è pronto a candidare Bersani ma è favorevole a un Monti bis, vede bene un’alleanza con l’Udc, è disponibile a prender parte a un’assemblea costituente e al contempo a primarie aperte ma interne o forse di coalizione, con l’albo o senza, per sostenere il governo con un bidone di distinguo, per lanciare un patto civico e uno udcivico, per dare modernità al centrosinistra anche senza la sinistra.

Chi non capisce è un antipolitico.
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
soloo42000
Messaggi: 1081
Iscritto il: 15/05/2012, 9:38

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da soloo42000 »

>>Chi non capisce è un antipolitico.


Invece si capisce fin troppo bene.
Il PD e` allo sbando, al panico.

soloo42000
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